13
Ott
2009

I costi di Alitalia

Lo scorso 7 Ottobre si è tenuto a Milano il BizTravelForum 2009, un evento molto importante nel settore dei viaggi d’affari.

Oltre al Ministro Michela Vittoria Brambilla, era presente Rocco Sabelli, amministratore delegato di Alitalia. Una cifra mi ha molto colpito nel suo corso del suo intervento: 7 centesimi di euro per il CASK, cioè il costo per posto chilometro offerto. Questo dato è estremamente importante per le compagnie aeree perché indica quanto costa al vettore ogni chilometro volato da un sedile vuoto. Read More

13
Ott
2009

Piano casa, ecologismo e fine del diritto

In un precedente intervento su questo blog (“Per favore, non usiamo l’ecologismo contro gli ecologisti”) Carlo Stagnaro ha giustamente evidenziato come anche taluni industrialisti progressisti possano talvolta arrendersi, non fosse altro che per ragioni retoriche, agli argomenti dell’ecologismo. Le cose sono perfino messe peggio se si considera come siamo amministrati e, in particolare, se si prende in esame la vicenda del “piano casa”. Read More

13
Ott
2009

Alitalia dixit

‘Mai saremo low cost, saremo low price’ (Rocco Sabelli, Ansa, 12 ottobre)
‘Colaninno: no ricapitalizzazione (Affari Italiani, 12 ottobre)
Ma allora i soldi mancanti tra i ‘low price’ e i ‘non low cost’ chi li mette?

13
Ott
2009

TAV: il coraggio di dire che l’opera non si farà più

«Tav il tempo è scaduto». Questo l’ennesimo grido d’allarme che viene da Confindustria Piemonte a proposito della linea ferroviaria Torino – Lione. Un lamento che abbiamo sentito ripetere centinaia di volte negli ultimi dieci anni ma che è, oggi più di ieri, del tutto privo di un fondamento reale. Come è stato dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio, non c’è alcuna urgenza di realizzare tale opera: la capacità delle infrastrutture esistenti è tale da poter soddisfare la prevedibile domanda di trasporto per almeno altri cinquanta anni. Era vero ieri prima della crisi, lo è a ancor di più oggi. La netta contrazione dei flussi ha spostato ancora più in in avanti l’orizzonte temporale di saturazione della ferrovia e dell’autostrada che collegano il Piemonte alla Francia. Logica vorrebbe che, come sostengono provocatoriamente gli stessi industriali piemontesi , si avesse “il coraggio di dire che l’opera non si farà più”. Ne potremo riparlare nel prossimo secolo.

13
Ott
2009

Come non detto

Non faccio in tempo a dire (al Mises Seminar) che i continui interventi statali manu monetari nell’economia creano un sistematico moral hazard che rende impossibile il normale funzionamento del mercato, in quanto socializzando i rischi si trasformano i mercati finanziari in un tragico common, e non faccio in tempo ad aggiungere che cercare di risolvere i problemi di una tale politica mediante regolamentazioni prudenziali non fa altro che esasperare il trade-off tra efficienza e stabilità, che la Commissione Europea cerca di dimostrare che ho ragione con una proposta tesa ad ammazzare l’efficienza del mercato pur di garantirne una stabilità resa irraggiungibile dal continuo interventismo statale. Read More

12
Ott
2009

Per favore, non usiamo l’ecologismo contro gli ecologisti

Tra quelli che antipatizzano per le politiche cosiddette per l’ambiente – mi ci metto dentro anch’io – si va diffondendo una strana attitudine: quella di fingersi ecologisti per combattere gli ecologisti (quelli “doc”). Non si tratta del sano tentativo di ritorcere contro l’avversario le sue stesse armi: questo andrebbe anche bene. Si tratta di operare un implicito endorsement  delle tesi altrui per ostacolare progetti che, in qualche modo, possono passare sotto l’etichetta del verdismo. Questa è, a mio avviso, una strategia miope e sbagliata. Ne fornisce un esempio, su Repubblica di oggi, Mario Pirani, in un pezzo duramente critico verso il campo eolico offshore in via di autorizzazione al largo della spiaggia sarda di Is Arenas.

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12
Ott
2009

Ostrom e Williamson. Due Nobel che se lo meritano

Elinor Ostrom e Oliver Williamson sono due grandi scienziati sociali. Le loro ricerche sono ora onorate col Premio Nobel per l’Economia, e questo riconoscimento a Ostrom e Williamson è importante per almeno due motivi. Il primo è che vengono onorati due studiosi che hanno seguito un percorso  eccentrico, rispetto al mainstream della disciplina – e questo in qualche maniera ci ricorda come spesso l’originalità spesso sia “eclettica”, e tale eclettismo sia ben lungi dall’essere negativo, quando porta a confrontarsi con problemi nuovi. Il secondo è che si tratta di due grandi studiosi degli ordini spontanei – il che, da queste parti, non può che farci piacere. Read More

12
Ott
2009

Automobili di Stato: un Occidente in “stile Ceausescu”?

Marian Eabrasu è giovane professore romeno (ma la famiglia è di origine greca), che ha studiato logica a Urbino per poi continuare i propri studi in Francia, dove ora insegna scienze politiche all’università di Paris – St. Denis. Nel 2005 era intervenuto al Mises Seminar presentando un suo lavoro sui fondamenti della teoria libertaria in Rothbard e in Hoppe (A Critique of Rothbard and Hoppe’s Arguments Sustaining the Necessity of Libertarian Axioms of “Self-Ownership” and “Homesteading” ) e ieri, l’11 ottobre, a Sestri Levante è stato un eccellente discussant in occasione della presentazione del paper di Jan Willem Lindemans, che ha presentato un interessante lavoro su Entrepreneurial luck and the problem of just and efficient reward. Read More

12
Ott
2009

Da Londra, segni di speranza

Sono reduce da un fine settimana nella penisola calcidica, al congresso delle banche di Credito Cooperativo della Lombardia, che a tutti gli effetti è il maggior appuntamento nazionale dell’intero comparto delle BCC nazionale, il terzo pilastro del sistema creditizio italiano insieme alle banche SPA e alle Popolari. È la parte del sistema bancario con i più forti coefficienti di patrimonializzazione, e con un persistente aumento degli impieghi quasi a doppia cifra, rispetto allo zero e poco più per cento delle grandi banche SPA. Vorrei dilungarmi ma lo farò in altra occasione, visto che ho più volte scritto in questi ultimi tempi su Messaggero, Gazzettino e Mattino sul perché sarebbe il momento di fare delle BCC un Credit Agricole all’italiana, sul perché ancora siano più forti al Nord per storia e tecnica gestionale, e sul perché e sul percome il governo pensi di affidasi ad esse per la ormai stra-annunciata Banca del Sud. Qui voglio solo dirvi che le BCC sono giustamente perplesse su quanto finora si è sentito a proposito proprio della Banca del Sud, perché non sono disposte a travasi di raccolta dal Nord verso più impieghi al Sud. Il Sud di raccolta ne ha a iosa, il problema è di innalzare la tecnica e il merito di credito con cui vengono concessi gli impieghi. E quanto all’annunciato sgravio fiscale di 5 punti sulla raccolta reimpiegata al Sud, emerso in tralice dal Consiglio dei ministri di venerdì scorso, le BCC del Nord chiedono come un sol uomo che un tale sgravio venga dato a tutti, non solo alle meridionali. Hanno ragione, a mio modesto avviso. È l’unica platea bancaria al quale al sottoscritto vengano applausi scroscianti quando, appellandomi alla loro forte tradizione e identità cattolica, dico che se fossi un ministro di Dio ebbene non me la sentirei proprio, di amministrare sacramenti ai capi di Banca Intesa e di Unicredit. Se non dopo prove di redenzione assai diverse dalla lettera che Faissola, il presidente dell’ABI, a loro nome ha mandato al premier la settimana scorsa. Ma qui mi fermo. Perché se dovessi proprio dirvi negli ultimi giorni da dove ho raccolto il più promettente segno di speranza, direi che è da Londra. Read More