16
Ott
2009

La politica vola basso sugli aeroporti

La questione aeroportuale è stata riaperta dall’ottimo articolo di Carlo Lottieri nell’analisi dei casi degli aeroporti di Siena e Brescia.

La politica sia a livello locale che a livello nazionale è sempre voluta entrare direttamente nella pianificazione degli aeroporti. Era il caso del Ministro dei Trasporti del Governo Prodi (2006-2008) Alessandro Bianchi che propose di “mettere un bollino” su ogni aeroporto in modo da attribuire loro una funzione regionale, nazionale o internazionale. Se il Piano Bianchi fosse passato, sarebbe stata la politica a scegliere quale tipologia di passeggeri sarebbe dovuta transitare in un determinato aeroporto. Se una tale normativa fosse stata in vigore dieci anni fa, Bergamo Orio al Serio non sarebbe mai diventato un aeroporto internazionale con oltre 6 milioni di passeggeri internazionali. Il traffico nello scalo bergamasco è esploso negli ultimi sei anni, grazie all’arrivo della compagnia low cost Ryanair e la politica non lo aveva certo intuito. Read More

16
Ott
2009

Liberalizzare: 5 punti di Pil in 3 anni

L’output potenziale in Italia è calato incessantemente dall’inizio degli anni Settanta. All’epoca era sul 4% annuo, e di gradino in gradino era giunto all’1,2% nel 2008, prima della crisi in corso che l’ha azzerato.  Per Francia e Germania, pur conoscendo un trend analogo, il prodotto potenziale è sempre rimasto di quattro-cinque decimi di punto superiore al nostro. Il grande problema, come abbiamo ripetuto spesso, è la bassa produttività del terziario. ” Liberalizziamo per crescere di più” è la ricetta qui scontata. Meno scontato saper quantificare gli effetti di maggior crescita  di decise liberalizzazioni. Per questo è utilissimo che lo facciano studiosi di Bankitalia. Sono  Lorenzo Forni, Andrea Gerali e Massimilano Pisani, in questo paper. Vado alle conclusioni, il modello seguito nella simulazione è macro e non micro. Diminuendo il market power delle imprese di settore, che le induce a fare più markups scaricati sui costi rispetto all’eurozona – che pure non è certo l’Eden liberalizzato –  ci sono 11 punti di Pil di maggior crescita italiana da liberare, di cui 5 conseguibili in un triennio.  Non è solo il caso di dire: i politici non lo sanno o non ci credono. La notizia è che la crescita potenziale aggiuntiva supera di gran lunga il fuoco di sbarramento inevitabile, posto in essere su politica e media  dal market power esistente. Quindi “si può fare”. Per politici che ci credessero.

16
Ott
2009

Banca del Sud: perché qui se ne discute

Che la Banca del Mezzogiorno rievochi la Cassa del Mezzogiorno, è evidente ma non si tratta di una osservazione particolarmente originale. E’ più interessante invece il dibattito che si è di fatto aperto su queste colonne – nei due post di Oscar Giannino ed Ugo Arrigo.
La posizione di Arrigo è istintivamente accattivante, per chi legga Chicago: essendo la Banca un’iniziativa che nasce in seno alla politica, e specificamente al Tesoro, non c’è da aspettarsi nulla di buono. Perché le dinamiche intrinsecamente connesse all’agire politico faranno sì che si tratti di un’altra mangiatoia.
La posizione di Giannino è più sfaccettata, e insiste invece sulla lettera del provvedimento. Le due cose che fa notare Giannino, e che credo abbiano un peso non indifferente sul giudizio complessivo, sono (a) che l’appello a fare la banca è rivolto ai “privati meridionali”, chiamati “a fare banca per banca, non altro” e (b) che lo Stato abbia “autolimitato” il suo impegno, nel comitato promotore, sia perché da subito minoritario, sia perché già oggi è posta in essere una exit strategy. Read More

16
Ott
2009

A Brescia come a Siena, l’aereo sbatte contro i campanili

Sulle questioni del trasporto aereo e delle strutture aeroportuali sono più volte autorevolmente intervenuti, anche su questo blog, autentici esperti come Ugo Arrigo e Andrea Giuricin: e non voglio affatto togliere loro il lavoro. Penso però possa essere utile riportare, proprio a sostegno delle analisi che vanno svolgendo, qualche elemento su ciò che sta avvenendo in alcuni contesti periferici: proprio per suffragare quelle analisi e mostrare quanto sia irrazionale la pretesa del ceto politico di programmare il trasporto aereo fuori da ogni logica di mercato. Read More

15
Ott
2009

La banca piovuta dal cielo

Tutto ciò che avrei voluto scrivere sulla banca piovuta dal cielo lo ha fatto oggi, 1000 volte meglio, Francesco Forte. Articolo stupendo nel quale il maestro di finanza pubblica raggiunge l’apice quando scrive:

In astratto si può supporre che lo Stato sia una immacolata creatura che, facendo nascere la banca del Sud con soldi pubblici e soldi privati, si asterrebbe dallo scegliere chi debba essere il presidente della nuova banca e chi l’amministratore delegato. In concreto si intravede già la corsa dei vari esponenti meridionali a candidarsi a capo di questa banca. E se il presidente sarà pugliese o amico dei pugliesi, l’amministratore delegato dovrà essere siciliano o campano. E nel caso che prevalga, per tale carica, il campano, il direttore generale dovrà essere siciliano o viceversa.
Bisognerebbe poi sistemare un sardo come vice presidente e un calabrese come vice direttore generale, salvo metter questi a capo del collegio sindacale. Resterebbe da piazzare un basilicatese. Potrebbe aspirare a fare il vice direttore generale, salvo che questo posto non sia rivendicato dal calabrese o dal sardo, in quanto più importante della presidenza del collegio sindacale dal punto di vista operativo e quindi clientelare.

Ma se è così (e se aggiungiamo anche la notizia del ponte …), sembriamo ritornati nel pieno degli anni ’70. Peccato che l’irreffrenabile attivismo della non immacolata creatura si accompagni a parametri di finanza pubblica da prima metà degli anni ’90.

15
Ott
2009

Banca per il Mezzogiorno, non è peccato

Prima di sparare, come ha fatto con ironia Carlo Stagnaro qualche ora fa sull’ennesimo “carrozzone” annunciato, suggerisco di riflettere. Per conto mio mi espongo volentieri al pubblico ludibrio. La Banca per il Mezzogiorno varata oggi dal governo credo proprio che debba essere considerata una grande novità positiva. Non siamo più ad annunci, il progetto è concreto, quindi si può ragionare in termini diversi alla colorita iniziativa di anni fa, una scatola vuota affidata a Carlo di Borbone. Ora la faccenda – finalmente – è del tutto diversa. Read More

15
Ott
2009

Auto di Stato, la BCE silenziata

Nel Bollettino mensile reso noto stamane la BCE boccia senza appello gli aiuti di Stato all’auto. Non c’è un solo giornale italiano che lo riporti nel suo sito. Repubblica ha tenuto la notizia per un paio d’ore, poi l’ha retrocessa.  Inutile chiedersi: come mai? Utile invece interrogare chi ci legge, e che magari è giustamente pronto a strapparsi la camicia in nome della presunta libertà di stampa in materia di politica italiana. Ma invece all’auto-condizionamento rigoroso e assoluto in materia economico-finanziaria – laddove “auto” va letto in chiave polisemica, come fenomeno spontaneo e come mezzo di trasporto – com’è che nessuno fa mai caso? Bisogna dire le cose come stanno: quando si tratta di Fiat e di tutti i direttori che le devono carriera e onori nei media, l’ipocrisia non può che regnar sovrana. Berlusconi se lo sogna, di avere i direttori ai piedi che ha avuto sempre Torino, per il semplice fatto che lui al Corriere e alla Stampa non ha mai – giustissimamente – fatto promuovere o nominato neanche un portiere. Eppure, ripeto, la BCE ha parlato chiaro. Le misure per l’auto non sono solo distorsive in termini di concorrenza: quel che è ancora peggio, deprimono la crescita. Read More

15
Ott
2009

L’Eni in festa. La fa e/o gliela fanno?

Paolo Scaroni ha tutti i diritti, oggi, di festeggiare. La firma di un contratto per lo sviluppo del giacimento di Zubair, che contiene riserve stimate per 4,1 miliardi di barili e oggi ha una produzione quotidiana di appena 227 mila barili è un indubbio successo della diplomazia del gruppo italiano, che si conferma una delle grandi compagnie petrolifere mondiali. Il ministro iracheno del petrolio, Hussein al-Shahristani, ha parlato di un obiettivo di produzione pari a 1,125 milioni di barili al giorno in un orizzonte di sei anni. La forma dell’accordo – che vede il Cane a sei zampe alla guida di un consorzio con Sinopec, Occidental e Korea Gas – è quella di un contratto di servizio. Secondo la descrizione dell’Oil & Gas Journal (subscription required),

The minister said a consortium led by Italy’s Eni SPA had agreed to Baghdad’s offer of $2/bbl for each extra barrel of oil it extracts on top of the current production of 227,000 b/d at the 4.1 billion bbl Zubair field.

Quanto Piazzale Mattei possa festeggiare, dunque, dipende essenzialmente da due questioni: la capacità di rispettare la tabella di marcia, e i termini del contratto, che – a seconda di come sono definiti – possono consentire una più o meno rapida messa a libro delle risorse. In gioco c’è il risultato 2010: se si può librare tutto e subito, Scaroni è salvo. Altrimenti, deve ancora mettere le mani su nuovi giacimenti per garantire un adeguato tasso di sostituzione delle riserve. Ma i festeggiamenti per la conquista irachena sono resi un po’ meno euforici dalla stilettata che, tramite il Corriere della sera, viene inflitta da Eric Knight, capo del fondo attivista Knight-Vinke che ha proposto il breakup dell’azienda.

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