12
Nov
2009

I miei dubbi su Mr. Pesc

Quali meriti giustificano la candidatura di Massimo D’Alema a Mr. Pesc, l’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza? Non è po’ curioso che nel candidarlo e nel sostenerlo non si citino (da nessuna parte) ragioni curricolari? Certo, appartenendo alla famiglia socialista europea è ovvio che abbia il consenso della medesima; inoltre è un politico italiano (di lungo corso) e attorno al suo nome sembra esservi il consenso dei due maggiori partiti. Ma non è un po’ poco che sia socialista europeo, che sia italiano e che riscuota il consenso di PD e PdL? Non si dovrebbe cercare qualche ragione in più?
Sono solo domande, ovviamente, non ho le risposte. Tuttavia sono stupito, scorrendo le notizie sul web, che nessuno citi una qualsiasi ragione esterna alla semplice appartenenza. Probabilmente, se sarà nominato, sarà anche un ottimo Mr. Pesc, tuttavia non si può dimenticare il mediocre governo da lui guidato alla fine dello scorso decennio, prematuramente caduto a seguito della sonora sconfitta elettorale delle elezioni amministrative del 2000. Che cosa si ricorda di quella esperienza oltre alla fondamentale riforma consistente nell’introduzione  anche in Italia delle sale bingo (con decisione del 17 febbraio 1999), alla ‘merchant bank’ di Palazzo Chigi e al sostegno alla cordata patriottica, allora con sfumature rosso-rosa e non ancora azzurre, guidata da Colaninno nella scalata alla Telecom?
Da economista all’epoca a Palazzo Chigi (lasciato in eredità come esperto, ma solo per pochi mesi, dal precedente governo) ricordo molto bene il recepimento della prima direttiva comunitaria sui servizi postali. Era un provvedimento finalizzato a introdurre una prima debole tappa di liberalizzazione del mercato ma l’Italia fu l’unico paese dell’Unione a utilizzarla … per aumentare il monopolio (e porlo al servizio dell’azienda pubblica che aveva direttamente dettato al governo il provvedimento di recepimento). In quell’occasione le piccole aziende postali che erano titolari di concessione a livello municipale nelle maggiori città (molte addirittura dalla prima guerra mondiale) si videro private delle medesime e furono costrette a chiudere i battenti o a divenire prestatori di servizi (evidentemente non in concorrenza) per Poste Italiane. Le conseguenze di questo pasticcio perdurano tuttora e creeranno non pochi ostacoli al momento della completa apertura del mercato postale che la terza direttiva europea ha fissato per il primo gennaio 2011.

P.S.: Sembra superfluo ricordare che anche il Bingo è stato un sostanziale fallimento (anche se ha permesso di riconvertire talune case del popolo in crisi di domanda…)

10 Responses

  1. carlo

    forse le stesse ragioni curriculari che hanno spinto l’ oligarca russo vekselberg a mettere nel consiglio di amministrazione della avelar energy con sede a zurigo roberto desantis che copmne referenze può vantare solo un’amicizia di lunga data con D’Alema, con il quale trascorre a volte le vacanze e al quale vendette negli anni Novanta la barca Ikarus. Nel 1999 e nel 2000, durante gli anni dei primi governi di centrosinistra, il suo nome era stato accostato alle iniziative della banca d’affari London Court e alla nascita della Formula Bingo.ma si sa d’alema ha un idea tutta sua della mobilità sociale. i figli degli avvocati ancorchè abilitati non devono ereditare gli studi dei padri mentre i suoi amici possono comandare multinazionali del settore dell’ energia .Giannino lei è così intelligente e di piacevole lettura. non perda tempo a farsi domande di cui conosce la risposta…

  2. carlo

    chiedo scusa all’ autore . ho postato al volo pensando che l’ articolo fosse a firma di Oscar Giannino.naturalmente il mio personale apprezzamento si estende alle considerazioni del prof Arrigo al quale ripensandoci è doveroso concedere di interrogarsi sulle ragioni della resistibile ascesa di certe insuperabili mediocrità…

  3. pietro

    Le ragioni sono ovvie, e trasversali, basta vedere Claudio Regis leghista con un radioso curriculum da elettricista nominato commissario straordinario dell ENEA e Franco Bossi che vista la sua esperienza come commesso di una ferramenta e di fratello di Umberto è stato promosso a consigliere di amministrazione dell’ALER ( che gestisce in modo schifoso 60mila abitazioni di proprietà della Regione Lombardia ).

  4. Scusate, non capisco perchè dobbiamo sviscerare tante parti del CV di D’Alema o di altre persone con punti che non sono prevalenti sul ruolo legato alla politica estera.
    D’Alema prende le parti di terroristi che lanciano missili appositamente da punti dove sono presenti persone innocenti, per fare in modo che le rappresaglie possano colpire questi innocenti.
    D’Alema è stato una vergogna e ci mancava adesso anche Berlusconi che gli da man forte.
    ALLUCINANTE!!!

  5. alessio

    scusate ma con questi interventi state su un piano decisamente politico, c’entrano poco economia, liberalizzazioni e altre amenità. men che meno con il leviatano europeo. Occupatevi di altro, siete più utili a far pensare che a mischiarvi nella polemica!

    ps- Che vi frega? anche ce l’aveste con D’Alema il compito è onorifico, tanto alla prima crisi ogni paese se ne va per i fatti suoi… almeno se ne sta un po’ lontano e la cosa può solo far bene a tutti, Italia e PS, certo per il povero Berlusconi viene a mancare un prezioso alleato…

  6. andrea lucangeli

    @ alessio Non commettere l’errore capitale di ritenere che l’economia sia disgiunta dalla politica.- Se la discussione scivola “in politica” (e spesso con toni “sopra le righe”) è proprio perchè – immersi in una realtà piena di contaminazioni – l’economia non può intendersi mai solo come asettico esercizio culturale….-

    @ Pietro Da leghista ti dico che hai pienamente ragione: questo familismo e nepotismo è uno schifo che “la base” non digerisce proprio.- Fortunatamente ci sono nel movimento ancora persone “perbene” che si ricorderanno di tutto al momento del voto…..

    Per quanto riguarda il “dossier” D’Alema è il classico “promoveatur ut amoveatur”: un “baffino di ferro” fuori dai piedi, esiliato in Europa, conviene a tutti, amici e nemici: il personaggio è troppo ingombrante anche per Bersani…..

  7. Fausto

    Noto una certo astio per il baffino nazionale e una discreta propensione destrorsa nei commenti di questo post. Per equilibrare le cose, ed essendo io al contrario un fervente ammiratore del suddetto (praticamente quasi l’unico personaggio che da anni apprezzo e per il quale voto) ne riporto un breve curriculum:
    – segretario del PDS dal 1994
    – Sotto la sua guida nel 1996 per la prima e unica volta in Italia un partito di sinistra divenne primo partito alle elezioni politiche (superando in quell’occasione anche Forza Italia).
    – presidente del consiglio dal 1998 al 2000
    – promotore in tale ambito dell’intervento NATO in Kosovo in spregio a pacifisti di maniera
    – organizzatore della bicamerale le cui risoluzioni sono tutt’ora considerate centrali per il rinnovamento politico e che avrebbe fatto ripartire questo paese se mister B non avesse fatto saltare il banco.
    – presidente dal 1998 della fondazione ItalianiEuropei
    – membro del parlamento europeo nel PSE dal 2004 al 2006
    – ministro degli esteri nel 2006-2007
    – organizzatore in collaborazione con la Francia della missione in pace in Libano
    – promotore nel 2007 della moratoria sull’abolizione della pena di morte nel mondo, approvata per la prima volta nella storia dall’ONU.
    – presidente dei DS dal 2000 al 2007
    – vicepresidente dal 2003 dell’Internazionle Socialista.

  8. Ugo Arrigo

    Intervengo per una breve precisazione dopo i numerosi commenti al mio post. Massimo D’Alema, così come molti politici di primo piano (e il Presidente del Consiglio in primo luogo) riscuote sentimenti molto netti, siano essi di segno positivo o di segno negativo. Nel valutare i politici dovremmo cercare tuttavia di lasciare in secondo piano i sentimenti per provare a dare valutazioni il più possibile oggettive e impersonali. Può darsi che un politico che ci piace prenda decisioni che non stanno in piedi e, viceversa, che un politico che non ci piace qualche volta faccia o proponga la cosa giusta. Dovremmo in entrambi i casi non avere timori a esporci e farglielo sapere.
    Nel caso del mio post su D’Alema non è rilevante se io abbia simpatia o meno per lui (ne riconosco però le capacità di leader politico) ma se, dalle sue precedenti esperienze di governo, si possano estrapolare elementi in grado di farci prevedere se potrà essere o meno un buon Mr. Pesc per l’U.E.
    Per quanto riguarda il suo governo del 1998-2000 ho dato un giudizio negativo sulla politica economica (che è un tema coerente con questo blog e sul quale mi sento di poter esprimere una valutazione): non fu un liberalizzatore e non lo fu in un’epoca in cui sulle liberalizzazioni vi era convergenza di giudizi positivi (prima delle idee tremontiane e della recessione in corso). Dopo di che se fosse candidato a fare il Commissario europeo alla concorrenza sarei certamente contrario, mentre essendo candidato a un ruolo inerente la politica estera, non sono a priori contrario ma solo scettico.

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