12
Nov
2009

Auguri Aie. Di Riccardo Gallottini

Riceviamo da Riccardo Gallottini e volentieri pubblichiamo.

L’Aie nel World Energy Outlook ( WEO) continua a dare i numeri. Dopo averci spiegato come la depressione “incentivi” gli investimenti in tecnologie verdi, rassegnandoci a un mondo senza petrolio, ora è la volta dei permessi di emissione.

La stima dell’Aie è che al 2030 i permessi (sistema ETS) dovranno “costare” almeno 110 dollari la tonnellata rispetto ai 20-21 attuali. Questo perché, secondo le parole di Fatih Birol, capo economista dell’Aie, rappresenta l’unico modo per dare un segnale all’industria favorendo un cambio sostanziale in materia di politiche energetiche. Considerando l’attuale crisi e un deciso calo di emissioni di CO2 fa specie che si senta parlare di doveri e obblighi in materia di mercato.

Il mercato delle emissioni, così come qualsiasi altro mercato, dovrebbe funzionare secondo la disponibilità a pagare per i permessi stessi, in una logica di domanda e offerta. L’auspicio di un deciso rialzo dei prezzi non fa che confermare le debolezze strategiche in cui si muove l’Aie, in preda a continue stime al ribasso o al rialzo, a seconda dei casi e della convenienza. Sarà infatti il mercato a stabilire quanto potrà essere conveniente continuare ad inquinare o no, stabilendo i prezzi per i singoli permessi.

Il panico che sembra diffondersi all’Aie dovrà tener conto anche della recente decisione in sede Ue di rinvio dell’assegnazione dei permessi tramite asta nei settori sottoposti al rischio cd. carbon leakage (soggetti a possibile delocalizzazione degli impianti) dove è prevista appunto l’allocazione gratuita fino al 2020.

Delle due l’una: o speriamo che i permessi non aumentino (gravando sulla produzione industriale) o speriamo che la crisi finisca e aumenti un po’ la CO2 (aumentando i costi ambientali)  per evitare che i permessi in circolazione siano di più della quantità di emissioni effettivamente prodotte dal sistema.

Auguri Aie. 

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