15
Mag
2010

Manifesto per Milano, chi conta non ha firmato

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Mario Unnia

Il coraggio e l’orgoglio, questo il motto del Manifesto per Milano, pubblicato a doppia pagina sul Corriere della Sera di giovedì 15 maggio. C’è un ‘decalogo’ di buoni propositi, con titoli tipo ‘Ritrovare l’anima’, oppure ‘Guardare oltre’, e ancora ‘La paura da vincere’, e in più cinque ‘progetti’: naturalmente solidarietà, naturalmente ambiente, naturalmente salvare Milano, naturalmente cultura del fare, naturalmente Expo. Come si vede, fotocopie di fotocopie. Ma la sorpresa viene dall’elenco dei firmatari detti ‘protagonisti’, che si sono accodati ai tre estensori del Manifesto. Ci si trova di tutto e il contrario di tutto, destra sinistra e centro, in maggioranza gente di teatro, di stampa, di accademia, di scienza, di mondo. E a pag. 18, in bella mostra, il sindaco Moratti e il cardinale Tettamanzi, mallevadori, par di capire, dell’intero progetto. Insomma, vengono in mente il vescovo e il podestà, i due unici poteri delle città medioevali. Stando alle firme, i poteri che contano sono restati fuori.

14
Mag
2010

Le regioni in rosso dovranno aumentare le tasse. E chiudere, finalmente, gli ospedali inutili

La notizia che quattro regioni (Lazio, Campania, Calabria e Molise) non riceveranno più i fondi del FAS per ripianare i conti in rosso del proprio sistema sanitario è una buona notizia. Anche se questo significherà necessariamente più tasse (anche per il sottoscritto, ahimé, che risiede nel Lazio nonostante pochi chilometri lo separino da due regioni “virtuose” come Umbria e Toscana).

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12
Mag
2010

Il futuro è d’oro

Oggi segnaliamo un interessante commento di Greg Gibbs, di Royal Bank of Scotland, ripreso da Alphaville, che dà l’esatta misura di quello che sta accadendo sui mercati europei, e quello che ci attende nel prossimo futuro: la monetizzazione del debito pubblico dei paesi di Eurolandia, in perfetto stile-Fed o Bank of England. Perché non ci sono davvero alternative a questo esito, o meglio l’alternativa è la Grande Depressione 2.0. Spiegato agevolmente il motivo del rally dell’oro.

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11
Mag
2010

Cinque domande e un libro sull’exit strategy

Exit strategy, se ne parla da un anno almeno, da quando cioè FED e amministrazione americana nel primo semestre post Lehman avevano oramai messo in atto tutte le strategie considerate possibili e necessarie di salvataggio bancario e di sostegno al mercato, l’Europa aveva disordinatamente compiuto i suoi salvataggi bancari con metodologie distinte da Paese a Paese e rifiutando ogni strumento anticiclico condiviso a livello comunitario, da quando la Cina ad aprile 2009 aveva riorientato la propria crescita sul mercato interno ancorando a sé il più dell’export del Pacific Ring, e infine col G20 e col Financial Stability Board si era avvita una nuova cornice multilaterale di governance finanziaria. Eppure, dopo un anno e mezzo, l’exit strategy resta una formula fai-da-te, non si è affatto calata in grandi riforme condivise né nel campo dell’intermediazione finanziaria, né in quello dei cambi delle monete, né in quello commerciale. L’Europa si è salvata a malapena dal disastro all’ultimo secondo, domenica scorsa, ancora una volta per effetto delle sue divisioni su che cosa davvero sia, l’exit strategy. Su questo, rinvio al video di oggi qui a fianco, e alla versione di Oscar di stamane con Mario Seminerio. Read More

11
Mag
2010

La débâcle della PAC. I dati di Eurostat

La complessità dell’intervento pubblico in agricoltura rende difficile l’interpretazione di qualsiasi dato statistico. Non c’è fattore che non venga influenzato e distorto dalle misure della Politica Agricola Comune e da interventi che, nel tentativo di correggere le distorsioni provocate da interventi precedenti, ne producono altre sempre più profonde e contraddittorie. Allora proviamo a dare semplicemente un’occhiata ai dati sull’evoluzione percentuale dei redditi agricoli reali pubblicati nell’ultimo rapporto di Eurostat.

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11
Mag
2010

Pd e nucleare. Qualcuno batte un colpo

UPDATE: Il dibattito si allarga dentro il Pd. Il sito del Sole 24 Ore sente, su posizioni diverse, il responsabile energia del Pd, Federico Testa, e gli “ecodem”, Roberto Della Seta e Francesco Ferrante.

UPDATE 2: Qui la risposta evasiva di Bersani. Il segretario dice cose in parte condivisibili, nel criticare il piano del governo. Ma la lettera dei 73 non era a proposito di questo: riguardava l’opposizione preconcetta al nucleare. Con la sua replica, Bersani non fa altro che alimentare che l’opposizione del Pd non riguardi il progetto dell’esecutivo, le sue specificità, ma, appunto, il nucleare di per sé. Almeno gli “ecodem” hanno le palle di dirlo chiaro e tondo.

Il Riformista di oggi apre con la notizia di una lettera inviata da una settantina di intellettuali e politici, più o meno di sinistra, che scrivono al segretario del Pd, Pierluigi Bersani, una lettera dai contenuti molto chiari e molto condivisibili: il no al nucleare, senza se e senza ma, non trova riscontro nella storia della sinistra in questo paese, nella logica, nell’ambiente. Tra i firmatari, Umberto Veronesi, Margherita Hack, Enrico Morando, Gilberto Corbellini, Chicco Testa, Umberto Minopoli, e molti altri.

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9
Mag
2010

Sì, fermiamo la speculazione. E sospendiamo pure la legge di gravità

Non è solo il dibattito pubblico sul dissesto degli “anelli più deboli” dell’euro a lasciare sorpresi: sono anche e soprattutto le interpretazioni che i governi e le istituzioni comunitarie ne danno che lasciano davvero basiti.

Oggi il Corriere della sera apre con un articolo di Federico Fubini intitolato “Il piano della Banca centrale per fermare la speculazione”.  Nel pezzo viene spiegato che la Bce intende agire, d’ora in poi, come una sorta di settimo cavalleggeri finanziario, “disposto a comprare sui mercati i titoli di Stato sotto attacco”. Se i Pigs spendono e spandono, in altre parole, ci sarà sempre l’Europa – tramite i propri apparati – a usare i nostri soldi per andare in soccorso di falsificatori di bilanci e demagoghi di ogni risma. Read More

8
Mag
2010

Freddie H’s birthday!

Centoundici anni fa nasceva Friedrich August von Hayek, uno dei più importanti economisti della storia della Scuola austriaca di economia, e in generale. Possiamo considerarlo il simbolo della Scuola austriaca, sia perché ne è il rappresentante più famoso, tanto da vincere addirittura il Nobel (e influenzando almeno in parte una decina di altri vincitori del Premio), sia perché i suoi contributi rappresentano ancora oggi “l’ultima parola” che gli austriaci hanno detto in moltissimi campi.

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