16
Mag
2012

L’eurobradipo e il parallelo Monti-Schumpeter

Attenti a credere che la Germania paghi tutto, per una volta rileggiamo Keynes. E attento Monti a non fare come Schumpeter, ministro “tecnico” delle Finanze nell’Austria del 1919 gravata dal debito pubblico: propose tasse e patrimoniale, e finì travolto lui col suo Paese. Tra le pistolettate.Dissociate. Scisse. In armi l’una contro l’altra. L’Europa reale e l’Europa del male. L’economia reale di imprese e famiglie da una parte e quella dei soloni pubblici – governi e regolatori, ma anche sistema del credito e banche centrali – sembrano correre in direzione opposta. Ma sullo stesso binario. O si trova lo scambio giusto, nel poco tempo rimasto, oppure lo scontro e l’esplosione dell’euro sarà ancora più sanguinoso del suo doloroso preavviso, che si dipana da due anni e mezzo.

In Grecia, in Spagna, in Portogallo, in Italia. Quando 11 milioni di soli giovani sono senza lavoro, uno su due in Grecia e Spagna e uno su tre in Italia, quando da noi supera ormai le mille unità al mese il numero di aziende fallite, i tempi lenti e gli esiti inconcludenti dell’europolitica e l’autotutela del sistema bancario sono come due lame di una forbice. Che si chiude implacabilmente, trinciando continuità e sostenibilità di reddito e patrimonio di famiglie e imprese. E che scatena scenari politici sempre più fuori controllo, tra esasperazione e protesta. Senza che sia più facile distinguere.

Perché se assalti e pacchi bomba a Equitalia e spari ai manager del nucleare sono atti criminali di pazzi pericolosi da arrestare, la protesta di massa contro lo Stato italiano ladro che prende e non paga è invece e assolutamente non solo comprensibile, ma sacrosanta. L’intera filiera dell’edilizia italiana – da Confindustria a Confartigianato alle Coop, dagli asfaltatori a ingegneri e architetti – ha appena deciso di portare lo Stato alla sbarra, di chiedere ai tribunali i decreti ingiuntivi contro il presunto custode della legalità che si è fatto invece bandito da strada. E’ la giusta risposta a uno Stato ladro. Ma intanto la politica e i regolatori pubblici non capiscono, che la risposta a mezza Europa che esplode nella protesta deve avere tempi rapidi, per essere efficace.

Innanzitutto, il bradipo pubblico sta in Europa. E attenti a sbagliare il calcolo, su quello che può pagare o non pagare la Germania. È un problema su cui l’Europa ha più volte sbattuto contro il muro la testa. E non solo quella.

“Nell’Europa continentale la terra trema, e nessuno sembra accorgersi del brontolio. Non è solo una questione di sperpero delle risorse, o di ‘problemi del lavoro’; è una questione di vita e di morte, di fame e di sopravvivenza, nonché delle spaventose convulsioni di una civiltà in agonia… Noi tendiamo a considerare anche i più singolari e temporanei dei nostri più recenti avanzamenti come un fatto naturale, permanente, e a dipenderne, e a fare progetti, di conseguenza. Su tali fondamenta false e sabbiose costruiamo i nostri progetti di miglioramento sociale e prepariamo le nostre piattaforme politiche, inseguiamo le nostre animosità e le nostre ambizioni individuali, e ancora pensiamo di avere sufficienti margini di manovra per alimentare, non per placare, il conflitto civile in senso alla famiglia europea”.

Sono parole scritte nell’estate del 1919, mentre si firmava il Trattato di Pace di Versailles. Le scriveva John Maynard Keynes, nel suo libro migliore e l’unico profetico, Conseguenze economiche della pace. Avrebbero fatto bene a prestare fede a quel suo unico libro allora, invece di sopravvalutare tutto quanto scrisse dopo. Ma anche allora, a far commettere un gravissimo errore che riavvampò l’Europa per 25 anni, fu un calcolo sbagliato su quello che la Germania avrebbe potuto o meno pagare. Allora, il problema erano le riparazioni postbelliche, dovute alle Quattro potenze vincitrici del primo conflitto mondiale. Oggi, la questione è che cosa la Germania sia disposta a pagare per tenere in piedi l’euro. Keynes vide bene allora ma rimase inascoltato: la Germania si sarebbe sottratta a quelle condizioni capestro, e sarebbe stato un disastro per tutti.

Oggi, il rischio è diverso ma insieme uguale. Non rischiamo la guerra con i tedeschi che sfilano sotto l’Arco di Trionfo. Rischiamo tuttavia una spirale da film del terrore.

La Grecia che va a nuove elezioni a giugno pensa di poter ricattare la Germania col grande botto per tutti in cui si risolverebbe la sua uscita dall’euro, se non le allentiamo il collare del troppo rigore. Milioni di greci perderebbero tra il 50 e il 65% di quello che hanno, in termini reali, ma anche per il resto d’Europa fuga dei capitali, blocco dei pagamenti ed esplosione delle bombe negli asset bancari spagnoli e a seguire sarebbero nuovi milioni di disoccupati in più. Riusciranno Hollande, Merkel e Monti a capire che la difesa dell’euro che dichiarano a parole deve contemperare un meccanismo davvero cooperativo da affiancare al rigore, che non passi per la via “i tedeschi pagano per tutti”? Altrimenti, dal ricatto greco si sprigioneranno aspidi e colùbri. I popoli seguono l’antipolitica di chi dice no al rigore, da destra e da sinistra. E sfacciatamente alle obese macchine pubbliche europee la cosa fa un sinistro piacere.

Il bradipo sta nei regolatori bancari. E’ vero, il sistema italiano del credito non se la passa affatto bene. I 270 miliardi che ha portato a casa dal trilione e rotti di euro offerti al mercato a tasso negativo per un triennio da Draghi e dalla sua Bce, servono a malapena a coprire le proprie obbligazioni bancarie in scadenza nell’anno. Nel 2012, la redditività del credito – il Roe – tende a zero e il cost-income sfiora e supera il 70%. E per di più Bankitalia ha chiesto alle banche di riprendere a comprare titoli del debito pubblico, al ritmo di 27-32 miliardi al mese: scelta sbagliata, perché dovendoli valutare nel conto patrimoniale a valore di mercato, con lo spread che risale significa solo bloccare patrimonio a riserva, distogliendolo dal credito a imprese e famiglie che infatti è desertificato. Leggere gli utili trimestrali comunicati dai due grandi istituti italiani fa imbizzarrire le imprese. Come le fa impazzire che, nel provvedimento proposto da Passera per avviare a pagamento una piccola goccia del debito commerciale che lo Stato deve alle imprese. si garantiscano le banche tramite fondo di garanzia, mentre le aziende restano esposte loro al rientro bancario, se lo Stato non paga come sinora non ha pagato.Un’altra strada è praticabile, come ho centro volte spiegato, senza creare debito pubblico aggiuntivo tramite CDP, e senza lasciare le imprese esposte alle banche, perché in quel caso le aziende non sono riabilitate all’esercizio del castelletto bancario col quale scontavano il circolante in tempo ordinari.

Il bradipo sta infine nel governo Monti. Pochi ricordano che Joseph Schumpeter, il geniale teorico della distruzione creatrice d’impresa, resse per qualche mese nel 1919 da ministro “tecnico” le Finanze nell’Austria, travolto l’Impero di Francesco Giuseppe. Lo Stato austriaco non aveva di che pagare. E la scelta era come fare, rispetto all’oceano di debiti pubblici e di guerra. Ci sono solo cinque modi per farlo, disse Schumpeter. Il primo è ripudiarli, come fece Lenin nel 1918, e avrebbe poi fatto Hitler nel 38. E come ripetono oggi in tanti: funziona però solo se hai in mente di ritirare il tuo Paese dal mercato mondiale per molti anni, e Lenin infatti di Impero voleva solo quello rosso, zio Adolf quello Nero. Il secondo modo è un disconoscimento di fatto, ricontrattandone interessi, scadenza e restituzione del capitale: come ha già fatto la Grecia, e non le è bastato. Il terzo è di abbatterne il valore reale con un’inflazione mostruosa: l’Italia l’ha fatto per anni, e si è ritrovata in ginocchio, due volte peggio di prima. Il quarto è una crescita economica a razzo, che aumenti il Pil. Il quinto, infine, è abbassare la testa e pagare, a qualunque costo, alzando le tasse anche se sono già a livelli rapinosamente record, ammazzando impresa e lavoro.

Schumpeter scelse la quinta strada. In un’Austria in ginocchio e bloccata da scioperi e pistolettate, propose la maxipatrimoniale sui ricchi. Fu travolto in poche settimane. E l’Austria dopo qualche anno finì al Terzo Reich.

Ci pensi, Monti. Per evitare il cozzo tra l’Europa reale e l’Europa del male bisogna che non sbagli a Bruxelles. Ma bisogna che cambi comunque marcia in Italia, ci sia l’euro oppure no. Per crescere bisogna vendere i mattoni pubblici per abbattere il debito dello Stato, tagliare 100 miliardi di spesa corrente per meno tasse. In tre anni, ma da subito. Spero Monti non pensi di esser migliore di Schumpeter. Perché altrimenti la fine è quella. Se a un cavallo stremato da vent’anni come l’Italia dai di frusta e speroni come fosse in corsa e salute, non hai curato il cavallo. Lo hai ucciso.

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97 Responses

  1. Edoardo Canali

    ai tempi delle sbandierate “privatizzazioni” il Prof. Ricossa scrisse, parlando dello Stato Italiano, che ” il drogato si vende anche la camicia per pagarsi il vizio”….
    Oggi il drogato (e cioè lo Stato tassicodipendente) è passato oltre: i denari necessari a pagarsi il vizio li estorce ai familiari inermi, picchiandoli e minacciandoli….

  2. paolo delfini

    VENDERE IMMOBILI PUBBLICI VA BENE, RIDURRE LA SPESA PUBBLICA E GLI SPRECHI, PERO’ LE PERDITE CAUSATE ALLA COLLETTIVITA’ GRAZIE AL SIGNORAGGIO BANCARIO? EVASIONE ED ELUSIONE FISCALI ALLE STELLE? E LA DEVASTANTE SPECULAZIONE FINANZIARIA CHE CI STA SPOLPANDO? CARO OSCAR TU ANALIZZI IN MODO GIUSTAMENTE SCIENTIFICO UNA PICCOLA PARTE DEL PROBLEMA, MA TRASCURI LE CAUSE ESSENZIALI DELL’ATTUALE CRISI. RIMUOVERE LE CONSEGUENZE SENZA ESTIRPARE LE CAUSE PRINCIPALI DELLA CRISI STESSA NON E’ PRODUTTIVO. OPPURE CREDIAMO CHE SPECULAZIONE FINANZIARIA , SIGNORAGGIO BANCARIO, ELUSIONE FISCALE ECC. SIANO DELLE COSE NORMALI ANZI NECESSARIE?

  3. salvatore vario

    L’egoismo dei Popoli regna sovrano.
    Sicuramente non sarà la Germania, la Francia e/o qualunque altro paese a risolvere i nostri problemi, nemmeno l’Europa può risolverlo. Gli egoismi dei singoli Stati prevalgono con forza.
    Mi sono più volte chiesto se esiste una soluzione per sconfiggere ciò che ci attanaglia?
    A mio avviso non solo è semplice, ma se la classe dirigente lo vuole, e dico con forza lo vuole, l’uscita dal tunnel è molto semplice da realizzare.
    A mio avviso, per risolvere i gravi problemi attuali, bisogna guardare ciò che è stato fatto nel passato.
    Negli anni ’60, quelli del bum economico, come era composta la società Italiana nel suo complesso apparato produttivo compreso?
    -Una piramide sociale particolare dove alla base esisteva un grande, grandissimo numero di artigiani e una discreta industria che con poche risorse, ma con grande inventiva riuscivano a fare cose eccezionali in qualunque campo.
    -Una classe borghese impiegatizia, (statale e privata) numericamente poco significativa.
    -Una scuola meritocratica con insegnanti per la gran parte motivata.
    -Una classe dirigenziale (politica e civile) preparata, intraprendente, capace di prendere decisioni vincenti e convincenti.
    -Un debito pubblico insignificante.
    -Una burocrazia essenziale, non oppressiva, numericamente poco significativa
    L’insieme di questi, fattori ha prodotto eccellenze in tutti i campi con riconoscimenti a livelli mondiali.
    Il lassismo dei decenni successivi e l’affermazione di un principio astratto di concedere a tutti cose materiali e immateriali per uno scambio di voti quali:
    pensioni di invalidità, sussidi, pseudo posti di lavoro diventati nel tempo solamente centrali di spese improduttive, e quant’altro, ha portato alla catastrofe sociale.
    Cosa fare?
    Bisogna immediatamente fare in modo che il potere esecutivo al fine di abbattere il debito pubblico avvii la cessione dell’attivo pubblico, a cominciare dai 500 miliardi sembra già censiti nell’attivo patrimoniale del Tesoro e liberi da vincoli.
    L’istituto di Statistica ci dice anche per grandi numeri che:
    – La evasione fiscale valutata al 20 – 25 % del pil (dato in atto in aumento),
    – Concussione e corruzione valutata al 3 – 5 % del pil,
    – Malavita, organizzazioni valutata al 3 – 4 % del pil,
    – Furti e rapine valutate al 1 – 2 % del pil,
    Poiché il Governo Monti con l’articolo 11 comma 2 del D.L. 201/2011 ormai conosciuto come Decreto Salva Italia (ovviamente decreto non ha salvato nessuno), ha di fatto eliminato il c.d. segreto bancario.
    Mi chiedo allora, perché non attuare una tracciabilità totale e a costo zero per i cittadini (imponendo alle banche lo stesso trattamento economico che in atto praticano ai gestori delle pompe di distribuzione).
    In questo modo in breve tempo, si potrebbero azzerare le percentuali di negatività sopra esposte (credo che detti malcostumi siano solamente dei cappi al collo presenti nel sistema nazionale) con liberazione di grandissime risorse per il sistema Italia e riprendendo in contemporanea la piramide- meritocratica propria degli anni ’60, tutti noi potremmo vivere senza gli assilli quotidiani che stanno distruggendo il nostro presente e il nostro futuro.
    Personalmente, qualche mese fa ho scritto alle massime autorità dell’attuale esecutivo, Capo Stato compreso, ma constato che costoro sono sordi. E’ probabile che la sordità deriva dal fatto che sono avanti con gli anni.
    A mio giudizio ciò è pericoloso, in quanto nostro malgrado abbiamo dato in mano le sorti della Nazione a persone che non ascoltano la base e soprattutto vivendo in un contesto diverso dai comuni mortali non si rendono conto della gravità delle loro NON DECISIONI.
    Costoro senza dubbio sono dotti.
    Sono talmente dotti che sovente ripudiano la nostra lingua esprimendosi con terminologie anglosassoni.
    Tuttavia nella loro scienza e sapienza, non riescono nemmeno ad imporre all’amministrazione pubblica e/o parapubblica di pagare i farmaci, i mobili, le attrezzatura scientifiche e quant’altro serve quotidianamente cancelleria compresa al minor prezzo presente sul mercato, pena la radiazione in perpetuo dai pubblici uffici.
    Le persone non dotte, sono perfettamente a conoscenza che il prezzo differenziato è fonte di corruzione, e/o qualcosa di peggio.
    Per fare tutto quanto sopra trascritto, peraltro molto semplice a realizzarsi, occorre semplicemente che chi di dovere abbia a cuore le sorti della Nazione.
    Personalmente non ne sono convinto.
    Sono convinto che la pubblica amministrazione nel suo insieme e un’organizzazione organizzata al fine della disorganizzazione.
    Grazie

  4. ivano

    caro giannino las timo molto…

    ma è ora di inventarsi e ridiscutere le regole… e la buffet tax che fine ha fatto?
    e salvare realiticamente la grecia a beneficio di tutti?
    vendere davvero e subito stock di immobili tagliare spesa improduttiva..e non ammazzare uno stato sociale e dignitoso…senza stato sociale non c efuturo se lo ricordi…
    ripeto la stimo…ma kil dxebito cè e va ridotto drasticamente e senza pensarci su…
    e se fossee una ideaa loro per la patria? e/ dxebito pubblico day? invitando a comprare debito pubblico? NOI ITALIANI!! ridurre lo stock estero per ridurre peso spread—le idee ci sono e sono molte…..ma non si attuano e come al solito si aspetta lo shock!!

  5. andrea

    Caro Oscar, spero che qualcuno tra i tecnici del governo legga queste sue parole, ma temo che buona parte di loro sia accademicamente inconsapevole ed incompetente.
    Le assicuro che la pur meritoria e dura riforma delle pensioni è assolutamente oscura nella applicazione pratica. All’INPS molti impiegati non sanno come applicarla.
    Basta poi leggere i pur legittimi commenti sopra il mio per rendersi ulteriormente conto degli effetti del mainstream statalista che è connaturato da un secolo in questo Paese. Nessuno sa alcunché di gold exchange standard, nessuno sa che cosa sia il vero liberismo, nè tanto meno cosa sia il liberalismo. Nessuno sa cosa sia la fiat-money.
    Sono sconsolato.
    Stiamo precipitando e chi guida sembra cieco.

  6. andrea

    Tutte le PA del pianeta sono spesso centri di spesa irresponsabile. Non solo, ma più denaro è a loro disposizione e più ne chiedono. Reagan diceva a tal proposito che “bisogna affamare la bestia”, ma anche il suo straordinario decennio di crescita fu caratterizzato da un aumento della spesa pubblica (probabilmente il costo da pagare per provocare il collasso dell’Urss).
    La spiegazione che mi do di questo dato di fatto è semplice ma chiara: da sempre i ladri vanno dove c’è qualcosa da rubare e dove è meno rischioso rubare; niente di meglio che approfittare di un’organismo elefantiaco opaco, lento e sonnacchioso ma stracolmo di denaro di tutti, cioè di nessuno in particolare.
    Un ambiente ideale per attrarre parassiti e predatori di ogni tipo: dal crimine organizzato ai più piccoli lestofanti, dai mega-appaltatori contigui e complici della politica discrezionale di turno alle più disparate organizzazioni clientelari corporative e sindacali, fino alla finanza ed ai media di supporto.
    E’ proprio la natura ipertrofica dello Stato sociale a creare le condizioni della sua stessa fine. Che è sotto gli occhi di tutti in questi mesi.
    Purtroppo, grande com’è, quando crolla schiaccia ogni altra forma di vita sopravvissuta alla sua voracità.

  7. Roberto Orsi

    Un post veramente interessante. Il punto è che proprio ora come negli anni del primo dopoguerra, è crollato un intero sistema socio-economico, che non si può più rimettere in piedi. Bisognerebbe fare delle scelti radicali, che sono ahimè praticamente tutte incostituzionali, o politicamente inaccettabili in un contesto liberal democratico. E mentre s’indugia, la situazione continua a peggiorare. Personalmente credo che lo stato italiano sia “matematicamente” finito, da un punto di vista finanziario, nella sua forma attuale. Dopo decenni di noia, stiamo rientrando nella corrente della storia dalla porta principale.

  8. andrea

    L’espressione “far quadrare i conti” può voler dire molte cose.
    Può significare che il governo decida di realizzare il pareggio di bilancio aumentando le tasse oppure può agire in senso opposto, tagliando innanzitutto la spesa, anche ridimensionando in modo significativo il peso dello Stato, ed accompagnando queste misure con un alleggerimento fiscale.
    In entrambi i casi i politici statalisti e gli economisti keynesiani parleranno di politica fiscale restrittiva (alcuni semplicemente di “stretta fiscale” facendo una confusione di termini) e cercheranno di convincere tutti dell’ineluttabilità di una recessione in seguito al tentativo dei governi europei di mettere a posto i loro conti. E sta accadendo esattamente questo.
    Se tutto ciò nel 2012 sarà seguito da un aggravamento della situazione macroeconomica, però, la responsabilità dei governi non sarà data dal fatto di aver ricercato un pareggio di bilancio (dato aggregato) ma di aver tentato di raggiungerlo aumentando le tasse ed evitando di tagliare le spese in maniera significativa e strutturale.
    Questa è la vera lezione delle crisi del 1932 e del 1937.
    da: http://vonmises.it/2011/12/23/la-lezione-del-37/

  9. Massimo74

    @ivano

    La spesa pubblica è sempre improduttiva, indipendentemente dalla sua natura (quindi anche il welfare), perchè nessun politico o burocrate (anche se onesto) può decidere come allocare efficacemente le risorse meglio di chi quelle risorse le ha prodotte.Solo il mercato, cioè le libere preferenze dei consumatori, possono decidere cosa è conveniente e/o utile produrre.

  10. Antonio

    “” Se a un cavallo stremato da vent’anni come l’Italia dai di frusta e speroni come fosse in corsa e salute, non hai curato il cavallo. Lo hai ucciso.””

    Già. Allora perchè non fargli fare una bella cura dimagrante ?

  11. Filippo

    le strade evidentemente si conoscono per cercare di risanare la situazione,ma se non si eliminano le cause che hanno portato a questo non si risolve nulla.Che senso ha una politica di sangue sudore e lacrime senza però eliminare le cause di fondo del problema?E’ possibile “imbrigliare” una finanza che non si ferma davanti a niente e nessuno?E’ questa la grande questione,poi ci aggiungiamo lo stato affamato di tasse tributi imposte e dilapidatore di risorse e oplà il piatto è servito

  12. andrea

    @Antonio
    Il “cavallo stremato” non è lo Stato. Quello è un mostro insaziabile.
    Il cavallo che muore è quel variegato mondo della produzione lontana dal potere politico clientelare e discrezionale: che da noi è soprattutto PMI.
    E le PMI, infatti, stanno morendo.
    Coi loro piccolissimi imprenditori ed i loro piccolissimi dipendenti.

  13. Antonio

    @andrea
    Asssolutamente d’accordo . Ma sono proprio le ricette di OG – naturalmente è solo il mio personale pensiero – che alla fine fanno male alle PMI.

  14. andrea

    @Antonio
    Che con più spesa pubblica (investimenti a pioggia o a progetto, fa lo stesso) non si faccia mai alcuna crescita lo dimostrano con abbagliante chiarezza le condizioni socioeconomiche (e culturali) del nostro Meridione.
    La crescita la fanno i produttori (se li si mette in condizione di operare convenientemente).
    La spesa invece alimenta soltanto i parassiti.
    E se la spesa è fatta aumentando la liquidità (creata dal nulla o rastrellata con l’ipertassazione) si crea solo la tassa socialmente più ingiusta ed invisible per antonomasia: l’inflazione.

  15. Antonio

    Caro Andrea, ma ci pensi un attimo. Che fine fanno i cattivissimi stipendi che paghiamo ai dipendenti pubblici? non servono forse a comprare – anche – beni e servizi privati ? se lei fa l’imprenditore quanti dipendenti pubblici comprano da lei ? e se non comprassero più da lei, come potrebbe andare avanti la sua attività ( se ce l’ha)?
    Personalmente NON sono affatto a favore dello Stato, ma ORA NON e’ questo il problema da risolvere ! lo capite o per capirlo dobbiamo fare la fine della Grecia ( o peggio ) ?

  16. Vincenzo N.

    Giannino, quelli non vendono un bel niente, e meno che mai tagliano, sanno solo far pagare e riscuotere, soprattutto quest’ultima cosa, sono nati e cresciuti pensando che le nazionalizzazioni possono venire utili, basta minacciarle, mentre le privatizzazioni le usano per approvigionarsi. Lei chiede loro di fare una cosa che non sanno cos’è.
    E’ un fatto mentale, loro preferiscono dire: “ah! che casino, che disperazione, è davvero una situazione gravissima, ci dispiace che il Paese, l’Europa, se la passino così, ma non c’è via d’uscita, l’Euro è troppo importante, l’Euro siamo Noi (esatto.. Loro), bisogna difenderlo con la più amara medicina, qualcuno (sic..) morirà, ci dispiace, ma bisogna resistere (in fondo abbiamo una falange di 5 mln di statali che ci protegge…presenti in buona parte delle famiglie) non possiamo mollare proprio adesso, tanti anni di lavoro per costruire un futuro alle giovani generazioni (ari-sic…), l’Euro è un progetto che nasce da lontano etc, etc.”
    In queste settimane, da parti diverse, statali, redditieri, pensionati (imprenditori no, loro hanno pensieri più assillanti) ricevo mail con allegati intitolati “rivoluzione via web” e tante informazioni sui pensionati (soprattutto) di stato e “quel che chiaediamo a Monti”, ma non le ascolto nei talk show né le leggo sul Corriere. Coloro che le inviano sono tutti scontenti, eppure MM sta lì, e se ne frega perché la sua missione è quella di farci ANNEGARE dentro l’euro.
    Non vale la pena di ammettere che vivevamo il più lungo periodo di pace che si ricordi? Purtroppo, se il Paese non scende nella polvere, le buone ragioni orbiteranno intorno alle orecchie dei sordi che lo governano e…non avranno ascolto.

  17. andrea

    @Antonio
    Mi scusi Antonio, ma si sta parlando di fare il pareggio di bilancio con manovre di rigore economico. E su questo siamo d’accordo.
    Io critico il fatto che anche stavolta, come sempre, il rigore sia concepito e fatto solo con l’ipertassazione (che pesa per oltre il 55% sull’economia legale, quella onesta) e senza toccare il patrimonio dello Stato, nè parte delle sue spesso enormi, improduttive e parassitarie spese (sperperi per tantissimi parassiti e predatori di ogni tipo, non credo di doverLe fare degli esempi).
    Tutto qua.

  18. mick

    @Antonio.
    Guardi che il problema/la conseguenza dell’enorme livello di intermediazione statale del reddito nazionale sta proprio nell’assoluta inefficenza nell’allocazione delle risorse che ne è conseguita.
    I soldi spesi a pagare stipendi di burocrati, per finanziare imprese non competitive ecc. ecc.non hanno generato sviluppo.

  19. A.Be

    Caro Giannino, lei è troppo lucido e razionale per essere ascoltato….

    Vorrei chiederle due cose:
    1) In aggiunta a tutto quello che lei propone – e che condivido pienamente – i 90/100 mld di € in oro della Bankitalia non potrebbero essere messe a garanzia di BTP per 200-250 mld di € nominativi, destinati solo ai residenti (persone fisiche e giuridiche), non negoziabili, esenti da qualsiasi tassa (su interessi, successione, ecc.) di durata 5-7 anni, senza il pagamento di cedole ma con rimborsi di quote di ammortamento superiori a 100, crescenti ma calcolate con un tasso ridotto rispetto al mercato, a partire dal 2° anno? Tanti anni fa è già stato messo a garanzia quell’oro…
    2) I dati del sito http://www.usdebtclock.org sono attendibili? Se si, mi pare che l’andamento del rapporto debito PIL per i paesi europei sugerisca qualche sorpresa (il rapporto cresce di centesimi al giorno per Germania e Gran Bretagna e ovviamente per Grecia e Spagna e soprattutto Irlanda mentre l’Italia è ferma…) Un centimo al giorno equivale a 3,6% all’anno!!! E la Germania viene indicata al 94,29% (ma ritengo senza la sua Cassa DDPP): tra un anno avrebbe lo stesso spread dell’Italia a parità di perimetro!!!
    Cordialmente

  20. Massimo74

    Antonio :
    Caro Andrea, ma ci pensi un attimo. Che fine fanno i cattivissimi stipendi che paghiamo ai dipendenti pubblici? non servono forse a comprare – anche – beni e servizi privati ? se lei fa l’imprenditore quanti dipendenti pubblici comprano da lei ? e se non comprassero più da lei, come potrebbe andare avanti la sua attività ( se ce l’ha)?
    Personalmente NON sono affatto a favore dello Stato, ma ORA NON e’ questo il problema da risolvere ! lo capite o per capirlo dobbiamo fare la fine della Grecia ( o peggio ) ?

    Prova a riflettere: se tu hai un negozio e ogni mese decidi di regalarmi 100 euro a condizione però che io quei soldi possa spenderli solo per fare la spesa nel tuo negozio, secondo te tu alla fine da un operazione del genere ci guadagni o ci perdi?

  21. marco

    Vogliamo tagliare o no? e tagliare i finti posti dei politici incapaci di lavorare e pensare e solo avidi di badie e prebende? tagliare comuni e province e le loro inefficienti aziende coi numerosi consiglieri incapaci? vendere azioni e mattoni creando fondi con garanzie reali da vendere sui mercati internazionali? poi tagliare deputati e senatori per togliere da quegli scranni almeno i furfanti e gli incapaci perchè per vincere si dovranno cercare i meno grami. COMUNQUE NON SONO PESSIMISTA se son troppo scemi a settembre si vota ancora col porcellum e stavolta la grosse koalition la fa DA SOLO mr GRILLO e che purga per tutti i balordi che ci hanno ammorbato il paese!!!

  22. Nicola

    Siamo nel bel mezzo della terza guerra mondiale, combattuta a suon di spread e agenzie di reating bugiarde e disoneste. I popoli… anzi, i sudditi, massacrati e umiliati prima che impoveriti sono obbligati a pagare il conto di anni di politiche sciagurate e vergognosamente tollerate da tutta l’amministarzione pubblica, perchè non si può negare che sono tutti ladri, corrotti e marci !!! non si salva nessuno!!! dai maggistrati ai politici, e ci metto pure i finanzieri che non si vergognano di multare un bambino col gelato in mano senza scontrino, però quando ci sono evidenti prechi pubblici di imprecisati milioni di euro diventano improvvisamente latitanti, sordi e muti… La cosa bella che anche in questo momento difficile (per la gente) la macchina contorta e inutile che si chiama “stato italiano” continua a sifonare risorse spudoratamente senza vergogna e senza un minimo di rispetto per i suoi sudditi.
    Sapete che vi dico…. L’italia è matematicamente gia morta, l’europa non è mai esistita, non esiste e non esisterà mai, esiste solo l’euro una moneta senza un padrone senza un progetto e senza un futuro…

  23. TERZO STATO

    Ripetiamo, non serve citare massimi sistemi o pensatori esoterici, la cura è una sola: Taglio di 100 miliardi di spesa pubblica abbattimento del carico fiscale per le PMI di 20%. Si fa con il fioretto? NO!
    La parola è ancora la stessa ORGANIZZIAMOCI.
    Un milione si persone a Roma, Piva, PMI, dipendenti del privato, esodati, cervelli in fuga dalle baronie: Con un solo slogan METTIAMO FINE ALLO STATO LADRO E TIRANNO, licenziamo l’aristocrazia statale con tutte le sue prebende e i suoi lacchè.
    Chi ha la capacità tecnica crei un blog dove ORGANIZZARE un corteo a Roma per il prossimo 10 luglio. Le parole e le date hanno valori simbolici che risvegliano le coscienze e diritti che davamo per scontati e invece solo sopiti.
    Oscar finchè non ti cacciano da radio24 potresti avviare un passa parola che dilagherà come un fiume in piena. Io lavoro tutti i giorni nel settore edile in mezzo gli operai, i capi cantiere, gli autisti del movimento terra, gli operatori delle cave. Sono avvelenati! Come e più dei loro titolari.
    Gente che vede il loro datore di lavoro spendere una mare di soldi in tasse e contributi mentre loro si ritrovano una miseria. E sorpresa.. sanno il perchè.
    Servono un sacco di tasse per mantenere milioni di sanguisughe allevate dallo Stato ladro.
    Sempre di più sento persone, anche semplici che cominciano a leggere la loro busta paga e lo schifo monta. Ieri ero in una cava su 5 operai 4 avevano avuto problemi con Equitalia. Gente che si alza alla 6 di mattina sale su di un caterpillar magari dall’età di 16 anni.
    Il terzo stato che accomuna poveri, classe operaia e borghesia produttiva non è un’astrazione culturale è una realtà che esiste nelle aziende, nei luoghi di ritrovo in tutte le occasioni di sfogo da bar. Esiste nella società.
    Capita sempre più spesso di vedere persone di estrazione e cultura diversa, essere d’accordo su tutto, in primis che siamo aggrediti da 10.000.000 del primo stato che vogliono vivere alle spalle di tutti gli altri. Sempre di più si sente dire, Noi e Loro.
    Organizziamo questa unione di forze, energie e speranze, andiamo tutti a Roma il 10 luglio a farci vedere a chiedere tutti meno spesa e meno tasse SUBITO, poi decidano se svegliarsi o aspettare che arrivi il 14.

  24. Vincenzo N.

    L’intervento è rivolto a
    Marco Tizzi e Giuseppe D’Andrea,
    lo reinserisco qui in quanto scritto in seguito ai loro commenti su un articolo pubblicato da Giannino ormai qualche giorno fa.

    Non che voglia infilarmi per forza in una conversazione che mi rimanda a teorie economiche di cui ho dismesso la frequentazione dopo essermi trasferito, col mio primo lavoro, in una azienda informatica che era, ed è, un colosso. La mia laurea in economia non mi basta per seguirvi da vicino: volate in luoghi che non conosco abbastanza. Pertanto confesso da subito che se non mi lasciate andare fuori tema vi sarebbe facile mettermi in buca. Io ho un approccio, come dire, più filosofico alla vicenda, vale a dire che non riesco a circoscrivere la crisi che ci trapassa in un contesto esclusivamente economico, non riesco a tradurre il tutto in un problema di lavoro, capitale, rendita, automazione.
    Osservo che in Europa – repressioni comuniste a parte (tutto sommato bazzecole – seppure con rispetto alle vittime) – non si spara da tanto, tantissimo tempo, mi riferisco al fatto che dal 1945 l’assenza di guerre ha contemporaneamente allungato la vita e stregato la morte, o la sua prospettiva.
    Ciò ha avuto una conseguenza importante.
    Osserviamo la piramide demografica. Avendo essa la punta “in giù” – che strana piramide, una piramide rovesciata! Possiamo credere che sia in grado di stare in equilibrio? per un po’ forse sì, ma, come una trottola, bisognerà farla ruotare sempre più in fretta, perché la sua base è ormai “ballerina”, la società che la abita deve muoversi con un passo circolare, il suo equilibrio diventa sempre più precario, e i vecchi che vi risiedono in cima, unitamente a quelli che stanno per salire ai gironi superiori, sentono le scosse e le onde molto più di quelli che stanno in basso. Chi sta in alto dunque vive il paradosso di stare “bene” – come in un attico – e, al contempo, … di avere paura di uscire dalla piramide (non hanno ancora inventato una società che non abbia paura della fine).
    Se la guardate secondo questa prospettiva mettendoci dentro il fatto che altrove nel mondo non sanno nemmeno cosa sia una piramide rovesciata – rimuoviamo la cosa persino noi che ci abitiamo dentro – noterete che quello che sta accadendo è la conseguenza di ciò che ci manca. Vale a dire una paura vera, una paura “naturale” e quindi non egoistica, la paura che si prova quando si è coscienti che una bomba potrebbe atterrare sulla nostra casa e distruggere noi e ciò che ci appartiene.
    La nostra classe dirigente si è abituata a gestire l’egoismo e la paura di chi sa che oltre l’ultimo piano della piramide o non c’è niente o c’è qualcosa che è inutile avere fretta di andare a toccare…. se si può avere una buona pensione stando qui sulla terra.
    C’è molto dell’eterno male dell’uomo nel casino che ci sta arrivando addosso, c’è che ci si è riempita la bocca di bugie spacciando per democrazia la ricerca del consenso di quelli che abitavano al piano di sotto, quando la piramide era ancora a punta “in su”, quando la lotta era basata sul fatto che bisognava “acquisire” dei “diritti” per l’eternità (che ridere!! ma l’hanno pagata almeno l’imposta di registro su questi diritti così affini ai beni immobili?) e ciò ad ogni costo, a qualsiasi prezzo, accendendo ipoteche, abbassando le luci sulla morale dei padri che in guerra erano morti soffrendo davvero: per fame, per freddo, per stenti e sofferenze indicibili, e per una pallottola in fronte naturalmente, e preciso che non me ne frega un cazzo da che parte si fossero schierati nelle guerre in cui si trovarono coinvolti, alla faccia di Bersani che ambisce di fare il vigile per stabilire lui (proprio lui!!) chi ha diritto all’ambulanza oppure no nei momenti del bisogno.
    Per questo, pur avendo rispetto della teoria economica – che potrà soccorrerci solo dopo che ci saremo riappropriati delle libertà individuali – credo che non potremo uscire da questo casino senza pagare un prezzo di dolore vero, di quello che fa male, che non si cura dallo psichiatra o psicoterapeuta che sia come se fosse un malessere mentale, perché non basteranno i salassi di MM, e nemmeno gli ormoni che favoriscono la Crescita, anzi, più ne useremo e peggio staremo, fino a quando, come accade nelle guerre che uccidono, ci renderemo conto che, esauriti gli anestetici, ci vorrà la chirurgia.

  25. Matteo

    Caro Oscar, perché non candidiamo alla gestione dei conti di MAMMA STATO le mamme e le nonne d’Italia.
    Quelle che dimostrano e hanno sempre dimostrato di riuscire a gestire con rigore e serietá i conti delle famiglie . Lo stato deve prendere come esempio chi gestisce una famiglia con due figli con solo 1.000,00€ al mese e che alla fine del mese riesce sempre ad onorare i suoi debiti.
    Altro che tecnici .
    PS: qualcuno di voi ha visto per caso Passera?

  26. Roberto Manenti

    La nostra burocrazia, i nostri sindacati, la nostra confindustria, il nostro impianto costituzionale,il nostro sistema sanitario, il nostro livello di corruzione non ci permettono di portare avanti le soluzioni prospettate da Giannino. Non siamo la Svezia, siamo l’Italia.
    I nostri 150 anni di storia economica parlano chiaro.
    Oscar, impossibile cambiare gli Italiani.
    Senza la guerra fredda, senza la Fiat, senza la possibilità di svalutare la moneta non saremmo mai in grado di riprenderci.
    Purtroppo non possiamo tornare nemmeno alla lira in quanto il valore dei nostri mutui
    rimarrebbe in euro. Ci ritroveremo in un batter d’occhio senza potere d’acquisto e con un valore dei nostri risparmi più che dimezzato.
    Chi ci darebbe più energia, materie prime??
    Chi ci farebbe più credito per mantenere la sanità e questo complesso carrozzone pubblico?

    In linea teorica quanto dici è giusto. Tuttavia servirebbe perlomeno un nuovo impianto costituzionale il quale permetta ad un governo di prendere decisioni impopolari nel breve termine senza la continua pressione di associazioni sindacali fuori dal mondo, fuori dalla realtà del nostro tempo.

  27. Alberto

    Mi ricordo che prima della moneta unica i nostri riferimenti valutari erano il Dollaro USA ed il Marco tedesco, che ci indicavano lo stato di salute della Lira. Oggi i riferimenti sono il Dollaro USA e lo spread BUND-BTP. E’ ovvio che l’unica cosa che è cambiata è soltanto il nome del riferimento. Che senso ha avere una moneta unica senza avere una banca centrale come si deve? Come si fa ad avere un’unione economica europea senza avere una fiscalità e delle politiche economiche condivise? Come si fa ad avere all’interno di una comunità europea oltre al parlamento europeo, anche n parlamenti (uno per ogni stato membro), con un numero talmente alto di rappresentanti che sommati tutti insieme permetterebbero di amministrare non solo l’europa bensì il mondo intero? Io sono dell’opinione che puoi unificare tutte le monete del mondo, ma se lasci che ognuno decida a modo suo come amministrarsi alla fine gli effetti sono quelli che lei, Dott. Giannino ha egregiamente illustrato e proposto testè di curare.

  28. elegantissimo

    Carissimo Giannino, pur non conoscendoTi, ringrazio per l’opportunità che ci dai per esprimere, almeno a parole, sentimenti e risentimenti in un luogo pubblico che è la rete , tramite il Tuo blog. Ebbene l’ultimo passaggio del Tuo intervento è sintomatico ed illuminante(consentimi questo passaggio), a proposito del cavallo!Vorrei ricordare a tutti noi(a chi a cuore le sorti delle famiglia ITALIA) che l’astrofica Margherita HACK in tempi non sospetti dichiarò che “..quando una democrazia è in pericolo, ogni disubbidienza civile è legittima…”. Stessi concetti espressi da Ida MAGLI profonda conoscitrice delle scenze umane. Pregiatissimo Giannino, è ora di passare all’azione: “nella legalità, per la legalità”. Bisogna presidiare quotidianamente i palazzi del “POTERE” a Roma.Faccio una proposta immediatamente concreta e senza danno per nessuno. L’Italia è formata da oltre 100 provincie, ogni provincia nessuna esclusa presidiasse Roma con la sua gente,operai e dipendenti, imprese, associazioni professionali, pensionati, famiglie per un giorno ogni 4(quattro) mesi.E’ l’equivalente di 3 giorni di sciopero, di permessi, di vacanze e perchè no di malattia! Avremmo 365 giorni dell’anno, occupato civilmente Roma ed inviato un segnale inequivocabile alla classe politica”abusiva” di sloggiare. Che ne pensi dott. Giannino?. “Il sazio non crede al digiuno” .

  29. Roberto Manenti

    A mio avviso, l’unica soluzione è l’Europa politica.

    La tragedia è stata quella di prevedere unicità di moneta, unicità di parametri senza
    l’unione politica e senza l’effettiva presa in carico di debiti sovrani che dovevano automaticamente trasformarsi in “debito unico europeo”.

    La Germania è sempre stata competitiva e l’Italia la seguiva perchè poteva svalutare la moneta. Pertanto l’ennesimo errore è stato quello di prevedere una europa ad immagine e somiglianza della Germania.

    Essere Europa politica non vuol dire che i vari stati si facciano annettere dalla Germania.
    Essere Europa politica vuol dire che dai diversi stati esca un qualcosa di nuovo, un qualcosa di mai esistito e ardentemente condiviso nel profondo da tutti.

    Gli Stati Uniti hanno stati che corrono in modo diverso.

    I Cinesi hanno province che corrono in modo abissalmente diverso e lo stesso vale per India e Brasile (oltretutto in Cina e India vi sono diversità linguistiche, religiose e culturali molto più accentuate rispetto all’europa).

    Tuttavia questi stati si fanno carico delle proprie regioni, mostrando un grado di autorità e di legittimazione derivante dal fatto di essere effettiva “unione politica”.
    Il che vuol dire che chi va male viene aiutato, bacchettato ma non abbandonato perchè si è tutti “sulla stessa barca”.

    Oscar, questa è l’unica ricetta.

  30. Roberto Manenti

    Aggiungo

    Qualora non si facesse immediatamente l’Europa politica all’Italia non rimarrebbe altro che affrontare le gravi conseguenze di una uscita dall’Euro (e dall’Unione Europea).

    Ma a quel punto il nostro paese dovrebbe cambiare interlocutori e alleanze strategiche. Basta America, basta Europa, basta Nato. Si relazionerebbe direttamente con la Cina e con i principali paesi detentori di risorse energetiche, anche con quelli tradizionalmente ostili agli Stati Uniti.

    Il nostro paese storicamente si trova in uno dei punti più nevralgici del nostro pianeta. E un punto che divido mondo mediorientale da mondo occidentale, mondo africano da mondo europeo.
    Conviene al resto del mondo c.d. “occidentalizzato” una Italia fuori dall’Europa, fuori dalla Nato, senza basi militari americane e in preda alle peccaminose tentazioni di Russia e Cina??

    La nostra posizione geografica può rappresentare una assicurazione sulla vita.

  31. Paolo 54

    il problema non è presidiare Roma anche perchè ormai il grosso degli sperperi è distribuito nei mille rivoli di enti locali, comunità, indotto attorno a province, regioni e comuni. Un solo esempio:
    discutevo giorni fa con il solito “benpensante” che propugnava come soluzione l’eliminazione della Difesa
    Ora il bilancio della Difesa è di (tutto circa) 15 mld di cui poco meno della metà per i Carabinieri. E include il controllo del traffico aereo e il trasporto di acqua alle isole (si non lo pagano le regioni). Più o meno l’80% va in stipendi (180.000 militari e se non erro 30.000 civili). Il restante, investito in materiali porta ad un ritorno di fatturato con Finmeccanica che esporta
    Il bilancio della sola Regione Sicilia mi risulta nel 2010 di 27 mld

    Commenti ?
    E invece l’attuale governo, malgrado tutto ristabilisce tasse a favore dei vari enti locali
    Le tasse devono pagare lo stato sociale. Quando pagano servizi questi sono fallimentari

  32. stefano

    il vero problema è che questi tecnici sono ormai da troppo tempo lontani dall’economia reale, se mai ci sono stati vicini, chi ne capisce un poco di come funziona la macchina pubblica in Italia sà che potrbbe girare col 20/30% delle risorse che impiega ma siamo sicuri che questi tecnici abbiano le capacità e la volontà di colpire i veri sprechi? da quello che ho visto fin quì non credo. Parlano di patrimoniale, buttano il fumo negli occhi di chi davvero non ce la fà più con i raid a Cortina ma per ora le tasse le stanno facendo davvero pagare a chi dopo anni di lavoro alla catena di montaggio, nei campi o sulle impalcature ha visto la sua misera pensione allontanarsi e a chi a 1200€ al mese và a lavorare e fà le sue 20€ di benzina.Loro e solo loro stanno pagando oggi in ITALIA e ci voleva un professore per alzare l’età pensionabile e aumentare le tasse sui carburanti? non credo… perchè non iniziamo abolendo da subito le province, abbassando le pensioni alte a un massimo più che dignitoso di 2000€ al mese e ridistribuendo la differenza alle pensioni minime? così da dare una scossa anche ai consumi!perchè non mettiamo un tetto anche questo dignitoso di 3000€ agli stipendi dei manager pubblici? e stabiliamo un sistema che ogni anno verifichi se sono capaci e se li hanno meritati?e potrei continuare per molto….ma queste cose e altre come sveltire bruscamente le prassi per arrivare al recupero di un credito tra privati cosa che genererebbe una rivalutazione patrimoniale dei crediti verso clienti da far valere nel rapporto banca-impresa che darebbe nuova linfa al nostro sistema produttivo senza sperpero di risorse pubbliche, vanno fatte subito finchè siamo in tempo!Vorrei dire a Monti che col fumo negli occhi si tampona ma solo per un pò la folla e poi ci si ritrova a fare i conti con le bombe…non è così che si risolvono i complicati problemi del nostro paese….

  33. radici piero

    Penso che alla base di tutti i problemi ci sia la rottura del cosiddetto ” patto sociale” che dal dopoguerra in poi aveva funzionato in Italia pressapoco in questo modo: Tu “classe politica” puoi legiferare, rubare e malversare quanto vuoi, basta che non rompa le scatole a me cittadino mentre mi faccio gli affaracci miei ! Finchè c’ era ricchezza da spartire tutto ha funzionato, ma la globalizzazione purtroppo ha rovinato il giocattolo mettendo in concorrenza non più solo le imprese magli stati stessi, e adesso che la “coperta Italia” è risultata terribilmente corta ciascuno si è convinto che ” l’ altro ha esagerato “. Ci restano solo due soluzioni: o modifichiamo al volo il patto sociale decidendo di tirare la cinghia tutti insieme ( e intendo proprio tutti, casta in primis ! ) oppure ci giochiamo il futuro dei nostri nipoti ascoltando diligentemente i paroloni vuoti che i nostri politici ( e non solo ! ) ci ammanniscono quotidianamente mentre la barca affonda.

  34. Vittorio Nappi

    Un bel fondo chiuso immobiliare, “aperto” a tutti coloro che hanno voglia di investire nel proprio paese e se mi fanno sapere anche gestori ed amministratori (del patrimonio immobiliare, intendo), ne farei la mia pensione integrativa

  35. elegantissimo

    @Paolo 54
    Presidiare Roma vuol dire, secondo me e la mia generazione, se difendere l’Italia o l’Europa. Nella mia città….. fino agli anni ’90 campeggiava su un monumento storico una citazione:” Per tre amori pugnammo e soffrimmo: Dio, Patria e Famiglia”. Dio è una fede , e ad ognuno la sua, Patria l’abbiamo svenduta ai signori(sic…) dell’euro, la Famiglia e bè se permettete la difenderò con qualsiasi mezzo… anche con le armi!!!

  36. Paolo

    Mi scusino l’ignoranza,
    ma cosa succederebbe se non solo la Grecia ricusasse il debito, ma così facessero anche, e contemporaneamente, il Portogallo, la Spagna, l’Italia (perchè no), nonchè tutti gli altri Paesi con debito sovrano elevato, costretti a pagare interessi enormi per finanziare un debito ormai insostenibile ?
    I cosiddetti finanziatori, di fronte all’ipotesi concretissima di perdere tutto (altro che interessi), non potrebbero essere indotti a più miti consigli (abbassando le pretese sugli interessi) ?
    Un saluto,
    Paolo

  37. adriano q

    Non penso che la Germania sia disposta a pagare ma a far pagare.Mi dispiace ma le proposte avanzate sono vecchie.Forse potevano bastare qualche mese fa .Ora la barca è a fondo.Ci vorrebbero interventi non convenzionali ma la gerontocrazia non lo consente.Sarà il tempo a portare le soluzioni.Il tempo è un severo maestro.

  38. mick

    @Roberto Manenti
    Ha ragione ma sa …. quando da qualche aula universitaria si faceva notare ai sommi detentori di verità dell’unica vera scienza sociale (così amano considerarsi gli economisti!!) che la faccenda di una moneta unica senza una vera unità politica non stava in piedi si pigliavano pesci in faccia, se qualcuno si degnava di prenderti in considerazione.

  39. enrico piermattei

    Schäuble: ora è necessaria un’Unione politica con l’elezione diretta di un presidente.
    Questo potrebbe essere veramente la modifica di offerta politica di cui parla spesso. Io se oggi dovessi andare a votare, molto probabilmente voterei per un tedesco!

  40. Roberto Manenti

    @mick

    L’Europa sta perdendo la sfida lanciata dai suoi padri fondatori.

    Stiamo pagando un processo di integrazione mai avviato.

    La Grecia si sta avviando verso uno stato di tipo sudamericano, con importanti strati della popolazione ridotti alla fame e con una classe media letteralmente annientata.

    L’amministrazione Merkel rifiuta gli eurobond. Segnale molto preoccupante che ci fa capire come i tedeschi si stiano già preparando per il dopo euro.

    E’ vitale l’immediata unificazione politica dell’Europa con l’introduzione degli eurobond.

  41. alex61

    Sono piacevolmente stupito dalla qualità e dalla quantità degli interventi dei lettori, che con il tempo si è notevolmente alzato.
    Giannino vede che fà sempre più proseliti, e che i suoi sforzi non sono inutili in quel deserto keynesiano che era il nostro paese.
    Il fuoco parte sempre da una piccola scintilla.
    Mi è piaciuta la metafora del cavallo, peccato che chi lo frusta sia nel carro dove, mangia, beve , fà festa ed non ha nessunissima intenzione di scendere.
    saluti.

  42. Marco Tizzi

    @Paolo
    Un default di tutta l’Europa significa armageddon di tutto il sistema bancario mondiale.
    Che forse arriverà lo stesso perché comunque la leva finanziaria nel mondo penso (modestissima opinione) sia comunque insostenibile (Spagna docet).

  43. rccs

    Qualcuno mi sa spiegare perchè ci sono proteste in Germania? Non dovrebbero essere tutti contenti a festeggiare che la loro economia tiiiiira?

  44. Roberto Manenti

    @rccs

    Beh, la Germania (e la Francia) è molto esposta sia con la Grecia sia con l’Italia.

    Ha da perdere molto.

  45. Roberto Manenti

    @Paolo

    Purtroppo le agenzie di rating non hanno fiducia nel “sistema paese” al di là di chi possa governarci.
    Il punto è il seguente: Il Giappone si indebita per crescere, per fare investimenti.
    L’Italia continua invece ad indebitarsi per mantenere un carrozzone pubblico che non può più permettersi da diversi decenni.

    Pensa ad una famiglia di disoccupati che si indebita esclusivamente per andare in villeggiatura ad Agosto senza lasciare nulla (o quasi) per la propria riqualificazione professionale o per l’istruzione/formazione dei propri figli.

    Tu gli presteresti dei soldi?

    Io sinceramente no.

  46. Marco Tizzi

    Vorrei far notare una cosa a tutti: lo Spiegel ha cominciato una campagna nettamente contro l’euro.

    E’ partita settimana scorsa quando sono state rivelate le carte secondo le quali l’Italia ha taroccato i conti per entrare nell’Euro sotto la spinta (elettorale) di Kohl e la minaccia della Francia di non entrare senza l’Italia. Il concetto di fondo era “l’euro è nato su basi errate perché la gente barava per entrarci”.

    E’ continuata con un superarticolo sulla Grecia dove si diceva chiaramente che il popolo greco aveva ragione a non volere più l’Euro e che era meglio per tutti che uscisse e fosse artefice del proprio destino.

    Ieri è proseguita con l’articolo su Beppe Grillo dove si diceva che il M5S e Grillo in particolare sono assolutamente contrari alla permanenza nell’Euro (cosa un po’ diversa dal dichiarare “l’Euro non deve essere un tabu”, ma tant’è).

    Oggi addirittura paginone di elogio e sproelogio al modello economico francese che (testualissime parole) “è stato ucciso dall’Euro”.

    Inizia a girare la giostra, si balla ufficialmente.
    Ora ci si deve chiedere chi può uscire, come e perché.
    Mai come in questo caso il diavolo è nei dettagli.

    Nel frattempo il nostro Mario Monti rispolvera un grande classico della politica italiana: “se tutti pagassero le tasse tutti ne pagherebbero meno”.
    Insieme al “ci prenderemo le nostre responsabilità” sono le parole che ormai più mi scatenano urti di vomito: datemi le elezioni, io questi non li reggo più.
    Se devo morire voglio almeno che la sentenza di condanna la pronunci la maggioranza dei miei cumpaesà.

  47. Vincenzo N.

    @Marco Tizzi
    Questa rassegna periodica sulla stampa tedesca è molto utile, dovrebbero trasmetterla nei loro telegiornali la RAI e Mediaset mentre osannano MM nell’atto di celebrare la sua messa quotidiana fatta delle demagogie alla “se tutti pagassero le tasse tutti ne pagherebbero meno”. E invece, anzichè sbatterla in prima pagina, la censurano, e ci propinano la solita minestra fatta di ABC. Condivido la sua opinione in merito al fatto che “la crisi riguarda chi non comanda e chi comanda non vive la crisi”, forse è sempre vero, comunque è certo che lassù, proprio, non si rendono conto, non capiscono che nemmeno più i beneficiari delle briciole, coloro i quali fanno da falange al sistema, sono ormai stanchi e distanti, certo per ora non ricorrono al suicidio come le categorie più esposte ma sono delusi e scontenti perché vedono svanire i sogni che gli erano stati “venduti” in cambio del loro consenso. Tuttavia dalle elezioni non mi aspetto la soluzione dei problemi, in ciò ho meno fiducia di lei, anche sul fatto che la crisi sia una opportunità sono d’accordo – scrivo una sola risposta altrimenti finisce che ci parliamo su due canali diversi – ma sono altrettanto certo che le sue conseguenze potranno portare fortuna a pochi e sfortuna a molti per il semplice fatto che (anche grazie a MM, NM (Nuova Maestrina), Passera, Fornero & C.) la torta diventa sempre più piccola. Magari ci sarà del rimescolo, e si ricomincerà a parlare facendo emergere le bugie che ora vengono rimosse, quelle bugie che così a lungo hanno bloccato ogni cosa. Ma non si troverà la soluzione di colpo, aumenterà ancora il casino e assisteremo a tutto e al contrario di tutto. Vede, io, in Grillo e M5S, in una prospettiva di lungo termine, non ho la fiducia che pare avere lei, ma riconosco loro il merito di essere l’unico movimento che si dichiara contrario a questo sistema di malaffare. Gli altri sono tutti lì a cercare di tenerlo in piedi per mungerlo ancora un po’. E’ un peccato che sul fronte liberale non ci sia nessuno in grado di fare una proposta fregandosene delle antenne e delle frequenze, è un peccato perché farsi governare da Bersani con l’appoggio esterno o interno di Grillo sarà una disgrazia irrimediabile per chi aspira a vivere in un paese dove l’uomo come individuo esiste prima di ogni cosa. Temo prorprio che, per come di prospetta il futuro, la “pars costruens” dei nuovi padroni sarà distruttiva.

  48. Alberto

    Dice Giannino in particolare:

    1)Il terzo è di abbatterne il valore reale con un’inflazione mostruosa: l’Italia l’ha fatto per anni, e si è ritrovata in ginocchio, due volte peggio di prima.

    2)Per crescere bisogna vendere i mattoni pubblici per abbattere il debito dello Stato, tagliare 100 miliardi di spesa corrente…

    Beh caro Oscar, la prima frase non mi sembra esatta, nel 2001, prima di introdurre l’ Euro, stavamo un po’ meglio di oggi o sbaglio, e nel decennio precedente eravamo cresciuti di circa 1,5 punti annui?
    La seconda frase mi sembra una solenne, diciamo iperbole, e quindi una pia illusione; taglio di 12 punti di spesa pubblica in tre anni (100MLD su 800MLD)? Ho capito bene? Forse Giannino conosce il genio della lampada?
    Per il resto, un articolo bello, appassionato e denso di pesanti nubi che incombono sull’ Europa, gestita a pen di fedel segugio in modo particolare dalla Cancelliera.

  49. andrea

    Una delle più importanti lezioni economiche è quella per cui il solo modo di generare crescita economica è consumare meno di quanto prodotto; il surplus (risparmi reali) può essere investito nella produzione di beni capitali (e innovazione) che permettono una produzione maggiore in futuro. Al contrario, uno dei più vecchi errori economici è costituito dall’idea per la quale l’economia, a volte, si “blocca” con bassa produzione e alta disoccupazione, a causa di una carenza di moneta, quindi il solo modo per sbloccarla è iniettare nuova moneta al fine di aumentare la “spesa totale” – consumando più di quanto l’economia produce. Circa 60 anni fa Ludwig von Mises ridicolizzò questa idea etichettandola come “filosofia del droghiere” (per il quale i suoi prodotti rimangono invenduti a causa di una carenza di valuta dei suoi clienti), facendo notare come questo errore costituisca, essenzialmente, la filosofia di Lord Keynes, l’apostolo novecentesco del sistema a banca centrale e della politica di stabilizzazione macroeconomica.
    Keynes si sbagliava. Il credito a basso costo non aiuta a portare l’economia fuori dalla recessione (specialmente quando è stato proprio esso a causare la recessione, in prima battuta). Più in generale, un sistema monetario controllato da una banca centrale con pieni poteri è intrinsecamente destabilizzante e dannoso per la crescita economica. Gli errori compiuti dalla Fed prima e dopo il 2008 non rappresentano incidenti isolati, sbagli che possono essere corretti attraverso piccole modifiche dello statuto, della struttura o dell’indipendenza della Fed: esse sono il risultato prevedibile del controllo del sistema monetario e finanziario da parte di un’agenzia governativa. L’opzione migliore è quella di sostituire la banca centrale e lasciare che sia il mercato a governare la moneta.
    La posizione qui sostenuta è spesso considerata radicale o estrema, una sorta di “fondamentalismo del mercato”. Ma è una visione ragionevole, pragmatica, realistica. La dottrina economica insegna come i fornitori monopolistici siano inefficienti e inefficaci, un’agenzia governativa monopolistica del denaro non fa differenza. I mercati non sono perfetti, ma neanche i presidenti della Fed lo sono. È tempo di rendere l’offerta di moneta indipendente dall’interferenza politica.

    Testimonianza davanti ala US House Committee on Financial Services Domestic Monetary Policy and Technology Subcommittee, 8 Maggio 2012

    Di Peter G.Klein su Mises.org

  50. Alberto

    Ah adesso capisco, a chi si è ispirato Mises, al droghiere; infatti, il droghiere, il macellaio, il panettiere, il fruttarolo, consumano meno risorse di quante ne producono. Poi arriva qualcuno che apre un ipermercato ed ovviamente, per qualche anno consuma più di quanto produce e così procura le risorse per acquisire sempre più clientela togliendola a quei bravi commercianti e succede che il droghiere, il macellaio, il panettiere, il fruttarolo, che hanno fatto enormi sacrifici, si ritrovano col culo per terra, dopo pochi anni e poi, dopo aver fatto chiudere quelli che consumavano meno di quanto producevano, allora poi, quello che ha aperto l’ ipermercato, con lo stesso sistema ne apre un’ altro in un’ altra città e ricomincia.@andrea

  51. Alberto

    Si potrebbe uscire dall’ euro mediante l’ utilizzo dello yuan; si fa un bel gemellaggio con la Cina, accordi politici ed economici e si manda a cagare la sigra Angola(ottusangola).@Marco Tizzi

  52. Marco Tizzi

    @Alberto
    Per quello di monete altrui ci sarebbe da scegliere (dollaro, franco svizzero), ma si ritorna al problema di partenza: se usi una moneta non tua alla fine ti trovi nella cacca…

  53. Claudio Di Croce

    Tutto questo disquisire di economia da una parte mi fa sorridere e dall’altra mi irrita . L’economia NON è una scienza ma è una tecnica di pochissimo valore ,troppo influenzata dai comportamenti umani, dalle convinzioni politiche , dalle mode ecc.. Quindi pensare che seguire una teoria economica o l’altra possa aiutare è una pia illusione, sempre che non sia un mezzo per imbrogliare il popolo, cosa di cui i politici e i loro servi sono maestri . Non esiste una teoria economica che si sia rivelata utile per risolvere i problemi e gli economisti sono bravi in una cosa sola e cioè a spiegare dopo il perchè le loro elucubrazioni si sono rivelate sballate e continuare a proporne delle altre che saranno sballate anche quelle come se niente fosse. Il buon senso è la vera teoria economica che funziona sempre : facciamo qualche esempio banale . Quando una famiglia ha speso di più di quanto guadagnava e ha accumulato una montagna di debiti deve fare due cose semplicissime : ridurre le spese e vendere una parte del patrimonio che ha accumulato con i debiti . Lo Stato con la violenza può ,invece di fare subito queste due cose , aumentare il furto del denaro dei suoi sudditi ma questo non risolve affatto i problemi ,al massimo ne rimanda la soluzione . Sento ormai ripetere ossessivamente che si deve coniugare il rigore con la crescita e cioè avere la moglie ubriaca e la botte piena . Per ricominciare ad accumulare ricchezza si deve fare una cosa semplicissima : produrre più di quello che si consuma e il residuo lo si investe . E’ stata la semplicissima ricetta – che non seguiva nessuna teoria economica- che ha permesso all’Italia di diventare un paese ricco . Poi si è invertita la tendenza : si è consumato di più di quello che si è prodotto e i risultati si vedono .
    In conclusione essere nelle mani di personaggi che si definiscono ” economisti ” non mi tranquillizza affatto . Avere poi come capo del governo un che si è presentato come il più tedesco degli economisti italiani – anche se adesso ha già cambiato versione esattamente come avrebbe fatto un politico qualunque – mi è sembrata una cattiva notizia .

  54. mick

    @Claudio Di Croce
    Tralasciando l’accenno iniziale su cosa sia scentifico e cosa no (andremmo troppo lontano) sono d’accordo con lei. Le teorie, quando si dimentica come queste vengono ideate/formulate, rischiano di scadere in ideologia.
    Però non sono inutili, se vengono utilizzate in modo oculato / pragmatico possono contribuire a dare coerenza alle azioni di governo.

  55. paolo

    Attenzione che ora il bradipo vuol tassare gatti e cani di casa.
    Non si fermano più, non gli bastano i suicidi. Vogliono privarci di tutto.
    Mai vista simile vergogna.
    Per favore qualcuno faccia qualcosa. Appelli, raccolte firme, .. ma tassare anche gatti e cani di casa, no.
    Ho tolto 2 gatti dalla strada e da sicura prematura fine e lo stato invece di aiutarmi e premiarmi mi tassa?? Ma chi propone simili atrocità? e chi le approva? la dignità ormai ce l’hanno spenta. Ma opponiamoci alla beffa ultima di far sentire un animale di casa ospite che paghi l’affitto.

  56. Vincenzo N.

    @Claudio Di Croce
    Sig. Di Croce, provo a vedere se stavolta ci capiamo meglio visto che, anche se lei non ci crede, non siamo così distanti.
    Vede, il suo discorso non fa una piega, è del tutto condivisibile, tuttavia se va alle elezioni con queste parole Lei perde, perché quelli che hanno qualcosa da dare sono una minoranza. Per questo Prodi ha sempre fatto delle campagne per aumentare il numero degli insoddisfatti: per far crescere la sua base elettorale. I motivi per cui perderebbe li conosce, li ha enumerati negli altri commenti, a partire dai 15 mln di voti indotti dal settore pubblico, che, solo a sentire quello che lei chiede, la battezzarà come un nemico dello stato. I “beneficiari” (li chiamavamo così no?) non accetteranno MAI di risparmiare e di venire misurati nel loro contributo effettivo alla crescita dell’economia nazionale (quella crescita che genera risparmio che genera investimento che genererà maggior produzione…), perdipiù quando cercherà di sottrargli le vacche che mungono (i beni dello stato) le daranno ancor più contro. Capisce? non c’è niente da fare! Lei dice: tagliare, vendere e possibilmente detassare.
    Bene, sono d’accordo, soprattutto sulla prima e la terza. Ma questi qui che governano ora (e anche quelli che gli si oppongono) non lo faranno MAI, non nuoceranno MAI a sè stessi altrimenti Monti sarebbe partito da lì e non inventandosi dei risparmi che daranno frutti solo in un futuro lontano (vedi riforma pensioni). Non è un fatto razionale, non basta spiegare le cose come fa lei, si tratta di un problema di convenienza, e fino a che c’è la convinzione che esistano dei ricchi o benestanti che siano adatti a venire salassati qualsiasi politico che voglia crearsi uno spazio e trovarsi un lavoro farà leva sul fatto che siamo pieni di evasori e allora dirà “chi ha di più dia di più, etc etc”, le solite frasette di chi svicola il problema di fondo. Per questo, se non vuole venire munto per tutta la vita conviene anche a lei accettare il fatto che una svalutazione del debito (occultamente pilotata) mediante inflazione sarebbe molto più efficace potendo mettere con le spalle a muro anche gli scansafatiche annidati negli uffici pubblici e nei sindacati. Bisogna che la fame cominci a stringere lo stomaco, solo allora si capirà che MM non ha come sua missione quella di essere un uomo “giusto”, ha problemi più urgenti, deve (far) pagare le malefatte del passato.

  57. domenico lippa

    Il governo Monti continua a mettere tasse ,ben visibili oppure occulte, e credo che siamo arrivati a circa 100 tasse:sarà necessario fare una polizza anti calamità perchè lo stato non riparerà i danni degli eventi naturali sugli immobili ma nel frattempo aumenta del 133% la tassa sulla casa (dati anci),una tassa sulle bevande,si presume un’aumento dell’iva,sono previste tasse sui bollini blu delle auto e delle caldaie,tasse di soggiorno,è prevista una tassa sugli animali,etc.Crediamo che la pressione fiscale su un reddito medio di un lavoratore dipendente con due abitazioni arriva al 60%:in compenso abbiamo Equitalia che è il braccio armato dello stato autoritario,servizi scadenti,giustizia elefantiaca,procedimenti amministrativi assurdi,pareri e veti x fare qualsiasi cosa.Ormai non siamo più in uno stato democratico.

  58. Marco Tizzi

    @Vincenzo N.
    Guardi, riguardo al M5S le dico solo che sono stato bannato dal blog di Grillo senza nemmeno una mail di spiegazione, probabilmente a causa delle mie critiche sui presunti strumenti di democrazia diretta nel blog stesso (che tecnicamente è aberrante) oppure su quelle rivolte a Grillo stesso per l’uscita sul fatto che i soldi degli LTRO erano “dei cittadini”.

    Quindi, no, non sono assolutamente certo che il M5S sia la risposta sicura. Ma questa volta ho deciso di andare a votare, cosa che non mi succedeva da tanto tanto tempo, perché mi sembra il caso di provare almeno a rimescolare le carte.
    Al momento l’unico modo mi pare votare M5S, ma se il panorama si arricchirà ci penserò.

    Certo che se l’offerta “””liberale””” sarà Montezemolo + Passera con dietro Berlusconi + Casini, mi spiace, ma “anche no”.
    Poi magari mi esce qualche sorpresa radicale, che è l’unico partito che ho votato in vita mia, chissà!

  59. Marco Tizzi

    @Claudio Di Croce
    Claudio, sono d’accordo al 100% sugli economisti.

    Per quanto riguarda il “buon senso” il discorso fila solo se riguarda tutto il sistema economico, non solo la spesa pubblica.
    Le faccio un esempio: diciamo che io sia A.D. di una grande compagnia di assicurazioni e che sia anche nel C.D.A. di una grande banca.

    Mi compro un fazzoletto di terra e ci costruisco un palazzo. Diciamo che ho speso in tutto 1 milione di euro.

    A questo punto faccio comprare il palazzo dalla compagnia di assicurazioni per 10 milioni.

    Poi do in garanzia quel palazzo alla banca che controllo e faccio prestare 100 milioni alla compagnia di assicurazioni, con cui pago a me stesso delle consulenze per 20 milioni.

    Ad un certo punto magari faccio fallire la compagnia di assicurazioni, così la banca si prende il palazzo.

    Qual è il risultato finale?
    La banca ha a bilancio un palazzo con un valore di 100 milioni, che però in realtà vale 1.
    In compenso mi sono comparsi dal nulla 29 milioni nel conto corrente.

    Lei capisce che in un sistema che si fonda su questi giochini parlare di “buon senso” è un po’ difficile?
    E che anche il “debito pubblico” diventa un problema molto relativo?

  60. Vincenzo N.

    @Marco Tizzi
    non ero al corrente del banner con Grillo e di questa storia, ho pensato che lei avesse simpatia per il movimento5S in base a come scrive. Peraltro anch’io finché si tratta di rimescolare le carte lo apprezzo, ma sul suo futuro non ho alcuna fiducia perché penso che alla fine saranno più le cose giuste che distruggerà rispetto a quelle buone che saprà edificare.
    Argomento Montezemolo, Passera (finalmente un nome parlante! – di quelli che dicono la verità e si autodefiniscono) Berlusconi, Casini etc. sa cosa le dico? ebbene penso che se le parole fossero dotate di coscienza autonoma, fossero cioè esseri viventi, sono sicuro che la parola “Liberale” sarebbe perennemente dallo psicologo a chiedere: “ma dottore, come mai so di essere fatto in un certo modo e quando mi guardo allo specchio ho invece questa faccia qui!?”

  61. Alberto

    Ma perchè la BPC è come la BCE? Io propongo un accordo federale. Le altre due monete che hai citato, sono una di un Paese che vedo un po’ sull’ orlo della catastrofe e l’ altra credo sia impraticabile, perchè i titolari sono troppo gelosi della loro autonomia. @Marco Tizzi

  62. Claudio Di Croce

    @Vincenzo N.

    @Marco Tizzi
    Sono d’accordo sul fatto che un politico non farà mai le cose necessarie ma solo quelle che gli permettono di essere eletto o rieletto ( le mie parole sui quindici milioni di voti del mondo pubblico erano li a dimostrarlo )ma non ci è stato detto che il Presidente eletto da un Parlamento di nominati aveva nominato senatore a vita e poi Premier un TECNICO non sottoposto al ” ricatto ” elettorale e quindi libero di fare le famose ” riforme ” che io sento nominare da almeno quarantanni e che nessuno fa ?
    Credo si tratti dell’ennesimo trucco del mondo politico/burocratico ; d’altra parte il suo artefice è un personaggio da oltre quarantanni in politica ,dove ha ricoperto moltissime cariche e che adesso ha la faccia tosta di ” spronare ” la politica a fare le cose per il bene del popolo : e lui dov’era negli ultimi quarantanni ?Non sono d’accordo sul fatto che la svalutazione sia il minore dei mali , ma ho paura che questi malfattori faranno proprio quello per non cambiare nulla , rubare i risparmi che loro chiamano ” patrimoni ” e riprendere a spendere come prima per comprare i voti e ricominciare a fare altri debiti .
    Infine ieri sera ho sentito la registrazione di una intervista di pochi mesi fa fatta da Lerner a MM che ha detto delle cose allucinanti sull’euro, sostenendo che la crisi della Grecia era la prova vera della sua validità. Ripeto, intervista non di anni fa , ma di qualche mese fa. Ascoltata con le orecchie di adesso con il 50% di probabilità che l’euro salti ,sono rimasto sbalordito e ho pensato che la nave Italia è nelle mani di uno Schettino e del suo equipaggio. Non so quando, ma troverà anche lui un’isola del Giglio , noi andremo a fondo ma lui e la sua numerosa ciurma scenderanno dalla nave molto prima dell’affondamento .

  63. Claudio Di Croce

    Una piccola osservazione sul G8 , sulle riunioni dei ” Grandi ” del mondo. USA , Gb, Francia, Italia sono chi più chi meno in gravi problemi economici ,gli altri , Giappone, Russia, Canada vanno un pò meglio . L’unico paese che ha una situazione economica più che buona , alta crescita , bassa disoccupazione e altri parametri molto soddisfacente è la Germania . Buon senso imporrebbe che i paesi che vanno male cercassero di capire come mai la Germania va bene e inziassero a copiare le sue ricette . Invece no , sono tutti tesi a chiedere alla Germania di cambiare la sua politica economica che va bene e diventare come loro , cioè fare una politica economica che gli ha condotti in una situazione così negativa . E in più sta montando nei paesi europei una campagna di “odio ” verso la Germania che non è disposta a cacciare i soldi per pagare i debiti degli altri Mi sembra una follia , ma può darsi che io sbagli e mi aspetto che qualche ” economista ” mi spieghi dove sbaglio .

  64. Vincenzo N.

    @Claudio Di Croce
    Quell’economista non c’è, e lei lo sa, non c’è perché se ci fosse non ne sarebbe capace e perché se ci fosse dovrebbe parlare di altro, non di economia. Fin qui mi pare che siamo in diversi nel blog a pensarla così. Poi rimane il fatto che l’Italia nella sua interezza non è adatta a tenere il passo di regole che sono quelle dettate dalla Germania (che è fatta di Tedeschi non di Italiani). Molta Italia conserva radici in Alberto Sordi e in Totò e pensa che usando la furbizia e basta sia ancora possibile gabbare qualche fesso in giro per il mondo, ma – per sicurezza – parte di lei si è annidata negli uffici pubblici dai quali, se le cose vanno male, può sempre gabbare quegli italiani che ne sono fuori.
    Col nostro mercato del lavoro, con la giustizia che non funziona, dove vuole che andiamo a far concorrenza ai Tedeschi e al Resto del Mondo? lo so anch’io che basterebbe dire “cambiamo”, ma dirlo soltanto (è già molto che ci sia qualcuno che lo fa) non basta e non basterà.
    Pertanto mi dica lei come si fa a far capire ad un somaro che deve muoversi quando quello pensa solo a starsene lì. Ritengo che senza una scossa che gli arrivi dal di fuori del suo mondo ristretto – direi che qualcosa è già in atto no?- l’animale non si muoverà mai. Credo che istruirlo o fargli delle promesse – del tipo mostrargli una bella carota tedesca – non sarà sufficiente a fargli capire e accettare la realtà in cui si trova. Non ne godo, anzi mi piacerebbe poter vivere in mondo dove è sufficiente mettere a fuoco i problemi per avviarli ad una risoluzione, ma non mi sembra che sia questa la nostra situazione attuale.

  65. Marco Tizzi

    @Claudio Di Croce
    Innanzitutto il G8 non è più il G8 perché la Cina è la seconda economia per PIL nominale, il Brasile 6° o 7° a seconda di chi la calcola (IMF, WB, CIA), l’India è davanti a Russia e Canada per WB e CIA, mentre è dietro per il FMI.
    E già questo dovrebbe farci pensare sia sul fatto che queste statistiche siano corrette, sia sul fatto che queste riunioni abbiano un senso.
    Va poi aggiunto che il PIL è un indicatore economico quanto meno discutibile, se non del tutto folle.

    Dopodiché bisognerebbe chiedersi che cosa significa che un’economia “vada bene”.

    Se il parametro è la crescita del PIL, allora voglio far notare che il Paese con la migliore economia al mondo è il Qatar, seguito da Ghana, Mongolia e Turkmenistein. L’Iraq strappa un ottimo quinto posto davanti alla Cina.
    Dei Paesi presenti a questa bellissima riunione-vacanza di cazzari la migliore è la Russia, davanti alla Germania e al Canada.
    Il Giappone è il peggiore essendo stato in recessione per tutto il 2011.

    Se guardiamo il debito pubblico/PIL, posto che per qualche assurdo motivo questo sia un parametro per valutare la salute di un’economia, il Giappone è quello messo peggio, poi viene l’Italia, quindi USA, Francia, U.K., Canada, Germania. La Russia è ampliamente la migliore con un 8.7% del PIL che lei sicuramente invidierà.

    Se guardiamo il debito esterno (pubblico + privato detenuto da stranieri) U.K. è quella messa peggio, poi vengono Francia, Germania, Italia, U.S.A., Canada, Giappone e infine Russia che è ancora una volta la migliore.

    Sul debito totale (pubblico + privato detenuto da chiunque) non ci sono dati né dal FMI, né dalla Banca Mondiale, né dalla CIA. Guarda a caso!!
    Gli ultimi dati che trovo sono quelli dell’Econosmist del 2010, quindi relativi al 2009, che vedono Giappone e U.K. sfondare il tetto del 400% del PIL, con tutti gli altri che si attestano tra il 250 e il 350.
    A parte la Russia, ovviamente, che sta al 70% e quindi è un esempio da seguire, immagino, secondo lei.

    Quindi stando al suo ragionamento dovrebbero tutti essere inchinati di fronte a Medvedev ad ascoltare l’oracolo che ha fatto il miracolo.

    Potremmo anche tagliare la testa al toro e ammettere che la Guerra Fredda l’abbiamo persa e ci annettiamo al Nuovo Impero Sovietico.

  66. Marco Tizzi

    @Claudio Di Croce
    Ci sarebbe, inoltre, da notare un piccolo dettaglio. Tra i Paesi del G8 i seguenti hanno fatto default o ristrutturato il debito:
    – United States, 5 volte (1779 (devaluation of Continental Dollar), 1790, 1862, 1933 (see Executive Order 6102), 1971 (Nixon Shock))
    – Russia, 7 volte (1839, 1885, 1918, 1947, 1957, 1991, 1998)
    – Canada, 1 volta, l’Alberta nel 1935
    – Germania, 3 volte (1932, 1939, 1948)
    – United Kingdom, 5 volte (1749, 1822, 1834, 1888–89, 1932)
    – Japan, 2 volte (1942, 1952)
    – Francia, 9 volte (1558, 1624, 1648, 1661, 1701, 1715, 1770, 1788, 1812)

    C’è un solo Paese che non ha mai fatto default e non ha mai ristrutturato il proprio debito pubblico: l’Italia.
    Questo giusto per capire chi è storicamente buono e chi cattivo pagatore.

  67. Claudio Di Croce

    @Vincenzo N.

    @Marco Tizzi

    @Marco Tizzi
    Non vorrei che questo blog diventasse un ” tavolo di concertazione ” dove ci si siede per trovare una soluzione ” condivisa ” che metta in primo piano la ” solidarietà ” secondo il gergo sindacale che è una delle cause della nostra situazione . Alcune delle cose da voi scritte le condivido al 100% , sopratutto quelle riferite ai film di Sordi e Totò che descrivevano benissimo le nostre caratteristiche nazionali e difatti non hanno mai goduto di buona critica , ma tacciati di qualunquismo dalla solita sinistra dei salotti quella a caviale e champagne . Per cominciare vorrei ricordare che l’Italia non ha dichiarato default , ma all’italiana ha svalutato del 70/80% il suo debito pubblico sia dopo la prima guerra mondiale che la seconda mediante l’inflazione e non ne vedo le differenze. Mi ricordo benissimo mia madre quando parlava dell’imbroglio avuto dei suoi titoli di Stato dopo il ’45 e mi diceva ” non fidarti mai dello stato italiano “Voi dite che bisogna ripetere l’esperienza ?In quresti giorni i giornali di regime – CORSERA, REPUBBLICA, SOLE 24ORE,STAMPA , stanno esaltando MM e suggeriscono ai risparmiatori italiani di sottoscrivere i titoli del debito pubblico italiano , dicendo che in questo modo il nostro debito è più gestibile economicamente e POLITICAMENTE . Sanno benissimo che fino a quando il debito è al 40% in mano a investitori stanieri , in caso di taglio , nessuno più comprerebbe i nostri bond e cosa farebbero i nostri

  68. Claudio Di Croce

    TECNICI ? Appena la grande maggioranza del nostro debito sarà in mani italiane è pronta la fregatura . Tanto è vero che i patrimoni dei nostri governanti sono investiti in tante cose ma non in BTP, BOT,CCT ecc. Questi non sono come gli italiani di Sordi , sono come Madoff e il Madoff dei Parioli. Voi dite che questo rappresenterebbe una scossa ? Io non credo , ci vuole una vera rivolta pacifica degli italiani che lavorano , che sono la maggioranza contro lo Stato ladro e i suoi sostenitori magnaccia .Si dovrebbe iniziare a non pagare le tasse : molte rivolte sono iniziate con la rivolta fiscale .se non sbaglio gli USA hanno iniziato a nascere con rivolta fiscale contro il loro padrone , il Regno Unito.
    Infine sul G8, d’accordo sui mutamenti di potere , ma questo non toglie che tutti sono contro la Germania che ha la situazione relativamente migliore . Vogliamo pensare che gli investitori mondiali siano tutti stupidi o facciano parte di un ” complotto ” demoplutogiudaicomassonico per fare cosa ?
    Per conquistare l’Italia o la Grecia ?
    Acquistano i loro Bund a tassi zero perchè sono stupidi ? E come mai nessuno specula contro la Svizzera ?
    Sono semplicemente li a chiedere alla Germania di pagare almeno in parte i loro debiti.
    E questo lo considero uno schifo .

  69. Alberto

    Fortunatamente a Camp David l’ hanno capito tutti, ma qualcuno ancora vedo che fa orecchie da mercante, anche la
    culona spero che l’ abbia capito, anche lei pensi un po’, e sicuramente qualcuno le ha sussurrato la parolina
    magica (eurobond) nell’ orecchio; o li fai o ti castighiamo, perchè se non
    li fai (gli eurobond), mandi a ramengo il mondo e noi non te lo permetteremo
    e ti faremo il culo a strisce, magari ricordandogli il patto (o trattato) di Londra del 1953 e quanto abbonato loro per i danni provocati tra il 1938/39 ed il 1945 e magari i 6 milioni di corpi saponificati nello stesso periodo, il cui conteggio economico ancora deve essere fatto.
    Le sembra abbastanza chiaro?

    @Claudio Di Croce

  70. Claudio Di Croce

    @Alberto
    Io direi di ricordare all’URSS – e alla Russia sua erede – agli USA i costi altissimi della guerra fredda . Alla Gran Bretagna e alla Francia i costi della decolonizzazione a volte dopo guerre feroci tipo Algeria , al Giappone i costi della seconda guerra mondiale con i danni enormi arrecati ai Paesi Asiatici , Cina in testa . E l’Italia non crede che dovrebbe ricordare le guerre coloniali e la seconda guerra mondiale e gli aiuti ricevuti dal Piano Marshall ? Non mi pare di ricordare vergini nel pianeta, lei ne conosce ? . E lei crede che la Germania, che ha avuto le sue colpe storiche ovviamente , debba pagare adesso i nostri debiti per le sue colpe del passato ? NOI dobbiamo pagare i nostri debiti , non i tedeschi .Lei crede che sia giusto che un altro paghi i suoi debiti o che lei paghi i debiti di altri ? Provi a ragionare cosa farebbe se ci fossero i SUOI soldi PRIVATI in ballo.

  71. Vincenzo N.

    @Claudio Di Croce
    Quando aderimmo all’Euro – senza vere riforme, bensì all’italiana, cioè cercando di tirare a campare e rinviando “in là” le magagne – rinunciammo all’unica cosa che ci permetteva di lavare i panni sporchi in casa (devo precisare che era la Lira?). Sono d’accordo sul fatto che gli impegni vanno assolti, ma nei Fallimenti finisce sempre che poi i creditori si accontentano di portare a casa qualcosa che valga più di niente e – se sono intelligenti – fanno i calcoli anche sugli affari che hanno fatto PRIMA, nel nostro caso converrà loro tenere conto di quanto hanno beneficiato (loro) della Moneta Unica. E’ colpa nostra? Sì, l’ho detto più volte, la nostra classe politica ha vissuto solo cercando di perpetuare sé stessa, dunque se un popolo sbaglia allora paghi, ma abbia l’intelligenza di trovare il modo più conveniente. La distanza fra me e lei è data dal fatto che io non credo che gli Italiani siano disposti a capire di dover “lavorare di più” senza aver prima toccato con mano le conseguenze del fatto che le bugie sindacali hanno chiuso loro gli occhi troppo a lungo. Fino a quando ci sveneremo per sostenere il nostro debito pubblico imponendo sempre più tasse, chi farà la sua campagna elettorale spiegando che “bisogna lavorare di più”…non vincerà mai alle elezioni.
    Quando la gente avrà finalmente capito che il potere d’acquisto che ha accantonato nei titoli di stato è solo virtuale (vale a dire dopo la “scossa”) allora forse avrà orecchie per un po’di verità.
    (Giannino, è per questo che aspetta?)

  72. Alberto

    I miei ed i suoi, sono in ballo oltre che quelli dei tedeschi, che così procedendo si scavano la fossa anche loro! Le altre colpe che lei elenca sono quisquilie in confronto ai danni provocati nelle guerre mondiali dai crucchi: comunque tutto è opinabile, ma che i danni che dovevano pagare per le ultime notevoli malefatte, siano stati condonati in gran parte mi sembra fuori dubbio. Palando di Camp David mi sembrava di aver visto la culona un po’ in difficoltà e le evidenze risultanti dall’ incontro G8, mi pare che siano, non smentite, molto lontane dalle strategie della stessa culona; per questo cercavo di dare una spiegazione del fatto che la C.lliera fosse un po’ abbattuta.

    @Claudio Di Croce

  73. Paolo Venturini

    Il problema vero (che nessuno in questo forum di gente ancorata ad un liberismo ottocentesco ha davvero capito) è che i discorsi su debito pubblico, Merkel, tasse sono tutte idiozie. Addirittura si sente parlare (ancora, ma che palle…) di statali fannulloni, forestali calabresi e ridicolaggini del genere. Come se i problemi veri fossero questi. La vera, unica, devastante realtà è il dominio della finanza speculativa, rappresentata soprattutto dagli amministratori degli hedge funds, per intenderci, gentaglia come Paul Singer: si tratta di una gigantesca associazione criminale che è in grado di spostare capitali più grossi del PIL di molti stati e che può mettere in ginocchio interi Paesi ed economie. Se questi delinquenti non saranno fermati, hai voglia a dire meno tasse, più mercato e cazzatine simili. Ci vorrebbe una Norimberga per poter impiccare questa ripugnante feccia dell’umanità, di gran lunga peggiore di tutti gli Hitler e di tutti gli Stalin messi insieme. Ma tempo che prima scoppierà davvero la III guerra mondiale per colpa loro.

  74. freedom

    “Ci vorrebbe una Norimberga per poter impiccare questa ripugnante feccia dell’umanità, di gran lunga peggiore di tutti gli Hitler e di tutti gli Stalin messi insieme.”

    Posso chiedere all’amministratore del sito di bannare espressioni del genere?
    In nome della teoria delle “broken windows”.

  75. Paolo Venturini

    E perché mai? Anche troppo un processo per siffatti criminali che sono i veri responsabili della crisi. Vogliamo ricordare la Lehman Brothers o la più recente JP Morgan? Cani del genere dovrebbero essere lasciati vivi? Se non sono schiacciati, ci schiacceranno loro, le chiacchiere contano poco…
    Di grazia, lasciate perdere idiozie reazionarie come tolleranza zero, finestre rotte e tutto l’armamentario di stupidaggini del pensiero repubblicano americano. Tolleranza zero solo per i criminali della finanza e per i corifei che essi hanno in ogni Paese. Questi ultimi, tra l’altro, li possiamo individuare subito!

  76. Paolo Venturini

    Dunque bisognerebbe che qualche magistrato spiccasse un mandato di cattura per tutti i responsabili della finanza speculativa e per tutti coloro che li difendono sui giornali e ovunque. L’accusa, per questi ultimi, dovrebbe essere “alto tradimento” contro l’Italia.

  77. Paolo Venturini

    Non sono tollerante con chi specula senza regole e senza controllo. Sono, semplicemente, per la condanna a morte in questi casi. Qui non è questione di critica al libero mercato, ma semplicemente di critica alle degenerazioni speculative di certi aspetti del mercato finanziario. Esiste in italia il reato di usura, ma quello che i grandi amministratori di hedge funds fanno è di molto superiore ai peggiori usurai. E qualcuno ancora la mena con storie ridicole come i forestali calabresi, i dipendenti regionali della Sicilia e cosucce del tutto insignificanti come queste.

  78. Claudio Di Croce

    Tutte le volte che sento o leggo le stupidaggini contro gli ” speculatori ” mi viene sempre in mente il Manzoni e i capitoli dei Promessi Sposi sugli ” untori ” che erano considerati la causa della peste. Mi rendo conto che coloro che vivono alla grande sul lavoro altrui – tutti i dipendenti PA , loro parenti, amici ,membri di cosche mafiose ,mondo politico e suoi servi – sono terrorizzati dall’idea che qualcuno inizi a rendersi conto di cosa costa il mondo pubblico e che un suo drastico ridimensionamento è assolutamente necessario, forestali calabresi, camminatori siciliani , ciechi che guidano a Napoli , dipendenti di comunità montane pugliesi o sarde sul livello del mare e altre schifezze del genere, compresi . Poi parliamo dei comuni di mille persone, delle province inutili , cioè tutte , delle regioni fasulle tipo Molise e altre cose vomitevoli che costano moltissimo e non solo non producono nulla , ma fanno dei danni a coloro che cercano faticosamente di produrre. Vorrei poi sapere come mai gli speculatori non fanno nulla contro Germania, Svizzera , Norvegia, Danimarca , Svezia, Australia, Canadà, e tanti altri paesi simili e se la prendono – in che modo ? me lo spiega ?- comntro i favolosi popoli grecolatini portatori di civiltà millenarie e popolati da fannulloni,ladri e truffatori del nostro tempo.

  79. Paolo Venturini

    Che esista un problema di finanza speculativa è evidente, se ne sono accorti anche in America con il fallimento della Lehman Brothers. Solo che in quel Paese domina un’ideologia selvaggia e bestiale di liberismo assoluto contrario ad ogni forma di regolamentazione dell’economia. E dunque non vedono l’ovvio. E’ ovvio che se il fallimento di una banca di quelle proporzioni mette in crisi l’economia del Paese, essa dovrebbe sottostare a certe regole (la più elementare: separare nel settore bancario le attività commerciali da quelle di investimento). Ma le menti accecate dall’ideologia, si sa, hanno sempre i paraocchi.

  80. Claudio Di Croce

    @Vincenzo N.
    Vorrei trovare i discorsi dei politici degli ultimi quindici anni in cui ce ne sia stato UNO che abbia espresso dubbi sull’euro e paventato gli effetti negativi sulla nostra economia ; non parlo ovviamente solo di Prodi e Ciampi che si sono sempre gloriati di questo loro capolavoro. Adesso quelle stesse persone – senza vergogna – esprimono dubbi o perplessità sull’euro come è stato concepito , sulla BCE che non è prestatore di ultima istanza – cioè che non stampa moneta per nascondere le malefatte politiche -L’unico che ha ancora una incondizionata fiducia nell’euro è il nostro professor Schettino – pardon Senatore a vita Mario Monti – che, come ho già ricordato , pochi mesi fa ha sostenuto che l’esempio greco è la dimostrazione della validità dell’euro. Tornando al default del nostro debito pubblico – che è questo che lei ritiene necessario – io non riesco ad immaginare cosa accadrebbe . Cosa farebbero gli investitori stranieri ? Ci ricordiamo l’Argentina ? e cosa sta succedendo in Grecia ? E lei crede che dopo una batosta simile gli italiani sarebbero ancora più portati a invocare più stato e meno untori , pardon speculatori , o prenderebbero coscienza dei furti , dei saccheggi , dei disastri a ripetizione causati dallo Stato ? Io propendo per la prima ipotesi , come sta succedendo in Grecia.

  81. Vincenzo N.

    @Claudio Di Croce
    Come più volte ci siamo detti io propendo per una svalutazione del debito “naturale”, cioè causata dall’uscita della Germania con una sua nuova moneta. So che lei chiama questo “default”, ma secondo me non lo è. Poi, sull’esito della cosa, è difficile fare previsioni, ma io confido che questo sia l’unico modo peri liberarci della classe politica di cui lei ha enumerato alcuni pregiati esemplari.

  82. Paolo Venturini

    Bisognerebbe prima di tutto fare una rivoluzione culturale. Deve passare il principio che è legittimo e, talvolta, doveroso non pagare i propri debiti. Questo deve valere a tutti i livelli. Non pagare i debiti deve essere considerato giusto prima di tutto sul piano morale. Bisogna cioè buttare a mare il vecchio principio etico dell’onore per cui i debiti si pagano. Si pagano se se ne ha voglia, tempo e possibilità. Se no, nisba. E in culo ai creditori.
    Chiarito questo, l’Italia dovrebbe semplicemente stabilire una ristrutturazione del debito pubblico come fece l’Islanda: i titoli in mano alle banche straniere, agli hedge funds ecc. non saranno rimborsati per nulla. Ecco che il debito cala dal 120% al 70% e sarebbe tutto interno. Dopodiché, non dovendo più pagare interessi per decine e decine di miliardi di euro si potrebbero abbassare le tasse. Dite che l’Europa e compagnia cantante non ci stanno? Benissimo: ma allora questa potrebbe essere una pistola puntata alla testa della culona inchiavabile. Siamo in grado di far saltare il sistema bancario tedesco, perché non usare questa come arma di ricatto? In fin dei conti se tutti son precoccupati della piccola Grecia e delle conseguenze del suo default perché non ricattiamo i Paesi cosiddetti virtuosi minacciando il nostro?

  83. Claudio Di Croce

    @Paolo Venturini
    Leggo che lei scrive in inglese oxfordiano , ma vada a spiegare che i debiti non si pagano ai creditori e cioè ai milioni di italiani che , stupidamente ,si sono fidati dello Stato ladro e truffatore , che lei adora e da cui credo tragga i suoi proventi immagino generosi . Come pensa che sarà possibille chiedere altri soldi in prestito nel futuro ? Lei li presterebbe ? Nella sua foga contro i creditori e a favore dei debitori ladri , lei dice sciocchezze sull’Islanda . Sono stati ristrutturati – cioè non verranno rimborsati se non in parte – i debiti che le banche islandesi poi nazionalizzate si erano fatte con stranieri e islandesi , non il debito pubblico .Ovviamente l’Islanda non si è più presentata sui mercati , a chiedere altri soldi ,la corona non è più praticamente quotata sui mercati con le conseguenze che lei come super economista capirà subito ( pensi all’import del petrolio ) il tenore di vita degli islandesi è sceso del 30% e loro per vivere hanno ripreso a pescare merluzzi .Lei auspica per gli italiani un ritorno ai campi a zappare ? (tranne naturalmente per i sacri dipendenti della PA , che dovrebbero aumentare di numero )

  84. Paolo Venturini

    L’Islanda non se la passa affatto male. E pescare merluzzi (in condizioni moderne, è più dignitoso che darsi alle speculazioni come hanno fatto per anni. E comunque l’idea di non pagare i debiti alle banche straniere può essere un’arma di ricatto formidabile da usare senza indugi. Una pistola contro i rigoristi alla Merkel, per costringerli a cambiare rotta o trascinarli nel baratro. Bisogna essere pronti al baratro, ma sicuramente bisogna trascinarci tutti.
    PS E’ vero, vivo di Pubblica Amministrazione, ma il mio stipendio netto è 5000 euro al mese (e solo perché vivo in una Provincia autonoma), non mi pare di essere un nababbo.

  85. Claudio Di Croce

    @Paolo Venturini
    Premesso che io le Province – e quelle autonome in particolare -le abolirei subito . non si tratta di non pagare i debiti verso le banche , ma di non pagare i debiti tout court , nei confronti anche dei creditori privati , con le conseguenze che ho descritto . Immagini che una classe politica che la pensa come me andasse al potere e dicesse : da domani aboliamo le province e non paghiamo più i debiti verso i dipendenti , cioè li licenziamo . Cioè facciamo verso le persone come lei quello che lei auspica nei confronti dei creditori del debito pubblico : lei cosa direbbe ?
    Spero che lei non citerebbe i servizi che le province fanno nei confronti dei più deboli , cioè quella frase imbrogliona e ladra : molti ormai hanno capito che la stragrande maggioranza del mondo pubblico non fa altro che i PROPRI interessi .

  86. Marco Tizzi

    Claudio Di Croce :
    @Paolo Venturini
    Premesso che io le Province – e quelle autonome in particolare -le abolirei subito . non si tratta di non pagare i debiti verso le banche , ma di non pagare i debiti tout court , nei confronti anche dei creditori privati , con le conseguenze che ho descritto .

    Il default si può fare come si vuole: così come la Grecia ha escluso dal default la BCE si può escludere dal default i risparmatori privati.
    E’ una scelta.

    Penso che la via del default (inteso come ristrutturazione) sarebbe stata una buona idea prima di entrare nell’Euro, adesso è difficile.
    Certo è che non si possa paragonare un debito accumulato in 150 anni come quello italiano (e francese) con uno accumulato in 65 come quello tedesco.

    Faccio inoltre notare che comunque il default è un’opzione scontata dai mercati finanziari, altrimenti non avrebbe senso il concetto di interessi.
    Sul quale, per inciso, ci sarebbe da fare qualche ragionamento.

  87. Giordano

    E’un Europa costruita male, senza che, nella maggior parte dei casi, sia stato chiesto ai cittadini se erano d’accordo a perdere gran parte delle liberta’ che sentivano come naturali. Quanto, poi, ai tedschi, alzi la mano chi non ha visto nella nascita dell’euro un remake, imbellettato come una vecchia signora che non si arrende al passare del tempo, della loro ansia di dominio. Personalmente preferirei essere meno ricco ma piu’libero di scegliere il mio futuro. E senza un patto si, ma fra le persone ed i popoli, non fra gli euroburocrati, da questo macello nel quale ci ha trascinato una visione solamente economicistica della vita, non si esce….

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