8
Apr
2010

Il federalismo polis-centrico. Di Mario Unnia

Riceviamo da Mario Unnia e volentieri pubblichiamo.

Quale il ruolo di Milano in una Lombardia schiacciata, come un tramezzino, tra Piemonte e Veneto animati da un forte protagonismo? Si potrà ancora parlare di un primato di Milano, ovvero di una sua egemonia sull’intero Nord? Per rispondere giovano alcune riflessioni proprio sul federalismo di cui si farà un gran parlare nei prossimi mesi.

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7
Apr
2010

Di avidi petrolieri, giornali disinformati, e consumatori fessi

La consueta polemica pasquale tra le associazioni dei consumatori e le compagnie petrolifere segna, oggi, un deciso scarto rispetto al comune svolgimento. La stizzita risposta che il direttore del Corriere della sera, Ferruccio De Bortoli, dà a una lettera (per ora non resa pubblica) ricevuta dal presidente dell’Unione petrolifera, Pasquale De Vita, è una brutta pagina di giornalismo. Infatti, due piani sembrano sovrapporsi, a detrimento della trasparenza e della correttezza dell’informazione.

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7
Apr
2010

Per Comcast una vittoria di Pirro?

Un’importante sentenza potrebbe rivoluzionare i termini del dibattito sulla neutralità della rete negli Stati Uniti. Secondo la Corte d’Appello del District of Columbia, la Federal Communications Commission abusò dei propri poteri nel sanzionare Comcast, allorché emerse – nel 2008 – che il provider aveva limitato la velocità di connessione di alcuni abbonati. Secondo i giudici, la normativa vigente non legittima un intervento da parte del regolatore sulle pratiche di gestione del network.

Il provvedimento dev’essere senz’altro accolto con soddisfazione dai sostenitori della libertà della rete, ma rischia d’innescare reazioni perverse. Il sostegno politico per un controllo pubblico sulle pratiche di gestione delle compagnie è lievitato ben oltre gli uffici della FCC. Lo stesso Obama ha promosso apertamente l’idea e potrebbe ora optare, con il coinvolgimento del Congresso, per una più radicale regolamentazione della materia.

Se è vero che Comcast si è aggiudicata una battaglia assai significativa – anche per il valore simbolico del caso – l’esito della guerra è tutt’altro che scontato e lo schieramento di vincitori e vinti potrebbe mutare repentinamente qualora l’Amministrazione decidesse di schierare l’artiglieria pesante.

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6
Apr
2010

Civitavecchia: la tragedia, la farsa

Ogni “morte bianca” è una tragedia. La scomparsa di Sergio Capitani, l’operaio travolto da un’esplosione nella centrale di Civitavecchia, non avrebbe mai dovuto verificarsi. Se si sia trattato di incidente imprevedibile, o di lacune nei sistemi di sicurezza, lo stabilirà la magistratura: se qualcuno dovrà pagare, lo farà. Questo non restituirà Capitani alla sua famiglia, ma impedirà che altri facciano la sua fine. Il modo migliore di rendere omaggio alla sua memoria è questo: imparare dagli errori commessi, per non commetterli mai più. C’è però anche un modo per calpestare il suo ricordo: strumentalizzarlo a fini politici.

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6
Apr
2010

Borsa Italiana-LSE, la colpa è delle nostre banche

Ha perfettamente ragione Alberto Mingardi. La grande stampa corre il rischio di alimentare l’ennesima polemica a vuoto, sulle recenti vicende che interessano la Borsa italiana. Si è letto infatti che la defenestrazione di Massimo Capuano dal ruolo di deputy ceo del London Stock Exchange, il mercato londinese con cui quello italiano si è fuso nel 2007, sarebbe una storia in cui convergono tre errori: quello dello Stato, quello degli azionisti, e in definitiva quello del sistema-Paese. A scriverlo è stato il Corriere della sera, non proprio un peso leggero nella stampa italiana. E allora forse è il caso di controbilanciare questa lettura con un punto di vista – il nostro – che è diverso Read More

6
Apr
2010

Borsa Italiana-LSE, un matrimonio che non s’aveva da fare?

Da sabato santo, il Corriere della sera è impegnato in una battaglia per l’ “italianità” di Borsa Italiana, che fa parte del London Stock Exchange. La battaglia ha di per sé contorni paradossali: in buona sostanza, gli “italiani” accusano gli “inglesi” di nazionalismo, per aver scelto un CEO francese (Xavier Rolet).
Il casus belli è l’uscita di scena di Massimo Capuano, presidente ed amministratore delegato di Borsa Italiana (poi Deputy CEO dell’LSE) che ne ha guidato prima la trasformazione dal “ministero” che era in un’impresa capitalistica, e poi ha condotto in porto il deal con Londra. Il fuoco di fila è stato aperto da Stefano Micossi, importante economista e direttore generale di Assonime, l’associazione che riunisce le società quotate. Per Micossi, “la sostanza di quello che è accaduto è che il management di Borsa Italiana si è venduto la Borsa italiana con l’ acquiescenza, a quel tempo, degli azionisti bancari che non hanno capito cosa stesse accadendo”. Micossi era stato, anni fa, fra i sostenitori dell’integrazione di Borsa Italiana nel circuito Euronext salvo esprimere parere positivo anche sulla fusione con Londra. Read More