18
Apr
2010

SEC Vs. Goldman Sachs… perfect timing (Update)

Come ipotizzato nel post precedente il Presidente degli Stati Uniti prende la palla al balzo e dichiara, attraverso il blog della White House (QUI), la necessità dell’approvazione della riforma finanziaria in tempi brevi. Nei cinque minuti del filmato Obama sottolinea l’importanza di difendere il “taxpayer” e il legame forte esistente tra il partito dei Repubblicani e le lobbies di Wall Street. In estrema sintesi: la “guerra” tra Main Street e Wall Street è entrata nel vivo. Read More

17
Apr
2010

Fiumicino: il prezzo di una liberalizzazione inadeguata

Un esempio di quanto sia grave non liberalizzare il servizio pubblico locale? Non ce n’è uno migliore di quello rappresentato dall’aumento della tariffa per il treno regionale che collega l’aeroporto di Roma Fiumicino con il centro della capitale: il Leonardo Express. Di ingegnosità questo treno non sembra avere solo il nome, ma anche il modo di incrementare le tariffe.
Il costo del biglietto di questo treno che impiega circa 30 minuti per collegare l’aeroporto intercontinentale e la Stazione Termini senza soste è aumentato da 11 euro a 14 euro, 3 euro, quasi il 30 per cento.
In tale tratta, che non si differenzia certo per la velocità, per i servizi di bordo (non è presente nemmeno una presa della corrente ai posti a sedere e l’aria condizionata non sempre funziona) e per treni nuovi, tale aumento della tariffa sembra davvero molto difficile da accettare.
Inoltre, prima vi era la concorrenza del treno regionale che collegava il centro di Roma (non Termini) con numerose soste per 5 euro 50 centesimi, ma anche questa tariffa è cresciuta vertiginosamente. La tariffa infatti è salita di oltre il 40 per cento, arrivando a 8 euro per il tragitto.
Tali tariffe non sarebbero scandalose se dietro ad un tale aumento vi fosse una logica di mercato, ma così non è. Read More

17
Apr
2010

SEC Vs. Goldman Sachs… perfect timing

Con un comunicato, tanto sobrio quanto efficace, sul proprio sito internet la Securities and Exchange Commission (SEC) accusa la banca Goldman Sachs di frode. I fatti risalgono al 2007, il capo di accusa è appunto frode. Sostanzialmente la SEC contesta alla banca statunitense la poca trasparenza utilizzata nella vendita ad operatori istituzionali di un CDO (Collateralized Debt Obligation) denominato ABACUS 2007-AC1. A quanto pare la costruzione di questo prodotto finanziario (il cui sottostante erano mutui subprime cartolarizzati, RMBS ovvero Residential Mortgage Backed Securities) era finalizzata alla possibilità per l’Hedge Fund Paulson & Co. di scommettere contro un credit event di questo veicolo (posizione corta tramite credit defualt swap). Più le note perdevano valore, più l’hedge fund ci guadagnava. Sempre secondo le stime della Sec sembra che gl investitori istituzionali abbiano perso $ 1 miliardo dall’operazione. Read More

17
Apr
2010

La riforma degli enti lirico-sinfonici

Vista la situazione di emergenza cronica degli enti lirico-sinfonici, era da tempo che si vociferava di un decreto legge preparato dal ministro Bondi. Ieri questo decreto ha fatto la sua comparsa durante il canonico consiglio dei ministri del venerdì. Dopo una riforma che ha trasformato gli enti lirici in fondazioni (correva l’anno 1998), i numerosi passivi di bilancio realizzati, i conseguenti commissariamenti e le giustificate polemiche, era inevitabile cercare di porre un argine al dissesto del nostro settore lirico-sinfonico.
La “privatizzazione” degli enti lirici avrebbe dovuto conferir loro l’autonomia necessaria per quanto riguarda gli aspetti culturali ed artistici. Nello stesso tempo, si è cercato di renderle sempre meno dipendenti dalle sovvenzioni statali, coinvolgendo maggiormente nuovi finanziatori privati. La realtà ci dice che nessuno di questi due obiettivi è stato centrato, di qui le difficoltà che si sono palesate in questi anni. Read More

16
Apr
2010

Finanza pubblica. Come siamo, come eravamo

Il bollettino economico n. 60 della Banca d’Italia, pubblicato l’altro ieri, riporta i dati dettagliati del conto consolidato 2009 delle Amministrazioni Pubbliche ed essi sono persino peggiori di quelli comunicati dall’Istat lo scorso 2 aprile (vi sono lievi differenze metodologiche). A complemento del mio precedente post in tema di finanza pubblica, è utile riportare i valori 2009 in rapporto al Pil delle principali grandezze e saldi individuando per ognuna il precedente periodo in cui furono altrettanto peggiori. 

Spesa pubblica/Pil= 52,5% (non era così elevata dal 1996; nel 2008 solo Francia e Svezia tra i paesi dell’U.E. hanno registrato un valore più elevato))

Spesa pubblica al netto degli interessi/Pil=47,8% (non è mai stata così elevata nella storia della repubblica)

Entrate pubbliche totali/Pil=47,2% (nella storia della repubblica sono state più elevate solo nel 1997 ma servivano a superare l’esame di ammissione all’euro)

Pressione fiscale=43,2% (nella storia della repubblica solo nell’anno 1997 è risultata più elevata di ora col 43,7%)

Disavanzo pubblico/Pil=5,3% (non era così elevato dal 1996, anno in cui si attestò al 7%)

Avanzo primario/Pil=-0,6% (è tornato su valori negativi per la prima volta dal lontano 1990)

Avanzo corrente/Pil=-2% (è tornato su valori negativi per la prima volta dal 1997 )

Debito pubblico/Pil= 115,8% (per trovare un dato simile con trend in crescita bisogna tornare al 1993, anno in cui si attestò al 115,7%; invece nel 1998 ha riattraversato la linea del 115% ma questa volta con trend discendente).

E’ anche vero che il 2009 è stato l’anno della peggiore recessione dal dopoguerra, tuttavia valori simili non ce li possiamo proprio permettere e dovremmo preoccuparcene molto di più di quanto stiamo facendo.

16
Apr
2010

Il Senato fa una doccia fredda all’isterismo climatico

Il Senato ha approvato, mercoledì, una mozione con primi firmatari Antonio D’Alì (presidente della Commissione Ambiente) e Guido Possa (presidente della Commissione Istruzione) che impegna il governo a muoversi, presso l’Unione europea e le Nazioni unite, per ottenere una maggiore razionalità nelle politiche climatiche. Il punto di partenza è lo scandalo del climategate, ossia lo scandalo delle email in cui alcuni scienziati con un ruolo chiave nell’Ipcc discutevano di come far apparire l’evidenza più catastrofista. L’approvazione della mozione è un segno di vitalità da parte delle istituzioni parlamentari, e anche una dimostrazione che nel muro di gomma dell’ambientalismo ideologico si stanno aprendo delle crepe. Non mancano, però, aspetti controversi.

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16
Apr
2010

Si torna a parlare di caccia. Ma il problema sono i diritti di proprietà

Come agricoltore e titolare di una azienda agrituristica, sono spettatore abbastanza interessato del dibattito seguito all’approvazione in commissione agricoltura dell’emendamento che autorizza le regioni ad allungare il calendario venatorio oltre i limiti attuali (1 settembre – 31 gennaio). In particolare appaiono sensate le obiezioni di chi, come il ministro Brambilla, si preoccupa che la possibilità di estendere al mese di agosto (oltre che febbraio) la stagione della caccia possa avere ricadute negative sul turismo rurale.

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15
Apr
2010

Addio a Giorgio Bianco, uomo senza guinzaglio

Martedì pomeriggio un infarto ha ucciso Giorgio Bianco. Rubo il titolo di questo post a Leonardo Facco, autore di un ricordo commosso di quello che, per noi, è stato un grande compagno di strada. Quello che mi ha sempre colpito di Giorgio è la pazienza con cui sapeva approfondire i temi che, di volta in volta, erano al centro della sua attenzione. Il libriccino di cui Leo ha riportato l’introduzione, Elefanti al guinzaglio, così come gli altri suoi scritti – l’invettiva contro il politicamente corretto, la sua vivisezione del mondo sindacale nel Libro grigio del sindacato, il Briefing Paper sull’acqua che aveva preparato per l’IBL, e tutto il resto – denotano tutti una non banale capacità di saper costruire una bibliografia, e saperci sguazzare dentro. Giorgio, insomma, era uno che conosceva le cose di cui scriveva – sennò, non ne scriveva.

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15
Apr
2010

E’ difficile decidere

Secondo l’economista Richard Koo, il Giappone non è entrato in depressione negli anni Novanta, ma ha soltanto sperimentato una crescita nulla, perché aveva capito dov’era il problema. Possiamo, con linguaggio colorito, chiamare il problema lo «sciopero del debitore». In altre parole, nessuno in Giappone voleva del credito, qualunque fosse il tasso d’interesse praticato, perché doveva rendere il troppo debito che aveva cumulato.

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