3
Apr
2010

L’astensione non conta. Ma potrebbe almeno “costare”

Se non avessi avuto una questione personale con l’assessorato all’agricoltura della regione Lazio, l’offerta politica dei maggiori partiti alle ultime elezioni regionali non sarebbe stata sufficientemente stimolante da indurmi a votare. Nel mercato, astenersi dall’acquisto di un bene o dall’uso di un servizio, anche se questo non significa necessariamente optare per un altro bene, o un altro servizio, comporta sempre delle conseguenze sulle scelte economiche e commerciali di chi produce quel bene, o di chi offre quel servizio. Tutto abbastanza ovvio.

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1
Apr
2010

Fidenato (per ora) non ce l’ha fatta. Eppure ha ragione

Non è andata bene. Oggi, primo aprile, l’udienza definitiva tenutasi presso il Tribunale di Pordenone si è conclusa con un insuccesso per Giorgio Fidenato, l’imprenditore agricolo e responsabile dell’associazione di categoria Agricoltori Federati che sta conducendo la sua “buona battaglia” contro il sostituto d’imposta, ossia contro l’obbligo per ogni datore di lavoro di trattenere le imposte per conto dei dipendenti e versarle all’Erario. Read More

1
Apr
2010

Scusi, sa dov’è via Hayek?

Chi è nato e cresciuto nei paesi del socialismo reale in salsa emiliana ha familiarizzato da subito con i “santini” del PCI: Marx, Gramsci, Togliatti, ecc. Bastava alzare un attimo lo sguardo per constatare che la toponomastica cittadina non lasciava spazio al dubbio: l’amministrazione locale non poteva che essere “rossa”. Non so se esista una storia della toponomiastica italiana, ma credo sarebbe di un certo interesse. Per capire l’influenza delle varie dottrine di pensiero sui territori che compongono la nostra Penisola, basterebbe dare un’occhiata a chi sono intitolate le vie che attraversiamo. Read More

1
Apr
2010

Tim, Vodafone, Wind e 3: squilli a pagamento da luglio

UPDATE Come ha svelato nei commenti il bravissimo Diego Perin, si trattava di un pesce d’aprile. Mi scuso con i commentatori che l’avevano capito prontamente e che ho dovuto zittire per non rovinare il gioco. I loro commenti sono ora stati autorizzati. Agli altri segnalo, con un sorriso, che il tag “boccaloni” avrebbe dovuto metterli in guardia. La morale è la solita: guardatevi dai regolatori fantasiosi, perché legittimano le risposte più grottesche del mercato.

***

Ogni commento è superfluo.

Tim, Vodafone, Wind e 3: squilli a pagamento da luglio. Le compagnie telefoniche replicano all’Eurotariffa

31 marzo, 17:13

(ANSA) – MILANO, 31 MAR -Le quattro compagnie di telefonia mobile operanti nel territorio italiano, Tim, Vodafone, Wind e H3G hanno diramato un comunicato congiunto in cui annunciano le nuove modalità di tariffazione in vigore dal 1 luglio 2010. Il traffico voce verrà conteggiato a partire dal primo squillo e non più dal momento in cui il ricevente risponde. Il comunicato recita: “il collegamento, anche senza conversazione, ha un costo per le compagnie non più trascurabile oggi che lo ‘squillo’ è divenuto un metodo di comunicazione diffuso. Nel momento in cui l’Unione Europea emana una direttiva che pone tetti massimi di prezzi per i servizi di sms, adducendo a motivazione una sproporzione tra costi effettivi e tariffe, le compagnie si vedono loro malgrado costrette ad addebitare al cliente il costo reale effettivo dello squillo che finora era offerto gratuitamente”.

[HT: Atroce]

1
Apr
2010

Il presidente perforatore

L’inattesa apertura del presidente americano, Barack Obama, alla ricerca petrolifera e di gas al largo delle coste atlantiche e dell’Alaska ha spiazzato molti tra i suoi sostenitori e avversari. La sinistra ecologista denuncia il tradimento della battaglia no-triv; la destra petrolifera rilancia perché la Casa Bianca non ha fatto abbastanza. In realtà, gli uni e gli altri rischiano di sottovalutare la portata di questa mossa (le cui implicazioni sono invece colte con attenzione in prima pagina sul Foglio).

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31
Mar
2010

Benzina tedesca

Ogni anno la stessa storia. Sui prezzi della benzina si dice tutto e il contrario di tutto e il populismo delle associazioni dei consumatori pare non ammettere freni. Ciò vale tanto per il nostro paese, quanto per la Germania. Nei giorni scorsi è stato addirittura il Ministro dell’economia, il liberale (sic) Rainer Bruederle, a scagliarsi contro le compagnie petrolifere, minacciando il ricorso all’Antitrust (che si palesa così anche in questo caso come uno squisito mezzo politico di intervento pubblico), se le società del settore dovessero aumentare i prezzi in occasione delle feste pasquali. Per il blog della Friedrich Naumann Stiftung, Steffen Hentrich, che si occupa di energia e ambiente, fa il bilancio di questa odiosa e reiterata campagna, che mette in luce l’analfabetismo economico (o forse la malafede?) di buona parte della classe politica. In questo senso non possiamo che accogliere l’invito di Mario Seminerio per l’insegnamento fin dalle elementari delle curve di domanda e offerta.

31
Mar
2010

O’Driscoll su tasse e spesa pubblica

Mesi fa pubblicai un articolo in cui affermavo che il problema centrale per un liberale è la spesa pubblica, e non le tasse: un taglio delle tasse senza cambiamenti nella spesa non implica un aumento della quantità di risorse a disposizione del settore privato, ma solo un incentivo a sprecare risparmi emettendo debito pubblico o creare inflazione monetizzandolo.

Gerald O’Driscoll, uno dei “macroeconomisti austriaci” più importanti in circolazione ed ex vicepresidente della Federal Reserve di Dallas, fa lo stesso ragionamento su Coordination Problem:

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29
Mar
2010

Con Volvo a Geely, Ford fa sgambetto a VW

Per capire come e perché la Ford abbia venduto la Volvo ai cinesi di Geely bisogna dare un’occhiata al mercato mondiale dell’auto. Numeri alla mano, si capisce che nella cessione americana ai cinesi della casa svedese convergono tre tendenze di fondo. La prima ha a che vedere coi redistribuiti pesi mondiali, tra i tre grandi macromercati. La seconda, col mercato interno cinese. La terza, con la profittabilità generale di chi vuole stare nel grande gioco mondiale delle 4 ruote. La sintesi è: Ford ha fatto un sgambetto a Volkswagen,  ha scelto il più intrapredente tra i made in China, e complica la vita a chi vuol essere grande senza vendere a Pechino. Read More