8
Apr
2010

Daimler, Renault e Nissan: i dubbi su un’alleanza necessaria

A distanza di 24 ore dall’annuncio di accordo tra Renault-Nissan e Daimler è possibile fare delle riflessioni a freddo.

Lo scambio azionario del 3,1 per cento tra le due case automobilistiche è certamente importante, ma lo sono ancora di più le sinergie che i gruppi potrebbero beneficiarne.

La complementarietà tra i franco-giapponesi e i tedeschi è evidente; Renault – Nissan è un gruppo generalista, che non è mai riuscito a “sfondare” nei segmenti più elevati del mercato automotive. Sono famosi gli insuccessi della casa automobilistica francese nei segmenti premium. Renault, infatti, non è mai riuscita ad emulare i successi tedeschi di Audi, BMW e Mercedes e anche dopo l’acquisizione di Nissan e del marchio Infiniti, poco è cambiato.

Il gruppo guidato da Carlos Ghosn ha dalla sua parte invece una forte presenza nel mercato europeo e nel mercato giapponese, grazie alla partecipazione del 44 per cento di Nissan. La casa automobilistica giapponese ha a sua volta il 15 per cento di Renault e risulta essere il secondo azionista dietro la Stato Francese.

E proprio il governo guidato da Nicolas Sarkozy non sembra aver avuto un ruolo secondario in questo processo di creazione di nuova alleanza con i tedeschi di Daimler.

Un’azienda molto statale ha annunciato l’accordo a Bruxelles, sede del potere Europeo. L’alleanza ha avuto certamente anche un appoggio anche da parte di Angela Merkel, la Cancelliera tedesca e la “nuova” casa automobilistica sembra seguire l’asse franco-tedesco.

Certamente non è tutta politica quella che spunta dietro a questo importante accordo.

Daimler aveva la necessità di crescere nel mercato generalista, in quanto aveva livelli di vendita molto bassi, poco superiori a 1,5 milioni di veicoli l’anno. Tale dimensionamento era troppo piccolo per poter competere in un mercato molto globale come quello dell’automotive. Il gruppo tedesco ha inoltre accumulato una serie d’insuccessi nei segmenti inferiori come è stato il caso della Smart. Nonostante le perdite di oltre 2 miliardi di euro nel 2009, la casa automobilistica era stata capace di globalizzarsi, come dimostra il successo del marchio Mercedes.

Quali sono i punti forti di questa alleanza? Certamente la complementarietà potrebbe essere un grande punto di forza, se le due aziende saranno in grado di prendere il meglio dal nuovo partner. Le eventuali sinergie per oltre 5 miliardi di euro sono importanti, cosi come è importante l’utilizzo di una piattaforma comune e motori comuni per i segmenti inferiori (A e B).

Ci potrebbero essere delle sinergie anche nello sviluppo dell’ibrido e per i veicoli commerciali. Un altro punto a favore di questo accordo riguarda un manager: Carlos Ghosn è già stato in grado di portare a termine un’importante processo di ristrutturazione in Nissan e d’integrazione tra la casa automobilistica giapponese e Renault.

Valutando a freddo questa “fusione” rimangono tuttavia diversi punti di dubbio. Daimler, nel 1998, aveva già provato a fondersi con Chrysler, salvo poi avere un ripensamento dovuto alle enormi perdite che il gruppo americano le aveva causato.

La cultura differente di Chrysler e la differenza nel posizionamento degli americani avevano causato un’impossibilità di raggiungimento delle sinergie previste.

Passare dalle parole dell’accordo ai fatti delle sinergie è estremamente difficile, così come è difficile prevedere se le due aziende saranno in grado di prendere il meglio dal nuovo partner.

La strategia adottata da Renault-Nissan e Daimler comunque va nella giusta direzione. Nel mondo sempre più globalizzato dell’automotive è essenziale concentrarsi per poter avere quelle economie di scala necessarie.

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