9
Feb
2012

Che fine ha fatto la delega fiscale? C’è qualche liberale?

Dal numero odierno di  Panorama

Appello ai liberali in Parlamento, e – se tra loro esistono, anche a eventuali liberisti antistatalisti (non sto parlando di Antonio Martino, ovvio). Fate la cortesia, non fatevi prendere per l’ennesima volta di sorpresa. Cercate di capire che dopo le quattro manovre triennali approvate nel 2011 per  81,4 miliardi di euro di cui quasi all’80% solo da nuove tasse, c’è un’unica vera grande occasione per ribaltare il vampirismo fiscale. E’ l’esercizio della delega fiscale che questo governo eredita dal governo precedente. Doveva sfoltire e abbattere i 720 bonus dai quali lo Stato incassa 253 miliardi in meno l’anno.  83 miliardi sono stati “blindati” dai tecnici, perché eviterebbero doppie imposizioni, garantirebbero l’ordinamento comunitario, o ancora i principi costituzionali. Su questo, liberali in Parlamento, fossi in voi andrei bene a controllare: in molti casi non mi pare proprio.

Il lavoro tecnico è stato compiuto dalla commissione che Tremonti affidò  a Vieri Ceriani della Banca d’Italia. Oggi è sottosegretario all’Economia. A lui Monti ha affidato l’intera partita della delega. Ma ne è stata annunciata un’altra, tre settimane fa: non ho capito su che base, visto che la delega ereditata è la più colossale occasione per ridisegnare l’intero complesso del welfare e degli aiuti pubblici agli “amici degli amici”. Quel che ho capito della nuova delega non mi è piaciuto,  “equità” e “perequazione”, il mantra di chi crede allo Stato distributore. Noi vogliamo invece non ostacoli la crescita.

Il Parlamento aveva promesso lavori preparatori sul tema in pochi mesi, altrimenti a ottobre sarebbero scattati tagli lineari di finanza pubblica. Monti ha sostituito ai tagli lineari l’aumento dell’IVA dal 21% al 23% e dal 10 al 12%, sempre da ottobre, se i 170 miliardi di detrazioni e deduzioni non coprono il gettito equivalente. I tecnici attuali sono keynesiani e statalisti, vogliono solo recuperare altro gettito allo Stato. Le sovrapposizioni tra fisco e stato sociale, su cui ha lavorato la commissione presieduta da Mauro Marè, sembra non interessare più nessuno. E il governo con il decreto salva-Italia si è data anche la facoltà di indicare entro maggio il  nuovo ISEE, l’indicatore di capacità del contribuente che dà diritto a tariffe agevolate e sconti.

State attenti, residui liberali. O siete capaci di incalzare da subito il governo, avete pronta in parallelo una spending review che abbatta spesa pubblica e tasse di 5-6 punti di Pil in un quinquennio come ha fatto la Germania tra 2002 e 2008, e vi affiancate  una proposta secca di riarticolazione di bonus fiscali solo a favore di famiglia, lavoro e impresa. Oppure i tecnici statalisti e keynesiani vi uccelleranno ancora una volta e definitivamente in questa legislatura. E avremo ancora più Stato e più gettito per lui.

“Quando gli scopi del governo sono snaturati e la libertà pubblica è manifestamente posta in pericolo, e tutti gli altri mezzi di correzione sono inutili e vani, il popolo può e di diritto deve riformare il vecchio governo o stabilirne uno nuovo. La non resistenza contro il potere arbitrario e contro l’oppressione è assurda, da schiavi e distruttiva del bene e della felicità dell’umanità”. Costituzione del New Hampshire, articolo 10. Sante parole!

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21 Responses

  1. Eppure ho sempre la sensazione che questo governo piaccia, poche critiche su mass media, o non così evidenti, come mai?
    Forza Oscar, non demorda!

  2. Alberto P.

    Totalmente d’accordo con Oscar, spero davvero che ci sia un colpo di frusta su questo fondamentale tema dalla pattuglia liberale!! E’ l’unica occasione di questa legislatura.

    Saluti

    Alberto

    P.s.
    Lo ripeto..Oscar candidati o fai in modo di aggregare o una nuova formazione davvero liberale o di scuotere il Pdl a tornare sulle sue posizione orginarie forziste… cioe’ che Antonio Martino torni davvero a guidare l’agenda economica del partito come fece nel 1994!! Purtroppo all’epoca consigliato male da Milton Friedman non accetto l’incarico offertogli da Berlusconi a Ministro dell’Economia (conseguenza naturale visto che aveva scritto l’80% del programma di Forza Italia)…e allora Berlusconi diede l’incarico a Tremonti…inizio di tutte le rovine…

    P.p.s
    Non ho capito il riferimento di Oscar ad Antonio Martino…forse nel senso che lui sicuramente non e’ un “eventuale” liberista antistatilasta, ma lo e’ di sicuro?

  3. Lino

    Ci hanno appioppato l’euro per distruggere ogni possibilità di teoria keynesiana e qua ancora si parla di poco liberismo? Vediamo adesso come risolveranno il problema della disoccupazione e della deflazione senza Keynes.

  4. Vincenzo

    Ma ci sono i Liberali in parlamento? io non ne vedo. Nemmeno cercandoli dove dovrebbero essere (nel PdL, immagino). Per ora una manina sapiente guida l’informazione e ha deciso che alcune cose devono essere fatte, poi un giorno ci lasceranno votare, e quando oltre a Rutelli avranno spazzato via buona parte della vecchia politica – come all’inizio degli anni 90 – ci consentiranno di scegliere fra quelli che avranno risparmiato. Fra questi ultimi e fra i Sindaci, che si stanno preparando. Per questo Giannino, si prepari anche Lei, sarebbe il primo Liberale in parlamento!

  5. michele

    Parole sante Oscar, questi signori stanno facendo di tutto meno la cosa più ovvia che c’era da fare: riformare le spese dello Stato.

  6. Paolo

    Condivido in pieno il pensiero di Oscar, anch’io speravo nella delega fiscale per la riduzione della spesa pubblica, ma visto come si stanno mettendo le cose prepariamoci ad un ulteriore aumento dell’IVA…….sempre più tasse e la spesa pubblica non si taglia purtroppo!

  7. fabio

    La vera novità sarebbe una roadmap verso uno Stato che spaccia qualsiasi richiesta verso i propri cittadini come legittima, definendo chi non la pensa come loro efferato ladro. I sostenitori di questo minority report sono tacciati di disfattismo. I soldi si sono mangiati la politica, che li usa per alimentare la fornace della propria sopravvivenza. Un mezzo potrebbe essere quello togliere loro l’acqua dove sguazzano, i soldi. Ma quale politico teorizzerebbe la propria fine, quale tiranno la propria abdicazione.
    Non vedo in questo governo gli dei dell’olimpo che tutti osannano. Come in 1984, confondo i volti dei maiali con quelli degli uomini. Forse un default sarebbe stato più salutare.

  8. fabio

    Se la vera novità è un Governo con una roadmap che spaccia qualsiasi richiesta verso i propri cittadini come legittima, definendo chi non la pensa come loro efferato ladro, allora io sono contro. Inutile dire come in questo momento i sostenitori di questo minority report sono tacciati di disfattismo. I soldi si sono mangiati la politica, che li usa per alimentare la fornace della propria sopravvivenza. Potremmo pensare che togliere loro l’acqua dove sguazzano, i soldi, potrebbe arginarli. Ma quale politico teorizzerebbe la propria fine, quale tiranno la propria abdicazione?
    Non vedo in questo governo gli dei dell’olimpo che tutti osannano. Come in 1984, confondo i volti dei maiali con quelli degli uomini. Forse un default sarebbe stato più salutare.

  9. adriano

    Non si preoccupi Giannino.Tutti gli organi di informazione e le fonti internazionali concordano sull’effetto risolutivo delle impressionanti riforme strutturali del governo italiano sui taxisti.In pochi mesi Mago Merlino e Maga Magò hanno trasformato l’Italia da problema in soluzione.Saremo la locomotiva che trascinerà il mondo fuori dalla crisi,verso l’infinito ed oltre.Personalmente rimango in attesa dell’esito dell’OPA ostile sulla Grecia,per avere un’idea del nostro destino.Francamente visto gli stupefacenti risultati ottenuti,non capisco perchè nessuno proponga di spostare colà la nostra corte dei miracoli per la soluzione finale.

  10. Emilio

    C’è qualche liberale?
    Tre sono le condizioni necessarie della democrazia:
    1) Poter cambiare chi comanda;
    2) Poter determinare la spesa (fiscale) o gli incrementi/decrementi di spesa (fiscale);
    3) Poter esprimere e divulgare il proprio pensiero.
    Sì, potere, come l’etimologia di democrazia significa.
    In Italia, per il numero elevato dei giornalisti, sembra realizzata solo l’ultima condizione, ma l’unica voce liberal-democratica è solo quella di Oscar Giannino.
    Resistiamo per l’Uomo, resistiamo agli schiavisti, oggi idolatri degli organigrammi (ordinamento statuale) e dei codicilli, ieri dei vitelli d’oro e degli dei.

  11. LucaS

    X Giannino
    I liberali in parlamento non ci sono! Perciò bisogna portarceli facendo il prima possibile il tea party e nel frattempo sperare che l’Italia finisca commissariata dal FMI… loro si che sanno come trattarle le Camusso e gli statali di turno!

  12. Marcello

    Illustre Oscar,
    la riflessione casca a fagiolo…proprio oggi ho cancellato il blog del prof Martino dai “preferiti”!
    No…in parlamento di liberali non ce ne sono o almeno tacciono!!!
    Saluti

  13. Stefano

    ….quando la nava affonda bisogna agire in fretta (e questo hanno fatto i TECNICI anche se l’affondamento era forse più virtuale, mediatico, finanziario-politico, internazionale che reale).
    Ora, però, visto che una rottura c’è stata, cerchiamo di fare le cose per bene e, analizzando come e perchè lo Stato Italiano ha per decenni speso più di quanto fosse effettivamente sostenibile e chi ha, in questi 30-40 anni, beneficiato troppo di questa spesa in eccesso, spalmiamo i sacrifici sulla base di queste considerazioni e, soprattutto, riduciamo con lo stesso criterio la spesa non sostenibile.
    Tutto questo, poi, deve essere accompagnato da una più generale considerazione su cosa debba essere l’obiettivo della politica: si parla tanto di crescita, ma che crescita ? Verso cosa ? Per chi e per che cosa ? Torniamo a domandarci quale deve essere il modello …. negli anni ’60 i Kennedy parlavano di nuova frontiera, di felicità e non solo di PIL, possibile che in 40 anni siamo riusciti solo a far collassare un mondo multidimensionale in un mondo nel quale l’unica categoria è il denaro e in questa globalizzazione l’unica variante che ci è concessa è se considerare l’unità di misura Euro, Dollaro o Sterlina ? E’ il momento di riattivare lo spirito libero, riunire diverse filosofie (liberali, cattolici, socialisti, LaTouche-iani,….) e pensare all’Uomo ed al suo futuro, ad un nuovo Umanesimo per il III millennio ed in questo percorso, la nostra vecchia Europa, se solo riesce a scrollarsi di dosso la teutonica mania di procedere ciecamente a testa bassa senza neppure dubitare un attimo (sia lode a Russell) può ancora dire e fare molto. Non crede ?

  14. Augusto Albeghi

    Sono d’accordo sul fine di Giannino ma non sui mezzi:

    – voglio che lo stato mi tuteli nella malattia e nella vecchiaia, indipendentemente da chi sono e cosa ho fatto.
    – voglio che lo stato tuteli i deboli e chi non ha avuto possibilità.
    – voglio che lo stato non lasci nessun ragazzo indietro, e promuova l’ascensore sociale

    e voglio che lo faccia:

    – CON MENO SOLDI
    – CON MENO GENTE
    – CON MAGGIORE EFFICENZA

  15. Tolomeo

    Sono sfiduciato !

    E’ indubbio che abbiamo ragione noi, ma dall’altra parte vi e’ una schiera maggioritaria di parassiti, beneficiati dallo Stato-ladro, che si adoperera’ per mantenere i suoi privilegi, rapinando i nostri portafogli.

    Essi sono :

    – tre milioni e mezzo di dipendenti pubblici, molti dei quali promossi immeritatamente ai gradi medio-alti della carriera, con le loro famiglie;

    – qualche milione di pensionati statali, di cui molti baby-pensionati e altri con pensioni “d’ oro”, con le loro famiglie;

    – un milione circa di politicanti di vario livello, con le loro famiglie;

    – uno stuolo di giornalisti pagati con i contributi statali alla stampa, con le loro famiglie;

    – una pletora di professionisti che prospera sulla inutile burocrazia voluta dallo Stato (commercialisti, notai, avvocati, consulenti vari ecc.), con le loro famiglie;

    Sommando i beneficiati e i loro famigliari si arriva facilmente a stimare in oltre 20 milioni la platea di voti favorevoli ai partiti keynesiani o comunque statalisti.

    Tenendo conto della potenza di fuoco mediatica che questi esercitano, controllando il 99 % di giornali, radio e televisioni, la quota di consenso arriva a superare abbondantemente la maggioranza assoluta.

    In tali condizioni e’ impensabile una inversione di tendenza a favore delle tesi liberiste e antistataliste.

    Abbiamo una sola speranza : il default dello Stato.

    E’ plausibile infatti che costoro, perseverando nella loro scellerata politica pro-spesa pubblica da finanziare con l’aumento delle entrate fiscali, vadano presto incontro al punto di rottura dell’equilibrio tra entrate e uscite, con inevitabile tracollo finale.

    A questo punto, finalmente, lo Stato-ladro, in via di fallimento, dovra’ essere “commissariato” da BCE e FMI che provvederanno a ridurre stipendi e pensioni pubbliche, ridimensionare welfare e servizi, dismettere beni statali, smantellare istituzioni inutili ecc., fino a dimezzare almeno le uscite del bilancio statale, esattamente come sta avvenendo in in Grecia.

    Dopo il tracollo, con le truppe keynesiane in disfatta, a patto di contenere le aliquote fiscali al 25-30 % max, si potra’ ripartire con una economia sana e competitiva.

  16. giancarlo

    Tolomeo.
    se i magnacci sono 20 milioni, come dice lei, come fanno a controllare il 99 per cento dei mezzi d’informazione? forse il calcolo è da rifare.

  17. Robespierre

    Non Avrei potuto dirlo in modo migliore! La penso esattamente come lei.
    Infatti la mia unica consolazione è che comunque vada, si arriverà al collasso. L’unico dubbio se combattere ora contro questa tirannia per anticipare l’abbattimento di questo ancien regime.
    Perchè sono sincero, mi piacerebbe tanto aizzare lo scontro di classe con spot televisivi contro le categorie che ha elencato in particolare gli statali. @Tolomeo

  18. Mario

    Giannino, tranquillo, noi con le tasse ci abbiamo fatto l’abitudine.
    Monti non è solo un tecnico, è un duro poco attaccabile rispetto a Berlusconi col conflitto di interessi. Abolirà l’art. 18, l’ha sempre capito e saputo che occorre farlo, è un lombardo varesotto, mica un quaraquaqua, rilancerà quella cultura che da decenni è stata sommersa: l’intrapprendenza italiana, la voglia di fare, di assumere, di dare un calcio in c.ulo ai mediocri, la vera capacità scambiata da tutta la sinistra come sopraffazione e schiavismo.

  19. Claudio Di Croce

    @Tolomeo
    Ho molta paura che lei abbia ragione . Il suo scritto spiega meglio di tanti dibattiti tv il motivo per cui sono sempre falliti i tentativi – peraltro timidi – di cambiare le cose in senso meno statalista . La ” cultura ” italiana è statalista : ho già ricordato molte volte l’esperienza fascista a cui gli italiani aderirono entusiasticamente e quella cattocomunista a cui siamo ancora sottomessi e quella postsessantottina che appesta ancora università, scuole, magistratura, sindacati, giornali. La mia paura però è che in caso di fallimento statuale vengano alla ribalta prima dell’intervento esterno orde di delinquenti alla caccia dei loro nemici di classe , tipo 25 aprile . In quel caso il periodo di transizione sarebbe tremendo.

  20. Marcello Stanganini

    Sono assolutamente d’accordo con Lei.
    Le chiedo, però, come mai le Sue idee non trovano spazio in politica e non sono portate avanti da quei partiti che pure hanno sbandierato il liberismo come un punto fondamentale del programma?
    Riprendo, poi, un Suo vecchio cavallo di battaglia, ma non crede che se il pressupposto della democrazia è un patto tra governati e governanti, non ritiene che nel momento in cui il governante (che in questo caso non è neppure espressione diretta degli elettori) è inadempiente rispetto all’obbligo di fornire servizi efficienti, di non essere oppressivo e di garantire benessere, sicurezza e la massima felicità possibile i cittadini, questi abbiano il diritto-dovere di ribellarsi anche con la disobbedienza fiscale (che poi è l’unico strumento che conti qualcosa)?
    La ringrazio per l’attenzione che vorrà prestarmi.
    Cordiali saluti.

    Marcello Stanganini

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