13
Giu
2012

UE: The Truman show – di Gerardo Coco

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Gerardo Coco.

Si salvano le banche per salvare i governi. Le banche salvano i governi, e i governi poi salvano le banche. Potrebbe essere il titolo dell’ultima puntata del reality show europeo. In realtà è il prologo di una nuova puntata: il salvataggio dello stato spagnolo. Perché in Europa nulla è come sembra.

È sempre meglio parlare prima di fallimento di banche piuttosto che di fallimento di stati, fa meno impressione e si evitano le misure austerità che i salvataggi di stato richiedono. Una dichiarazione di default della quarta economia europea, in questo momento, prima delle elezioni in Grecia, sarebbe stato di cattivo gusto e non avrebbe rispettato il copione europeo.

Due settimane fa si parlava di di 37 miliardi di euro. settimana scorsa di 60 milioni, infine nello scorso week end, di 100 miliardi.  Ma in realtà non è questa la perdita del sistema bancario. Secondo alcuni analisti è almeno tre volte tanto. La bolla immobiliare spagnola è scoppiata nel 2008 e sono passati quattro anni. Eppure è oggi che sono venute fuori le perdite. Che cosa è stato fatto fino adesso? Nulla. Si è continuato a campare. Si è continuato come dicono gli americani a kick the can down the road, a dare calci svogliatamente ad una lattina come fanno i ragazzini per strada. Intanto da Bruxelles, ci continuavano a dire che la crisi era sotto controllo. Poi si è capito che nulla era sotto controllo e allora tutti a chiedere alla Merkel,  dai, fai qualcosa, accollati anche tu un po’ dei nostri guai, diamine non essere egoista altrimenti in tre mesi saltiamo tutti.

Secondo noi la Spagna chiederà il salvataggio ufficiale del paese dopo le elezioni greche. Il debito sul PIL non è del 68.5%, come dicono i dati del reality europeo. Se si considerano tutte le passività del paese a fronte dell’EU, compresi 100 miliardi di euro, le garanzie collaterali e la caduta del prodotto lordo per la recessione si arriva alla cifra impressionante di quasi il 150%. (vedi: Spain’s Real Debt To GDP Right Now: 146.6%, zerohedge)

Nella stessa condizione sono anche gli altri paesi dell’eurozona: le cifre ufficiali del debito sono illusorie. Nulla in Europa è come sembra. Quando a Bruxelles affermano che per risolvere i problemi ci vuole più Europa, intendono dire che ci vuole più illusione.

Ricordate il film The Truman Show? Era una storia paradossale in cui l’attore Jim Carrey ignora di essere il protagonista principale di un reality show imperniato sulla sua vita, ripresa in diretta sin dalla nascita. Truman sta per l’elettorato europeo, l’attore inconsapevole che vive in un luogo di illusioni creato dai registi europei che, come nel film, agiscono da burattinai e manipolano tutta la realtà economica: tassi di interesse, denaro, debiti e bilanci. Tutti i valori ormai sono fittizi. Non si sa quale sia la reale situazione finanziaria degli stati membri, delle banche, insomma, dell’economia tutta. Nulla è come sembra, ciò che è solvibile è in realtà insolvente, investimenti che sembrano sicuri in realtà sono rischiosi. Le misure per la crescita? Sono provvedimenti recessivi. La ricchezza è accumulazione di debito e i salvataggi sono “assistenza finanziaria” come ha dichiarato recentemente il ministro delle finanze spagnolo Elena Salgado: “Non abbiamo bisogno di un paracadute. Ciò che abbiamo richiesto è un aiuto. Non a niente a che vedere con un salvataggio” Nulla in Europa è come sembra.

Da dove si attingono i fondi per le banche spagnole? Ci sono due meccanismi. Il primo è l’European Financial Stabilisation Mechanism (EFSM) che ha fondi per €440, di cui €192 miliardi già impegnati per la Grecia, Portogallo, e Italia. Ne restano quindi più di 240 da riservare alla Spagna e altri paesi nella bufera.  Ma questi fondi rappresentano capitale reale? Solo una parte del capitale dell’EFSM  proviene dalle economie forti del Nord Europa, ma il resto è costituito da titoli di debito pubblico. Ma questi rappresentano promesse di pagamento, non capitale e pertanto non dovrebbero far parte di un fondo di salvastati. Ma tant’è, il sistema europeo del salvataggio è circolare: i governi vendono il proprio debito alle banche per rifornirsi di capitale che riprestano poi alle banche (attraverso i meccanismi di salvataggio) nella forma di debito. Dopo l’accordo di salvataggio spagnolo il mercato ha immediatamente aumentato il rendimento dei titoli. Poiché il loro valore è diminuito è diminuito anche il valore dell’attivo delle banche e così, a breve, sarà necessaria una loro nuova ricapitalizzazione. Il salvataggio delle banche da parte degli stati è dunque impossibile ma è impossibile anche l’inverso, perché il sistema bancario europeo è troppo grande per essere salvato dagli stati. Dunque quale “acronimo” salverà l’Europa? Nessuno perché I meccanismi di salvataggio rappresentano trasferimenti di perdite e debiti che dovranno essere pagati dall’elettorato. Ecco la differenza di sceneggiatura europea con il film.

Mentre in The Truman Show,  la vita del protagonista scorre tranquilla e agiata quella dei cittadini europei è continuamente stressata e vessata.

Quando, alla fine dovranno prendere atto che l’illusione è finita e scopriranno di essere costretti a pagare i costi di produzione del reality europeo, senza aver ricevuto nulla in cambio, diventeranno ingestibili e avranno voglia di fuggire dopo aver messo a soqquadro il “set europeo”. Allora i registi europei si vedranno costretti ad inventare nuove soluzioni e altri espedienti illusori e per dissuadere l’elettorato ad abbandonare il reality. Forse ci riusciranno perché l’elettorato è propenso a dar retta a nuove promesse e i politici non hanno problemi nel raccontare menzogne e allo stesso tempo crederci davvero.

Magari tenteranno di cambiare il copione trasformando il reality in una gabbia. Ma sarà difficile. Gli elettori dopo aver scoperto che il mondo in cui vivono è tutto un falso non lasceranno il proprio futuro in mano ai manovratori e come il protagonista del film vorranno tornare ad essere liberi.

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10 Responses

  1. angela

    L’osservazione acuta è sulla circolarità del salvataggio. E’ per questo motivo, infatti, che l’Europa non riesce a fare un passo avanti ed è per questo che anche gli spreads schizzano sempre in alto, il mercato avverte immediatamente che si trattta di operazioni insostenibili

  2. BitaGmr

    E quando gli elettori riprenderanno la libertà, si stanno abituando a stare nelle gabbia…. In attesa di nulla…. Ormai la speranza è perduta.

  3. Francesco P

    Un link altamente istruttivo sempre dal blog “zerohedge” : http://www.zerohedge.com/news/rosenberg-defines-european-insanity In breve, l’Italia, che è a rischio default, s’indebita al 6% per contribuire al salvataggio della Spagna ricavandone il 3%, sempre che la Spagna non vada in default.

    Il deadlock fra Stati spendaccioni e banche rischia di trascinarci tutti nel baratro. Per continuare a finanziare la spesa corrente ed i debiti degli Stati le banche non hanno più i soldi per finanziare le imprese. Gli Stati aumentano le tasse per ripagare alle banche interessi su debiti che non sono in grado di restituire. La crisi finanziaria che ne scaturisce precipita le nazioni europee in una recessione pericolosissima, tale da comportare l’uscita dai mercati internazionali per l’aumento dei costi (zavorra fiscale) e l’impossibilità per le imprese di finanziare marketing ed innovazione.

    Quando poi il livello di tassazione e la mancanza di finanziamenti si traducono in un calo dei consumi, allora il pasticcio è fatto.

    L’Italia è molto avanti in questo processo di de-industrializzazione. La Germania finora ha tratto vantaggi dalle asimmetrie dell’euro ed ha gestito con maggiore serietà le questioni di finanza pubblica. Presto, però, anche la Germania sarà contagiata.

    P.S.
    Gli aiuti al sistema bancario spagnolo permetteranno ai grandi club spagnoli di continuare a pagare Messi, Cristiano Ronaldo e gli altri grandi campioni. L’Europa andrà a fondo, ma la UEFA è salva!

  4. G.R.Albertazzi

    Pregevolissimo intervento di Coco.
    Già ieri in un mio post facevo presente il mio disagio affermando di avvertire qualcosa nel quadro macroeconomico che sfuggiva alla mia comprensione.
    Oggi capisco che era il mio rifiuto ad ammettere che le cose stanno veramente così.
    Il giochino si rompe quando manca la fiducia, la fiducia nella continuità di un sistema economico, se volete non perfetto, ma all’apparenza sufficientemente armonico.
    Chi ha regolato/deregolato il sistema ha inserito un booster sul sintema che ha potenziato la crescita allora ma che, ne prendiamo atto, era un fuoco di paglia.
    Gli squilibri in questo mondo globalizzato sono enormi, basta pensare al costo del lavoro, alle norme sulla sicurezza che in Europa hanno un costo vero invece altrove non sono neanche una componente del costo di produzione. Finirà che verranno introdotti dazi compensativi e così avvitare ancora di più il sistema su stesso.
    Prima le crisi erano circoscritte a singoli paesi e ciò consentiva ad altri paesi di fare da traino, oggi invece è una crisi di proporzioni epiche, poche zone risultano ancora indenni.
    Suggerimenti per cambiare il quadro della situazione?
    Buon lavoro a tutti

  5. tu chiamale se vuoi... esazioni

    Anche The Matrix, come paragone, si adatterebbe perfettamente a questo “mondo che ci è stato messo davanti agli occhi, per nasconderci la verità”; noi siamo… sudditi; siamo noi che pagheremo, non l’arrogante benevolo burattinaio.

  6. Francesco

    Concordo pienamente con Coco. I giochetti finanziari che stanno mettendo in atto tra istituzioni europee, banche e stati mi ricordano il meccanismo truffaldino del gioco delle tre carte. Il punto è che si tratta di giochi finanziari, che non prendono in conto l’economia reale, l’unica che potrebbe, se fosse messa in grado di crescere, ripagare i debiti accumulati. Il problema è che i tecno burocrati si sono messi d’impegno per distruggerla, l’economia reale, e quindi ad un certo punto tutto il castello di carte di tipo finanziario che stanno continuando a costruire solo per rimadare il momento delle resa dei conti, crollerà e travolgerà tutta l’Europa come un devastante tsunami. Il Signor Monti con la sua faccia di bronzo continua a parlare di misure per la crescita quando dovrebbe sapere bene che l’unica misura per la crescita sarebbe quella di tagliere con l’accetta la spesa pubblica che grave come un macigno -tramite la presione fiscale – sull’economia reale, impedendole di fatto ogni speranza di “guarigione”. In una situazione tale, con l’enorme debito accumulato dagli stati e le sovrastrutture finanziarie escogitate che appesantiscono ulteriormente la parte “sana” dell’economia, non ci sono più margini di intervento. Misure serie di taglio della spesa, incluso il licenziamento di centinaia di migliaia di dipendenti pubblici inutili -come stanno facendo in Inghilterra – non verranno mai fatte in italia; e comuque pure queste in un primo momento hanno un effetto recessivo, ma se succesivamente il risparmio che se ne ricava viene trasferito sull’economia “sana” tramite una diminuizione della pressione fiscale, ci potrebbe essere una ripresa. Tuttavia il bravo faccio di bronzo Signor Monti sa bene che non intende far nulla di tuuto ciò e poi, quando tutto salterà, avrà già la risposta pronta. “I partiti non me l’hanno fatto fare”. E nessuno gli dirà che se la soluzione era di tagliare la spesa pubblica e i partiti non glie lo facevano fare avrebeb dovuto dirlo pubblicamente e, in caso, dimettersi se non fosse stato messo in condizione di farlo. Ma a lui importa solo la sua immagine, gli interessi dei suoi capibastone, e chissenefrega se a faren le spese sono gli italiani

  7. Carlo Ghiringhelli

    E’ stato detto che l’Occidente ha dominato la storia moderna perchè per primo ha creato le istituzioni politiche, legali e di mercato adatte a ridurre i costi della sfiducia nelle transazioni economiche. Orbene tale costo cresce esponenziamente all’incertezza che proprio le nostre istituzioni alimentano; quando la sfiducia è radicata il commercio, la produzione, l’investimento, il lavoro deperiscono. Che fare?

  8. roberto

    Perfettamente condivisibile ! Si poteva semplificare il tutto con una frasetta : “Ci stanno prendendo per il culo ” ( senza vasellina )

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