1
Giu
2012

Eurocontagio, Draghi-Visco e il silenzio della politica

Mario Monti si è finalmente reso conto dell’effetto contagio che da Grecia e Spagna incombe sul sistema bancario italiano. Di stamane è il dato sulla disoccupazione record italiana in epoca euro, al 10,2%. In Germania la disoccupazione giovanile è invece ai minimi record, il 5,4% rispetto al 35% certificato stamane dall’Istat da noi. El Pais riporta stamane che il ritiro dei depositi in Spagna ha segnato quota meno 66 miliardi di euro nel solo mese di marzo. Il Financial Times Deutschland scrive stamane che le autorità tedesche preferiscono tenere la bocca chiusa nell’attesa dell’esito – stasera – del referendum irlandese tenutosi ieri sul fiscal compact, e delle prossime elezioni politiche francesi. Ma il tempo per agire al fine di evitare il contagio bancario è ora, aspettare il post voto greco è molto ma molto rischioso. La novità – comunque positiva – è che la stampa di mezza Europa oggi commenti le proposte avanzate ieri – nel silenzio del governo Monti – dai due banchieri centrali italiani, Draghi parlando la parlamento europeo come presidente BCE, e Ignazio Visco nelle sue prime considerazioni annuali da governatore Bankitalia. Cerchiamo di capire perché è importante quel che hanno detto, innanzitutto per il tempismo, prima ancora di dire la nostra su come la pensiamo. Non come loro, purtroppo.

 

L’esordio di Ignazio Visco alle sue prime considerazioni da governatore dell’annuale Assemblea della Banca d’Italia va letto in parallelo a quanto nelle stesse ore al Parlamento Europeo diceva Mario Draghi, come presidente della BCE. Se vi sono nostalgici delle lunghe analisi che in altri tempi venivano dedicate dai governatori di via Nazionale all’esame della finanza, dei sistemi produttivi e di pagamento delle tre macroaree mondiali, potranno trovarle nell’accurato volumone delle relazione tecnica allegata alle considerazioni di Visco. Ma i tempi sono straordinari, e bene ha fatto il governatore a concentrarsi su tre soli punti: la tenuta dell’eurosistema, tanto per le azioni della Bce che dei governi nazionali; le condizioni del sistema banco-finanziario del nostro Paese; infine, quel che la politica sta facendo e deve ancora fare in Italia.

E’ comprensibile che oggi il più dei titoli dei media siano riservati all’ultimo capitolo. Perché Visco schiera risolutamente la Banca d’Italia a sostegno della richiesta molte volte qui illustrata, ancora inascoltata.

Evitato il rischio, nel dicembre scorso, che l’Italia potesse essere essa il detonatore dell’euro, con le prime misure di rigore assunte subito dal governo Monti e con la riforma delle pensioni, si tratta ora di invertire il segno della politica economica. Occorre una riduzione coraggiosa per diversi punti di Pil dei 700 miliardi di euro di spesa pubblica corrente, da tradurre a parità di saldi in contestuali tagli alle imposte: perché il loro livello record e il sommarsi in esse di aggravi diretti, indiretti e patrimoniali, le rende il primo e più aspro ostacolo alla ripresa dello sviluppo. L’eccesso di debito pubblico va affrontato non con più tasse, ma attraverso rilevanti cessioni dell’attivo patrimoniale pubblico. Visco l’ha detto esattamente come lo scriviamo da mesi, insieme a economisti come Paolo Savona e numerosi altri. Speriamo il governo voglia prestare orecchio almeno alla Banca d’Italia.

Ma non è stato questo, il punto essenziale delle considerazioni di Ignazio Visco. Bensì la tenuta dell’euroarea, a cominciare dal suo sistema nervoso, quello banco-finanziario. Che è in queste settimane esposto come non mai a quel rischio-contagio che ha dettato le parole di Draghi al Parlamento Europeo. Prima ancora che l’europolitica esamini le conseguenze del prossimo voto greco, nei giorni successivi al 17 giugno, rischiamo di grosso. Il massiccio ritiro dei depositi in corso da mesi ad Atene, al ritmo di 1,6 miliardi a settimana, e le due banche primarie elleniche che non hanno presentato il bilancio 2011 e lo faranno solo dopo le elezioni – il mercato valuta che siano a capitale ormai negativo cioè fallite, se qualcuno non le salva – trovano nel crac di Bankia in Spagna e nel tentativo del governo Rajoy di ricapitalizzarla con titoli dei debito pubblico – non si può fare, secondo le regole europee – un moltiplicatore che non solo ha mandato in orbita lo spread spagnolo oltre quota 550 punti, e quello italiano oltre 460, ma può rapidamente esitare in un’ondata di abbassamenti di rating nel quale anche alcuni istituti italiani potrebbero retrocedere a livello “spazzatura”, cioè coi loro titoli esclusi dalla trattabilità sui mercati.

E’ un rischio figlio della cattiva politica europea, che rinvia da due anni e mezzo la decisione finale: se cioè procedere a passi rapidi verso strumenti comuni cooperativi, oppure se abbandonare gli eurodeboli a uscire dall’euro, dopo la Grecia, uno dopo l’altro, e possibilmente farlo però in quel caso in maniera concertata sulle procedure, per evitare un bestiale Atmageddon.

Ecco perché Draghi al Parlamento europeo ha proposto uno schema comune non solo di vigilanza bancaria ma anche di salvataggio degli istituti di credito, sin qui deciso dai governi e banche centrali in maniera difforme, a ciascun livello nazionale. Nelle capitali nazionali si è sempre sottovalutata la portata della messa in sicurezza del sistema bancario, col risultato che per Dexia i franco-belgi sono dovuti reintervenire due volte. Questa stessa sottovalutazione è in corso oggi, col rischio però che a non tenere siano i sistemi bancari di mezza Europa, senza che il Nord possa ritenersi immune. Per questo Draghi ha lanciato l’idea di un salva-banche comune a regole integrate, visto che gli strumenti sin qui messi in campo, Efsf ed Esm, servono anche agli Stati e hanno procedure rivelatasi lunghe e farraginose.In un meeting a porte chiuse riferito stamane dal Financial Times Deutschland, Jorg Asmussen avrebeb detto che dai dati in possesso alla Commisisone Europea almeno 25 sono le grandi banche europee che andrebbero sottoposte rapidissimamente alla proposta supervisione-salvataggio comune avanzata da Draghi. La politica tace, però.

Per questa stessa ragione – sia pur usando toni meno espliciti per non urtare sensibilità straniere – Visco si è spinto anche oltre, sposabndo in toto non soo la linea Draghi sulle banche, ma proponendo altresì la federalizzazione di una quota di debito pubblico eguale per tutti gli euromembri, in modo da abbattere al 2% gli interessi dovuti su quella quota, e con spread che per la parte restante sarebbero assai meno voltali per gli eurodeboli impegnati nei programmi di rigore della finanza pubblica. E’ esattamente ciò a cui sinora Berlino ha detto no, e vedremo quali reazioni verranno dall’Europa alla proposta di Visco.Fossi tedesco, come ho scritto più volte, sarei contrario anch’io, perché non credo ormai da tempo che la pliotica nazionale dei diversi paesi europei sia disposta all’unificazuione dei emrcati dei beni, servizi e del lavoro, senza di cui una moneta comune tra paesi altamente divergenti per produttività e bilancia dei pagamenti non tiene, neanche con una vigilanza bancaria comune: ma questo è altro paio di maniche, e capisco che i banchieri centrali euroconvinti almeno – a differenza dei politici balbettanti – abbiano la tempesitività e la chiarezza di indicare che per salvare l’euro bisogna procedere speditamente in questo modo, non aspettare a braccia conserte che i mercati emettano una giusta e ciomprensibile sentenza di condanna.

Ed è la medesima preoccupazione – evitare il contagio – che ha spinto Visco alle parole più coraggiose, quelle rivolte al sistema bancario italiano.

Con una redditività complessiva del sistema che tende ormai allo zero, per i costi della raccolta e l’accresciuto deterioramento della qualità del credito all’accrescersi di sofferenze e incagli – in questo 2012 è prevedibile una quota di rettifiche sui crediti che sfonda quota 13 miliardi – le banche italiane restringono ulteriormente i loro impieghi, malgrado le aste di liquidità della Bce senza di cui sarebbero già in ginocchio.

Ma è venuto il momento in cui devono guardare anche in casa loro. Troppo elevati i costi fissi, con un rapporto cost-income che per troppe veleggia ormai sopra il 70%, 10 o 15 punti sopra la media comparabile degli istituti europei. Troppi i livelli sovrapposti di governance, ereditati da aggregazioni che hanno avuto la pretesa di preservare tutti i precedenti consigli d’amministrazione e livelli dirigenziali. Troppo elevati ancora i compensi ai manager di prima fila. Troppo basso il ricorso a Internet, che disintermedia dipendenti e filiali e abbatte i costi di transazione. Inadeguato basso il cross selling, cioè la rotazione dei prodotti e servizi per clienti, assecondando le esigenze di sicurezza e redditività di famiglie e imprese che si trovano intaccate nel reddito e nel patrimonio.

Quelli di Visco e Draghi ieri sono stati interventi da tempi straordinari. Quasi di guerra, verrebbe da dire. Se l’euro si spezza, i guai per tutti saranno comparabili, a una guerra persa, persa per politici ciechi e mentitori, nei Paesi eurodeboli ma anche – sia pur molto meno – in quelli euroforti. Ma i due banchieri centrali hanno saputo evitare toni fuori dalle righe, quanto più hanno proposto decisioni concrete e da considerare immediate. E’ di questo che c’è bisogno. Non di accuse a vanvera contro speculatori e tedeschi, ma di classi dirigenti le cui decisioni efficaci parlino da sole a voce alta.

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65 Responses

  1. Alex

    come spesso accade non ho nulla da eccepire. ma oscar, c’é un’idea che mi é entrata in testa ieri e non se ne vuole più uscire: quante possibilità concrete ci sono, secondo te e per chiunque voglia rispondere, che la germania abbia l’intenzione di abbandonare eurozona e moneta unica per prima? lasciando stare considerazioni politiche ma concentrandoci sull’aspetto economico

  2. Fabio Cenci

    Concordo caro Giannino.

    Ma…non le pare anche che sia venuto meno, ammesso che sia mai nato, l’ideale Europeo? Se la Germania pensa solo a curare il suo interesse di bottega, gli Albionici lo fanno by default, i Francesi ….perche’ hanno una tara nazionalista….sono Francesi anche loro by default, i PIIGS sono accattoni …by default….

    qui andiamo tutti in default no???

    Della serie: perche’ dobbiamo mantenere legioni di euro-papponi sparpagliati in “n” sedi costosissime, legioni di parassiti che pensano al diametro delle banane, traduzioni in 180 lingue diverse per ogni “minchiata”, sorry, profferita nelle auguste sale, insomma…..dov’e’ LA POLITICA?

    Non pena che tutti i nostri guai, alla fine, siano dovuti, come sempre affermato, dalla totale inettitudine dei politici di questo Pianeta?

    La verita’ e’ che ognuno sta continuando a portare l’acqua al proprio mulino, fino alle estreme conseguenze.

    Vedasi anche alla voce Bernanke-Obama; meglio stampare moneta no? Cosi’ si da’ droga alle Borse, ma alla fine…anche la droga non fara’ piu’ effetto, e tutti attenderemo. come “manna” dal cielo, l’ennesimo QE o LTRO o come diavolo lo chiameranno, tanto la fantasia non manca loro di certo.

    Questa e’ la soluzione dei problemi? Stampare? Inflazionare? Torchiare fino alla nausea?

    La Germania, per concludere, come paese Leader Europeo, ha le SUE responsabilita’, schiaccianti, piaccia o non piaccia; esattamente come gli USA hanno le loro immense colpe etiche che hanno portato allo sfascio che vediamo.

    Il mio eurocent

  3. Roberto Orsi

    Credo che il momento del redde rationem stia ormai arrivando. In questi ANNI (non settimane o meni) di eurocrisi ben poco è stato fatto per risolvere i problemi, ma solo per tamponare le conseguenze immediate. Da questo deduco che continueremo a scivolare su un piano inclinato fino al disastro finale, ovvero al default sovrano, al fallimento delle banche nel sud Europa, e alla disgregazione dell’euro. Quanto manca infatti al default greco? O a quello spagnolo? Settimane o mesi. La situazione dell’economia reale sta precipitando, complice anche un rallentamento globale.
    Allora bisogna guardare oltre, e i Tedeschi lo stanno già facendo. Hanno deciso di tornare al carbone, abbandonando l’atomo. Che significa? Significa che loro hanno il carbone e useranno quello, perché danno per scontato il collasso europeo ed il successivo collasso della globalizzazione come la conosciamo. Voglioni ridurre al minimo la dipendenza dal commercio estero e prepararsi ad una sorta di regime autarchico, con il solito seguito nord e centro-europeo.
    Non scommetto un centesimo che l’Italia uscirà intera da tutto questo. Probabilmente le regioni settentrionali subiranno l’attrazione mitteleuropea e cercheranno di andarsene. Quando gli Italiani perderanno i soldi sui loro c/c, scenari prima impensabili diventaranno appetibili.

  4. adriano q

    “..procedere a passi rapidi verso strumenti comuni cooperativi,oppure abbandonare gli eurodeboli a uscire dall’euro..”,condivido solo questo.O si rende comune il debito o si torna alle monete nazionali.Tutti.Si possono tentare anche surrogati come gli eurobond.Anche la proposta di Visco di rendere comune parte del debito ,che mi ha sorpreso,potrebbe andare.Se però subito dopo si dice che tutti devono difendere l’irrinunciabile moneta unica ,mi viene da dubitare che si sappia di cosa si parla.Se per evitare il rischio di essere il detonatore bisogna combinare pasticci irrisolvibili con gli esodati o annegare il paese di tasse per pagare il maggior onere per interessi o inseguire un contraddittorio pareggio di bilancio,tanto vale ammettere di essere spacciati.Si risparmia tempo.Infatti nonostante il miracoloso salvataggio di dicembre,che francamente non capisco,siamo di nuovo ai nastri di partenza.Gli interventi di dismissione andavano impostati nell’agosto scorso o in sostituzione del rigore miracoloso di Monti.Adesso è tardi.Non c’è più tempo.Occorrono altre munizioni per il nemico alle porte.Se sono vere le dichiarazioni di Berlusconi sulla stampa dell’euro e sulle richieste all’europa è di simili iniziative spariglianti che c’è necessità.Strano constatare che l’appestato sia l’unico che dica chiaramente una via di fuga comprensibile.Lasciamo perdere gli arzigogoli barocchi del salvabanche,salvastati ed altre simili amenità.Quello che bisogna salvare è il buonsenso ma mi pare se ne sia esaurita la scorta a magazzino.

  5. andrea

    This is the end, beautiful friend
    This is the end, my only friend, the end
    Of our elaborate plans, the end
    Of everything that stands, the end
    No safety or surprise, the end
    I’ll never look into your eyes
    Again

  6. Paolo 54

    io farei un discorso molto semplice riagganciandomi a quello che finalmente sento dire e che sostengo da tempo da profano: l’Euro è una follia fin dall’inizio perchè non può reggere e non reggerà mai con paesi così diversi. E qualsiasi decisione non otterrà nulla se non si scardina questo elemento.
    Proposte folli:
    – introdurre a livello europeo un tetto al prelievo fiscale totale rispetto al PIL legale;
    – eliminare per costituzione qualsiasi imposta di registro e patrimoniale e stabilire le soglie di aliquote fiscali comuni
    – introdurre temporaneamente (per paese) l’obbligo di pagamento di cifre superiori a 20keuro per 2/3 mediante speciali titoli di stato all’1%. Questi pagamenti privati solo per lo più liquidazioni e acquisti di case quindi l’obbligo non incide più di tanto e non toglie soldi a nessuno. Dura solo un breve periodo ma abbatte gli interessi di uno stock di debito facendolo comprare direttamente ai cittadini e non alle banche
    – introdurre un meccanismo per aumentare il patrimonio azionario e obbligazionario di aziende in mano alle banche

  7. freedom

    CHE FARE DEI SOLDI IN BANCA?
    1) Lascia sul conto corrente lo stretto necessario per far funzionare il bancomat, per pagare le bollette e per finanziare il circolante che fa funzionare la tua attività.
    2) Tieni una riserva di contanti in luogo sicuro: una cassaforte, una mattonella oppure una cassetta di sicurezza (nella speranza che non sia bloccata insieme ai conti correnti).
    3) Trasforma una quota rilevante di Euro cartacei in Oro fisico monetato, Franchi Svizzeri e Corone Norvegesi. (30% Euro, 30% Valuta Forte, 30% Oro fisico monetato).
    4) Apri un conto all’estero, magari non troppo lontano, in un paese con fondamentali sani (Austria, Germania, Svizzera, ad esempio) avendo cura di indicare l’importo esportato nel quadro RW della dichiarazione dei redditi se ne ricorrono i presupposti. Per avere già pronta una risorsa per un “bonifico di emergenza”.

  8. kaisersouze

    Vado fuori tema , ma devo dirle Grazie, dott Giannino.
    é il mio primo ingresso in questo blog e devo orientarmi.
    Grazie per il suo aiuto a noi popolo bue, i suoi interventi mattinieri su Radio 24 sono l’unica voce di dissenso allo stato padrino.
    Padrino,si; ricorda l’aggio di riscossione dei tributi della SATRIS dei cugini Salvo?
    Lo stesso di Equitalia.
    Ciò parla da solo

  9. Nino

    Salve,
    sono un giovane lettore del blog e sono seriamente preoccupato per la fine dell’euro e gli effetti che questo potrà avere sui pochi risparmi che ho in banca.
    Secondo voi convertire gli euro in una moneta stabile come franchi svizzeri, corone norvegesi o dollari usa, come consigliato anche da freedom, è una scelta saggia?

  10. Vincenzo N.

    “E’ di questo che c’è bisogno. Non di accuse a vanvera contro speculatori e tedeschi, ma di classi dirigenti le cui decisioni efficaci parlino da sole a voce alta.”

    Giannino, ce ne sarà certamente bisogno, ma l’elettorato, – anche e magari solo per maledirli – ascolta soltanto ABC o gli urlatori dell’opposizione, proviamo a chiedergli chi c’è al vertice della Banca d’Italia: il due per cento lo saprebbe, un buon venti per cento direbbe “ah Visco?! quel comunista tassatore?” gli altri zero.
    A me non sembra che la politica abbia capito, non mi pare proprio, e aggiungo che è perfettamente in sintonia con l’elettorato.

  11. tanti falsi miti… la Germania ha piena occupazione ma di produzioni a basso valore aggiunto vendute solo in Europa. fuori dall’Europa non vendono quasi nulla. vendono qua solo perche’ a parita di Euro la gente sceglie tedesco.

    e comunque lasciatemi festeggiare il fatto che oggi il Papa era a Milano e la Piazza era VUOTA!!!!!
    Vuota, guardate i video, si vede il pavimento da quanta poca gente c’era.
    Beppe Grillo ed Eros Ramazzotti fanno 1000 volte meglio.
    la menzogna cristiana e’ finita per SEMPRE!!!!!!!!

  12. Claudio Di Croce

    @michele lombardi
    Evidentemente lei ha fatto il pieno di birra tedesca di basso valore aggiunto Anche il più sprovveduto lettore di cose economiche – a patto che non sia ubriaco e non si sia fatto diverse canne – sa che i tedeschi esportano ormai il 60% , ripeto il sessanta % aldifuori dell’Europa e che ormai da moltissimi anni per esempio le automobili tedesche di alta gamma sono le più vendute negli USA , in Cina e perfino nell’ ultranazionalista Giappone .Tra una birra e l’ altra le consiglio di guardare nelle strade italiane e contare quante automobili tedesche sono in circolazione .

  13. Alessandro Guerani

    @Claudio Di Croce
    Anche il più sprovveduto lettore di cose economiche – a patto che non sia ubriaco e non si sia fatto diverse canne – sa che, non solo i tedeschi esportano per il 59% nella UE ma che conta non solo quello che si esporta, ma anche quello che si importa. Infatti si parla di SALDO delle partite correnti. Sa, come nelle aziende, ci sono i ricavi… ed i costi, e guardare solo i primi è spesso fuorviante.

    E se uno vede i saldi (qui gli ultimi dati dell’ufficio statistico tedesco in un articolo in italiano http://vocidallagermania.blogspot.it/2012/05/ma-noi-abbiamo-ancora-bisogno-di-voi.html) si vede che è vero che la Germania esporta sempre di più fuori dall’area UE, ed Eurozona ma, disdetta, guarda caso i saldi positivi a parte gli USA e la Turchia sono con i paesi UE mentre non c’è NESSUN BRICS (Cina e Russia sono infatti fra i top dei saldi passivi).
    Tante auto tedesche in Giappone… peccato però che siano in deficit commerciale col Giappone di 8428 miliardi di euro, quindi forse ci sono più Toyota a Francoforte che BMW a Tokyo.
    Guardi, torni al bar del post scorso, c’è una birra fresca che l’aspetta.

  14. Francesco P

    Fabio Cenci :
    Concordo caro Giannino.
    Ma…non le pare anche che sia venuto meno, ammesso che sia mai nato, l’ideale Europeo? Se la Germania pensa solo a curare il suo interesse di bottega, gli Albionici lo fanno by default, i Francesi ….perche’ hanno una tara nazionalista….sono Francesi anche loro by default, i PIIGS sono accattoni …by default….
    qui andiamo tutti in default no???

    Quadro desolante, ma quanto mai veritiero.

    Quando saltano i creditori saltano anche le banche. Quando saltano le banche saltano sia i debitori che i creditori delle banche. Draghi e Visco, che ragionano più in ottica continentale che nazionale, il primo per ruolo, il secondo per cultura, hanno lanciato in modo diplomatico un segnale d’allarme molto forte.

    Temo che i politici europei non si rendano conto quanto la “miccia sia corta” e su quanto esplosivo siamo seduti!

  15. Stefano

    ….ogni crisi è anche una opportunità.

    E questa non è una opportunità solo per l’Italia, ma per gran parte dell’Europa se non per tutta.

    Il presente ed il futuro che viviamo e cerchiamo di impostare è per gli uomini, non per le banche o l’Euro: questi sono solo strumenti, il centro di politica, economia e società deve essere l’UOMO.

    In passato la moneta si basava sull’oro, su qualcosa che ha valore; ebbene avere case, ospedali, scuole, fabbriche sicure, strade ed infrastrutture, cultura, benessere non ha forse valore ? E questo dovunque, non solo in Italia, ma in Francia, Spagna, Grecia e Germania.

    Perchè continuiamo a vedere finanza ed economia come unico metro per misurare tutto e per giunta con le stesse regole di qualche decennio fa ? Possibile che l’economia sia l’unica scienza che non necessita di periodici “aggiustamenti” in un mondo in perenne movimento. E’ forse una fede ???

    Che lo si faccia invece per fede religiosa vera o per laica fiducia nell’uomo, torniamo a considerare primari i veri valori e non (solo) il denaro

  16. Vincenzo

    @Stefano
    “In passato la moneta si basava sull’oro, su qualcosa che ha valore; ebbene avere case, ospedali, scuole, fabbriche sicure, strade ed infrastrutture, cultura, benessere non ha forse valore ? E questo dovunque, non solo in Italia, ma in Francia, Spagna, Grecia e Germania.”
    ———————————-
    E’ assolutamente vero. Il rpbelma è rendere questo patrimonio efficiente.

    Personalmente ritengo che la riduzione della spesa pubblica sia necessaria e va impostata.
    Ma forse nel breve periodo non è efficace e difficile da attuare.
    Ci troviamo in mezzo a una crisi priuttosto straordinaria e forse sarebbe il caso di escogitare qualche strumento nuovo per uscirne.
    Ho già avuto altre volte modo di postare una mia idea per la riduzione della spesa pubblice nel medio periodo, rendendola, nel breve, più produttiva.
    Si tratterebbe di tagliare gli organici degli uffici pubblici di un 20-30 %, riducendo nel contempo le funzioni di questi uffici attraverso l’eliminazione dell’inutile (anzie del dannoso).
    Queste persone tagliate dagli uffici pubblici non andrebbero licenziate ma semplicemente re-impiegate in compiti quali: manutenzione degli edifici e delle strutture pubbliche, dei parchi e giardini, guide nei musei, catalogazione delle opere d’arte conservate nei sotterranei dei muse, assistenza agli anziani non totalmente autonomi, riordino del catasto, collaborazione negli uffici giudiziari (per fare una notifica occorrosno mesi per mancanza di personale) e così via. Poi nell’arco di 5-10 anni si provvederà ad una effettiva riduzione del personale e della spesa.

    Un tempo gli Stati non erano proprietari di strutture se non in misura molto limitata. Anzi, molte delle strutture appartenevano piuttosto al principe. Era quesoo fatto che rendeva necessaria la copertura aurea della valuta. La valuta-fiat e il debito sono garantiti dal patrimonio dello Stato: un ospedale, una scuola sono beni, attività, che la gente desidera quanto e più dell’oro. Quella è la garanzia della valuta e del debito.

    Rendiamo questo patrimonio più efficiente e si ritroverà la fiducia.

  17. Giulio Sidari

    Egregio Direttore/Spettabile Redazione
    Non mi reputo un “tecnico” ne tanto meno un esperto di politica economica ….. ho fatto sì degli studi economici- giuridici e la mia professione di Dottore Commercialista mi porta quotidianamente ad affrontare i problemi operativi e “terra terra” delle imprese e delle famiglie. Mi reputo semplicemente un cittadino che lavora assiduamente e seriamente per poter mantenere dignitosamente la propria famiglia …. Un cittadino come tanti altri che oramai è stanco e stufo di essere preso in giro dai nostri “governanti”. Non so …. sarà forse un’idea stupida, non percorribile ed irrealizzabile ma mi piacerebbe ricevere una Vostra personale opinione in merito :
    È inutile e superfluo soffermaci in questa sede all’analisi dei dati di Bilancio Statale che sono noti a tutti. Possiamo solo riflettere e ricondurre la nostra attenzione sul peso maggiore che grava sulla nostra “testa” ovvero il Debito Pubblico: I sondaggi e le stime parlano di un Debito Pubblico sul 2012 di oltre € 1.950 miliardi e di un costo annuo per interessi pari a oltre € 80 miliardi (pari al 4%). Pare pertanto che il problema principale del nostro Paese sia legato alla voce di spesa “Interessi sul debito pubblico”. Per trovare una soluzione alla crisi del Paese è necessario quindi porsi la seguente domanda : Ma chi detiene il nostro Debito? Mai come in questo periodo si è parlato di Debito Pubblico, dei paesi debitori, della sua sostenibilità e dei suoi meccanismi fin nei dettagli più tecnici. Ma di una cosa si è parlato poco: dei creditori. Con chi gli italiani si sono, malgrado loro, indebitati?
    L’85% del Debito Pubblico è detenuto da istituti finanziari italiani o da altri possessori esteri, di cui possiamo azzardare senza troppi rischi la natura finanziaria. Il rimanente 15%, ormai divenuto insignificante, è detenuto da residenti in Italia e ricomprende sia le imprese che le famiglie.
    Premesso tutto ciò e considerando che il nostro Debito Pubblico è per l’85% in mano agli speculatori italiani ed esteri e solo il 15% in mano ai cittadini italiani, non pensa che un’inversione di rotta (85% cittadini italiani e 15% speculatori) e/o un maggior riequilibrio del rapporto (50% cittadini italiani e 50% speculatori) possa determinare l’uscita dal circolo vizioso in cui volge il Paese….??.
    Oggi il bilancio dello Stato è gravato da interessi sul Debito Pubblico che portano al deficit e alla depressione….. non sarebbe plausibile un sistema che incentivi l’acquisto, da parte dei cittadini e delle imprese, dei titoli di stato? Un meccanismo insomma che consenta allo Stato di alleggerire il proprio “Conto Economico” dal peso degli oneri finanziari e nel contempo ridurre la voce delle Entrate (Tasse) premiando coloro che ad esempio abbiano rinunciato, anche solo temporaneamente, al rendimento?
    Tutti parlano e affermano che noi italiani siamo un popolo di risparmiatori ….. bene….. proviamo a pensare a cosa accadrebbe se il nostro Governo detassasse l’acquisto dei titoli di Stato in capo alle persone fisiche (detrazione dalle imposte dirette) ed in capo alle imprese (abbattimento dalla base imponibile IRES e/o IRAP e/o entrambe). Ci chiedono ogni giorno di fare sacrifici e ci impongono sempre di più nuove tasse e nuovi balzelli…. ma non sarebbe più equo consentire al cittadino di acquistare dei BOT, ad esempio a 5 anni di cui i primi tre senza rendimento e gli ultimi due a rendimento già stabilito e ricevere in cambio una detassazione dal reddito imponibile?
    Per lo Stato, sulla quota parte di questi titoli, e per un periodo di tempo già stabilito, non graverebbe il peso degli interessi e con il risparmio ottenuto potrebbe impostare una politica fiscale votata alla riduzione delle imposte e alla ripresa dei consumi. Si tratterebbe in sostanza di una sorta di Legge Tremonti non tarata sui beni strumentali delle aziende ma sui titoli di stato ed estesa a tutti (persone fisiche – persone giuridiche – imprese e professionisti) ad eccezione delle Banche. Quale sarebbe il principale effetto di questa manovra?? Togliere dai giochi di potere gli speculatori e ripagare gli sforzi dei cittadini con lo sviluppo e la ripresa dell’economia reale. In tal senso sarebbe sufficiente “obbligare” gli Istituti di Credito ad erogare, ai cittadini e alle imprese che hanno acquistato tali titoli, finanziamenti a tassi agevolati e contro garantiti dai titoli medesimi. Tutto ciò porterebbe a riattivare l’economia reale, le imprese, il lavoro e conseguentemente i consumi, oggi ormai depressi…….
    Dobbiamo fare un sacrificio? Dobbiamo ricapitalizzare la NOSTRA impresa? ……Bene….. allora acquistiamo dai nostri creditori i NOSTRI titoli di Stato ….. Investiamo nell’impresa Stato non a fondo perduto (Tasse) ma con un investimento che ci porta ad avere un piccolo guadagno immediato (detassazione fiscale) e un rendimento futuro. Se tutti noi fossimo incentivati all’acquisto dei BOT CCT etc. in poco tempo forse il nostro debito non sarebbe più in mano agli speculatori ma sarebbe in mano a NOI cittadini ….. Questo tipo di approccio abbinato al taglio della spesa pubblica, alla riformulazione dei compensi dei politici e dei manager, alla trasformazione dei costi pubblici da fissi in variabili, alla lotta all’evasione ed all’allargamento della base imponibile, non crede che possa essere sostenibile?? …. mi piacerebbe avere un Suo commento solo per capire se è una mia fantasia irrealizzabile……
    Grazie
    Giulio Sidari

  18. Gianluca

    Caro Giannino molto spesso sono con lei, in questo thread noto che questo pezzo parte da un assunto che non condivido, scrive:

    “Mario Monti si è finalmente reso conto dell’effetto contagio che da Grecia e Spagna incombe sul sistema bancario italiano.”

    Ma veramente crede che Monti non conosce perfettamente quello che sta succedendo? Non crede che a differenza sua avrà accesso anche ad altre informazioni che gli permettono di avere maggiormente a conoscenza la situazione Italia ed Europea?

    Cose che sapevano anche SB ed i governi precedenti, se non loro i loro tecnici o gruppi di lavoro, non prendiamoci in giro il problema di questa classe politica non è l’ignoranza ma i meccanismi che hanno accettato di condividere.

    Conoscono perfettamente tutti i problemi ed erano attenti solo al potere, solo ad avere voti costi quel che costi, quindi le soluzioni spesso paventate ( e queste naturalmente potevano differire) non erano frutto di visioni o linea politica da seguire, ma semplicemente di interesse di bottega, avevamo una classe politica che si era accreditata come salvifica e purtroppo ha ripreso peggiorando le brutte abitudini della prima repubblica, con l’aggravante di far diventare legali fatti che in precedenza erano considerati reati.

    Clientelismi, occupazione di ogni spazio pubblico e statale, scalata delle imprese con partecipazioni statali, compravendita di voti, saccheggio delle istituzioni ed arricchimenti personali fuori da ogni logica e potrei continuare a lungo.

    In piccolo problema che hanno anche i governanti Europei che spesso mantengono linee di pensiero e visioni per soddisfare i loro concittadini che li portano a fare scelte attenti alle future elezioni ed al fronte interno.

    Monti caro Giannino, che interessi politici ha secondo lei? Non credo stia pensando ad una futura e radiosa carriera politica ed anche se fosse oggi credo ci stia pensando ora e sopratutto non è in cerca di voti.

    Di conseguenza pensare che stia disattento al punto che non comprenda cosa stia succedendo in Europa mi sembra un affermazione (la sua) un po azzardata, sopratutto considerando che tra l’altro è un tecnico tutt’altro che sporovveduto in politiche economiche che mi sembrano parte del suo know out. Con immutata stima

    Gianluca

  19. GENTILE SIGNOR GIANNINO,
    LA PREGO, MI AIUTI A CAPIRE. HO LETTO CON ATTENZIONE L’ARTICOLO MA NON HO CAPITO BENE TUTI I PASSAGGI. LEI SCRIVE:

    “..procedere a passi rapidi verso strumenti comuni cooperativi,oppure abbandonare gli eurodeboli a uscire dall’euro..”

    CHE COSA INTENDE ESATTAMENTE? CHE BISOGNA FORZARE LA BCE A STAMPARE CARTA STRACCIA OPPURE CHE BISOGNA OBBLIGARE I TEDESCHI AD ACCETATRE GLI EUROBOND? MA OBBLIGARE UNA BANCA CENTRALE A STAMPARE CARTA STRACCIA E A FARSI GARANTE DI ULTIMA ISTANZA DEL DEBITO NON E’ FORSE UNA SOLUZIONE MORTALE DI STAMPO KEYNESIANO? E OBBLIGARE I TEDESCHI AD ACCETTARE GLI EUROBOND NON E’ FORSE UNA MANIERA ELEGANTE DI DERUBARLI SENZA SENTIRSI LADRI?
    LA CARTA STRACCIA E GLI EUROBOND MI APPAIONO CHIARAMENTE COME VELI CON CUI SI COPRIRANNO NUOVI AUMENTI CRIMINALI DI SPESA PUBBLICA TRAMITE DEBITO OMICIDA.
    NO, IO A QUESTO PUNTO CONFIDO SULLA CATTIVERIA DEI TEDESCHI. SPERO CHE CONTINUINO A DIRE NEIN. MEGLIO DISTRUGGERE L’EURO CHE PERMETTERE AI NOSTRI POLITICI – FRA CUI UN IRRESPONSABILE SILVIO, SOTTO IL CUI GOVERNO DI CHIACCHIERE LIBERALI IL DEFICIT E’ AUMENTATO – DI CONTINUARE SULLA STRADA DEL DEBITO, DEL PARASSITISMO SOCIALE E DEL TASSASSINIO.
    IL DEBITO PUBBLICO E’ UN’ARMA DI DISTRUZIONE DI MASSA A SCOPPIO RITARDATO. ALLA GENTE IL DEBITO FA COMODO PERCHE’ TANTO “DOMANI SAREMO TUTTI MORTI, PAGHERANNO ALTRI”.
    GENTILE SIGNOR GIANNINO, SPERO DAVVERO CHE LEI POSSA TROVARE IL TEMPO PER FARE CAPIRE A ME E AGLI ALTRI COSA PENSA ESATTAMENTE DELL’ULTIMO MESSAGGIO INVIATO DA BERLUSCONI TRAMITE MAIL AI SUOI SOSTENITORI:

    “Dobbiamo andare in Europa a dire con forza che la Bce deve iniziare a stampare moneta. Così cambia l’economia. La Bce deve cambiare la propria missione, deve diventare il garante di ultima istanza del debito pubblico e cominciare a stampare moneta. Altrimenti, in caso contrario, dovremmo avere la forza di dire ‘ciao ciao euro’ e cioè uscire dall’euro restando nella Ue o dire alla Germania di uscire lei dall’euro se non è d’accordo.
    La mia ‘idea pazza’ è che la Banca d’Italia stampi euro oppure stampi la nostra moneta”

  20. Vincenzo N.

    @Gianluca
    se MM avesse avuto a cuore il futuro di tutti gli italiani – anche di quelli che sono oggi dei bambini – avrebbe parlato ai loro genitori come un padre parla ai suoi figli. Gli avrebbe detto la verità caro Gianluca, avrebbe detto che è finito il momento delle bugie – soprattutto di quelle sindacali – avrebbe preso dei provvedimenti d’urgenza capaci di dare un ritorno immediato (la riforma delle pensioni che ha fatto doveva farla alla rovescia, andando a toccare i pensionati d’oro ad esempio, e una pensione sopra i 3/4000 euro – visti i tempi – lo è, soprattutto se viene elargita a chi ha lavorato per lo stato senza versare un euro bensì cedendo il proprio consenso). Quando il mulo si pianta non serve il bastone, che significato ha togliergli la terra sotto ai piedi e farlo precipitare spacciando questo come un movimento per la crescita? No, MM è stato mandato lì da chi ha qualcosa da perdere, con il motto “salviamo il salvabile”, con la missione di proteggere i “diritti acquisiti”, che infatti non tocca. So che è difficile parlare al popolino e che Lei pensa, dietrologicamente, che una manina sapiente ci guida al meglio perché ne sa più di noi, e quindi è in grado di decidere la rotta migliore. Ma non è così, stavolta, purtroppo, non è così.
    Non è questo il genere di statisti di cui oggi abbiamo bisogno.

  21. Marco Tizzi

    Vincenzo N. :
    @Gianluca
    se MM avesse avuto a cuore il futuro di tutti gli italiani – anche di quelli che sono oggi dei bambini – avrebbe parlato ai loro genitori come un padre parla ai suoi figli. Gli avrebbe detto la verità caro Gianluca, avrebbe detto che è finito il momento delle bugie – soprattutto di quelle sindacali – avrebbe preso dei provvedimenti d’urgenza capaci di dare un ritorno immediato (la riforma delle pensioni che ha fatto doveva farla alla rovescia, andando a toccare i pensionati d’oro ad esempio, e una pensione sopra i 3/4000 euro – visti i tempi – lo è, soprattutto se viene elargita a chi ha lavorato per lo stato senza versare un euro bensì cedendo il proprio consenso). Quando il mulo si pianta non serve il bastone, che significato ha togliergli la terra sotto ai piedi e farlo precipitare spacciando questo come un movimento per la crescita? No, MM è stato mandato lì da chi ha qualcosa da perdere, con il motto “salviamo il salvabile”, con la missione di proteggere i “diritti acquisiti”, che infatti non tocca. So che è difficile parlare al popolino e che Lei pensa, dietrologicamente, che una manina sapiente ci guida al meglio perché ne sa più di noi, e quindi è in grado di decidere la rotta migliore. Ma non è così, stavolta, purtroppo, non è così.
    Non è questo il genere di statisti di cui oggi abbiamo bisogno.

    Concordo su ogni singola parola e aggiungo: i politici, più o meno pro-tempore che siano, più o meno democraticamente eletti che siano, devono smettere di trattare i cittadini come degli imbecilli.
    Io non ci sto alla tesi che la nostra politica sia lo specchio della nostra società: questo Paese ha ancoram tutt’oggi, un’economia che per molti altri Paesi è un sogno che mai si realizzerà. E questo non certo grazie al governo, che anzi è un ostacolo che rischia di diventare invalicabile, ma grazie ai cittadini.
    Quindi i responsabili di questo scempio, e MM di certo non può vendersi come verginella dato il suo curriculum (non c’ero io nel “comitato Spaventa” di De Mita), hanno il dovere di essere chiari ed agire coerentemente con lo scopo.
    Perché se continuano a predere tutti per i fondelli, se continuano a mentire e nascondere, qui finisce che i sudditi si incazzano davvero e a quel punto non basterà una polizia il cui capo guadagna più del CEO di Microsoft.

  22. Pellizzari Alberto

    Gent.mo Dottor Oscar Giannino io un’idea su come attivare un percorso di crescita economica, fiscalmente neutro, c’è l’avrei. Ritengo che ogni Paese prima di chiedere aiuto agli altri dovrebbe sfruttare le proprie risorse. L’Italia ha ancora qualcosa su cui puntare. Ho già cercato di attirare la sua attenzione, senza successo. Se interessato le invierò del materiale. Buon lavoro.

  23. andrea

    La reale soluzione al problema è il ritorno ad una moneta sonante.
    Solo una moneta rigida è in grado di rivelare le cattive politiche economiche perseguite da un paese costringendolo ad un tenore di vita in linea con le proprie possibilità.
    Nel contesto di un quadro monetario sano i governi, messi costantemente sotto pressione, sono costretti a liberalizzare le loro economie minimizzando tutti i fenomeni parassitari distruttori di ricchezza.
    Le svalutazioni, invece, ritardano o addirittura impediscono questo processo demolendo nel tempo la reale competitività del paese.
    E noi Italiani dovremmo saperlo meglio di chiunque altro.

  24. andrea

    freedom :
    CHE FARE DEI SOLDI IN BANCA?
    1)Lascia sul conto corrente lo stretto necessario per far funzionare il bancomat, per pagare le bollette e per finanziare il circolante che fa funzionare la tua attività.
    2)Tieni una riserva di contanti in luogo sicuro: una cassaforte, una mattonella oppure una cassetta di sicurezza (nella speranza che non sia bloccata insieme ai conti correnti).
    3)Trasforma una quota rilevante di Euro cartacei in Oro fisico monetato, Franchi Svizzeri e Corone Norvegesi. (30% Euro, 30% Valuta Forte, 30% Oro fisico monetato).
    4)Apri un conto all’estero, magari non troppo lontano, in un paese con fondamentali sani (Austria, Germania, Svizzera, ad esempio) avendo cura di indicare l’importo esportato nel quadro RW della dichiarazione dei redditi se ne ricorrono i presupposti. Per avere già pronta una risorsa per un “bonifico di emergenza”.

    Ha perfettamente ragione. Basta guardarsi questo: http://oro.bullionvault.it/Prezzo-Oro.do

  25. davide blanc

    non ho il feticismo della moneta unica, ma dell’ideale europeo tutto sommato, sì. Partire dalla valuta è stato folle, dopo di che, c’è francamente da chiedersi cosa rimarrà dell’Unione Europea, dopo un eventuale sfarinamento dell’Euro. L’ingresso della politica in questo frangente è necessario: c’è un parlamento europeo, che come fecero i loro equivalenti nell’inghilterra del ‘600, deve pretendere maggior potere decisionale… e come se la politica italiana la facessero i presidenti di regione! e la merkel rappresente il suo elettorato!… ed è tedesco. devono intervenire le istituzioni politiche europee, creando un dibattito pubblico europeo. Dobbiamo avere e trovare una prospettiva europea. lo dobbiamo ai nostri figli e ai nostri padri: l’europa delle nazioni ha un difetto, tende alla guerra.

  26. Qualcuno mi rinfreschi la memoria. All’università mi insegnarono che l’offerta di moneta (Ms) è data dalla quantità di biglietti di banca messi in circolazione dalla banca centrale (M) per la velocità di circolazione della moneta (V). Secondo me, da almeno due anni, la Bce ha mantenuto costante la quantità di moneta, la velocità di circolazione è diminuita, e i prezzi dei servizi e delle merci sono aumentati, nonostante la diminuzione della domanda complessiva. Se è verosimile ciò che scrivo, la possibilità di uscire dal tunnel può attuarsi secondo due vie: aumentare la quantità di moneta fresca di stampa, oppure frenare la voracità dell’Agenzia delle entrate attraverso un più oculato sistema di accertamento dei redditi. Tertium non datur.

  27. Claudio Di Croce

    @Giovanna Jacob
    Mi pare che il coro di coloro che in un modo o nell’altro chiedono che si stampi moneta e citano i comportamenti ” virtuosi ” della Fed ,della Boj , della Banca centrale inglese sono ormai quasi la totalità . Anche io spero che i tedeschi tengano duro ma incomincio a credere che gli ” spendaccioni ladri ” siano la stragrande maggioranzxa e finiranno per vincere , con trucchi più o meno sporchi.SB non ha fatto altro che accodarsi alla maggioranza . O lei ritiene che dato che lo dice SB è una cosa diversa ?

  28. @ Claudio Di Croce
    Forse non mi sono spiegata: per me SB ha perso il senno da tempo. Per anni ha parlato liberale e intanto ha fatto più deficit del governo del Pd.
    Giuliano Ferrara, poi, è meglio se va in pensione. Non ne posso più delle sue prediche keynesiane sulla Fed che impedisce ai finazieri cattivi e spietati di Wall Street di speculare sul dollaro. Non ne posso più dei suoi tienimi da conto Monti, il tassassino che pure di difendere il posto di lavoro fisso dei fannulloni di stato ha ammazzato di tasse il resto della popolazione.
    L’unico problema è che non capisco che cosa intende Giannino con “strumenti comuni cooperativi”.

  29. @Giovanna Jacob Penso che tali strumenti consistano in provvedimenti peculiari concordati fra i governi riguardanti la circolazione della moneta – oggi eccessivamente impegnata nei rapporti di debito / credito tra privati, tra pubblico e privati, tra pubblico e pubblico e tra privati e pubblico – torni ad interessare soprattutto lo scambio dei servizi e delle merci. In questi frangenti i governi non dovrebbero darsi altro compito che dare potenti segnali in tal senso, mettendo in riga le banche. La carta straccia non è la moneta: sono i titoli del debito pubblico.
    ——————
    Più sopra ho chiesto che qualcuno mi rinfreschi la memoria. “All’università mi insegnarono che l’offerta di moneta (Ms) è data dalla quantità di biglietti di banca messi in circolazione dalla banca centrale (M) per la velocità di circolazione della moneta (V). Secondo me, da almeno due anni, la Bce ha mantenuto costante la quantità di moneta, la velocità di circolazione è diminuita, e i prezzi dei servizi e delle merci sono aumentati, nonostante la diminuzione della domanda complessiva. Se è verosimile ciò che scrivo, la possibilità di uscire dal tunnel può attuarsi secondo due vie: aumentare la quantità di moneta fresca di stampa, oppure frenare la voracità dell’Agenzia delle entrate attraverso un più oculato sistema di accertamento dei redditi. Tertium non datur”.

  30. andrea

    @Giovanna Jacob
    Non credo che Giannino si riferisca agli Eurobond.
    Il modo per far pagare ai Tedeschi il debito dei PIIGS. Un esproprio infame dalle formiche alle cicale.

    Ma credo si riferisca ai “salva-banche a regole integrate” proposti da Draghi ed ai sistemi di “federalizzazione di una quota di debito pubblico eguale per tutti gli euromembri, in modo da abbattere al 2% gli interessi dovuti su quella quota, e con spread che per la parte restante sarebbero assai meno volatili per gli eurodeboli impegnati nei programmi di rigore della finanza pubblica” proposti da Visco.

    D’altronde, se vogliono operare da Unione europea piuttosto che da Europa degli Stati è chiaro che debbano fare qualcosa di cooperativo.
    Questa storia ricorda molto quella dei trasferimenti di ricchezza Nord-Sud del nostro Paese.
    Fondamentalmente non sono serviti ad altro che a foraggiare mafiosi vari, corrotti, parassiti ed assistiti.

  31. @ Pibond
    D’acordo su tutto, ma:
    “La carta straccia non è la moneta: sono i titoli del debito pubblico”.

    No, anche il denaro stampato dal nulla è carta straccia. Berlusconi vorrebbe stampare carta straccia a forma di moneta. Perfino uno studentello delle medie sa che stampare moneta dal nulla significa creare inflazione, la quale è uno strumento molto sofisticato per rubare i nostri risparmi. Di quante volte sono aumentati i prezzi dei gelati – tanto per dire una cosa che possiamo ricordare – dalla nostra infanzia a quando è entrato in vigore l’euro? Quindi, dal mio punto di vista stampare euro adesso significa derubare non soltanto i tedeschi, che è una cosa vergognosa, ma anche tutti gli italiani onesti che, invece di occupare a vita un posto di non-lavoro pubblico in qualche ente inutile, affrontano ogni giorno con coraggio le difficoltà del mercato del lavoro. E io non ho voglia di farmi derubare da un Berlusconi-falsario per pagare i debiti contratti in quaranta anni dalle cicale fannullone del settore pubblico, numerose specialmente al sud, che né Berlusconi né Monti hanno trovato il coraggio di sbattere su una strada a cercarsi un lavoro vero. E se qualcuno pensa che in realtà stampare moneta serva a riattivare la circolazione del denaro o qualcosa di simile (mi sembra che Friedman sostenesse qualcosa di simile) a lui l’onere della prova.

    @ Andrea
    “D’altronde, se vogliono operare da Unione europea piuttosto che da Europa degli Stati è chiaro che debbano fare qualcosa di cooperativo.
    Questa storia ricorda molto quella dei trasferimenti di ricchezza Nord-Sud del nostro Paese”.

    Appunto, temo che anche siffatto “salva-banche a regole integrate” e sifatti sistemi di “federalizzazione di una quota di debito pubblico eguale per tutti gli euromembri” siano, gratta gratta, i soliti mezzucci per trasferire forzosamente ricchezze dalle tasche delle formiche alle tasche delle cicale, che così possono tornare a fare debito senza dare nell’occhio. D’altra parte, noi italiani siamo le cicale e quindi in teoria avremmo tutto l’interesse a derubare le formiche tramite eurobond e trucchetti monetari assortiti. Invece, io mi sono convinta che derubare le formiche alla lunga sia contro i nostri stessi interessi: il denaro rubato agli altri ossia il denaro pubblico alla lunga corrode il nostro sistema produttivo da vari punti di vista (vedi la devastazione prodotta al sud dalla cassa del mezzogiorno; vedi la Spagna del Cinquecento, ridotta ad un deserto dal punto di vista produttivo dall’oro che arrivava in continuazione dalle Indie). Ma parlo da profana, perché le mie competenze in campo economico sono limitate.

  32. Antonio Belmontesi

    @Giovanna Jacob
    Cara Giovanna, lei parla, o meglio scrive, illuminata dal buonsenso e dalla ragione. Sarà pure una profana, ma di certo è dotata di quelle virtù che mancano a tanti, tantissimi, “esperti” di economia. Condivido integralmente le sue riflessioni, e riporto di seguito un estratto da un appello alla nazione che 21 economisti liberali francesi, non appartenenti ad alcun partito, hanno scritto alla vigilia delle elezioni presidenziali per mettere in guardia gli elettori dai bislacchi propositi di Hollande.

    “Come si può ancora, nel ventunesimo secolo, dopo decenni e secoli di riflessioni e di esperienze, credere a delle ricette che emergono più da magie incantatorie che dalla scienza? Come si può immaginare che sarebbe sufficiente fabbricare dal nulla della moneta perché gli uomini si mettano a produrre di più? Come credere che uno Stato possa promuovere la crescita per il solo fatto che spenda di più, senza rendersi conto che preleva attraverso le imposte o attraverso il prestito le risorse necessarie ai suoi sprechi e alle sue spese demagogiche?”

  33. Claudio Di Croce

    @Giovanna Jacob
    Lei è ottenebrata dall’odio verso SB e quindi non ragiona : a parte il fatto che lo stesso autore ha smentito che la sua fosse una proposta , mi vorrebbe spiegare quale è la differenza tra quello che ha detto SB e quello che pontificano gli innumerevoli laureati nelle più ” prestigiose ” università che sono in tutti i partiti -in primis nella sinistra – i quali per uscire dai problemi veri senza di ridurre le spese statali e dismettere il folle patrimonio pubblico in quanto farebbe perdere i voti delle loro clientele mafiose, in sostanza vorrebbero riprendere a stampare moneta e ricominciare la sarabanda del debito ? Perchè la Germania è diventata il nemico ? Perchè si oppone a questa folle via di uscita che quasi tutti ormai desiderano .
    In sostanza lei ed io diciamo le stesse cose , ma io non sono ottenebrato dall’odio di una amante tradita .

  34. Vincenzo

    @Antonio Belmontesi
    “Come si può ancora, nel ventunesimo secolo, dopo decenni e secoli di riflessioni e di esperienze, credere a delle ricette che emergono più da magie incantatorie che dalla scienza? Come si può immaginare che sarebbe sufficiente fabbricare dal nulla della moneta perché gli uomini si mettano a produrre di più? Come credere che uno Stato possa promuovere la crescita per il solo fatto che spenda di più, senza rendersi conto che preleva attraverso le imposte o attraverso il prestito le risorse necessarie ai suoi sprechi e alle sue spese demagogiche?”
    ———————————————–

    Vero, difficile crederci, eppure può, potrebbe avvenire. In tutti i ragionamenti economici si dimentica spesso una componente fondamentale, quella psicologica.
    Ricordate il film American Beauty? La moglie di Kevin Spacey fa l’agente immobiliare con scarso successo. A un certo momento incontra un altro agente immobiliare, un tipo orrendo, di cui poi diventerà l’amante, che ha invece successo e che le spiega che “per avere successo occorre sembrare avere successo” (la frase precisa non la ricordo). Insomma doveva vestirsi meglio, girare con una macchina più bella e i clienti avrebbero pensato che lei era brava e quindi si sarebbero affidati a lei.
    Ecco perché stampare soldi può, potrebbe, funzionare

  35. @ Antonio Belmontesi

    grazie per la segnalazione di quel documento di economisti liberali. Sono piacevolmente sorpresa dal fatto che in una nazione insopportabilmente statlista e sciovinista come la Francia, che mai ha saputo affrancarsi dal giacobinismo, ci siano la bellezza di almeno 21 economisti liberali. Se in Francia c’è ancora del liberalismo, allora c’è ancora speranza per tutti.

    @ Claudio di Croce

    “In sostanza lei ed io diciamo le stesse cose , ma io non sono ottenebrato dall’odio di una amante tradita”

    Io non ho mai detto da nessuna parte che SB propone qualcosa di diverso da quello che propongono tutti i professoroni, a partire da Paul Krugman. Ho detto che SB non ha voluto o potuto tenere fede ai suoi annunci di una imminente rivoluzione liberale. Fino a ieri pensavo che egli non avesse POTUTO tenere fede a causa di fortissime resistenze stataliste anche interne al suo partito. Ma quando ha proposto di stampre carta straccia come un Krugman qualunque, ho capito che SB non è che non ha potuto: non ha VOLUTO. Questo non è odio: è critica, invettiva. In politica sono ammesse anche invettive violente. Se di me si potesse davvero dire che sono ottenebrata dall’odio per SB, tanto più bisognerebbe dirlo di Giannino, che prima del ritiro di SB denunciava un giorno si e pure l’altro l’ipocrisia di chi annunciava rivoluzioni liberali e poi non solo non le faceva, ma aggravava il deficit. Ma in realtà non si può dirlo né di Giannino né di me. E sono certa che lei mai e poi mai direbbe “ottenebrato dall’odio” e men che meno “amante tradito” a Giannino. Non glielo direbbe mai non solo perché Giannino è un personaggio troppo importante e troppo intelligente per meritarsi simili improperi, ma perché…. non è donna.
    (ho pubblicato il resto del commento sul mio blog come commento ad un post: http://reginadigiove.wordpress.com/2012/05/27/il-keynesismo-selvaggio-uccide-impara-a-difenderti-seconda-parte-del-viaggio-nel-mondo-dei-tassi-di-interesse-e-del-debito-pubblico/#comment-20)
    Insomma, ci vorrebbe la Thatcher. Lei si che sapeva tenere in riga i suoi colleghi maschi, ottenebrati dalla poca stima – sempre per parlar eufemistico – verso la Thatcher e le persone dello stesso sesso della Thatcher. Lei si che seppe fare quello che SB no ha voluto fare. Basta uomini incapaci. c’è bisogno di donne come lei nelle stanze del potere.

  36. Alberto

    Sapete a quanto ammonta in termini di debito pubblico, quello dei paesi europei deboli (Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna, Italia, Francia)? A circa 5800 MLD di $, pari al 15% circa del PIL OCSE. Se si tiene conto che il default Greco, secondo alcune stime provocherebbe effetti a livello planetario per circa 1200 MLD di $ ed il debito greco è pari a 255 MLD di $, avremo che l’ effetto di leveraggio è pari a 4 volte circa; facendo una proporzione matematica, il default a grappolo dei 6 paesi di cui sopra, potrebbe creare effetti per circa 24.000 MLD di $ (stima molto prudenziale, perchè a mio avviso l’ effetto potrebbe essere non lineare ma geometrico), pari a circa il 50% del PIL mondiale, che è di 49.000 MLD di $, trascinando il pianeta e per molti anni in un day after spaventoso, su cui è difficile ipotizzare qualsiasi evoluzione, in quanto trattasi di fatto assolutamente nuovo tenendo conto delle condizioni generali di crisi (energia, materie prime, situazione politica etc) in cui si trova oggi il mondo.
    Ora se è vero che le classi dirigenti europee di questi ultimi 10 anni, a partire da coloro che vollero la moneta comune senza che le condizioni fossero mature, dimostrando una follia ed una approssimazione assolute, e poi gestendo via, via le politiche generali e nazionali di finanza, monetarie e commerciali, con modalità assolutamente dissennate e stolte, io credo che, tenendo conto degli effetti che prima descrivevo, tali classi dirigenti odierne, sicuramente fra le peggiori degli ultimi 60 anni, davanti alla catastrofe certa e planetaria, potrebbero scuotersi e magari iniziare a ragionare, ma la cosa non è assolutamente certa.
    Ora in pratica di cosa si tratta, in cosa dovrebbe consistere questo ravvedimento?
    Io credo che le strade obbligate siano due, ci sono appunto due diverse possibilità di uscita da questa situazione, ed i tempi li ha dati George Soros, 100 giorni; le strade purtroppo sono tutte e due, soltanto nelle mani e nelle scelte della culona, pensate un po’!

  37. Claudio Di Croce

    @Giovanna Jacob
    Non capisco come una persona come lei si attacchi a considerazxioni sul maschio/femmina . Il suo linguaggio verso SB non è quello becero della sinistra o dell’editore italosvizzero o dei giudici che ficcano il naso in camera da letto , ma quello di una persona che ha creduto che in quanto imprenditore e non professionista della politica che trae il suo lucro da una % sulla quantità di denaro rubato ai cittadini , SB potesse fare quelle riforme liberali che tanti di noi auspicavamo . Siamo stati traditi in milioni su questo aspetto , non solo lei.Già nel quinquennio 2001/2006 SB non era riuscito a fare nulla di liberale , ma non credo fosse sua colpa . Quella che secondo me è stata una colpa grave è di non aver dato allora le dimissionin spiegando i motivi che gli impedivano di fare le riforme che voleva .Infine se fosse possibile andare indietro nel blog lei troverebbe che l’espressione ” amante o innamorato tradito ” l’ho riservata anche a OG più volte .
    Lasciamo comunque perdere queste considerazioni ormai inutili in quanto , tra l’altro ,
    abbiano le stesse idee di fondo e questo mi fa piacere
    Comunque lasciamo perdere queste considerazioni ormai inutili .

  38. Luca Bellucci

    Non riesco a trovare quel sitoweb di cui parlavi poco fa: costidellostato.it
    aggiornaci, grazie!

  39. @Giulio Sidari
    Rispondo brevemente! Ciò che lei trova logico fare e di buon senso fare,non è assolutamente facile da attuare nel contesto in cui ogni Italiano ha vissuto sin’ora! Per avere la forza morale di sostenere il proprio Stato nel momento del bisogno, bisogna credere nel proprio Stato! E lei ci crede? Ci hanno continuamente ed impunemente ingannati, i fatti che sono di ieri e di oggi ci mostrano lo scempio e le ruberie del mondo politico, non è per veicolare pessimismo, ma io non darei mai fiducia a chi ha commesso reati e ruberie, quelle che emergono dai fatti quotidiani! E poi, noi stessi, come cittadini, abbiamo sempre approfittato della confusione generale per tirar l’acqua al nostro “mulino Bianco” credendoci più capaci di altri! Pensa che una popolazione di “cialtroni” con poche eccezioni! possa improvvisamente cambiare il proprio atteggiamento e solidarizzare col suo Stato? Prima lo ha lasciato fare senza protestare poichè ci guadagnava anche lui nella confusione delle leggi ed oggi colto da isteria e timore collettivo decide di prestare allo Stato i suoi risparmi? Penso che avremmo dovuto protestare di più in passato, non lasciar correre…come abbiamo fatto. Il problema è che noi Italiani non abbiamo coscenza sociale, ogniuno fa i cavoli propri e quando qualcosa accade si mette a “piagniucolare” a “piangere” ad “accusare qualcuno” guardandoci bene dal fare proteste ben finalizzate per correggere dall’inizio l’evoluzione negativa delle cose.

  40. paperino

    Nella mia zona (nordest) c’e’ una filiale di banca ogni cento metri, in affitto in immobili costosi, con un po’ di dipendenti dentro che per la maggior parte del tempo non hanno nulla da fare, e di quel po’ che fanno gran parte consiste nel compilare moduli per il pagamento dei mille balzelli da cui siamo vessati.
    Un sistema bancario cosi’ a cosa serve se non a se stesso? Chi lo mantiene? Nella mia zona e’ dai tempi nell’entrata nell’euro che si e’ avuta la moltiplicazione degli sportelli, mentre i clienti diminuivano. E’ cosi’ anche altrove? Al tempo si diceva che fosse per saturare il mercato e impedire alle banche europee di entrare in forze. E’ cosi’? O siamo semplicemente di fronte ad un sistema finanziario prassitario e autoreferenziale che ha trovato modo di sistemare a buon stipendio figli, parenti, amanti, e clientes?

  41. paperino

    Aggiungo che mentre i negozi adibiti ad attivita’ commerciali e produttive chiudono a raffica, continuano ad aprire filiali di banche che sono deserte (salvo che per i dipendenti che ci “lavorano” dentro) per la maggior parte dell’orario di apertura.

  42. aladino

    Egregio dr. Oscar Giannino. – OT quasi.
    Sono un normale cittadino che segue l’andazzo politico-finanziario.
    Vi sono delle cose che ho capito, altre che non ho capito ma, essendo curioso, non capisco perché non si parli di “compensazione”.

    Non credo più alla favola del Salva-Stati, del Salva-cittadini correntisti, ormai è solo salva-banksters (i nostri signori e padroni). Capisco che i banksters non vogliono sentire di compensazione crediti-debiti. Sono troppo impegnati a scannarsi fra loro.

    Chiedo a lei (ed altri blogger) perché non se ne può “parlare”.
    Non mi aspetto risposte tipo: così non si fa, oppure la mamma non vuole. Vorrei finalmente sapere che NON se po fa, perchè…………..
    ciaooooooo.

  43. Alberto

    Conoscevo da tempo ciò che Paolo Savona va dicendo sulla exit strategy; stasera, all’ Infedele, vedo che sono in molti a convergere sulla necessità di tener pronto un piano, che già ad agosto 2011 era stato predisposto, come stasera lo stesso Savona ha confermato.

  44. andrea

    Io credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre libertà di quanto non lo siano gli eserciti permanenti. Se il popolo permetterà mai alle banche private di controllare l’emissione del denaro, dapprima attraverso l’inflazione e poi con la deflazione, le banche e le compagnie che nasceranno intorno alle banche priveranno il popolo dei suoi beni finché i loro figli si ritroveranno senza neanche una casa sul continente che i loro padri hanno conquistato.
    Thomas Jefferson

    LA CAUSA DI TUTTO E’ LA FEDERAL RESERVE. ABOLIAMO LE BANCHE CENTRALI!
    http://vonmises.it/2012/03/07/un-ciclo-economico-lungo-17-anni/

  45. adriano q

    @Giulio SidariCondivido le sue riflessioni,speculatori a parte, se a tale parola si associano ,come da retorica corrente, significati dispregiativi e censurabili.Gli operatori fanno o cercano di fare i loro interessi,come tutti gli appartenenti al mondo reale.Non si può biasimarli se approfittano dell’incapacità di chi non sa fare i propri.Da un anno considerazioni simili alle sue,che si basano sul principio della necessità con l’euro del riacquisto del debito incautamente venduto all’estero,sono pubblicate sulla homepage di MF insieme ad un piano dettagliato per uscire dalla crisi.Naturalmente,essendo una proposta concreta,realizzabile e comprensibile come le sue argomentazioni,è stata completamente ignorata,non essendo convenzionale,assimilabile,consueta.Si preferisce almanaccare sofismi su BCE,FED,FMI,LTRO,QE,ESM ed altri simpatici acronimi pieni di niente.Fino a quello finale.RIP.

  46. Giovanni Costacurta

    Caro Giannino, che direbbe Lei alla soluzione di operare una doppia circolazione di moneta, euro e dollari americani, cosicché il cittadino potrebbe scegliere di pagare con l’una o l’altra? Tutto ( le merci e i servizi) verrebbe prezzato sia in euro che in dollari lasciando ai cittadini e agli operatori economici la scelta. E’ un’idea pazza?
    Cari saluti.

  47. Guest

    Ritengo che lasciare il potere in mano alle banche sia un errore grossolano, anzi per ciò che mi riguarda una banca non deve poter superare il pil di una nazione,a ltyrimenti la nazione rischia di essere acquisita… vedete i beni che erano di Stato (quelli da noi e dai nostri avi pagati) ed ora sono privati tanto per avere un esempio…

    Quando una banca inizia a chiedere aiuto allo Stato (quello dei cittadini) allora questo ha il dovere di nazionalizzarla, e NON di dare soldi pubblici che poi non torneranno!!! Il dare soldi pubblici implica un compromesso e dietro i compromessi ci sono sempre i “favori personali”. La vera democrazia non indica queste modalità, anzi le condanna!

  48. Alberto

    Mario Montimer, e la sua equipe, si assumono ogni giorno di più responsabilità incompatibili con la loro rappresentanza democratica e debbo dire incompatibili con il loro valore di riformatori e con i non risultati che tutti possiamo vedere; detto ciò, mi chiedo, chi glielo fa fare? Perchè si irrita quando queste realtà ormai sono non più sussurrate ma urlate da alcuni che indipendentemente dalle loro responsabilità trascorse, o dai molti che scrivono queste cose per professione o solo per amore della verità? E’ solo per responsabilità verso il paese? Non so dare una risposta certa, non riesco a vedere il senso di questo atteggiamento, che gli fa assumere carichi che non gli competono e che in caso di catastrofe lo porrebbero ai primi posti della lista dei colpevoli. @Marco Tizzi

  49. Pmc2502

    Vorrei sottoporre a tutti gli autorevoli personaggi che scrivono su questo blog la mia modesta analisi e la mia, altrettanto modesta, proposta per uscire dalla crisi.
    ANALISI: a mio avviso la causa della situazione che tutti abbiamo sotto gli occhi è essenzialmente il peso degli gli interessi sui debiti pubblici di tutti i paesi che aumentano il deficit di bilancio che a sua volta viene ripianato o con strette fiscali, stante l’incapacità di ridurre la spesa pubblica, o con ulteriore indebitamento causando nel primo caso blocco della crescita, nel secondo l’innesco di una spirale perversa maggior debito-maggiori interessi. Oppure in molti casi entrambe le cose creando cosi’ una bomba a orologeria che prima o poi esploderà e le avvisaglie sono già ampiamente visibili.
    SOLUZIONE: azzeramento degli interessi sui debiti pubblici per un dato periodo (dieci anni?) fermo restando il riconoscimento del capitale. Questa soluzione darebbe respiro ai bilanci pubblici spezzando il nodo gordiano che li impicca.
    Naturalmente a corollario di tutto ciò vanno adottate misure di controllo affinché le risorse non vengano sprecate con aumento indiscriminato della spesa pubblica bensì per finanziare una corposa riduzione della pressione fiscale che favorisca lo sviluppo economico e la tanto declamata “crescita”

  50. maurizio gily

    Il racconto del prof. Giannino dello stato ladro e malfattore da una parte e delle imprese italiane virtuose e vessate dall’altra è una favola semplificatoria, demagogica e pericolosa che non rende merito all’intelligenza del Prof. Nessun dubbio sugli eccessi della spesa pubblica e della pressione fiscale, ma non dimentichiamo che gran parte di quegli eccessi finiscono nelle tasche delle imprese, e che se molte imprese sono in difficoltà è proprio perchè la spesa pubblica, soprattutto quella degli enti locali, ha cominciato a chiudere i rubinetti. Dire che la FIAT non ha nessuna colpa se non batte più un colpo, come ha detto Giannino oggi in radio, è un’assurdità patente. le imprese italiane hanno enormi responsabilità per la situazione in cui siamo, almeno pari a quelle della classe politica di cui, in molti casi, sono state lo sponsor e lo specchio: ad esempio se c’è la corruzione vuol dire che, oltre a un corrotto, c’è un corruttore.

  51. moschietto mario

    Sono stato ad ascoltarla a Biellla la scorsa settimana, ora leggo le sue considerazioni, tutte condivisibili. Mi domando cosa potrebbe fare una figura come la sua per trasformare le competenze e il metodo in politica pratica, da parte mia non demordo mai, ma sono sempre consapevole della necessità di punti di riferimento, leali, sobri, non populisti, che spesso però non trasformano il loro impegno in un utile, se non necessario impegno civico diretto. Con stima. Mario Moschietto dalla provincia di Torino.

  52. @maurizio gily
    Sono d’accordo sulla responsabilità delle imprese, purché si riconosca una politicizzazione delle imprese. Questa politicizzazione è elevata a sistema in un’organizzazione sociale basata sulla distribuzione di fondi a quelle imprese che destinando una quota delle loro risorse all’attività lobbistica hanno la possibilità di influenzare le regolamentazioni del governo in ambito economico. Le lobby sono per definizione votate all’esercitazione di pressioni sulla classe politica che tutt’altro che riluttante generalmente apprezza di essere complice e si lascia amorevolmente corrompere. La compagine dell’istituzione bancaria, con i ruoli più importanti rappresentati dalle major bancarie, costituisce i gruppi di influenza più potenti e più attraenti per l’establishment politico o legislativo. Pensiamo semplicemente alla possibilità che le banche hanno di prestare depositi a vista, legalizzando così l’espropriazione senza indennizzo (= furto). Questa legalizzazione deve essere compensata in qualche modo. Forse il modo di compensarla consiste nel considerare un’eccezione alla nozione di riservatezza l’accesso da parte dell’istituzione fiscale ai dati dei correntisti. Lo stato permette alle banche di prestare depositi a vista e in cambio vuole che le istituzioni bancarie siano aperte alla cessione di informazioni personali sui correntisti in modo che il bene pubblico sia tutelato. Tutti gli evasori impediscono il corretto funzionamento della pianificazione centrallizzata a opera del comitato di programmazione economica interministeriale.
    Gli imprenditori che diventano amici dei politici cessano di essere imprenditori, e diventano politici. Vogliono guadagnare secondo linee politiche, non secondo quelle economiche (che richiedono più tempo).

  53. marco

    Sono sempre stato uno strenuo sostenitore della linea Draghi, non da adesso ma dal suo insediamento in Banchitalia (e da quando fece bene le privatizzazioni). Ma se plaudo alla sua lucidità e audacia non posso credere che le colpe di Monti non debbano essere comprese tenendo conto che la maggioranza della compagine che lo sostiene appartiene al PDL recalcitrannte per illibralismo congenito ed ignoranza crassa e patente clientelarismo. Ciononostante Draghi sarebbe certamente più audace servendo loro ineccepibili portate di tagli alla spesa e liberalizzazioni col dilemma di saltar dalla finestra in caso di inappetenza.

  54. marco

    @Fabio Cenci
    da che parte mette l’Italia, da quella di chi fa i fatti ssuoi, o di quella eurovolonterosa? e le sue imprese? e i suoi governi che non ratificano le leggi eurpee dal falso in bilancio ai termini di pagamento? Pensa che Silvio avrebbe assecondato un esrcito europeo? E la Fiat? Come proporre all’Italia un ministero degli esteri europeo? suvvia a barzellette siam andati avanti fin troppo tempo: noi siamo i paladini dell’euroscetticismo, SOLO CHE ABBIAM SCELTO DI SEDERCI AL TAVOLO DEL POKER SOLO PERCHE’ ERAVAMO BRAVI A GIOCARE A RUBAMAZZETTO ALLA BOCCIOFILA trota docet.

  55. si parla tanto di Eurocontagio ma parliamo anche degli sprechi europei: i dati parlano chiaro. Emsa, EEA, Gsa, Fra, Echa, sono solo alcuni degli acronimi delle numerose Agenzie europee che sono sotto l’occhio vigile a causa degli sprechi. Di recente il Parlamento europeo ha controllato ed approvato i conti di tutte le agenzie dell’Unione Europea ad eccezione dell’Agenzia sulla sicurezza alimentare (EFSA), con sede a Parma, di quella per i medicinali con sede a Londra e dell’Agenzia per l’ambiente di Copenaghen. Secondo la maggioranza dei deputati del Parlamento europeo, ad esempio il costo medio del consiglio di amministrazione dell’EFSA, composto da 15 membri (EUR 92.630, o EUR 6.175 per membro), è eccessivo e richiede tagli drastici. “Gli sprechi di denaro pubblico ci sono sia in Italia e in Europa, quello che manca , a mio avviso, è il coraggio da parte dei politici di TAGLIARE LE SPESE !!! cosa ne dite ?

  56. Antonino Trunfio

    Mi permetto caro Giannino, di lasciarle un link di 103 secondi di un mio istant video, sul prestito da 100 miliardi fatto alla Spagna. Spero che facendo ridere, il filmato sia anche didattico.
    FLAMENCO ALL’AMATRICIANA. (Prima però sdraiatevi per terra)
    http://www.youtube.com/watch?v=QLvl7-1fNZA

  57. Antonino Trunfio

    @cinzia
    I politici non possono tagliere le spese, perchè essi vivono di spesa pubblica, con la quale esercitano potere, ottengono consenso elargendo favori, prebende, privilegi a tutta la corte dei miracoli che li attornia.
    Le consiglio la lettura di un libro bellissimo sull’argomento, che spiega come non sia la politica il problema, ma la democrazia stessa basata sul consenso. Hans Hermann Hoppe – democrazia il dio che ha fallito. (editore Liberilibri Macerata)

  58. Alessandro

    Questo è quello che penso io:

    La crisi dell’Euro è evidente a tutti.
    Non si può soltanto dare la colpa ai debiti nazionali.
    una valuta alla quale non è associata un’unica politica economica e finanziaria e più in generale un unico governo, perde di autorevolezza e di credibilità.
    Essa diventa ostaggio di speculazioni finanziarie, burocrazia, conflitti legislativi; tutte cose che penalizzano il sistema economico europeo e ne impediscono la crescita e lo sviluppo.
    Un’Europa che non è un’Europa unita anche politicamente e militarmente non sarà mai credibile a livello internazionale.
    Occorre anche avere un’unico parlamento europeo che sostituisca tutti i parlamenti nazionali e che abbia effettivamente autorità sui vari stati.
    Finché tutto questo non sarà fatto l’Euro sarà sempre una moneta a rischio e l’ombra della depressione minaccerà sempre l’economia.
    Se la situazione rimarrà così com’è, prima o poi, l’Unione Europea crollerà e si tornerà di nuovo a nazioni completamente separate e con barriere doganali che ne delimitano i confini e dove si applicano dazi verso le merci straniere.

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