28
Set
2009

Quelle due o tre cose che Fitoussi (non) sa sulla crisi. Guardasse South Park…

In un articolo apparso venerdì scorso su Le Monde (“Deux ou trois choses que je sais sur la crise”), Jean-Paul Fitoussi ci ha detto in poche parole quello che pensa della crisi: e in sintesi la sua lettura è la seguente.

Veniamo da anni che hanno visto accrescersi le diseguaglianze: con i ricchi sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. La conseguenza è che quanti sono costretti a consumare tutto o quasi per vivere (la parte più debole della società) ha ridotto i propri consumi, mentre la parte più ricca ha accumulato risorse, che in genere non faceva circolare.

Da qui una crisi della domanda, a cui fortunatamente gli interventi degli Stati hanno felicemente posto rimedio. Così ora l’economista francese è molto allarmato, perché teme la exit strategy, ossia il progressivo ritirarsi dei poteri pubblici dagli spazi ampiamente occupati nel corso degli ultimi due anni.

L’analisi mi appare di una povertà disarmante, ma soprattutto mi sembra veder confluire una “filosofia della miseria” d’antica data (si pensi a Proudhon) e gli schemi più triti della teoria economica dominante, latamente keynesiana. È infatti interessante constatare come il frequente incrocio non sia casuale, dato che muove – in entrambi i casi – dall’aperto rigetto di quell’antropologia che pone al centro l’uomo e la sua libertà, la sua capacità d’azione, i suoi diritti di proprietà, la sua connaturata socialità (intesa quale disponibilità alla cooperazione: nei piccoli gruppi volontariamente adottati, negli scambi di mercato, nelle strutture aziendali, ecc.).

Per capire qualcosa della crisi, allora, invece che guardare agli intellettuali di Francia, conviene volgere l’attenzione allo humour (feroce, e ferocemente libertario) di Trey Parker e Matt Stone, gli autori di South Park, che in un episodio (“Margaritville”) ampiamente celebrato dal pubblico e dalla critica – tanto che ha ottenuto pure un Emmy Award – divertono insegnando. Non lo si prenda per quello che non è, un saggio di teoria economica, ma certo il cartoon americano offre una lettura meno distante dalla realtà di quella data da numerosi accademici celebrati un po’ ovunque.

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24 Responses

  1. Piero

    il fatto che le disparità negli ultimi 20 anni siano aumentate è un fatto..
    il fatto che la exit strategy (assolutamente inevitabile) genererà nuova recessione/discriminazione è un altro fatto…

    non ho capito però cosa CONCRETAMENTE (al di sotto della filosofia che pure mi piace tanto) proporrebbe questo Fitoussi e cosa proponete Voi..

    io credo che l’occidente sia in un vicolo cieco.. qualunque cosa farà i prossimi decenni saranno quelli della decadenza/ulteriori discriminazioni a fronte del nuovo ruolo di Leader della Cina&Friends… come disse Giannino secondo Keynes le dittature sono meglio pianificabili.. uccidono la libertà umana responsabile (che non è quella radicale che ho letto talvolta in questo sito : evviva il commercio consenziente di organi, la salute non è un diritto, ecc).. ma probabilmente vincono materialmente.. 🙁

  2. andrea mensa

    come dice Piero, dalle premesse non si passa alle conseguenze.
    se queste premesse fossero vere, e penso che lo siano, la soluzione non è una exit strategy qualunque, ma una pesante redistribuzione della ricchezza.
    notare che non ho parlato di redditi, ma di ricchezza, il che vorrebbe dire cominciare a tassare la ricchezza, e scaricare i redditi più bassi.

  3. Rispondo io in attesa di Carlo, il quale ovviamente ha tutto il diritto di sconfessare la mia risposta. Dunque. In questi anni si sta distruggendo il ceto medio, non i ricchi, ne’ i poveri. I ricchi infatti, hanno gli appoggi necessari a pressare i governi per ottenere sovvenzioni e leggine ad hoc (si veda la tassa di Obama sulle importazioni di pneumatici cinesi, ad esempio). I poveri, non hanno purtroppo, molto da perdere. Il motivo di tutto questo pero’ e’ proprio l’intervento dei governi nei mercati. Intervento che si e’ fatto vieppiu’ massiccio a partire da parecchio tempo, principalmente con le iniezioni di liquidita’ che non producono nulla se non una redistribuzione di ricchezza dagli stipendiati verso gli imprenditori politicamente ammanicati e la classe politica stessa. Sono loro i nuovi ricchi.
    Fitoussi, praticando una teoria economica avulsa dalla realta’ dice che la crisi e’ stata fermata dagli interventi governativi. La verita’ purtroppo e’ che questi interventi hanno soltanto gonfiato la massa monetaria creando le basi per una grossa inflazione e per una crisi ancora piu’ grossa negli anni a venire.
    Quello che andrebbe fatto in realta’ e’ una pesante, pesantissima riduzione del potere statale in ambito economico e legislativo e lasciare alla libera impresa e agli uomini la possibilita’ di accordarsi, lavorare e crescere economicamente. Inoltre, bisognerebbe finirla con la manipolazione della moneta che e’ e resta una merce e non e’ possibile che qualcuno possa inventarla con una stampante. Bisogna capire, e qui mi riferisco soprattutto ad Andrea, che il miglior modo, ripeto il migliore, per non redistribuire la ricchezza, e’ permettere allo Stato di intervenire in economia. Ad esempio in America, quando i manager delle principali banche di investimento, fallendo, avrebbero redistribuito parecchi loro milioncini al resto della popolazione, notoriamente piu’ povera, chi e’ intervenuto per impedirlo? E quando mister General Motors ha rischiato di redistribuire i suoi personali denari fallendo, chi e’ che ha impedito che cio’ avvenisse?
    In generale, stante persone piu’ ricche di altre, se hai un governo che ha il potere di tutelarli dai tracolli economici, stai pur certo che il governo li tutelera’. E’ per questo che i liberali e i libertari vogliono depotenziare i governi.
    Se ancora non siete convinti della mia spiegazione e volete approfondire, potete leggere qui http://www.brunoleoni.it/nextpage.aspx?title=yes&codice=0000002055

  4. Luigi

    Concordo pienamente con l’analisi di libertyfighter.
    A Carlo Lottieri, non darei molta importanza agli sproloqui di un intellettuale transalpino che scrive nel foglio portavoce per eccellenza delle elites politico-finanziario-industriali francesi, ben pasciute, protette e rafforzate dallo stato e che non vedono l’ora di lanciarsi nel a fare affari e acquistare quote di mercato, specie se a spese degli odiati anglosassoni.
    Per finire, penso che tutti qui ammiriamo la perseveranza del missionario Piero nel voler portare la Verita’ in mezzo ad un branco di selvaggi liberisti sanguinari senza dio, comunque oltre alla esegesi gradiremmo sempre un cenno, o piu’ semplicemente dei link dove potremmo scacciare le tenebre che onnubilano la nostra mente. Amen.

  5. stefano

    Concordo anch’io con libertyfighter, essendo anch’io un selvaggio liberista senza Dio.
    Buona giornata a tutti.
    E adesso … al lavoro, che bisogna pagare le tasse!

  6. dandy 1854

    i liberali italici ( anzi una loro parte ) si possono gustare la politica Tedesca…vedremo i frutti.

  7. Piero

    @Luigi

    so di non aver la verità.. esprimo opinioni che cercano il meno peggio ovunque sia.. anche un pò in mezzo a voi.. molti qui invece credono di avere LA Verità Liberista..
    siete come i Comunisti.. avete il paraocchi.. forse sapendo di essere una minoranza vi rinchiudete in un blog di nicchia (x altro ottima fonte di info.. x questo ci vengo) e vi dà pure fastidio la libertà degli altri che pure proclamate..

    x quel quel che riguarda il senza Dio (si scrive con la D maiuscola.. come Luigi e Piero:)
    a quelli che dicono: il commercio di organi di esseri umani vivi e consenzienti è giusto, a quelli che dicono la salute non è un diritto, a quelli che dicono io ho la libertà morale di lasciar morire uno che non si può curare.. bhè.. forse x voi Dio è quasi morto x davvero.. speriamo non inutilmente 🙂

  8. @Piero
    Sinceramente non capisco ancora il parallelo tra liberismo e comunismo: a me sembra che, soprattutto in questo blog, le affermazioni vengano giustificate e spiegate, non rese come verità rivelate o come assiomi.

    Affermare che sia giusto il commercio di organi di esseri umani vivi, aver la libertà morale di lasciar morire uno che non si possa curare non è compiere atto di nichilismo: quello che si afferma è la richiesta di una libertà, cioè della possibilità di autodeterminarsi in base al libero arbitrio (concetto che qualcosa ha a che vedere con la teologia cristiana). Imporre invece dei divieti, o imporre delle condotte attive tramite il diritto significa una pesante intrusione nell’autonomia dell’individuo, di limitazione del libero arbitrio, tanto più grave se giustificata da ragioni che hanno a che fare più con la sensibilità religiosa che con le necessità del convivere civile.

  9. Luigi

    Piero, come altri ti hanno fatto notare parli spesso a casaccio, e con la tua risposta confermi quanto da me scritto poco sopra. Da quando frequento il blog non ho mai visto nessuno dei contributori pretendere di conoscere la verita’ assoluta, ne’ tantomeno disprezzare il diritto di ciascuno alla propria opinione, mentre invece sei tu che tra una emoticon e l’altra continui a tranciare giudizi (“ve le cantate e ve le suonate”,”molti qui invece credono di avere LA Verità Liberista” e via cianciando), e soprattutto a differenza di molti altri non porti nessuna prova a sostegno di quello che affermi, solo pessime rimasticature tratte dalla stampa di sinistra. Mi permetto di darti un consiglio: qui tutti sono in grado di ragionare con la loro testa e non con quella di Feltri o Mauro o Calabresi e quello che cercano sono INFORMAZIONI nude e crude, la propaganda politica per giunta fatta in maniera pretesca come nel tuo caso lasciala fuori. E quando fai delle affermazioni cerca di portare dei riscontri che non siano i soliti pastoni ammanniti dai giornali italiani. Ed evita di fare la verginella offesa, per giunta da dei minoritari quali indubbiamente siamo.

  10. Luigi

    Per Carlo Stagnaro, sulla falsariga degli sproloqui transalpini, segnalo questo pezzo apparso sul Guardian, bibbia del politicamente corretto britannico:
    http://www.guardian.co.uk/commentisfree/cif-green/2009/sep/28/population-growth-super-rich
    secondo l’autore i veri responsabili della situazione sarebbero i “post-reproductive wealthy white men”, tra cui un posto prominente lo hanno quei banchieri della City che riscaldano le loro sontuose piscine. Naturalmente il rimedio proposto e’ colpire senza pieta’ questi affamatori del pianeta. Con pensatori come Fitoussi e Monbiot non ci sono dubbi che l’Europa sara’ ben presto fuori dalla recessione ed assumera’il ruolo di locomotiva globale.

  11. Vittorio Cobianchi

    @Pietro Magnaghi

    Se mai avrà bisogno di sangue (dio scampi), si ricordi che io sono un donatore universale. 20.000 euro per ogni decilitro mi pare un prezzo ragionevole, per un essere umano steso su un tavolo operatorio in piena crisi
    È il mercato, bellezza. Senza mio sangue tu morire, quindi tu pagare.
    Anzi, per il sangue, e per gli altri organi umani (anche quelli dei morti: essendo il corpo un bene materiale, i diritti di proprietà si trasmetterebbero agli eredi), proporrei un mercato trasparente, basato su aste e su domanda e offerta. Se il suo vicino di letto potesse pagare 25.000 euro al decilitro (ma anche solo 20.001), allora il mio sangue, gentile Magnaghi, lei potrebbe scordarselo.

  12. Luca

    mi pare eccessiva la virulenza dei richiami a Piero … intervengo in sostegno per non lasciarlo solo
    considerando sani la maggioranza dei principi economici sostenuti nel blog, ricordando comunque che i chicago boys non hanno risolto alcun problema del mondo conosciuto, non si può non notare un eccessivo statunitentismo, la terra del bengodi promessa … forse viverci un pochino aiuterebbe
    in questo blog si è criticata la sanità italiana paragonandola a quella statunitense … è il colmo … in USA spendono il doppio di noi paragonato ai rispettivi pil e il servizio fa schifo …. non è possibile negare l’evidenza che il mercato non funziona almeno nella sanità
    senza rivangare Bob Kennedy bisogna vedere se i malati vengono curati o meno, unico metro di giudizio plausibile … in USA parecchi andrebbero nuotando a Cuba
    sorry
    Luca

  13. @Luca
    Gli USA spendono il doppio rispetto a noi e il 65% della popolazione considera il servizio che riceve eccellente. La differenza nella spesa sta, in parte, nel fatto che da loro i tempi di attesa sono molto inferiori (no code). Che poi ci siano sprechi, non si discute. Ma la causa degli sprechi è, principalmente, la medicina difensiva, per cui i medici prescrivono esami e trattamenti non necessari ne utili solo per pararsi da cause legali (spesso frivole). Essenzialmente, fare causa non costa nulla a chi la intenta e sempre cara a chi la riceve.

    @Vittorio
    In un regime di libero mercato, lei avrebbe la libertà di offrire il suo sangue al prezzo che ritiene giusto, ed altri avrebbero la possibilità di comprarlo al prezzo che ritengono giusto. Ma, data la concorrenza possibile, credo proprio che il prezzo non sarebbe tanto elevato quanto lei crede. Inoltre, quando ci fosse carenza di sangue il prezzo salirebbe (invogliando più persone a donare) e calerebbe quando ce ne fosse abbastanza.
    Per quel che riguarda gli organi, esiste http://www.lifesharers.org/
    Semplicemente, iscrivendosi all’associazione si da il permesso di prelevare i propri organi in caso di morte e si da a tutti gli altri iscritti la precedenza su quegli organi rispetto ad altri riceventi. Chi non accetta di donare organi viene dopo e aspetta che ci siano organi non usabili dagli associati. In questo modo, nessuno è costretto a donare se non vuole, ma sa che c’è un prezzo da pagare per questa indisponibilità.

  14. Luca

    la nostra sanità di sprechi ne presenta parecchi, ma almeno il ‘principio dell’universalità dell’assistenza sanitaria e della solidarietà del finanziamento’ garantisce le cure a tutti
    non credo sia un sistema valido quello che presenta 45000 morti all’anno per cure insufficienti http://www.cnrmedia.com/esteri/newsid/5527/usa-in-45mila-muoiono-perche-senza-assicurazione-sanitaria.aspx … vivere o morire in base alle proprie disponibilità economiche è una barbarie
    Obama intende comunque porvi rimedio
    Luca

  15. @Luca
    Il sistema in Italia non garantisce le cure a tutti.
    garantisce solo uno standard uguale per tutti. Ma c’è molto di meglio. Infatti molti medici e molti politici e molti ricchi vanno negli USA.

    Per esempio, la conosci questa notizia?
    <>
    http://www.lavocedicampoli.it/?p=247

    Perché non c’è nessuno che grida allo scandalo e all’oltraggio in Italia? Per lo stesso motivo per cui l’altra notizia non dovrebbe far gridare allo scandalo. Perché i dati vanno interpretati e compresi per quello che dicono, non per quello che altri hanno interesse a fargli dire.

    45.000 morti all’anno sono una goccia nel mare, negli USA.
    Sono il 2% dei morti, a spanne. “Nearly 50,000 fewer Americans died in 2004 than in 2003, according to data based on about 90% of U.S. death certificates. The preliminary number of U.S. deaths in 2004 was 2,398,343, compared with 2,448,288 in 2003.”.

    Interessante, vero?

    Ma torniamo ai 45.000 morti senza assistenza. Quanti di questi sono morti in un pronto soccorso, dopo un incidente, dopo una aggressione, etc. Cioè, quanti sono morti mentre venivano assistiti comunque, per legge? Oppure, quanti sono morti perché erano obesi e non avevano cambiato stile di vita?
    http://www.realclearpolitics.com/articles/2009/09/28/an_exercise_in_ego_gratification_98464.html

    The 45,000 figure cited by Baucus is itself an unreliable statistical construct built on many assumptions. It’s based on a study of 9,004 people aged 17 to 64 who were examined between 1988 and 1994. By 2000, 351 had died; of these, 60 were uninsured. The crude death rates among the insured (3 percent of whom died) and uninsured (3.3 percent) were within the statistical margin of error. After adjustments for age, income and other factors, the authors concluded that being uninsured raises the risk of death by 40 percent. They then extrapolated this to the entire population by two techniques, one producing an estimate of 35,327 premature deaths and another of 44,789.

    Il “principio dell’universalità dell’assistenza sanitaria e della solidarietà del finanziamento” garabtisce solo che ci siano semrpe soldi nella greppia dei politici. In particolare di quelli più corrotti.
    Mi ricrederò il giorno in cui le ASL potranno fallire per debiti e chi ci lavora sarà licenziato. Prima, mi scuso, ma non ci credo.

  16. Luca

    @Mirco Romanato
    io ho parlato di carenza di cure, se parliamo di errori medici possiamo paragonare i 35000 casi italiani coi 795000 statunitensi http://www.garynull.com/articles/pdf/Death%20by%20Medicine%20Jan%2030%202009%20Final.pdf … mi pare che il rapporto popolazione USA – popolazione italiana non sia mantenuto nella sanità erronea
    i dati poi bisogna interpretarli, ognuno dice la sua
    che noi abbiamo un sistema sanitario con inefficienze politiche è indubbio, il recente caso erotico-pugliese lo dimostra, ma siamo messi decisamente meglio noi
    il problema rimane sempre riuscire a rendere efficiente una classe politica deputata alla gestione dell’interesse pubblico, qui mi pare si neghi esista una tale possibilità
    Luca

  17. Lo studio su cui si basa quello che affermi (i 45.000 morti all’anno) si basa su una ricerca di 15 anni fa che rilevava una differenza talmente esigua da essere all’interno del margine di errore statistico.
    Questo, detto in parole semplici, significa che i 45.000 morti sono calcolati partendo da un risultato che, scientificamente, non vale nulla.
    E non faccio fatica a crederci, dato che dopo i 65 anni, negli USA sono coperti da MediCare, ricchi e poveri (infatti, lo studio coinvolgeva gente tra 17 e 64 anni). Questo significa che quelli non coperti sono sotto i 65 anni, e in generale, sono gente relativamente giovane che non muore di malattia, ma di incidenti o fatti improvvisi.

    Se uno non coperto da assicurazione sanitaria muore in un conflitto a fuoco, oppure in un incidente aereo, oppure in uno automobilistico, figura comunque nelle statistiche come “morto senza assistenza sanitaria” e voi poi venite a raccontare che è morto perché non poteva pagarsi le cure mediche.

    Mai che portiate fatti chiari e non discutibili, vero?

  18. Massimo

    Se diamo retta a Michele Santoro (anche lui un selvaggio liberista sanguinario?)
    http://www.google.it/search?hl=it&q=%2B55+%2B243+%2Bpuglia+%2Bprotesi&btnG=Cerca&meta=

    nella Regione Puglia, amministrata da Niki Vendola (un altro selvaggio liberista sanguinario?) l’impianto delle protesi e cresciuto quasi cinque volte più rapidamente che nel resto d’Italia. Se escludiamo il caso di un’improvvisa emergenza ortopedica, vuol dire che c’è un numero non piccolo di persona alle quali è stata impiantata una protesi non necessaria. Ne sarà morto qualcuno sotto i ferri? Eppure stiamo parlando di una sanità totalmente a carico pubblico; Obama farebbe salti di gioia.

  19. Luca

    allora …
    la ricerca è recentissima, si basa sul Third National
    Health and Nutrition Examination Survey con controllo fino al 2000, è pubblicata su American Journal of Public Health che non è propriamente una rivista fumettistica, la si può leggere http://www.pnhp.org/excessdeaths/health-insurance-and-mortality-in-US-adults.pdf … stiamo parlando di una ricerca di Cambridge Health Alliance e Harvard Medical School
    parlare di omicidi, incidenti aerei, e simili amenità significa che ad Harward non si sincerano delle cause di morte dei soggetti oggetto delle loro ricerche, la ricerca si riferisce alle morti per carenza di assistenza sanitaria
    sorridendo, lascio ai lettori la possibilità che si verifichino simili ingenuità ad Harward … ripeto, ad Harward

    lo statunitentismo del blog a questo punto è indiscutibile

    Luca

  20. “Association” non è “causation”. C’è una bella differenza.
    La spiegano alle scuole superiori, se non prima.
    Lo stesso studio dice:
    Our study has several limitations.
    NHANES III assessed health insurance at
    a single point in time and did not validate
    self-reported insurance status. We were unable
    to measure the effect of gaining or losing
    coverage after the interview. Point-in-time
    uninsurance is associated with subsequent
    uninsurance

    Cioè, un limite (che io ho notato quasi subito) è che hanno rilevato se uno era non assicurato nel 1988 e, per lo studio, tale è rimasto per tutto il tempo fino al 2000. Non hanno controllato se erano veramente non assicurati o se erano elegibili per l’assistenza gratuita ma non lo sapevano.
    Lo studio è interessante, da certi punti di vista, ma prima di usarlo come prova che bisogna obbligare i non assicurati ad assicurarsi o che c’è bisogno di un sistema sanitario gestito dallo stato, ce ne vuole.

  21. Luca

    beh … almeno noto con piacere che non si è corretto Harward :-)) esplicitamente … anche se l’effetto si è ottenuto
    rimane il fatto che secondo il mio interlocutore in prestigiose università non sanno fare le ricerche che poi negono discusse da parlamentari perditempo USA :-))
    che non ci siano prove della continuità della condizione ‘senza assicurazione’ fino al 2000 non significa che al momento della morte fossero assicurati :-)) … lo insegnano alle elementari, se non prima
    i soggetti analizzati sono morti senza assicurazione sanitaria … è un concetto elementare … in Italia non esiste una condizione simile per i cittadini italiani
    Luca

  22. Be’, un giornale come Science ha pubblicato anni fa un articolo sul Riscaldamento Globale (il famigerato Hockey Stick) e per un decennio gli scettici non sono riusciti a farsi dare i dati originali su cui era basato lo studio, ne il programma usato per elaborare i dati.
    Alla fine, dopo tanta fatica, salta fuori che il programma da gli stessi risultati quali che siano i dati che si buttano dentro e i dati utilizzati sono selezionati in modo da far saltare fuori i risultati previsti (per non dire quando un ricercatore dice “Perché dovrei dare i dati, se qualcuno vuole trovare qualche cosa che non va in essi?”.
    E va notato che il più testardo a voler esaminare i dati non è stato un climatologo, ma un imprenditore che si occupa di geologia.

    Lasciamo perdere l’articolo di Lancet che affermava che c’erano stati un milione di morti in Iraq a causa della guerra.

    Quindi, andiamoci piano con le patenti di affidabilità date a chi lavora in un certo luogo.

  23. Seconda cosa, le ricerche non le fanno le università, ma gli uomini. Individui. Che sono soggetti a errori, pressioni, hanno delle motivazioni per fare quello che fanno e dire quello che dicono. E non tutte sono oneste.

  24. Piero

    @Pietro Magnaghi

    hai ragione… non ammettere la libertà di lasciar morire un individuo è una intrusione della libertà… ed hai pure ragione quando dici che il non legalizzare il commercio volontario di organi vivi è una intrusione della libertà..
    citi la teologia.. Dio ci ha dato il Libero Arbitrio per scegliere tra il bene ed il male.. ma non ci ha dispensato dalla responsabilità che deriva dalla caritas (privata e pubblica)… vangelo docet.. anzi umanità docet..

    PS: x quanto riguarda la politica io voglio essere trasparente xrchè chi mi legge deve sapere quale è il mio back ground… io sono a-partitico (da Fini a Bertinotti chi volete voi) con 1 sola eccezione : Silvio di cui fatti alla mano (e non propaganda da Repubblica/Australia) ne sò troppe senza dubbio… e tu da che area vieni ?

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