13
Lug
2012

La stamperia fotovoltaica – di Gionata Picchio

Riceviamo e pubblichiamo di Gionata Picchio (Staffetta Quotidiana).

L’estenuante partita sugli incentivi al fotovoltaico è chiusa. È del 5 luglio l’emanazione V Conto Energia e da ieri sappiamo anche da quando si applicherà esattamente: il tetto di 6 (sei) miliardi di sussidi l’anno è stato raggiunto il 12 luglio e il nuovo schema sarà in vigore dal 27 agosto. Inevitabile la nuova (l’ultima?) salva di proteste delle associazioni di settore, nel consueto tono un po’ vittimista e apocalittico – del genere “moriremo tutti”. Anche se non mancano, tra i rappresentanti della green economy, voci fuori dal coro, capaci di guardare il nuovo scenario con occhi pragmatici, riconoscendo quanto sia ormai vicino un solare senza incentivi del tutto. E pronte, piuttosto, a sfidare governo e Autorità a fare la loro parte, dimostrando coi fatti che l’obiettivo dei tagli non era soffocare un settore scomodo.

Tuttavia sarebbe anche il caso di interrogarsi, una volta di più e per bene, sulle responsabilità politiche, che hanno portato il governo a mettere questa presunta “mordacchia alla rivoluzione verde”. Se n’è parlato ancora, brevemente, anche ieri in Senato, alla presentazione del Piano Triennale dell’authority per l’energia. “la situazione stava degenerando in termini di costo”, ha ribadito il ministro Passera, giustificando le riduzioni dei sussidi. Ma c’è stata occasione anche di rimarcare le responsabilità della politica, e la sua mancanza di preveggenza. “Parlare di tumultuoso sviluppo delle Fer”, come fa l’Aeeg, “equivale a dire che la politica ha preso decisioni senza avere contezza delle conseguenze”, ha tagliato corto Alberto Clô. Altrettanto netto Luigi Prosperetti: “In pratica le istituzioni hanno dato licenza di stampare moneta” ai produttori di energia fv.

Sue queste parole, gli occhi (almeno quelli di chi scrive) sono caduti sulla senatrice Anna Rita Fioroni, coordinatrice con Simona Vicari del dibattito ma anche tra i firmatari, nel 2010 – insieme a diversi altri colleghi del Pd (primo firmatario Filippo Bubbico) e con l’avallo del governo di centrodestra – del famoso emendamento “Salva Alcoa”. La norma è stata tra i principali responsabili del troppo rapido boom del fotovoltaico, che ha semi-terremotato il sistema elettrico nazionale. In pieno crollo dei prezzi dei pannelli ha concesso un’insperata proroga ai vecchi (e altissimi) livelli di incentivazione mettendo sulle spalle dei consumatori oltre 3 mld di sussidi all’anno, su un totale – come si è detto – di 6. Un regalo di cui governo e Gse non ci danno neppure la consolazione (sarebbe meglio dire il diritto, trattandosi di soldi pubblici) di conoscere i beneficiari.

La senatrice però non ha fatto una piega, l’autocritica da noi non è di casa. D’altra parte lo ha detto bene (e in inglese) Carlo Stagnaro: “those who gave gave, those who got got, let’s forget about the past”. Fino alla prossima leggina.

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23 Responses

  1. DANIELE BOGGIAN

    il vero problema è la mancanza di una strategia energetica di lungo periodo che dovrebbe prevedere la convivenza di fonti tradizionali e fondi rinnovabili. E’ assolutamente necessario dare il via libera al carbone ed al nucleare. Solo in questo modo è possibile abbattere la bolletta energetica. La gente non vuole carbone e nucleare? Allora si inserisce una voce A4 nella bolletta energetica che pagano solo i privati e che serve per compensare gli sconti che dovrebbero essere riconosciuto alle aziende produttive. Le aziende produttive devono avere un costo energetico competitivo rispetto a tutti gli altri paesi europei. Il costo della competitività, se non si vuole risolvere il problema, deve essere collettivizzato. In questo modo almeno le aziende che producono hanno maggiori stimoli. Vero che si contrarrà la domanda interna, ma ne beneficeranno l’export e gli investimenti esteri. Non è possibile avere oggi CCGT nuovi ed efficienti (56% rendimento lordo) funzionare al 25 – 35% delle loro potenzialità perchè abbiamo priorità di dispacciamento per eolico e fotovoltaico che hanno rendimento tra il 10 ed il 15%. Questa non è politica di crescita con visione di lungo periodo. E’ solo un suicidio economico e produttivo.

  2. alessio

    @DANIELE BOGGIAN
    lancio un’idea: specificare in bolletta la quota della voce A3 che va a sussidiare le rinnovabili. il cittadino paga e poco capisce. ma se trova specificato per esempio…..8 euro di incentivo alle rinnovabili…..forse apre gli occhi…..

  3. @mbonva

    Le responsabilita del “salva Alcoa” sono gravissime. Ne ha beneficito Enel che non sarebbe riuscita ad adempiere ai propri obblighi per le connessioni – scampando polemiche e migliaia di penali. Ma e’ evidente che ci ha guadagnato qualcuno molto legato a chi ha promosso il decreto. Non e’ sifficile risalire ai beneficiari. Sostanzialmente gran parte degli impianti sopra 50 kW entrati esercizio nel primo semestre 2011 beneficiano dellle tariffe 2010. Parliamo di circa 7 GW. Sul sito del GSE ci sono gli elenchi.

  4. Francesco

    Salve, sono un pò fuori tema, ma non saprei dove altro scivere. Ho letto su un quotidiano onlineche Oscar Giannino intende candidarsi nel 2012. Per me, coem penso per tutti i frequentatori di questo blog, questa sarebbe una notzia fantastica: finalmente un vero liberale, che ha dimostrato di esserlo con coerenza, in ogni momento, portando avanti le sue idee e le sue lucide analisi senza timore, una voce fuori dal coro. Sono pronto, in quanto piccolo imprenditore, a dare il mio contributo a Giannino per questa “avventura” politica, se veramente deciderà di portarla avanti. Se mi posso permettere di dare un consiglio vanno subito aperti dei canali di comunicazione Web, inclusi social media e un blog, per diffondere il programma politico e conquistare nuovi consensi. Prego soltanto Giannino di scegliere persone nuove, mai coivolte con il sistema di potere ancora oggi in essere; sull’articolo ho letto nomi come Taradash, Stracquadanio ecc. Portare in questa avventura persone simili rischia di affossarla prima di nascere: servono nomi nuovi, persone coerenti, con un programma chiaro di cui noi, frequentatori assidui di questo blog, già conosciamo bene i presupposti. L’avventura di Grillo dimostra che non servono nomi di personaggi bolliti più o meno noti per conquistare consensi: vade retro Montezemoli e compagnia cantando. Giannino, se ci sei, batti un colpo, siamo pronti. Sono pronto a contribuire con la mia esperienza alla costituzioen di un partito liberale, per un’Italia più libera. Il nemico? Lo stato com’è oggi.

  5. Mentre tutti i produttori di FV si stracciano le vesti la cosa che trovo sconvolgente è il silenzio delle associazioni dei consumatori e lo scaricabarile tra le varie forze politiche. Smettiamola di prenderci in giro: tutti hanno avuto il loro tornaconto da questo Far West che è durato ben 5 anni. Tutti si sono ficcati nel piatto – ricco – e ora vorrà dire che faranno un po’ di dieta (da notare che siamo solo a qualche caloria in meno e non al digiuno). Si sono solo accorti che da prodotto finanziario siamo arrivati ad un prodotto per risparmiare energia. Peccato però che di disastri – troppi – sia al territorio che sul piano occupazionale ne sono stati fatti. Ma di questo nessuno ha voglia di parlare. Peccato.

  6. Lorenzo

    Cosa possiamo aspettarci da uno stato che prima definisce gli incentivi e poi dopo 5 anni elabora “forse” un piano energetico nazionale? E’ come dire ad un muratore: “inizia a costruire la casa qui, poi tra qualche anno ti porto i progetti!” Senza contare la burocrazia assurda che ci fa fare in tre anni quello che in Germania fanno in tre mesi. Almeno sarà fatto senza frodi? E invece no, ancora di piu. Non è il settore delle rinnovabili il problema, ma tutti i settori produttivi. Vi rendete conto che non si riesce a far piu nulla? Abbiamo un orizzonte di certezza di un mese e per fare qualsiasi attività ci vogliono tre anni. Come fanno gli imprenditori a produrre, ad assumere, e di conseguenza pagare contributi e tasse? La crisi in Italia si risolve solo in un modo. Rimettere al centro l’impresa, e con lei imprenditori e dipendenti, dandoli certezze e aiutandole. Creando un sistema amministrativo pubblico che le aiuti, non che crei costantemente problemi e ritardi e metta multe e sanzioni. Il funzionario pubblico che blocca una attività deve essere bastonato, non promosso. Deve essere considerato corresponsabile del fallimento. Oggi la vera distinzione politica non è destra-sinistra, ricchi-poveri, ma Pubblico-Privato, Chi lavora-chi ferma, Imprenditori, dipendenti privati, operai – funzionari statali.

  7. Sc

    Che ne pensa questo spazio liberista ( o libbberista alla amatriciana…) dell aumento della burocrazia per gli impianti fotovoltaici messo su da questo governo? Per un vero liberista (o libbberista magari? ) piú burocrazia c’é meglio é? Non ho trovato nessuna voce liberista (o libbberista forse) che abbia denunciato questo scandalo.

    O per i liberisti va bene avere sempre piú norme e burocrazia quindi oppure , piú probabilmente, di liberismo in Italia ce n’é ben poco e c’é invece tanto ma tanto libbbbberismo der kazzo , ideologicamente schierato e senza dignità.

  8. Andrea

    @Sc
    Hmm.. visto che studi ingegneristici ed economici hanno più volte certificato che gli impianti di pv sono una gigantesca bolla speculativa, costruita a spese dei contribuenti, con effetti nefasti sia sul piano economico sia su quello ambientale mi sembrerebbe IDIOTA lamentare gli eventuali lacciuoli che in parte arginano la loro diffusione.

    In altre parole mi sembra assurdo battermi per una maggiore libertà economica nelle Fer quando queste partono da una situazione di ingiustificato privilegio.

  9. Adriano Bassignana

    Sono abasito dalla incapacità che è sintomo di follia della politica e dei gestori della rete elettrica nel far ricadere completamente il costo del solare sulle spalle degli utenti. Della serie, ti abbiamo fatto il giocattolino, ora pagatelo te… Questo a fatto si che il GSE non abbia fatto niente per integrare il fotovoltaico alla propria rete generando in questo modo sprechi che hanno superato i vantaggi. È stato questo un disastro completo, come il tentativo di produrre gasolio dal mais che ha raddoppiato-triplicato i costi dei cereali sul mercato della alimentazione. Ovvio che quando il GSE deve prendersi carico di risorse energetiche ad alta variabilità di produzione, all’interno di un sistema che tecnicamente non gestisce la produzione variabile ed imprevedibile del solare ed eolico, deve creare infrastruttura tecnica di stoccaggio e trasporto che ha un costo non banale rispetto agli impianti solari-eolici. A questo punto la legge doveva prevedere questo fatto obbligando il GSE a pagare la sua quota, ovviamente riducendo la quota degli incentivi ai privati, in modo che il costo alla collettività fosse lo stesso a fine del processo. Niente di tutto questo è stato fatto, attualmente una grossa fetta della produzione solare-eolica viene “bruciata” negli elettrodotto che sono diventati dispersori energetici. Che bell’investimento, che imbecillità da parte dei politici, tecnici GSE e privati che hanno partecipato a questa fallimentare iniziativa.

  10. Marco

    @Francesco
    Condivido al 100%
    Sono un ascoltatore di Giannino, con la convinzione che la sua passione e coerenza farebbero bene al nostro paese. Tuttavia, vedere il suo nome associato ad una iniziativa di Stracquadanio mi fa pensare… O i giornali scrivono assurdità, o la coerenza che vedevo in Giannino era un terribile abbaglio.
    Scusate il fuori tema, ma appena letto Repubblica ho cercato un modo per comunicare lo sconcerto.

  11. Marco

    @Andrea
    Caro Andrea,
    sarebbe interessante leggere uno di questi studi che citi. Sempre che esistano e che non siano le farneticanti e gratuite idiozie di un “contro” con un titolo di studio. Qualche “scienziato” convinto di poter dimostrare che sotto i moduli non cresce più erba si trova sempre.

  12. Giancarlo

    Si può discutere sul merito degli incentivi e avere opinioni diverse. Io ritengo che una forte incentivazione, anche se costosa nel breve da vantaggi rilevanti nel lungo periodo. L’ Italia ha bisogno di un’ alta autonomia energetica sia per ridurre i costi, sia per ripararsi nel caso di una caduta dell’ euro (una moneta forte è necessaria per comprare il petrolio a basso costo.)
    A livello normativo è indecente la mancanza di chiarezza, gli incentivi vanno stabiliti e fissati in un lungo periodo, qualunque sia il criterio, le aziende devono poter organizzare un ciclo di investimenti poggiato su un sistema di incentivazione prestabilito e non variabile

  13. andrea61

    @Marco
    Basta l’osservazione che quei sussidi hanno portato solo allo sviluppo di decine di migliaia di installatori e ingenti guadagni per i soliti noti senza che si sviluppasse una vera filiera del fv per concludere che si tratta di una immensa sciocchezza. Aggiungo che anche l’ostinazione nel tenere all’oscuro chi veramente paga i sussidi é un ulteriore segno che lo stesso legislatore é conscio della scarsa difendibilità di questo tipo di operazione.

  14. Il boom del fotovoltaico è stata una delle poche cose ottime degli ultimi anni. Sprechiamo tanti soldi per sciocchezze, ma qua almeno si tratta di energia che produciamo in loco e i soldi finiscono comunque a cittadini italiani e non a paesi stranieri. Tutto questo senza considerare gli indubbi vantaggi ambientali. Inoltre i fan del nucleare si scordano sempre di citare i costi di costruzione e smaltimento degli impianti (e quello di trattamento delle scorie). Se i prezzi del fotovoltaico sono crollati e oggi è possibile ridurre gli incentivi senza renderlo poco competitivo, è stato proprio grazie al fatto che in passato è stato fortemente incentivato. Io sarei stato favorevole a continuare a incentivarlo fortemente per qualche anno, ma capisco che in tempi di vacche magre si debba stringere un po’ la cinghia. Sbagliatissimo, e vigliacco, comunque farlo aumentando la burocrazia. Questa è una cosa davvero viscida e disgustosa.

  15. Ignorante

    Il boom del fotovoltaico è una delle cazzate che abbiamo fatto negli ultimi anni, insieme a tante altre, come sempre Paesi meno democratici, meno liberi e meno avanzati (ad esempio gli Stati Uniti d’America) devono prendere esempio da noi. Mi limito a due semplici osservazioni: la prima, nessuno ha pensato che investire 6 miliardi di euro all’anno per 20 anni (importo della sola parte italiana di incentivi), totale circa 120 miliardi di euro, nella ricerca scientifica per nuove tecnologie ed efficienza energetica non sarebbe stato meglio nel lungo termine, magari insieme ad altri Paesi europei? Secondo, chi sono coloro che installano PV? Nel caso di abitazioni civili principalmente gente che non ha alcun problema a spendere 10 mila euro in più per la casa, in questo caso il povero pagherà l’energia del ricco e non mi pare molto “equo”; nel caso di edifici industriali vengono distratti fondi agli investimenti per la ricerca tecnologica e l’efficienza produttiva delle aziende al fine di crearsi una rendita, che verrà intascata solo dall’imprenditore senza alcun vantaggio per i dipendenti.
    Ultima osservazione già fatta da qualche altro lettore, in Italia non esiste nessuna filiera del fotovoltaico, gli installatori sono quasi tutti elettricisti improvvisati, il costo dei pannelli scende per due motivi, i cinesi hanno costi più bassi, gli installatori hanno i magazzini strapieni e hanno bisogno di circolante anche a costo di perderci.

  16. Marco Tizzi

    Ignorante :
    Nessuno ha pensato che investire 6 miliardi di euro all’anno per 20 anni (importo della sola parte italiana di incentivi), totale circa 120 miliardi di euro, nella ricerca scientifica per nuove tecnologie ed efficienza energetica non sarebbe stato meglio nel lungo termine, magari insieme ad altri Paesi europei?

    Sono pienamente d’accordo.
    Anche la Germania è nella stessa situazione: penso sia stato un errore di tutta Europa, colta da “foga (pseudo)ambientalista”.
    La cosa ridicola è che noi adesso sovvenzioniamo impianti che tra qualche anno verranno cambianti con impianti più performanti e dovremo trovare anche i soldi per lo smaltimento…

  17. AlxGmb

    @Ignorante
    Vero, si potevano investire in ricerca, ma non pubblica: sarebbero stati soldi buttati alle solite baronie universitarie e degli amici dei partiti.
    Se non pubblica, allora privata…quindi lo stato non c’entra…ergo era meglio, anche qui, un passo indietro statale, non un intervento statale.
    Ma non dimentichiamoci che Alfonso Pecoraro Scanio è stato il padre del secondo conto energia….ossia uno che a far fare passi indietro allo stato non ci pensa nemmeno da lontano

    @Marco Tizzi
    Vero anche questo, si è trattato di “foga pseudo ambientalista”.

    Quindi, con una analisi dotata del giusto cinismo, il fotovoltaico è considerabile alla stregua del totocalcio e delle lotterie di stato: una tassa sulla stupidità, con la differenza che il gioco è per lo stato una entrata e gli stupidi versano allo stato volontariamente, il FV è un costo per tutti, anche coloro che non condividono la “foga ambientalista”.

    Che dire…giusto approfittare degli stupidi, che vanno munti, quindi ecco che mi sono fatto il mio bell’impiantino FV 🙂
    …e se da una parte sono nervoso per le tasse che l’itaglia mi rapina, dall’altra recupero qualcosa grazie al conto energia dello ScannaPecore.
    Perchè lo stato non si fa scrupoli ad affondare il coltello nella nostra carne, ed io reagisco tutte le volte che posso, allo stesso modo, si tratta di reciprocità.
    Salut
    AlxGmb

  18. roberto

    Lavoro nel settore, vi garantisco che nessuno ha fatto scorte di pannelli. I prezzi sono in cadauta libera da tre anni, I produttori cimesi rinnovano le offerte al ribasso, ed I produttori italiani seguono a ruota. Non conoscete I’ll mercato, immagazzinare pannelli FV sarebbe come far magazzino di computer! Anche l’improvvisato specialista di FV sa che I prezzi sono sempre calati negli ultimi 4 anni.

  19. Christian

    Mannaggia quanti luoghi comuni.

    Mi limito a rispondere ad un paio di cose lette:

    Per chi dice che era meglio investire 120 mld direttamente in ricerca.
    Quali ricerche ? Le tecnologie sono queste, fusione, fissione, solare, eolico e poche altre. E quindi qual è il modo migliore per fare ricerca in settore produttivi ? Rendere quei settore appetibili al consumatore. Dal 2007 ad oggi i prezzi per i moduli al watt sono passi da 3 €/Wp a 0,65 €/Wp. I quale altro settore hai trovato sviluppo e riduzioni dei costi di questo tipo ?

    I cicli combinati stanno fermi.
    Quindi ? Che facciamo blocchiamo la produzione delle rinnovabile, che per natura non sono programmabili, per far funzionare i cicli combinati ? Forse non era meglio evitare di fare una centrale in ogni regione ?

    Riduzione del prezzo dell’energia nel mercato elettrico.
    Come mai nessuno ne parla ? Nelle ore centrali della giornata il prezzo puntava verso lo zero.

    Mancanza di una filiera italiana.
    Su questo vi do ragione, ma la colpa non è di chi ha lavorato in questo.
    5 Conti Energia in 5 anni, con continui stop&go, cambi normativi e retroattività.
    Come fai a creare una filiera a queste condizioni ?

    Riduzione delle perdite di trasporto
    Notevoli, un conto e consumare energia a 100 km da dove è prodotta, un altro e consumare quella che sta producendo il vicino.

    Ha un efficienza bassa.
    Si l’efficienza di conversione attualmente non supera il 20%, ma in laboratorio hanno superato il 50%. Quindi ? Si continua ad investire in ricerca.
    Ci tengo a ricordarvi che i motori delle vostre macchine da ogni litro di benzina non tirano fuori più del 33 % di energia, o meglio, il rimanente 66 % viene disperso. Eppure si continuano ad utilizzare.

    Andrea parla di studi ingegneristi ed economici che hanno certificato non si sa cosa sul fotovoltaico, parla anche di danni ambientali, vediamo questi studi.
    Non è che anche tu sarai convinto che i panelli fotovoltaici fanno morire le capre ?

    Lo sviluppo che ha avuto il settore può piacere o non piacere, sicuramente poteva essere gestito meglio, sicuramente si poteva diluire di più nel tempo, ma sicuramente come tecnologia rappresenta il futuro.

  20. Certo che di luoghi comuni se ne sentono molti. Tutti esperti energetici quindi. Contro rinnovabili e fotovoltaico come se esistesse una filiera italiana del fossile. Come se la componentistica dei cicli combinati fosse tutta italiana e magari anche l’estrazione di greggio e di carbone. La migliore poi è quella di investire in ricerca i soldi degli incentivi, che oltretutto non sono pubblici come dice l’autore, in ricerca… come se l’industria italiana, fatta per una buona fetta di Pmi potesse accedere alla ricerca, anche se ci fosse. La filiera italiana delle rinnovabili non esiste non perchè i “voraci” rinnovabili hanno investito in altro, ma perchè il paese non vuole le industrie. Questo è un paese a-n-t-i-d-u-s-t-r-i-a-l-e nel quale i politici di ogni colore si vergognano quando devono dare la mano a un imprenditore, alcuni ministri del Governo Monti compreso. Mettetevelo in testa. Un industriale italiano ha cercato per tre anni un posto dove fare una fonderia per il silicio di grado solare e chiudere il ciclo e nell’industrialissimo nord ed ecco le municipalità del centrodestra a fare a gara a complicargli la vita, negando le autorizzazioni con giunte leghiste che si sono scoperte ambientaliste. Ora la fonderia esiste e produce. In Canada. La migliore azienda di macchine utensili al mondo per i pannelli FV, veneta, è stata venduta agli americani senza che nessuno alzasse un dito. Le uniche linee di produzione di pannelli Thin Film in Italia probabilmente emigreranno dalla Sicilia perchè la logistica è insostenibile, muovere un pannello costa quasi come produrlo. Questi i veri problemi delle rinnovabili in Italia, che sono poi quelli di tutta l’industria italiana: logistica, costi autorizzativi, balzelli medioevali e ricerca al lumicino. Nel frattempo la coppia più bella dell’Italia energetica Eni ed Enel stappa champagne nel 2011, anno di crisi nera, con 10 miliardi di utili questi si levati dalle bollette e finiti diretti diretti nelle cedole degli azionisti con una rendita di posizione. E ora gli ex incumbent accusano il Fv di bloccargli il ciclo combinato perchè non diventa più conveniente? Ma nei primi anni 2000 quando sfornavano cicli combinati come se piovesse avevano una vaga idea dell’over supply? 104 GW installati a fronte di una punta estiva di 57 GW, l’85% fossile e non vogliono ammettere di aver fatto un cattivo affare? Ma per piacere. Tra 4/5 anni quando i fossili, forse carbone escluso, continueranno a salire e il kWh da rinnovabili avrà raggiunto la grid parity cosa si inventeranno per stoppare la produzione da rinnovabili e magari l’autoproduzione proprio delle imprese? Per ora le rinnovabili staranno in purgatorio per qualche anno, ma ne vedremo delle belle.

  21. Ignorante

    Sergio Ferraris :
    La filiera italiana delle rinnovabili non esiste non perchè i “voraci” rinnovabili hanno investito in altro, ma perchè il paese non vuole le industrie. Questo è un paese a-n-t-i-d-u-s-t-r-i-a-l-e nel quale i politici di ogni colore si vergognano quando devono dare la mano a un imprenditore, alcuni ministri del Governo Monti compreso. Mettetevelo in testa. .

    Allora nell’ordine sono fallite: Abound Solar, Centrotherm, Sovello, Solon, Q-Cells, First Solar, Konarka, GE ha tagliato drasticamente la produzione di celle.
    Sono d’accordo che fare industria in Italia sia più o meno una cosa molto folle (o molto furba), ma in Germania e negli USA cosa sta succedendo?

  22. Marco Sartor

    @Ignorante: le aziende che hai citato non sono aziende italiane e sono fallite non solo per motivi legati al nostro paese. Anzi, l’unica parte buona di Solon era proprio la branch italiana.

    – Il fotovoltaico è costato ai consumatori meno di quello che dite perchè, essendo una tecnologia che produce il massimo quando è massima anche la richiesta di energia, ha permesso di ridurre la media del prezzo del kWh!
    – I prezzi si sono ridotti perchè le tariffe si sono abbassate: non è MAI stato il contrario. E’ sempre stato un mercato che si è sempre autoregolato sull’equilibrio domanda-offerta
    – La filiera italiana non si è creata? Filiera non è solo la produzione di pannelli (che essendo un’attività a basso valore aggiunto non poteva svilupparsi in Italia) ma è anche la miriade di aziende grandi e piccole che lavorano in questo campo: si contano oltre 100 K persone che ci lavorano….non è filiera questa? Ed essendosi sviluppata principalmente al sud ha creato enormi possibilità di lavoro che, in assenza di questo settore, non ci sarebbero state.
    – Infine: le associazioni di categoria lamentano si, la diminuzione degli incentivi, ma è uno degli ultimi problemi perchè, come detto sopra, il mercato si autoregola. Quello che lamentiano pesantantemente è il 5° decreto nell’arco di 5 anni!!!!!!!! Ed ogni decreto non ha cambiato solo le tariffe, ma ogni volta sono cambiate le regole!!!!! Sfido chiunque dei lettori a lavorare in un settore in cui si realizzino progetti che possono durare, tra sviluppo e costruzione 1-2 anni le cui regole vengono cambiate mediamente ogni anno!!! Vi rendete conto di cosa potrebbe significare nel lavoro che fate, qualunque esso sia??? Significa buttare via una marea di soldi, investire tempo e denaro in progetti che poi diventano carta straccia…..ma soprattutto, vuol dire non riuscire a pianificare l’attività aziendale per più di un semestre! Significa spesso assumere personale perchè c’è un’esigenza e dopo soli 5-6 mesi non averne più bisogno, ma non per colpa dell’azienda stessa, ma di chi ha cambiato per l’ennesima volta le regole e modificato il mercato.

  23. renudo

    Vorrei ricordare che oltre alle aziende tedesco/americane fallite occorre aggiungere anche Pramac di Casole d’Elsa, azienda multinazionale di primo livello, quotata in Borsa. La motivazione? Il fallimento della divisione “Solar” (meno 44,7% del giro d’affari) affidata alla controllata svizzera Pramac Swiss che produce pannelli fotovoltaici … I costi di produzione elevati non hanno permesso all’azienda di reggere la concorrenza asiatica (e cinese in particolare), la motivazione dell’insuccesso.

    Inoltre, dovremme chiederci quanto segue : se è vero che nelle ore di punta il fotovoltaico ha ridotto il prezzo dell’energia, quanto c’è costata questa riduzione in termini di incentivi ?

    Propongo queste cifre per il 2011 solo per il fotovoltaico : 400 milioni di euro di risparmi a fronte di riduzione dei prezzi e 4 miliardi di incentivi pagati dagli utenti.

    Chiedo inoltre se qualcuno può indicarmi i costi di importazione degli impianti eolico/solare negli ultimi tre anni.

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