24
Lug
2011

Disciplina del prezzo dei libri: Petizione al Presidente della Repubblica

Innanzi all’approvazione parlamentare della nuova legge sull’editoria, a coloro che credono sia necessario ed auspicabile che il mercato librario rimanga libero non resta che appellarsi all’autorità del Presidente della Repubblica.
Vi invitiamo a sottoscrivere e a diffondere quanto più possibile questa petizione.

Illustrissimo Sig. Presidente,

il 20 luglio u.s. il Senato ha approvato, in via definitiva, la legge che impone vincoli sugli sconti e le promozioni di vendita dei libri.

Se la legge dovesse entrare in vigore, dal primo settembre il mercato dei libri non sarà più libero: un rigido tetto agli sconti e alle campagne promozionali renderà infatti la fissazione del prezzo dei libri non più soggetta al pieno principio della libera concorrenza, ma sottoposta a vincoli legislativi quanto a tempi e soglie di sconto.Vogliamo sottoporre alla Sua attenzione alcune considerazioni sulla legittimità del provvedimento, chiedendoLe di considerare questa petizione ai fini di un rinvio della legge alle Camere in sede di promulgazione.

La nostra Costituzione riconosce il diritto alla libera iniziativa economica privata, comprimibile dal legislatore solo per fini sociali, da intendersi, secondo consolidata giurisprudenza costituzionale, come inerenti a quei settori in cui, data la particolarità o la scarsità del bene, un regime di libero mercato non riuscirebbe a garantire un’esistenza dignitosa a tutti i cittadini, a prescindere dalle loro condizioni.

Il libro è un bene di uso comune e non vitale. Non è né un bene scarso né sottoposto a un regime di monopolio naturale come le fonti energetiche, né essenziale alla sopravvivenza fisica come un medicinale salvavita. Perché dunque il legislatore dovrebbe imporre la politica dei prezzi di questo mercato, come accadeva in regimi del passato che non sono certo oggi ricordati per il rispetto della libertà dei cittadini, che, come dicevano Sturzo e Einaudi, è unica e indivisibile?

La legge dunque interviene in un settore commerciale che non presenta peculiarità tali da far ritenere legittimo un intervento legislativo per finalità sociali.

Pur ammettendo, per denegata ipotesi, che per fine sociale si possa intendere la promozione della cultura, non si vede come un divieto di fare sconti e promozioni possa agevolare il lettore ad acquistare più libri e accrescere il proprio livello culturale. Come può la limitazione pianificata di sconti e strategie promozionali contribuire alla diffusione della cultura e della lettura? Al più, scoraggerà chi deve fare i conti in tasca con il proprio stipendio ad acquistare libri e deprimerà un mercato già di per sé limitato.

I piccoli librai, come i piccoli editori, riescono ancora a sopravvivere proprio grazie alla possibilità di immaginare strategie di mercato diverse, parallele e alternative basate, ad esempio, su promozioni in occasione di qualche anniversario, sulla fidelizzazione di clienti affezionati che meriterebbero un trattamento di riguardo, sull’accessibilità del commercio elettronico, insomma sulla libertà di concepire un mercato atipico che, con un po’ di fantasia e coraggio, possa affiancarsi ai grandi marchi e fare la sua parte nella promozione della cultura.

I lettori, dal canto loro, non possono che trovare giovamento da strategie di sconti e vendite promozionali in grado, queste sì, di diffondere la cultura della lettura anche tra i giovani e coloro che non dispongono di un reddito medio-alto.

Questo ritorno a un protezionismo interno, peraltro inutile visto che qualsiasi libraio potrà domani acquisire un dominio internet in uno Stato straniero e vendere a sconti liberi la produzione italiana, è allarmante se si pensa che potrebbe essere esteso a qualsiasi altro bene, dal momento che il libro è un bene comune senza caratteristiche tali da rendere compatibile col dettato costituzionale una particolare compressione della libertà economica.

Esso è peraltro contraddittorio rispetto a un indirizzo politico che ritiene una maggiore libertà di intrapresa la cura adeguata alla ripresa dell’economia in un momento così delicato come quello che stiamo vivendo, secondo quanto dimostra la recente liberalizzazione degli esercizi commerciali nelle città turistiche.

La legge in questione contrasta dunque con l’art. 41 della Costituzione e si profila come irragionevole ex art. 3 della Costituzione, restringendo il mercato dei libri e rendendolo meno accessibile a quanti oggi, tra la popolazione meno abbiente, vengono agevolati all’acquisto da sconti invitanti.

Inoltre, la legge contrasta anche col principio comunitario di libera concorrenza, ormai acquisito nel nostro ordinamento, poiché, di nuovo, non sembrano esservi nel mercato editoriale particolari esigenze di garantire servizi essenziali alla persona tali da giustificare un intervento autoritativo per correggerne le distorsioni.

Per quanto sopra ritenuto, siamo dunque a chiederLe di considerare tali profili di illegittimità costituzionale ai fini di un rinvio alle Camere della legge, che faccia ponderare meglio il Parlamento circa l’opportunità e la compatibilità col nostro sistema costituzionale dell’intervento legislativo in questione.

 

Per aderire alla petizione inserite un commento in cui specificate di sottoscrivere quanto sopra, specifinando il vostro NOME, COGNOME e CITTÀ.

In caso di difficoltà nell’inserimento di un commento, è possibile sottoscrivere la petizione inviando un’e-mail.

Grazie

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2454 Responses

  1. mauro marabini

    non avrei mai immaginato che sotto un governo, di centro destra, che parti a suo rempo dalla esigenza di una rivoluzione liberale, si arrivasse a tanto. La legge é ,oltre a tutto ,ridicola ma anche qualcosa di analogo vi é, da tempo nella vicina Francia e difatti in Francia ,praticamente, non vi sono più piccole librerie private.

  2. Bogni Rodolfo

    Sottoscrivo. I piccoli librai si proteggono riducendo la burocrazia ed il carico fiscale.
    Rodolfo Bogni
    ( Londra, AIRE Trento)

  3. Adriana De Robert

    condivido, i libri fanno cultura e capire e questo per qualcuno non deve accadere

  4. Giuseppe Bottacin

    Sottoscrivo, ovviamente: non mi chiamo Mondadori o Feltrinelli e Amazon mi sta simpatica.
    Giuseppe Bottacin, Padova

  5. Pietro Barabaschi

    Sotttoscrivo integralmente la petizione.
    Pietro Barabaschi
    Via Garibaldi, 188
    64028 SILVI (TE)
    C. F. BRB PTR 34D21 A488P

  6. Dopo le trasmissioni di Augias, Elkann e Fazio, che fanno promozione intelligente alle novità editoriali e come è scritto nella petizione ….I lettori, dal canto loro, non possono che trovare giovamento da strategie di sconti e vendite promozionali ….. mi unisco alla Vostra petizione “intelligente”, coin l’augurio di attenta valutazione, da chi è indirizzata.
    Raoul Mencherini

  7. Alberto

    Sottoscrivo la petizione fermamente convinto che qualunque atto limiti o riduca la fruizione della cultura e dell’informazione, é un REATO CONTRO L’UMANITA’.

    Alberto Muratorio – Milano

  8. Sottoscrivo, ma questa “legge”, se passasse, sarebbe l’ennesima espressione particolare di un problema più generale. Come dice Leoni, «il fatto che i legislatori, almeno in occidente, si astengano ancora dall’interferire in alcuni campi dell’attività individuale – come parlare, scegliere il coniuge, indossare un tipo determinato di abbigliamento, viaggiare – nasconde di solito il crudo fatto che essi hanno effettivamente il potere di interferire in questi ambiti». E quello che dà loro il potere di interferire in questi ambiti è, in ultima istanza, una particolare idea di legge, in base alla quale la legge sarebbe un provvedimento particolare emesso secondo le procedure previste dall’autorità invece che un principio astratto e generale indipendente dall’autorità. Concentrarsi sull’espressione particolare del problema, cioè su uno dei tanti provvedimenti particolari illegittimi che vengono chiamati “legge”, invece che sulle sue cause strutturali non credo aiuti a risolvere il problema di fondo.

  9. Vincenzo Giovanni Comito

    Sottoscrivo la petizione di cui sopra.
    Vincenzo Giovanni Comito
    Serra San Bruno (VV)

  10. ineccepibile , tranne per i troppi che ancora non hanno capito che lo Stato che mette il naso nella nostra libertà ( di cui il mercato è parte importante ) è il problema, non la soluzione. Dunque, sottoscrivo .
    Vittorio Messori

  11. UGO MUCCINI

    Sottoscrivo la petizione contro lo sconto massimo del prezzo dei libri.

    Ugo Muccini Arcola (La Spezia)

  12. gerardo santarelli

    E’ l’ennesima legge fatta da una gerontocrazia che non riesce a vedere un cenitimetro più in la del prorpio naso (o forse dei propri interessi). Sarei curioso di vedere l’esito delle votazioni per capire quali partiti e soprattutto quali onorevoli hanno votato tale nefandezza. Non riescono, i votanti, a pensare neanche al futuro dei propri nipoti che forse non avranno la fortuna di vivere di politica o di essere inseriti in qualche cda di enti vari. Per favore, appena possibile, ovvero alle prossime elezioni, togliamone di mezzo il più posibile.
    Gerardo Santarelli Roma

  13. Sergio Buono

    Finalmente una petizione sensata che cerca di opporsi con intelligenza e competenza all’irragionevolezza degli incompetenti. Ad aspera per astra.

  14. Elisabetta Priotti

    Sottoscrivo. Ma un’alternativa c’è, ed è la pubblicazione con licenze Creative Commons ed in Open Access.

  15. Salvatore Prisco

    La legge à corporativa: penalizza case editrici e librai piccoli, nonché lettori “forti”. In tempi di integrazione comunitaria è contraddittoria col principio di libera concorrenza (alla cui luce va oggi interpretato l’articolo 41 della Costituzione) e irragionevole, come dice il testo dell’appello al Capo dello Stato, quindi viola l’art. 3 della Costituzione, sia nel I comma – uguaglianza formale di fronte alla legge – sia nel II – eguaglianza sostanziale e “dinamica” – e nell’epoca di Internet è inoltre facilmente aggirabile. Sottoscrivo la petizione.

  16. Giovanni Brogiolo

    Alla faccia del liberalismo! Ma peggio ancora: alla faccia della libertà!! In un modo o nell’altro, limitare la possibilità di istruirsi, informarsi, accrescere la propria cultura, significa detenere il potere sulle persone. Sottoscrivo la petizione. Giovanni BROGIOLO, Sesto san Giovanni.

  17. Sottoscrivo la petizione, ma con enorme sconforto: vivere serenamente in questo Paese diventa sempre più difficile

    Maria Stella Uras Roma

  18. PAOLO ZANINI

    Purtroppo questo nostro è un Paese che la nostra classe di politicanti e certe altre
    congreghe cercano costantemente di mantenere il più possibile nell’ignoranza e inconsapevolezza. Per questo sottoscrivo volentieri la Petizione.

  19. dante

    stanno trasformando il sistema parlamentare in un sistema lobbistico puro.
    che è la sua naturale trasforemazione.
    il parlamento diventa una dittatura di una casta di privilegiati al servizio delle più spudorate lobby

    dante calzolari

  20. Alessandro Bertinotti

    Sono bibliotecario, sottoscrivo pienamente la petizione.

    Alessandro Bertinotti – Novara

  21. Stefano Micheli

    Sottoscrivo la petizione, e concordo con ‘Marisa’…..vivere serenamente in questo Paese diventa sempre più difficile!!!

  22. Francesco

    Sottoscrivo la petizione con una osservazione al Governo: Ci sono altri problemi impellenti cui esercitarsi. Da tanto sbandierato liberismo si passa al dirigismo.

  23. Silvia Ferrando

    Concordo pienamente con l’iniziative e con i commenti postati precedentemente, quindi aderisco alla petizione…è uno schifo!!!
    Silvia Ferrando.

  24. Sergio De Prisco

    Questa norma penalizza i lettori e gli autori e favorisce solo i librai, ma non tutti, solo i peggiori, come tutte le norme che fissano i prezzi per legge.
    Sottoscrivo la petizione:
    Sergio De Prisco
    Capena RM

  25. Roberto Giorni

    Aderisco alla petizione al Presidente della Repubblica in favore della libertà del mercato dei libri. I piccoli editori e i piccoli librai, che sarebbero messi in difficoltà da una legge iniqua, sono un’autentica ricchezza sul piano della libertà di pensiero. La libertà del mercato dei libri non deve essere toccata. Il dominio dei grandi editori e delle catene di vendita, imposto per legge, è un danno per la libertà di pensiero. Come non ricordare le ammonizioni di don Sturzo, Einaudi, Hayek (nel libro “La via della schiavitù”), …
    Roberto Giorni / Codogno (Lo)

  26. lorenzo maggi

    Sottoscrivo la petizione con profondo sconcerto e delusione per una legge simile.
    Non è questo il Pdl che voglio e non sono queste le leggi che mi aspetto da questo governo.

    Lorenzo Maggi
    Capogruppo Pdl Comune di Lodi

  27. Sottoscrivo con amara convinzione. Non capisco i capitano del Titanic che firma questa roba invece di guardare agli iceberg. Non capisco chi ha il coraggio di firmare le leggi contro un’azienda altriui, dopo aver dovuto ritirarne con vergogna una a favore della propria, non capisco il Ministro dei Beni Cultirali che é un liberale di rito distratto,non capisco un governo che aveva detto di voler diffondere l’informazione elettronica.
    Capisco solo che bisogna reagire all’assuefazionei: per questo firmo.

    Franco Debenedetti

  28. Stefano Callera

    Con il più profondo sconforto e un caloroso saluto alla nostra faziosa classe “digerente”, confermo fermo la mia adesione alla petizione.

    Stefano Callera, Pavia

  29. Roberto Giorni

    Sottoscrivo la petizione al Presidente della Repubblica in favore della libertà del mercato ndei libri. I piccoli editori e i piccoli librai, che sarebbero messi in difficoltà da una legge iniqua, sono una ricchezza sul piano della libertà di pensiero. Il dominio dei grandi editori e delle grandi catene di vendita, favorito da una legge, costituirebbe un attentato alla libertà di pensiero. Ricordiamo gli ammonimenti di don Sturzo, Einaudi, Hayek (nel libro “La via della schiavitù”), …
    Roberto Giorni Codogno (Lo)

  30. MASELLO GIUSEPPE

    Un provvedimento che rappresenta un ulteriore conferma del fatto che la nostra classe politica è impegnata eslusivamente nella difesa dei propri interessi corporativistici e di “casta”, in totale spregio al mercato. E che dire poi delle ragioni spudoratamente ipocrite con le quali provvedimenti di questo genere ci vengono presentati e motivati?
    Quando finiranno questi atti di prevaricazione elevati a norma di legge, insieme a questi atteggiamenti ipocriti?
    A quando forme di protesta più incisive?
    Intanto sottoscrivo in toto la petizione.
    GIUSEPPE MASELLO – VERONA

  31. Stefano Corsi

    Sottoscrivo la petizione. Un governo che si professa liberale non può escogitare leggi di questo tipo. Stefano Corsi. Forlì

  32. fabio bastianini

    In Italia si leggono pochissimi libri da pochissime persone. Questa legge impedisce la diffusione della lettura e del libero mercato
    Fabio astianini

  33. Roberto Giorni

    Sottoscrivo la petizione al Presidente della Repubblica in favore della libertà del mercato dei libri. I piccoli editori non devono essere messi in difficoltà perché sono una ricchezza sul piano culturale. La legge favorirebbe i grandi editori e le grandi catene di vendita: sarebbe un attentato alla libertà di pensiero. Ricordiamo gli ammonimenti di don Sturzo e di Hayek (nel libro “La via della schiavitù”).
    Roberto Giorni
    Codogno (Lo)

  34. Ornella Trojani

    Condivido con grande amarezza e sottoscrivo in pieno. Ornella Trojani – Villorba (TV)

  35. maggiori fabio

    sottoscrivo in pieno la petizione e comincio a provare brividi.
    Fabio Maggiori Fermo

  36. francesco

    Non firmo!
    Questa legge è stata chiesta in primo luogo dai librai indipendenti e dai piccoli editori per andare contro chi, come ora, vorrebbe libertà di sconti. La verità è che la libertà di sconti penalizza tutti coloro che a tali sconti non possono accedere (librai indipendenti e piccoli editori costretti a fare di conto in un’economia di piccoli numeri) mentre favorisce tutti coloro che al momento sono i “padroni” del mercato e lo vogliono diventare sempre più (librerie di catena e grandi gruppi editoriali). Non a caso neglli incontri proposti e richiesti dai primi, i secondi se ne sono andati prima di ricevere domande dovendo quindi delle risposte. Chiedo a tutti di provare a entrare un po’ più nel merito informandosi maggiormente perchè senza una legge come quella che sta per passare (ma ce ne vorrebbe una ancor più incisiva alla “francese”) delle categorie spariranno e chi poi ne farà le spese saranno soprattutto i lettori costretti aleggere proposte editoriali dei soliti pochi grandi editori (mondadori, gems, rizzoli…) propietari nella maggioranza dei casi delle grandi catene librarie (mondadori, mel, giunti al punto, feltrinelli…).

    francesco

  37. Francesco

    Sottoscrivo la petizione, sperando che possa trovare accoglimento
    Francesco De Martino
    Sarno (Sa)

  38. Didi Leoni

    Condivido in pieno l’iniziativa dell’IBL e sottoscrivo, con molta amarezza, la petizione. Didi Leoni – Roma

  39. Aderisco volentieri a questa battaglia liberale.. so che difficilmente riusciremo a dare una svolta liberale a questo “povero paese” ma abbiamo il dovere morale di provarci.
    E spero soprattutto che grazie a queste battaglie i liberali oggi dispersi trovino la forza e la voglia di rimettersi a fare lotta politica!

  40. Michele De Vtis

    Sono per principio favorevole alla liberalizzazione e alla diffusa deregulation in tutti i settori.
    Sono contrario alla regolamentazione degli sconti, in quanto utente-acquirente. Non sono però altrettanto sicuro che ciò gioverà ai piccoli editori e alle piccole librerie indipendenti.
    Come vedete, ho i miei dubbi, tuttavia rispondo con favore alla petizione perchè contrario alle limitazioni.

  41. Marco Lambertucci

    Sottoscrivo la petizione, speriamo le nostre parole non rimangano inascolatate. Marco Lambertucci , Colturano (MI)

  42. Corrado Mosca - Biella

    sottoscrivo la petizione contro la nuova assurda legge sull’editoria
    Corrado Mosca
    Via Garibaldi 162 13899 PRALUNGO (Bi)

    vi ringrazio per la vostra iniziativa

  43. Massimo Stefanello

    Il nostro Paese per rinascere ha bisogno di eccellenze. Limitare l’accesso alla cultura, come fa questa legge, porta soltanto alla mediocrità.
    Sottoscrivo la petizione.
    Massimo Stefanello
    Pianiga (VE)

  44. pier carlo de cesaris

    sottoscrivo con totale adesione la petizione. l’Italia è, di fatto, l’unico stato al mondo a socialismo compiutamente realizzato. abbiano almeno la buonagrazia di non tentare di prenderci per i fondelli con grida manzoniane ed atti del tutto illiberali.

  45. Marco

    sottoscrivo la petizione contro la legge sull’editoria di cui al presente articolo.
    Marco Marcelli
    Lodi

  46. Andrea Dolci

    Sottoscrivo la petizione. Trovo veramente miserevole che i tirapiedi delle grosse case editrici abbiano usate l’argomento della difesa dei piccoli editori e dei librai.
    Finché continueranno a chiedere 20€ per un paperback gli editori meritano solo di fare una brutta fine insieme ai loro ingenti investimenti per conrrollare le reti di vendita, la cui difesa é il vero scopo della legge.

  47. Ennio Cocco

    Non ho commenti da fare, e quindi da “moderare”.
    Mi limito a sottoscrivere.
    Grazie.
    E.C.

  48. Riccardo de Caria

    Sottoscrivo con convinzione, complimenti per l’iniziativa.
    Riccardo de Caria (Torino)

  49. Alberto

    Sottoscrivo la petizione di Serena Sileoni, anche perchè ingessare questo mercato gia in apnea e questo settore industriale, da tempo agonizzante, eccezion fatta forse per Feltrinelli, significa anche dare un’ ulteriore mazzata micidiale sulla cultura.

    ALBERTO BARSI ROMA

  50. mario pizzio

    sottoscrivo pienamente la petizione:
    Disciplina del prezzo dei libri: Petizione al Presidente della Repubblica
    mario pizzio
    milano

  51. salvatore dessupoiu

    sottoscrivo, questa porcata serve solo a Mondadori, alias al mancato galeotto B.

  52. Davide

    Sottoscrivo la Petizione al Presidente della Repubblica perche’ rinvii alle Camere la nuova legge sull’editoria che disciplina il prezzo dei libri.

    Davide Colangelo
    San Giuliano Milanese (MI)

  53. Alessandra Malpezzi

    Da amante dei libri e “piccola editrice”, sottoscrivo.
    Alessandra Malpezzi
    Milano

  54. Emilia Trisciuoglio

    Sottoscrivo pienamente e non capisco come non stiano protestando tutti gli editori e i librai seri nonchè la c.d. associazione dei consumatori! Questa legge è una vergogna! NO ALLA LEGGE TAGLIA LIBRI!

  55. Nicola Di Palo

    Sottoscriviamo! Questa legge è la conferma che non viviamo in un Paese civile. Sembra sia fatta apposta per ridurre la lettura dei libri … Nicola Di Palo, Samuen Di Palo, Carmen Shaikofer Di Palo, Giuseppe, Di Palo, Ameliè Di Palo

  56. Michele Gatto

    Incredibile! Signor Presidente della Repubblica, lei che è uomo di cultura, vicino ai giovani, come può accettare questa legge che priva i più giovani della possibilità di acquistare libri a prezzi scontati? Intervenga La prego! Sottoscrivo la mozione Sileoni, Gatto Michele

  57. Tommaso Petrillo

    D’accordissimo! Speriamo che il Capo dello Stato possa prestarci ascolto. Tommaso Petrillo, Verona

  58. Marco Giacobbe

    Rispondi | Cita

    Sottoscrivo convintamente la Petizione al Presidente della Repubblica perche’ rinvii alle Camere la nuova legge sull’editoria che disciplina il prezzo dei libri.

  59. Gianluca Marco ADAMO

    Sottoscrivo la petizione contro una legge a dir poco vergognosa.

    Gianluca Marco ADAMO – (PALERMO)

  60. Carla.

    Sottoscrivo la petizione sulla legge del 20 luglio 2011 che impone vincoli negli sconti e promozioni di vendita dei libri. Carla Zampieri Verona

  61. Fabio Franconieri

    sottoscrivo la petizione contro la legge sull’editoria che impedisce la libertà di prezzo e limita gli sconti.
    Fabio Franconieri, Genova

  62. Mario Cucchia

    Sono favorevole alla tutela della libera iniziativa economica ovunque, anche nel settore della cultura e dell’editoria, pertanto aderisco a questa iniziativa politica.

  63. Dino Serradura

    Sottoscrivo la petizione per un mercato libero a beneficio di tutti. Dino Serradura – Solagna

  64. Laura Maria Leone

    Sono favorevole alla tutela della libera iniziativa economica ovunque e pertanto aderisco a questa iniziativa.

  65. Enzo Michelangeli

    Aderisco alla petizione: il protezionismo in tutte le sue forme penalizza i fornitori piu’ capaci e competitivi, e tutti i consumatori senza eccezione. Questa legge sull’editoria e’ indegna di una nazione che assegni valore alla lettura dei libri.
    Enzo Michelangeli
    (Hong Kong)

  66. Aderisco alla vs iniziativa.
    Scrivete la Vs interpretazione a questa legge. Chi ne trae vantaggi?Non è pensabile che limitando la libertà dei prezzi gli editori possono fare più fatturato. Illuminatemi.

  67. alex

    aderisco pienamente ‘ancora una volta i nostri parlamentari parlano bene ma razzolano male …alex da viareggio

  68. Sottoscrivo la petizione, condividendola integralmente! Chi vive nella Pubblica Amministrazione è ancora più allarmato dalla pervasività del sistema e. dunque, fortemente motivato!

  69. Rino

    Felicissimo della iniziativa. Sottoscrivo convintamente l’appello ai valori della costituzione italiana. Che per una volta la si usa come strumento di difesa del cittadino dall’oppressione del governante, cosi come dovrebbe essere! Amen.

    Calogero Carlino.
    Palermo

  70. Le nuove conoscenze, che se non trasmesse in tempi reali alle nuove generazioni, saranno causa di grave decadenza delle società non informate, qualcuno animato da oscuri livori antisociali, vuole imporre limitazioni alla circolazione delle idee.

  71. Sara Maccari

    Sottoscrivo la petizione così come pubblicata su Chicago Blog.
    Sara Maccari – Macerata

  72. Marco Fabio GAROZZO

    Sottoscrivo la petizione contro il soffocamento del mercato dei libri. Marco Fabio GAROZZO, Bergamo (BG)

  73. Andrea Ballarini

    Smettiamola con le battaglie di retroguardia. Le piccole librerie non si difendono con ridicole e inique operazioni protezioniste, ma incentivando la lettura in ogni modo.

  74. Sottoscrivo.
    Antonio Mercurio – Sassari.

    P.S. Mi pare che l’invio di missive cartacee alla Presidenza della Repubblica fosse gratuito ( dalle poste ). Nel caso sarebbe interessante avere in formato stampabile la missiiva.

  75. DINO DARIOL

    Condivido in toto la petizione. Mi indigna che un Parlamento, che avrebbe ben altre cose piu’ importanti da fare, si occupi di ridurre la concorrenza a scapito della divulgazione della cultura.ù
    DINO DARIOL – ARESE (MI)

  76. Dario Boggio Marzet

    Mi associo alla petizione; è incredibile che in questo marasma il governo/parlamento trovino il tempo per limitare l’accesso alla lettura

  77. Davide Bocci

    Sottoscrivo l’iniziativa contro la legge illiberale: non solo è un provvedimento liberticida, ma è l’esatto mix di ignoranza economica che contraddistingue i nostri politici che ancora non conoscono la parola “globalizzazione” ed usano le soluzioni di 150 anni fa per i problemi di oggi.

    Un grande distributore, vedi Amazon, già presente in Italia, o Barnes & Noble, che arriverà prima o poi, impiegheranno zero per distribuire libri italiani dall’estero, e cosa faranno i nostri politici: chiuderanno le frontiere.

    E quando anche Google entrerà nel mercato degli eBook distribuendo file *.epub dall’Irlanda?

    Legge che crea solo, come sempre, disoccupazione e disagi ai consumatori, che limita la cultura a chi ha poche risorse economiche.

  78. Righetti Giannì Gerlando

    Sottoscivo la petizione al Presidente della Repubblica contro la disciplina del prezzo dei libri.

  79. Francesco Martucci Clavica

    sottoscrivo la petizione al Presidente della Repubblica contro le norme che disciplinano il prezzo dei libri.
    Francesco Martucci Clavica
    Roma

  80. Scusate, mi chiamo Christian Raimo, lavoro in una medio-piccola casa editrice. Odio le concentrazioni editoriali e le storture di un mercato sedicente libero. Io penso che l’ansia di firmare gli appelli porti adito a molti fraintendimenti. Ma l’avete letta ‘sta proposta di legge sul libro? Ma sapete chi sono i promotori? Sapete che sono stati i Mulini a Vento, cioè un gruppo di case editrici indipendenti e libere e desiderose di anti-trust, a promuovere una battaglia contro gli sconti che evitasse i monopoli. Avete idea di come vivono le librerie indipendenti in Italia soffocate dagli sconti? Sapete che i maggiori distributori sono di proprietà dei maggiori gruppi editoriali (Mondadori, Feltrinelli, GEMS)? Questa legge è una legge che cerca di riquilibrare un mercato devastato da concentrazioni verticali e orizzontali? Vi prego, informatevi prima di partire lancia in resta in nome di una volontà legittima che è lo stesso spirito della legge proposta? Più concorrenza libera, più possibilità alle realtà indipendenti di vivere e operare, più qualità editoriale, bibliodiversità, etc…

    Christian Raimo

  81. Alessandro Marinelli

    Disciplina del Prezzo dei libri. Petizione al Presidente della Repubblica.
    Sottoscrivo la petizione. Alessandro Marinelli – Udine

  82. Stefano Simonini

    Sottoscrivo la “Petizione al Presidente della Repubblica”. Stefano Simonini. Firenze.

  83. Elena Parisi

    Come bibliotecaria, interessata alla diffusione del libro e della lettura, mi associo all’appello al Presidente della Repubblica perchè non faccia passare una legge incostituzionale, come quella che vincola e limita gli sconti e le promozioni sui libri, che protegge interessi corporativi e va contro le esigenze di informazione e cultura dei consumatori.

    Cordili saluti

    Elena Parisi
    Gallarate (VA).

  84. andrea dolci

    DOMANDA PER I DIFENSORI DELLA LEGGE:
    Premesso che la legge sara’ anche stata proposta dai piccoli editori indipendenti ma il vero risultato e’ quello di consegnare totalmente il mercato in mano ai grandi editori che cosi’ controlleranno l’intera filiera dall’autore al consumatore e gia’ questo sarebbe sufficiente per capire che si tratta di una legge sciagurata.
    Me se anche non fosse cosi’, mi spiegate il motivo per cui i piccoli editori dovrebbero essere sussudiati in maniera surrettizia e protetti manco fossero un patrimonio dell’umanita’ ?
    Se non possono restare sul mercato perche’ il loro prodotto non regge, che chiudano. Oppure che pensino a modelli di business diversi. O, se proprio vogliamo andare fino alla radice, chiedersi se l’avvento del digitale non metta in crisi lo stesso concetto classico di editore. Pretendere di difendere il passato a spese dei consumatori e’ pero’ la peggior risposta possibile.

  85. Angelo Melloni

    @Christian Raimo
    La legge l’ho letta con grande attenzione ed oltre ad essere scritta male (in senso di drafting) ha l’effetto evidente di introdurre una nuova tassa sui libri, riducendo il potere di acquisto dei libri da parte, specialmente, dei piu giovani che, con un identico budget, acquisteranno meno libri. Se tra i promotori di questa lgge vi sono, come si dice, i piccoli editori, allora è evidente che non hanno capito assolutamente gli effetti della stessa …. che peccato! Ma mi risulta che piccole case editrici di pregio come LiberiLibri o Rubbettino siano assolutamente contrarie …. chissà come mai! Sottoscrivo con convinzione la petizione Sileoni sperando che il Capo dello Stato, questa volta, rispetti la Costituzione!

  86. Angelo Melloni

    @Christian Raimo
    Principi liberali? Introdurre un obbligo attraverso la legge? Mi sa che non sai bene cosa significa la parola “liberale” …. ma oltre a non essere liberale, questa legge non è nemmeno equa … fatti due conti e capirai. Chi ha venti euro, quando ci sono gli sconti per i libri, riesce a comprarne anche due. Adesso ne comprerà uno. Contento?

  87. Innocenzo Parentela

    Non solo sottoscrivo ma mi piacerebbe chiedere agli estensori della Legge cosa intendono per libero mercato. Perchè non sono mai intervenuti per legge per impedire l’aumento indiscriminato sul prezzo di vendita dei prodotti ? Ad esempio, energia, assicurazione auto, carburanti. E come mai non sono intervenuti per tutelare i piccoli commercianti ed artigiani dall’assalto della grande distribuzione ? Perchè non intervengono per vietare l’aumento del prezzo dei libri, soprattutto dei libri scolastici ed universitari ?
    Perchè mai i cittadini Italiani dovrebbero usufruire di minori sconti sull’acquisto di libri a differenza degli altri cittadini Europei ?
    Innocenzo Parentela

  88. Domenico Maria Bruni

    Sottoscrivo, condividendone a pieno i contenuti, la petizione al Presidente della Repubblica in merito alla nuova legge sull’editoria.
    Domenico Maria Bruni – Montalbano Jonico

  89. massimiliano

    sottoscrivo pienamente al fine della tutela della liberta’ di concorrenza oltre che del mercato la petizione rivolta al Presidente della Repubblica. Se alcuni Editori non fossero in grado di sostenere la concorrenza , perche’ dovrebbero essere sussidiati a spese del solito consumatore? in questo modo si verificherebbe un’indebita protezione di un’ennesima “casta”” Italiana.
    Se alcuni editori non fossero in grado per deficit di marketing di stare sul mercato devono lasciarlo , per il bene collettivo e dei consumatori in particolare. Non scordiamoci che con il digitale ed internet tutto sta cambiando nella comuncazione di massa e nell’editoria nello specifico , ma qui da noi vige il principio che tutto cambi perche’ nulla cambi. L’autoreferenzialita’ e’ sempre una pratica odiosa di origine feudale , dannosa per una societa’ che vorrebbe potere innovarsi nella trasparenza delle idee e dell’azione .

  90. Anna Tumaini

    Sottoscrivo la Petizione al Presidente della Repubblica per la disciplina del prezzo dei libri.
    Anna Tumaini
    Torino

  91. Credo sia profondamente ingiusto far passare per difesa della libertà imprenditoriale una raccolta di firme contro una legge che proprio gli editori e le librerie indipendenti hanno fortemente voluto.
    Frasi come “I piccoli librai, come i piccoli editori, riescono ancora a sopravvivere proprio grazie alla possibilità di immaginare strategie di mercato diverse, parallele e alternative basate, ad esempio, su promozioni ” sono a mio avviso fuorvianti. Le librerie indipendenti stanno chiudendo una dopo l’altra, e senza le librerie indipendenti moriremo presto anche noi editori indipendenti.
    Il mercato è dominato dai grandi gruppi che, dal momento che possiedono catene di librerie, società di promozione e distribuzione, case editrici, dettano legge. E mettendosi d’accordo fra loro, determinano prezzi e campagne a LORO esclusivo profitto. E’ evidente che per poter scontare un prodotto (un libro) appena uscito (dalla tipografia, in questo caso) deve esserci stato un aumento a monte. I lettori guardino per favore di quanto sono aumentati i prezzi dei libri in questi anni. E sono aumentati tra le altre cose perché c’è da mettere in conto la “pseudocampagna”.
    In ogni caso leggi sul prezzo del libro molto più restrittive di quella appena votata in Italia esistono in moltissimi paesi, fra cui la Francia, la Spagna, la Svizzera e la Germania (qui la legge prevede addirittura sconto 0%). In Francia, all’arrivo del governo Sarkozy, quando alcuni deputati di destra tentarono di proporre una revisione della legge, ci fu una levata di scudi generale, intellettuali, destra e sinistra, grandi e piccoli editori, librerie…
    Molte sono le stranezze di un paese come il nostro. In nessun altro paese al mondo succede che un gruppo editoriale governi tutta la filiera del libro. Come in nessun altro paese succede che i libri vengano venduti in edicola, allegati ai giornali a prezzi irrisori, scontati per tutto l’anno e senza limiti. Almeno a questo si è cercato di porre rimedio.
    Daniela Di Sora
    editore indipendente

  92. Giancarlo Bosi de' Villalba

    Sottoscrivo la petizioneal Presidente della repubblica in merito alla Disciplina del prezzo dei libri

  93. Per come la vedeva lei, la vita era un fatto semplicissimo. Tu ti volevi divertire, loro te lo volevano impedire, e allora tu facevi del tuo meglio per infrangere le regole.

    1984 – George Orwell

    FERMIAMOLIIII!!!!!!

  94. Merlo Cristian

    Sottoscrivo in toto la petizione contro la consueta legge illiberale e liberticida.

    Merlo Cristian, Primaluna (LC)

  95. Artkane

    Allego il mio dissenso a questi modi di fare da illiberali tipici di un governo illiberale e fascista.
    e sottoscrivo la petizione
    Artkane Trento

  96. umbe

    sottoscrivo quanto ha detto Christian Raimo, perchè sono liberista. E anche Editore, libraio, e consulente per le librerie (indipendenti).

  97. dario dattrino

    mi sembra di capire che l’autrice non conosca il mercato editoriale, per cui ecco il mio contributo da ex-libraio ed attuale rappresentante editoriale.
    le case editrici fissano un prezzo per il libro, dopo di che lo vendono ai librai indipendenti con uno sconto del 30% circa ed alle librerie di catena ed ai loro punti vendita ed alla grande distribuzione con sconti superiori al 40% ( fino al 60 % ) . e’ ovvio che queste strutture sono in grado di riconoscere al cliente una scontistisca che incide poco sul loro margine utile , mentre lo stesso sconto incide notevolmente per i librai indipendenti, che quindi non possono riconoscerlo e di conseguenza non sono competitivi con il prezzo.
    la distorsione è evidente visto che si tratta di un bene con prezzo di copertina FISSO , per cui una normativa che metta ordine è necessaria.
    spero di aver contribuito ad illustrare al meglio la situazioni, in modo che ognuno possa fare al meglio le proprie valutazioni…

  98. Claudio Piersimoni

    Mamma Stato colpisce ancora.
    Ma quando potremo liberarci dell’orrendo Leviatano e di questa Costituzione che prima afferma un principio e due righe sotto lo nega?
    Sottoscrivo quanto ben detto dalla cara Serena.

    Claudio Piersimoni, Ancona.

  99. Giovanni Tateo

    Vergogna, questa legge mi impedirà di acquistare molti libri!

    Giovanni Tateo, Torino.

  100. Filippo Giabbani

    Sottoscrivo la petizione al Presidente della Repubblica promossa da IBL e relativa alla disciplina del prezzo dei libri.
    Filippo Giabbani (Firenze)

  101. umbe

    @dario dattrino
    Un attimo Dario.
    E’ giusto quello che dici ma va specificato che gli editori monopolisti fanno quanto dici motu proprio, mentre i piccoli, quei 2 o 3 mila che si dividono il restante 20% del mercato, lo fanno perchè impostogli dai distributori…che quasi sempre sono aziende di proprietà degli editori monopolisti. Infatti in due anni sono dimezzate le librerie indipendenti e triplicate le libreria di catena, di proprietà, sa va sans dire, degli editori monopolisti.

  102. paola

    mauro marabini:non so che Francia ha visto?sono appena stata a Digione/Reims/Parigi, poi olanda germania e le librerie sono tante e di tanti tipi, con sconti ridotti se non inesistenti e malgrado tutto piene di gente..e i libri costano molto meno!ovvio la differenza la farà il servizio e non lo sconto. specializzate e non. il problema italiano è un altro:promozione/distribuzione/stampa/vendita sono concentrate in mano a 3 grandi gruppi (mondadori-feltrienelli/Gems). quindi prima di parlare di libera concorrenza sistemerei la situazione unica nel mondo del caso italiano, dove il libero mercato per ora non esiste. e forse regolamentare una sistuazione anomala è una necessità. il libro deve essere venduto allo stesso prezzo da qualunque canale (visto che il prezzo è già imposto dall’editore)

  103. FRANCESCO DI PAOLA

    sottoscrivo la petizione sulla disciplina del prezzo dei libri
    Francesco Di Paola
    Torino

  104. Mi chiamo Fabio Avallone, vivo a Napoli e sottoscrivo l’appello.
    Solo una classe politica arretrata e cieca come la nostra poteva approvare una legge del genere. Tra l’altro, premesso che sono solo un avido lettore e che non lavoro nel settore, vorrei sapere cosa ne pensano gli operatori di altri settori merceologici ben più importanti (economicamente) dei libri. Perché le piccole salumerie possono essere strangolate dalla grande distribuzione, i negozi di abbigliamento possono essere sbaragliati dalle cittadelle outlet e dai vari groupon, i negozi di dischi devono piegarsi ad Itunes e invece le librerie (in un paese in cui non legge nessuno) dovrebbero sopravvivere per legge? (ammesso che questa legge ridicola possa davvero far sopravvivere anche una sola libreria). Si tratta di un obbrobrio che va cancellato, speriamo che il Presidente Napolitano ascolti l’appello.

  105. Donato Parri

    NO ALLA LEGGE TAGLIA-LIBRI! Sottoscrivo la petizione e a quei pochi che credono che questa legge serve ai piccoli editori o che abbia senso paragonare il mercato dei libri italiano con quello francese o Usa, dico che forse non hanno idea di quanta poca gente in Italia compri libri! Se con 20 euro prima, in occasione degli sconti, compravo 2 libri, ora ne comprerò 1. Conclusione: meno libri comprati per i consumatori, meno libri venduti per gli editori. Solo un genio poteva pensare una legge così (o qualcuno che ci vuole tutti ignoranti!). Donato Parri, Milano

  106. Luciano Capone

    Sottoscrivo la petizione.
    Luciano Capone, Savignano Irpino (AV).
    Che lo Stato non si intrometta in una libera contrattazione che riguarda me e il mio libraio!

  107. Marco

    Condivido. Tutto ciò che è libertà e libero pensiero va difeso senza se e senza ma.

    Marco Berizzi, Cantello (VA)

  108. Saraceno

    aderisco alla petizione di cui sopra sullo sconto libri

    Paolo Saraceno

    @@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@
    Paolo Saraceno
    Istituto di Fisica dello Spazio Interplanetario
    INAF
    Via del Fosso del Cavaliere 100
    00133 Roma
    Tel. +39 06 49934398
    Fax +39 06 45488242
    Mobile +39 3485100124

  109. Emanuele

    Sottoscrivo … con disincanto su quanto succederà in realta …
    Emanuele Burletti – Perugia

  110. Lorenzo D'Amico

    Sono perfettamente d’accordo con Dario Dattrino. Sono un editor e conosco molto bene il sistema editoriale. Una legge sul prezzo fisso è fondamentale per impedire che le librerie indipendenti scompaiano dalla scena.@dario dattrino

  111. Roberto Baldinini

    Roberto Baldinini (residente a San Mauro Pascoli) sottoscrive questa petizione, se il supermercato vicino a casa mia offre sempre in vendita prodotti (alimentari e non) scontati anche fino al 50%, perchè un rivenditore di libri non può essere libero di fare lo stesso quando e come vuole?
    Sono per il libero mercato e SOTTOSCRIVO QUESTA PETIZIONE!

  112. karen aldridge

    sottoscrivo la petizione contro la legge che vieta la vendita di libri scontati.
    Karen Aldridge, Asti

  113. Pietro Di Muccio de Quattro

    Per libri e giornali la migliore legge è nessuna legge (parafrasi da Luigi Einaudi).

  114. CARLO BUTTI

    Sottoscrivo la petizione. Tutti liberali a parole, di fatto protezionisti e colbertisti della peggior specie.

  115. Diego Loro

    Approvo e condivido.
    Ma cosa potrebbe fare, se anche volesse,il Presidente?
    Diego G. Loro

  116. aldo arri

    sono contrario ad una legge che dietro il fumo della cultura mira solo ad istituire rendite di posizione sul mercato.
    Purtroppo la legge farà sicuramente un danno economico al lettore mentre è tutto da vedere che riesca a garantire la sopravvivenza delle piccole librerie e dei piccoli editori,perchè comunque la grande libreria e la libreria on line ha dalla sua il grosso vantaggio della quantità di titoli disponibili.

  117. Mario Danieletto

    Sottoscrivo pienamente la petizione. In una Italia dove si comprano libri meno libri che negli altri maggiori stati europei è un ulteriore spinta verso l’arretramento culturale, l’indebito arricchimento degli editori ed una illeggittimo condizionamento dei comportamenti che regolano il libero mercato.

  118. La legge va bene così com’è, e non impedirà ai piccoli librai di fare la fine dei negozi di dischi.

    Sempre di più i libri si comprano in internet in formato digitale e sempre di più direttamente dall’editore, almeno finché gli autori stessi non scopriranno quanto è facile vendere da soli le proprie opere.

  119. Gressini Mauro

    Gli Editori e i loro amici ringraziano e sapranno essere riconoscenti. Io no e me ne ricorderò.
    Aderisco senza riserve alla petizione.
    Mauro Gressini, San Dona’ di Piave (VE)

  120. Luca Mercuri

    … bisogna sempre difendere i principi dalla contingenza, perché è sempre la contingenza che frega i principi. In nome della difesa dei “piccoli” e “deboli” del momento sono state perpretate le peggiori nefandezze del mondo, e ciò che è più importante senza, alla fine, garantire alcun futuro ad alcun piccolo e debole vero. Quello che serve ad un vero piccolo talentuoso è che non gli dicano per legge come fare concorrenza…
    Facciamo subito un’altra petizione per la riforma degli ordini professionali e di tutti i privilegi medievali e corporativi ancora in piedi nel nostro paese!!! solo università veramente libere, economia svincolata dalla politica e professionisti qualificati di livello mondiale ci tireranno fuori dal pantano (e non serve una lira per queste riforme!!!!!)

  121. Antonino Crisafulli

    Questa petizione non può che nascere dalla malafede di chi intende difendere delle posizioni conquistate usando mezzi poco puliti,come una concorrenza sleale. Gli argomenti portati a sostegno sono risibili,talmente sono assurdi. Fortunatamente il Capo dello Stato è persona di buon senso e grande cultura.

  122. Ugo Pellegri

    Sottoscrivo la petizione al Presidente Napolitano ritenendo il contenuto della stessa corretto e da approvare.
    Ugo Pellegri
    Genova

  123. eleonora di falco

    sottoscrivo pienamente la petizione al Presidente della Repubblica. Eleonora Di Falco Roma

  124. Eugenio Simoni

    anche io dico NO ALLA LEGGE TAGLIA-LIBRI! Signor Presidente della Repubblica come è possibile che lei permetta questa scempio? Studio al quarto anno di medicina e i libri per ciascuna materia costano in media 120 euro: se non avessi lo sconto al 30% che trovo on-line, non potrei permettermi l’università o dovrei fotocopiare i libri. Lo sanno questi signori cosa significa studiare e lavorare insieme come cameriere? E’ una indecenza che la CASTA CHE NON SI TAGLIA GLI STIPENDI, TAGLIA GLI SCONTI AI LIBRI, tanto loro li ricevono gratis! Sottoscrivo assolutamente la petizione, Eugenio Simoni, Padova

  125. isabella

    Sottoscrivo la petizione al Presidente contro una legge illiberale Isabella Arnaldi Genova

  126. Clara Vitalini

    sottoscrivo la petizione contro la regolamentaizone dei prezzi dei libri. Clara Vitalini

  127. Fabio Falcone

    Sottoscrivo la petizione al Presidente Napolitano ritenendo il contenuto della stessa corretto e da approvare.
    Fabio Falcone
    Castrovillari (CS)

  128. Fabio Falcone

    Sottoscrivo la petizione al Presidente Napolitano ritenendo il contenuto della stessa corretto e da approvare.
    Castrovillari (CS)

  129. alberto meomartini

    Sottoscrivo la dichiarazione, speriamo non ci voglianoimporre anche i titoli dei libri da leggere.Ogni volta che si comprimono spazi di iniziativa imprenditoriale si comprimono spazi di libertà: manche se, naturalmente, lo si fa con le migliori intenzioni9.
    Alberto Meomartini

  130. Luca

    Per cortesia prima di firmare petizioni che non hanno la minima aderenza con la realtà, informatevi.
    Ascoltate la voce di tutti e ragionate.
    In altri paesi con una media di libri letti per singolo cittadino molto più alta (Francia, Spagna,…) il libro non può essere soggetto a sconto in quanto considerato un bene primario per la cultura.
    Lo sconto sembra favorire il lettore, ma in realtà favorisce i soggetti che hanno in mano l’intera filiera, dalla produzione alla distribuzione. In Italia circa l’85% della distribuzione dei libri passa attraverso soggetti controllati da Mondadori, Feltrinelli, Rizzoli, Messaggerie, Giunti.
    In qualità di piccolo editore io non posso fare sconti, perché già il margine lordo sul prezzo di copertina è pari al massimo al 40%. Se dovessi scontare del 30% come fanno le grandi case editrici, vorrebbe solo dire che accetterei di vendere in perdita.
    D’altro canto, io piccola libreria di quartiere, ho un margine lordo di circa il 30% sul prezzo di copertina. Come faccio a sopravvivere a soggetti quali Amazon che si permettono di vendere i libri in perdita (vero e proprio dumping culturale) pur di prendere velocemente quote di mercato.
    Questa non è una legge illiberale. E’ un tentativo, oltretutto troppo favorevole alle grandi case editrici, di salvaguardare il pluralismo della cultura, che passa dalla sopravvivenza delle piccole case editrice e delle librerie.

  131. sottoscrivo la petizione contro questo provvedimento, sempre più stato dovr non serve sempre meno mercato, sempre contro i consumatori in nome di che cosa delle

  132. Gentile signora,

    in risposta a quanto pubblicato su

    http://www.chicago-blog.it/2011/07/24/disciplina-del-prezzo-dei-libri-petizione-al-presidente-della-repubblica/

    1) il mercato del libro è sempre stato sottoposto alla legge del mercato e quindi mi sembra assurdo parlare di perdita della libertà causata dalla legge.

    La libera concorrenza è stata fino ad oggi di fatto aleatoria in quanto solo chi possedeva grandi mezzi economici era in grado di partecipare al bailamme dei mega sconti, e gli altri chiudevano la loro Libreria.

    2) Libera iniziativa non monopolio in mano a pochi.

    3) Ritenere che il libro non sia un bene primario e ridurlo alla stregua di un pacchetto di chewig gum e assurdo.

    4) Evidentemente lei cara signora ha frequentato molto le Librerie tanto da ritenere che le stesse non facciano parte di un patrimonio da preservare dalla nullità degli scontisti.

    5) I mega sconti non hanno portato alcun beneficio per la cultura della nazione, invece mi risulta che le centinaia di Librerie che si prodigano nella promozione del libro facendo presentazioni e curando gli assortimenti, qualcosa abbiano dato.

    6) I piccoli librai stretti dai debiti causati dall’impossibiltà di ottenere dei margini di guadagno decenti devono chiudere, la promozione culturale non basta a sopravvivere.

    7) In Francia piuttosto che in Germania ed in altri Paesi Europei è in vigora una legge che regolamenta il prezzo del libro. Non mi risulta che in tali paesi le vendite del libro siano state condizionate dal legislatore, Amazon esiste sia in Francia che in Germania da anni con ottimi risultati nonostante leggi molto più restrittive della nostra.

    8) Non è sicuramente la legge sul prezzo del libro la causa dei mali economici dell’Italia, questa, anzi, serve a ridare vigore ad una categoria di LAVORATORI da anni in balia dei mega sconti.

    9) Gli sconti invitanti sono frutto di operazioni di mercato indirizzate quasi escusivamente alle gradi strutture di vendita GDO Internet ecc. e sicuramente non vanno incontro ai meno abbienti, quelli cioè che non arrivano alla terza settimana con il misero stipendio che hanno, essi dovrebbero usufruire di servizi bibliotecari efficenti come in Francia e Germania appunto. Chi non ha denaro non può permettersi di spendere per i libri e quindi non si venga a dire che la legge sul libro colpisce le fasce più povere.

    10) La libera concorrenza non è stata mai in pericolo, lo testimoniano le centinaia di aperture di Librerie di catena e l’arrivo di un gigante del commercio elettronico come Amazon (con la relativa chiusura di centinaia di piccole Librerie) casomai è l’opposto. Le ricordo che il libro in Italia ha il prezzo imposto dall’editore e quindi questo è l’unico termine di paragone per qualsiasi trattativa commerciale e/o concorrenziale.

    Io fossi in lei andrei da quel Libraio che per anni ha servito con fedeltà, serietà e preparazione la clientela della propria Libreria e adesso si ritrova a dover chiudere a causa della politica selvaggia dei mega sconti. Questo signore lascia un vuoto che non verrà colmato da nessun “liberismo” lui sarà sostituito da uno scaffale ciecosordomuto di un supermercato piuttosto che nella mega rivendita di libri, per arrivare infine ai mega siti di commercio elettronico che tra un banner e l’altro ti propongono le loro mercanzie. A questo signore chiederei di perdonare la mia ignoranza e di scusarmi se in qualche modo l’ho offeso.

    Sergio Micoli

    Libreria Nero su Bianco Trieste

    Libreria Nero su Bianco

    via Oriani 4/b

    34131 Trieste Italia

    tel. 040638620 fax 0403726070

    http//www.nsb.it – e-mail libreria@nsb.it

    PI: 00918260324

  133. sergio micoli

    Gentile signora,

    in risposta a quanto pubblicato su

    http://www.chicago-blog.it/2011/07/24/disciplina-del-prezzo-dei-libri-petizione-al-presidente-della-repubblica/

    1) il mercato del libro è sempre stato sottoposto alla legge del mercato e quindi mi sembra assurdo parlare di perdita della libertà causata dalla legge.

    La libera concorrenza è stata fino ad oggi di fatto aleatoria in quanto solo chi possedeva grandi mezzi economici era in grado di partecipare al bailamme dei mega sconti, e gli altri chiudevano la loro Libreria.

    2) Libera iniziativa non monopolio in mano a pochi.

    3) Ritenere che il libro non sia un bene primario e ridurlo alla stregua di un pacchetto di chewig gum e assurdo.

    4) Evidentemente lei cara signora ha frequentato molto le Librerie tanto da ritenere che le stesse non facciano parte di un patrimonio da preservare dalla nullità degli scontisti.

    5) I mega sconti non hanno portato alcun beneficio per la cultura della nazione, invece mi risulta che le centinaia di Librerie che si prodigano nella promozione del libro facendo presentazioni e curando gli assortimenti, qualcosa abbiano dato.

    6) I piccoli librai stretti dai debiti causati dall’impossibiltà di ottenere dei margini di guadagno decenti devono chiudere, la promozione culturale non basta a sopravvivere.

    7) In Francia piuttosto che in Germania ed in altri Paesi Europei è in vigora una legge che regolamenta il prezzo del libro. Non mi risulta che in tali paesi le vendite del libro siano state condizionate dal legislatore, Amazon esiste sia in Francia che in Germania da anni con ottimi risultati nonostante leggi molto più restrittive della nostra.

    8) Non è sicuramente la legge sul prezzo del libro la causa dei mali economici dell’Italia, questa, anzi, serve a ridare vigore ad una categoria di LAVORATORI da anni in balia dei mega sconti.

    9) Gli sconti invitanti sono frutto di operazioni di mercato indirizzate quasi escusivamente alle gradi strutture di vendita GDO Internet ecc. e sicuramente non vanno incontro ai meno abbienti, quelli cioè che non arrivano alla terza settimana con il misero stipendio che hanno, essi dovrebbero usufruire di servizi bibliotecari efficenti come in Francia e Germania appunto. Chi non ha denaro non può permettersi di spendere per i libri e quindi non si venga a dire che la legge sul libro colpisce le fasce più povere.

    10) La libera concorrenza non è stata mai in pericolo, lo testimoniano le centinaia di aperture di Librerie di catena e l’arrivo di un gigante del commercio elettronico come Amazon (con la relativa chiusura di centinaia di piccole Librerie) casomai è l’opposto. Le ricordo che il libro in Italia ha il prezzo imposto dall’editore e quindi questo è l’unico termine di paragone per qualsiasi trattativa commerciale e/o concorrenziale.

    Io fossi in lei andrei da quel Libraio che per anni ha servito con fedeltà, serietà e preparazione la clientela della propria Libreria e adesso si ritrova a dover chiudere a causa della politica selvaggia dei mega sconti. Questo signore lascia un vuoto che non verrà colmato da nessun “liberismo” lui sarà sostituito da uno scaffale ciecosordomuto di un supermercato piuttosto che nella mega rivendita di libri, per arrivare infine ai mega siti di commercio elettronico che tra un banner e l’altro ti propongono le loro mercanzie. A questo signore chiederei di perdonare la mia ignoranza e di scusarmi se in qualche modo l’ho offeso.

    Sergio Micoli

    Libreria Nero su Bianco Trieste

  134. Andrea Mattei

    Per me e’ difficile essere obiettivo, visto che sono uno dei tanti librai che fra qualche mese chiudera’, ma non posso far a meno di notare che si parla di cose che non si conoscono, per un mercato, quello del libro,piuttosto povero: margini, spese, costi di allestimento di un sito e vendita online, dumping, etcetc. La concorrenza e’ vera se pari sono le condizioni di partenza: voi correreste con una 500 contro un Cayenne? Ma il discorso e’ evidentemente complesso e la petizione invece semplifica tutto riducendo il discorso a un “piu’ sconto = piu’ liberta’: non ci siamo

  135. maria di girolamo

    sono una piccola libraia e, chiaramente, di parte!
    Manca qualcosa a quel che affermate…..dovrebbe essere un sistema libero, che invocate con questa petizione:
    1) non dovrebbe esistere il monopolio distributivo
    2) il prezzo di copertina non dovrebbe essere imposto
    3) dovremmo, piccole librerie indipendenti, poter accedere a una scontistica che sia superiore a quella offerta al cliente finale…………

  136. Antonio Quarta

    In questo mondo di veline, grandi fratelli, isole dei famosi lasciateci almeno la possibilità di leggere e acquistare libri.

  137. Sottoscrivo in pieno!

    Le “condizioni di partenza” presunte essere non equilibrate che si tirano fuori ad ogni piè sospinto, non sono altro che le “condizioni d’arrivo” di ieri.
    Dov’era IERI l’editoria che piange miseria OGGI?

    Che il mercato faccia il suo corso e si evolva in maniera naturale.
    Chi ci guadagna è irrilevante, chi ci rimette è irrilevante, la libertà è tutto.

  138. Paolo Del Balzo

    la libera concorrenza è l’espressione di un libero mercato.
    Questa è una legge fondamentale per qualsiasi stato libero.

  139. giuseppe sammartino

    Condivido pienamente e, quindi, sottoscrivo quanto sostenuto da Alberto Mingardi e dall’Istituto Bruno Leoni.
    Giuseppe Sammartino

  140. Roberto Semeraro

    Sottoscrivo la petizione.

    La cultura si difende soprattutto abbassandone, quando possibile, i costi.

    Non noto molti indignati sui media di coloro che si professano vicini ai meno abbienti e si professano culturalmente, oltre che antropologicamente, più evoluti ………

  141. Gaetano Coletta

    Ma le pratiche di dumping non sono già perseguibili con la legislazione esistente?

    Sottoscrivo la petizione.

    Gaetano Coletta (Bologna)

  142. Federico Mugnai

    Sotoscrivo pienamente la petizione. Questa legge colpisce i lettori e specialmente gli studenti, ma soprattutto colpisce la libertà delle case editrici e la libera concorrenza, tentando di livellare le libreria meno capci con quelle più capaci a promuovere i propri prodotti.

  143. Federico Mugnai

    Sottoscrivo pienamente la petizione. Questa legge colpisce i lettori e specialmente gli studenti, ma soprattutto colpisce la libertà delle case editrici e la libera concorrenza, tentando di livellare le libreria meno capci con quelle più capaci a promuovere i propri prodotti.

  144. massimo pizzichini

    aderisco alla petizione. E’ un classico si dice una cosa ma gli effetti sono opposti.
    Non si possono limitare gli sconti e dire che se ne avvantaggia la cultura, inoltre comprime la libera iniziativa imprenditoriale.

  145. Chiara Melis

    Concordo e sottoscrivo.

    Un paese civile dovrebbe facilitare l’accesso alla cultura, non impedirlo in favore di interessi economici.

    Chiara Melis, Torino

  146. Andrea Veglia

    sottoscrivo la petizione, nella speranza che l’accesso alla libera concorrenza sui prezzi dei libri e l’accesso alla cultura non vengano limitati.

  147. Silvio Bencini

    Aderisco alla petizione. Purtroppo il fatto che questa legge sia passata all’unanimità la dice lunga sull’atteggiamento verso il mercato della classe politica

  148. Giovanni Fanfoni

    Sottoscrivo la petizione.

    Come appassionato lettore non ho mai rinunciato al piacere dell’acquisto in libreria, pur utilizzando anche i canali online.
    Come consumatore, constato che anche in questo caso si cerca sempre la soluzione più protezionistica e meno creativa per far fronte a presunte difficoltà del mercato.

    Giovanni Fanfoni, Milano

  149. Marco Maccagno

    Sottoscrivo la petizione. E ci vengono anche a raccontare che questa legge, tra i suoi vari pregi, “aumenterà l’offerta nei confronti dei lettori”…ma per favore…

  150. Susj

    Sottoscrivo.
    Sarebbe meglio dare modo anche alle piccole librerie di fare buoni sconti – alleggerimento fiscale – e magari – MAGARI- fate costare i libri meno in partenza!
    Il prezzo di partenza è irragionevolmente alto.

  151. Susj Bo

    Sottoscrivo.
    Il prezzo di partenza è irragionevolmente alto.
    Sarebbe meglio dare modo anche alle piccole librerie di fare buoni sconti – alleggerimento fiscale – e magari – MAGARI- fate costare i libri meno in partenza!

  152. Sandro Marilli

    Aderisco, volete che smettiamo di leggere? così, meno cultura, più ignoranza da sfruttare per il potere!!!

  153. giuseppina dietrich

    per essere noi il paese europeo universalmente considerato la ‘culla della cultua’, bè, non c’è male!…

  154. Carmine Paduano

    Aderisco e sottoscrivo, la nostra classe politica ci vuole disinformati e ignoranti.
    La legge ovviamente varrà anche anche per “Il club degli editori” e tutte le altre aziende che vendono libri in questo modo, chissà che ne penza il cavaliere, visto che sono quasi tutte sue…

  155. Marco Masini

    Sottoscrivo in pieno la petizione e, sebbene spenda migliaia di euro all’anno in titoli tra i più vari, risparmiare e’ lecito e possibile, soprattutto per l’editoria tecnico-scientifica

  156. Niccolo'

    Sottoscrivo la petizione, questa legge è una vergogna e danneggia solamente i lettori, in Paese in cui bisognerebbe invece premiarli. Vergogna!

  157. Niccolo'

    Sottoscrivo la petizione, questa legge è una vergogna e danneggia solamente i lettori, in un Paese in cui invece bisognerebbe premiarli. Vergogna! Niccolo’ Torrini – Firenze

  158. Vincenzo Plaia

    Quando andiamo a votare ricordiamo i nomi dei promotori di leggi vergogna come questa.

  159. Luigi Ranieri

    Vige un governo liberista solo dove gli conviene e quando gli conviene, e i libri, la cultura, invece di favorirne la diffusione, vengono contrastati, un pò come 1984.

    Luigi Ranieri

    L’Aquila

  160. Luigi

    Sottoscrivo la petizione! …e mi domando se il libero mercato e l’iniziativa privata vadano bene solo per affossare il pubblico!

    Luigi Belatti
    Dongo (Co)

  161. Tiziano Milan

    Da studente che spenderà quasi 300 euro in libri per il prossimo anno scolastico, SOTTOSCRIVO la petizione.
    Tiziano Milan – Cordignano (TV)

  162. Daniela

    Ero a conoscenza che era in via di approvazione una legge che avrebbe fissato un tetto sugli sconti da applicare ai libri. Ma ciò che non sapevo era che il padre della norma è uno del PD. Questo signore, da quando è stato eletto, ha pensato bene di dedicare il suo tempo a scrivere una norma per proteggere gli interessi delle case editrici. E chi se ne frega del singolo lettore, meglio proteggere gli editori che possono sempre far comodo.

  163. Nicola

    E’ una legge vergogna a favore delle lobby (il classico inciucio dei partiti politici tutti solidali nello spremere i cittadini). Sottoscrivo la petizione ed auspico che il Presidente Napolitano neghi la firma

  164. Andrea Pretara

    Sottoscrivo. Questa norma è assolutamente ridicola. Le piccole librerie sono praticamente inesistenti. E’ la solita storia gli editori temono la diffusione degli ebook e invece di cavalcare il fenomeno (vedi mercato USA) tentano di ostacolarlo con norme liberticide che rischiano di avere un effetto boomerang.

  165. valerio bonora

    sottoscrivo il documento invitando a riflettere sul fatto che i nostri rappresentanti politici tutelino realmente gli interessi di “tutti” gli italiani.
    temo che al de profundis sullo sviluppo della lettura si assista anche allo strangolamento sul nascere dei libri elettronici.
    fino a quando potremo confrontarci su internet?

  166. Cristiano Ceschi

    Sottoscrivo la petizione.
    Debbo dire che prevale sulla cultura la logica della difesa delle lobby, in questo caso dell’Associazioni librai italiani.
    Spero che il nostro Presidente NON LA FIRMI!!!!

    Cristiano Ceschi – Padova

  167. Domenico Boiano

    E’ una legge che danneggia la diffusione della cultura al contrario di quello che hanno sostenuto i proponenti della stessa. Mi auguro che il Capo dello Stato non la promulghi proprio nel rispetto della cultura previsto dalla Carta Costituzionale.

  168. Claudio Giuseppe

    Sottoscrivo la petizione perché sono stanco di leggi che non permettono cose che all’estero sono normali.

    Un consiglio: date uno sguardo ai prezzi dei libri negli altri paesi e confrontateli con quelli italiani …

  169. Gianluca Pari

    Sottoscrivo la petizione.
    Invocano il libero mercato solo quando gli fa comodo.

    Gianluca Pari (Roma)

  170. Milva Foi

    Sottoscrivo la petizione, la legge che impone dei limiti sullo sconto dei libri va contro la Costituzione Italiana, contro il libero mercato, contro l’interesse dei consumatori, contro l’incentivazione a leggere di più (peratro promossa dallo stesso governo con la Campagna di comunicazione “Leggere, Passaparola”).
    Napolitano non deve firmare questa legge assurda che limita lo sconto sui libri.

    Milva Foi
    Cuneo

  171. Simone Casadio

    Sottoscrivo in pieno la petizione.
    Leggi assurde come questa sono il motivo per cui l’Italia e’ 15 anni indietro rispetto alla Gran Bretagna per cio’ che riguarda imprenditoria e competizione. Per noi italiani residenti all’estero acquistare libri via Internet e’ una delle poche scelte che abbiamo se vogliamo mantenere un legame con la nostra lingua e cultura. Lo sconto sul prezzo di copertina e’ essenziale per compensare i costi di spedizione internazionali che dobbiamo accollarci. Questa legge penalizza tutti e, per quanto ci riguarda, non porta un centesimo in piu’ in tasca al piccolo libraio. E poi, perche’ proteggere solo i librai? Perche’ non tutelare macellai, pescivendoli, lattai e chi piu’ ne ha piu’ ne metta??…

    Simone Casadio
    Londra

  172. Pierluigi Alessandrini San Benedetto del Tronto (AP)

    una legge di una tristezza infinita… condivido la petizione.

  173. Pierluigi Alessandrini

    una legge di una tristezza infinita…
    condivido la petizione.

    Pierluigi Alessandrini
    San Benedetto del Tronto (AP)

  174. Paolo Nistico'

    Immaginare che il sistema attuale aiuti i consumatori è una pura follia!
    Il prezzo dei libri (18/20 euro per un romanzo) è gonfiato dagli sconti che i grandi venditori DEVONO fare per attrarre i clienti (essendo questo il loro, sostanzialmente unico, valore aggiunto). Insomma quando vi vendono con uno sconto del 30% non vi stanno facendo un favore…
    I librai indipendenti non hanno accesso alle stesse condizioni commerciali ergo non ci si trova sul piano di una competizione corretta (essendo il prezzo dei libri IMPOSTO).
    LA GDO acquista tramite i suoi grandi buyer direttamente dagli editori con sconti che la libreria indipendente non ha mai avuto (e con un’economia di scala che la libreria di quartiere non può avere).
    Le regole servono in un sistema come quello italiano dove sono i grandi gruppi di potere a fare tutto, altro che il libero mercato.
    Amazon è servito a costringere gli oligopolisti del sistema editoriale italiano a mettersi intorno ad un tavolo e a far approvare una (brutta) legge…
    Paesi civili come la Francia o la Germania hanno da ANNI leggi specifiche sul libro (e sugli sconti) che hanno garantito l’esistenza delle librerie indipendenti e dei piccoli editori.
    Senza regole il sistema delle attività commerciali di quartiere\indipendenti che svolgono anche un ruolo sociale… muore! Nelle nostre città ci saranno solo grandi centri commerciali ed internet.

    Paolo Nistico’ Libraio in Catanzaro

  175. Miriam Paganini

    Sottoscrivo la petizione al Presidente della Repubblica, in merito alla legge che impone vincoli sugli sconti e le promozioni di vendita dei libri.

    Miriam Paganini
    (Ve)

  176. Susanna

    Aderisco alla petizione. A quando l’abolizione degli sconti scandalosi di cui usufruisce la casta?? Svegliamoci!!!

  177. Paolo Nistico'

    Paolo Nistico’ :
    Immaginare che il sistema attuale aiuti i consumatori è una pura follia!
    Il prezzo dei libri (18/20 euro per un romanzo) è gonfiato dagli sconti che i grandi venditori DEVONO fare per attrarre i clienti (essendo questo il loro, sostanzialmente unico, valore aggiunto). Insomma quando vi vendono con uno sconto del 30% non vi stanno facendo un favore…
    I librai indipendenti non hanno accesso alle stesse condizioni commerciali ergo non ci si trova sul piano di una competizione corretta (essendo il prezzo dei libri IMPOSTO).
    LA GDO acquista tramite i suoi grandi buyer direttamente dagli editori con sconti che la libreria indipendente non ha mai avuto (e con un’economia di scala che la libreria di quartiere non può avere).
    Le regole servono in un sistema come quello italiano dove sono i grandi gruppi di potere a fare tutto, altro che il libero mercato.
    Amazon è servito a costringere gli oligopolisti del sistema editoriale italiano a mettersi intorno ad un tavolo e a far approvare una (brutta) legge…
    Paesi civili come la Francia o la Germania hanno da ANNI leggi specifiche sul libro (e sugli sconti) che hanno garantito l’esistenza delle librerie indipendenti e dei piccoli editori.
    Senza regole il sistema delle attività commerciali di quartiere\indipendenti che svolgono anche un ruolo sociale… muore! Nelle nostre città ci saranno solo grandi centri commerciali ed internet.
    Paolo Nistico’ Libraio in Catanzaro

    ovviamente NON SOTTOSCRIVO LA PETIZIONE!

    (pur rispettando le opinioni di tutti Vi chiedo di ragionarci su… quanti librai ricchi avete visto nella vostra vita?? quante librerie avete visto chiudere in questi anni? come volete che sia il vostro quartiere quando sarete anziani? credete veramente che Amazon, Ibs e gli altri Vi stiano facendo un favore perchè loro sono i buoni e gli altri i cattivi?? andate su google cercate la legge Lang francese sulla tutela del libro…)

  178. Sottoscrivo in pieno la petizioni. E’ una vergogna! Ricordiamoci di coloro che hanno promosso questa legge sciagurata. Ormai i libri sono diventati dei beni di lusso, pertanto soltanto chi ha i soldi potrà permetterseli…

  179. Dario Petrelli

    Sottoscrivo la petizione

    vergognoso … i politici vengono eletti per tutelare i diritti della maggioranza dei cittadini e non per tutelare gli interessi delle lobbies … compresa quella degli editori e dei librai

    Dario Petrelli , Lecce

  180. Stefano Riva

    Sottoscrivo la petizione. Ho scritto anche all’On.Levi. Non vedo il perché di questa legge.
    Stefano Paolo Riva
    Seveso (MB)

  181. Stefano Riva

    @Paolo Nistico’
    mi scusi, non sono un esperto di economia e non conosco come funziona il mercato dell’editoria, però questa legge mette dei paletti sulle politiche di vendita. perché bisogna livellare il mercato? da consumatore voglio la massima pluralità di offerta: se lo stesso libro lo trovo a 30 euro, nuovo di pacca nella libreria sotto casa, a 20 euro su amazon o a 10 euro usato, sarà pure un vantaggio per me, o no? poi sceglierò io dove comprarlo, se sostenere la piccola libreria di quartiere o se salvaguardare il mio portafoglio. Dal punto di vista del venditore, perchè mai dovrei vedermi precluse delle possibilità per allargare la mia clientela? perchè non posso fare promozioni quando voglio? perchè non posso decidere io il prezzo della merce che io stesso vendo? quando si compra una macchina non si sceglie il concessionario che offre le migliori condizioni? e per i mutui, i contratti telefonici, l’elettronica…? si parla tanto di libero mercato, in relatà non è affatto libero… e così lo9 si chiude ancora di più. questa legge farà aumentare solo la diffusione degli e-book… quelli piratati, però.

  182. gian marco conte

    Sottoscrivo la petizione “Disciplina del prezzo dei libri: Petizione al Presidente della Repubblica”.
    Conte Gian Marco
    Milano

  183. Sergio Manzone SURBO (LE)

    Sottoscrivo la petizione “Disciplina del prezzo dei libri: Petizione al Presidente della Repubblica”. Dov’è il libero mercato? Dov’è la concorrenza a favore dei consumatori? Dove sono i principi costituzionali?

  184. Fabio Cocurullo

    Sottoscrivo la petizione contro la nuiva Disciplina del prezzo dei libri
    Fabio Cocurullo
    Genova

  185. Luca Severini

    Chissa’ perche’ mi viene il sospetto che serva piu’ di tutti a Mondadori… 😉

  186. Adriana Basaglia

    Concordo pienamente. Non è questo il modo di aiutare la diffusione della lettura e della cultura in genere. Fà più comodo a chi governa avere a che fare con una massa ignorante che con un popolo che si informa

  187. Domenico

    Sottoscrivo la petizione.
    Il mercato dei libri non è come quello del pane.
    Se io trovo un libro ad un prezzo invogliante, lo compro.
    Se non lo trovo, non lo comprerò sicuramente ad un prezzo maggiorato.
    E sicuramente ciò non influenzerà i miei acquisti di libri a prezzo pieno.

  188. Antonio Carrozzini

    Sottoscrivo in pieno la petizione!
    Antonio Carrozzini, Martina Franca (TA)

    P.S. alla faccia del libero mercato!

  189. Chiara Mirri

    Sottoscrivo la petizione, sperando possa servire…Questa legge è un ennesimo schiaffo contro i cittadini…

  190. Fausto Scaldaferri

    Politici sempre più miopi. A chiacchiere sono lì per il bene del paese, con i fatti si dimostrano capaci solo di inventare disposizioni vessatorie per i cittadini. Popolo bue. Ci prendono a schiaffi ogni giorno e noi a sopportare con cristiana rassegnazione. Ora non possiamo più neanche leggere quel tal libro che possamo trovare prezzo scontato…….finchè qualcuno non s’incazza per davvero e li manda a casa a randellate.

  191. Danilo Guaitoli

    Sottoscrivo la petizione “Disciplina del prezzo dei libri: Petizione al Presidente della Repubblica”
    Danilo Guaitoli
    Barcellona, Spagna

  192. barbara

    in un periodo dove la possibilità di spesa per i libri si è ridotta
    questa legge ridurrà ulteriormente la mia possibilità di acquisti.
    per questo firmo la petizione

  193. Giorgio Mosci

    Ma che liberisti siete? Perché invece di chiedere al Presidente di non firmare la legge sul prezzo del libro non raccogliete le firme per una proposta di legge di totale liberalizzazione del mercato librario. Perché deve essere l’editore a fissare il prezzo del libro. Che ognuno faccia quello che vuole. Niente più prezzi stampati sui libri e niente listini prezzi dell’editore. Ogni libraio tratti il prezzo di acquisto e poi faccia il suo listino. Una volta pagato l’editore, il libro è di proprietà del libraio che lo rivenderà al prezzo che ritiene più opportuno. Sarà il cliente che girerà per librerie fisiche o virtuali alla ricerca del prezzo che più gli aggrada. A ognuno il suo lavoro. Chi vende cerchi liberamente il suo massimo profitto e chi compra il suo massimo risparmio. E che vinca il migliore. Già che ci siamo aboliamo pure il diritto di resa. Solo vendite in stretto conto assoluto. Ma che imprenditori sono questi librai, che non sono neanche capaci di assumersi il normale rischio di impresa! Non è ancora più liberista questa soluzione? Ve lo immaginate l’asfittico mercato italiano gestito con queste regole? Cioè senza regole. Io, scommetto sul numero di giorni necessari a far collassare tutto. E poi perché pensate che senza legge gli sconti continueranno per sempre. Morte le librerie indipendenti, che ormai servono solo come termine di paragone per far vedere come sono a buon mercato gli altri, se le catene librarie e le librerie online continueranno a farli sarà solo una finzione. Come è già successo in passato. Anni fa, negli ormai defunti remainders si trovavano libri stampati da editori improbabili. Questi libri avevano stampati due prezzi sulla quarta di copertina: il teorico prezzo pieno e quello scontato. E vi assicuro che la cosa ha funzionato per molto tempo. Erano moltissimi quelli convinti di comprare un libro scontato. E la storia può ripetersi.
    Giorgio Mosci libraio
    PS. Ovviamente non sottoscrivo la petizione

  194. Edward Sebastiani

    Sottoscrivo

    Presidente Napolitano, Lei è l’ultima speranza nostra e della cultura in questo paese.

  195. Lucia

    Ho sempre, da quando è nata Amazon, comprato on line e trovato grande giovamento, avendo l’opportunità di acquistare a prezzi accessibili, libri che altrimenti non avrei trovato o avrei pagato troppo.Chi ha proposto la legge non deve essere un vero lettore!

  196. Luca Tambolo

    Signor Presidente, non firmi questa orrida legge, e mi permetta di comprarmi più libri!

  197. Elsie

    Sottoscrivo “Disciplina del prezzo dei libri: Petizione al Presidente della Repubblica”

    Elsie
    Pergine (TN)

  198. Francesca Beatrice Bertarelli

    Sottoscrivo la petizione “Disciplina del prezzo dei libri: Petizione al Presidente della Repubblica”
    Francesca Beatrice Bertarelli
    Castrocaro terme e Terra del sole ( FC )

  199. Marcello Lachi

    Con questa legge con gli stessi soldi con cui fino a ieri potevo comprarmi 5 libri adesso potró comprarne solo 4.
    Ridatemi indietro il libro che mi avete rubato!

  200. Alessia Ambrosini

    Sottoscrivo la petizione. Sono un piccolo editore e non posso non rilevare come una scontistica rilevante incentivi le vendite… Dove saremmo danneggiati?

  201. NON SOTTOSCRIVO. Lo sconto andrebbe del tutto abolito, dato che è l’arma più efficace dei grandi gruppi per schiacciare librerie indipendenti e piccoli editori. Bisogna casomai fissare prezzi di copertina reali.

  202. giorgio parravicini

    Sottoscrivo la petizione. Oltre a condividerne il principio di fondo, ritengo sia ormai inutile, in un mercato globalizzato, porre limiti alla possibilità di applicare sconti.
    Nel caso specifico, è facile immaginare come librerie internazionali proporrebbero libri in italiano con sconti sostenuti, drenando una fetta considerevole di acquisti. Con gli ebook poi basterebbe un download, senza costi di spedizione.
    E’ a mio avviso sbagliata e inutile.

  203. umbe

    IL mercato editoriale non è libero, è un oligopolio dove tre operatori comandano l’80 % dell’offerta. Se fosse un mercato libero non ci sarebbe bisogno di leggi a regolarlo, ma non lo è.
    Mi sempra una petizione cubana…..degli anni 60.

  204. Federica

    Federica Rubini,
    Bologna (Bo)

    …Queste leggi servono solo a censurare per tenerci ignoranti e così la casta potrà fare quello che gli pare!!!

  205. Luigia Gambino

    Sottoscrivo la petizione
    Luigia Gambino
    Roma

    …ci manca solo questo…
    una massa semialfabeta si domina con più facilità…non è questo lo scopo di una legge simile?

  206. Giovanni Rellini Lerz

    Aderisco alla petizione al Presidente della Repubblica sulla disciplina del prezzo dei libri; mi sembra evidente che questa norma assurda, tanto più che già in Italia i libri sono già più costosi che altrove, scaturisca dalla convergenza tra gli interessi del maggior editore italiano (e casualmente presidente del consiglio) e la solita sinistra che ama tanto la cultura, ma solamente quando questa è disponibile ai più abbienti.

  207. roberto

    siamo un paese che si dichiara aperto al futuro solo se la cosa non toglie vantaggi a qualcuno

  208. Mario Zanichelli

    Penso che la legge approvata sia una palese violazione dei principi di libertà individuale, in particolare per l’accesso alla cultura delle fasce meno agiate. Per quanto mi riguarda significherebbe certamente una riduzione del numero di libri acquistati.

  209. Marco T.

    La vendita di libri a basso prezzo permette a tutti di accedere ad essi, è quindi una scelta antropologica contro meri interessi egoistici di certi editori che nulla hanno a che fare (a quanto pare) con la finalità di propugnare cultura.
    Sottoscrivo in pieno.

  210. Stefano Malossini

    Signor Presidente, la prego non firmi questa orrida legge!
    Sottoscrivo la petizione.

  211. Paolo Nistico'

    @Stefano Riva

    il prezzo sui libri è imposto (come sui quotidiani)…

    La vendita in spazi diversi dalla libreria ha sempre avuto, come valore aggiunto, (sostanzialmente) unicamente gli sconti che attraggono i clienti…

    Per poter fare tali sconti i buyer dei grandi venditori (catene, internet, GDO) vanno dall’editore e gli impongono le loro condizioni… il prezzo di copertina del libro sale per contenere i sovrasconti che debbono essere fatti a tali acquirenti (e solo a questi ovviamente) che poi sul mercato fanno la parte di chi fa la vera concorrenza (in realtà facendo dumping e togliendo dal mercato gli altri o approfittandosi di condizioni di gran lunga migliori per avere lo stesso risultato)…

    se ritenete che un mercato senza regole dove il prezzo del prodotto lo fanno le grandi organizzazioni che poi ve lo rifilano con uno sconto di facciata liberissimi…

    io guardo al sistema francese che (dagli anni 80′) regolamenta rigidamente il mercato del libro e garantisce prezzi di copertina più contenuti, massima diffusione, librerie indipendenti con accanto internet, catene e quant’altro….

    il liberismo all’italiana (senza regole e nelle mani non del “mercato” ma dei grandi gruppi) non funziona!

    Comunque il discorso, a mio avviso, deve essere ancora più ampio… i libri toccano un aspetto molto importante di un paese che vuol dirsi libero e civile, la circolazione delle idee, di tutte le idee, il ruolo sociale del sistema delle librerie garantisce il multiculturalismo ovvero che tutte le idee circolino liberamente… la concentrazione (come sta avvenendo e avverrebbe senza una legge ad hoc) nelle mani di pochi gruppi editoriali (che possiedono anche distribuzione e catene di librerie) sarebbe mettere a rischio (anche se solo potenziale non importa) la circolazione di queste idee…

    Paesi civili e democratici come la Germania, la Svizzera e la Francia hanno adottato leggi specifiche sul tema… leggi che funzionano…

    In Italia si guarda solo allo sconto e si ignora tutto il contorno… le regole servono e vanno fatte rispettare o, come già detto, tra qualche anno i nostri quartieri saranno completamente privi di negozi di prossimità e la spesa potrà essere fatta solo nei centri commerciali e su internet… io non voglio vivere in un paese come questo!

    Pur rispettando le idee di tutti NON SOTTOSCRIVO QUESTA PETIZIONE!

    Paolo Nisticò Libraio (indipendente) in Catanzaro

  212. ANDREA FABRIS

    gli editori applaudono a questa legge perche’ la solita lobby ha trovato politici compiacenti che la protegge
    chi difende ad esempio i genitori dalla spesa dell’editoria scolastica sempre piu’ ingiustificata ed esorbitante.

  213. Claudio

    sottoscrivo e approvo questa petizione!
    la legge “anti-amazon” è SCANDALOSA!!!!
    Curzi Claudio
    Ostra Vetere (An)

  214. il - moruz

    Scusate ma se trovano il modo di venderli come “Pari al nuovo” ovvero usati ma in ottime condizioni (come le auto km zero) la legge sarebbe ancora applicabile??

  215. marina fedele

    Non si pensa mai agli studenti che spesso sono costretti a comprare libri scritti dai docenti. Libri che non valgono neanche un terzo di quello costano.

  216. Maura Lupotti

    Sottoscrivo la petizione. In un Paese dove giá si legge poco, limitare lo sconto sui (carissimi) libri é una follia. In Inghilterra i libri escono in tascabile a circa 6-7 Euro, quasi insieme all’edizione originale. Qui costano 18-21 Euro.

  217. Vincenzo De Simone

    @ Paolo Nisticò

    Gentile libraio, non sono mai entrato nè conosco persone che frequentino piccole librerie. Mi servo dalle feltrinelli – che detesto profondamente – solo un Natale su tre, quando sono in ritardo su qualche regalo. Preferisco frequentare una biblioteca, sfogliare qualcosa gratis, e acquistare in seguito i volumi che mi interessano, al prezzo assolutamente più basso – come per qualunque altra categorie merceologica.

    Dal mio punto di vista il suo ruolo sociale è antiquato, laddove non proprio inesistente, nonchè foriero, a questo punto, di costi per la collettività dovuti al vostro mantenimento – giacchè per sostenervi noi di fatto dobbiamo pagare di più la stessa merce.
    A Roma ci sono una trentina di biblioteche comunali, dove chiunque può prendere in prestito da 2 a 4 volumi contemporaneamente per un mese. Dopo questo periodo, non voglio acquistare lo stesso volume, benchè lo abbia apprezzato, al prezzo pieno (e folle, a mio parere) che vedo imporre dagli editori – e questa rapina del prezzo di copertina, sia gentile, risale a ben prima dell’ingresso degli operatori online.

    L’acquisto di un libro, così come l’accesso ad un’opera d’arte (ad esempio museo), dovrebbe essere separato dalla semplice possibilità di fruirne. Se poi lo voglio lo acquisto, come un qualunque paio di scarpe, un orologio, un chilo di datterini. Al prezzo migliore che mi viene offerto. Ma intanto devo poter avere accesso al testo, e non ai prezzi che ci si sta affannando per imporre.

    Sono nato nel 1983, non so come fosse prima, ma questo è il tipo di paese nel quale mi piacerebbe vivere.

    Vincenzo De Simone

    Sottoscrivo la petizione

  218. Iunioh

    L’Italia non sa cosa sia il libero mercato, lo sapevamo. Il fatto che sia una legge bipartisan dimostra la ragionevolezza dell’analisi del carattere del nostro paese individuata recentemente da The Indipendent: siamo la nazione delle ‘piccole’ lobby di bottega che dietro un apparente buonsenso cela un destino che la relega nella discarica della Storia. Piccoli individualismi celati da buonsenso pigro e ignorante. La dimostrazione è l’arretratezza rispetto al mondo di internet dove, rispetto all’analisi di un decennio fa che volendoci creativi e attivi ci vedeva all’avanguardia nel settore, abbiamo dimostrato tutto il nostro fallimento: culturale, sociale, politico. Meritavamo di più? Non lo so ma non credo.

  219. Matteo Dellanoce

    Valga un motto: quando tutto è regola nulla è regola. Lo traduco così: ci sono due eccessi che portano ad un uguale risultato. Il tutto è regola e il nulla è regola generano il totale ovverosia, darwinisticamente, la supremazia del più forte sul più debole. Anzi, in alcuni casi ( storicamente palpabili e futuristicamente alle porte), l’uno è rimasto solo. Il ruolo dello stato di diritto ( non quello alla Zagrebelsky) è quello di garantire al piccolo non solo la sopravvivenza ma soprattutto la possibilità di diventare grande. Questo permette la reciprocità competitiva e la garanzia verso l’utente finale del migliore risultato possibile. In termini sostanziali permette di progredire verso una distribuzione equilibrata delle ricchezze senza negare merito e talento. Vero è che lo stato oramai da una cinquantina d’anni del più piccolo se ne fa un baffo anzi fa si che il grande lo elimini ancora prima che nasca. Ma una volta che si fa una regolamentazione economica antiabortiva perchè stracciarsi le vesti e gridare all’illibertà economica?
    Io non firmo la petizione.
    Matteo Dellanoce
    Liberale non libertario

  220. Alberto Galla

    Concordo pienamente con il collega Nisticò e NON sottoscrivo la petizione. Attenzione alla demagogia: vi siete mai chiesti perchè in Italia i libri hanno prezzi così elevati? Questa battaglia contro il decrteto Levi non è liberista, ma fa solo il gioco dei grandi players del mercato.
    Alberto Galla – Libraio indipendente dal 1880

  221. Abbassiamo il prezzo dei libri, bene culturale comune e universale. In un paese dove pochissimi leggono davvero questa è una manovra killer.
    Se neghiamo o rendiamo più difficile ogni possibilità di accesso alla cultura, anche ai meno abbienti, abbiamo creato sperequazione sociale. Su amazon gli sconti erano giusti; se vogliamo aiutare i piccoli librai detassiamoli o destiniamogli il 5% degli stipendi di deputati e senatori. Il sapere non ha prezzo, in Gran Bretagna l’accesso ai musei nazionali è GRATUITO. In Italia ogni cosa che abbia ache fare con la cultura ha un prezzo alto e questo la rende una sorta di bene di élite appannaggio di pochi. L’evoluzione delle menti e delle coscienze e del sentimento di cultura nazionale non può essere ostacolato. Complimenti, nell’anno del 150 anniversario dell’unità d’Italia dividiamo ancora il paese fra chi potrà accedere alla cultura e chi non lo può fare. NOn è la bandiera o altre banalità che contano, è sulle cose sostanziali che bisogna lavorare. SPero che il Presidente Napolitano, unica voce sana e saggia in questo paese governato da folli e pregiudicati, possa fare qualcosa.

  222. Nicoletta Melis

    Leggere è un modo per rimanere liberi. Nessuno ha il diritto di limitare il nostro accesso!

  223. Paolo Nistico'

    Matteo Dellanoce :
    Valga un motto: quando tutto è regola nulla è regola. Lo traduco così: ci sono due eccessi che portano ad un uguale risultato. Il tutto è regola e il nulla è regola generano il totale ovverosia, darwinisticamente, la supremazia del più forte sul più debole. Anzi, in alcuni casi ( storicamente palpabili e futuristicamente alle porte), l’uno è rimasto solo. Il ruolo dello stato di diritto ( non quello alla Zagrebelsky) è quello di garantire al piccolo non solo la sopravvivenza ma soprattutto la possibilità di diventare grande. Questo permette la reciprocità competitiva e la garanzia verso l’utente finale del migliore risultato possibile. In termini sostanziali permette di progredire verso una distribuzione equilibrata delle ricchezze senza negare merito e talento. Vero è che lo stato oramai da una cinquantina d’anni del più piccolo se ne fa un baffo anzi fa si che il grande lo elimini ancora prima che nasca. Ma una volta che si fa una regolamentazione economica antiabortiva perchè stracciarsi le vesti e gridare all’illibertà economica?
    Io non firmo la petizione.
    Matteo Dellanoce
    Liberale non libertario

    Ti stimo un sacco!

    Paolo Nistico’ Libraio Indipendente (che barcolla ma non molla) in Catanzaro

  224. nadia trincherini

    Sottoscrivo la richiesta di chiedere a Napolitano di bloccare la legge.
    Nadia Trincherini
    Milano

  225. Giuseppe P.

    Presidente,
    si schieri contro questo ennesimo tentativo di incancrenimento retrogrado di un’Italia di piccoli privilegi e grandi ingiustizie.
    Giuseppe Palmieri, Aversa (CE)

  226. Serena Tassoni

    Mi associo alla petizione, e spero che il Presidente non firmi questa legge assurda, che renderà ancora più difficile la vita di chi, come me, ama leggere ma non potrebbe permetterselo senza le offerte che abbassino il costo dei libri. E’ una legge ingiusta, che penalizza la cultura e la libertà di pensiero.

    Serena Tassoni Padova

  227. Daniele Mannarino (Roma)

    Sottoscrivo la petizione.
    C’è bisogno di tutelare i consumatori-lettori e la cultura.

  228. giuseppe - torino

    Sottoscrivo la petizione.
    Anzi, non si potrebbe studiare la possibilità di un referendum abrogativo?

  229. Morris Lesto

    Sintetizzando, va bene il libero mercato quando migliora i servizi e riduce i prezzi, va male quando mette a rischio l’economia del singolo. Non stupisce che i librai facciano fronte comune nel difendere i propri interessi, è che noi siamo stufi degli interessi di “partito”, di questa ottusa, mediocre e meschina mentalità “all’italiana”.
    Tuteliamo il libero mercato, tuteliamo la cultura e, soprattutto, liberiamoci dalla demagogia populista!
    E se lo stato vuole aiutare i piccoli, ha ben altri modi per farlo…

    Io firmo la petizione
    Morris Lesto
    Napoli

  230. Nadio

    Cosa tutelano? La concorrenza, la diffusione della cultura? I loro ointeressei e quelli delle lobby di cui sono espressione e ostaggio. Quanto mai opportuno, in questo caso sì, il motto leghista: fora di ball, tutti!

  231. ERNESTO

    Sottoscrivo la petizione “Disciplina del prezzo dei libri: Petizione al Presidente della Repubblica”.

    Aggiungo che essendo elettore del PD non lo voterò più se nella lista dovesse esservi il sen. Levi.

    saluti

    ernesto masucci trieste

  232. Sabrina

    Ma ci credete davvero che se ci sara’ un tetto agli sconti le case editrici abbasseranno i prezzi? Io NO!
    Sottoscrivo la petizione
    Sabrina Sambo
    Roma

  233. Simona Verzaro

    Concordo appieno e sottoscrivo la petizione. Gli editori già guadagnano fin troppo e poi è giusto permettere a tutti di leggere un buon libro e non solo a chi se lo può permettere

  234. Miriam Comunian

    Miriam Comunian
    (Padova)

    Sottoscrivo la petizione.. è una vergogna che danneggia soltanto i giovani e il ceto meno abbiente che compra i libri online per pagar meno e continuare a leggere..
    si vergognino i signori senatori in questione, e pensino che non tutti hanno uno stipendio da parlamentare per comprare i libri; molti di noi in questi tempi non hanno manco uno stipendio..
    Altro che libero mercato.. questa è una violenza ai consumatori.. gratuita, perchè già sono pochi i lettori in italia, con questa legge li si limiterà ancora di più.. bella trovata davvero.
    Presidente Napolitano, Lei è l’ultima speranza per noi.. Non firmi questo abominio e non ci privi della possibilità di leggere..

  235. Marco Calderoni

    l’ ennesima norma liberticida. Con la scusa di difendere i piccoli si introduce un altro vincolo all’ incremento della produttivita’ del paese ed un oggettivo aiuto a chi non sa stare sul mercato.

  236. Marina Valle Rugo

    Sottoscrivo la petizione, in nome della possibilità PER TUTTI di avere accesso alla cultura e al piacere della lettura.

    Marina Valle-Rugo, Milano

  237. Davide

    Ma proprio nessuno pensa che questa legge sia in parte positiva? Non so se avete presente come funziona nei paesi in cui Amazon ha preso il sopravvento, soprattutto negli States.

    Step 1: si spazza via la concorrenza con sconti oltre ad ogni limite (senza preoccuparsi di andare in perdita per mesi o addiruttura anni), diventando così l’unico canale di distribuzione online in quel paese.

    Step 2: una volta spazzata via la concorrenza si dettano le condizioni agli editori. Vuoi distribuire i tuoi prodotti attraverso l’unico canale di vendita online nel tuo paese? 50% di sconto altrimenti i tuoi libri non faranno parte del nostro canale online.

    Personalmente credo che sia molto meglio un po’ di concorrenza. Più distributori significano più alternative… per chi i libri li deve vendere e per chi li deve acquistare.

  238. La legge non ha senso perché per ottenere quello che, suppongo, volesse il legislatore non avrebbe dovuto toccare il prezzo finale di vendita, ma imporre ai distributori uno sconto massimo ai suoi clienti (le librerie, non gli utenti finali).

    A quel punto se una grossa libreria/catena/negozio on-line vuole/può lavorare in perdita per un breve periodo di tempo è una sua scelta legittima, io credo.
    E’ una scommessa, come tante altre che si fanno nel commercio, che sarà comunque limitata nel tempo.

    Se invece, grazie alle quantità del venduto superiore ai piccoli negozianti riesce a comprare a meno, allora potrà continuare a strozzare i piccoli. Potrà infatti sfruttare il maggiore margine per fare altri tipi di promozioni (che so io: volumi in omaggio, tessere punti, premi fedeltà…).

    Certi tentativi protezionistici sono molto maldestri e nel migliore dei casi non ottengono risultati, e nel peggiore fanno più danni che altro.

    Quindi aderisco alla petizione.
    Matteo Scaldaferri – Genova

    p.s.
    Voglio sottolineare come anch’io in teoria sarei un “piccolo editore” con l’attività amatoriale ProGlo Edizioni: http://www.prospettivaglobale.com
    Ma non ritengo che questa legge avvantaggi la diffusione dei libri, anzi il contrario.

  239. Riccardo

    E’ una vergogna!
    Si riempiono la bocca con il libero mercato e poi…
    Per chi ama leggere questa legge è una vera punizione.
    Mi appello anch’io al Presidente della Repubblica perchè non promulghi la legge.
    Speriamo che Siti come amazon.it non abbandonino l’Italia.
    Riccardo M.

  240. Massimo Zanatta

    Condivido in parte le tesi di coloro che sono contrari alla supremazia del più forte e all'”oligarchia dei mercati”, permettetemi la semplificazione! Ma dobbiamo proprio correggere il mercato partendo dalla cultura? Partiamo da altri beni applicando questi ragionamenti, è possibile che in italia ciò che riguarda la lettura e la cultura in genere debba essere sempre considerato di elite?
    Io penso di no, per cui FIRMO E SOTTOSCRIVO LA PETIZIONE!

    Massimo Zanatta
    Cassola (VI)

  241. Edmondo Zaniratti

    Sig. Presidente, non firmi questa legge, che avvantaggerebbe pochi ma scontenterebbe un numero di cittadini mille volte maggiore. Oltretutto, mi sembra contraria alle leggi europee. Grazie

  242. Stella Albert

    Sottoscrivo la petizione
    Stella Alberto (VI)
    Non vi sembra strano che questa legge sia stata annunciata subito prima dell’accordo tra Amazon e Mondadori (che sappiamo tutti a chi appartiene) per la distribuzione digitale dei libri… fate 1+1

  243. Marenza

    dopo averci tolto la possibilità di accedere ai teatri ora ci vogliono togliere anche quella di leggere, la cultura non è più di tutti, ma solo degli eletti, altrimenti rischiamo di pensare con la nostra testa.
    A noi “cretini” (v. Brunetta), non deve essere concesso più nulla se non di far parte del gregge.

  244. Enrico Bosco

    Sottoscrivo quanto sopra, e aggiungo che e’ l’ora di finirla.
    No anzi, veramente l’ora di finirla e’ scattata decenni fa ma ultimamente siamo ad un punto tale che o la finiamo di fare gli zerbini e mandiamo sti dementi a casa, o finisce davvero male.

    Enrico da Genova.

  245. Lallo Alessandro

    Sottoscrivo questa petizione.

    Siamo un paese ridicolo ormai. Dopo questo sempre più certo di andare all’estero!

  246. Marco

    Matteo Dellanoce :
    Valga un motto: quando tutto è regola nulla è regola. Lo traduco così: ci sono due eccessi che portano ad un uguale risultato. Il tutto è regola e il nulla è regola generano il totale ovverosia, darwinisticamente, la supremazia del più forte sul più debole. Anzi, in alcuni casi ( storicamente palpabili e futuristicamente alle porte), l’uno è rimasto solo. Il ruolo dello stato di diritto ( non quello alla Zagrebelsky) è quello di garantire al piccolo non solo la sopravvivenza ma soprattutto la possibilità di diventare grande. Questo permette la reciprocità competitiva e la garanzia verso l’utente finale del migliore risultato possibile. In termini sostanziali permette di progredire verso una distribuzione equilibrata delle ricchezze senza negare merito e talento. Vero è che lo stato oramai da una cinquantina d’anni del più piccolo se ne fa un baffo anzi fa si che il grande lo elimini ancora prima che nasca. Ma una volta che si fa una regolamentazione economica antiabortiva perchè stracciarsi le vesti e gridare all’illibertà economica?
    Io non firmo la petizione.
    Matteo Dellanoce
    Liberale non libertario

    Chi ha, ha. Chi non ha, non ha. Chi ha poco, perderà anche quel poco che ha.
    A mio avviso i libri meno costano, meglio è.
    Condivido e sottoscrivo la petizione.
    Marco Sacconaghi
    Libertino non liberale

  247. Claudio Cordella

    Sottoscrivo in pieno! In Italia si deve incentivare la lettura non fare tutto l’opposto e non si devono mettere in difficoltà le librerie ma aiutarle, in particolare piccoli librai e piccoli editori!

  248. daniela

    Sottoscrivo la petizione. E agli italiani all’estero chi ci pensa? Il libraio, dopo aver controllato l’email, andra’ a fare la coda in posta a spedirmi i libri che voglio comprare, o mi dira’ di arrangiarmi?
    Daniela Bigatti
    USA

  249. claudio bonzini

    Mandare una petizione a Napolitano e come mandarla a un asino, l’effetto è il medesimo.
    Abbiamo i governi ed i politici che ci meritiamo

  250. Bruno Calvaresi

    Sottoscrivo la petizione.
    Questi “senatori” dovrebbero vergognarsi…. ma l’hanno letto qualche libro… ah, già, comunque loro non li pagano di certo.

  251. Carlo

    Parere da consumatore, con un esempio pratico.
    Proprio ora mi sono arrivati quattro libri, ordinati online:
    ————————–​————–
    TOTALE prezzo copertina € 76,50
    TOTALE prezzo pagato € 53,55 (spese spedizione, zero)
    ————————–​————–
    Basta questo per capire in che misura dovrò ridurre (decisamente) gli acquisti.
    Resta da capire se davvero questo tornerà utile alla comunità… Difficile a dirsi, di certo c’è che ancora una volta i costi ricadono sui consumatori e alla lunga (di fronte a problemi comunque reali) mi sembra si sia scelta la via più banale, senza inventiva e fantasia, che non porterà lontano.

  252. Mario Grego

    Sottoscrivo totalmente quanto da Voi pubblicato in merito alla nuova legislazione che regolamenta gli sconti sui libri.
    Aggiungo solo che ormai non ci si vergogna più di niente: il libero mercato è diventato come il sistema giudiziario: un giorno va regolamentato ed il giorno dopo va deregolamentato; un giorno si approva il processo breve ed il giorno dopo il processo lungo; un giorno si pretende che i negozi (…e soprattutto gli ipermercati) restino aperti per 24 ore su 365 giorni all’anno, danneggiando seriamente i piccoli esercizi commerciali, ed il giorno dopo si limitano gli sconti (per legge!) sui libri per “favorire i piccoli librai”. Siamo governati da “povere mammole”.

  253. Il bello è che l’art. 1 comma 2 della legge dice, e cito testualmente:

    Tale disciplina mira a contribuire allo sviluppo del settore librario, al sostegno della creatività letteraria, alla promozione del libro e della lettura, alla diffusione della cultura, alla tutela del pluralismo dell’informazione.

  254. Ernesto

    Sottoscrivo la petizione.
    La cultura non ha prezzo! Questi tipi di protezionismo sono miopi e peggiori del male a cui vogliono rimediare.

  255. Ernesto

    Sottoscrivo la petizione. Oltretutto queste politiche che pensano ad ottenere un risultato immediato spesso si rivelano stupide e controproducenti, salviamo qualcuno oggi per perdere tutti domani.
    Manca una visione strategica e ci si rintana nel tiriamo a campare.

  256. Brinchi Giusti Gianfranco

    Sono favorevole alla petizione : il Presidente della Repubblica non promulghi la legge !!!

  257. andrea gessner

    gentilissimi,
    il limite della deregulation sul prezzo del libro è il seguente, ripreso dal preambolo alla prima versione della legge Levi sul prezzo del libro:
    in Germania, dove lo sconto sui libri è vietato, il prezzo medio dei libri è calato dall’entrata in vigore della legge in poi, librerie indipendenti ed editori indipendenti non sono scomparsi: l’offerta al lettore è quindi rimasta vasta ed è diventata più economica;
    in Inghilterra, dove vige il prezzo libero, i prezzi dei libri si sono sensibilmente alzati, parecchie case editrici e librerie indipendenti hanno dovuto chiudere perché non riuscivano a reggere la concorrenza dei prezzacci fatti dalle catene, che ora stanno stanno finendo a loro volta a gambe all’aria, perché ci sarà sempre un pesce più grande che ti mangia (amazon).
    rispetto questo vostro punto di vista, ma in questo caso non stiamo parlando di mutande o scarpe, ma di libri, una merce che ha una vita commerciale molto diversa e con ricarichi rispetto ai costi molto minori. mi chiedo spesso cos’avrebbe pensato Einaudi, noto bibliofilo, e non sono certo che avrebbe avallato una prassi che porta di per sé alle grandi concentrazioni e alla creazione di monopoli.
    Per questo convintamente NON sottoscrivo la petizione, approfittando però per mandare a tutti i miei migliori saluti.
    Andrea

  258. Ezio Piccioni

    appello al Presidente della Repubblica affinché non firmi la legge che impone vincoli sugli sconti e le promozioni di vendita dei libri
    Sottoscrivo l’appello

  259. Uberto Dell'Orto

    Sottoscrivo la petizione, c’è un gran parlare di dare una “scossa” all’economia ma poi uno dei pochi provvedimenti concreti adottati è questa legge che introduce nuove regole, sempre a protezione di interessi consolidati

  260. Matteo87

    Sottoscrivo la petizione, non accetto questo attacco ingiustificato al libero mercato.

    Matteo Tecilla
    Trento (TN)

  261. Stefano Ferroni

    Sottoscrivo la petizione.
    La legge mi sembra un modo per tutelare il margine dei distributori e, se approvata, finirà per strozzare librai, piccoli editori e consumatori.

  262. Flavio

    sottoscrivo.
    meraviglia che un senatore [!] PD abbia dedicato due anni della sua vita a una legge vistosamente oscurantista: crede forse che chi abitualmente compra libri on-line si convertira’ e tornera’ dal piccolo negozio sottocasa [esemplari peraltro da sempre rarissimi] e ne salvera’ la situazione economica?
    bel modo per sollecitare il poppollo a leggere invece di assorbire la tv piu’ o meno di regime, ma comunque sempre pilotata dai partiti!

  263. franca

    sottoscrivo la petizione…..sono una lettrice accanita ma con uno stipendio che non mi permette grandi lussi, indi un limite alla libera concorrenza in ambito editoriale sarebbe un ulteriore limite alla ns libertà di cittadini già fortemente penalizzati dalla politica del gorverno…

  264. Carlo

    Sottoscrivo la petizione, gli sconti sono l’unico modo per aumentare le vendite in un paese con un indice di lettura basso(tendente a zero in alcune zone di italia).

    Carlo Rotondi
    Napoli

  265. Stefano di Mauro

    IO NON sono d’accordo! La legge va approvata! Ma vi rendete conto che da quando ci sono sconti selvaggi il prezzo del libro è aumentato vertiginosamente! Ma lo sapete che le catene e i supermercati ( quelli dei prosciutti) arrivano a prender fino al 60% di sconto dagli editori mentre le piccole e medie librerie non vanno oltre il 30 35%? se un editore concede uno sconto così alto è normalissimo che poi il prezzo aumenti! Meditate gente meditate! E vi consiglio di andare a leggere anche la legge sul libro in Francia ( lang) Spagna Germania guarda caso paesi molto più civili di noi!

  266. Matteo

    Sottoscrivo, un durissimo attacco al libero mercato, anche se ci sarebbe da approfondire, e non poco, la questione che è molto delicata. Comunque, poi ci si lamenta se la gente non legge…

    Matteo Spinelli
    Monza (MB)

  267. Matte Iannucci

    Incredibile come una classe politica, lotana dal mondo reale e incompetente, possa approvare delle leggi che contrastano in maniera così evidente con il buon senso!
    Forza Chicago blog!

  268. Alberto Cicala

    Sottoscrivo in pieno la petizione! E’ una vera vergogna! L’editoria italiana non è libera!

  269. “I piccoli librai, come i piccoli editori, riescono ancora a sopravvivere proprio grazie alla possibilità di immaginare strategie di mercato diverse, parallele e alternative basate,…” VA BENE PROTEGGERE I CONSUMATORI (SONO ANCH’IO UN CONSUMATORE, MA COME PICCOLO EDITORE LA LETTURA DELLA MIA SOPRAVVIVENZA LA VORREI FARE IO.. E NON E’ QUELLA DESCRITTA DAGLI “APPELLISTI”

  270. maria beatrice

    Sottoscrivo in pieno! In Italia i libri già costano troppo, non c’è bisogno di leggi che li affondino ancora di più! Non è l’ignoranza che vogliamo come stile di vita!

  271. Sauro Siranti

    Aderisco alla petizione contro una legge che uccide la libertà della cultura.
    Sauro Siranti

  272. giannino Marzotto

    Trovo la disciplina insensata limitazione dell’esercizio commerciale .
    Pochè nel ” preambolo ” si accenna ad oscuri Interessi economici , avrei preferito vederli evidenziati ( protezione artificiosa di alcuni attori del mercato ) .
    Temo che la Legge ( come altri comportamenti illiberali ) passerà .
    Giusto esprimersi ! GM

  273. Sottoscrivo la petizione.

    Mi chiedo con che faccia si condannino, giustamente, i favori parlamentari alle lobby di farmacisti, avvocati, notai, e via elencando, per poi introdurre questi favori per alcuni editori che si nascondono dietro presunti interessi ed effettive sventure di piccoli librai che da questa normativa non trarranno alcun beneficio.

  274. Riccardo Gradino

    Sottoscrivo in pieno. Siamo alle solite, per difendere gli interessi di pochi si va contro gli interessi della collettività.

  275. Roberto Revelli

    La cultura deve essere promossa in tutti i modi … Il prezzo aggressivo è sicuramente uno di questi.

    SOTTOSCRIVO IN PIENO

    Roberto Revelli
    Imperia

  276. lidia donna

    sottoscrivo in pieno la petizione, considerando inoltre il fatto che i libri sono già abbastanza cari, direi che diminuire gli sconti non aiuta di certo la diffusione e la circolazione della cultura o del pensiero.
    Lidia Donna
    Ravenna

  277. Giovanni

    Concordo pienamente con questa sottoscrizione per tentare di fermare una legge ai danni di una razza in via di estinzione : il lettore di libri.

  278. Massimo C. (milano)

    già in Italia si legge poco è il caso di allontanare ancor di più i lettori?

  279. Italo Maroni

    condivido e sottoscrivo la petizione da inoltrare al Presidente della Repubblica
    Italo Maroni
    Scaldasole (PV)

  280. franco soprani

    sottoscrivo la petizione!

    e questo sarebbe il governo liberista, quello del mercato e della libera concorrenza a vantaggio dei consumatori?

  281. Luca Amato

    Sottoscrivo la petizione, questa legge è una vera vergogna e rappresenta l’ennesima prova dell’asfissiante ingerenza di una classe politica prepotente e irrispettosa di chiunque e di qualunque cosa, intenta solo a proteggere i propri interessi!!!!!!

  282. Roberto

    Sottoscrivo anche io la petizione.
    è indecente che la gente dovrebbe iniziare a pagare di più! all fine al posto che spendere di più si leggerà di meno!

  283. La crisi del mercato, bisogna favorire la libera iniziativa …. certo che bisogna favorirla e garantirla, anche e soprattutto per chi grande non è.
    E’ un diritto intraprendere ed é dovere rispettare regole eque e compatibili, che permettano realmente la competizione corretta e che diano all’utente la possibilità di scelta qualitativa e differenziata dei prodotti ( in questo caso i libri, anche se non mi piace chiamarli così ), in funzione delle varie tasche. Scrivo sotto

  284. Michele Malacarne

    Sottoscrivo in modo convinto la petizione. Che strano paese siamo: in genere si legifera per rafforzare l’antitrust, noi per diminuire la concorrenza!

  285. Natalina Beltrandi

    Sono indignata e addolorata per la mancanza di rispetto nei confronti dei giovani già così castigati e ignorati dalla vergognosa classe politica.

    Sottoscrivo la petizione.

    Natalina Beltrandi (Bologna)

  286. Mariairene Daino

    Sottoscrivo la petizione. Sperando che per una volta la voce dei consumatori valga qualcosa.

    Mariairene Daino
    Roma

  287. Musella Giuseppe Ranieri

    La ritengo una vera porcheria,ed inoltre farà solo aumentare il divario tra ignoranza ed informazione.

  288. antonio

    Sottoscrivo la petizione affinchè il Presidente della Repubblica non firmi la legge che, di fatto, rende i libri solo alla portata delle classi più agiate mentre li sottrae alla disponibilità di chi non può spendere 30 euro per un libro.

  289. Ahah…già che i libri costano troppo anche adesso(almeno per le mie tasche!) Se li vogliono aumentare, con la crisi che c’è, le biblioteche non riusciranno più a comprarli…
    Sottoscrivo la petizione!

  290. Giorgio Mosci

    @Vincenzo De Simone
    Egregio signor De Simone, evidentemente lei odia le librerie, come fosse colpa loro i prezzi “da rapina” dei libri. Forse il ruolo del libraio indipendente è diventato antiquato come lei afferma, in questo caso, non si preoccupi, non sarà questa brutta legge a impedirne la morte, ma che rappresenti un costo per lei e la collettività è un’affermazione solo arrogante. Semmai è un costo per i frequentatori delle librerie indipendenti. E’ non è il suo caso visto che non le frequenta. Affermare poi che lei è costretto a pagare di più la merce perché deve mantenere i librai non è solo arrogante ma anche offensivo nei confronti di chi cerca semplicemente di svolgere con competenza e professionalità il proprio lavoro. Probabilmente lei non lavora, altrimenti non si esprimerebbe in questo modo. Mi rifiuto di credere, che lei possa considerarsi un “mantenuto” che fa “pagare di più la stessa merce”. Come lei, anche i librai indipendenti non si fanno “mantenere”, ma come tutti retribuire per il lavoro che svolgono e che continueranno a fare finché verrà loro richiesto, che a lei piaccia o no. Si può essere contro questa legge, ma l’astio e le offese non dimostrano affatto la bontà delle sue tesi.
    Giorgio Mosci libraio
    Roma

  291. Matteo

    Sottoscrivo, così si sfavoriscono i picoli librai a beneficio di pochi editori e grandi imprese.

    Matteo Lapini
    Pistoia

  292. Maria Letizia Picone

    sottoscrivo la petizione.
    Penso, comunque, che dovrebbero limitare i prezzi dei libri, non credo sia il rivenditore il problema, ma il prezzo imposto dall’editore!

    Maria Letizia Picone
    Palermo

  293. franco bellini roma

    solita mossa di stampo statalista e antilibertaria, compiuta da un governo pieno zeppo di socialfascisti,

  294. Sottoscrivo. Un governo che si dica liberale non dovrebbe mai fare leggi del genere, che limitano il libero mercato, senza contare la diffusione della cultura. In piu’ in periodi di crisi come questo, in cui gli sconti per i consumatori sono un aiuto per le famiglie (che vogliono leggere e non solo guardare la TV!)

  295. Franca Bolognini

    Libera diffusione della cultura. Sottoscrivo per andare contro al volere di chi, per i propri interessi e du quello di pochi, vuole tenere il popolo italiano il piu’ lontano possibile dalla cultura.

  296. Sottoscrivo. I librai indipendenti debbono sapere che non sarà l’ennesima legge corporativa che si fa in questo paese medievale a salvarli. Io ho l’e-reader da più di un anno, scarico testi in Inglese o Italiano in un attimo e so che ci sono molti che, se costano troppo, scaricano i PDF con Torrent. Vado ancora in alcune librerie, un po’ compro, un po’ mi faccio consigliare, da commercianti che leggono più di me e fanno il loro lavoro con passione. Ecco, per salvarsi, dovrebbero valorizzare queste qualità, non aver paura di fare anche e-commerce, inventarsi cose che non siano solo dire il prezzo e dare lo scontrino. Invece qui siamo al solito paese corporativo e provinciale da chi-siete-dove-andate-cosa-portate-un-fiorino.

  297. Gianni CARROZZO

    Al di là del colpo mortale inferto alla diffusione della cultura, colpo degno solo di Maramaldo l’han studiata bene questi signori [mi dispiace non poter usar il pedice su quest’ultima parola].
    Dunque dicevo, ecco l’astuzia:

    prima della legge:
    prezzo di un libro 10 euro
    sconto 40% 6 euro le tasse van pagate su codesta cifra

    dopo la legge:
    prezzo di un libro 10 euro
    sconto max 15% 8,5 euro le tasse van pagate su codesta cifra

    e vi pare poco?

  298. Giuliano Generali

    è l’ennesima legge che mina a restringere le libertà delle persone, pure quelle più povere a comprare libri.

  299. Aderisco a quanto riportato sopra.
    Scandaloso, sarebbe l’ennesima legge ad personam! Bisogna smetterla!
    E creare riforme che diano realmente un aiuto alle piccole e medie imprese, ma senza nascondersi dietro tali sotterfugi.
    Saluti
    SD

  300. Luciano Faretra

    Sottoscrivoa pieno la petizione, questo comportamento dei politici di manipolare il mercato per far prevalere i loro interessi è vergognoso!!

  301. Luigi

    Sottoscrivo in pieno la petizione. Per tutelare gli interessi di pochi si va contro l’interesse generale dei cittadini.

  302. Benedetta Ammannati

    Sono basita, meno male che questo era il governo del liberismo!
    Mi sembra la norma più assurda e che incita invece, soprattutto per quanto riguarda gli ebook ad incrementare l’illegalità.
    E’ una norma salva-mondadori e salva-feltrinelli e basta.
    Che schifo, come al solito viviamo nel Paese del Bunga-bunga (non più in quello delle banane!)

  303. Paolo Pozzan

    Sottoscrivo quanto espresso.
    Mi sembra che la legge in questione non porti vantaggi a nessuno, se non ai grandi gruppi editoriali che in questo periodo di transizione del concetto di libro si vedono costretti a spingere un protezionismo buono solo ai loro profitti.

  304. ciarini luca

    è una vergogna che nel 2011 ancora si parla di chiusura delle frontiere (perchè questo è) stiamo vivendo in un paese che limita il pensiero dei cittadini come nella vecchia cuba.

  305. Danilo

    Sottoscrivo in pieno la petizione contro una legge totalmente stupida e illiberale, fatta appositamente per proteggere i grossi rivenditori dalla concorrenza. Per colpa della crisi, la gente già risparmia su tutto, figuriamoci se poi, grazie a questa legge, non ci saranno più sconti sui libri: il mercato crollerà, uccidendo per prime proprio le piccole librerie che, in teoria, vorrebbero proteggere con questa legge. Come al solito gli interessi di pochi danneggeranno molti.

    Danilo Sanna
    Milano

  306. maurizio poggi

    Sottoscrivo la petizione perchè se una piccola libreria vende un libro con uno sconto speciale per farlo conoscere che male c’è?

  307. Franco

    Sottoscrvo l’appello sulla Disciplina del prezzo dei libri al Presidente della Repubblica.
    Franco, Perini
    Milano

  308. Luisa

    Sottoscrivo questa petizione. I libri costano GIA’ troppo. La cultura non dovrebbe essere libera?

    Luisa Donato
    Catanzaro

  309. gregorio ocello

    Accetto quanto sopra detto ed aggiungo che quando scoppierà la rivoluzione in Italia ssarà sempre troppo tardi!

  310. alessandro bongiovanni

    ci vogliono lasciare nell’ignoranza: ai politici va bene che gli italiani vedano solo il grande fratello, e non leggano nulla…
    sottoscrivo la petizione!!!

  311. SimoeneSimone Lunardi

    Forse la diffusione attraverso i libri di sprechi, corruzione e privilegi ha dato fastidio a molti….. E’ bellissimo quando i nostri politici si ergono a paladini del “libero mercato” e poi, se scomodo, legiferano creando condizionamenti a svantaggio della collettività. Vergogna!

    Simone Lunardi
    Lucca

  312. Davide

    E’ incredibile, di quante petizioni a cui si chiede di sottoscrivere, stiano venendo fuori,
    tutto per cercare di porre un freno ad una classe politica incompetente e di inetti.
    Un LIBERO MERCATO in Italia, in ogni attività lavorativa e nel rispetto delle regole non potrà mai esser paragonato al modello Inglese o Tedesco, per il semplice motivo che i soliti faccendieri, massoneria, affaristi di così basso rango non lo permetteranno mai
    fin quando non verranno presi a PEDATE… Finora siamo visti ancora come dei sudditi….

    Aderisco alla petizione.
    Davide Loi
    Cagliari

  313. Paolo Bulgarini

    Sottoscrivo pienamente. La libertà di mercato è liberta di cultura!
    Paolo Bulgarini

  314. Maria Rita Pacini

    Sono favorevole al libero mercato editoriale per cui aderisco alla petizione.
    Maria Rita Pacini
    Cascina (Pisa)

  315. Silvano Cavazza

    Sottoscrivo la petizione. Non si può fare di ogni erba un fascio: ci sono diverse categorie di libri e di lettori. Non sarei contrario a disciplinare gli sconti sui best-seller, oppure sugli instant-book che invadono le librerie di carta straccia, oppure sui libri di Bruno Vespa. Ma ci sono libri assai più impegnativi (saggi, monografie, edizioni di classici ecc.) che spesso hanno un prezzo di copertina ingiustificato e insostenibile a causa dei balzelli della distribuzione. D’altra parte ci sono persone che acquistano molti libri tutto l’anno, e non solo sotto Natale o per fare un regalo di compleanno. La nuova legge sull’editoria penalizza proprio questi libri e questi lettori. Il Parlamento avrebbe dovuto fare una legge che tutelasse le librerie tradizionali, che rimangono una lodevole istituzione e che vanno salvaguardate: ma non danneggiare i lettori abituali o che hanno esigenze specifiche. L’arrivo in Italia di Amazon ha fatto abbassare i prezzi dei libri anche da parte delle altre librerie on-line: credo che tutti ci abbiano guadagnato, editori e lettori.

    Silvano Cavazza, Sagrado (GO)

  316. Matteo Moretti

    In questo Paese “l’iniziativa economica privata è libera”, se potessimo dar retta al I comma dell’articolo 41 della Costituzione…
    Peccato che, ancora una volta, le nostre fondamenta costituzionali dimostrino di essere niente più che aria fritta dinnanzi all’ultimo arrivato dei legislatori!
    Impedire legalmente l’applicazione di sconti sulla vendita di un bene di consumo già di per sé in crisi di mercato, significa ovviamente distorcere la concorrenza interferendo legislativamente nella libera determinazione dei competitori commerciali, con ciò pregiudicando il diritto del consumatore a pagare il prezzo minore possibile ed in definitiva danneggiando la società nel suo insieme, che potrà permettersi quantità minori di libri pagandoli di più!
    Non ci vuole un economista per capire questo banalissimo principio di mercato, eppure si finisce per far finta di soccorrere una qualche categoria più debole – in questo caso i piccoli librai, che in realtà avranno vantaggi trascurabili! – sacrificando nel contempo il benessere dell’intera collettività.
    Questa è l’Italia, amici…di ieri, ma sempre più (ed ancor peggio) anche di oggi!

    Matteo Moretti – Genova
    Docente Universitario di Diritto del Commercio Internazionale

  317. Cinzia Alicardo

    Buonasera, condivido appieno la petizione e, di conseguenza, la sottoscrivo!
    Cinzia

  318. Massimo Calligola

    Aderisco alla petizione. Vorrei ricordarvi, signori Riccardo Levi e Franco Asciutti, che la stragrande maggioranza della gente pur, a differenza vostra, lavorando, non percepisce quei 15 – 20.000 euro al mese che vostre signorie intascano. Vi prego quindi di accontentarvi del dorato obolo che indegnamente percepite e limitatevi a dormire, ad andare in barca o state perennemente in vacanza; cosicché, se non altro, eviterete di far danni.

  319. ANNA

    Sottoscrivo. Chiedo a gran forza il libero mercato nel campo dell’editoria. Siamo un paese di incivili! Anna De Dominicis

  320. carla poletti

    Aderisco alla petizione,i libri già sono cari…oltre che più poveri,anche più ignoranti dobbiamo diventare?

    Carla Poletti
    La Spezia

  321. Federica Ferrari

    Sottoscrivo la petizione nella speranza che il Presidente Napolitano non approvi tale legge.
    Federica Ferrari
    Bondeno, Ferrara

  322. Fulvia ugetti.

    Sottoscrivo la petizione al Presidente Della Repubblica
    Fulvia Ugetti
    Castelnuovo R . Modena

  323. Mauro

    Sottoscrivo la petizione.

    vergogna!! Invece di diminuire i propri stipendi stellari e di adeguarsi al resto dell’Europa pensano agli sconti sui libri.

    Che implodano.

    Mauro Sanna

    Roma

  324. cristina

    sottoscrivo il testo della petizione. non ritengo corretto impedire la libertà di applicare autonomamente uno sconto ai libri maggiore del tetto previsto per legge.
    Cristina Pavanello
    Boffalora S/t

  325. Marta Maiore

    Ennesima mossa per renderci sudditi e non cittadini. Meglio una massa inerte che una pensante no?
    Firmate.

  326. Ernesto Graizzaro

    Sottoscrivo l’abolizione di questa legge.
    Dato il loro costo, i libri li leggo solo in biblioteca. Qualcuno lo compero se ha notevoli sconti o nei negozi dell’usato.
    L’entrata in vigore di questa legge farà diminuire le vendite.

  327. Carmen Castagna

    Carmen Castagna, Vicenza
    Sottoscrivo la petizione.
    Attualmente prendo in prestito i libri dalle biblioteche, nè leggo una trentina l’anno.
    Dopo aver scoperto dei siti che li vendevano a un prezzo accessibile avevo cominciato anche ad acquistarli.
    Adesso ridurrò i miei acquisti.

  328. gianni guida

    Il mio modesto reddito non mi consentirà di acquistare libri a prezzo pieno o lievemente scontati. Con rammarico dovrò farne a meno, rileggendo magari i miei vecchi testi.
    Condivido e firmo

  329. gabriele

    Sarebbe una disfatta, ma solo per la nostra economia. I grandi venditori (come amazon) non dovrebbero fare altro che vendere i libri in italiano su uno dei tanti altri siti europei per continuare a fare gli sconti che vogliono, effetti?
    – amazon si avvantaggia ancora di piu rispetto a tutte le aziende con sede unica in italia portandole praticamente alla rovina
    – lo stato italiano non incassa piu nulla da amazon, perchè vendendo dall’estero le tasse le pagano a un altro paese.

    Vorrei proprio sapere chi è il genio che porta una legge del genere senza pensare a queste cose

  330. Michael

    Sottoscrivo!
    Michael Vincenzi
    Ferrara

    Perchè mentre tutto il mondo va avanti l’Italia fa solo passi indietro?

  331. Narciso Battellocchi

    Dal 2000 ad oggi i libri hanno subito un aumento di più del 100% in media, va bene che abbiamo dei politici ignoranti e truffatori, ma almeno ci lascino il diritto di avere una cultura.

  332. Elisabetta Bovero

    Sottoscrivo la petizione, per garantire l’accesso ai libri anche ai soggetti meno abbienti e per garantire alle biblioteche, tra l’altro in tempi di tagli di bilancio, l’aggiornamento delle raccolte e la fruizione pubblica delle stesse. L’entrata in vigore della legge rischia di alimentare ulteriormente l’impoverimento culturale del paese.

  333. Silvia

    Sottoscrivo la petizione.
    Sempre più vincoli a danno delle principali libertà dei cittadini, l’arte lo spettacolo e la lettura non devono e non possono diventare possibilità di pochi ricconi!

  334. Fagiolo Paola

    Ci volete anche ignoranti? Non ci avrete!!!!
    Presidente Napolitano, siamo nelle tue mani!

  335. Laura De vita

    Sottoscrivo
    Una legge come questa colpisce solo i grandi lettori che dovranno spendere molto di più per la loro passione

  336. Nicola Montemurro

    Sottoscrivo la petizione; lottiamo contro la cieca ignoranza della politica, diffondiamo la cultura in questo paese dominato da veline, calciatori e reality!
    BARI

  337. Alessandro Tarozzi

    Sottoscrivo la petizione. Aggiungo che e’ molto triste come i media abbiano largamente ignorato la notizia. Ma del resto questo e’ un paese che legge poco (se si escludono i giornali sportivi e scandalistici), e dunque la “corporazione” dei lettori conta pochissimo. Ancor piu’ triste il largo supporto parlamentare alla legge. I gruppi editoriali saranno felici. C’e’ un motivo in piu’, ora, per comprare molto all’estero, ma in pochi hanno la fortuna di leggere in inglese. Forse tra poco vedremo una nuova legge “bipartisan” per limitare gli acquisti di libri dal Regno Unito? Complimenti al nostro parlamento.

  338. Maurizio

    SOTTOSCRIVO IN VIRTù DELLE LIBERTà COSTITUZIONALI ANCORA UNA VOLTA CALPESTATE
    Maurizio Marchelli
    Torino

  339. bart27

    Trovo demagogica la vostra petizione, NON la sottoscrivo PER NIENTE

    E’ poi buffo che voi vi ergiate a difensori del “libero mercato”.

    Nel settore librario non esiste libero mercato da tempo, esistono oligopoli di grandi gruppi che schiacciano il mercato e voi li state difendendo.

  340. Maurizio Scappin

    Grazie a chi ha pensato a questa petizione.
    Sottoscrivo pienamente
    Maurizio Scappin

  341. Gabriele

    Sono studente universitario per noi i libri costano cari e ne servono molti, siamo altresì schiacciati dalle pesanti tasse universitarie e da professori che pretendono l’acquisto di testi aggiornati. Grazie a siti internet avevamo trovato il modo per studiare a un prezzo ragionevole e sopratutto, con la differenza di quel che si risparmiava, di acquistarne altri a completamento del corso di studi. È intenzione di questa legge favorire la diffusione della cultura? A me sembra proprio di no.

  342. giorgio

    se passa la legge sicuramente non acquistero’ piu’ i miei soliti 3 libri al mese!!
    presidente non firmi!!!!!!!

  343. Giovanna

    Gentili tutti, forse prima di gridare allo scandalo qualcuno dovrebbe farsi un paio di domande sul funzionamento delle librerie indipendenti. In primo luogo, forse dovreste sapere che quello che il cliente paga per ipotesi 10 euro, al libraio indipendente costa mediamente 7.5 euro. Lo sconto medio che viene applicato e’del 25% sul prezzo di copertina, che viene imposto dagli editori e non dai librai. Questo significa che NON ESISTE di fatto una libera concorrenza, perche’non esistono le stesse condizioni di partenza. E non per pigrizia o mancanza di impegno da parte della nostra machiavellica corporazione amica del profitto a discapito del Diritto. Amazon, Ipercoop o affini, usano gli sconti sui libri come investimento promozionale perche’non e’di libri che vivono. Per dire, 300.000 euro non li investono in inserzioni pubblicitarie ma rinunciando al guadagno della vendita del libro. Lo sconto che viene effettuato da loro e’spesso superiore a quello che normalmente e con molta fatica viene strappato dalle librerie agli editori.
    Le librerie indipendenti per rifornirsi abbastanza devono comprare centinaia di volumi dai distributori, pagandoli se va bene in 90 giorni, che se rimangono invenduti non vengono rimborsati dagli editori ma semplicemente sostituiti con altri volumi. Sul sudatissimo 20/25 % medio di incasso (sudati perche’in Italia si vendono pochissimi libri ma chissa’perche’tutti cambiano cellulari, scarpe, auto e tv con una frequenza che in nessun altro puö vantare) si devono pagare di base affitto, spazzatura, elettricita’, computer, spedizioni. Questo, solo se si e’fortunati . Gli stupidi come noi, che una libreria la gestiamo a fatica da 20 anni, a fronte di una riduzione costante delle entrate – solo marginalmente dovuta alla generale crisi dei consumi – non hanno voluto privare altre persone del posto di lavoro. Il prezzo dei libri viene sancito dagli EDITORI e non dai LIBRAI. Non e’lo sconto a garantire il diritto al pane della mente. Che per inciso, andrebbe garantito dallo Stato implementando le BIBLIOTECHE, dove in qualunque Paese civile i libri vengono prestati GRATUITAMENTE.
    Se i libri costano molto, costano molto per i lettori e per i librai. Permettere che il mercato sia completamente deregolamentato significa destinare le librerie indipendenti alla chiusura.
    E allora, se questa battaglia avesse successo, cosa succederebbe tra un paio di anni? Verrete a manifestare per le migliaia di lavoratori del settore lasciati per la strada? Farete una sottoscrizione per salvare la libreria della vostra cittadina, dove amavate trascorrere un po’ del vostro tempo e dove, grazie al “libero mercato” e al diritto alla cultura tutto da far pagare ai rivenditori, prima o poi ci sarä un bel centro scommesse, un negozio di lusso (quelli si’sempre pieni) o meglio, non ci sarä proprio piü niente.
    Perche’ non viene promossa, invece, una petizione per controllare i prezzi alla fonte, o per evitare i tagli alle biblioteche o alle Universitä, per avere piü borse di studio, per poter detrarre i costi relativi ai beni con finalitä culturali dalle tasse?
    P.S. Il libero mercato e’lo stesso che convince gli industriali ad aprire le filiali all’estero, perche’il costo del lavoro e’piü conveniente. E’lo stesso che non ci consente di avere una casa dignitosa perche’gli affitti sono esorbitanti. E’ lo stesso che spinge gli agricoltori a buttare il cibo.
    Ma queste sono altre battaglie, sono altri nemici.

  344. Maja Milovanovic

    Sottoscrivo la petizione contro la legge sul libro.
    Milovanovic Maja – Vicenza

  345. Alessandro Bianco

    Sottoscrivo la petizione!
    Mi chiedo: è costituzionale intervenire con un provvedimento che, di fatto, limita la libertà di concorrenza e legittima i cartelli? Qualche anno fa, fu notevolmente abbassata l’IVA sui libri: i prezzi di copertina tornarono ai vecchi livelli in pochissimi mesi. Se, a prezzi bassi, posso “correre il rischio” di acquistare autori sconosciuti o “difficili”, adesso finirò per comperare solo i Best Sellers: cioé le pubblicazioni che, in quanto tali, sovente sono le meno vicine alla cosiddetta Cultura così strenuamente “difesa” dal legislatore.
    Questo provvedimento mi ricorda tanto l’iniziativa di imporre tre volte la stessa tassa sugli audiovisivi per combattere la pirateria. Anch’essa assoltumante incostituzionale, ma tuttora in vigore. con buona pace di uno Stato che si gloria di essere la culla del Diritto.

    Alessandro Bianco
    Roma

  346. Fabio Di Poi

    Sotto scrivo la petizione. Anche perché i prezzi di molti libri sono davvero esagerati, e un minimo di concorrenza per riportare un po’ di realismo era benvenuta. Mi chiedo anche: ma il liberismo in Italia esiste?

  347. Vitaliano Giuliano

    invece di dare un tetto allo sconto massimo per i libri , perche’ non si abbassano lo stipendio del 50% , tanto vivono lo stesso loro .

  348. alberto vallonchini

    sottoscrivo la petizione e mi auguro che il presidente della repubblca vogli evitare di firmare questa legge che presenta evidenti profili d’incostituzionalità
    alberto vallonchini, pineto(TE)

  349. Chiara Abigaille Caruso

    Sottoscrivo quanto ho letto dato che non condivido i contenuti della nuova legge sul libro.
    Chiara Abigaille Caruso (Palermo)

  350. Barbara Bolognesi

    Nonostante io ami le piccole librerie, nonostante venga da una famiglia di piccoli editori, sottoscrivo la petizione.

    Barbara Bolognesi, Perugia

  351. Rainieri Stefano

    Sottoscrivo con forza la petizione. Se chi propone simili normative leggesse i libri invece di rincararli e di ostacolarne la già stentata diffusione, imparerebbe che nella storia politica ed economica della Nazione fin dai tempi dell’unità i sistemi protezionistici posti in atto da qualunque legislatore non hanno mai prodotto il benessere della categoria dei protetti, ma ne hanno causato più o meno velocemente la scomparsa, dal momento che il mercato ha sempre trovato la via per vanificare l’indebito vantaggio così assicurato. Già per questo singolo motivo di buon senso, anche qualora la legge in questione non dovesse rispondere (com’è facile immaginare) ad ulteriori, non dette e magari meno confessabili finalità, il Presidente di tutti gli Italiani sarebbe chiamato in coscienza a rifiutarsi di sottoscrivere una legge così liberticida e dannosa per la cultura, valore a tutt’oggi sempre più gracile.
    Con indignazione

    Dott. Stefano Rainieri
    Giussano (MB)

  352. Flavia Boggia

    Come si firma la petizione contro la legge sul libro?!? Solo inserendo un commento?

  353. Carlo Valdisalici

    Ancora una volta viene frustrato in modo così platealmente ipocrita il libero mercato. Un breve esempio di economia reale. A Pisa nel corso pricipale esiste una piccola libreria che si difende dalla grande distribuzione rappresentata dalla quasi adiacente Feltrielli anche applicando uno sconto supeiore su tutti i libri!
    A quando il contrllo sui prezzi del pane pr difendere i panifici, o delle frutta e vedura a favore dei verdurai? Giusto per sprofondare nella classfica delle libertà economche

  354. Busanelli Stefania

    Reggio Emilia.
    Da un popolo di NON lettori; sicuramente non verrà invogliata la lettura mettendo un tetto agli sconti e chi già porta finanziamenti al settore spendendoci parte del proprio stipendio (come me) si vedrà costretto a ridimensionare tali uscite…
    Legge da rivalutare…

  355. Annalaura Scuto

    Certo che sottoscrivo la petizione!

    Annalaura Scuto
    San Gregorio di Catania, CT

  356. nicola

    «Dateci la libertà, la verità verrà di conseguenza» ho imparato oggi che lo scrisse Richard Rorty.
    Noi il libero mercato non ci va proprio giù…

  357. nicola

    Nicola Nanni, sottoscrivo in toto quanto scritto nell’articolo: Disciplina del prezzo dei libri: Petizione al Presidente della Repubblica

  358. Antonio Ventimiglia

    Sottoscrivo la petizione.

    Antonio Ventimiglia – Terme Vigliatore (Messina)

  359. Giacinta De Filippis

    Sottoscrivo in pieno questa giustissima petizione, si tratta di una legge iniqua!
    Giacinta De Filippis, Bari

  360. Sono completamente d’accordo. Quali sono gli interessi che una legge del genere intende difendere? Mi piacerebbe sapere nell’interesse di chi questa assurdità viene proposta. Chi è che l’ha promossa?

  361. Giuseppe Marino
    sottoscrivo la petizione.
    Io credo nella realtà del libro cartaceo e della sua divulgazione: limitare l’iniziativa privata di applicare una riduzione al prezzo dei libri cartacei a vantaggio della diffusione dei testi elettronici per gli e-book, creerebbe solo un danno ai piccoli editori ed alle librerie in genere.
    Senza contare che questi piccoli congegni elettronici sono limitati alla durata di batterie e non sono sempre accessibili a tutti visti i costi dei suddetti apparecchi, al contrario di un libro tascabile che si potrebbe trovare anche in edizione economica che si può comodamente tenere in tasca o in borsa e che cmq ti permette di avere un contatto più personale con i suoi contenuti.

  362. Stefano

    Inaccettabile. In un Paese in cui la cultura è così necessaria, si fà di tutto per appiattire il livello medio di conoscenza alzando i costi (IVA) e tagliando le opportunità di riduzione (che nulla tolgono a nessuno, comunque). Essere indignati è il minimo. Purtroppo, ci stiamo abituando a questo grigiore ed evitiamo ogni reazione.

  363. Jimmi Fascina

    Sottoscrivo in pieno la petizione
    smettetela di mettere maglie alla diffusione della cultura
    Jimmi Fascina Pescara

  364. Giorgio Agostino Ippoliti

    Parlamento d’incapac loroi, quelli di destra per elezione d’animo(?), quelli di sinistra perchè non sono più legati al popolo! Quanti comprano libri perchè scontati: il parlamento non lo sa!

  365. Paolo Corengia

    Sottoscrivo solennemente la petizione. Non voglio la morte del libro!

    Paolo Corengia
    Castel Goffredo, MN

  366. Danilo

    Aderisco alla petizione contro la legge limitativa degli sconti sui libri.
    Danilo Perini – Casalecchio di Reno (Bologna)

  367. Barbara

    Aderisco alla petizione contro la legge limitativa agli sconti sui libri.
    Barbara Mantellini, Milano

  368. Pasquale Saccone

    Voglio aderire a questa petizione contro l’ennesima prova di censura, protezionismo, liberticida e lobbistica data dal parlamento italiano.

    Pasquale Saccone
    Napoli

  369. luigi ambrosano

    Aderisco alla petizione contro la legge limitativa degli sconti sui libri.
    Luigi Ambrosano – Isola Rizza (Verona)

  370. Andrea Bartolo

    Sottoscrivo la petizione contro la legge limitativa degli sconti sui libri.
    Andrea Bartolo – Patti (ME)

  371. Alessandro Vitali

    Aderisco alla petizione contro la legge limitativa dello sconto sui libri – alessandro vitali zogno (bergamo)

  372. Valentino Maconi

    Sono disgustato.
    Per favore Presidente non permetta anche che questa legge passi in modo indolore come tante altre.
    Grazie

  373. Alessandro Vitali

    Aderisco alla petizione contro la legge che limita lo sconto sui libri – alessandro vitali zogno (bergamo)

  374. Claudio Pizzuti

    Aderisco alla petizione contro la nuova legge sull’editoria.
    Claudio Pizzuti, Lanciano (Chieti)

  375. Alberto Vesentini

    Sono assolutamente contrario. Non facciamoci ingannare dagli “specchietti”. La scontistica indiscriminata sul prodotto-libro è destinata a far chiudere migliai di librerie medie e piccole, incapaci di sostenere il “dumping” della grande distribuzione. Ciò comporta (ed il fenomeno è già in atto e ben visibile, da tempo) la desertificazione del medio / piccolo negozio, spesso dislocato nelle “periferie” (occhio: la gran parte di noi vive in queste perifierie: provincia o città di provincia o periferie metropolitane…) e, nel contempo, impoverisce l’unica vera ricchezza della libreria: il catalogo.
    La scontistica, di fatto, ci costringerà tutti a dipendere dai centri commerciali (o da internet) ed ci impedirà di approvigionarci dei libri “che contano”, in quanto chi fa business non immobilizza “cataloghi” di libri, o libri di “nicchia” in attesa del lettore “curioso” . Il libro è materiale delicato e va protetto. Io sono un “grosso” lettore, ma per un euro in più o in meno di sconto su un volume non rinuncerei mai ad aggirarmi per librerie colme di libri anche di scarso o nullo appeal commerciale, e tenute da appassionati librai. Chiedo solo di riflettere e pensare che la deregulation selvaggia non sempre è garanzia di “progresso”!

  376. Dx

    Aderisco alla petizione contro la legge limitativa degli sconti sui libri.
    Dario de Padova – Milano

  377. Francesco Foresta

    Aderisco alla petizione contro la legge limitativa degli sconti sui libri.
    Francesco Foresta – Faenza (Ravenna)

  378. Luciano Leo Nobile

    Aderisco alla petizione contro la legge limitativa degli sconti sui libri – Luciano Leo Nobile

  379. Costantino De Blasi

    Sottoscrivo la petizione contro quella che considero una legge illiberale e retrograda.

    Costantino De Blasi, Eboli (SA)

  380. Aderisco alla petizione contro la legge limitativa degli sconti sui libri (e pretendo una società in cui tutti abbiano accesso alla cultura) – Camilla Cannarsa – Formello (Roma)

  381. Fabrizio

    Aderisco alla petizione contro la legge limitativa degli sconti sui libri.
    Dose Fabrizio S.Giorgio di Ng. (Udine)

  382. Selena

    sottoscrivo la petizione contro questa legge, lo stato ci vuole sempre più ignoranti! :(!
    Lorenzi Selena, Trento

  383. pezzoli angela

    confermo la mia volontà a sottoscrivere la petizione. Lavoro in biblioteca e vorrei poter mantenere gli sconti attuali considerate le poche risorse a disposizione dei Comuni.

  384. Carmine

    Sottoscrivo la petizione contro quella che considero una legge illiberale e retrograda.
    Carmine Cantile – Caserta

  385. Carmela Sce'

    Aderisco alla petizione al Presidente della Repubblica “Disciplina del prezzo dei libri”.

    Carmela Sce’
    San Salvo (CH)

  386. Dalila

    Sottoscrivo la petizione, ritengo che questa legge sia contro il diritto di tutti di accrescere la propria cultura tramite i libri.
    Dalila Giacobbe, Messina

  387. giovanni pino

    Sottoscrivo con fiducia ed entusiasmo avendo due figli ed essendo quindi DIRETTAMENTE provato dall’esagerato prezzo dei libri

  388. Ettore

    Aderisco alla petizione al Presidente della Repubblica “Disciplina del prezzo dei libri”.

    Ettore Venturelli
    Crema (CR)

  389. Mario Bioletti

    Sottoscrivo la petizione contro la legge che disciplina il prezzo dei libri.
    Mario Bioletti
    Cuneo.

  390. Marialuisa Giordano

    Sig. Presidente della Repubblica a settembre devo iniziare l’università e ho pochi soldi per comprare i libri che mi servono…approfitto degli sconti on line che trovo per risparmiare e poter così comprare altri libri con i soldi risparmiati,ma con questa legge non mi sarà più possibile fare ciò… cos’è più importante per l’Italia: avere degli editori pieni di soldi oppure degli ottimi studenti che sono il futuro dell’Italia?
    Aderisco assolutamente alla petizione!!!

  391. Giuseppe Porzio

    Sottoscrivo la petizione contro la nuova disciplina del prezzo dei libri, concepita esclusivamente a protezione degli interessi delle lobby degli editori.

  392. Franco Campanile

    Partecipo alla petizione “DISCIPLINA DEL MPREZZO DEI LIBRI”. E’ l’ennesima legge contro i cittadini a favore degli interssi di qualcuno. E’ ora di smetterla con questo sistema illiberale. Non ne possiamo più di tutti questi approfittatori. E’ ora di dire basta!!!!!!!!!

  393. daniela miolato

    Condivido e sottoscrivo la petizione al Presidente della Repubblica per la Disciplina del prezzo dei libri.

  394. Andrea

    Sottoscrivo la petizione al Presidente della Repubblica “Disciplina del prezzo dei libri”.

    Andrea Bonatti (PR)

  395. Paolo

    Aderisco e sottoscrivo la Petizione schifato da tutti questi tentativi di far scendere ai più infimi livelli la cultura degli italiani

  396. I libri sono cibo per la mente, la loro circolazione e vendita non può essere limitata da pseudo ragioni di mercato!!! Si vuole impedire la circolazione delle idee e della conoscenza, base essenziale dello sviluppo dell’intelligenza umana!!

  397. Lorenzo

    Sottoscrivo anch’io la petizione al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano “Disciplina del prezzo dei libri”

  398. Luca

    Aderisco alla petizione al Presidente della Repubblica “Disciplina del prezzo dei libri”.

    Luca nardi da galleno (firenze)

  399. Francesco Sestu

    Sottoscrivo la petizione al Presidente della Repubblica “Disciplina del prezzo dei libri”.
    Francesco Sestu
    Cagliari

  400. enzo rettori

    Sottoscrivo la petizione al Presidente della Repubblica “Disciplina del prezzo dei libri”.
    Enzo Rettori – FI

  401. Bruno Costa

    Aderisco alla petizione al Presidente della Repubblica “Disciplina del prezzo dei libri”.

  402. Silvana Radassao

    SOTTOSCRIVO LA PETIZIONE al Presidente della Repubblica “Disciplina del prezzo dei libri”
    Silvana Radassao
    Castiglione della Pescaia (GR)

  403. ciro torrisi

    e’ una richiesta sacrosanta!!
    Presidente, Giorgio…non firmare!!!

    Ciro Torrisi, CATANIA (Sicilia, eh si, leggiamo molti libri anke qui, anche se non ce li possiamo quasi più permettere..)

  404. Riccardo Sabatini - Pesaro

    Sottoscrivo la petizione al Presidente della Repubblica “Disciplina del prezzo dei libri”.

  405. gaia bonetti

    sottoscrivo e ri-sottoscrivo..petizione contro chi non vuole gli sconti sui libri!

  406. Rita

    SOTTOSCRIVO LA PETIZIONE al Presidente della Repubblica “Disciplina del prezzo dei libri”
    Rita B. Santamaria
    Modugno (BA)

  407. gianluca

    PRIMA DI SOTTOSCRIVERE SERVIREBBE DOCUMENTARSI: come ha ben fatto radio rai3 – la liberalizzazione selvaggia nel mondo dell’editoria (leggi paesi anglosassoni) ha portato alla lenta ma inesauribile chiusura non solo delle librerie indipendenti, ma anche delle piccole case editrici, azzerando la pluralità in tale settore; inoltre i prezzi di copertina (in tali paesi solo indicativi) non solo sono gonfiatissimi ma hanno subito un aumento esponenziale negli anni, di conseguenza il risparmio per il consumatore è un specchietto per le allodole (quando l’editore sa che il lettore compra a 10 indica già in partenza un prezzo di 20 poi la distribuzione applica lo sconto che vuole) ! Oggi inoltre in Gran Bretagna, dove la vendita online sta superando la grande distribuzione si cerca di regolamentare il mercato a causa della sempre più scarsa occupazione nel settore. Nei paesi come Francia e Germania dove invece la legge è rigidissima troviamo un mercato editoriale sano e per nulla in crisi, esempio lampante in questi paesi è lo sconto dell’editore/distributore alle piccole librerie è il medesimo apllicato alla grande distribuzione. NON VENDIAMO MORTADELLA ! ( senza nulla togliere alle salumerie – ma dove i ricarichi non sono certo paragonabili alle librerie ) !
    AD OGNUNO DI VOI SCEGLIERE IN CHE PAESE VIVERE.
    Luca

  408. raffaella

    Sottoscrivo la petizione al Presidente della Repubblica “Disciplina del prezzo dei libri”
    raffaella fontanive
    enego (vi)

  409. Giorgio Mosci

    Proviamo a ragionare sul prezzo dei libri facendo semplicemente qualche calcolo. L’editore stampa 1000 copie di un libro. Supponiamo che per la stampa e la promozione spenda 2 euro a copia, aggiungiamo un euro a copia che è l’utile dell’editore. Il totale fa tre euro. Ipotizziamo che l’editore venda 500 copie con il 30% di sconto e le rimanenti 500 con il 50% di sconto. A che prezzo l’editore dovrà vendere il libro per recuperare le spese sostenute e guadagnare l’euro a copia preventivato? E’ un conto semplicissimo: 3000 = PV*500*0,5+PV500*0,7. Il prezzo di vendita dovrà essere 5 euro (Ipotesi 1). Se l’editore fosse costretto a vendere tutte e mille le copie con il 50% di sconto, il prezzo di vendita deve necessariamente salire a 6 euro (Ipotesi 2). Viceversa se tutte le copie fossero vendute con il 30% di sconto, sarebbe sufficiente un prezzo di 4.28 euro (Ipotesi 3). Facciamo l’ulteriore ipotesi che le librerie che hanno ottenuto il 50% di sconto facciano ai loro clienti il 30% di sconto, mentre le librerie che hanno avuto uno sconto del 30% non facciano sconti ai propri clienti. Nell’ipotesi 2, l’acquirente finale pagherà il libro 4.80 euro, mente nell’ipotesi 3 pagherà 4.28 euro. L’ipotesi 1 è sicuramente più vantaggiosa per il 50% degli acquirenti che pagheranno il libro 3.50, ma solo perché il rimanente 50% pagherà 5 euro. In questo caso la conclusione è paradossale. Lo sconto che aluni ottengono non dipende dalla generosità o efficenza della libreria ma è semplicemente pagato dagli altri e cioè dai clienti delle piccole librerie indipendenti che pagano il prezzo intero. Sono quindi gli acquirenti che ottengono lo sconto ad essere a carico degli altri e non le piccole libreria a carico loro come tanti credono e dovrebbero essere proprio loro quelli più interessati alla sopravvivenza delle piccole librerie, solo cosi potranno continuare a risparmiare a spese degli altri. Se le piccole libreria sparissero si cadrebbe nell’ipotesi 2 e il prezzo finale del libro salirebbe inevitabilmente. Ma l’ipotesi 1 è quella ovviamente più instabile. Non è possibile che una parte degli acquirenti accetti per sempre di pagare gli sconti praticati agli altri. Il sistema può raggiungere l’equilibrio economico solo andando verso una delle altre due ipotesi possibili. Possiamo variare a piacere tutte le percentuali o introdurre nuove variabili ma il risultato non cambierebbe. I conti sono banali, e banali sono le conseguenze. Più alto è lo sconto praticato dall’editore, maggiore dovrà essere il prezzo di vendita. Le piccole librerie non sono la causa dell’alto costo dei libri ma al contrario, solo la loro presenza calmiera il prezzo dei libri semplicemente perché non hanno il potere contrattuale di ottenere sconti crescenti. E’ una realtà che potrà non piacere ai tanti sostenitori di un astratto libero mercato, ma non per questo è meno vera.
    Giorgio Mosci libraio

  410. Sottoscrivo la petizione. Io sono un’accanita lettrice e cliente on line, questa legge ridurrebbe drasticamete i miei acquisti, soprattutto quelli estivi, perchè, si sa, i soldi non piovono dal cielo.
    Katia Grigoli
    Verona (VR)

  411. Sottoscrivo la petizione.
    E’ un sarebbe come condannare l’Italia all’ignoranza e toglie il privilegio di leggere a chi fa fatica a rivare a fine mese.
    Lisa Cavaletti
    Rolo (RE)

  412. Paolo Leopardi

    @Giorgio Mosci
    Il quadro che presenti è incompleto, è per questo che tutto sembra tornare.
    Prima di tutto critichi un processo che nel mercato è assolutamente comune: potremmo dire lo stesso delle grandi catene di supermercati poste a confronto dei piccoli negozi di paese, per esempio. Non mi sembra pensabile, né giusto, provvedere.
    Secondo aspetto: il prezzo del libro è determinato nel primo passaggio, da editore a venditore, secondo una delle prime 3 ipotesi che proponi.
    Lo sconto che il venditore applica all’acquirente dipende invece dal venditore soltanto, in relazione all’utile che desidera. Poiché è questo sconto che viene regolamentato per legge, allora il tetto che viene posto fa sì che ciò che l’acquirente potrebbe risparmiare rimanga nelle tasche del venditore.
    Ti faccio infatti notare che, secondo i tuoi conti, nel passaggio da venditore ad acquirente il grosso distributore ci guadagna 1 euro [5*(0,7-0,5)], la piccola libreria 1,5 euro [5*(1-0,7)]. 50 centesimi che rimarrebbero in tasca a me cliente, senza questa legge. I conti sono solo a supporto del concetto, che ritengo più che valido, e li ho fatti perché queste percentuali che hai proposto mi sembrano verosimili.
    Terzo aspetto: se fosse come dici, l’editore, che nella descrizione è obbligato a concedere determinati sconti, dovrebbe essere più che contento di una simile legge.
    Be’, sono iscritto alla newsletter di Editori Riuniti e per questo mese applicano forti sconti aggiuntivi, poiché a settembre la legge entrerà in vigore. Inspiegabile, secondo la tua spiegazione. Dovrai quindi ammettere che è parziale, forse di parte.
    Ti presento un ultimo aspetto. Ci sono dei libri che incuriosiscono, ma non fino al punto di volerli comprare perché spesso il prezzo è un deterrente. Lo sconto in questo senso è una forte spinta, e finora ho comprato parecchi libri extra, lasciandomi convincere proprio e solo da questo motivo. Un atteggiamento che cesserà, perché d’ora in poi li prenderò in biblioteca o eviterò del tutto.
    Anche il volume delle vendite è fuori dal tuo modello, ma penso che tutta la catena di vendita sarebbe contenta del maggior numero di vendite.
    Ci sono forse un altro paio di obiezioni che potrei sollevare, ma preferisco fermarmi qua.

  413. Maurizio Donini

    E’ l’ennesima vergogna controculturale a vantaggio dei forti e a scapito dei cittadini consumatori che non vengono considerati altro che vacche da mungere, la morte della concorrenza tanto osannata da destra e da sinistra, una vera vergogna che dimostra come PD e PDL siano assieme tutte le volte che gli fa comodo. Mandiamoli a lavorare sti fetenti

  414. Patrizia Pellegrini

    sottoscrivo la petizione
    le dittature iniziano sempre attaccando la cultura!!!

  415. Teresa f.

    @ Giorgio Mosci

    Alla riduzione del prezzo del libro (ottenuta sia mediante abbassamento del prezzo originale, sia mediante sconti) logicamente segue un incremento della propensione marginale all’acquisto da parte del lettore / consumatore. La domanda del bene “libro” non è anelastica, ma muta al mutare del costo per il consumatore (meno costa il libro, minore è la propensione del lettore / consumatore a comprarne un altro o a cercarlo in biblioteca).

    Già questa osservazione dovrebbe bastare a mettere in crisi il modello “supefisso” su cui basa le sue contro-argomentazioni.

    In verità gli sconti sono utili proprio per questo: sondano una domanda latente nel mercato, verificano la disponibilità da parte del lettore / consumatore ad acquistare più copie dello stesso bene se esso fosse venduto a un prezzo minore.

    Aggiungo che il suo esempio è abbastanza irrealistico, perché, a parità di prezzo originario e a differente sconto, un numero superiore di acquirenti comprerà il libro là dove lo sconto è maggiore (il che, come dimostra la crisi delle c.d. librerie indipendenti, effettivamente avviene nella pratica).

  416. Valentina Braido

    Sottoscrivo tutta la vita, speriamo serva!

    Valentina Braido
    Vittorio Veneto (TV)

  417. Marialuisa Giordano

    Ri-sottoscrivo la petizione e aggiungo anche un’altra cosa: Sig. Presidente io che non ho molti soldi per comprare i libri per l’università sono di Napoli come Lei e Lei sa che a Napoli purtroppo in molti tiriamo a campare con pochi spiccioli perchè lavoro non ce n’è…quindi non firmi o sarà proibitivo acquistare libri perchè costano anche molto.

    Marialuisa Giordano Napoli

  418. erica prezzo

    condivido la petizione contro una legge che danneggia i cittadini, non promuove la cultura e al contrario di quanto sembra non aiuta le piccole librerie.

    Milano

  419. Giorgio Mosci

    @Paolo Leopardi
    Gentile Paolo Leopardi, le obiezioni che avanzi non smentiscono la mia tesi che vale anche per le catene dei supermercati. Se vuoi comprare con lo sconto un prodotto che non ha concorrenti, il produttore sarà sottoposto allo stesso meccanismo a cui è sottoposto l’editore, così come se vuoi comprare l’ultimo romanzo di Camilleri puoi comprarlo solo dall’editore che lo pubblica e al prezzo che lui ha fissato (o con uno sconto comunque calcolato sul prezzo fissato da lui). Io sostengo che indipendentemente da come la libreria utilizzi lo sconto ottenuto dall’editore, se per aumentare i suoi utili o per girarne una parte al cliente, ogni aumento dello sconto editoriale provvoca un’aumento del prezzo del libro.
    Tu dici che «Lo sconto che il venditore applica all’acquirente dipende invece dal venditore soltanto, in relazione all’utile che desidera». Non è vero, dipende solo dallo sconto che è riuscito a spuntare dall’editore. Se avesse comprato con il 30% di sconto non potrebbe fare il 30% all’acquirente senza compromettere l’attività.
    Senza questa legge tu hai la possibilita di risparmiare 1.50 euro (e non 50 centesimi) per un libro che costa 5 euro perché ho ipotizzato che c’è il 50% delle librerie che acquia con il 30% di sconto, se le librerie che acquistano con lo sconto minimo fossero di più il tuo risparmio sarebbe ancora maggiore, al contrario al crescere del numero di librerie che acquistano con lo sconto massimo (man mano cioè che i lettori abbandonano le librerie che non sono in grado di fare quegli sconti) calerà il tuo risparmio fino all’ipotesi limite che ho fatto: tutte le librerie comprano al 50% e tutte fanno il 30% agli acquirenti. In questo caso il prezzo salirà a 4.80 euro. Non sarebbe possibile un prezzo più basso senza compromettere l’utile della libreria o dell’editore.
    Per cui o il prezzo di un libro è uguale per tutti oppure lo sconto sarà inevitabilmente pagato dall’acquirente che compra con lo sconto inferiore.
    La terza considerazione che fai è quella più singolare. Sostieni che se le mie riflessioni fossero corrette ne deriverebbe che gli editori dovrebbero essere favorevoli a questa legge e che sono smentito da un editore, che approfitta di questa finestra per fare sconti aggiuntivi. Non capisco le ragioni di una simile affermazione. Gli editori, tutti i maggiori editori si sono opposti per anni ad una legge che disciplinasse lo sconto. Ed era del tutto logico. Gli editori dalla situazione attuale avevano tutto da guadagnare. Il libro come qualsiasi prodotto ha una certa quantità di acquirenti per ogni differente prezzo proposto. Avere differenti canali distributivi che differenziavano i prezzi avvantagiava solo l’editore che in questo modo riusciva a vendere più copie. A lui bastava calcolare il numero di copie assorbite dai differenti canali e lo sconto concesso per calcolare il prezzo di vendita del libro e il gioco era fatto, senza preoccuparsi troppo del danno d’immagine e delle reazioni dei clienti, che semmai se la prendevano con le presunte inefficenze delle piccole librerie. Questo sistema ha più o meno funzionato per anni anche se ha messo in sofferenza l’anello più debole della catena, le piccole librerie, e poteva ancora funzionare per molto tempo. Solo l’arrivo di Amazon ha spaventato gli editori e gli ha fatto cambiare idea. Ecco perchè è arrivata questa brutta legge. Anche l’esempio che citi conferma la mia tesi. Gli Editori Riuniti sono uno di quegli editori la cui unica strategia di mercato è quella di sfruttare le variazioni di prezzo. Fino a qualche anno fa non aveva neanche il magazzino. I libri in resa dalle librerie finivano direttamente nel secondo mercato e venduti con lo sconto del 50% nei reimenders e nelle bancarelle, contemporaneamente gli stessi libri potevano essere acquistati a prezzo intero nelle librerie. Evidentemente la situazione non è cambiata, visto che si guardano bene dal pubblicizzare sul loro sito l’offerta promozionale che hai ricevuto. Hai ragione invece quando affermi che tante volte il prezzo è un deterrente, ma non dovrebbe essere lo sconto a dare una «forte spinta», semmai un prezzo più basso, e l’unico modo di abbassare il prezzo di un libro è abbassare i suoi costi di edizione e distribuzione e il prezzo fisso dei libro è lo strumento più efficace per contenere il loro costo.
    Giorgio Mosci

  420. LucaCarosella

    sottoscrivo, è una vergogna.
    Il paese va a rotoli e loro perdono tempo in questo modo balordo…

  421. nessundorma

    Bello liberalizzare taxi, farmacie ecc ecc … ma quando si tocca chi scrive di liberalizzare tutto, cioè i ‘pappagalli’ di una ideologia malsana alloro si fanno le petizioni. Benvenuti nella giungla del libero mercato. Più siamo ad essere scontenti e prima verrà il giorno in cui si regoleranno i conti…

  422. Silvia Mutterle

    Questa “disciplina de prezzo del libro” subodora pesantemente di regime totalitarista.
    In una triste societa’ italiana monolizzata dalla tv spazzatura e dal degrado della comunicazione i libri rimangono l’ultimo scoglio di una cultura che arranca.
    Rispetto al resto del mondo i libri in Italia costano il 20% di piu’.
    Se viviamo in un paese libero e democratico pretendiamo la liberta’di stampa.
    Aderisco e mi aspetto almeno dal Presidente un po’di buon senso.

  423. Giampiero Roversi

    Come traduttore non posso che sottoscrivere, sia perché questa legge colpisce indirettamente la mia categoria, sia perché si tratta di un vergognoso escamotage per favorire certi monopoli editoriali.

  424. Viviana Castegnaro

    Mi sembra che quando e` ora di fregare la gente siano tutti dello stesso colore.
    Sottoscrivo.
    Viviana Castegnaro
    Orgiano (VI)

  425. Simone Poggi

    Sottoscrivo la petizione al Presidente della Repubblica “Disciplina del prezzo dei libri”.

    Simone Poggi, Scandicci (FI)

  426. Roberto Oppi

    Sottoscrivo con la presente la petizione al Presidente della Repubblica.
    Roberto Oppi (BO)

  427. Alessandro Piana

    Un attacco contro la cultura ed il diritto all’istruzione. Solo in Italia, naturalmente…

    Aderisco convintamente.

    Alessandro Piana
    Trav. Via Nurra, 5
    07100 Sassari
    ITALIA

  428. Screenager

    Ma che diavolo pensano di fare?
    Incredulo, sottoscrivo.

    Sheria Tshongo Mussonghora
    Residenza: Bari
    Domicilio: Como

  429. Luigi Dinardo

    SOTTOSCRIVO QUANTO SOPRA!
    Luigi Dinardo
    Santeramo in Colle (Bari)

    Signor presidente, qui si tenta di uccidere la cultura. Le ricordo che in Italia solo il 4% dei cittadini legge assiduamente. Con questa legge rischiamo di cadere ancora più in basso, per non parlare del fatto che il mondo dell’editoria rischia davvero di fare una brutta fine con questa legge! Non deve firmare!

  430. Cristiano Generali

    Sono assolutamente contrario a questa legge che avrà come sicuro risultato una riduzione negli acquisti dei libri da parte degli italiani, che già ora risultano tra i lettori più scarsi del mondo. Vogliamo davvero favorire e perseverare nell’ignoranza???

  431. Maria Grazia Fiamingo

    già è pesante portare i nostri giovani alla laurea, tutto ha un prezzo, ed anche esoso.. stages, aggiornamenti, approfondimenti… vogliamo togliere loro anche la possibilità di accedere ailibri di tsto con qualche facilitazione? e partiamo proprio dalla cultura? proviamo a caricare qualcosa su gioielli, abbigliamento e quant’altro magnifichi il lusso e l’immagine…

  432. Antonio Di Nuto

    … e cosa dire delle prerogative dell’Unione Europea, con rigoroso richiamo al tema della libera concorrenza e della liberalizzazione, illustrato quale proprio proposito distintivo ed esclusivo. Tema chiarito in antitesi ed in antonimia al protezionismo e, più precisamente, al controllo pubblico … da una lettura socio-economico, non solo politico e regolamentare o legislativa ….

  433. fabrizia rutigliano

    ciao a tutti!!mi sembra doveroso sottoscrivere questa petizione!la cultura deve essere alla portata di tutti!!!!!!

  434. Giorgio Mosci

    Teresa f. :
    @ Giorgio Mosci
    Alla riduzione del prezzo del libro (ottenuta sia mediante abbassamento del prezzo originale, sia mediante sconti) logicamente segue un incremento della propensione marginale all’acquisto da parte del lettore / consumatore. La domanda del bene “libro” non è anelastica, ma muta al mutare del costo per il consumatore (meno costa il libro, minore è la propensione del lettore / consumatore a comprarne un altro o a cercarlo in biblioteca).
    Già questa osservazione dovrebbe bastare a mettere in crisi il modello “supefisso” su cui basa le sue contro-argomentazioni.
    In verità gli sconti sono utili proprio per questo: sondano una domanda latente nel mercato, verificano la disponibilità da parte del lettore / consumatore ad acquistare più copie dello stesso bene se esso fosse venduto a un prezzo minore.
    Aggiungo che il suo esempio è abbastanza irrealistico, perché, a parità di prezzo originario e a differente sconto, un numero superiore di acquirenti comprerà il libro là dove lo sconto è maggiore (il che, come dimostra la crisi delle c.d. librerie indipendenti, effettivamente avviene nella pratica).

    Gentile Teresa concordo con la molte delle sue affermazioni. Anche il libro è un bene con una domanda elastica. Meno costa e più compratori può avere. Anche dalla mia analisi si deduce che lo sconto stimola la domanda, e anche io sostengo che sempre più acquirenti compreranno dove lo sconto è maggiore. Ma tutte queste considerazioni non invalidano le mie conclusioni. Tutt’altro. Nella mia analisi è anche prevista la chiusura delle piccole librerie. Posso aggiungere che il costo del libro potrebbe diminuire al crescere della domanda, ma l’effetto dello sconto editoriale sul costo effettivo dei libri è innegabile.
    Anche se l’editore e la grande libreria, do per morta la piccola, rinunciassero completamente al proprio utile, non è possibile annullare i costi di edizione e distribuzione, e a qualsiasi prezzo ci saranno dei potenziali acquirenti che continueranno a non comprare perché giudicano il prezzo ancora troppo alto, e lo sconto ha un limite evidente, il costo di produzione. Se per raggiungere questi acquirenti l’editore fosse costretto a fare un prezzo che non copre le spese, rinuncerebbe semplicemente a stampare il libro. Come accade frequentemente
    Se il libro fosse una mozzarella sarebbe possibile immaginare una vera concorrenza. A parità di qualità, il produttore più efficiente ha sicuramente un vantaggio competitivo sui suoi concorrenti perché può fare un prezzo più basso. Ma nel caso dei libri questa concorrenza è possibile solo con i libri i cui diritti di proprietà sono scaduti. E questa libertà di prezzo esiste già. Se lei vuol comprare una copia della Divina Commedia può scegliere tra diverse offerte. Invece se desidera comprare l’ultimo libro di Camilleri, questa alternativa non esiste, può acquistarlo solo dall’editore che lo ha pubblicato, e il prezzo più basso lo si ottiene solo con il prezzo fisso e lo sconto editoriale uguale per tutte le librerie. Anticipo i miei critici. Questa è una ipotesi ideale che non tiene conto dei reali rapporti di forza del mercato. Per questo gli acquirenti di libri debbono rassegnarsi a pagare di più del teorico prezzo minimo che sarebbe sufficiente pagare per acquistare un libro. Il più forte vince. Ma non sempre il più forte produce il risultato migliore per la collettività.
    Giorgio Mosci

  435. Silvia

    Sottoscrivo la petizione. Limitare gli sconti non aiuta il lettore !!!
    Silvia Moro
    Ravenna

  436. Salvatore Chiavarini

    Sottoscrivo la petizione: una legge incostituzionale, retriva, miope – alla faccia del “libero mercato” di cui tutti, bipartisanamente, si riempono la bocca.

  437. Giovanni Cagnotto

    Sottoscrivo la petizione. Ma tu guarda se devo lavorare per pagare lo stipendio a quella banda di cialtroni, che pretende di decidere per me quali sono i fini “sociali”. Stato ladro! viva Rothbard!

  438. grazia caruso

    La città da cui scrivo e sottoscrivo è Catania. E’ veramente vergognosa questa legge… solo un governo truffaldino come quello che abbiamo oggi in Italia, poteva concepire un’idiozia simile!

  439. Simone Cucci

    Sottoscrivo
    Simone Aloisio Cucci (Mi)

    Invito a scrivere anche all.on.(?) Levi sul sito della Camera per manifestrgli la nostra “gratitudine”.

  440. Fabio, Virgilio (MN)

    Sono un cliente amazon.com dal 1998 e oggi che finalmente anche in Italia ci sono degli sconti decenti, subito i nostri politici lavorano contro i consumatori. Bravi!
    Sottoscrivo la petizione contro la nuova legge ammazza-sconti.

  441. Alessandro Capra

    Presidente, per piacere, non firmi questa legge contro la liberalizzazione dei prezzi.

    Sottoscrivo a pieno la petizione.
    Alessandro Capra, Catania.

  442. Andrea Di Tizio

    Condivido questa iniziativa. Il limite agli sconti sui libri è un provvedimento stalinista che va combattuto fino in fando per motivi pratici, politici, ideologici e filosofici.
    Andrea Di Tizio
    Chieti

  443. Angela Gargano

    sottoscrivo senza il minimo dubbio, da gran compratrice di libri, Angela Gargano, Campobasso.

  444. Paolo Leopardi

    @Giorgio Mosci
    Chiedo scusa per aver tardato nella risposta, ma davo per scontato che le repliche mi venissero notificate per email.

    Sulla prima parte posso essere d’accordo, ma non mi sembra che infici le argomentazioni che ho portato io: il passaggio sulla determinazione del prezzo l’avevo già dato per buono, quindi se fosse un’obiezione sarebbe su argomenti che non sono miei.

    Sul secondo pensiero: ovviamente ciò che dici non è vero e l’ho dimostrato coi conti, ed è qui che avresti dovuto semmai obiettare.
    C’è una dichiarazione implicita in ciò che dicevo: è chiaro che il venditore vorrà un utile, quindi è chiaro che prendo in considerazione uno sconto minore di quello che riceve dall’editore (diciamo a partire dall’1% in meno). Da qui in poi confermo che, a mio avviso, “Lo sconto che il venditore applica all’acquirente dipende invece dal venditore soltanto, in relazione all’utile che desidera”.

    Alle tue percentuali il rivenditore online incassa 1 euro di utile, la libreria fisica 1,50 euro (dati tuoi, conti miei che puoi verificare). Il prezzo del libro è fissato nella fase precedente, quindi, dovendo essere il totale identico nei 2 casi, il consumatore deve rinunciare a 50 centesimi per ogni acquisto in libreria.
    Stiamo parlando in termini assoluti: la piccola libreria, se compra col 30% di sconto, deve fare il 10% di sconto se vogliamo equità in questo passaggio. Ovvio che il prezzo finale al consumatore sarà diverso nei 2 casi, ma io ho evidenziato un punto debole ben preciso, non l’intero processo.
    Se tutti comprassero col massimo sconto, si tornerebbe alla stessa situazione in cui nessun venditore riceve sconti (che non è possibile, è una speculazione matematica), a patto che teniamo fissi gli utili in ciascun passaggio, poiché il prezzo finale al consumatore, compreso di sconto, sarebbe identico. Questa è una situazione peggiore per chi ora compra online, ma sarebbe una situazione globalmente migliore: il fatto che i rivenditori online si accontentino di 1 euro di utile invece dell’1,50 della libreria vuol dire che 50 centesimi a quel punto li risparmierebbe qualsiasi consumatore. Poiché i conti che fai sono puramente matematici, senza condizioni al contorno soggettive, sono 50 centesimi di risparmio per copia in termini assoluti.

    Che poi ora il mio sconto maggiore lo paghi un altro acquirente è un punto di vista personale. L’altro acquirente ha le mie stesse possibilità, se opta per l’acquisto in libreria peggio per lui, nessuno lo obbliga a fare così.

    Terzo punto: se gli editori ora sono concordi nel volere una legge ad aziendam (e qui assumo che quasi tutti siano favorevoli a questa legge, ma sinceramente non ho interesse né tempo di verificarlo e, soprattutto, non mi serve per dire ciò che devo) questo poco o nulla c’entra con la validità dell’obiezione.
    L’arrivo di Amazon non cambia il fatto che prima ci fossero, e ci sono, IBS, Bol, libreriauniversitaria, Hoepli, …, che in assenza di Amazon si spartivano il mercato online, avevano il loro potere d’acquisto con cui si imponevano nei confronti dell’editore e così via.
    In questo mercato credo ci saranno sempre diversi attori, non mi sembra si prospetti uno scenario da monopolio e penso che se gli editori hanno cambiato idea questa sia solo una delle motivazioni, spero non la più forte perché mi sembrerebbero alquanto opportunisti e tutto a danno di noi lettori.

    Su Editori Riuniti invece semplicemente non capisco. “Gli Editori Riuniti sono uno di quegli editori la cui unica strategia di mercato è quella di sfruttare le variazioni di prezzo.” Cioé identici a tutti gli altri come dici nel tuo messaggio qualche riga sopra. La legge cambia, quindi sono costretti a cambiare la loro politica ed anche per loro è arrivato Amazon. Dunque rilevo una contraddizione, in che modo è un esempio che sostiene la sua tesi?

    Le offerte di Editori Riuniti le vedi dal prezzo di vendita, è un sito di un editore ed è strutturato diversamente da quello dei venditori online che fanno campeggiare le promozioni ad ogni angolo per invogliare all’acquisto, ma ci sono.

    Sull’ultimo punto mi astengo, nel senso che a me importa che io paghi il libro il meno possibile, fermo restando il giusto guadagno da garantire ad editore e venditore. Se questo lo raggiungo con un prezzo più alto a cui segue uno sconto più alto o con un prezzo più basso ed uno sconto minore mi è indifferente.
    Rimane il fatto che come impatto psicologico, a parità di prezzo d’acquisto, ritengo che sconti maggiori incentivino le vendite, anche se oggettivamente il vantaggio non c’è. Dato che la legge “mira a contribuire allo sviluppo del settore librario, al sostegno della creatività letteraria, alla promozione del libro e della lettura, alla diffusione della cultura”, la legge non ha senso.

    Paolo

  445. Stefano Volpi - Milano

    Sottoscrivo pienamente la petizione: sperano di aumentare i lettori alzando mediamente il costo dei libri ? Auguri

  446. Manuele

    Sottoscrivo con la presente la petizione al Presidente della Repubblica.

    Questa legge non solo è incostituzionale ma è una vergogna per il nostro paese che si definirebbe democratico…senza dimenticare che il nostro primo ministro ha attività finanziarie nell’ editoria per cui questa potrebbe essere vista come un aiuto di stato alle proprie aziende ( vedi l’ultima condanna su mediaset a livello europeo per i decoder ).

    Manuele Riccio – Rozzano (MI)

  447. patrizia esposito

    patrizia esposito nocera superiore(SA)
    sottoscrivo, per filo e per segno, l’intero testo sovrastante!

  448. Marco Baldinazzo

    Sottoscrivo la petizione.
    Ma dico: tra tutte le cose importanti che ci sono da fare bisogna proprio fare una legge a difesa delle catene di distribuzione che penalizzi i lettori? Perchè allora non fissiamo i prezzi minimi di qualsiasi prodotto così difendiamo anche i piccoli panifici, macellaci, ecc… Ops… ormai è tardi! Già si legge poco qui in Italia, non crede, sig. Presidente che dopo questa legge si leggerà inevitabilmente di meno?

  449. stipe

    non sottoscrivo!
    senza entrare nel merito della correttezza costituzionale della legge in questione, non riesco a digerire alcune affermazioni del testo della petizione, la più indigesta delle quali è che ‘comprando più libri, i lettori migliorano la loro cultura’. niente di più falso! comprare una gran quantità di libri non è indice di cultura, né è un modo per migliorare una cultura carente, spesso è invece un modo per evitare di leggere davvero un libro, riflettere su quello che si è letto, farne un momento di vera crescita personale, anche in totale dissenso dal libro stesso. comprare un libro è un atto che dovrebbe essere attentamente ponderato, e semmai un prezzo relativamente alto può aiutare. eppoi questo eterno commuoversi sui romantici ‘piccoli librai’, che kitsch involontario!!
    @manuele riccio: smettiamola di vedere dietro ogni cosa il premier-mefistofele, misterioso burattinaio che regge tutti i fili! leggete tanti libri per poi portare il cervello all’ammasso dei demonizzatori di berlusconi? per arrivare a questo basterebbe leggere … padre pio!

  450. paolo Gattillo

    Una legge fatta proprio contro l’interesse dei consumatori e piegando a vecchie logiche di profitto l’esigenza primaria di facilitare l’accesso alla cultura

  451. Giorgio Mosci

    @Paolo Leopardi
    Gentile paolo ti rispondo volentieri perché penso che questo dibattito possa interessare anche altri e ringrazio Chicago-Blog che ci da la possibilità farlo.
    Tu dici di aver «dimostrato coi conti» che sbaglio ed è qui che avrei «dovuto semmai obiettare». Ma è proprio quello che ho fatto. Lo ripeto. Se il prezzo editoriale del libro è 5 euro, alla grande libreria che ottiene lo sconto del 50%, costerà 2.50, e alla piccola libreria che ha uno sconto del 30%, costerà 3.50. Per cui se la grande libreria farà a te il 30% di sconto tu pagherai il libro 3.50, esattamente quanto lo paga la piccola libreria. Per cui l’utile della grande libreria è di un euro, e su questo siamo d’accordo, ma a differenza di quanto tu affermi, il tuo risparmio non è di 50 centesimi bensì di 1.50 euro (=5×0,3). E’ qui il tuo errore.
    Affermi anche «Alle tue percentuali il rivenditore online incassa 1 euro di utile, la libreria fisica 1,50 euro (dati tuoi, conti miei che puoi verificare). Il prezzo del libro è fissato nella fase precedente, quindi, dovendo essere il totale identico nei 2 casi, il consumatore deve rinunciare a 50 centesimi per ogni acquisto in libreria.»
    Francamente non capisco bene questo passaggio. Mi sembra di capire che tu faccia la differenza tra l’utile delle libreria online e quella fisica per ricavare i 50 centesimi. Se è così, è sbagliato. Se intendi per «totale identico» il prezzo editoriale del libro ci intendiamo, ma è il margine che fa la differenza. La grande libreria ripartisce i 5 euro, nel seguente modo: 2.50 il costo + 1,50 lo sconto al cliente + 1 euro di utile, mentre la piccola libreria, se fa uno sconto del 10% al cliente (faccio anche io questa ipotesi perché è vera e ha implicazioni interessanti): 3.50 il costo, 0,50 lo sconto al cliente + un euro di utile. Entrambe le librerie hanno lo stesso utile, ma l’acquirente della piccola libreria risparmierà, lui si, solo 50 centesimi mentre tu che acquisti dalla grande, risparmierai 1.50 euro. Ragionare sui numeri e non sulle opinioni è sempre interessante. Per esempio rifletti sul ricarico delle librerie. Nell’ipotesi che abbiamo fatto, la grande libreria compra a 2.50 e vende a 3.50, il suo ricarico è del 40%, la piccola libreria compra a 3.50 e rivende a 4.50, il suo ricarico è solo del 28.57%, e se non facesse sconti il ricarico salirebbe al 42.86% praticamente uguale a quello della grande libreria. I numeri sono sorprendenti, non è vero? E’ la piccola libreria quella meno esosa. Questi sono tutti numeri veri e incontestabilmente coerenti con il quadro che ho tracciato, che cadrebbe solo se variassimo le condizioni di partenza, ad esempio, la liberalizzazione del prezzo di copertina. Non è più l’editore che impone il prezzo massimo di vendita ma lo fissa liberamente ogni rivenditore in base alla sua strategia commerciale. Ma questa sarebbe tutta un’altra storia. Con le regole vigenti la piccola libreria ha molti numeri a suo vantaggio. Ma ne ha uno, il più importante, che la condanna, lo sconto editoriale, che non gli permette di inseguire la grande libreria nella guerra degli sconti. In queste condizioni debbo ribadire che “Lo sconto che il venditore applica all’acquirente [NON] dipende invece dal venditore soltanto, in relazione all’utile che desidera [MA SOPRATTUTTO DALLO SCONTO CHE RIESCE A OTTENERE DALL’EDITORE]”. Se io ho il 30% di sconto dall’editore non posso fare, anche se lo volessi il 30% di sconto al cliente. Posso solo soccombere. E’ facile prevedere che le piccole librerie soccomberanno, ma la conseguenza sarà un aumento del prezzo effettivo medio dei libri. Lungi da me una visione utopica del mercato editoriale, e quindi hai perfettamente ragione quando affermi «che come impatto psicologico, a parità di prezzo d’acquisto, ritengo che sconti maggiori incentivino le vendite, anche se oggettivamente il vantaggio non c’è». Questo limite di noi consumatori è una verità evidente al più scalcagnato degli uffici marketing che infatti ne fanno un uso spropositato, ormai in dosi da cavallo. Ma non è vero quanto affermi che «con un prezzo più alto a cui segue uno sconto più alto o con un prezzo più basso ed uno sconto minore» si ottiene lo stesso risultato, ma necessariamente due valori differenti. Sommando gli evidenti limiti di comportamento dei consumatori alla forza contrattuale delle grandi librerie, che diventano sempre più grandi, l’inevitabile risultato sarà esattamente l’opposto a quello desiderato. E se fai bene i conti te ne convincerai. Dalla mia analisi si vede chiaramente che il prezzo più basso si ottiene solo con il prezzo fisso e lo sconto editoriale uguale per tutte le librerie. Ripeto subito però quanto ho detto nella mia risposta a Teresa F. «Questa è una ipotesi ideale che non tiene conto dei reali rapporti di forza del mercato. Per questo gli acquirenti di libri debbono rassegnarsi a pagare di più del teorico prezzo minimo che sarebbe sufficiente pagare per acquistare un libro.» Nella realtà esiste la forza contrattuale dei diversi soggetti che operano nel mercato e non è possibile eluderla, si può forse tentare di controllarla ma certamente è impossibile eliminarla. Per cui, se lo sconto uguale per tutte le librerie è una chimera, si cadrà inevitabilmente in una delle altre due ipotesi che prevedono l’aumento effettivo del costo dei libri. A proposito degli Editori Riuniti o di tutti quegli editori che sfruttano con spregiudicatezza la politica degli sconti, la questione è molto semplice. Questi editori sanno che venderanno gran parte della tiratura a prezzi scontati o superscontati e poche copie a prezzo intero. E’ la loro politica commerciale. In questi casi non sono le librerie che chiedono gli sconti ma sono loro ad offrirli. Ma anche per loro, come per qualsiasi editore, non è difficile calcolare il prezzo editoriale che gli procuri un guadagno anche vendendo i libri con un fortissimo sconto. Sono editori che sfruttano in questo modo il potere di fissare il prezzo. Alzano il prezzo e poi scontano, anche di molto, per spingere le vendite. A questi editori chiederei solo se hanno mai riflettuto sul numero di acquirenti di libri a prezzo intero che hanno perduto in tanti anni, ma possiamo ormai dire decenni, di uso “allegro” dello sconto. Perché comprare un libro a prezzo intero quando si sa che l’editore lo venderà nel canale X con il 30% e poco tempo dopo nel canale Y al 50%. Aspetto comodamente che arrivi nel canale Y. Personalmente negli ultimi 30 anni non ho mai comprato un libro a prezzo intero da questi editori. Certo prima di internet questo risparmio comportava un certo impegno nel seguire le furbizie degli editori. Le cose un tempo non erano così trasparenti, ma oggi è diventato un facile esercizio alla portata di tutti. Un ultimissima notazione. Il fatto che lo sconto lo paghi qualche altro acquirente sarà per te un punto di vista personale, ma equivale a dire che che in una sala in cui tutti sono seduti per vedere lo spettacolo, alzandosi tutti in piedi si vedrebbe meglio. In un qualsiasi gruppo di acquirenti solo alcuni riusciranno ad ottenere lo sconto. Lo sconto per tutti esiste solo nel paese che non c’è.
    Giorgio Mosci

  452. Teresa f.

    @ Gaetano Mosci

    Caro Mosci, mi pare vi siano alcune divergenze nei nostri approcci. Brevemente:

    1) Lei parte dall’assunto che i libri siano beni insostituibili, quando io li considero sostituti imperfetti. In pratica: io potrei anche volere Camilleri, ma se il prezzo del libro è giudicato eccessivo (poniamo: 25 euro) potrei ripiegare su un altro giallo – che ne so, Peressinotto – e aspettare un’edizione economica, o reperirlo in biblioteca. Il volere o non volere un libro non è – salvo rare eccezioni, poniamo i fan sfegatati – un dato assoluto, il prezzo incide sull’ordine delle preferenze.

    2) A mio avviso, l’utile dell’editore, benché debba essere > 0 (altrimenti, come Lei giustamente scrive, non pubblicherebbe), NON è una quota X fissa, mentre Lei sembra considerarlo una quota fissa. Poiché il prezzo può stimolare la domanda, può risultare conveniente per un editore vendere con uno sconto, e ridurre l’extraprofitto ipotetico sulla singola copia, se lo sconto permette di vendere più copie (fatta salva la copertura dei costi di produzione).

    3) Poiché l’extraprofitto non è – a mio avviso – fisso, l’esistenza di sconti non comporta automaticamente e meccanicamente un aumento dei prezzi dei libri pubblicati in futuro. Nb: Il lettore non compra in base allo sconto, ma in base al costo (effettivo). Con o senza sconto, un libro eccessivamente costoso (Camilleri) non viene comprato, perché il potenziale acquirente opta per un sostituto, per quanto imperfetto (Peressinotto), cfr. punto 1.

    Ricapitolando. Se è vero che: a) i libri sono sostituti imperfetti; b) grazie alla concorrenza fra venditori che offrono sconti diversi, l’editore vede ridursi la quota di extraprofitto sui libri, a vantaggio del consumatore, come avviene in ogni mercato a concorrenza perfetta, c) ciò non ha un effetto inflattivo, ALLORA: d) il divieto di operare sconti ha come unica conseguenza di mantenere intatto il livello di extraprofitto che l’editore ha originariamente ‘inserito’ nel prezzo originale, poiché i consumatori possono pagare soltanto a prezzo pieno.

    Ecco perché sono favorevole alla completa liberalizzazione del prezzo del libro (modello Uk).

    Mi dica pure se sbaglio a cogliere le differenze fra i nostri approcci.
    Teresa.

  453. Andrea Limardo (Lodi)

    Ciò che una riforma legislativa deve proporre è la parità nel prezzo di acquisto all’ingrosso fra grandi catene commerciali e librerie, dato che attualmente la situazione è di completa disparità a vantaggio delle imprese online (come Amazon e iBS) e dei super o ipermercati. Il principio di libera concorrenza non può essere inficiato da politiche d’accordo fra editore e negozianti tali da compromettere la libertà dell’acquirente di rivolgersi al negozio online o a quello fisico, quest’ultimo colpito due volte: dal fatto che la legge non interviene sulla disparità vigente (che crea una situazione di oligopolio), e in secondo dal fatto che la legge blocca sul nascere la possibilità di attuare strategie promozionali sulle merci.
    La normativa deve vietare disparità fra le due situazioni e lasciare al commerciante la libertà d’iniziativa sulla vendita.

  454. Salvatore Califano

    stipe :
    non sottoscrivo!
    senza entrare nel merito della correttezza costituzionale della legge in questione, non riesco a digerire alcune affermazioni del testo della petizione, la più indigesta delle quali è che ‘comprando più libri, i lettori migliorano la loro cultura’. niente di più falso! comprare una gran quantità di libri non è indice di cultura, né è un modo per migliorare una cultura carente, spesso è invece un modo per evitare di leggere davvero un libro, riflettere su quello che si è letto, farne un momento di vera crescita personale, anche in totale dissenso dal libro stesso. comprare un libro è un atto che dovrebbe essere attentamente ponderato, e semmai un prezzo relativamente alto può aiutare. eppoi questo eterno commuoversi sui romantici ‘piccoli librai’, che kitsch involontario!!
    @manuele riccio: smettiamola di vedere dietro ogni cosa il premier-mefistofele, misterioso burattinaio che regge tutti i fili! leggete tanti libri per poi portare il cervello all’ammasso dei demonizzatori di berlusconi? per arrivare a questo basterebbe leggere … padre pio!

    “comprare una gran quantità di libri non è un modo per migliorare una cultura carente” ?!? Ditemi voi allora come accrescere la propria cultura…

  455. Luca Primavesi

    Sottoscrivo con la presente la petizione al Presidente della Repubblica

    Luca Primavesi – Milano

  456. EMILIO

    EMILIO da UDINE

    Siamo un Paese Repubblicano sotto dittatura!
    Quindi bisogna bloccare i siti web che diffondono la cultura e fare in modo di tacere agli italiani la verità in ogni suo contesto!!!
    Sono come tutti gli internauti molto amareggiato …

  457. Michele Pennazzi

    Sottoscrivo pienamente quanto espresso nella petizione. Michele Pennazzi. Ancona.

  458. pamela

    un’ altra bella idea dei nostri governanti per rendere il paese una massa di ignoranti.. se vanno avanti così certamente riescono nell’intento..
    Pamela Gotti – Trieste

  459. Giorgio Mosci

    @Teresa f.
    Gentile Teresa, forse la differenza è questa. Lei giudica il libro un bene che può avere dei sostituti imperfetti. A mio parere è più corretto considerarlo un bene insostituibile; e quello dell’editore, nel caso di un libro con diritti di proprietà, un monopolio naturale. Come lei stessa riconosce, se trovasse troppo caro Camilleri, può leggere Perissotto, e lo svago sarebbe comunque assicurato, ma non avrebbe comunque potuto soddisfare il suo desiderio di leggere Camilleri. Anche aspettare l’edizione economica, o l’acquisto da parte di una biblioteca pubblica sarebbe una limitazione al soddisfacimento del suo desiderio. A mio giudizio le sue riflessioni in parte condivisibili non centrano però l’essenza del problema, che nasce da due fatti fondamentali: 1) E’ l’editore a fissare il prezzo del libro. 2) Le librerie acquistano dall’editore con sconti diversi, in virtù della loro diversa forza contrattuale. Che poi le librerie usino questa differenza per farsi concorrenza tra loro non cambia il punto da cui si deve partire. Il problema non nasce dallo sconto che le librerie fanno ai clienti, ma dal diverso sconto che gli editori fanno alle librerie. Il primo rappresenta ovviamente un risparmio per il cliente, il secondo un costo. Mi spiego. Anche lei conviene che l’utile dell’editore deve essere maggiore di zero, ma deve essere positivo anche l’utile della libreria perché altrimenti non avrebbe interesse a distribuirlo. Poiché l’editore fissa il prezzo del libro, l’utile della libreria potrà essere solo una frazione di quel prezzo, e l’unica possibilità che la libreria ha di aumentare il suo utile vendendo una copia del libro è quello di ottenere uno sconto maggiore; chiaramente l’utile totale sarà funzione del numero di copie vendute. Sono condivisibili le sue riflessioni sull’extraprofitto, ma anche se consideriamo l’utile dell’editore una grandezza variabile, essendo quello della libreria determinato dallo sconto editoriale, il risultato non cambia. Un aumento dello sconto editoriale provoca sempre un aumento del prezzo del libro. Nell’esempio fatto nell’altro post, ho supposto i costi di edizione di 2 euro e 1 euro di utile. Immaginiamo che la pressione del mercato fa contenere l’utile dell’editore a 50 centesimi. Quale sarà il prezzo editoriale che farà recuperare all’editore, nell’ipotesi che abbia stampato 1000 copie, e ne abbia vendute 500 copie con il 30%, e le rimanenti 500 con il 50%? La formula è sempre la stessa: 2500 = PV*500*0,5+PV500*0,7. Il prezzo di vendita dovrà essere 4,16 euro. Questo è il prezzo minimo, se l’editore vende tutte le copie. Anche una copia in meno gli provocherà una perdita. Il prezzo reale sarà probabilmente più alto. Niente potrà garantire l’editore che venderà tutte le copie. Se la libreria che ha ottenuto lo sconto del 50% praticherà ai propri clienti uno sconto del 30% è facile immaginare che conquisterà clienti a spese delle librerie che acquistano con lo sconto del 30% e che non posso fare lo stesso sconto ai loro clienti. Se si determinasse la situazione che 600 copie del libro sono vendute dalle librerie che ottengono uno sconto del 50%, se l’editore non vuole vedersi contrarre ulteriormente l’utile o andare addirittura in perdita dovrà aumentare il prezzo di vendita a 4.31 euro (2500 = PV*600*0,5+PV400*0,7). La conclusione non lascia scampo, se il prezzo è determinato alla fonte, e l’utile dei passaggi successivi da uno sconto sul primo prezzo fissato, le due variabili avranno sempre lo stesso andamento, se cresce la prima, aumenta la seconda, e viceversa. E’ ovvio che si potrebbe parlare di extraprofitti anche per le librerie. Se lo sconto editoriale fosse abbassato a tutti, allora si potrebbe avere un calo del prezzo del libro, ma è evidente che abbassandolo solo ad alcuni il calo sarà inferiore. Tenga presente che l’editore al prezzo minimo perde gran parte del suo utile vendendo al 50%, perdita che recupera solo con le copie vendute al 30%. Nel primo esempio che faccio, l’editore incassa: 4.16×0,5=2,08 a copia contro un costo di 2 euro, gli restano 8 centesimi di utile a copia, dei 50 previsti. E’ solo vendendo le altre 500 copie al 30%, che recupera l’utile mancante: 4.16×0.7=2.92 euro meno 2.50, sono i 42 centesimi mancanti all’editore per avere i 50 centesimi a copia di utile. Ma se si fa attenzione, si può notare un fatto paradossale. La piccola libreria non paga solo i 50 centesimi di utili previsti dall’editore, ma anche i 42 centesimi risparmiati dalla grande libreria. E’ la piccola libreria che garantisce il 92% dell’utile all’editore. Se non accadesse questo l’editore perderebbe gran parte del suo utile. Solo quando l’editore accetta di sacrificare parte dei suoi profitti si può immaginare che l’aumento dello sconto editoriale non provochi un aumento del costo del libro. Ma noi stiamo discutendo di prezzo minimo del libro e non di prezzo massimo, perché il primo descrive più fedelmente l’attuale mercato editoriale. Se si liberalizzasse il prezzo del libro ho la sensazione che si cadrebbe in una situazione che conosco bene, visto che sono un libraio antiquario con un passato di libraio di nuovo. Nel mio settore non esiste un prezzo di copertina e uno sconto editoriale. Tutto dipende dal potere contrattuale della libreria, che compra solo quando il prezzo d’acquisto garantisce un margine tale da permettergli di vendere con un ventaglio di prezzi il più ampio possibile, ottenendo sempre un utile. Non essendoci diritto di resa, ogni libro invenduto rappresenta una potenziale perdita. Applicando queste riflessioni al mercato del libro nuovo, è facile prevedere che il prezzo sarà fissato semplicemente dal impresa più forte. Ma, come qualsiasi impresa, anche lei è alla ricerca del massimo profitto. Questa impresa più forte non è detto che sia l’editore, ma potrebbe anche essere una o più librerie. In questo caso la pressione non si scaricherebbe più, come ora, sulle librerie più deboli ma anche sugli editori. La libreria più forte cercherà di ampliare i suoi margini, spingerà l’editore a fargli prezzi sempre più bassi, cercherà di appropriarsi di tutto il suo utile e lo costringerà a cercare di recuperare la sua remunerazione dai soggetti più deboli del sistema. Il risultato sarà: concentrazione delle librerie, chiusura delle librerie e degli editori, prezzi in aumento. Proprio quello che sembra sia successo in Inghilterra e negli Stati Uniti.
    Giorgio Mosci

  460. Francesco Maselli

    La cultura- quindi il suo accesso- è il metro della civiltà di un popolo. Sottoscrivo.

  461. Germano

    Germano Cerchioni Empoli
    Sottoscrivo la petizione, invece di favorire un settore in espansione e rilanciare la lettura dei libri con questa legge si cerca di affossarla, favorendo l’illegalità

  462. Vincenzo Rinaldi

    sottoscrivo la petizione e auspico una maggiore diffusione
    dei libri a prezzi scontati.

  463. Andrea Manetti

    Sottoscrivo la petizione di cui sopra.

    ANDREA MANETTI – FALCONARA MARITTIMA (AN)

  464. Teresa M.

    @Giorgio Mosci

    Caro Mosci,

    sulla definizione del libro come bene unico (la sua) o come sostituibile in modo imperfetto (la mia) penso sia il caso di “agree to disagree”. Potremmo discuterne ancora a lungo, ma non è un punto fondamentale, considerando come la discussione si è sviluppata.

    È sul calcolo del profitto e dell’extraprofitto, invece, che mi preme insistere, per chiarire i motivi di dissenso tra noi.

    Lei riconosce la possibilità che “la pressione del mercato” faccia “contenere l’utile dell’editore a 50 centesimi”, anziché ad un euro.

    Ma questa non è l’erosione dell’extraprofitto di cui io parlo nel mio schema concorrenziale; è semplicemente un caso di editore meno ‘avido’ che si accontenterebbe di un utile più basso rispetto a chi vorrebbe ricavare un euro su ogni singola copia.

    I suoi calcoli sono corretti se e solo se si accetta una premessa che io non sottoscrivo, quella secondo cui l’utile dell’editore non muta a seconda del volume delle vendite, bensì è una quota fissa, invariabile, ‘incorporata’ nel prezzo di copertina (un euro o 50 centesimi, cambia poco).

    Mi servo dei suoi dati per ribadire il concetto. Perdoni la lunghezza.

    Supponiamo che un editore abbia prodotto il libro x in 1.000 copie, sostenendo un volume di spese (2.000 €) tale per cui, vendendo tutte le 1.000 copie, è sufficiente che ogni copia sia venduta a un prezzo > 2 € per ottenere un extraprofitto, anche minimo. Con 1.000 copie vendute a 2 € ciascuna, avrebbe la copertura delle spese.

    È anche verosimile che l’editore, non conoscendo a priori l’esatto numero di lettori disposti ad acquistare il bene, proponga un prezzo di copertina più elevato, poniamo 3 euro, tale da compensarlo dalle perdite parziali derivanti dall’eventuale mancata vendita di alcune copie (con un prezzo a 3 euro, gli basterebbe vendere 667 copie anziché 1.000 per ottenere un minimo extraprofitto).

    Ammettiamo pertanto che il prezzo sia commercializzato con prezzo di copertina a 3 euro. A questo punto, nel mio modello, stante zero il numero di copie invendute, OGNI sconto che non porti il prezzo pagato dal lettore-consumatore sotto i 2 € comporta COMUNQUE un extraprofitto per l’editore.

    Poniamo che 500 copie spettino a una grande libreria, che le rivende (tutte) a 2,5 €, e 500 a una piccola libreria, che le rivende (tutte) a 2,8 €.

    In questo caso l’editore otterrà: 2,5*500 + 2,8*500, cioè 1250 € + 1400 € = 2650 euro. Questi 2650 euro saranno così idealmente ripartiti: 2.000 euro (copertura dei costi) + 650 euro (extraprofitto).

    Ammettiamo ora invece che 700 copie siano vendute a una grande liberia, che sempre le vende a 2,5 €, e 300 a una piccola, che le vende a 2,8 €.

    In questo caso l’editore otterrà: 2,5*700 + 2,8*300, cioè: 1750 + 840 = 2590 euro.
    Questi 2590 saranno così idealmente ripartiti: 2.000 euro (copertura dei costi) + 590 euro (extraprofitto).

    Come vede l’extraprofitto, in virtù degli sconti praticati dalle librerie, si è ridotto, ma questo non significa che l’editore sia in perdita o non abbia un utile extra.

    Se, come io sostengo, l’extraprofitto dell’editore non è ‘inserito’ nel prezzo originario, ma esposto alle oscillazioni del mercato, allora non è automatico che al crescere dello sconto cresca anche il prezzo di copertina. Anche perché, non dimentichiamolo, l’editore NON conosce in anticipo il volume della domanda, può solo fare stime su aspettative di acquisto da parte dei consumatori.

    Tutto ciò che l’editore può fare è proporre un prezzo di mercato superiore ai costi sostenuti per produrre il libro, sperando di vendere a quel prezzo il maggior numero di copie. Ma è una scommessa, appunto. Una volta che il libro è immesso nel mercato in un numero di copie pari a X, all’editore conviene vendere quanto più possibile ad un prezzo più basso rispetto a quello preventivato, purché vi sia copertura dei costi.

    L’utilità dello sconto diventa ancora più chiara se introduciamo un’ulteriore variabile, quella dei libri invenduti e dello stimolo all’acquisto che lo sconto può avere.

    Una volta che il libro è stampato e messo in circolazione, al venditore tornerà comunque utile che tutte le copie siano vendute ad un prezzo ≥ 2 € per evitare perdite. Nel peggiore dei casi, infatti, il suo ricavo sarà: 2€ * 1.000 = 2.000 €, tale da coprire interamente i costi.

    Nel mio modello, uno sconto consistente può tradursi in un vantaggio per l’editore.

    Riprendiamo i dati precedenti.

    Poniamo che, su 1.000 copie, una grande libreria rivenda 400 copie a 2,5€, una piccola libreria rivenda 300 copie a 2,8 €, e 300 copie restino invendute.

    In questo caso, l’editore otterrà: 400 * 2,5 €
    + 300 * 2,8 € = 1.000 + 840 = 1.840 €, un ricavo inferiore alle spese, tale da cagionare all’editore una perdita netta di 160 €.

    Ma supponiamo che sconti più elevati abbiano un effetto di stimolo all’acquisto.

    Poniamo che, su 1.000 copie, una grande libreria rivenda 500 copie a 2,2€, una piccola libreria rivenda 400 copie a 2,5 €, e 100 copie restino invendute.

    In questo caso, l’editore otterrà: 500 * 2,2 €
    + 400 * 2,5 € = 1.100 + 1.000 = 2.100 euro. In questo caso grazie agli sconti l’editore realizza un extraprofitto / utile di 100 euro, anziché una perdita.

    Lei mi dirà: un effetto analogo lo si potrebbe ottenere con un prezzo di copertina più basso. Vero, ma il punto cruciale è che l’editore non conosce in anticipo la domanda presente sul mercato. Gli sconti sono uno strumento estremamente più flessibile e dinamico, che permettono di sondare la domanda latente.

    Concludo ribadendo quelli che a me paiono i due errori di fondo del suo ragionamento: 1) credere che l’extraprofitto sia considerato dall’editore una quota fissa e non soggetta ad oscillazioni legate alle vendite; 2) credere che l’editore sappia, fin dalla stampa e dalla commercializzazione del libro, come massimizzare il proprio utile, e ‘neutralizzi’ pertanto gli sconti aumentando il prezzo di copertina.

    Teresa F.

  465. Gaetano Toldonato

    Sottoscrivo, con questo messaggio, la petizione al Presidente della Repubblica.

    Gaetano Toldonato – Rivoli (TO)

  466. Mirko Boccanera

    In un paese come il nostro dove la percentuale di lettori è molto bassa, alzare il costo dei libri è un vero e proprio attacco alla cultura e anche alla libera informazione, dato i molti libri di inchiesta venduti negli ultimi tempi.

  467. Eleonora

    Eleonora Morello da Vicenza
    Sottoscrivo con la presente la petizione al Presidente della Repubblica

  468. Antonio Tolomei

    Sottoscrivo la petizione sopraccitata indirizzata al Presidentedella Repubblica. Unlibro è l’espressione della libertà e come tale deve essereconsiderato ed aiutato nella divulgazione in tutte le sue forme.

  469. Non che Lei abbia bisogno di difensori d’ufficio, e il mio articolo sul sito non lo prevede. Credo tuttavia di averle dato giustizia della replica fatta dal collega di Chiavari, con cui sono in totale disaccordo e trovandolo assai supponente.

    Michele Genchi
    Bookavenue.it

  470. Sottoscrivo la sopracitata petizione al Presidente Napolitano.
    E’ paradossale e vergognoso come in questo paese, che dovrebbe fare dell’ arte e la cultura una sua forza, queste vengono continuamente ostacolate e sottovalutate da ministri ignoranti e incompetenti.

  471. Andrea A.

    SOTTOSCRIVO !!!

    Premesso che:
    1) Sia per la mia formazione scolastica ad indirizzo tecnico che per la mia malsopportazione riguardo l’argomento, non comprendo i tecnicismi legali usati dagli utenti esperti in materia;

    2) Personalmente non sono contrario all’attuale governo e al primo ministro in carica.

    Personalmente guardo nel MIO portafogli e se devo scegliere se pagare 24 – 25 euro o 9 euro per lo stesso libro o ebook, se permettete non essendo pirla (scusate il lombardismo) scelgo la seconda.

    Che sia un bene sostituibile, insostituibile, impfetto, perfetto (boh) non me ne importa nulla. Se un editore sceglie questa strada al sottoscritto non può che fare comodo.

    Se poi con questa legge ad arricchirsi saranno gli squali dell’editoria (di cui oggettivamente Berlusconi fa parte, lo ammetto), un motivo in più per sottoscrivere.