17
Apr
2012

Viva la Svezia, Monti ci ripensi!

Dal prossimo Panorama Economy

Al governo Monti farebbe molto bene adottare un modello che per decenni sinistra e keynesiani italiani additavano fino alla noia: quello della Svezia. E’ un Paese che ha effettivamente molto da insegnarci, sugli effetti dell’incauto connubio tra alta spesa pubblica e alte tasse. Per tantissimo tempo, gli statalisti italiani la indicavano come modello perché la somma di quei due temibili fattori si rivelava invece più che positiva, i  termini di crescita economica e di elevata coesione sociale, e per di più anche con bassa evasione fiscale, a smentita di coloro che indicano l’alta evasione italiana prodotto correlato alle enormemente accresciute pretese fiscali: in una sola generazione 20 punti percentuali in più in termini reali da chi le imposte le paga. Eppure, è proprio alla Svezia che Monti avrebbe dovuto e dovrebbe ancora ispirarsi.Perché è dalla dura crisi che la colpì negli anni Novanta, che la Svezia ha dovuto drasticamente cambiare strada, modificando in profondità il proprio welfare troppo generoso. Ed è dal 2006, da quando è al governo il conservatore Fredrik Reinfeldt, nel frattempo rieletto per la prima volta in un secolo per i suoi successi, che la Svezia ha imboccato con energia raddoppiata la via del menospesa-menotasse, col risultato di essere l’unico Paese europeo a rivelarsi immune o quasi dall’eurocrisi.

E dire che il vero artefice del successo svedese è un tecnico anche lui. Il ministro delle Finanze Anders Borg non era eletto, quando Reinfeldt nel 2003, assunta la guida del partito allora di opposizione, ne fece di fatto il suo braccio destro. Borg era u poco più che trentenne economista della banca centrale svedese. Un tipo eterodosso, che ancora oggi agli eurovertici sfoggia fieramente i capelli lunghi a coda di cavallo e il suo orecchino. E’ Borg, che lanciò lo slogan “il nostro è il vero governo delle classi lavoratrici”, facendo saltare le coronarie ai socialisti  da sempre spendi-e-tassa.

Ed è sempre lui, che ha abbassato le aliquote  a tutti, ai decìli a più basso reddito della popolazione – l’effetto è stato in termini reali quasi un mese di salario in più, non finito come prima alle casse statali ma rimasto a chi lavora –  come ai tento deprecati ricchi e alle imprese. Tagliare la tasse alle qualifiche più basse del lavoro dipendente ha avuto un tale effetto di rilancio di consumi e occupazione da rivelarsi al terzo anno autofinanziato, cioè il gettito è tornato dov’era ad aliquote più elevate e solo per due anni la Svezia ha dovuto accrescere il proprio indebitamento pubblico di un punto di Pil l’anno.

Ma l’esplosione inevitabile della polemica venne quando Borg e Reinfeldt tagliarono altrettanto  energicamente le aliquote a ricchi e imprenditori. “Un Paese ad alte tasse spinge ormai le imprese svedesi  ad andarsene e scoraggia quelle estere a venire a casa nostra: è per i lavoratori svedesi, che vanno abbassate le tasse all’impresa”, fu lo slogan di una coraggiosa campagna televisiva nel corso della quale gli oppositori socialdemocratici erano convinti di mettere i conservatori a tappeto. E’ andata al contrario. Reinfeldt e Borh hanno vinto, perché i fatti dimostrano le loro ragioni. “Sì, premiare gli imprenditori significa premiare e incoraggiare la ricchezza – rispose Borg in un confronto televisivo elettorale rimasto famoso – ma io credo che sia socialmente giusto ed economicamente vantaggioso, mentre abbasso le imposte a chi sta peggio, premiare chi è l’unico vero motore per la job creation. Cioè l’imprenditore e la sua azienda di oggi, e quelle che vogliamo tutti incoraggiare ad aprire domani”.

Rivinte le elezioni, Reinfeldt e Borg hanno cominciato con altrettanta energia a ridefinire l’intero e ancora vastissimo perimetro pubblico svedese. Lanciando per esempio l’obiettivo che le scuole pubbliche debbano mostrarsi in grado di perseguire e raggiungere l’utile economico di gestione, cioè di creare profitti grazie allo spirito manageriale dei loro dirigenti pubblici. Neanche nel Regno Unito dei conservatori di David Cameron, che pure taglieranno i dipendenti pubblici britannici di 748mila unità nei prossimi tre anni, passerebbe oggi facilmente un simile principio.  Figurarsi a casa nostra.

Ma è proprio dalla Svezia che dovremmo trarre ispirazione. Il ministro Borg ha portato in regalo, per il 45esimo compleanno di Reinfeldt – cole metro italiano sono entrambi giovanissimi – un grafico nel quale per la prima volta dopo 4 decenni la pressione fiscale svedese scendeva sotto il 45% del Pil. Cioè sotto quella italiana, visto che nel nostro caso bisogna  levare dal denominatore – il Pil – il 17% di economia “nera” che l’Istat vi ingloba anche se quel 17% le tasse non le paga. Quando uno Stato intermedia tanto improduttivamente oltre il 50% del Pil, come qui da noi,  la vera cura per crescere non è la lotta “agli sprechi” pubblici, coi quali si finisce per dire che la spesa pubblica va somo manutenuta come ha detto Pero Giarda. Sonop la spesa pubblica in quanto tale e la pressione fiscale così alta, che vanno additati alla politica e ai cittadini come i veri nemici  di un reddito in crescita e di un futuro meno grigio.

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142 Responses

  1. Massimo74

    Dott.Giannino, il suo articolo è sostanzialmente corretto, ma andrebbe comunque ricordato che anche in Svezia esiste l’economia sommersa (sì è proprio così,anche gli svedesi evadono le imposte) e che questa vale circa il 20% del PIL (più o meno la stessa percentuale rilevata in una regione come il veneto).

  2. CHICCHI CANOVAI

    Caro Oscar, e allora? l’unico che sostiene che la politica deve essere fatta di proposte e non di promesse (costi della politica inclusi) è Matteo Renzi, peraltro detestato dal suo partito, si può sapere, secondo te, cosa si può sperare che accada? Oltre che essere sfiorati dal sogno fantascientifico che le BR recidive che facciano esplodere Montecitorio con tutto il suo contenuto umano (solo un sogno, per carità, una di quelle robe che lampeggiano della mente senza responsabilità penali: stiamo solo sognando!) che cosa secondo te possiamo sperare, intravedere, alla fine di questo insopportabile tunnel senza sbocchi di luce? Scusa il tono esagitato, ma mi ha definitivamente esasperato la storia delle tasse sulle borse di studio. E chissà se qualcuno della esimia compagine in sobrio loden si è chiesto quanti pensionati col minimo e una casa in cui abitano sarà presa alla gola da questa dannata IMU sulla prima casa. Li odio. Non sono certo la sola.

  3. CHICCHI CANOVAI

    leggo qui di sopra “Il tuo commento é in attesa di poter essere moderato. ” Ti prego, Oscar Giannino, almeno tu, non ci moderare – se continuiamo a moderarci ci butteranno nel pozzo.

  4. marcomaria

    Dott.Giannino buongiorno, ottimo esempio!!!!, ne seguano altri come Danimarca , Olanda, Nuova Zelanda (ove si utilizzano natanti come fossero delle biciclette e non da noi, che per il fatto di possedere un’imbarcazione e’ come avere un gioiello! -yoth intestati a pseudo badanti esclusi ovviamente!!) e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.Grazie ,MarcoMaria.

  5. stefano

    Se chi dovrebbe ascoltare non ascolta è necessario e doveroso continuare a battere sullo stesso tasto: le tasse che gli italiani pagano sono ormai soprattutto al servizio del debito pubblico. Quella di impicciolire lo Stato è una richiesta che non trova ascolto nella politica. Ma ripetiamolo: il debito va abbattuto, non mantenuto. A seguire liberiamo gli italiani dalle tasse in eccesso che strangolano l’economia. Il primo strumento dovrebbe essere costituito dalle privatizzazioni. Perchè, dott. Giannino, sono scomparse dal dibattito politico?

  6. adriano

    buongiorno

    vorrei un consiglio dal Dott. Giannino sulla scelta di un master. Ho seguito quello che diceva l’altra sera su matrix e pertanto sarei interessato ad avere un suo consiglio. Possibile??
    Io soono un ragazzo laureato in Scienze politiche che al momento lavora come key account in un azienda del settore fotovoltaico. Tuttavia vorrei sfruttare al massimo la mia formazione, e fare un master che mi consenta di entrare nelmodo del lavoro cion una qualifica migliore. ero orientato nello scegliere un master in risorse umane o uno in marketing e comunicazione. Cosa mi consiglia?
    Grazie.

  7. Gianluca

    Giannino assolutamente d’accordo. Prima però di pensare certi modelli di paese, penso che ci siano passaggi inevitabili da fare. Il problema Italiano purtroppo è più complesso. Innanzitutto bisogna eliminare l’eccessiva burocrazia, la corruzione, l’evasione, l’elusione, la potentissima criminalità organizzata oramai ramificata anche alle aministrazioni pubbliche ed alla politica.

    Naturalmente eliminare tutto ciò è impossibile, servirebbe riportare tutte queste anomalie Italiane a livelli fisiologici, avvicinandoci ai dati medi europei.

    Infine bisognerebbe riorganizzarare totalmente la giustizia, rendendola veloce ed efficiente, ricordiamoci sempre che senza una giustizia veloce ed efficiente, una giustizia che porta 180.000 prescrizio l’anno, non si va da nessuna parte, chi vuole fare impresa è scoraggiato ad iniziare e gli investitori esteri sono dissuasi a farla da noi.

    Una volta fatta diventare l’Italia un paese con regole condivise e rispettate si può cominciare a pensarla come correttamente fa lei Giannino portando ad esempio il modello svedese. Con un paese che funziona e la giusta detassazione si potrebbe tornare a volare.

    Gianluca

  8. marcomaria

    Dott.Giannino siccome e’ probabile che i “tecnici” ,che attualmente gestiscono il nostro presente/futuro ,non hanno l’umilta’ di leggere i suoi articoli e/o blog connessi (mi smentiscano rispondendoLe e dialogando anche con Lei in qualita’ di esperto di Economia),li solleciti quotidianamente con mail ed altro al fine di saggiare fino a che punto sono aderenti alla realta’ del Paese.Distinti saluti.

  9. sono dell’idea che creando una tassa sul consumo e dando la possibilità a tutti di scaricare, non solo chi ha p.iva, le spese documentate sostenute si elimini il problema evasione, perchè da noi non riesce questa operazione, in fondo ogni cittadino con in mano la ricevuta di spesa che certifichi la sua quota di tasse già versata subito allo stato eserciterebbe il controllo sul nero….

  10. Aigor

    Tutto giusto tutto lineare, volevo solo rammentare che in Svezia ci abitano gli svedesi, a noi italiani ci frega il famoso fattore tengo famiglia, quando la mentalita’ imperante e’: quello evade, e’ un figo!, ma dove diamine vogliamo andare?

  11. Lorenzo

    Caro Oscar
    sono convinto che lei NON ha in tasca tutte le soluzioni per i mali del NOSTRO paese,
    ma al tempo stesso ascoltandola alla radio, leggendo i suoi articoli mi sono convinto che qualche soluzione chiara per aiutare l’ITALIA ce l’ha !

    Parlando della Svezia, vien proprio da chiedersi .. che cosa stiamo aspettando ???

    Se mi posso permettere voglio segnalare questa prossima scadenza a riguardo del taglio del debito pubblico

    … Anche le decisioni legislative, come ad esempio quelle introdotte dall’articolo 6 della legge di Stabilita’ per il 2012, sembrano essere rimaste lettera morta: il primo decreto di individuazione degli immobili da conferire a uno o piu’ fondi di investimento immobiliare deve essere emanato entro la fine del corrente mese: mancano meno di 15 giorni, e non c’e’ da fare altro che rimanere in attesa. Ma, al momento, tutto tace, come era prevedibile. …

    http://borsaitaliana.it/borsa/notizie/mf-dow-jones/italia-dettaglio.html?newsId=980553&lang=it

  12. Highlander

    Tutto corretto Dott.Giannino, ma chi lo spiega all’ Ill.mo Prof. Monti & Co. che la vita dei cittadini (= LO STATO) è più importante del pareggio di bilancio ?
    La vera ricchezza di una nazione non è la cartamoneta straccia ma ciò che i suoi cittadini ed il territorio sanno produrre e realizzare.

  13. Augusto Albeghi

    Una autentica mistificazione. Io non vorrei crederlo per la stima che le porto, ma dopo articoli così lei si espone a ragion veduta alla critica della malafede.

    1) La Svezia non ha l’Euro ma una moneta sovrana.
    2) Ridurre le tasse per aumentare la domanda aggregata è keynesiano
    3) Cercare l’efficienza nella allocazione delle risorse pubbliche non è ne keynesiano ne neoliberista, è semplicemente buon senso, prima ancora che una questione di moltiplicatore.
    4) Quasi tutte le misure stupidamente neoliberiste varate dopo la rielezione sono state
    ammorbidite o ritirate perché il consenso stava cadendo a picco.

    Continui a raccontarci le sue opinioni ma non cerchi di citare i fatti, perché a conferma delle stesse, non ve ne sono.

    Cordialmente.

  14. michele

    @Gianluca
    Carissimo Gianluca,
    mi permetto solo di aggiungere una postilla al tuo commento. La corruzione ha quale causa diretta l’eccessiva presenza dello Stato nella società: laddove lo Stato limita la sua pretesa di esaudire tutte le necessità e le istanze sociali, e favorisce la capacità di gruppi organizzati (profit e non-profit) di rispondere alle proprie esigenze (ospedali, opere educative, assistenza ai bisognosi, tutela delle fasce più a rischio emarginazione), i primi benifici sono maggior efficienza di questi settori. Per tutti, a partire dalle imprese sottoposte al controllo statale.

  15. Antonio

    Evviva Evviva una nuova TASSA: 2, dicasi due euro per salire su un aereoplano,
    credo sarà l’ultima che pagherò e anche volentieri accompagnato da una valigia di cartone legata con lo spago, sempre che non tassino anche lo spago per ogni metro adoperato ed una addizionale per i nodi…. con amarezza ma senza più rimpianti
    Aufwiedersehen.

  16. Gianluca

    @Michele

    Sul troppo stato apri una porta aperte con me. Purtroppo quanto ho scritto e per cercare sempre di ricordare a tutti il paese in cui viviamo. Se non esistono regole certe, se le stesse (confuse ed interpretabili quasi sempre a proprio piacimento) non vengono comunque fatte valere per le ragioni più disparate, se ogni norma in Italia serve per creare anticultura (fatta la legge trovato l’inganno luogo comune molto in voga) sarà difficile che muovendo alcuni parametri tutto segua percorsi normali. Questo lo si dimentica troppo spesso.

    L’Italia è il paese dell’insicurezza, nulla è certo, e non è difficle comprendere perchè non si investa da noi, queste ragioni sommate alla presenza eccessiva dello stato crea l’Italia di oggi, dalla quale è difficile uscire fuori. Un paese con 9 milioni di processi arretrati, con 180.000 prescrizioni all’anno, con sentenze medie, se va bene che il processo finisce, lunghissime, non è un paese normale.

    Gianluca

  17. Gianluca :
    @Michele
    Sul troppo stato apri una porta aperte con me. … Se non esistono regole certe, se le stesse (confuse ed interpretabili quasi sempre a proprio piacimento) non vengono comunque fatte valere per le ragioni più disparate, se ogni norma in Italia serve per creare anticultura (fatta la legge trovato l’inganno luogo comune molto in voga) sarà difficile che muovendo alcuni parametri tutto segua percorsi normali. Questo lo si dimentica troppo spesso.
    L’Italia è il paese dell’insicurezza, nulla è certo, e non è difficle comprendere perchè non si investa da noi, queste ragioni sommate alla presenza eccessiva dello stato

    Vediamo, tu descrivi la mancanza di regole e una certa dose di anarchia e menefreghismo e poi te la prendi con l’eccesso di presenza dello stato. Semmai quello che hai descritto è la mancanza di stato.

  18. Raf

    CHICCHI CANOVAI : “che cosa secondo te possiamo sperare, intravedere, alla fine di questo insopportabile tunnel senza sbocchi di luce?.

    Ho io la soluzione: il Dr. Giannino deve fare uno strappo ai propri principi e candidarsi! Sono sicuro che in questo momento storico verrebbe votato da tutti, tanto più che politici e tecnici ormai hanno dato tutto quello che potevano dare, cioé niente! Però, però, mi viene in mente che forse qualche dipendente pubblico il voto non glielo darebbe: che rappresentino essi davvero la maggioranza nel nostro Paese?

  19. Francesco P

    Una significativa differenza fra il modello scandinavo ed il pasticcio italiano è rappresentata dall’efficienza dei servizi offerti dallo stato in cambio delle tasse. Nel passato i Paesi scandinavi avevano una pressione fiscale più elevata di quella italiana, ma ora siamo in assoluto fra primi nel mondo, Finlandia compresa.

    Purtroppo a questo livello di pressione fiscale corrisponde un livello di servizi erogati che rappresenta un fattore negativo netto per l’economia. Un primo spunto di riflessione ce lo può dare questo comunicato della CGIA di Mestre http://www.cgiamestre.com/2012/03/negli-ultimi-30-anni-la-spesa-pubblica-corrente-e’-raddoppiata/. Nonostante le alternanze di governo ed il passaggio dalle prima repubblica alla repubblica 1 bis (in realtà non la possiamo chiamare seconda repubblica perché nulla è cambiato a livello istituzionale), il trend di espansione della spesa corrente è cresciuto costantemente.

    Alla pressione fiscale smodata si devono aggiungere i costi energetici altrettanto esagerati e vizi del sistema politico – amministrativo – corporativo che fanno fuggire ogni investimento e l’euro che ci penalizza pesantemente. Una manovra fiscale espansiva da sola non permetterebbe al Paese di risollevarsi e raggiungere il pareggio in modo sano, attraverso lo sviluppo economico.

    Al confronto della nostra classe politica, Schettino appare un dilettante dei disastri.

  20. Una manovra fiscale espansiva da sola non permetterebbe al Paese di risollevarsi e raggiungere il pareggio in modo sano, attraverso lo sviluppo economico.
    Al confronto della nostra classe politica, Schettino appare un dilettante dei disastri.

    Diciamo che, temporaneamete, sono d’accordo. Qual è la soluzione allora? Una manovra fiscale espansiva è un presupposto. Il nostro problema è la produttività? Bene, tale manovra dovrebbe puntare a riconvertire il tessuto industriale verso produzioni a maggiore valore aggiunto. Inoltre, dovrebbe favorire la concentrazione poiché l’eccessiva frammentazione rende inefficiente il capitale.

  21. claudio p

    i parassiti abbandonano l’organismo che li ospita solo se sono costretti a farlo, in genere dopo averlo ucciso.

  22. Matteo Dellanoce

    Chiedo scusa Giannino … la Svezia conta 8 milioni di abitanti ( un po’ di più della lombardia e del Veneto messi insieme) … quale sarebbe il confronto tra Veneto e Lombardia e la Svezia? Siamo così sicuri che “nonostante il resto” il modello veneto lombardo ( familistico fin che si vuole!) sia così meno efficente ed efficace di quello svedese? Ci aggiungo: nonostante l’euro ed i parassiti ( che siano imprese o stato non importa)? Non è che l’Italia paga un mancato sviluppo del centro sud e quindi una minor uniforità nella creazione di ricchezza? E, sia chiaro, la colpa non è del sud ( io non la considero tale).
    Matteo Dellanoce

  23. Giannicola Bonora

    Devo convenire che dire “la Svezia ha imboccato con energia raddoppiata la via del menospesa-menotasse, col risultato di essere l’unico Paese europeo a rivelarsi immune o quasi dall’eurocrisi” afferma un rapporto di causa-effetto difficilmente verificabile senza considerare la differenza tra l’adozione di una moneta sovrana e l’adozione di una moneta eterogovernata. L’affermazione mi appare quindi priva di fondamento senza nulla togliere nè aggiungere alla desiderabilità ed efficacia di un percorso meno spese-meno tasse.

  24. Dado

    Ricordo che nella stessa fascia oraria nella quale va in onda la sua trasmissione, allora conduceva Ferrara, consigliò vigorosamente a Berlusconi di abbassare una buona volta le tasse e al diavolo i vincoli sul bilancio imposti dell’Europa.
    Mah?
    A livello logico e divulgativo a mio parere la parola “tassa” andrebbe abolita; l’attenzione va posta solo ed esclusivamente sulla voce spesa.
    Mio nonno che aveva la seconda elementare mi diceva che quando qualcuno ti promette di abbassare le tasse invece di tagliare le spese ti sta prendendo in giro e io credo avesse ragione.
    L’esempio della Svezia io lo lascerei perdere per una serie di ragioni in parte già esposte nei post precedenti.
    Dobbiamo porci obiettivi semplici e raggiungibili.
    Se entro il prossimo anno un qualsiasi governo riuscisse a fare 3 cose qualsiasi ma semplici (io ne propongo a caso):
    – abolire province e comunità montane (con minimo aggravio di attività per le regioni);
    – che ogni cittadino possa percepire dallo stato/unione europea o qualsiasi ente pubblico o azienda partecipata uno ed un solo emolumento indipendentemente dagli incarichi assunti (scegliesse pure lui quale);
    – cessione di Poste, Ferrovie
    E così via 3 cose facili e chiare ogni anno…entro breve saremmo salvi:
    Aboliamo per qualche anno o per sempre dal dibattito politico ed economico le parole tasse, aliquote e parliamo solo solo solo di spese.
    Martelli Giannino. Picchi duro.

    Saluti e Viva L’Italia

  25. marco

    trovo che sia una bellissima storia di meritocrazia, chissà cosa avrebbero detto ABC?
    sopratutto per la coda di cavallo e l’orecchino perchè sempre quando il dito indica la luna……l’imbecille guarda il dito

  26. Francesco P

    @Guido Iodice

    La priorità è il contenimento della spesa pubblica con particolare riguardo per quella corrente. Assieme ai provvedimenti di eliminazione degli Enti inutili e delle duplicazioni nella PP.AA., ottenibili per legge ordinaria, sarebbe indispensabile una riforma istituzionale volta a ridurre il numero dei parlamentari e a razionalizzare le amministrazioni accorpando Regioni e Comuni ed eliminando le Provincie.

    La produttività è un problema delle imprese che devono poter investire per innovare i loro prodotti, ed i loro processi e migliorare il marketing. In un mercato in cui le imprese possono tornare ad investire la selezione avviene in modo naturale; il nuovo rimpiazza il vecchio creando problemi sociali solo temporanei (chi chiude un’attività ha possibilità di aprirne una nuova ed il dipendente licenziato ha delle chances di rioccuparsi).

    L’abbattimento delle aliquote e la semplificazione fiscale è indispensabile, ma la politica fiscale deve prevedere un premio all’investimento ed alla formazione di imprenditori e dipendenti. Il premio all’investimento è molto diverso dal dirigismo che si manifesta con le varie forme di contributi per sostenere aziende o prodotti non competitivi.

    La concentrazione non sempre è un bene; le imprese servono tutte, dallo small business ai colossi, purché a decidere sia il mercato. Costruire CPU o aeroplani è per pochissimi colossi mondiali, ma per produrre macchine a controllo numerico per specifiche lavorazioni oppure oggetti di arredamento raffinati servono medie aziende agili che operano in sinergia con piccole e piccolissime imprese.

    Ci sono anche altre aree d’intervento indispensabili per rilanciare l’economia come ridurre i costi dell’energia e dei trasporti che finiscono per pesare sulle imprese e sui consumatori come una seconda tassa.

    Mi fermo qui perché temo di invadere troppo questo blog.

  27. adriano

    Anch’io ritengo l’esempio svedese improponibile,per via della corona.Il re là è sovrano ed aggiungere altro è superfluo.Con la zavorra dell’euro non possiamo competere in nessuna corsa ma solo proseguire un cammino incerto e sbilenco.Qui da noi comunque ormai i problemi economici e della moneta sono subalterni alla risoluzione del disastro politico.Chi potrà realizzare le idee?Non so se la politica sgarrupata riuscirà a ripristinare un minimo di decenza.Se il futuro deve essere tecnico che la scelta avvenga fra diverse prospettive tecniche.Questo bisognerebbe tentare di realizzare e per farlo occorre ci siano forze necessarie e sufficienti che ne abbiano la convenienza.Se esistono,sono nascoste bene.

  28. Lorenzo

    Scusate, cosa centra la corona?
    Il punto non è svalutare per vendere un po’ di più all’estero. Il nostro problema è tutto interno.
    L’unica sfumatura che ho rispetto a ciò che pensa Giannino è che le tasse alte sono solo l’effetto di una volontà precisa: nello spot sui parassiti manca la foto di gruppo di Montecitorio, Palazzo Madama, … , e di tutta la loro corte di topi nel formaggio. Evidentemente non potevano essere ripresi essendo dietro la macchina da presa dello spot.
    Temo che potranno essere espulsi solo con le cattive o con l’esaurimento del formaggio, peraltro ormai prossimo.
    Non sono ancora piovute monetine in gran quantità solo perchè siamo maledettamente impigriti.

  29. ALESSIO DI MICHELE

    Giannino, deh, si arrenda all’ evidenza ! All’ evidenza di un popolo che vuole A MAGGIORANZA ASSOLUTA l’ acqua dis-amministrata: semplicemente non è possibile. Rilevi quanto della mentalità italiana, anche in campo economico, è una metastasi del cattolicesimo, quanto i paesi europei in coma siano cattolici/ortodossi, quanto i paesi che vanno di grandissima lunga meno peggio siano protestanti (cfr. articolo supra), atei/agnostici (Finlandia) e che, su un certo “Chicago blog” mi pare, si riportò senza commentare un articolo de “il Giornale” sulla alta funzionalità del cristianesimo/cattolicesimo al liberismo capitalistico: manco su “Urania”.

  30. sergio

    Chi è stato dipendente pubblico e condivide le idee dell’economista O.Giannino, avverte: i dipendenti pubblici sono gli infiltrati del Governo nel Paese che soffre. Sono all’80% evasori: sì, evasori di lavoro! Ci vorrebbe un’ Equitalia sull’adempimento dei doveri del pubblico impiegato, partendo dai dirigenti, che fino ai novant’anni ( essendosi conservati in buona salute in comodi uffici e poltroncine con bracciuoli) spillano 10mila cocuzze al mese…se va bene!
    Impadroniamoci del concetto di evasione del lavoro come contromossa alla sicumera di chi ritiene l’evasione fiscale l’origine dei mali.
    Chi s’indigna con gli evasori, volava a Brusselles in volo economico e si faceva rimborsare Alitalia! ( Cfr parlamentare austriaco e TV tedesca)

  31. Gianluca

    @Guido

    La presenza dello stato risponde ad un modello paese, c’è chi vuole più stato, chi meno (immagino molti in questo salotto compreso me).

    Poi esistono le regole che lo stesso stato mediante le procedure che sicuramente conoscerai (chiamasi leggi), decide, ed infine dovrebbe farle rispettare. Di esempi stupidi di cattive leggi se ne possono fare tanti come per esempio la legge sull’esportazione di capitali non dichiarata oltre i 10.000 euro, legge rivista ora con il governo Monti e che fino a poco tempo fa portava a sanzioni amministrative ridicole:

    http://www.lagazzettadeglientilocali.it/pf/testo-news/22268/Stretta-su-chi-esporta-in-nero-merci-e-valuta

    Sulla tematica regole ed applicazione delle stesse non è complicato capire che l’Italia ha carenze spaventose, tra l’altro lo stato Italiano guida agevolmente l’Europa nelle classifiche per infrazioni su queste tematiche, battendo fior di concorrenti del calibro di Bulgaria, Turchia, Ucaina e Russia:

    http://www.euractiv.it/it/news/istituzioni/5155-corte-di-strasburgo-italia-mantiene-primato-sentenze-inapplicate.html

    E’ evidente che la presenza di più o meno stato in un paese non è rapportabile all’efficienza dello scrivere le regole e farle rispettare. Spero di essere stato più chiaro.

    Sulle cattive regole ti faccio un altro esempio, riguardo la riforma del lavoro (vedi articolo 18), la cosa che secondo me alla fine era più devastante, era la lentezza con la quale la giustizia civile trattava questi casi.

    Non sono un avvocato ma posso garantirti (per esperienza personale) che chi legifera spesso lo fa incurante delle leggi precedenti che rispondevano ad elle logiche, creando di fatto una giusitizia disomogenea con casi paradossali che solo chi ci si trova dentro conosce.

    Sul tema risarcimenti RC, per esempio si cercò un po di anni fa di legiferare e mettere sullo stesso livello questo settore a quelle del lavoro con veri obrobri che poi di fatto sono stati eliminati in quanto incompatibili. Questa è l’Italia.

    Gianluca

  32. Francesco Francini

    Per fare queste cose serve un partito liberale, che in Italia non c’è o, per lo meno, non si vede. Occorre lavorare da subito per un’alternativa credibile alle elezioni del 2013, altrimenti voteremo tutti 5 Stelle!

  33. La priorità è il contenimento della spesa pubblica con particolare riguardo per quella corrente.

    Mah, io direi che l’obiettivo è la crescita. Poi se qualcuno dimostra dati alla mano che tagliare la spesa crea crescita, ci provi. Ma nessuno ha mai provato una cosa del genere. Ogni studio in questo campo o si è rivelato una bufala, oppure non teneva conto del pregresso. Ad esempio Alesina fece una brutta figura in merito.

    Assieme ai provvedimenti di eliminazione degli Enti inutili e delle duplicazioni nella PP.AA., ottenibili per legge ordinaria, sarebbe indispensabile una riforma istituzionale volta a ridurre il numero dei parlamentari e a razionalizzare le amministrazioni accorpando Regioni e Comuni ed eliminando le Provincie.

    Certo, questo è buon senso. Il buon Ugo La Malfa che Giannino conosce bene, proponeva queste cose. Però La Malfa era keynesiano e addirittura fortissimo sostenitore delle nazionalizzazioni.

    La produttività è un problema delle imprese che devono poter investire per innovare i loro prodotti, ed i loro processi e migliorare il marketing.

    Sì, ma la produttività si alza se svaluti, è una questione numerica. In ogni caso, il ruolo dello stato dovrebbe proprio essere quello di aiutare le imprese a convertirsi a produzioni a maggiore valore aggiunto. Ma questo non basta: dobbiamo anche favorire la concentrazione perché la dimensione delle nostre imprese è subottimale e questo crea bassa efficienza del capitale. Invece il governo Monti che fa? Fa aprire le imprese con un euro! Ma dai…

    In un mercato in cui le imprese possono tornare ad investire la selezione avviene in modo naturale; il nuovo rimpiazza il vecchio creando problemi sociali solo temporanei (chi chiude un’attività ha possibilità di aprirne una nuova ed il dipendente licenziato ha delle chances di rioccuparsi).

    Mi spiace ma non funziona così. Se non c’è domanda non si produce, questo è il punto. Quello che fa lei è un caso particolare quando si raggiunge il pieno impiego delle risorse produttive.

    L’abbattimento delle aliquote e la semplificazione fiscale è indispensabile, ma la politica fiscale deve prevedere un premio all’investimento ed alla formazione di imprenditori e dipendenti. Il premio all’investimento è molto diverso dal dirigismo che si manifesta con le varie forme di contributi per sostenere aziende o prodotti non competitivi.

    Certo. I contributi devono essere discrezionali, non a pioggia come hanno fatto Visco e Tremonti.

    La concentrazione non sempre è un bene; le imprese servono tutte, dallo small business ai colossi, purché a decidere sia il mercato.

    Lei ha una visione romantica dell’economia, il mercato non ottiene necessariamente equilibri ottimali.

    Ci sono anche altre aree d’intervento indispensabili per rilanciare l’economia come ridurre i costi dell’energia e dei trasporti che finiscono per pesare sulle imprese e sui consumatori come una seconda tassa.
    Mi fermo qui perché temo di invadere troppo questo blog.

    Certo. Come possiamo fare? Ad esempio se investissimo nelle nuove tecnologie. Pensa che può farlo un privato durante una crisi, da solo? Ne dubito.

  34. Matteo

    Credo che non sia del tutto esatto ricalcolare la pressione fiscale, escludendo il 17% di economia in nero. Nel totale delle entrate dello stato (il numeratore) sono compresi anche denari provenienti dall’economia in nero: non pagheranno l’IRPEF ma continueranno a comprare benzina, a pagare l’IMU, o a comprare con IVA che non scaricheranno.
    Tutto ciò non cambia la validità dell’intervento dell’ottimo Giannino!

  35. Sergio Di Nunzio

    Rinnovo tutta la mia stima per Lei (un po’ meno per il Suo abbigliamento), mi davvero spiaciuto vederla aggredito dal magistrato (che aveva torto marcio, ma come tutti i magistrati era stra convinto di avere ragione) dalla Gruber e mi sono chiesto come mai Lei sia stato così remissivo.
    Il mantra che dovremmo ripetere ogni giorno, Ogni volta che qualcuno parla di evasione fiscale è quella Sua felicissima frase: Prima di opera il malato e si ferma l’emorragia, poi si fanno trasfusioni.
    Francamente non capisco quale sia il godimento di coloro che pagano le tasse (io sono tra quelli) nel vedere che anche altri le paghino consentendo così a lusi di andare alla Bahamas stavolta con tutto il suo paese natale e a Belsito di comprarsi un altro furgone di lingotti d’oro.
    A ognuno i suoi godimenti io invece ritengo che la vera riforma fiscale sia:
    Prima di tutto Lo Stato ci dice quanto è il debito pubblico e ci dice quanto ci costa in termini di interessi
    Poi ci dimostra che ha trovato un metodo per venderci i suoi titoli senza ingrassare le banche ma in modo diretto (PosteItaliane?)
    Poi ci dice che per ridurre gli interessi riduce subito il debito di una parte consistente dismettendo sue (ahimè nostre) proprietà e applicando una patrimoniale temporanea sui grandissimi patrimoni, mantenimento delle attuali accise sulla benzina (trasformandola però in tassa fissa e non percentuale e calcolando l’Iva non su tutto l’importo ma al netto delle accise)
    A questo punto ci spiega dettagliatamente quanto gli serve per la spesa corrente e ci dimostra che come ha ridotto gli sprechi e come ha debellato la corruzione portando questi due fattori nell’alveo di una percentuale accettabile
    Poi applica le seguenti tasse
    Ires due aliquote 20% e 30% in base al livello di reddito
    Iva al 25% (promettendo che la riporterà al venti man mano che la lotta all’evasione avrà successo, infatti aumentare le imposte dirette perchè ci sono gli evasori è assurdo: quelli pagano solo le imposte indirette)
    IMU
    IRI (imposte sulle imprese) al 30%
    Tassa sulle rendite finanziarie con due aliquote 20% e 30%
    Tassa sulle transazioni speculative allo scoperto (tobin tax)
    Eliminazione dei sostituti di imposta, le imprese pagano di propri dipendenti versando una ritenuta alla fonte del 20%, non ha infatti senso che le aziende paghino consulenti paghe e rischino sanzioni per fare incassare le tasse allo stato.
    Eliminazione di tutti gli altri balzelli (bollo auto, bolli dai tabaccai, canone rai, bonifiche, rifiuti, bolli sui conti correnti ecc) per il semplice fatto che tutte queste esazioni ingrassano altri che non solo lo stato il che non ha senso.
    Infine lo Stato fissa una data nella quale si ritornerà a pagare le tasse per l’anno di competenza entro maggio dell’anno successivo e non in anticipo come adesso (barbarie)
    A questo punto lotta feroce all’evasione, io sarò in prima fila

  36. i dipendenti pubblici sono gli infiltrati del Governo nel Paese che soffre.

    Mi raccomando, quando la pesteranno per strada non chiami i carabinieri e il 118. Sia coerente.

  37. “Scusate, cosa centra la corona?
    Il punto non è svalutare per vendere un po’ di più all’estero. Il nostro problema è tutto interno.”

    Quindi secondo lei adottare una propria divisa invece di mutuare quella della Germania (de facto) ha riflessi sono sulla svalutazione? Cioè per lei la politica monetaria si riduce a questo? E secondo lei è indifferente avere il proprio debito pubblico nominato con la propria moneta? O avere una propria banca centrale indipendente?

  38. sergio :
    @Guido Iodice
    Le ho pestato la coda?

    Lei ha una eccessiva autostima. E no, se se lo sta chiedendo, non sono un dipendente pubblico. Però mi fate ridere voi iperliberisti, neoaustriaci, teapartisti etc. Siete per l’estinzione dello stato però poi usufruite dei servizi pubblici come gli altri. Non vale.

  39. Francesco P

    @Guido Iodice

    Due brevissime osservazioni: se non si abbatte la spesa corrente non si può pensare di ridurre la pressione fiscale. Il pareggio di bilancio, compresi gli interessi passivi, è imposto in questo momento dai mercati finanziari, indipendentemente da cosa dice la UE.

    La domanda è limitata dalla quantità di danaro disponibile nel mondo. All’interno di questo limite la domanda è in continua evoluzione e richiede costante innovazione e tanta flessibilità. La velocità con cui la domanda evolve è impressionante. Un po’ di conoscenza dei problemi del markenting manager e della produzione le farebbe cambiare idea!

    Avrei io una visione romantica? Pensi solo al ciclo dei rottami metallici. Senza i rottamai (micro imprese) e senza piccole e medie imprese in grado di raccogliere i materiali, selezionarli, venderli e spedirli, la grande fonderia rimarrebbe inutilizzata! Non ci sono sole le filiere del mobile di design, dell’arredamento e della moda del made in Italy. Il mondo è tutto costellato di filiere. Persino nella finanza trova accanto alla grande banca società di leasing, finanziarie di credito al consumo, SIM, SICAV ed SGR, ecc.

    L’Europa della UE è perdente nella competizione mondiale per la sua burocrazia e la sua rigidità!

  40. Gianni A.

    Attenzione. Vi sono molti casi in cui modelli che all’estero sono stati un esempio eccezionale, realizzati identici in altri luoghi, altre culture sono stati un FLOP. L’Italia ha una cultura del “fottere”, non della responsabilità, e se abbassano le aliquote cosa cambia, ok sarebbe un beneficio, ma le aziende già ora se le abbassano da sole. Questo unitamente al fatto che il problema è di competitività dell’intero occidente. Le aziende non vogliono solo pagare poche tasse, vogliono anche che l’utile al netto delle imposte sia congruo, e come si fa con i livelli di costo, italiani ad esempio? Si fa così, si va a produrre in Est Europa come fa la Fiat con la nuova 500: stipendio operaio 300/mese
    Di alcuni modelli esteri che vanno bene va sottolineata la non irrilevante componente di responsabilità del popolo di quel paese, cosa duretta per l’Italia.

  41. sergio

    I fisici hanno il vanto/ e i lirici stanno in un canto
    Simili a spuma/ appassiscono i nostri ritmi
    E la grandezza/ si rifugia nei logaritmi.
    (B.Sluckij)

  42. Marco Tizzi

    @Francesco P
    Mi scusi, ma questo non è assolutamente vero: il Fondo Monetario Internazionale chiede ad alta voce misure monetarie di monetizzazione, siano esse stampa di moneta (o comunque istituzione di un prestatore di ultima istanza per bloccare i tassi) o istituzione di bond europei, che significa avere un “debito pubblico europeo”.

    Soros lo ripete ai tedeschi in ogni salsa e continua a ripetere che se non si fa così il risultato sarà una drammatica recessione di tutta la zona euro, al di là della bilancia commerciale interna alla moneta.
    E mi pare che Soros sia un ottimo esponente dei “””mercati””” (aggiungiamoci per favore “finanziari”, che poco hanno a che fare coi mercati veri).

    Quindi direi che è esattamente il contrario di quello che lei dice: i mercati finanziari non vogliono austerità.
    E mi pare ovvio, perché vivono di espansione.

  43. Marco Tizzi

    Francesco P, Guido Iodice :

    La priorità è il contenimento della spesa pubblica con particolare riguardo per quella corrente.

    Mah, io direi che l’obiettivo è la crescita. Poi se qualcuno dimostra dati alla mano che tagliare la spesa crea crescita, ci provi. Ma nessuno ha mai provato una cosa del genere. Ogni studio in questo campo o si è rivelato una bufala, oppure non teneva conto del pregresso. Ad esempio Alesina fece una brutta figura in merito.

    Teoricamente se si riduce la spesa e la tassazione è possibile ottenere “crescita” (diciamo aumento del PIL che è più facile) facendo sì che una maggiore disponibilità monetaria nel mondo privato risulti in più credito e quindi vada in espansione.
    Il problema è la linea temporale: questo effetti si avrebbe (FORSE) nel medio periodo, mentre nel breve si avrebbe un aumento della recessione. Dato che siamo in un sistema monetario senza una vera banca centrale che controlla i tassi, la recessione porterebbe ad un aumento dei tassi che porterebbero ad un AUMENTO del debito contemporaneo ad una recessione. E’ quello che è successo in Grecia e non si vede perché non dovrebbe succedere qui o in Spagna o in qualsiasi altro paese dell’Eurozona.
    L’unica salvezza sarebbe teoricamente l’export, ma senza svalutare la moneta è difficile e comunque si entra nel gigantesco paradosso di essere in un sistema economico che si basa sull’export: dato che il mondo non può basarsi sull’export, perché la somma deve essere zero, siamo in un gioco che non si può vincere.

    Assieme ai provvedimenti di eliminazione degli Enti inutili e delle duplicazioni nella PP.AA., ottenibili per legge ordinaria, sarebbe indispensabile una riforma istituzionale volta a ridurre il numero dei parlamentari e a razionalizzare le amministrazioni accorpando Regioni e Comuni ed eliminando le Provincie.

    Certo, questo è buon senso. Il buon Ugo La Malfa che Giannino conosce bene, proponeva queste cose. Però La Malfa era keynesiano e addirittura fortissimo sostenitore delle nazionalizzazioni.

    Come spesso succede si confonde la dimensione della spesa pubblica con la redditività della spesa stessa…

    La produttività è un problema delle imprese che devono poter investire per innovare i loro prodotti, ed i loro processi e migliorare il marketing.

    Sì, ma la produttività si alza se svaluti, è una questione numerica. In ogni caso, il ruolo dello stato dovrebbe proprio essere quello di aiutare le imprese a convertirsi a produzioni a maggiore valore aggiunto. Ma questo non basta: dobbiamo anche favorire la concentrazione perché la dimensione delle nostre imprese è subottimale e questo crea bassa efficienza del capitale. Invece il governo Monti che fa? Fa aprire le imprese con un euro! Ma dai…

    La produttività si ottiene con gli investimenti, gli investimenti si fanno a debito, per aumentare la produttività servono banche che danno soldi a tassi bassi. Facile.
    Aggiungo che perché la produttività sia sostenibile a livello sociale servono ammortizzatori sociali degni di questo nome, che da noi non sono mai nemmeno stati proprosti.
    Il nordeuropa si copia in tutto, non solo a pezzettini…

    In un mercato in cui le imprese possono tornare ad investire la selezione avviene in modo naturale; il nuovo rimpiazza il vecchio creando problemi sociali solo temporanei (chi chiude un’attività ha possibilità di aprirne una nuova ed il dipendente licenziato ha delle chances di rioccuparsi).

    Mi spiace ma non funziona così. Se non c’è domanda non si produce, questo è il punto. Quello che fa lei è un caso particolare quando si raggiunge il pieno impiego delle risorse produttive.

    Aggiungo che la “selezione naturale” nel sistema attuale funziona così:
    – sei amico delle banche –> sopravvivi anche con una gestione fallimentare (leggi San Raffaele o Fonsai)
    – non sei amico delle banche –> sei fottuto anche se sei un’azienda sanissima.

    L’abbattimento delle aliquote e la semplificazione fiscale è indispensabile, ma la politica fiscale deve prevedere un premio all’investimento ed alla formazione di imprenditori e dipendenti. Il premio all’investimento è molto diverso dal dirigismo che si manifesta con le varie forme di contributi per sostenere aziende o prodotti non competitivi.

    Certo. I contributi devono essere discrezionali, non a pioggia come hanno fatto Visco e Tremonti.

    Anche qui si confonde la quantità della spesa pubblica con la qualità: se si prendessero 500 000 euro l’anno dallo stipendio del sig. Manganelli e si distribuissero sotto forma di sussidi universali di disoccupazione, magari condizionati a corsi di formazioni e/o attività sociali si spenderebbe la stessa cifra con risultati completamente diversi.

    La concentrazione non sempre è un bene; le imprese servono tutte, dallo small business ai colossi, purché a decidere sia il mercato.

    Lei ha una visione romantica dell’economia, il mercato non ottiene necessariamente equilibri ottimali.

    La piccola impresa non può fare il salto tecnologico perché non ha i soldi per farlo e il sistema bancario non glielo fornisce.
    Senza salto tecnologico si resta tagliati fuori o si resta relegati a settori a bassa tecnologia che sono anche a bassa redditività.
    Il rischio è di fare concorrenza alla Cambogia invece che alla Germania.
    Cosa che, per inciso, alla Germania farebbe molto piacere (e questo spiega tante delle “scelte” tedesche degli ultimi anni).

    Ci sono anche altre aree d’intervento indispensabili per rilanciare l’economia come ridurre i costi dell’energia e dei trasporti che finiscono per pesare sulle imprese e sui consumatori come una seconda tassa.
    Mi fermo qui perché temo di invadere troppo questo blog.

    Certo. Come possiamo fare? Ad esempio se investissimo nelle nuove tecnologie. Pensa che può farlo un privato durante una crisi, da solo? Ne dubito.

    Il costo dell’energia può essere un problema, ma anche un’occasione per vedere l’energia sotto termini “qualitativi” e non solo “quantitativi”. Anche a livello di consumo, perché le imprese energivore forse non devono essere “core” in un Paese che ha scelto di non adottare il nucleare (piaccia o meno, è un dato di fatto).

    Per fortuna esiste molta economia che non ha bisogno di tanta energia. Purtroppo per molta di quell’economia abbiamo perso il treno: si veda per esempio il software che è una parte consistente dell’economia americana e tedesca, mentre da noi è un “non pervenuto” che lascia pensare.

  44. angelo minciaroni

    Sono completamente d’accordo con lei caro Giannino. L’unico problema è che per far questo bisogna preliminarmente uscire dall’euro che significa uscire dal quarto reich e Monti questo coraggio non lo ha per nostra sfortuna. La Svezia ha la sua corona e se la tiene stretta

  45. walter c.

    Caro Oscar,
    leggo a pagina 3 del supplemento Eventi Risparmio del Corriere della Sera di oggi:
    – lo stock delle finanze investibili degli Italiani è arrivato a 3.525 miliardi
    – se si aggiunge anche il valore degli immobili arriviamo a 8.640 miliardi

    Ma allora è veramente illusorio parlare di riduzione delle tasse, e diventa sempre più chiaro il comportamento del Governo: sanno che i soldi per ripianare il debito ci sono, basterebbe tagliarci il 54% del suddetto stock e il debito è cancellato.
    Ovviamente non lo possono fare in un botto solo (almeno per ora….), quindi l’erosione sarà lenta ma inesorabile.
    Il Ministro Passera (banchiere) credo abbia anche il compito di mantenere aggiornati costantemente i suddetti dati.

  46. claudio p

    @Francesco P
    il suo ragionamento è semplice, fluido e razionale, e mi viene da pensare che chiunque voglia interessarsi di queste cose senza pregiudizi non possa che giungere alle stesse conclusioni (ma evidentemente non è così).

  47. Francesco P :
    @Guido Iodice
    Due brevissime osservazioni: se non si abbatte la spesa corrente non si può pensare di ridurre la pressione fiscale.

    Mmmm… no. Vede lei commette questo comune errore perché paragona inconsciamente il bilancio dello Stato a quello di una singola azienda o una famiglia. Anzi a dirla tutto, pur adottando questo paragone il ragionamento non torna.

    Il pareggio di bilancio, compresi gli interessi passivi, è imposto in questo momento dai mercati finanziari, indipendentemente da cosa dice la UE.

    Ma sa i mercati finanziari ci stanno affossando perché non cresciamo. E non cresciamo – lo dice persino il FMI – perché stiamo facendo troppa austerità.

    La domanda è limitata dalla quantità di danaro disponibile nel mondo.

    Mmm… ricordo male o Ben Bernanke negli ultimi anni di denaro ne ha stampato un bel po’? E perché la BCE invece si limita a interventi decisamente più modesti?

    La velocità con cui la domanda evolve è impressionante. Un po’ di conoscenza dei problemi del markenting manager e della produzione le farebbe cambiare idea!

    Come dice il detto, è la somma che fa il totale. Dal 2008 c’è una crisi di domanda. Partiamo dalle basi.

    Pensi solo al ciclo dei rottami metallici. Senza i rottamai (micro imprese) e senza piccole e medie imprese in grado di raccogliere i materiali, selezionarli, venderli e spedirli, la grande fonderia rimarrebbe inutilizzata! Non ci sono sole le filiere del mobile di design, dell’arredamento e della moda del made in Italy. Il mondo è tutto costellato di filiere. Persino nella finanza trova accanto alla grande banca società di leasing, finanziarie di credito al consumo, SIM, SICAV ed SGR, ecc.

    Ma mica ho detto di abilire le PMI. Ma tutti sanno che in Italia c’è uno squilibrio, in parte storico ma in parte anche sostenuto da politiche sbagliate.

    L’Europa della UE è perdente nella competizione mondiale per la sua burocrazia e la sua rigidità!

    Lei guarda l’albero e non si accorge della foresta attorno.

  48. Trevisani Giuseppe

    Sig, Giannino: E già e facile fare paragoni critici con un paese di tradizione socialdemocratica che , certo è stato, in questi ultimi 50 o 60 anni,per i governanti di centrosinistra, un mdello di riferimento a cui tendere ,comunque mai raggiunto.
    Resta il fatto che la pressione fiscale, come conferma Lei è anche li al disotto del 45%, ma di quanto? Qualche punto percentuale,
    Non si capisce bene, o non è comprensibile , per i non addetti ai lavori, cosa voglia dire :- Raggiungere lutile economico della gestione per le scuole pubbliche.- Il pareggio del bilancio stanziamento/spese? Risparmio di risorse rispetto alle concesse dallo stato per funzionare? O che altro? Mi spieghi per favore.
    Aggiungo: la Svezia è un paese nordico con un territorio 3 volte l’Italia e una popolazione pari a un quinto dell’Italia, con una tradizione amministrativa di tutto rispetto. Che ora lo si voglia riportare a modello, dopo che non lo è più stato, in seguito alla caduta dei governi socialdemocratici, e alquanto insolito, ma ancora più insolito è che lo faccia un monetarista come Lei, portando ad esempio due liberali,per nulla monetaristi, ma buoni amministratori
    che hanno colto un momento favorevole per applicare metodologie di finanza economica diverse e con ogni probabilita coraggiose.
    Da qui il fatto che esistano le condizione per emulare, da parte del governo Monti, quelle metodologie ,c’è n’è passa.
    E termino:La covinzione di molti giornalisti economici e non, di indicare un modo per migliorare la condizione economica del paese, se non il modo di uscire dalla crisi, riducendo la spesa pubblica di colpo o riducendo le tasse alle imprese e a dir poco grottesco, mentre sarebbero ben altro i suggerimenti che potrebbero portaci fuori dai guai finanziari, ma comunque,nel medio lungo periodo che si configurano in una serie di riforme forti e incisive tali da rinnovare le istituzioni dello Stato,salvaguardando la democrazia; “naturalmente”, e riformando l’assetto amministrativo del territorio nazionale, senza le quali il declino non si fermerà con i panicelli caldi che, vengono sfornati ogni giorno, con la massima atenzione a non danneggiare troppo gli interessi di questa o quella casta.

  49. ALESSIO DI MICHELE

    Solo qualche puntualizzazione:

    1) se tra le fortune della Svezia c’ è quelllo di avere tanta superficie e poca popolazione, allora figuriamoci com’ è messa tragicamente una nazione con un territorio che è solo il 20% in più del nostro ed ha il 30% in più di popolazione: faccio un esempio ipotetico, la Germania;
    2) Giannino si difende da solo, ma dargli del monetarista è ingeneroso: il monetarista dà valore reale ai mezzi di pagamento, Giannino dà valore reale ai valori reali. Che, poi, i monetaristi voglaino tirare i freni all’ inflazione diminuendo la moneta può significare solo un occasionale punto di contatto, nulla più;
    3) smettiamola di cadere nella triste identità elezioni = democrazia. In Italia nulla è più democratico da un pezzo: le liste elettorali bloccate, il servilismo verco il clero cattolico, la tassazione folle, lo spadroneggiare delle mafie, i baroni universitarii, un sistema economico che definire oligopolistico e chiuso è ancora eufemistico … . Tutto questo è forse democratico solo perchè è bramato nel più profondo dell’ animo italico ? Ne dubito.

  50. Alberto

    Ma io mi chiedo se Giannino a volte ci fa o ci è; ma come si fa a fare paragoni tra situazione italiana e svedese. Come prima cosa macroscopica, sono mesi che facciamo rilevare che la competitività italiana è diminuita di 4 punti a favore della Germania a causa dell’ euro rigido e delle non compensazioni sulla bilancia dei pagamenti e fortunatamente per loro, sono fuori dalla gabbia; ma poi l’ energia, le infrastrutture, la giustizia, la burocrazia i costi della politica, la politica stessa, il senso civico, il sistema di controlli fiscali e l’evasione fiscale, la criminalità, lo stato che paga subito le imprese, le banche che prestano soldi etc, mica sono critiche come da noi. Ma come si fa a fare certi paragoni, non è serio!
    Chiudo dicendo che la Svezia poteva in quelle condizioni, cioè particolarmente favorevoli, azzardarsi a tagliare il livello di tassazione, noi non possiamo farlo, soprattutto restando all’ interno dell’ euro.

  51. Elisa

    Buongiorno, io penso che il problema di fondo dell’Italia non e’ il governo Monti o le scelte del governo Monti, ma e’ la vecchia classe politica, che e’ marcia e malato e che sta comodamente, dietro le quinte a comandare non per il bene del paese, per per fini personali. Penso che e’ inutile stare qui a discutere , discutere e discutere e discutere ancora… In Italia tutti parlano tanto, ma nessuno ha il coraggio di agire concretamente. Io lancerei un appello a tutti e al dott. Giannino di andare in piazza o organizzare qualsiasi cosa per mandare via la vecchia classe politica ( ossia il cancro maligno dell’Italia). Penso che il dottor Giannino ha ragione per tanti aspetti e parla veramente per il bene del paese. Se il Dott. Giannino agisce concretamente come parla, allora bisogna trovarne un po’ di piu’ persone come lui e formare un nuovo governo per affrontare la crisi lasciando da parte l’egoismo e il menefreghismo…

  52. Andrea E.

    A mio avviso ci sono due grandissime differenze, la Svezia è ricca di materie prime, l’aumento dei prezzi delle stesse ha, quindi, influito positivamente sullo sviluppo economico; l’Italia invece vive, anzi viveva, di industria manifatturiera.

    Il vero problema dell’Italia è la perdita di competitività dell’industria manifatturiera che, in parte, è dovuta alle maggiori inefficienze/costi/tasse dell’Italia; in gran parte però è causata dalla concorrenza scorretta di altri paesi, ad esempio la Cina, che, con un mix di cambio volutamente sottovalutato e di condizioni di lavoro nelle fabbriche al limite della schiavitù, produce a costi irrisori.

    A mio avviso la crisi di tale fondamentale settore non si risolverebbe nemmeno azzerando le tasse in quanto lo squilibrio è troppo elevato; è necessario quindi che l’Europa prenda seriamente in considerazione di iniziare a controllare le importazioni da questi paesi. Come?

    La mia proposta è un nuovo marchio europeo: CE (costruito equamente) tutti i prodotti importati in Europa devono essere valutati in base al trattamento degli degli operai e ad andamenti pilotati della moneta, peggiore è questo “indice” maggiore è il dazio a cui questi prodotti verrebbero sottoposti.

    Questo, a mio avviso, non penalizzerebbe “a prescindere” un paese, e porterebbe anche ad una sorta di “esportazione” dei diritti verso la Cina e gli altri paesi.

  53. mick

    Caro Giannino che dire? Ha perfettamente ragione ma detto ciò?
    Ormai se non cambia la politica e i politici è inutile aspettarsi cambiamenti.

  54. Enrica

    Gent.mo sig. Giannino, da molto ormai mi sto chiedendo se c’è o ci sarà ancora un futuro per questo paese?

    Il pensiero nasce dal fatto che, senza andare troppo indietro nel tempo, ormai in tanti per far ripartire la nostra economia hanno a gran voce auspicato un calo delle tassazione a favore delle imprese e dei salari più bassi (aumentarli in altra maniera sembra veramente impossibile dato il costo del lavoro italiano), e un drastico taglio alla spesa pubblica. Tutti, anche l’attuale governo fanno ORECCHIE DA MERCANTI.

    Perchè? Quanto possono essere importanti gli interessi di una classe politica, fino a che punto possono arrivare a proteggere la pubblica amministrazione e tutti i loro dipendenti? Che qualcuno li abbia minacciati pesantemente?

    Non si accorgono che imponendo più imposte su tutto per mantenere questo sistema non sta portando più soldi nelle casse dello stato. E perchè non fanno questa maledetta patrimoniale?

    Grazie, un saluto Enrica

  55. sergio

    Più che nella spesa pubblica ,in seno lato, credo che il vero nemico da combattere sia da individuarsi nel “costo dello stato” ,inteso nel mantenimento della sua farraginosa e sovradimensionata struttura centrale e locale e delle ramificate aziende/enti di diritto privato.Mi sono spesso chiesto, senza trovare risposta,quanti siano in realtà i dipendendoti pubblici comprendendo i vari enti/aziende di stato (Finmeccanica,Fintecna,Eni,Snam,Enel,Rai,Poste,FFSS,Partecipate e società di servizi e quant’altro);perchè non prevederne la privatizzazione?Si avrebebro due effetti ,uno immediato di “fare cassa” e l’altro nel tempo di economia gestionale.Non credo che in mano ai privati si avrebbe un abbassamento della qualità.

  56. Rossana

    Non sono un’economista, farei tutt’altro nella vita se solo in questo paese si riuscisse a lavorare. non so quindi se sia corretto meno paragonare l’Italia alla Svezia, ma so per certo che la situazione attuale é insostenibile e che, se non cambia alla svelta, il paese collassa. Se quindi la Svezia può essere un esempio, magari da modificarte ed adattare alla situazione Italiana, ben venga. Aggiungo che, personalmente ringrazio il sig. Giannino per avrci offerto uno spunto di questo tipo e mi associo all’accorato appello di Elisa.

  57. michele

    @ALESSIO DI MICHELE
    Pregherei tutti quelli che dicono che nei paesi dove la tradizione protestante ha storicamente e culturalmente attecchito si sta meglio di:
    (i.) andare a parlare di cartoni animati con i propri compagni di bar;
    (ii.) in alternativa, ma solamente nel caso in cui si volesse approfondire con spirito di sincera ricerca della verità (che è pericoloso, perché si potrebbe anche cambiare la propria idea, addirittura capovolgere) di farsi una bella ricerca, e scoprire che il capitalismo non e’ nato dal protestantesimo ma dal cattolicesimo. Il fatto che il vecchio saggio di weber sull’etica protestante sia stato piu’ volte confutato dagli storici dell’economia ma continui ad essere creduto vero dalla maggioranza delle persone, dimostra che gli illuministi ci avevano visto giusto: le menzogne son armi potentissime che sopravvivono anche alle smentite. weber e’ stato rinnegato dagli storici gia’ negli anni cinquanta: http://www.rothbard.it/…/cattolicesimo-protestantesimo-e-capitalismo.doc
    Di recente rodney stark nell’aureo saggio “la vittoria della ragione”, approfondisce l’argomento, dimostrando, dati alla mano, che il capitalismo e’ nato cattolico nei comuni itaiani del medioevo e si fonda interamente sulla teologia cattolica. Come se non bastasse, l’illuminismo non solo non ha inventato il capitalismo, ma ha remato contro il liberalsimo, prediligendo piuttosto modelli sociali totalitari. Con immutata stima
    Michele

  58. claudio p

    @Guido Iodice
    Lei dice che paragonare il bilancio dello Stato a quello di un’azienda è un errore.
    Un’azienda deve convincere i consumatori a scegliere i propri servizi (e i propri prodotti), lo Stato non ha bisogno di convincere nessuno, i propri servizi vengono imposti ai cittadini sotto la minaccia dell’esproprio e del carcere. Inoltre lo Stato, di fatto, impone ai cittadini e alle aziende di scambiarsi beni e servizi con una moneta del cui conio è monopolista. Queste due “piccole” differenze tra lo Stato e un’azienda possono trarre in inganno, ma se stiamo ai fatti, e ponderiamo gli effetti deformanti dovuti alle prerogative di cui sopra, ci rendiamo conto che il bilancio dello Stato segue le stesse regole dei bilanci aziendali. Le Regole di Mercato.
    Lo stesso principio vale anche quando si tratta di guardare le cose dal punto di vista degli investitori. Un’azienda che vuole procurarsi dei capitali deve dimostrare di avere un buon business-plan e di avere i conti in ordine. Se la strategia di mercato non convince e se ci sono dei debiti pregressi, quella azienda farà molta fatica ad attrarre investitori, il che si traduce in interessi passivi molto alti. Per lo Stato valgono le stesse inesorabili regole. Se non c’è un business-plan efficace e convincente, i creditori pretenderanno sempre di più per prestare i propri denari, e le alchimie contabili che valevano in passato oggi non reggono più.
    In cosa consiste un business-plan convincente? Nel restituire spazi al merito liberando le potenzialità individuali dei cittadini. Queste ad oggi risultano incatenate dal dirigismo, dalla burocrazia, dal corporativismo, dall’incertezza del Diritto, dalle politiche di redistribuzione del reddito, dai monopoli pubblici, dagli oligopoli privati, dall’infiltrazione dei partiti nelle Istituzioni, dalla corruzione (e anche dagli interessi passivi!). In sintesi sono incatenate dalla onnipresenza asfissiante dello Stato. E tornando al tema del blog: un conto è se lo Stato di cui si parla è quello svedese, un altro conto è se si parla dello Stato italiano.

    ps ultimamente la BCE ha stampato moneta quanto la FED e forse più… il ché, vista l’emergenza, non è detto che sia del tutto sbagliato.

  59. Bruno

    Mi pare che la correlazione Svezia-Italia ci stia tutta. La questione non è nei dettagli ma nella filosofia di fondo ovvero nel modo in cui si interpreta la crisi che è frutto di una trasformazione e di un riequilibrio globali che appunto devono essere comprese e metabolizzate il più rapidamente e il più profondamente possibile. Cosa questa che a parer mio non sta affatto succedendo e per questo concordo con quanto afferma il dott. Giannino. Dove ci sta portando, da decenni ormai, il riequilibrio globale? E’ pensabile che la forza d’urto che arriva dai paesi (e non dico appositamente dalle “economie”) emergenti possa essere affrontata e sostenuta da filosofie che si ispirano a un mantenimento dello status precedente? e lo status precedente, in Italia più che altrove, non era forse già una forzatura che oggi ci troviamo sulla schiena e che non riusciamo a scrollarci di dosso? Non era già una forzatura il peso sproporzionato in termini di costi e di miseri servizi costituito dalla Pubblica Amministrazione, dagli apparati, dalle burocrazie, dai progetti di spesa pubblica, dal costume politico e dalla qualità stessa della classe politica ? Si ritiene possibile che se questo peso non viene radicalmente e ahimè rapidamente ridimensionato il portatore della soma che è il settore produttivo possa reggere alla forza d’urto dei paesi emergenti ancora? Qui si sta parlando di popoli che traguardano una soglia di miglioramento vitale e da noi, laddove si decide, si pensa di poter salvare un blocco sociale e politico costituito da tutto l’apparato pubblico e da chi ad esso è collegato e ne trae beneficio? E, per la verità, anche il settore imprenditoriale ha di che fare una pesante autocritica ma quanto meno in gran parte oggi è o almeno dovrebbe essere consapevole che se non regge la concorrenza e non trova posto nel nuovo equilibrio globale viene spazzato via, che è poi quanto afferma coi fatti il dott. Marchionne, per fare un esempio.
    Quindi la filosofia che il caso Svezia citato propone non è detto sia esattamente il salvatutto ma certamente va meditata e per quanto credo io adattata e adottata.

  60. Alberto

    L’ ideologia fondamentalista cara ai tedeschi, che guida la gestione del sistema euro, stoltamente appoggiata da un ignaro signore che si chiama Sarkozy, ha affossato la Grecia, sta affossando Portogallo e Irlanda la Spagna e noi stessi siamo sulla stessa strada; diminuire la tassazione ci è impedita proprio da quel fondamentalismo, ma di cosa stiamo parlando caro Oscar?

  61. carlo

    caro dr Oscar, credo che due siano gli elementi che mancano al suo giusto ragionamento: il coraggio e la coerenza.
    Il coraggio è degli uomini e noi non abbiamo nella classe dirigente nessun uomo, ma solo modesti “quaquaraqua”.
    La coerenza è delle persone serie….lei vede dei personaggi seri nella nostra classe dirigente. Forse l’unico è Marchionne….altri non vedo!
    Vedere come si esprime il nostre presidente del consiglio con sarcasmo e supponenza…come se il popolo sia composto da incapaci d’intendere e volere. Ma il sig. Monti dove stava in questi ultimi 15 anni? Che battaglia ha fatto per evitare scelte sbagliate? un saluto a lei che ha tanto coraggio e coerenza.

  62. Dado

    @Alberto

    Non condivido Alberto. L’introduzione dell’Euro ci ha posto una sfida fondamentale; non potendo più svalutare e con inflazione bassa la sopravvivenza si ottiene solo aumentando la produttività/efficienza del sistema e controllando rigidamente la spesa pubblica per liberare risorse per il settore privato che in Italia è forte, vivace e con tradizione consolidata. Il debito pubblico italiano non se lo sono inventati né i tedeschi nè i francesi ma la stupidità degli italiani, chi governava, chi si faceva governare e chi doveva vigilare e non ha vigiltato, compresi i giornalisti.
    La domanda non si può più sostentere con la sola spesa pubblica, ma anzi va ridotta e… poi si potrà abbassare la tassazione per sostenere il reddito prodotto di privati e gli investimenti privati.
    Pensare, proprio in questo periodo di abbassare le tasse, senza tagliare drasticamente l’intermediazione pubblica significa suicidarsi.

    Saluti

  63. @claudio p

    no vede, non sono quelli i motivi. I motivi li trova nella definizione di macroeconomia. Se io smetto di spendere, lei ci rimette perché la mia spesa è il suo reddito. Se lo stato smette di spendere, ci rimettiamo tutti. La contabilità nazionale non ha nulla a che vedere con quella di una singola famiglia o una singola azienda. Sono concetti radicalmente differenti. Coloro che qui vedo invocano meno stato, meno dipendenti pubblici ecc. dovrebbero ricordare che i dipendenti pubblici comprano cibo, vestiti, servizi, ecc. da produttori privati.

  64. Bruno

    Non capendo nulla di economia e ancor meno di macroeconomia mi chiedo: ma allora basta fornire di denaro una categoria di persone che non abbiano altra funzione che quella di spendere e comprare e siamo tutti benestanti? anzi più danaro si dà a costoro, più spenderanno, più ricchi saremo tutti quanti! ma pensa, ero rimasto all’idea contadina che bisognasse produrre qualcosa di concreto, di appetibile, di utile, che bisognasse impegnarsi, lavorare, sudare per avere un raccolto alla fine. Che idiota sono stato: mi fa passare nella categoria di quelli che ricevono denaro indipendentemente da quanto serve ciò che fanno e poi verranno considerati dei benemeriti perchè comprano vestiti, cibo, servizi ecc e così creano ricchezza per tutti?

    @Guido Iodice

  65. Alberto

    Caro Dado ricordati che al numeratore c’ è il PIL ed al denominatore c’è il debito; in periodi come questo, abbiamo sperimentato un salto di 20 punti in tre anni. I soldi pubblici hanno finanziato i debiti privati, guarda caso, nel mondo, le banche sono state salvate tra 2008 e 2009 con 14.000 MLD di $ con soldi pubblici e i debiti pubblici sono saliti mediamente del 30%, da noi un po’ meno, per varii motivi; il gioco è sempre quello, cioè tagliare il welfare, a favore del sistema delle banche e come abbiamo già visto i 1000 MLD prestati a tassi irrisori, hanno addirittura aggravato la situazione dei paesi sofferenti anche se hanno rappresentato un’ ulteriore regalo alla Germania ed alla Francia ed alle loro banche. Ma la fine sarà la stessa che nel ’29 e successivi. Riguardo poi la nostra industria, mi sembra addirittura tragica la frase che esponi; ma non vedi intorno a te le macerie del nostro sistema industriale massacrato dalla rigidità del sistema euro e che ci ha fatto perdere 4 punti di bilancia commerciale in 11 anni a favore della Germania, che ha un saldo attivo delle partite correnti di circa 1000 MLD nell’ area euro, nel periodo di vigenza della moneta unica, parimenti bilanciata da altrettanti MLD di saldo negativo degli altri paesi. E non voglio nemmeno parlare del saldo negativo, per noi, nelle partite con l’ estero nello stesso periodo a favore della Germania. @Dado

  66. ALESSIO DI MICHELE

    @ Michele:

    Se vogliamo fare a chi offende di più, potrei rilevare che i cartoni animati sono un argomento degnissimo, e d’ altra parte al bar qualcuno ne discute e gli altri si ubriacano, ma mi limiterei a rilevare che l’ Inghilterra della rivoluzione industriale era l’ erede di uno scisma che proprio al cattolicesimo si era opposto, che la chiesa cattolica ha ostacolato in ogni modo la borghesia, che “mutuum date, nihil inde sperantes” non l’ ha detto un brillante e coraggioso innovatore capitalistico, che quanto a democrazia ed innovazione certo non hanno molto da dire gli autori dei vari barbecues tipo G. Bruno a Campo de’ Fiori, che le radici cattoliche della mafia forse le sono sfuggite, che 16 secoli di ferri mostrati agli astronomi rivoluzionarii o le minacce di stregoneria a chi studiava anatomia sui cadaveri tutto sono meno che innovazione, che il cattolicesimo ha sempre coltivato l’ autoritarismo a scapito dell’ autorevolezza, che il provvidenzialismo ed il concetto di peccato originale ostacolano qualunque iniziativa, che la tragica misoginia deli cattolici danneggia anche l’ attività economica, che il cattolicesimo è la creazione di una burocrazia che si pappa tanti miliardi ogni anno, …, ma magari lei non mi può seguire perchè deve andare al bar.

  67. Non capendo nulla di economia e ancor meno di macroeconomia mi chiedo: ma allora basta fornire di denaro una categoria di persone che non abbiano altra funzione che quella di spendere e comprare e siamo tutti benestanti? anzi più danaro si dà a costoro, più spenderanno, più ricchi saremo tutti quanti!

    purtroppo le devo dire che in un certo senso è quello che in realtà facciamo da molti anni, da quando cioè abbiamo deciso di ridistribuire il reddito dai produttori ai rentiers, quelli che Keynes voleva sottoporre alla dolce morte (non fisica, ne senso che la categoria doveva sparire). Il problema è che al contrario più gliene diamo, meno ne spendono. Per questo conviene a tutti dare più denaro a chi ne ha meno, perché siamo sicuri che lo spenderà.

    Non si tratta mica di teoria. E’ quello che si è fatto in pratica per trent’anni dopo la seconda guerra mondiale praticamente in tutto il mondo occidentale. Vengono chiamati i “trenta gloriosi” perché furono anni di crescita pressoché costante, piena occupazione e benessere per la grande maggioranza dei cittadini.

  68. Gianluca

    @ Bruno

    Quanto scrive riprende perfettamente la teoria di Von Mises detta anche “Economia del Droghiere”:

    ll mercato è cattivo, dice il droghiere, poiché i miei clienti attuali e potenziali non hanno abbastanza moneta da spendere. Ha ragione. Ma quando afferma la necessità di rendere i suoi affari prosperi aumentando la quantità di moneta in circolazione, si sbaglia. Ciò che ha in mente è un aumento della quantità di moneta nelle tasche dei suoi clienti attuali e potenziali, mentre la quantità di denaro nelle mani delle altre persone resta immutata. Sta, quindi, chiedendo uno specifico tipo di inflazione (monetaria); precisamente, un’inflazione in cui la nuova moneta cadrà nelle tasche di un gruppo definito di persone, cioè i suoi clienti, permettendogli quindi di raccogliere i frutti del processo inflattivo stesso. Certo, ogni inflazionista è tale poiché egli presume di rientrare tra coloro che saranno favoriti dal fatto che i prezzi dei beni e servizi che vendono cresceranno prima e di più dei prezzi dei beni e servizi che essi comprano. Nessuno si augura un’inflazione che lo sfavorisca.

    Gianluca

  69. Elisa

    Buongiorno a tutti, io sono d’accordo con voi per le discussioni e penso che sono anche interessanti. Ma Vi chiedo: una volta trovato la soluzione o le soluzioni, CHI LE ATTUA???sono ancora convinta che adesso come adesso L’ATTUALE CLASSE POLITICA ITALIANA non e’ in grado e non hanno voglia di fare qualsiasi scelta perché i fini propri sono maggiori di quello dello STATO. Quella massa di gente vive in un mondo diverso dalla popolazione come noi! Non sanno cosa vuol dire tornare a casa dopo un giorno di lavoro e deprimersi o preoccuparsi che la propria azienda sta x fallire e ogni sforzo e’combattere contro il vento: le banche non aiutano, i clienti non pagano, il mercato e’deprimente! Poi la situazionei italiana attuale non da’un lume di speranza a causa della classe politica marcia, corrotta , irresponsabile e senza vergogna!!! Questa massa di gente non sa cosa significa cosa stiamo vivendo !!! Ieri ho sentito un amico e mi ha detto che il centro di Madrid e’diventato una centro Fantasma e pensate il resto dello stato!!! Ma vogliamo ridurre Italia così? X adesso Milano ha ancora un centro e ci sono ancora i negozi ma se continuano così e non togliamo il CANCRO del paese( intendo la vecchia classe politica) ci ridurremo come la Spagna e la Grecia o forse peggio! Monti era una speranza, ma in questi mesi ha dimostrato che comunque deve attenersi ai voti del parlamento ( quindi entra in scena di nuovo il cancro) e quindi NON HA COMBINATO NIENTE!!!!! Penso che se saremo governati ancora dalle stesse persone ancorate al loro bellissimo mondo e agli loro interessi personali, ITALIA ha poche speranze x uscire da questa situazione e peggiorerà sempre di più . Per questo dico che bosogna agire presto e veloce x poter cambiare qualcosa: xke non proclamiamo un giorno di sciopero generale x mandar via il cancro??? Questo sciopero sara’contro di loro, dare un segnale che devono andar via! Questo sciopero e manifestazione non deve essere politicizzato ne dai sindacati, ne dal Confindustria ne da qualsiasi partito politico! Solo le persone considerate come popolazione italiana stanchi di non avere nessuna speranza di cambiamento! Io sono arrabbiata, arrabbiata quanto il dottor Giannino quando parla alla radio! Italia e gli italiani hanno ancora tante risorse x competere nel mondo, ma la Politica italiana ci sta distruggendo cio’che e’ rimasto di buono!

  70. Alberto

    Il più pulito purtroppo c’ ha la rogna! Ogni residua speranza si assottiglia sempre di più. Meglio un reset generale, ce ne faremo una ragione, ma almeno ricominceremo da capo. @carlo

  71. sergio

    Ci sono due detti famosi che inquadrano perfettamente il nostro paese :
    1 – La differenza tra un politico e uno statista è che il politico pensa alle prossime elezioni mentre lo statista alle prossime generazioni (A.de Gasperi)
    2- Finiremo tutti a pascolare le pecore (La Malfa Ugo)
    In un paese in cui negli ultimi 60 anni non ci sono state riforme degne di tal nome per stare al passo con tempi e mercati,in cui si è pensato solo a non scontentare che a rinnovare e programmare,inventandosi di tutto e i di più ,dalle “divergenze parallele” al “compromesso storico” ,dalla”concertazione” al “beauty contest” pur di poter continuare a gestire ,cosa mai potremo aspettarci?
    Ritenendo inappuntabile e indiscutibile il pensiero di De Gasperi , mi auguro che il buon La Malfa padre sia stato un cattivo profeta e che all’orizzonta possa apparire al più presto uno statista degno di tal nome;al momento ,ahimè ,non ne vedo.

  72. guido cacciari

    Egr. Giannino, insomma, ma nessuno dice niente sul conflitto d’interessi pazzesco del presidente del consiglio Monti con le banche?
    Il capitalismo altro non è che un sistema di investimento. Si investe in mezzi di produzione al fine di ottenere più soldi di quanto investito. Protagonisti di tale sistema dovrebbero essere le banche, specialiste in analisi del rischio. Il capitalismo è morto perché ora le baste investono in debito pubblico. Il consulente principe di tale sistema, che infetta ed uccide la ns. economia a favore delle parassitarie banche, è ora a capo del governo. MA INSOMMA!!! Con Berlusconi, presunto drogatore di telegiornali, una campagna mai vista. Adesso, con la gente con le pezze al sedere per finanziare il debito pubblico dovuto alle banche, osanniamo il peggiore degli untori. MA QUALCUNO NON POTREBBE ALZARE LA VOCE ED INDICARE PER LO MENO IL CONFLITTO DI INTERESSI?

  73. carlo

    Caro dr Oscar, nell’ambito della mia attività professionale ho promosso incontro con due top manager di imprese multinazionali presenti in Italia con delle strutture non importanti in termini di dimensione rispetto alla dimensione dei due gruppi. In Italia fatturano le due aziende 500/milioni di €.
    Le due aziende potrebbero sviluppare ulteriori investimenti in Italia ma hanno deciso di uscire dal mercato. Cureremo le dismissioni.
    I due manager hanno esordito all’inizio dell’incontro con due domande:
    – perchè l’Italia dedica tanta attenzione all’evasione fiscale e non alla delinquenza. Interi territori non sono controllati dallo stato?
    – L’italia ha imprese molto importanti in termini di qualità di prodotto, ma manca chi governa il paese…perchè non cambiate politici?
    Dr. Oscar non ho saputo rispondere. Pertanto prima di tutte le teorie economiche dobbiamo risolvere quanto indicato dai due top manager.

  74. Giovanni Bravin

    Berlusconi, paragonava la nostra IVA che avrebbe subito un aumento, alla svedese che era al 25%. Nè Berlusconi, nè altri politici completarono il discorso dicendoci che a fronte delle entrate ci sono uscite che in Svezia funzionano ed in Italia no. Esempi di cattiva gestione del denaro pubblico sono sotto gli occhi di tutti. I 773 Comuni Italiani, che avranno elezioni amministrative nel maggio prossimo, potranno avere qualche cantiere aperto in spazi pubblici, ma non fatevi ingannare ELETTORI, si tratta solo ed esclusivamente di un’operazione elettorale!

  75. Roberto Orsi

    L’Italia non potrà mai crescere per una semplice ragione demografica: siamo un paese ormai decrepito, in cui i pochi giovani spesso non sono nemmeno in grado di legarsi le scarpe (figuriamoci parlare l’inglese o altro!) e con immigrati semi-analfabeti. La pessima qualità della nostra demografia costituisce un ostacolo che gli economisti esclusivamente concentrati sul denaro, sullo stato e sulle aziende pare non riescano a vedere in alcun mondo. Ma il paese è fatto dalle persone, non dalle cose. L’unica vera riforma di cui l’Italia (e molti altri paesi) ha bisogno è quella demografica.

  76. Marco Tizzi

    @Alberto
    Alberto, io conosco tanti tedeschi, frequento la Germania regolarmente. Loro hanno un concetto di “moneta finita” come se la quantità di soldi sia sempre fissa, che non aumenti. Non so chi cacchio glielo abbia insegnato, ma la vedono così.
    Quindi loro pensano che per diventare più ricchi c’è qualcuno che dve diventare più povero. E pensano che qualunque iniziativa in “aiuto” di altri Paesi significa che loro diventano più poveri. Questo è quanto.

    In questo momento sono furibondi, tutti (il 56% dell’articolo si riferisce solo a chi vorrebbe uscire dall’euro, il restante 44% pensa che siamo noi che dovremmo uscire) perché pensano che loro stiano dando soldi a noi, tramite le loro tasse.

    Per noi è l’occasione di salvarsi: basta dire “hai ragione, non siamo alla tua altezza, fatti il tuo marco e lasciaci l’euro” e siamo a posto. Nel giro di 4 anni loro non esporterebbero più una vite e la loro industria verrebbe sostituita dal commercio dei nostri prodotti.
    Tempo 10 anni e diventano completamente dipendenti da noi.
    A quel punto se ne riparla.

  77. Dado

    @Alberto

    Alberto rispetto la tua opinione, ma non sono d’accordo.
    L’Euro ci ha garantito la possibilità di pagare il servizio del nostro irresponsabile e spaventoso debito pubblico a tassi tedeschi per tanti anni. Il vero regalo dell’Euro è stato il Tempo che avremmo dovuto utilizzare per affrontare i nostri problemi strutturali e non lo abbiamo fatto.
    Non appena l’Euro è stato messo in discussione la forbice si è aperta… e per ora ci siamo salvati dalla catastrofe, ma le lancette dell’orologio girano in fretta, molto in fretta.
    Il debito pubblico è generato perlopiù da spesa improduttiva, ed investimenti vergognosi (leggi ad esempio la storia degli interventi nel Mezzogiorno).
    I tedeschi si sono avvantaggiati dall’Euro perché sono più bravi, e noi possiamo invidiarli o svegliarci finalmente.
    Io lavoro per un gruppo internazionale e le filiali italiane sono sul libro nero per la più bassa produttività; questo però solo se si considera il costo del lavoro (gravato da oneri allucinanti), mentre il confronto basato sulle ore lavoro/prodotto ci pone al primo posto. Saremmo i migliori…ma disinvestiranno!!!
    Un mio amico che ha lavorato qualche tempo in Provincia ieri mi raccontava di schiere di uscieri inutili, di dirigenti da 8.000 euro al mese che arrivano alle 10 e se ne andavano alle 12 non avendo niente da fare …ma su questo potremmo scrivere libri tutti quanti, mentre milioni di altri italiani lottano con la concorrenza, con il mercato nella ricerca costante dell’efficienza.
    Altro che forestali ed aumenti agli statali…
    Il tempo è scaduto; ora si tagli e si privatizzi o si muore tutti.

  78. Dado :
    @Alberto
    Il debito pubblico è generato perlopiù da spesa improduttiva, ed investimenti vergognosi (leggi ad esempio la storia degli interventi nel Mezzogiorno).

    Strano, perché la cassa per il Mezzogiorno nasce nel 1950. Dal 1950 agli anni 80 il debito pubblico italiano era sotto quelli che oggi sono i parametri di Maastricht. Forse la storia è un attimino più complessa, non pensa?

    I tedeschi si sono avvantaggiati dall’Euro perché sono più bravi, e noi possiamo invidiarli o svegliarci finalmente.

    Lei non tiene neppure in conto il fatto che le regole che sovraintendono l’Euro sono una sorta di vestito cucito per i tedeschi affinché potessero avvantaggiarsi. Non è un mistero, lo stesso Kohl convinse il paese ad abbandonare il marco quando spiegò come avrebbe funzionato l’Euro. Altro fatto: ci sono regole, più volte proposte, che la Germania non ha mai accettato, come ad esempio uno standard salariale europeo. Ovviamente, perché uno standard salariale avrebbe impedito loro la deflazione salariale. Infine, quando le loro stesse regole non gli hanno fatto comodo, le hanno semplicemente ignorate. Ora i tedeschi sostengono che gli spagnoli han fatto la bella vita, ma in realtà la Spagna è stato un paese dalle finanze pubbliche virtuosissime, sempre dentro i parametri di Maastricht. Molto diversa la storia della Germania…

  79. Bartolo da Sassoferrato

    Guardate che i paesi come Svezia,Finlandia,Norvegia e Islanda hanno una densità demografica veramente bassa rispetto alla nostra,una popolazione stabile,cultura omogenea e rispetto del territorio il che consente di mettere mano all’intera economia senza creare cataclismi.Inoltre vivono a latitudini dove promettere diritti a tutti è molto più facile….anch’io se vivo in siberia e ho petrolio a iosa posso promettere diritti a milioni di immigrati,tanto chi volete che venga in siberia?!?mi faccio bello e umanitario a costo zero.Ma l’Italia è un braccio di mare che fa da salvagente per chiunque passi per il mediterraneo,provate voi a fare un piano(mettiamo pure di essere dei santi)per dare welfare a tutti e dopo un pò di anni vi ritovate invasi da immigrati a cui dovete promette tutto anche a loro…è inevitabilmente che vi sballi il piano che avete ideato.Con tutte le buone intenzioni il sistema scoppia…..

  80. Giovanni Bravin

    @Bartolo da Sassoferrato
    Non posso dilungarmi troppo, ma brevemente si sapeva che il flusso demografico, in Italia e non solo, avrebbe subito modifiche. Queste modifiche furono enfatizzate col crollo del comunismo a con il continuo allargamento della EU. Grazie al trattato di Shengen dobbiamo accogliere tutti, dargli casa, lavoro etc. Non è un problema nuovo, ma dura da decenni.

  81. Mike

    Buongiorno a tutti. Grazie ad Oscar Giannino per aver introdotto nel dibattito pubblico il “caso ” Svezia. E’ un ottimo esempio di come potrebbero funzionare le cose anche da noi. Se non fosse per il fatto che, mentre in Svezia vanno coraggiosamente avanti, qui in Italia preferiamo testardamente andare indietro come i gamberi. Lì meno Stato-tassatore e quindi più ricchezza e benessere per tutti, qui più Stato-tassatore e quindi più recessione e meno ricchezza per tutti. Oltretutto, in barba al principio costituzionale di “sussidiarietà orizzontale”. Porto solo un esempio banalissimo, a riprova di quanto sto dicendo. Il Comune di Venezia, dove vivo, resosi conto, qualche anno fa, che per poter dare un’abitazione in affitto, a canoni sostenibili, alle persone e alle famiglie meno abbienti, non ce l’avrebbe fatta con le proprie forze, scelse, opportunamente, di fare ricorso al mercato privato delle locazioni attraverso la leva fiscale. Quale? L’abbassamento drastico dell’aliquota ICI dal 7-9 per mille (aliquota ordinaria per gli appartamenti locati a canone di mercato – aliquota ordinaria per gli appartamenti sfitti da più di due anni) allo 0,5 per mille per gli appartamenti locati a “canone concordato”. Risultato? Canoni di mercato progressivamente calmierati, una casa in affitto a portata delle persone e delle famiglie meni abbienti, una diminuzione della domanda di assegnazione di case di edilizia residenziale pubblica con corrispondente risparmio per le casse comunali, un più efficace ed efficiente utilizzo del patrimonio residenziale privato, un beneficio per l’erario statale in termini di maggior gettito IRPEF da redditi da fabbricati (altrimenti non dichiarati -v.contratti in nero, oppure non prodotti-v.immobili semplicemente tenuti sfitti). Insomma, più ricchezza e benessere per tutti. E ora? Lo Stato-tassatore-gambero s’inventa l’IMU sulle c.d. “seconde case” con aliquota standard al 7,6 per mille e relativa possibilità (ma sarebbe meglio dire, probabilità) per i Comuni di innalzare l’aliquota fino al 10,6 per mille, e con moltiplicatore della rendita rivalutata aumentato da 100 a 160. Siccome, contestualmente, lo Stato-tassatore-gambero taglia i trasferimenti ai Comuni, accadrà fatalmente che questi ultimi preferiranno applicare l’aliquota massima del 10,6 per mille. Con buona pace per i proprietari di seconde case che vedranno letteralmente scomparire, come per magia, la compensazione fiscale al minor reddito derivante dal canone concordato. Senza poter difendersi in alcun modo, dato che per almeno 3 anni + 2 anni resteranno vincolati ad un contratto di locazione che altrimenti non avrebbero mai stipulato o avrebbero stipulato a canone di mercato. Con buona pace del Comune di Venezia, che non potendo, obtorto collo, contare per il futuro sulla leva fiscale dell’aliquota del 0,50 per mille, dovrà necessariamente trovare le risorse pubbliche per far fronte, con l’edilizia residenziale pubblica, alla progressiva diminuzione dell’offerta di abitazioni private a canone concordato e, quindi, al corrispondente aumento della domanda di assegnazione di case pubbliche da parte delle persone e delle famiglie che non si potranno permettere un’abitazione a canone di mercato. Magari, aumentando l’addizionale IRPEF. Con buona pace di tutti i residenti del Comune di Venezia, che pagheranno più tributi. Con buona pace delle persone e delle famiglie meno abbienti, che faranno comunque molta fatica in futuro a trovare un tetto in affitto a canone accettabile, dato che il Comune non riuscirà senz’altro ad accontentare tutti. Con buona pace dell’erario statale, che vedrà progressivamente diminuire il gettito derivante dai redditi da fabbricati, dato che nessuno avrà convenienza ad affittare ma preferirà disfarsi della seconda casa. Magari svendendola (v. Censis), pur di sottrarsi ad una tassazione folle delle seconde case e/o di liberarsi di un mutuo divenuto insostenibile. Risultato? Più recessione e meno ricchezza per tutti. Altro che Svezia………. Questa è l’Italia, bellezza!

  82. Elisa

    Penso che l’immigrazione verso L’Italia e’ancora molto giovane rispetto gli altri paesi europei come la Francia,la Germania e Il Regno Unito. In Italia c’e’ancora la prima generazione di immigrati mentre negli altri paesi sono arrivati alla terza o quarta generazione. Purtroppo la prima generazione e’ composto quasi esclusivamente solo dalla manodopera. La seconda generazione, più integrata e più attiva e forse più consapevoli del significato dei compromessi e spinti dalla volontà di emergere, e’la vera risorsa che permette all’Italia di internazionarsi in questo mondo ormai globalizzato. Ma se la situazione italiana offre e offrira’ cio’che stiamo vivendo, allora scalano anche questi… Prima vanno via le multinazionali con i dirigenti svegli, poi scappa la deconda generazione degli immigrati e poi anche i giovani italiani depressi, compreso quelli che amano la famiglia e l’Italia… E in Italia rimarranno solo i vecchi e i parassiti della società… Come possiamo competere in un mondo globalizzato? La globalizzazione, nel bene o nel male deve essere accettata, per cui e’inutile nascondersi nel pozzo e dare la colpa agli stati più bravi come La Germania o l’Euro… E’evidente che la classe politica italiana,eccessivo comunismo e socialismo nella costituzione italiana (e quindi le leggi) e infine la mancanza del concetto di efficienza nella mente e nella vita della maggioranza degli italiani ha portato l’Italia a questa situazione attuale.

  83. Alberto

    Questo è un altro discorso però caro Dado; le cose sono su due piani diversi, perchè prima definivi testualmente il debito come causato dal fenomeno de:
    La domanda non si può più sostentere con la sola spesa pubblica…
    ed ora mi parli più correttamente di:
    spesa improduttiva, ed investimenti vergognosi (leggi ad esempio la storia degli interventi nel Mezzogiorno).
    Ecco occorre distinguere, non è la spesa pubblica in sé la causa del debito, che voglio farti rilevare, nel decennio precedente il 2002, fu ridotta come rapporto debito PIL di circa 15 punti e la spesa sociale aggregata(Pensioni+sanità+restituzione famiglie+altri sussidi) era nel 2008 (ultimo dato OCSE), al 24,9% sul PIL contro il 25,2 della Germania e del 28,4% della Francia ed inferiore alla media euro di circa 1 punto% e come detto, minore di circa 3,5 punti rispetto alla Francia e questa situazione è ulteriormente a nostro vantaggio negli ultimi anni.
    Quindi riduzione della spesa improduttiva senz’ altro e se giri su queste pagine troverai il mio nome sotto le analisi più feroci e dettagliate di questa spesa; il problema non è sullo ieri ma sull’ oggi e sul prossimo orizzonte quinquennale; restando valide tutte le mie considerazioni sulla competitività negataci dalla rigidità della moneta unica che ha reso obbligatoria la rinuncia alla sovranità di intervento proprie delle singole precedenti monete, mi chiedo potremo fare quanto necessario in questo contesto che non si vuole che trovi disambiguazioni, noi ed altre nazioni? A mio avviso no ed ovviamente nemmeno altri, come già possiamo vedere in concreto ed ecco perchè sarà necessario trovare una exit strategy, Alberto o meno volendo.
    @Dado

  84. Alberto

    Sfondi un portone di un hangar caro Marco; le mie erano solo considerazioni basate sulla conoscenza anche personale dei tedeschi che sono innamorati del nostro paese ma contestualmente ci considerano deprecabili. Nulla è cambiato rispetto alle considerazioni di Goethe (ma di tanti altri che visitarono il nostro paese):

    Noch ist Italien, wie ichs verließ, noch stäuben die Wege,
    Noch ist der Fremde geprellt, stell er sich, wie er auch will.
    Deutsche Rechtlichkeit suchst du in allen Winkeln vergebens,
    Leben und Weben ist hier, aber nicht Ordnung und Zucht;
    Jeder sorgt nur für sich, ist eitel, misstrauet dem andern,
    Und die meister des Staats sorgen nur wieder für sich.
    Schön ist das Land! doch ach! Faustinen find ich nicht wieder.
    Das ist Italien nicht mehr, das ich mit Schmerzen verließ. L’Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade,
    ancora truffe al forestiero, si presenti
    come vuole.
    Onestà tedesca ovunque cercherai invano,
    c’è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina;
    ognuno pensa per sé, è vano, dell’altro diffida,
    e i capi dello stato, pure loro, pensano solo per sé.
    Bello è il paese! Ma Faustina, ahimè, più non ritrovo.
    Non è più questa l’Italia che lasciai con dolore.

    @Marco Tizzi

  85. Lorenzo

    Guido Iodice :“Scusate, cosa centra la corona?Il punto non è svalutare per vendere un po’ di più all’estero. Il nostro problema è tutto interno.”
    Quindi secondo lei adottare una propria divisa invece di mutuare quella della Germania (de facto) ha riflessi sono sulla svalutazione? Cioè per lei la politica monetaria si riduce a questo? E secondo lei è indifferente avere il proprio debito pubblico nominato con la propria moneta? O avere una propria banca centrale indipendente?

    Bazzecole rispetto a 40 anni di follie demagogiche messe a carico delle future generazioni col debito.
    L’ingresso nell’Euro ci portò il crollo dei tassi di interesse ed una bella riduzione della spesa per interesse. Un regalino da qualche miliardo di Euro. Ma Prodi buttò nel cesso questo regalo con nuove spese.

  86. Alberto

    Dimentichi che siamo cresciuti mediamente del 1,6% nel periodo decennale pre euro e zero nel periodo euro. E comunque anche il debito nel periodo è diminuito ed oggi siamo sopra i livelli del 1992; le cose vanno viste nel complesso ed ancora non siamo al tetto. Su Prodi concordo, ma il famoso tesoretto, dissipato, fu determinato da altro. @Lorenzo

  87. PAOLO

    Dr. Giannino mi piacerebbe avere la sua opinione specificatamente su un aspetto della manovra diel Governo denominata “Salva Italia”.
    Con questo durissimo provvedimento – che ha fatto letteralmente cadere una spessa cappa depressiva sugli italiani – è stata introdotta una sorta di patrimoniale sulle abitazioni.
    Questa tassazione è doppiamente vigliacca. Doppiamente vigliacca perchè spara sull’investimento principe degli italiani, soprattutto di quelli a reddito medio e medio basso, un missile che vale fino all’1,06% su un valore catastale rivalutato del 60% e perchè colpisce in modo indistinto ricchi e pensionati poveri con appartamento al mare!
    Con lo stesso provvedimento il professore non ha ritenuto di colpire alla stessa maniera la ricchezza finanziaria. Il sig. Giovanni d. B.N. titolare di un deposito titoli di 124 milioni pagherà al Salva Italia la modestissima somma di 1200 euro in quanto il professore ha ritenuto di tassare la ricchezza finanziaria con un superbollo dello 0,1% ma con un massimo di 1200 euro.
    Stimatissimo Giannino (ma preferisco il Giannino di oggi al Giannino che partecipava alle assemblee delle concessionarie autostradali e sosteneva la guerra di Pallenzona e Autostrade per l’Italia contro le modifiche alle concessioni di Di Pietro) sono assolutamente d’accordo con lei sulla critica di fondo al Governo circa la assoluta assenza di una politica di riduzione della spesa ma questa disparità di trattamento della ricchezza, mobiliare e immobiliare, con che cosa a che fare? La casa non si esporta? una patrimoniale sulla ricchezza finanziaria avrebbe colpito gli attivi delle banche e questo Monti non lo voleva assolutamente fare?
    Le porgo i miei più cordiali saluti.

  88. Bruno

    @Dado
    Condivido l’analisi e soprattutto le considerazioni finali. Mi pare che ci si arrampichi sugli specchi attribuendo all’euro colpe che non ha e vagheggiando che se ci si libera dai vincoli che esso impone si apre l’orizzonte azzurro della ripresa. La questione è tutta del sistema Italia e del fatto che non riesce nel suo complesso a reggere la concorrenza dopo che si sono aperti i giochi a livello globale. Ed è sul sistema Italia che si deve intervenire capendo che non c’è solo la concorrenza globale tra settori produttivi ma che anche il resto è entrato nella partita e che la zavorra rappresentata dalla P.A. e dall’intero blocco pubblico-politico sta tirando a fondo tutto il Paese. L’esempio delle Provincia citato è uno tra tantissimi altri. E’ poi è fondamentale capire che la ripresa passa dalla e nella testa della gente prima di tutto e che questo potrà avvenire solo se le persone si renderanno conto che tuttti stanno lavorando per quell’obiettivo. Si può dire sia così? Non credo, mi pare sia macroscopica l’assenza di equità e di compartecipazione tra chi ogni giorno lotta nel posto di lavoro e rischia di perderlo o di essere delocalizzato, chi non riesce a onorare il suo ruolo da imprenditore e chi si crogiola nella sicurezza, nell’inamovibilità, nelle generose carriere e retribuzioni. Per questo e per le enormi risorse che inghiotte è vitale che venga affrontato il tema della riduzione della spesa pubblica e si ponga fine alla concezione di tale spesa come “variabile indipendente”.

  89. andrea

    Ieri sera c’era Colaninno figlio da Vespa e c’era anche un altro signore, tranquillo ma con le idee chiare. Signore: “State salvando l’Italia ammazzando gli Italiani”, Colaninno: “Non sia demagogico!”, più tardi: Signore: “Voi politici non vivete la situazione della gente comune”, Colaninno: (Offeso) “Non si permetta di dire che non so dove vivo!!”. No comment
    …………………..
    Stamattina lo spread è di nuovo a 400, cosa ci racconterà Monti stavolta? È colpa dei contadini della Vandea che si sono dimenticati di aprire le stalle stamattina, è colpa degli artigiani spagnoli che non pagano le tasse, è colpa degli evasori in generale che non sono degni perchè non capiscono quanto sono belle le tasse, non è 400 ma 40 siete tutti voi che ci vedete male io ho salvato l’Italia e tutti mi dicono che sono tanto bravo…
    ……………..
    In qualunque famiglia, in qualunque azienda, in qualunque attore economico esistente sulla faccia della Terra, una carenza di liquidità obbligherebbe alla contrazione delle spese, in Italia si utilizza la forza per aumentare le entrate e grazie a moderni vassalli (Equitalia & Co.) si compiono soprusi ai danni di impotenti cittadini.
    La spesa pubblica è Il PROBLEMA. Una spesa utilizzata per comprare i voti che servono a creare altra spesa per altri voti. Che senso ha dire che i dipendenti pubblici spendono il loro stipendio creando reddito per gli altri? Se lo stipendio percepito è inferiore al valore aggiunto che producono essi distruggono ricchezza!! La spesa pubblica sarà anche componente attiva del PIL, ma se il suo rendimento è inferiore a quello di mercato o addirittura negativo, sul lungo termine il Paese non può crescere.

  90. norman69

    Uno dei problemi chiavi dell’Italia, ma soprattutto degli italiani è l’incapacità di vedere i problemi per quelli che sono. L’ideologia, vera o falsa che sia, non ci permette di prendere quei provvedimenti necessari che la situazione attuale impone. Quello che succede in Svezia da noi non sarebbe possibile, pensate cosa succederebbe se la politica cominciasse a prendere decisioni sull’abbassamento delle tasse per gli imprenditori. I sindacati, a partire proprio dalla CGIL, non si sono ancora resi conto che la lotta ideologica alla classe imprenditoriale non ha più ragione d’essere, in un mondo che ha bisogno di pragmatismo e ampiezza di vedute.

  91. Lorenzo :

    Guido Iodice :“Scusate, cosa centra la corona?Il punto non è svalutare per vendere un po’ di più all’estero. Il nostro problema è tutto interno.”
    Quindi secondo lei adottare una propria divisa invece di mutuare quella della Germania (de facto) ha riflessi sono sulla svalutazione? Cioè per lei la politica monetaria si riduce a questo? E secondo lei è indifferente avere il proprio debito pubblico nominato con la propria moneta? O avere una propria banca centrale indipendente?

    Bazzecole rispetto a 40 anni di follie demagogiche messe a carico delle future generazioni col debito.
    L’ingresso nell’Euro ci portò il crollo dei tassi di interesse ed una bella riduzione della spesa per interesse. Un regalino da qualche miliardo di Euro. Ma Prodi buttò nel cesso questo regalo con nuove spese.

    Guardi, o lei è coscientemente ideologico, oppure non è informato. Come ho già detto, fino agli anni 80, il rapporto debito/pil in Italia era virtuosissimo. Tra l’altro Prodi ridusse il rapporto debito/pil. Quindi lei sta dicendo davvero delle baggianate.

  92. Bruno

    Signor Giannino, lei curiosamente dimentica alcuni parametri ‘di dettaglio’:

    1 – La Svezia aveva già prima della cura liberista tassi di crescita molto buoni
    2 – La Svezia da anni ha utili di bilancio e debito pubblico in forte diminuzione
    3 – La lotta all’evasione fiscale in Svezia è molto più dura che da noi
    4 – In Svezia è difficilissimo pagare in contanti, e molti enti pubblici non li accettano proprio
    5 – La pressione fiscale svedese resta sensibilmente più alta di quella italiana http://www.linkiesta.it/tasse-pressione-fiscale-italia-europa

    Forse l’immunità dalle tempeste valutarie trova più spiegazioni nel punto 2 che nelle politiche sollecitate da lei sollecitate?

    Curiosamente proprio Chicago Blog http://www.diariodelweb.it/Blog/Economia/?d=20111206&id=226770 tuona contro i punti 3 e 4, meglio prendere solo alcuni pezzi delle politiche liberiste, quelli che contrastano con la furbizia mediterranea meglio scansarle

    Il punto 5 di fatto smonta il 90% dell’articolo di Giannino, visto che dimostra che la spesa primaria svedese è nettamente più elevata di quella italiana.
    La differenza è che la spesa pubblica svedese è molto più efficiente di quella italiana; nel furore ideologico di Giannino che mette la spesa pubblica come male a prescindere questo diventa un dettaglio

  93. Gianluca

    @ Dado e Bruno

    Condivido ogni virgola. Tra l’altro ricordo che parti di Italia (sopratutto al nord) sono in testa alle classifiche europee per produttività pil ecc. ecc. un vero miracolo.

    Servirebbe che il paese si rimettesse in moto, ma senza un hardware al passo con i tempi e ben costruito nessun software anche se ben realizzato, ti può far funzionare.

    Per questo Giannino dice molte cose condivisibili ma dimentica a volte che se giochi una partita di calcio ed hai la migliore squadra al mondo, che ha fatto sue le migliori tecniche di allenamento ed annovera tra le sue fila i migliori calciatori del mondo, con regole scritte male, arbitri corrotti, ecc. ecc. non vai da nessuna parte.

    Non voglio dire con questo che le ricette di Monti sono le migliori e che lo staff rappresenta il meglio (certo rispetto al vecchio esecutivo questi sembrano dei Pelè del calcio), voglio solo far capire a tutti che se non si rifonda l’Italia con poche e snelle regole fatte applicare, se non si riprende il controllo del territorio nel sud in mano ad affarismi e malapolitica, quando va bene, ed alla criminalità organizzata, quando va peggio, se non si prende il toro per le corna brutalmente, se la politica non si autoriforma, non andremo mai da nessuna parte, altro che colpa dell’Europa!!

    Gianluca

  94. Gilberto Picco

    GIANNINO venerato dai Templari ?

    Non so se Lei dr Giannino abbia mai visitato l’oratorio a forma ottagonale di Tomar in Portogallo, famoso tra l’altro per gli innumerevoli segni lasciati dai cavalieri templari (croci e sfere armillari ovunque) > entrando nell’ oratorio, secondo pannello a destra , sotto una pala che raffigura l’ Ascensione di Cristo, c’è un quadro (ligneo ?) di un Santo che Le assomiglia in modo impressionante. Naturalmente ho fatto la foto, ma il blog non mi consente di caricarla. Se Lei mi invia gentilmente una Sua email gliela posso mandare con piacere. Saluti Gilberto Picco – Bergamo

  95. Gianluca

    Mi riferivo al post di Bruno del 19 e non a quest’ultimo che non ho analizzato.

    Gianluca

  96. Massimiliano F. - Roma

    OSCAR è venuto il momento di alzare l’asticella, leggendo i suoi articoli, il suo curriculum, ed ascoltandola in radio e tv, penso che a lei non piaccia fare politica ma per il bene del PAESE è necessario che lei in prima persona diventi protagonista e fondi il PARTITO DEGLI ITALIANI, un partito che raccolga sotto un unica bandiera imprenditori, operai, artigiani, agricoltori, insomma gli ITALIANI, il partito di quelli che hanno capito anche grazie a lei che il cambiamento a questo punto non è una opzione ma una necessità. Guidare un PAESE non è facile, guidare questo PAESE è impossibile, ma sappia che anche se e di SE degli errori verranno commessi, saranno errori commessi per il bene degli ITALIANI e non per il BENE dei TEDESCHI.
    LEI ha parlato, noi abbiamo ascoltato, ORA BISOGNA FARE.

  97. Elisa

    @Massimiliano , io sono perfettamente d’accordo con Lei. Italia ha ancora un po’di risorse per agire. Se il dottor Giannino va in politica , io lo voto e saro’ attiva per sostenerlo e penso tutti quelli che lo seguono

  98. Andrea D

    Proviamo a fare un po’ di autocritica, proviamo a chiederci perche’ culturalmente in Italia ci si lamenta sempre ma le proteste si fermano davanti al bancone del bar. Perche’ se gli italiani hanno risorse non le mettono sul piatto? Se io vedo l’idraulico non fare fattura chiamo la tributaria? Se vedo il politico corrotto smetto davvero di dare il voto al suo partito? Se le tasse sono troppe faccio lo sciopero fiscale? Se vedo un malavitoso chiedere il pizzo lo addito o giro la testa dall’altra parte? Se vedo la corruzione la denuncio subito?
    Un cambiamento culturale, apparentemente lento e inutile, puo’ in realta’ portarci lontano e non solo a livello comportamentale.
    Con meno corruzione s’instaura la meritocrazia, con maggiore giustizia si diventa confidenti nel “sistema”, con le denunce si scoraggia la malapolitica e l’evasione fiscale, con la protesta vera si PRETENDE una tassazione ragionevole.
    Le risorse non sono solo i soldi ma anche la volonta’ di fare qualcosa.

  99. Laurent

    Guido Iodice :

    Lorenzo :

    Guido Iodice :“Scusate, cosa centra la corona?Il punto non è svalutare per vendere un po’ di più all’estero. Il nostro problema è tutto interno.”Quindi secondo lei adottare una propria divisa invece di mutuare quella della Germania (de facto) ha riflessi sono sulla svalutazione? Cioè per lei la politica monetaria si riduce a questo? E secondo lei è indifferente avere il proprio debito pubblico nominato con la propria moneta? O avere una propria banca centrale indipendente?

    Bazzecole rispetto a 40 anni di follie demagogiche messe a carico delle future generazioni col debito.L’ingresso nell’Euro ci portò il crollo dei tassi di interesse ed una bella riduzione della spesa per interesse. Un regalino da qualche miliardo di Euro. Ma Prodi buttò nel cesso questo regalo con nuove spese.

    Guardi, o lei è coscientemente ideologico, oppure non è informato. Come ho già detto, fino agli anni 80, il rapporto debito/pil in Italia era virtuosissimo. Tra l’altro Prodi ridusse il rapporto debito/pil. Quindi lei sta dicendo davvero delle baggianate.

    Non sono coscientemente ideologico ma 2+2 fa 4: se il conto economico è disastroso, gli artifizi finanziari ritardano solo il crac.
    Se lei chiama baggianate le spese pazze nel concedere pensioni a chi aveva lavorato 15 anni 6 mesi ed un giorno, una marea di false pensioni clientelari, aziende di stato pagate da Pantalone, una pletora di dipendenti statali inutili, rigidità paurose del sistema, monopoli di stato nel settore dell’energia, buricrazia paralizzante, tutta roba che si è accumulata nel tempo ed è potuta rimanere in piedi solo in un contesto di economia in crescita rapida ed accumulando debito malgrado una pressione fiscale sempre crescente. Ora che la crescita non c’è più sono dolori.
    Il cancro attuale del debito pubblico italiano nasce da un andazzo almeno quarantennale di spese ed atteggiamenti irresponsabili ed a breve da parte di tutti i governi finora succedutisi ed ora non si ha il coraggio di tagliare nulla, a parte le pensioni. L’unica eccezione fu forse la cancellazione della “scala mobile” da parte di Craxi. Lui si è beccato le monetine, il figuro che ci sta spremendo come limoni per mantenere questo status quo invece è stato fin troppo osannato.
    Può fare mille discorsi ma rimango del parere che se non risolviamo il nostro problema interno che è la spesa esagerata ed il parassitismo dello stato, l’economia italiana affonderà inesorabilmente.

  100. Ivo

    @Bruno
    Gentile Bruno, condivido. L’art di giannino pecca di semplicità e difetta nei dati, quello che pero manca e la questione politica: efficienza nelle regole e nel controllo, esagerando direi religione civile e istituzioni. Giannino e molto convincente sui imiti e gli sprechi italici, ma non coglie l’aspetto politico del discorso facendo credere a molti suoi lettori che basti abbassare le tasse e dismettere lo Stato per risolvere i problemi di 50 anni di italico familismo e di clientelismo.

  101. Mike

    Buona domenica a tutti. Sono d’accordo con Massimiliano F. e con Elisa. Caro Oscar, a Lei non piacerà l’idea ma deve farsene una ragione: scenda in politica! Programma: meno Stato-Ladro quindi meno tasse quindi più risorse, più crescita e più benessere per tutti. Slogan: o là, o rompi! (motto alpino). Sarò con Lei, insieme ad una marea di italiani che ogni giorno La sentono su Radio 24 e condividono le Sue idee.

  102. robert

    Oscar quanto puoi essere lontano dal PUNK???????
    E’ vero non puoi farti crescere la cresta, però pensa anche le parallele si incontrano, pertanto propongo SEX PISTOLS come ALTERNATIVA AI DOORS, leggi il testo di D-o salvi la regina
    più pungolanti alle 9 in punto ciao robert

    God save the queen
    The fascist regime
    They made you a moron
    Potential H-bomb

    God save the queen
    She ain’t no human being
    There is no future
    In England’s dreaming

    Don’t be told what you want
    Don’t be told what you need
    There’s no future, no future,
    No future for you

    God save the queen
    We mean it man
    We love our queen
    God saves

    God save the queen
    ‘Cause tourists are money
    And our figurehead
    Is not what she seems

    Oh God save history
    God save your mad parade
    Oh Lord God have mercy
    All crimes are paid

    When there’s no future
    How can there be sin
    We’re the flowers in the dustbin
    We’re the poison in your human machine
    We’re the future, your future

    God save the queen
    We mean it man
    We love our queen
    God saves

    God save the queen
    We mean it man
    And there is no future
    In England’s dreaming

    No future, no future,
    No future for you
    No future, no future,
    No future for me

    No future, no future,
    No future for you
    No future, no future
    For you

  103. Ubaldo

    l’economia è lo specchio cultura socio politica dominante!

    la cultura dominante in Italia è quella catto/comunista che si è appropriata indegnamente dei valori della resistenza !
    che con la loro supposta superiorità morale continuano a godere di una rendita politica divenuta conservatrice …

    Giannino basta chiacchiere , RIVOLUZIONE CULTURALE LIBERARE !!

  104. ne capisco poco ma segue quando posso la trasmissione su Radio 24. Volevo dire una cosa in merito a questo post (mea culpa: è la prima volta che leggo il suo blog):

    penso che la Svezia abbia anche un’altra cosa di cui noi non disponiamo: risorse energetiche rinnovabili in quantità maggiore e meglio organizzate e ditribuite. almeno per la Norvegia, paese che conosco meglio, è così, e dunque credo sia lo stesso per la Svezia ma naturalmente potrei sbagliarmi

  105. Mike

    Capisco il punto di vista di Alberto. Oscar Giannino è uno spirito libero e i compromessi non fanno certo per lui. Lo dimostra chiaramente la sua storia professionale. Nulla gli impedirebbe, tuttavia, di spendersi in prima persona nella fondazione e promozione di un movimento autenticamente liberale che cerchi di tradurre in azione politica coerente le sue idee, che sono anche le idee di molti italiani. Penso che tanti giovani onesti, seri e preparati sarebbero in grado di portarle avanti. @Alberto

  106. Sergio Di Nunzio

    Attenzione, quando si dice che in Svezia la pressione fiscale è più alta che da noi, vanno valutate tutte le componenti. In generale, e in Italia in particolare, la pressione fiscale non è data solo dall’aliquota sulle imposte dirette, o dall’Iva. Ma vanno contate tutte le componenti che vano a formare la pressione fiscale. E in italia sono centinaia. Oltre a questo l’Italia ha un livello di costi indiretti imbarazzante. Noi paghiamo consulenti per pagare le tasse, paghiamo consulenti per fare le paghe ai dipendenti. Noi paghiamo i notai per fare delle operazioni semplicissime. Paghiamo ticket sanitari elevati a causa degli sprechi inaccettabili della sanità italiana, paghiamo rette di asili nido elevatissime, paghiamo multe comunali e statali assurde.
    Facciamo bene i conti

  107. FilippoP

    La sveglia ci fa aprire gli occhi ogni mattina…
    Grazie Oscar per farci aprire la mente.Resisti!

  108. lorenzo

    Non credo che l’Italia abbia una via d’uscita. Per lo meno non fino a quando sopravviverà questa dittatura. Si perché di questo si tratta: l’attuale classe dirigente detiene tutti i poteri in virtù del mandato conferito dal popolo con libere elezioni, esattamente come accadde in Germania con Hitler! La democrazia presuppone la buona fede tra le parti: questa è venuta meno da lungo tempo dalla parte della classe dirigente, che invoca i diritti che le derivano dalla volontà del popolo, esattamente come i sovrani che vantavano di essere mandati da Dio! Nel corso degli anni le varie organizzazioni che esprimono la classe dirigente del paese hanno sostanzialmente costituito un cartello, infatti qualunque sia il voto del popolo, nulla cambia e questo vale per il sistema che elegge gli organi legislativi, quelli amministrativi e persino per i referendum. Gli uomini della classe dirigente tutto sono fuori che statisti; non hanno bisogno di esserlo perché il loro scopo sono gli interessi di gruppi ristretti e per perseguire questo si avvalgono di servi fedeli che a loro succedono, perpetuando il sistema. Fino a quando non ci saranno pressioni d’opinione così forti da far nascere un movimento capace d’imporre una radicale modifica del sistema di gestione del potere, non ci saranno speranze. Viva chi fa libera informazione e riesce a fare proselitismo su questa strada, perché solo da questo potrà nascere una nuova Italia, altro che professori!

  109. Mike

    C’è tanta amara verità nell’analisi di Lorenzo. L’Italia è il luogo dove la sovranità popolare è stata di fatto espropriata. Le rituali consultazione elettorali o referendarie, salvo rare eccezioni, contano poco o nulla. Perché? Grazie alle troppe risorse intermediate e fagocitate dallo Stato-Ladro-Tassatore, spadroneggiano e prosperano sempre e comunque le solite caste, i loro eredi e aventi causa, a discapito di chi, non facendone parte, deve fare invece i conti con l’economia reale. Il potere è innanzitutto gestione delle risorse date. Se si permette allo Stato e ai suoi innumerevoli clientes di intermediare e fagocitare sempre più risorse, senza limite alcuno, la libertà individuale e quindi la democrazia saranno sempre più un simulacro vuoto. @lorenzo

  110. Sergio Di Nunzio

    A un liberista come lei faccio una provocazione, il comunismo è morto strangolato dalle sue stesse contraddizioni. Ora non trova che tocchi al liberismo capitalista?
    Non trova che il capitalismo, in questa accezione pacchiana e ignorante dell’arricchimento nevrotico e inutile sia arrivato al capolinea? Purtroppo se i disastri del comunismo si sono limitati a pochi sfortunati paesi, l’implosione capitalista riguarda tutto il pianeta forse, sicuramente noi.
    La nuova utopia che si taglia all’orizzonte è la decrescita. Enorme sciocchezza. La decrescita è contro natura così come il comunismo. Esistono pulsioni naturali dell’uomo che sono la proprietà privata e la competizione. Senza queste due componenti l’uomo, giustamente, si abbandona all’ozio e alla depressione.
    Ora il punto non è la decrescita, ma un nuovo modello di competizione che non sia il divorare le risorse (di quantità finita) del pianeta e di godere dell’abissale differenza di ricchezza tra i vincitori e i vinti.
    Se il PIL e la ricchezza si misurassero su altri beni e servizi che non fossero la auto, l’oro (ma a che serve???) o peggio, le rendite finanziarie, ma per esempio fossero ricchi i popoli e i paesi con un maggior numero di terre incontaminate, oppure fossero di alto pregio i servizi alle persone, insomma se ci fosse un modello di sviluppo compatibile col pianeta e con le persone, ci sarebbe ugualmente una produzione di beni e servizi competitiva, ci sarebbero quelli più ricchi e quelli meno ricchi, ma la sostanza è che sarebbe un mondo forse più felice e sicuramente non in pericolo. Per fare questo però (e non per tassare a sprecare) occorrono i timonieri, vale a dire gli stati sovrani in rappresentanza (vera) dei popoli che governano e non sottomessi ai grandi potentati finanziari. Non come adesso che, a causa del liberismo, i potentati finanziari hanno esautorato il potere degli stati sovrani

  111. Edoardo

    @Bruno
    Io ci ho vissuto in Svezia. Non si può paragonare la tassazione in Svezia con quella italiana per un solo motivo, in Svezia se paghi 80 p.e. di tasse te ne ritornano indietro in servizi efficientissimi 70 !( il 99% delle cose si risolvono per telefono parlando con la persona che istruisce e porta a compimento OGNI pratica e che viene indicata per legge in OGNI documento che ti arriva a casa trattando DIRETTAMENTE con lei e di cui è pienamente RESPONSBILE, chiaro?).Ti faccio un esempio la famiglia per OGNI bambino (a prescindere dal reddito dei genitori) riceve un assehno fino al COMPMENTO DEI 18 ANNI di 900 Sek , cioè 100 Euro!!!!! Una famiglia con 2 bambini riceve indietro dalle tasse (solo per questo motivo) ben euro 2.400/anno .Chiaro? E

  112. Roberto Manenti

    Condivido l’attuale politica economica del governo svedese. Nel nostro paese si stanno deprimendo sempre più i consumi. Oltretutto le imprese straniere non hanno alcun interesse di investire in quanto sono disincentivate dalle tasse, dalla bassa qualità dei servizi, dalla scadente linea dei trasporti e dall’altissimo costo dell’energia. Anche un bambino delle elementari comprenderebbe come sia completamente inadeguata una linea di governo che imponga solo aumenti di tasse senza prevedere un minimo taglio alla spese. Si potrebbe benissimo cominciare dalle province e dalle comunità montane, enti inutili.
    Stiamo vivendo un momento cruciale.

  113. Carlo

    Oscar,

    perchè non ti candidi per le prossime elezioni?
    E’ mai possibile che non si riesca a mettere insieme un gruppo di persone sagge e lungimiranti per rimettere in sesto questo Paese?

  114. ermes

    la via maestra la conosciamo ma chi è colui che ci fa da guida??? Nel panorama politico italiano queste idee non hanno nessun portavoce politico e poche mosche bianche nell’informazione come Ricolfi sulla Stampa , Giannino su Radio 24 chi sa ancora per quanto,ti prego non mollare e il buon Bortolussi per non dimenticare quei geni di noise from amerika anche se più che rumore è un sussuro.Tra un anno si va a votare e per noi liberali antistatalisti si prospettano tempi buissimi…dobbiamo trovare un modo per mandare gente dell’istituto bruno leoni o similare sui banchi a lottare per mettere a dieta questo Stato drogato di tasse, perchè l’alternativa è abbandonare la patria natia.

  115. antonella

    magari e oscar entra in politica!premetto che ad ottobre ho lasciato il mio paese per la nausea,mi hanno negato una vita dignitosa.quello che oggi mi sconvolge è che se anche un governo tecnico riesce a far peggio di quello politico chi ci salverà?sarà felice “supermario”(trombone gonfiato) che ha distrutto il mercato immobiliario?non ho mai avuto nulla nella vita ora che avevo ereditato un appartamento non lo venderò mai.monti=distruggiitalia

  116. Sergio Di Nunzio :

    La nuova utopia che si taglia all’orizzonte è la decrescita. Enorme sciocchezza. La decrescita è contro natura così come il comunismo. Esistono pulsioni naturali dell’uomo che sono la proprietà privata e la competizione. Senza queste due componenti l’uomo, giustamente, si abbandona all’ozio e alla depressione.
    Ora il punto non è la decrescita, ma un nuovo modello di competizione che non sia il divorare le risorse (di quantità finita) del pianeta e di godere dell’abissale differenza di ricchezza tra i vincitori e i vinti.

    Mi sembra che tu non abbia proprio capito cos’è la decrescita. Per decrescita si intende diminuzione del PIL, come lo intendiamo oggi. Dunque tu prima dici che la decrescita è una utopia, e dopo ipotizzi la decrescita come modello di sviluppo futuro. Decrescita non significa che si vada a stare peggio, ma al contrario, che si vada a stare meglio, ma misurando il benessere con altri parametri.
    Vedi, non esistono due modi di vivere, o competizione sfrenata, o ozio e depressione, ma esiste una via di mezzo. Attualmente, mi sembra che l’uomo sia troppo concentrato sul competere e arricchirsi piuttosto che sul soddisfare i suoi naturali bisogni.

  117. Aggiungo che la decrescita è un fatto, sta già avvenendo, e continuerà per tanto tempo. Non si tratta di teorizzarla: ci siamo già dentro. Se la sapremo gestire, allora potremo salvarci, altrimenti si salveranno solo i più ricchi. A me se diminuisce il reddito del 2% non me ne importa nulla (quest’anno è diminuito di almeno il 10%!). Non capisco perché allora un calo del PIL del 2% dovrebbe essere così drammatico. Mi direte, perché c’è il debito e perché alcuni perdono molto più di altri. E allora paghiamo il debito, visto che i soldi ci sono, e redistribuiamo. Mi sembra l’unica soluzione, se non si torna a crescere. E secondo me a crescere non si torna.
    Anche applicando le ricette liberiste di Giannino, che pur condivido, l’Italia rimane un paese con un deficit di competitività elevato nei confronti di Francia, Germania e co. Se riduciamo la spesa statale molte persone improduttive attaccate alla tetta statale rimarranno senza stipendio, caleranno i consumi e con loro il PIL. Conosco comuni dove nel personale non c’è uno che parli inglese decentemente o che sappia usare il computer decentemente, rendiamocene conto. Questi qui se li mettiamo in un mercato del lavoro competitivo saranno costretti alla fame.
    Anche ridimensionando il perimetro dello stato, subiremo un ridimensionamento notevole… Solo allora ricominceremo a crescere. Ma dopo un crollo verticale sono capaci tutti di crescere…

  118. Guido

    @Massimiliano F. – Roma
    Mi unisco a Carlo e a tanti altri; caro Oscar è troppo comodo dire le cose giuste e starsene fuori dal gioco . Se Grillo prende una marea di voti cosa farebbe Oscar ? Per favore lascia la radio e buttati nella mischia , avrai al tuo fianco tutti i gladiatori d’Italia.

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