22
Apr
2010

Tassare Internet per pachidermi cartacei? MAI!

Si resta senza parole, di fronte alla proposta del presidente FIEG, Malinconico di nome ed, evidentemente, di fatto: tassare gli accessi a internet, per finanziare i giornali di carta che perdono copie, lettori e denari. Viene proposta come misura compensativa perché lo Stato, finalmente, ha iniziato a tagliare – purtroppo solo in parte – le provvidenze alla stampa. Ho sempre pensato – e scritto anche quando lavoravo in testate che prendevano denari pubblicici, dal Foglio al Riformista a Liberomercato – che l’informazione non deve mai vivere grazie ai denari del contribuente, ma perché deve avere lettori, ascoltatori e consumatori, inserzionisti, e conti adeguati alle entrate. In Italia non è così solo perché i media servono per esercitare potere, invece che per informare. E i giornalisti si sono adeguati ottenendo denari e privilegi ingiustificati, da editori che battono cassa al contribuente per non rinunciare a costi eccedenti le entrate. Tassare il presente e il futuro per difendere un passato indifendibile non è solo sbagliato intellettualmente ed economicamente. Anche moralmente, è indegno. Propone come costo della libertà d’informazione ciò che è invece solo una taglia a favore di editori incapaci, di dipendenti privilegiati, e di improprie commistioni d’interessi.

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18 Responses

  1. Mauro

    Queste proposte sono incredibili… quando compro un quotidiano, evito accuratamente quelli con gli inserti. Ecco a mio parere cosa dovrebbe fare la carta:
    1. smettere di fabbricare inserti pieni di pubblicità sgradita
    2. organizzare approfondimenti su come sopravvivere alla burocrazia
    3. uscire da Palazzo e rientrarvi in veste di lupo: basta con il grande fratello sulla politica e cominciare a porre questioni ficcanti: cosa si impegna a fare? come? entro quando? ma quello che per cui si è impegnato 4 mesi fa…
    4. sviluppare le cronache locali (non sono coperte dalla televisione)
    5. fare freakonomics
    6. cominciare a criticare i discorsi del Presidente (chiunque esso sia), facendo analisi della semantica dei discorsi e non esaltando la loro banalità
    7. rubriche, rubriche, rubriche (i.e., i blog cartacei): costruire discorsi che si sviluppino a puntate
    8. far riflettere le persone sull’arma di distrazione di massa, cioè il calcio

    Questi personaggi non conoscono la realtà, percepiscono una simulazione di essa; rifiutano di farsi contaminare dalla nuova tecnologia fino a quando non ne sono costretti. Per esempio, pensare a come trasferire il servizio su e-reader, magari con lettore automatico (chi sta in coda in auto non può leggere).

  2. Lucre Zio

    @mauro: d’accordo su tutto tranne sl primo punto. se non ci fosse tutta quella “pubblicità sgradita”non ci sarebbero neppure i giornali. oppure avrebbero bisogno di talmente tanti sussidi che ci sarebbero solamente fogliacci di stato.

  3. armando

    niente di nuovo
    i nostri oligarchi vedono lo stato come una mucca da mungere e chi lavora come un limone da spremere

  4. CyNyC

    Oscar Giannino :
    Ho sempre pensato – e scritto anche quando lavoravo in testate che prendevano denari pubblicici, dal Foglio al Riformista a Liberomercato – che l’informazione non deve mai vivere grazie ai denari del contribuente, ma perché deve avere lettori, ascoltatori e consumatori, inserzionisti, e conti adeguati alle entrate

    Talk is cheap…

  5. Liutprando

    Il tipo merita l’espulsione dalla società civile.
    Non se può più di questi scrocconi!|

  6. Il presidente della FIEG è parte della nostra classe dirigente…e non credo che, mediamente, secondo il loro punto di vista, la sua dichiarazione sia, se non altro, incredibile.
    Pessimista? Purtroppo non penso

  7. Giorgio

    Il presidente FIEG é stato creativo…avrebbe potuto proporre un’accisa sulla benzina 🙂
    Lui é uno che sa cosa significa innovare 🙂

  8. stnf

    Concordo pienamente, ma la proposta del presidente FIEG appare troppo incredibile per essere accettata persino in un paese come l’Italia.

  9. Julio

    Io propongo che lo stato smetta di finanziare i giornali e altri mezzi d’informazione (in realtà di disinformazione) e usi quei milioni di Euro per fare scuole pubbliche e migliorare sanità ed educazione

  10. Sono rattristato ed esterrefatto.
    La proposta (scellerata) rischia di provocare un vortice di eventi lesivi per la libertà del mercato dell’informazione. Se, allo stato attuale, un minimo di libertà c’è, lo dobbiamo quasi esclusivamente al web; il riferimento è diretto ai blog, ai web-talk e al pluralismo dei media internazionali da cui reperire le informazioni di qualsiasi natura.
    Non è ammissibile accettare una simile proposta; nel caso in cui fosse accettata, mi vedrei obbligato ad andarmene da questa nazione che, giusto per la cronaca, non sento più mia da un pò..

  11. giorgio arfaras

    E’ come se, quando è stata inventata la lampadina elettrica, la avessero tassata per finanziare i produttori di candele … E’ come se, quando è stata inventata l’automobile, l’avessero tassata per finanziare gli allevatori di cavalli …

  12. Rod

    Bravo bravissimo! L’unica risposta che alcuni sanno dare di fronte agli sviluppi tecnologici e culturali è quella del “più Stato” (più regolamentazione, più tasse…). Da contrastare senza se e senza ma!

  13. dante Shanti

    Sono d’accordo con te Oscar … e già che ci sono, ti invito a firmare: internet gratis per tutti petizione, il tuo apporto sarà molto gradito.

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