25
Apr
2012

Quando avremo il 25 aprile della libertà economica?

Quanto sono liberi gli italiani oggi? Se si ammette che la libertà economica è una parte importante della libertà individuale (si vedano, ad esempio, le definizioni di libertà economica dell’Economic Freedom of the World 2011 del Fraser Institute: «l’assenza di ogni tipo di coercizione o vincolo alla produzione, alla distribuzione o al consumo di beni e servizi al di là dei limiti necessari agli individui per preservare la libertà stessa»; oppure quella dell’Index of Economic Freedom dell’Heritage Foundation; “la libertà economica è una condizione o stato di essere in cui gli individui possono agire in autonomia mentre cercano sostentamento”), allora lo sono poco. L’Index of Economic Freedom non lascia dubbi in proposito e da un punteggio pari al 58,8% alla libertà economica nel nostro paese: per capirci, siamo al 92esimo posto su 184 nella classifica mondiale e al 36esimo su 43 in quella europea.

Quali sono gli ostacoli alla libertà economica, quelli che spingono gli imprenditori a fuggire e altri addirittura a uccidersi? Il Global Competiteveness Report evidenzia come, tra i principali freni all’attività economica italiana, ci siano ai primi due posti una burocrazia pubblica inefficiente e un elevato carico fiscale. È ovvio che le due cose siano collegate: dove non si è in grado di gestire bene la prima, è inevitabile che si rimedi attingendo ai risparmi dei cittadini.

I fattori più problematici per il business

Fonte: World Economic Forum (2011), Global Competiteveness Report 2011-2012

Così mentre ieri la Corte dei Conti ammoniva sulle elevate tasse, oggi ci avvertono che ora non è possibile tagliarle: si può davvero credere che abbiamo un apparato politico e burocratico così efficiente che non esistono margini di miglioramento?  Non secondo l’Index of Economic Freedom che ci relega, su 184 paesi nel mondo, al 169esimo posto per la libertà fiscale e al 164esimo per la spesa pubblica (entrambi in peggioramento rispetto all’anno scorso).

I limiti del Governo:

Fonte: Heritage Foundation (2012), Index of Economic Freedom

Eppure c’è ampia evidenza che gli interventi dal lato delle entrate (per capirci, una maggiore pressione fiscale) deprimono la crescita e lo sviluppo più di quelli che mirano a ridurre la spesa. Se servissero ulteriori dimostrazioni, basta guardare il numero di nuove imprese nate in Italia negli scorsi anni: certo non è sufficiente a dimostrare nulla, ma dovrebbe comunque indurre qualche riflessione sulla strada scelta per uscire dalla crisi. In caso contrario, agli imprenditori non si lascerà altra soluzione che pregare per un miracolo.

Fonte: Ocse (2011), Enterpreunership at a glance 2010

Tutto questo cosa implica? Esattamente quanto detto all’inizio: una presenza statale così invasiva è fortemente limitante della libera attività ed iniziativa economica. Deprime quindi la crescita perché non nascono nuove imprese e attività e, con esse, nuovi posti di lavori, e la deprime perché quando le tasse assorbono metà dei nostri stipendi inevitabilmente si riducono i consumi, soprattutto se i prezzi mostrano invece un trend in crescita a fronte della stagnazione dei salari.

Buona festa della liberazione a tutti, con tanti saluti alla libertà economica.

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21 Responses

  1. ALESSIO DI MICHELE

    Sarebbe ora di gridarlo forte e chiaro: il fascismo ed il nazismo sono stati sbaragliati militarmente, sono stati battuti (ma ogni tanto ritornano) politicamente, hanno trionfato e sempre trionferanno in economia. Ma gl’ italiani continueranno a pensare che l’ economia sia una cosa di bassa cucina, che poco conta. Vuoi mettere le libere elezioni ? Poi non abbiamo di fatto manco quelle, ma basta dirlo e tuti ci crederanno.

  2. giuseppe

    Il Nazismo e il Fascismo sono stati annichiliti da due uomini coraggiosi.
    Due uomini liberi,prima che liberali. Churchill e De Gaulle.
    Quandi i nipotini di Mussolini si atteggiano a liberali, mi viene da ridere.

  3. Giorgio Gori

    Nazismo e fascismo avrebbero vinto in economia? Ma cosa ci fa su un blog liberale uno che crede a robe del genere?

  4. mick

    @ALESSIO DI MICHELE
    “hanno trionfato e sempre trionferanno in economia” ?? scusi ma di che cosa sta parlando? I

    A parte il fatto che se anche fosse vero, cosa che palesemente non è, da liberale mi interesserebbe sino ad un certo punto

  5. mick

    RICORREZIONE : INTENDEVO REPLICARE A GIUSEPPE E NON A GIORGIO

    CHIEDO SCUSA E PER OGGI DIREI CHE è MEGLIO CHIUDERE QUI……..!!!!!!!!

  6. giuseppe

    @mick
    Voglio precisare che il mio commento non si riferiva al primo – di Alessio – che nemmeno avevo letto. A mick: certamente anche Roosevelt, che intervenne però molto, ma molto più tardi. Churchill e De Gaulle, in posizioni certamente diverse, sostennero fin dall’inizio il pesante fardello di una situazione che li vide per molto tempo in procinto di capitolare. Le loro figure rappresentano forse il miglior risultato della Storia delle più antiche democrazie europee. Naturalmente Italia e Germania non altrettanto, nonostante una Resistenza che un pò ci ha riscattati.

  7. filippo

    ancora a parlare di stronzate fasciste e comuniste!?!?!

    colpa di gente come voi che l Italia é finita in questa ecatombe.

    intellettuali sinistroidi ad inculcare dottrine economiche fondate su alterego e intellettuali liberisti a combattere i sinistroidi e alla fine

    i nostri cari conti economici e le nostre imprese si sono azzittite completamente perché cane e gatto sono un bello spettacolo per tutti.

    La storia é storia adesso bisogna tirare fuori le palle per cambiare questa Italia.

    altro che stronzate e professori paraculati.

    W Oscar Giannino quando dice che in questi casi bisogna migrare e abbandonare l idea di un futuro in Italia.

    E chi non può fare ciò si prenderá quello che resta di briciole di lavoro e assistenza.

    Propongo il giorno 25 Dicembre tutti a Roma contro parlamento e vaticano.

    Non facviamoci prendere in giro da questa gente super arricchita senza problemi di futuro.

    p.s.
    la persona che scrive vive all estero ma non posso sopportare di vedere un popolo cone il nostro infangato da tutta la classe politica degli ultimi 30 anni.

    Io ci sono!!

  8. Vincenzo

    a proposito del trionfo del fascismo in economia, penso che un’utilissima lettura sia la seguente:

    http://mises.org/journals/fm/FM_Fall_2011.pdf (What is Fascism?)

    La provenienza è liberale DOCG

    Alessio Di Michele dice il vero quando afferma che il fascimo ha trionfato in campo economico dato che i sistemi economici odierni sono sistemi di puro stampo fascista.

    E’ in questo senso che il fascismo ha “trionfato”. Le pratiche economiche di Mussolini sono state adottate nel tempo da tutte le classi dirigenti occidentali, mascherando il tutto con il velo ipocrita delle libere elezioni (in cui viene eletto che hanno deciso i capi).

    E’ ineteressante notare una cosa. Nell’articolo si parla di fascismo e non di nazismo, ed è giustissimo. Il nazismo fu in effetti una imitazione del fascismo (lo disse Hitler stesso, se non ci fosse stato Mussolini lui non sarebbe mai arrivato al potere), più organizzato, più crudele, più aggressivo, più tedesco insomma, ma l’origine del fenomeno è tutta italiana.
    E questo dovrebbe certamente indurci, come italiani, a qualche riflessione, avendo noi liquidato il fenomeno fascismo con estrema superficialità, contentandoci di trasformarci, il giorno dopo, tutti in antifascisti della prima ora e rifacendosi una verginità grazie a pochi coraggiosi che rischiarono la loro pelle, e spesso la persero, per combattere fascisti e nazisti. Le manisfestazioni del 25 Aprile sono ipocrite non perché celebrino la lotta partigiana ma perché sono oltraggiose nei confronti dei partigiani in quanto fatte, le manifestazioni, da gente che, se avessero vinto gli altri, sarebbe andata ad applaudire quelli.
    Riconquisteremo veramente la nostra dignità di popolo il giorno in cui, il 25 Aprile, senza musiche, concerti e garrire di bandiere varie, ci sarà qualcuno che avrà il coraggio in onore ai caduti durante la liberazione, un discorso come questo: “Ragazzi e ragazze, uomini e donne caduti durante la Resistenza, perdonate noi altri italiani che in quel momento vi abbaimo lasciati soli a combattere contro un mostro che noi stessi avevamo contribuito se non a creare quanto meno a nutrire. Perdonateci, perché lasciandovi soli a combattere questo mostro, la scofitta del mostro è stata possibile solo con il supporto militare degli Anglo-Americani che, dopo la guerra, hanno richiesto che pagassimo il conto dei nostri errori imponendoci condizioni che hanno fatto di noi un popolo non più pienamente sovrano e orgoglioso di essere tale, un popolo che ormai sa unirsi solo dietro alla nazionale di calcio e non dietro ad ideali condivisi. Perdonateci perché, fino all’ultimo momento siamo rimasti a metà del guado per vedere chi avrebbe vinto e decidere quindi da che parte buttarci.”

    Ecco, il giorno in cui ci sarà qualcuno capace di fare questo discorso, quel giorno si sarà buttato il seme per una vera rinascita dell’Italia.

    P.S. In vita mia non ho mai votato più a sinistra della DC del tempo che fu. Ho visitato tre volte Auschwitz e tre volte la casa di Anna Frank.

  9. giuseppe

    @Vincenzo
    Bravo! Quelli che celebrano la Resistenza oggi avrebbero votato dall’altra parte. Verissimo! Nell’iconografia della Resistenza si ha notizia di tipografi che stampavano volantini clandestini, di fabbri che producevano armi rudimentali, di operai e intellettuali squattrinati. Insomma, gente che viveva anche un certo disagio economico. Di tante persone disinterassate e coraggiose che oggi sarebbero forse anche classificate come evasori.Ma gli apparati statali erano tutti con chi gli passava lo stipendio a fine mese, con qualche rara eccezione.

  10. Luigi Calabrone

    In Italia comanda, dal 1948, la burocrazia statale, collegata con quelle giudiziaria, parastatali, sindacali, ecc., intrecciate insieme in un patto corporativo di ferro. Il patto corporativo succhia risorse dal Paese e le distribuisce ai gruppi sociali corporativi. Fino a che c’era la lira, anche mediante debiti, emissione di moneta e svalutazioni frequenti; dall’euro in poi, non potendosi più fare debiti, con le imposte e tasse.

    Questa è la vera Costituzione materiale che si è affermata e consolidata soprattutto nel periodo dei governi deboli e di durata di pochi mesi, dal dopoguerra fino alla caduta del muro di Berlino. I governi, i ministri continuavano a cambiare; intanto i burocrati e i capi delle corporazioni governavano nel loro specifico interesse.

    Intreccio, che si oppone a qualsiasi mutamento dello status quo, e che nessuno è riuscito finora a sciogliere, nè Berlusconi (che non è riuscito a fare nulla di ciò che aveva promesso, nè ora Monti, che sta facendo una cattiva prova in materia di “spending review”. Finora Monti ha continuato la strada dell’aumento della pressione fiscale, che sta strangolando l’Italia. Ci corra forse una catastrofe – peggiore ancora dell’aumento dello spread – perché il debole Governo dell’Italia abbia la forza sufficente per ridurre la spesa pubblica?

  11. Enrico Faedo

    Carissimo Giannino

    Condivido i fattori più problematici per fare il business in Italia . L’Italia i punti più negativi li azzecca tutti !
    Combattiamo inoltre un altra difficilissima battaglia: La gestione Paese , la più cara del mondo !
    Siamo un popolo soggetto alla globalizzazione vedi stagnazione stipendi ( Tra i più bassi d’europa ) e la delocalizzazione per sopravvivenza . Lo stesso popolo deve mantenere una gestione di potere sia politico , bancario che di servizi che della globalizzazione se ne fa un baffo ( Vedi in Italia gli stipendi più alti del mondo di politici bancari e alti funzionari con nessun rispetto delle tasse pagate dai cittadini che producono o lavorano) come ne usciamo ? Stampiamo ancora BOT o CCT per mantenerli ?

  12. ALESSIO DI MICHELE

    @ Giorgio Gori & Mick:

    lungi da me affermare od anche solo pensare che avendo (secondo me) fascismo & nazismo trionfato in economia, allora esse sono nel giusto e dobbiamo, pur liberali, chinare il capo. Al contrario, il mio pensiero è: noi liberali abbiamo a cuore l’ economia libera ed aperta, e dobbiamo quindi riconoscere e, nei limiti del possibile, combattere le economicamente trionfanti dittature del 20° secolo; ma, per combattere, bisogna conoscere e riconoscere il fascino che esse esercitano in economia verso le masse. E mi si permetterà che il nemico occorra conoscerlo per combatterlo, ed occorra interessarsene anche oltre quel certo punto.

  13. Francesco P

    L’articolo ed i grafici ci indicano in modo ineludibile che “se in Italia venisse introdotto lo schiavismo, gli imprenditori stranieri non verrebbero comunque e quelli italiani cercherebbero lo stesso di emigrare all’estero”.

    Vi sembra un’affermazione provocatoria? Rifletteteci bene.

  14. Alberto

    Parliamo di stato invasivo, se solo il comune di Milano possiede circa 250 società partecipate (perdonatemi il conto fatto a spanne) con stipendi e gettoni di presenza degli amministratori come quelli che potrete vedere nel documento stesso (ed hanno avuto la faccia tosta di publicarli), ed abbiamo ABC ineffabili facce di bronzo, che chiedono a Monti di tagliare la spesa pubblica, lui stesso faccia di bronzo che non risponde a dovere, mi dite dove vogliamo andare? Mi dite come si fa ad avere meno stato? L’ unica soluzione, nonostante le parole di Napolitano, bla bla bla…….quale volete che sia? L’ antipolitica e l’ abbattimento di questa non politica o la catastrofe. Diceva il sempre attuale “Totò ma mi facci il piacere”

  15. radici piero

    prima che alla libertà economica io guarderei alla LIBERTA’ individuale, quella con la ” L ” maiuscola: permettere ad uno stato un comportamento di questo tipo “” siccome io sono inefficiente e infarcito di ladri, ti aumento le tasse per finanziare questa mia inefficienza e lo faccio con gli stessi metodi che usava Ceausescu con i suoi sudditi, cioè ti controllo EX ANTE perchè tu sei un potenziale evasore “”, significa aver abdicato ad ogni dignità !!! Ricordiamoci che siamo noi, i cittadini, ovvero IL POPOLO i datori di lavoro di questi sgherri.

  16. Claudio Di Croce

    Come la liberazione dal fascismo è stata ottenuta grazie alle armate angloamericane – con il supporto più che altro ” politico ” dei pochi italiani antifascisti , cresciuti a dismisura dopo la sconfitta tedesca- anche la libertà economica , se mai arriverà, cosa di cui dubito , sarà la conseguenza di fatti esterni , perchè alla grande maggioranza degli italiani , compresi alcuni frequentatori di questo blog ” liberale “, la libertà economica non interessa , ma interessa molto di più uno stato padrone che si curi del ” sociale ” e che ” distribuisca ” la ricchezza , il chè, tradotto , significa stato ladro a favore di alcune categorie , politici e dipendenti PA in testa.

  17. liberal

    La cosa interessante è vedere che i “liberisti” si sono scatenati adesso contro il terribile Governo Monti e la triade ABC (sarebbe corretto dire A+B B C).
    Finchè c’è stato il Governo Berlusconi nessuno si è accorto che “una rivoluzione liberale” guidata da un mitomane e da fascisti è impossibile per non dire peggio?

    Berlusconi ogni tanto si vantava che Monti, proseguiva la sua opera! Aveva ragione? Adesso di fronte alla rabbia generalizzata, tace ed….attende. Cosa? Semplice.
    Che i “merli” che abbondano su questo blog, gli ridiano il voto come “salvatore della Patria”.

    Per finire: Libertà individuale e diritti, già comprendono la libertà d’impresa, mentre la libertà d’impresa, da sola, è una frase equivoca che non comprende automaticamente il diritto e la libertà del cittadino.
    Accoppiata Cile di Pinochet e Chicago boys di Freedman docet!

  18. Claudio Di Croce

    @liberal
    Probabilmente lei preferiva l’URSS e sopratutto la DDR , che controllava i sudditi in tutti i modi e aveva un esercito di spie e delatori al suo servizio. La libertà fa paura sopratutto agli inetti e a coloro che amano vivere sulle spalle del lavoro degli altri.

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