31
Mag
2010

Postilla al Draghi Reloaded: più concorrenza tra le agenzie di rating

Breve postilla al Draghi Reloaded di Carlo Stagnaro: il cenno di Draghi alle agenzie di rating. Tra tante parole al vento, propositi di spezzare le reni alle tre sorelle della valutazione e sogni di una super-agenzia europea, il Governatore getta un po’ di buon senso sul fuoco del populismo, sottolineando come l’agenda del Financial Stability Board punti, tra l’altro, a:

ridurre la rilevanza dei rating nella supervisione, al tempo stesso accrescendo la concorrenza tra le agenzie di rating e controllando efficacemente l’integrità dei loro processi decisionali, la trasparenza dei loro giudizi;

Trasparenza e concorrenza per il rating, altro che statalizzazione della valutazione. Siamo in pochi a dirlo, ma per fortuna nel gruppetto sparuto c’è anche Mario.

You may also like

Caro bollette costi energia
Come risolvere la crisi dei prezzi dell’energia?
Dalla lettera di Draghi del 2011 al PNRR di oggi, qualcosa è cambiato?
Maratona Pnrr. Transizione ecologica: money for nothing
Maratona concorrenza: quello che l’Antitrust non dice

2 Responses

  1. liberal

    Populismo? Parola abusata. Denunciare delle associazioni a delinquere non è populismo! Non mi risulta che qualcuno su questo sito si fosse accorto del gioco “sporco” delle agenzie di rating. Venire fuori sempre dopo e troppo tardi. Siete tra quelli che vi accorgerete dopo che se ne sarà andato, del mostruoso conflitto d’interessi del nostro egregio Capo del Governo? E’ populismo questo?

  2. Matteo Gianola

    il problema riguardante le agenzie di rating è annoso… esistono enormi conflitti di interesse fra gli asset proprietari (generalmente Fondi) e il livello dei giudizi indicati.
    Davvero qualcuno crede che l’uscita di Moody’s sul debito sovrano in Italia di qualche settimana fa sia stata da attribuire solo a un errore? Il problema, poi, è che taluni istituti italiani basano la propria attività esclusivamente sui ratings rilasciati a Banche e Stati… a questo punto non sarebbe necessria una seria regolamentazione internazionale del setore? OCSE e Banca Mondiale non contano veramente nulla?

Leave a Reply