4
Nov
2010

Piccolo Guinness delle corbellerie su Alitalia

Un’unanimità di no ha accolto l’idea di Rocco Sabelli di suggerire nel 2013 agli azionisti di Alitalia una fusione con Air France: “Alitalia dovrà rimanere italiana” (Berlusconi);  ”Questo può essere un pensiero di Sabelli (l’integrazione in Air France) ma certamente non è condiviso dagli azionisti”; “Alitalia deve rimanere italiana” (Matteoli), “No a fusione con Air France” (Alemanno),  “Sabelli chiarisca su Air France” (Epifani), “La compagnia resti italiana” (Polverini). Zingaretti, presidente della provincia di Roma, è preoccupato per l’occupazione: “I tagli occupazionali che nascono da una fusione sarebbero pagati esclusivamente da migliaia di lavoratori del nostro territorio…”; Meta, capogruppo PD nella commissione trasporti della Camera teme un “… impoverimento gravissimo per il sistema del trasporto aereo nazionale”.

Hanno ragione? Per nostra fortuna disponiamo di un controfatto, un evento del tutto simile accaduto sette anni fa: l’aggregazione di Klm in Air France decisa nel 2003 e divenuta operativa nel 2004. Se essi hanno ragione ci aspettiamo di poter documentare un drastico impoverimento del sistema del trasporto aereo olandese, un crollo nell’occupazione di piloti, hostess e personale di terra, frotte di turisti internazionali diretti ad Amsterdam e invece perfidamente dirottati da Air France a visitare la Tour Eiffell, il Louvre ed Eurodisney.

Ovviamente niente di tutto questo:

  • dal 2003 a oggi Klm è cresciuta del 30% (pax km trasportati) mentre Air France, azienda incorporante, è cresciuta un pò meno (il 27%);
  • il gruppo Air France-Klm è divenuto grazie all’aggregazione il primo in Europa e il secondo nel mondo;
  • dal 2003 ad oggi è il gruppo che è crescito di più in Europa;
  • negli ultimi anni l’occupazione del solo ramo Klm è aumentata di 3 mila unità.

Cosa è successo invece ad Alitalia nello stesso periodo, grazie al nazionalismo economico e al protezionismo nei confronti delle regole del mercato? Ricordiamo che in questo periodo, dopo aver mancato un’occasione di matrimonio con Klm, Aitalia ne ha mancate altre due con Air France.

  • dal 2003 ad oggi Alitalia ha perso un decimo del traffico se non consideriamo AirOne e un quinto se la consideriamo;
  • l’occupazione è scesa di un terzo;
  • la quota di mercato si è contratta di oltre un terzo;
  • tra il 2003 e il 2007 ha cumulato 2,6 mld. di perdite;
  • nel 2008 il ‘salvataggio’ si stima sia costato per maxiperdita del 2008, mancati introiti da vendita a Air France, oneri pubblici per rimborsi ad azionisti ed obbligazionisti, oneri assistenziali per personale in esibero, mancati introiti fiscali e contributivi per ridimensionamento aziendale almeno ulteriori 3 mld.

Bastano i due gruppi di dati per dimostare che i nostri ‘opinion makers’ italiani hanno pesantemente torto mentre ha avuto ragione l’Olanda nel 2003 a favorire l’aggregazione? Eppure per l’Olanda vendere  era molto più difficile perchè quel paese è una monarchia e Klm è l’unica azienda aeronautica europea ad avere la corona reale nel logo (passa in genere inosservata ma è visibilissima) e l’aggettivo reale nel nome: Koninklijke Luchtvaart Maatschappij, Compagnia reale di aviazione.

Persino Margaret Thatcher non riuscì a privatizzare Royal Mail ma ora ci riprova David Cameron, così come ci aveva provato anche Gordon Brown un paio d’anni fa. Allora l’azienda europea con migliori chances di entrare come socio-gestore di Royal Mail era TNT, azienda postale olandese che prima di globalizzarsi comperando il corriere australiano TNT si chiamava in realtà KPN – Koninklike Ptt Nederland. Si nota la K iniziale che sta anche in KLM, infatti il nome vuol dire Poste reali olandesi, ed è superfluo precisare che si tratta di un’azienda completamente privatizzata e della quale il governo non possiede più neppure un’azione. Utile anche ricordare che TNT, già KPN, è in Italia il principale, seppur piccolo, competitore della statalissima Poste Italiane la quale si appresta a statalizzare, con la benedizione del non-reale Tremonti, anche il Mediocredito Centrale.

Morale della favola: nel nord Europa anche le regine hanno capito il mercato, missione che sembra invece impossibile per i  nostri politici nord mediterranei. Con buona pace del contribuente, azionista a forza di imprese sur-reali che non vedrà mai dividendi nè servizi pubblici passabili.

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10 Responses

  1. giacinto sutto

    non contesto i dati pero vorrei far notare la diversa situazione economico-occupazionale e sopratutto di tratte operate tra klm e az…la prima est sempre stata una delle prime compagnie al mondo per qualita di servizi e conoscendo un po la mentalita olandese non credo fosse soffocata da migliaia di assunzioni clientelari e da stupide dispute se privilegiare roma o milano..
    con questi dati di partenza era logico aspettarsi un confronto alla pari tra amsterdam e parigi…
    cosa completamente diversa tra parigi e roma…

  2. luigi zoppoli

    Francamente, caro Prof. Arrigo mi avrebbero meravigliato reazioni diverse dei personaggi pubblici citati. Le quali preludono ad ulteriori addebiti occulti alle tasche dei contribuenti ove se ne ravvisasse la necessità. E le premesse ci sono.

  3. sur-reali, direi che il termine è più che azzeccato, vedrà prof. che a furia di picchiare il ferro ne verrà fuori qualcosa!

  4. Ma perchè, nonostante tutto quanto scritto detto e ripetutto, nonostante i dati palesi, noi continuiamo bellamente a, scusate il termine, sbattercene? Non credo alla differenza genetica degli italiani, posso comprendere la disillusione però ci portano via i soldi sotto il naso e non vedo raduni oceanici di persone arrabbiate…

  5. Caber

    @ spaziamente

    per me è una somma di 1 disillusione (o abitudine a prenderlo nel…) 2 tribalismo (se qualcuno protesta è un comunista, o un berlusconiano. se non è nessuno dei due si diffida a prescindere) 3 mancanza di un catalizzatore credibile e condiviso della protesta (punto legato all’1 e al 2).

    e poi ognuno si fa i fatti suoi
    i tassisti non protestano almeno che non tocchino le licenze
    gli avvocati purchè non tocchino i loro vari privilegi
    i dipendenti pubblici pure
    e così via
    fino a sommare la maggior parte della popolazione… un giorno si sveglieranno paese del terzo mondo e non capiranno neanche perchè.

  6. bill

    Tutto giusto, l’unica perplessità rimane il numero di dipendenti che Alitalia aveva, con migliaia di esuberi, e che probabilmente (non sono aggiornato a riguardo) ancora ha.
    Certo che se di esuberi si tratta, lo sono sia che rimanga italiana, sia che si accordi con Air France…o no?

  7. Ugo Arrigo

    Ringrazio per i commenti e mi scuso se riesco a rispondere solo ora. Alcune brevi annotazioni in attesa di ritornare sul tema AZ in un prossimo post:
    @ giacinto sutto
    confrono aggregazione AF-KLM rispetto ad AF-AZ: nel 2003-04 l’aggregazione tra KLM e AF avvenne con ‘pari dignità’ a differenza della fallita aggregazione della fallimentare AZ ad AF a inizio 2008; tuttavia uno degli ostacoli all’aggregazione tra AZ e KLM all’inizio del decennio fu che ai prezzi di borsa AZ capitalizzava più di KLM e vi era quindi il ‘rischio’ che la compagnia risultante dall’aggegazione potesse essere sotto controllo italiano.
    @ bill
    sull’eccesso di personale/esuberi: contrariamente alle aspettative, un’analisi quantitativa sui costi unitari fatta in un mio studio che è stato pubblicato nel 2005 su Mercato Concorrenza Regole (rivista del Mulino) evidenziava per AZ un eccesso di costo per posto km offerto solo del 6% rispetto ad un aggregato di 30 vettori europei di bandiera/tradizionali (quindi non low cost) il quale poteva essere giustificato dalla minor lunghezza media dei voli (più un vettore vola lungo più i costi per km di volo si abbassano, da un lato per un minor peso dei costi di decollo e atterraggio sul totale, dall’altro per i minori consumi di carburante durante i km di crociera). In sintesi: Alitalia era efficiente come la media dei vettori europei tradizionali e quindi non aveva eccesso di costi unitari nè eccesso di personale, semplicemente vendeva meno posti ogni 100 disponibili rispetto agli altri vettori e ricavava in conseguenza di meno per posto km offerto. L’inefficienza stava quindi tutta dal lato dei ricavi, non dei costi.
    La nuova AZ ha molto ridotto il personale perchè ha ristretto fortemente l’azienda e la sua offerta: infatti mentre nel 2007 sommando AZ più AirOne più Volare arriviamo a circa 33 milioni di passeggeri, nel 2009 il nuovo vettore si è fermato a solo 21,2 milioni, oltre un terzo in meno. L’azienda ha quindi bisogno di meno personale solo perchè, a parità di produttività, produce di meno, non perchè riesce a produrre identici livelli con meno personale.

  8. xxxmen

    Ecco perchè gli olandesi per volare vanno oltre confine, a 5 km in territorio tedesco, trovano l’aeroporto di Weeze, dalla quale possono comprare voli a 1/10 del prezzo dei Klm, gli Olandesi sono costretti ad andare oltre confine perchè in Olanda le low cost non possono atterrare, visto che i FRANCESI non VOGLIONO.

  9. E la solite storia italiana.
    Se vendessero verrebbe a mancare una possibile sistemazione dei figli degli amici e parenti dei polirici.
    Una delle ragioni della mancata vendita ad Air France era che il 90% dei dipendenti Alitalia avena protettori politici.
    Cosi va la vita.

  10. luigi

    Forse è il caso di cominciare a dire che i Radicali, in particolare con Emma Bonino, furono recisamente contrari alla decisione presa dal governo Berlusconi, spiegando dettagliatamente i motivi econimici della loro contrarietà.

    Se siete alla ricerca di politici convintamente liberali e liberisti da sostenere, non a chiacchere ma magari offrendo loro qualche spazio radiofonico ( vero Oscar? ti seguo tutti i giorni ma non ho mai avuto il piacere di ascoltare un politico Radicale nella tua trasmissione!) di informazione.

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