14
Lug
2009

Que viva el presidente!

UPDATE: L’eterno ritorno dell’uguale.

 

Anche quest’anno non delude, l’intervento con cui Alessandro Ortis, presidente dell’Autorità per l’energia, presenta la “Relazione annuale sullo stato dei servizi e sull’attività svolta” (qui la relazione e qui il discorso di Ortis). Pur formalmente ineccepibile, Ortis ha approfittato del palcoscenico privilegiato della Sala della Lupa non solo per rivendicare i meriti suoi e dell’organismo da lui presieduto, ma soprattutto per difenderne l’autonomia e il ruolo in un mondo sempre più sballottato dalla crisi economica, e in un paese sempre più incerto riguardo a chi, come, cosa, quando e perché liberalizzare. Tre, in particolare, i passaggi che mi sembrano “caldi”, al di là della polemica (se posso permettermi, un po’ stucchevole) sulla speculazione petrolifera che invece è stata più ampiamente ripresa. (Il che, per inciso, non stupisce, essendo la speculazione petrolifera questione talmente complessa e lontana che, qualunque cosa se ne pensi, non rischia di disturbare alcun manovratore).

Read More

14
Lug
2009

La presa della Bastiglia digitale

Oggi vado un po’ di corsa, ma mi pare utile proporre ai lettori di Chicago Blog un breve ragguaglio su quello che è – almeno in rete – il tema del giorno: le reazioni dei blog all’obbligo di rettifica introdotto dal DDL sulle intercettazioni in discussione al Senato. Qui trovate la ragioni degli scioperanti; qui e qui (grazie a Gigi Cogo per la compilazione) il punto di vista dei crumiri 2.0. 🙂 Se ne parla anche su Friendfeed.

13
Lug
2009

Cattive notizie

UPDATE [22.00] Si apprende che la Banca d’Italia rimprovera a Zopa di effettuare raccolta del risparmio attraverso la giacenza sul conto prestatori (grazie anche a darmix nei commenti a questo post). Personalmente, credo che nella migliore delle ipotesi il provvedimento sia frutto una lettura capziosa delle norme. La più severa regolamentazione dell’attività bancaria rispetto alla semplice intermediazione finanziaria trova, infatti, la sua ratio nella divaricazione tra titolarità ed impiego delle somme versate. La giacenza del conto prestatori, viceversa, non entra mai nella disponibilità di Zopa. Assai più verosimile mi pare la ricostruzione del direttore Giannino, che allude all’arrocco corporativo delle banche. Come osserva correttamente Giacomo Dotta, d’altro canto, i rilievi di via Nazionale non riguardano unicamente Zopa, ma più in generale l’intero comparto del social lending. Insomma, la partita è appena iniziata.

Zopa, il servizio di social lending che ha già distribuito oltre 7 milioni di euro di prestiti, sospende l’attività.

In data 10 luglio 2009 è stato notificato a Zopa il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze che, su indicazione di Banca d’Italia, ha cancellato dall’elenco degli intermediari finanziari ex art. 106 la nostra società. Come conseguenza immediata ci vediamo costretti a sospendere la trattazione di nuovi prestiti e l’ingresso di nuovi Prestatori.
La società sta valutando tutte le iniziative, anche di natura giurisdizionale, per tutelare la propria posizione e la community. Vi terremo informati su tutte le attività che metteremo in atto per salvaguardare un’iniziativa innovativa, etica, sociale e vantaggiosa per tutti i partecipanti.

[HT: Roberto Venturini]

13
Lug
2009

I tedeschi alla conquista del deserto

Map of the Desertec projectQui l’aggettivo faraonico calza a pennello. Non soltanto perché siamo nell’Africa sahariana, ma anche e soprattutto per la natura del progetto. Su imbeccata del Club di Roma, un consorzio di giganti del settore energetico tedesco- tra cui persino le tanto vituperate RWE, E.on e Siemens- ha lanciato stamane un’iniziativa a dir poco imponente quanto a costi di investimento e rischio di impresa: raccogliere energia solare direttamente dove il sole batte di più (che si tratti di un’implicita ammissione che piazzare pannelli a Lubecca serve a poco?), ossia nel deserto, per poi trasportarla in Europa.

L’obiettivo consiste nel soddisfare la sempre maggiore domanda energetica, nell’aiutare l’ambiente e nel contribuire a realizzare l’ormai fantomatica indipendenza energetica (sic) dell’Europa continentale dal cattivo zar Putin. Peccato che il Sahara non sia esattamente terra di nessuno, ma corrisponda a fette di territorio più o meno grandi, appartenenti a Stati non proprio “democratici”. Al di là del buonismo di maniera sugli standard di democraticità di questi paesi (più importante è capire il grado di affidabilità che essi garantiscono per la continuità dell’opera), ci permettiamo modestamente di ricordare che l’approccio al progetto trasuda di un colonialismo un po’ d’antan. Ricordate la boutade di Tremonti sulle centrali in Albania? Ecco, il substrato culturale non è poi molto diverso. Tutti paiono preoccuparsi dei benefici che un’opera simile produrrà per i cittadini tedeschi ed europei, senza porsi l’interrogativo fondamentale. A questi paesi africani sta bene? Non vogliono niente in cambio?

In secondo luogo, resta ignota l’entità dell’esborso e il nome dei soggetti che dovranno sobbarcarselo. Per quanto riguarda il primo, pare che la cifra si aggiri intorno ai 400 miliardi in uno spazio di quarant’anni…Cifre che fanno girare la testa, anche agli oltranzisti delle rinnovabili… Per quanto attiene i secondi, noi avremmo già un’ideuzza. La parola inizia per c, finisce per i e ha dodici lettere… Resta solo da capire di quale paese.

13
Lug
2009

Nucleare: consenso informato? Di Antonio Sileo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da parte di Antonio Sileo.

Vogliano perdonare i sempre più numerosi lettori l’incursione su queste colonne, su un tema, poi, di cui si parla (e si scrive) già tanto; ma energia nucleare (o atomica, come si diceva una volta) è proprio un argomentone: problema insolubile o soluzione ovvia a seconda dei punti di vista; come se la ripresa di una produzione elettronucleare fosse davvero dietro l’angolo. Forse si è già capito, ma voglio ribadire che sono abbastanza d’accordo con quanto ha qui scritto Carlo Stagnaro.
La produzione di energia da fonte elettronucleare è un percorso lungo, secolare, che proprio non si presta ad accelerazioni o strappi, anche se tantissimi dei proponenti hanno i capelli bianchi…

Read More

13
Lug
2009

La Consob di Cardia, la caduta dei gravi

La Consob di questi tempi sta sperimentando un ritorno al passato. Non mi riferisco a precedenti presidenze, per instaurare antipatiche graduatorie personali. È tornata nel mondo descritto dalla legge gravitazionale di Newton del 1687, per la quale l’attrazione tra corpi fisici è direttamente proporzionale alla loro massa e inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza. Noi tutti dal 1915 viviamo invece nel mondo della gravità modificata alla luce della relatività generale, per la quale ogni corpo con la sua massa genera campi gravitazionali che modificano le geodetiche e le curve spazio temporali. Nel primo mondo, l’interazione tra corpi si spiega con azioni a distanza. Nel nostro mondo, le azioni a distanza non esistono e non sono mai sincrone ma diacrone. Applicato alla Consob: il presidente Cardia ha ridotto la massa dell’Autorità che vigila sui mercati ma ritiene che il suo effetto gravitazionale non si sia modificato, perchè si tiene molto più vicino alla politica. Al contrario, così facendo Cardia modifica l’intero ambiente spazio-temporale di tutte le autorità indipendenti, contribuendo suo malgrado a snaturarne natura e funzione. Basti vedere il discorso pronunciato stamane, al rituale incontro annuale con il mercato finanziario a Palazzo Mezzanotte.

Read More

13
Lug
2009

Pacs

11 – TONI NEGRI: VORREI INCONTRARE TREMONTI, E’ MOLTO ABILE…
(AGI) – “Penso che sia una persona molto abile e che la sua posizione politica lo castri”. Lo ha dichiarato l’ex leader dell’Autonomia Operaia, Toni Negri, intervistato a Venezia da Gigliola Santin e Stefano Golfari per la trasmissione televisiva Iceberg di Telelombardia. “La politica italiana – ha sostenuto – si trova in una generale condizione di miseriaÂà anzi non c’e’ proprio una scena pubblica (alla Habermas, alla Dahrendorf), manca del tutto un dibattito pubblico che agisca in termini di contraddittorio, e quindi la capacita’ di cogliere le emergenze, l’affacciarsi del nuovo, e’ ridotta praticamente a zero.

Ci sono tuttavia personalita’ italiane del mondo della politica, e dell’economia, che mi incuriosiscono molto. Tremonti, ad esempio. So che ha letto Impero, ed ha acquisito da tempo una prospettiva globale nel trattare i fenomeni della finanza. Credo che sia un uomo evidentemente molto abile. Mi piacerebbe incontrarlo una volta o l’altra. Penso che il suo andar vagando fra le varie posizioni politiche espresse in Italia e il fatto di costituire, in fondo, il legame tra la Lega e quel liberalismo confuso, ex-democristiano, che per altro sta attorno a Berlusco… lo castri, diciamo cosi’.”

13
Lug
2009

Sangue sudore e lacrime

Il 4 Luglio l’Economist ha scritto (p 26) che l’ottimismo di Berlusconi rischia di rendere ancora più improbabili le riforme di cui l’Italia ha bisogno, e che questo Governo (tanto quanto il precedente) non sembra neanche in grado di concepire. Certamente, del resto, non ci si può aspettare nulla di buono da un Ministro dell’Economia colbertista e da conti pubblici che stanno esplodendo, con un deficit salito al 9%, ma il tempo corre.

Eppure, ricorda l’Economist, se l’Italia fosse governata da un leader in grado di spiegare la gravità della crisi agli italiani, forse qualcuno lo seguirebbe, come quando si rese necessario sacrificarsi per entrare nell’euro. Se la crisi non esiste, d’altra canto, come giustificare profonde e dolorose riforme? Continuiamo ad illuderci di vivere nel paese dei balocchi.

A furia di dire che la crisi è un fenomeno puramente psicologico (e fare pressioni dissuasive su chi afferma il contrario), prima o poi il Governo proverà a curarla facendo incetta di Prozac. Bisognerebbe invece piantarla con questa recita e mostrare almeno per una volta un po’ di fegato. Ma, si sa, “il coraggio uno non se lo può dare”.

12
Lug
2009

Grandi, grosse e stupide oppure intelligenti?

Interessante dibattito sulle smart grid – una delle presunte panacee per salvare il sistema elettrico dal suo peccato originale – tra Lynne Kiesling (qui le parti uno, due, tre, quattro e cinque del suo intervento), Ken Maize (qui) e Robert Michaels (qui e qui). Le reti intelligenti possono essere un’idea furba da tanti punti di vista, ma certo l’argomento di Michaels secondo cui la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico può essere garantita solo da reti robuste e ridondanti, ancorché stupide, non è da buttar via.