Se Bruxelles fa cascar il pan di mano
Come ricorda molto bene la FAZ, quotidiano bibbia dei liberali e dei conservatori tedeschi, la Corte Costituzionale teutonica avrà anche tanti difetti (a noi invece è garbato molto l’approccio prudente dei giudici di Karlsruhe e non condividamo affatto i recenti attacchi in salsa un po’ “montiana” di chi su Lisbona avrebbe preferito una delega in bianco a Bruxelles); avrà anche i suoi difetti, dicevamo, ma non si è certo mai prodigata di stabilire se una pagnotta o un croissant debbano prima essere pesati e poi prezzati o viceversa. La tradizione della vendita al dettaglio tedesca, così come quella italiana, semplicemente non lo prevede. E spacciare per tutela del consumatore una misura così smaccatamente dirigista è offensivo per l’intelligenza dei consumatori stessi. Di qui l’ennesima protesta dei panificatori tedeschi contro tale grottesca direttiva proveniente da Bruxelles, che vieta di mettere in vendita una brioche o una pagnottina senza averla prima pesata. La precedente polemica, altrettanto assurda, la trovate qui.
In ultimo, una breve considerazione. Finché l’approccio delle istituzioni comunitarie all’integrazione europea sarà di questo tenore (ovvero di diretta ostilità verso le “libertà del produttore”), dubito che anche la gente comune possa apprezzare quel che di positivo ancora fa e promuove la Commissione. D’altra parte, va preso atto che tale ritrosia verso l’UE ha due facce: quella nazionalista e protezionista da un lato e quella cui sono cari concetti quali la sussidiarietà e la concorrenza. Non ogni strepito rivolto a Bruxelles va confuso con le pur sempre risorgenti velleità neo-bismarckiane di qualche politico tedesco.
*Qui una lettura un po’ diversa e lontana dal solito mainstream della sentenza della Corte Costituzionale tedesca sul Trattato di riforma.