Le pillole di Obama, il salasso del Tesoro
L’intervista televisiva di Obama di ieri sera si è risolta nel primo vero grande flop dacché il nuovo presidente ha vinto le elezioni. Non ho trovato un solo commentatore indipendente rispettabile, simpatizzi per i democratici o sia incallito repubblicano, che oggi negli USA non abbia riservato espressioni miste tra l’incredulità e la stroncatura, alle banali storielline con le quali il presidente ha tentato di vincere i tanti dubbi sulla sua riforma sanitaria – da oltre 1,1 bn% di costi aggiuntivi, per metà da nuove tasse sui “ricchi”- spiegando che i chirurghi devono piantarla di fare tonsillectomie solo per guadagnare i rimborsi, e che tra una pillola blu che costa il doppio, e una rossa che costa la metà ma ha lo stesso effetto, è venuto il momento di preferire quella rossa. Così continuando, la riforma sanitaria si candida a essere honeymoon’s grave per Obama come fu per Clinton. Il miglior commento è questo stupefacente grafico che documenta la “fame” del Tesoro Usa nella sola prossima settimana: la bellezza di 229 miliardi di dollari richiesti a tambur battente dal debito pubblico. Ripeto: in una settimana. Hai voglia a pillole, è peggio di un salasso.