2
Ott
2009

Dagli Usa ghiaccio freddo. La via keynesiana non funziona

I dati odierni sulla disoccupazione americana a settembre  confermano quanto vi stiamo scrivendo da mesi. L’uscita dalla crisi preconizzata come già avvenuta nei comunicati ottimistici di tanti meeting internazionali resta per il momento un wishful thinking. L’America si interroga, a differenza di noi, sull’effetto degli incentivi all’auto. La conclusione è: finché non si incide il ferro nel bubbone banco-finanziario, l’ottimismo è incongruo. Perché il galoppo della spesa pubblica e del quantitative easing delle banche centrali – che i più intendono oggi rafforzare ulteriormente – si stanno rivelando la risposta sbagliata.

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1
Ott
2009

Thilo Sarrazin, leghista di sinistra della Bundesbank

Scandalo in Germania per l’intervista a Lettre International di Thilo Sarrazin, ex ministro delle Finanze nel governo di sinistra di Berlino, a tutti gli effetti parificato a un Land. Sarrazin siede nel board della Bundesbank, e  nella coalizione di sinistra berlinese rappresentava l’ala più moderata  ma pur sempre della SPD. Come responsabile delle Finanze, per sette anni fino al maggio scorso ha fatto il possibile per ridimensionare la colossale spesa pubblica in deficit, che ha prodotto un debito astronomico di ben 60 miliardi di euro Leggete qui in sintesi che cosa ha detto: che la crisi di Berlino dipende dal fatto che il 40% dei nuovi nati nasce nel lumpenproletariat di immigrati turchi e arabi che non partecipano al ciclo delle attività economiche ma si limitano al più a rivendere frutta e verdura; che questi giovani di basso talento e nessuna ambizione abbassano inevitabilmente lo standard formativo della città e ne abbattono il capitale umano; che occorrerebbe piantarla di tener la porta aperta a tutti ma solo scegliere gli immigrati meglio formati e gli altri mandarli via; e che infine Berlino non si è mai ripresa dallo sterminio degli ebrei che ne azzerò il livello intellettuale e ogni sana tendenza all’elitismo, mentre dalla generazione del ’68 in avanti troppa gente si è abituata solo a vivere dei sussidi pubblici. La Bundesbank ha emesso una nota ufficiale per distanziarsi dalle opinioni di Sarrazin. E io vi chiedo: questo apparente leghista di sinistra secondo voi è un provocatore, oppure dice cose che a chi conosce Berlino sembrano solo di buon senso, sia pur provocatorio?

1
Ott
2009

Stati Uniti, l’economia sta già perdendo slancio?

Il dato sui redditi personali di agosto mostra un incremento dello 0,2 per cento, 0,1 per cento oltre le attese. Le spese per consumi personali sono aumentate dell’1,3 per cento, 0,2 per cento in più del consenso, con il maggior incremento (5,3 per cento mensile) realizzato dalla categoria dei beni durevoli, un effetto del programma di rottamazione auto “cash for clunkers“. Il deflatore dei prezzi delle spese per consumi personali è cresciuto dello 0,3 per cento mensile. Di conseguenza, le spese personali reali sono aumentate dell’1 per cento mensile, mentre il reddito reale personale è calato nel mese dello 0,1 per cento. A causa dell’effetto una tantum di spinta ai consumi personali e di redditi nominali in moderato incremento, il tasso di risparmio è sceso dal 4 al 3 per cento. Nei mesi prossimi, in assenza di circostanze straordinarie come la rottamazione delle auto, è prevedibile che il risparmio torni a crescere, mentre la difficile situazione del mercato del lavoro (vedi oltre) non depone a favore di uno sviluppo dei consumi.

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30
Set
2009

Il costo del monopolio: 50 miliardi di euro

Questa mattina, in un’affollata conferenza a Milano il fondo Knight-Vinke Asset Management ha presentato il suo progetto di ristrutturazione dell’Eni. Qui si trova il comunicato ufficiale. La critica di Eric Knight, numero uno del fondo, è a grandi linee questa: dentro l’Eni convivono due/tre soggetti completamente diversi. C’è anzitutto una oil company tradizionale, attiva nell’upstream e fortemente internazionalizzata. Poi c’è una utility, che importa e vende gas in Italia. Infine c’è l’unità infrastrutturale, una tipica macchina da dividendi che però è penalizzata dal fatto di essere parte del più vasto corpaccione dell’Eni. L’integrazione verticale – che in questi termini rappresenta un caso unico rispetto alle altre imprese simili – imprime uno sconto sul valore del titolo, perché crea al mercato difficoltà di valutazione. Quindi, scorporare in qualche maniera le attività di Eni aiuterebbe a far emergere il valore nascosto, che gli analisti di Knight-Vinke stimano oggi in circa 50 miliardi di euro: secondo le loro proiezioni, il valore del titolo potrebbe grosso modo raddoppiare.

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30
Set
2009

Due visioni sulla Cina, Banca Mondiale e Fmi

Ho visto che cresce la febbre cinese tra i lettori del nostro blog. Soprattutto tra diversi che grazie al Cielo hanno preso negli ultimi tempi a frequentarci, e magari non è affatto detto che la pensino come noi ma sono curiosi di vedere come argomentiamo le nostre tesi. Considero questo “annusamento tra diversi” assolutamente benefico, ed è la ragione di fondo per la quale abbiamo in definitiva deciso di aprire questo foro. I contributori che l’hanno originato hanno idee e formazione simili, ma non per questo si considerano “nati imparati” o depositari di verità assolute. Anzi, si sono posti il problema di uscire dalla conventicola “chiusa”, una trappola in cui spesso la nostra scuola finisce spesso, vedi a mio giudizio per esempio il pur ottimo blog del Mises Institute (a proposito, il 29 settembre era il compleanno di zio Ludwig…). Questa premessa per dire che capisco bene come ad alcuni sul blog – e a moltissimi fuori – la Cina coi suoi bassi costi e i suoi zero diritti politico-sociali appaia un’enorme trappola attivata dagli Usa per sostenere il proprio deficit estero, mentre erode soprattutto la nostra base produttiva. Tuttavia,  un’analisi che a mio giudizio ha pure dei fondati elementi storici – il processo d’ingresso “incondizionatlo” della Cina nel Wto ebbe ragioni in sostanza  vicine a quelle da sempre descritte  con una punta di acrimonia da Tremonti –  ma si fonda anche su una mispercezione  della Cina e del suo gigantismo in quanto tali. Read More

30
Set
2009

Incentivi auto, Marchionne va all’attacco

Trovo discutibile, che il governo abbia messo a disposizione la portaerei Cavour non ancora in servizio di squadra, per la presentazione della Fiat Punto Evo stasera nel golfo di La Spezia. Per carità, la trovata pubblicitaria della casa torinese è ottima, e capisco anche che a giudizio di molti, poiché la Fiat guadagna punti di mercato in Europa ed è alle prese con la sfida Chrysler negli Usa, tanto vale sostenerla nelle sue strategie di comunicazione mettendole a disposizione come scenario suggestivo il meglio della tecnologia che l’industria nazionale della difesa navale abbia realizzato dalla fine della seconda guerra mondiale. Tuttavia la Fiat non è sentita minimamente in imbarazzo, sul ponte della Cavour dove sfrecciava il suo ultimo prodotto, nel riproporre l’affondo verso il governo stesso. Marchionne è abile. ha premesso che Tremonti ha ragione, e che il governo deve fare il suo mestiere. Ha aggiunto che Tremonti ha anche ragione affermando che gli incentivi all’auto non sono un problema italiano ma europeo, e in  effetti in questo 2009 il governo gli incentivi li ha concessi dopo che francesi e spagnoli e britannici e tedeschi avevano potentemente deciso di fare i battistrada sulla via dei capitali pubblici per l’auto. Ma il ragionamento di Marchionne, pur abile e rispettoso, a ben vedere fa comunque acqua. Read More