12
Ott
2009

Da Londra, segni di speranza

Sono reduce da un fine settimana nella penisola calcidica, al congresso delle banche di Credito Cooperativo della Lombardia, che a tutti gli effetti è il maggior appuntamento nazionale dell’intero comparto delle BCC nazionale, il terzo pilastro del sistema creditizio italiano insieme alle banche SPA e alle Popolari. È la parte del sistema bancario con i più forti coefficienti di patrimonializzazione, e con un persistente aumento degli impieghi quasi a doppia cifra, rispetto allo zero e poco più per cento delle grandi banche SPA. Vorrei dilungarmi ma lo farò in altra occasione, visto che ho più volte scritto in questi ultimi tempi su Messaggero, Gazzettino e Mattino sul perché sarebbe il momento di fare delle BCC un Credit Agricole all’italiana, sul perché ancora siano più forti al Nord per storia e tecnica gestionale, e sul perché e sul percome il governo pensi di affidasi ad esse per la ormai stra-annunciata Banca del Sud. Qui voglio solo dirvi che le BCC sono giustamente perplesse su quanto finora si è sentito a proposito proprio della Banca del Sud, perché non sono disposte a travasi di raccolta dal Nord verso più impieghi al Sud. Il Sud di raccolta ne ha a iosa, il problema è di innalzare la tecnica e il merito di credito con cui vengono concessi gli impieghi. E quanto all’annunciato sgravio fiscale di 5 punti sulla raccolta reimpiegata al Sud, emerso in tralice dal Consiglio dei ministri di venerdì scorso, le BCC del Nord chiedono come un sol uomo che un tale sgravio venga dato a tutti, non solo alle meridionali. Hanno ragione, a mio modesto avviso. È l’unica platea bancaria al quale al sottoscritto vengano applausi scroscianti quando, appellandomi alla loro forte tradizione e identità cattolica, dico che se fossi un ministro di Dio ebbene non me la sentirei proprio, di amministrare sacramenti ai capi di Banca Intesa e di Unicredit. Se non dopo prove di redenzione assai diverse dalla lettera che Faissola, il presidente dell’ABI, a loro nome ha mandato al premier la settimana scorsa. Ma qui mi fermo. Perché se dovessi proprio dirvi negli ultimi giorni da dove ho raccolto il più promettente segno di speranza, direi che è da Londra. Read More

11
Ott
2009

Morals and markets al Seminario Mises

Ieri al Seminario Mises, Benjamin Powell e Ed Stringham hanno presentato due paper molto interessanti, rispettivamente intitolati “The Role of Monetary Profits and Cultural Values in Promoting Productive Entrepreneurship” e “Entrepreneurship as Social Value“.  Entrambi si inseriscono in un filone di ricerca di crescente importanza, che utilizza diversi strumenti analitici (in molti casi, esperimenti di laboratorio) per ampliare la nostra comprensione delle motivazioni che spingono gli attori economici ad agire. Read More

9
Ott
2009

Pubblico è neutrale?

Ritorno in queste ore da due giorni passati a Magonza, sede della principale istituzione televisiva pubblica, la ZDF. Incuriosito dalle proverbiali lodi che in Germania ed altrove vengono profuse all’indirizzo della rete, decido di munirmi di taccuino e apposito biglietto per visitare l’intero complesso, peraltro proprio nel giorno della bocciatura del Lodo Alfano in Italia. Read More

9
Ott
2009

La meglio oil company del reame

Sberla del Financial Times, via Lex, a ConocoPhillips, la settima compagnia petrolifera al mondo per capitalizzazione di borsa (sesta, se si esclude Petrochina). Il gruppo guidato da James Mulva – le cui origini si possono far risalire alla fase eroica del greggio americano, nella seconda metà dell’800, e che ha assunto la sua struttura attuale tra il 2002 (merger tra Conoco e Phillips) e il 2006 (acquisizione di Burlington) – ha recentemente annunciato, assieme a un aumento del dividendo (la carota), la vendita di asset per un totale di circa 10 miliardi di dollari e un importante piano di contenimento dei costi (il bastone), allo scopo di puntellare il debito (circa 30 miliardi di dollari, contro una capitalizzazione di quasi 74). La mossa, pur apprezzata dai mercati, è il punto di caduta di una strategia discutibile. ConocoPhillips è anche una delle oil companies americane più sensibili (credo si dica così) ai temi ambientali, tanto da essere stata la prima in assoluto ad aderire alla Climate Action Partnership, un gruppo di aziende che chiedono agli Stati Uniti di adottare un piano di cap and trade per il controllo delle emissioni (vedi alla voce: rent seeking).

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9
Ott
2009

Prevenire i terremoti finanziari

di Luca Fusari

Leggendo l’articolo di Oscar Giannino “Banche centrali e governi, se l’uno annulla l’altro” si possono trarre alcune considerazioni, in merito alle differenze metodologiche e prospettivistiche dell’economia monetaria.
Partendo dall’articolo di Scott Sumner si possono confrontare gli indici di calcolo del moltiplicatore sul parametro friedmaniano e quello keynesiano,, verificando come il Pil reale al netto dell’inflazione è una considerazione più concreta del funzionamento articolato della moneta una volta immessa sul mercato, a differenza del Pil nominale keynesiano, un’astrazione idealista e teorica di chi non comprende il problema dei rincari, quale componente finale del prezzo (della massiccia presenza monetaria) in circolo. Read More

8
Ott
2009

Un punto su cui anche Walter Williams concorda con Obama

L’economista nero Walter Williams  è noto negli ambienti libertari per essere uno studioso libero da pregiudizi, controcorrente, intellettualmente indipendente. Gli stanno a cuore i principi e i problemi, più che gli schieramenti pregiudiziali. Per questo motivo non può stupire che, almeno su un punto, egli dia ragione al presidente Barack Obama, della cui impostazione ideologica non condivide quasi nulla. Read More

8
Ott
2009

Il conflitto di interessi, le leggi ad personam e il lodo Al…

Trovo del tutto inaccettabile che un importante uomo politico utilizzi il suo potere per promuovere leggi da cui lui stesso, innanzitutto, potrà trarre vantaggio. Credo sia un segno di profonda inciviltà il fatto che quest’uomo, approfittando della sua influenza sui media, riesca a sollevare una cortina fumogena che impedisce di distinguerne le reali intenzioni, riuscendo così a trasformarsi – agli occhi del popolo bue – nella vittima di un complotto ordito ai suoi danni dai poteri forti. Per tutte queste ragioni, penso che sia assolutamente inderogabile un colpo di reni da parte della società civile, da parte di tutti i cittadini liberi, per dire “basta” a questa inammissibile confusione tra politica e affari.

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8
Ott
2009

GermaniaFutura

Ieri e oggi grande spazio sui media per la nuova associazione di Montezemolo, “ItaliaFutura”. Il Corsera dedicava ieri una pagina intera al rapporto sulla mobilità sociale presentato a Roma. Il Foglio riporta oggi il testo integrale del discorso dell’ex presidente di Confindustria tenuto nella medesima occasione. Nel corso della presentazione di “ItaliaFutura”, tre proposte sono state avanzate per togliere il gesso al paese. Non avendo intenzione di analizzarle una per una mi concedo un brevissimo commento sulla prima: non era più semplice intervenire direttamente sulle borse di studio? Read More