4
Ago
2010

Non esiste il porto sicuro per Tirrenia…

Avevamo gia’ scritto del rischio potenziale che Tirrenia divenisse una nuova “Alitalia”. La convenienza nell’acquistare un carrozzone pubblico con navi sgangherate e con 520 mln di debiti sta tutta nei sussidi promessi dallo Stato, ossia, nelle nostre tasse.

La cordata Mediterranea Holding, capeggiata dalla Regione Siciliana con il 37%,  si e’ aggiudicata la gara, anche perche’ era rimasta l’unica,  per la cifra, neanche tanto simbolica, di 25 mln di euro; gia’ il fatto che un imprenditore paghi per 25 quello che poteva avere per 10 mette in allarme ma si sa, la Regione Siciliana e’ prodiga verso i suoi figli migliori

Delle 16 offerte iniziali, alcune da importanti competitors di Tirrenia come Grandi Navi Veloci, Moby, Grimaldi e Corsica Sardinia, ha vinto la piu improbabile, quella a guida Regione,  con l’ausilio dell’attivissimo Fondo CAPE (gia’ impegnato sul tavolo di Termini Imerese). In molti casi l’interesse era solo per Tirrenia e non per la controllata Siremar, che gestisce il traffico fra le isole minori della Sicilia, giudicata come non strategica (e, a sentir qualcuno, ricca di spiacevoli sorprese). D’altra parte, mentre le altre tre societa’ regionali, Caremar, Saremar e Toremar, il 24 novembre 2009 sono passate, a titolo gratuito, alle rispettive Regioni (Campania, Sardegna e Toscana), la Siremar era rimasta incomprensibilmente alla Tirrenia.

Nonostante le rassicurazioni da parte del Governatore Lombardo sul ruolo imparziale della Regione (fondamentale garanzia da parte di un ente che ha piu’ dirigenti che uscieri), permane qualche dubbio sull fatto che “La Regione, in questa operazione, non guadagna e non perde perché il rischio d’impresa è tutto sui privati, a tutela del patrimonio della Sicilia” (il corsetto e’ dello stesso Governatore) . Oltretutto e’ difficile comprendere il ruolo di arbitro super partes (qualora potesse mai avere senso..) della Regione se la prima richiesta della Giunta Lombardo e’ di spostare la sede di Tirrenia da Napoli a Palermo (come se la FIAT trovasse maggior giovamento dallo spostar l’ufficio di Marchionne a Pomigliano o Melfi). Non sappiamo come andra’ a finire tutta la vicenda ma e’ possibile fare una serie di previsioni:

1) i contribuenti, come sempre, pagheranno di più’ li dove sarebbe stato possibile risparmiare;

2) al di la’ dei sogni di gloria del Governatore Lombardo, Tirrenia dovra’ affrontare una dura stagione di sacrifici per essere rilanciata;

3) pur dubitando delle capacita’ tecniche e manageriali dei dirigenti regionali siciliani, e’ probabile un’esplosione di commodori, ammiragli e contrammiragli.

Si prospettano tempi duri per i mozzi e i marinai della Tirrenia..

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2 Responses

  1. Lo spostamento della sede è, forse, l’unica mossa giusta dal punto di vista della Regione Siciliana, che potrà incassare i tributi fiscali per la società con sede nel territorio della Regione.

  2. luciano lavecchia

    @Giovanni Nocera
    questo e’ vero ma dubito che Tirrenia riesca a generare il 37% di 520 mln (di debiti) in addizionale regionale e comunale IRPEF, Tarsu e IRAP, neanche in 10 anni…

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