21
Lug
2010

Miti e leggende nordiche

A Paul Krugman capita spesso di usare argomenti molto forzati, criticare uomini di paglia e impiegare in maniera un po’ troppo creativa i dati, mischiando il tutto con qualche dichiarazione ad effetto per stimolare le risposte emotive ed irrazionali dei lettori.

Siccome sono troppo intellettualmente stanco per completare le parti 3 e 4 di “Fatti reali e miti keynesiani” (ormai se ne parla a Settembre), mi limito quindi a riportare questa risposta (segnalata qui) a questo articolo di Krugman sull’Islanda.

Nell’articolo Krugman dice che l’Islanda ha perso molto meno, in termini di GDP reale, di altri paesi come l’Irlanda o la Lettonia. Essendo privo di argomenti – non Krugman, l’articolo – non si capisce bene dove voglia andare a parare. Se la prende con i liquidazionisti, credo, cioè quelli che ritengono che per uscire da una crisi occorra eliminare i problemi che l’hanno causata, e non nascondere la polvere sotto il tappeto sperando che poi scompaia nel nulla. O forse una difesa della svalutazione competitiva, politica che infiniti lutti addusse agli italiani? Per questo, rimanderei a questo interessante articolo di Karlsson.

Come fa notare l’articolo del Center for Geoeconomic Studies, basta guardare il grafico anche per gli anni precedenti per notare come i paesi che hanno sofferto la crisi più grave sono stati quelli in cui il boom economico è stato più intenso. Il che è la più elemetare predizione della teoria austriaca del ciclo economico (per ricami sul tema, spero che una nota rivista di economia austriaca apprezzi i miei sforzi)…

O si fa propaganda politica e si fa informazione economica…

3 Responses

  1. andrea

    Krugman pensa che per uscire da questa crisi, gli Stati Uniti debbano pompare debito e stampare moneta. Piu’ o meno e’ la ricetta applicata da Greenspan dopo la Internet Bubble e le Twin Towers.
    La sua speranza e’ che tassi di interesse a lunga consistentemente bassi possano favorire una crescita del debito pubblico.
    Tutto e’ lecito pur di limare il ciclo economico, per un Keynesiano, ma
    saltare di bolla in bolla non e’ un buon modo di risolvere la questione.

Leave a Reply