22
Lug
2010

La Finanza2 non è astratta

Riceviamo da Leonardo Baggiani  (IHC) e volentieri pubblichiamo

Leggendo alcuni interventi su vari forum, ultimo e non ultimo quanto in commento al pezzo di Lottieri mi sono reso conto di quanto sia diffusa l’opinione che la finanza sia slegata dall’economia reale, che sia praticamente autoreferenziale, un modo di far soldi dai soldi, speculazione pura fine a se stessa dal cui dissesto però conseguono crisi anche per l’economia reale. Se si pensa in questo modo non si può che invocare poi ulteriori regolamentazioni, limiti, demonizzazioni, statalizzazioni e socializzazioni.

Per quanto in altre sedi anche io abbia più volte detto che la finanza ha assunto dimensioni assurde rispetto al resto dell’economia, la mia posizione è fondamentalmente diversa da quella che mi pare comune: per me la finanza non è mai fine a se stessa e quindi “astratta”.

L’economia reale opera su scambi di beni e servizi reali, li coordina, e restituisce (nel tempo) un flusso di beni e servizi reali. Il coordinamento nel tempo delle risorse economiche o capitale reale avviene tramite il medium monetario, che dà al risparmio una forma gestibile. La finanza è un insieme di transazioni funzionali a far circolare la moneta tra chi dispone di risparmio e chi chiede capitale monetario sia a fini imprenditoriali che di consumo; è quindi un settore di supporto per una attività reale più veloce ed estesa (ad esempio esistono banche che raccolgono risparmio, che prestano a una società di leasing, che acquista un macchinario e lo dà in locazione a un imprenditore… un contratto di deposito, un contratto di finanziamento, e un contratto di leasing che si compone di un acquisto e una locazione con vendita finale, per permettere che un risparmio finisca in capitale reale).

La finanza si costruisce su “mattoni” semplici: c’è una moneta oggi che fornisce un servizio oggi ed ha un certo valore; c’è una moneta futura che fornirà un servizio futuro ed ha un certo valore; c’è una alea che può venir attribuita alla moneta futura. Combinando questi elementi si ottiene direi tutta la finanza “conosciuta” (lo scambio di somme oggi con somme future è un finanziamento anche in forma di bond, e la differenza di valore dà il tasso di interesse; lo scambio di somme oggi con somme corrisposte in caso di evento avverso è un’assicurazione; lo scambio di somme oggi contro somme future in caso di utili di una certa attività di cui è attribuito un qualche potere di gestione è un titolo azionario).

Nei corsi di economia “mainstream” è dimostrata, secondo me con efficacia, la ragione di semplicità e razionalità ed ottimizzazione dei piani individuali di consumo risparmio e investimento da cui ha origine la finanza. In ambito austriaco non esiste (per ora) niente del genere; forse l’Austrian Economics ha assunto nel tempo una fisionomia che chiamerei down-top dove la prasseologia è diventata un metodo per arrivare con logica a spiegare le grandi dinamiche di ciclo, mentre nell’ambito “mainstream” la microeconomia è sì servita a microfondare la macroeconomia, ma ha anche sviluppato un approccio che chiamerei down-down, cioè è rimasta anche a studiare il singolo operatore (che è una cosa diversa dall’individualismo metodologico). È un’ipotesi che qualcuno più bravo di me giudicherà; l’alternativa è che le spiegazioni neoclassiche siano sufficienti.

E poi si arriva a tutta una serie di strumenti, quali securitization, CDO, ETC, ETF, Future, Option, IRS, equity swap, total return swap, Himalaya, swaption, CDS (per non parlare delle tecniche HFT)… una pletora di strumenti esotici, incomprensibili ai più e pertanto visti dai più come “armi di distruzione di massa” di una Finanza che guarda se stessa, fa soldi su se stessa, se ne frega dell’economia reale ed anzi crea dissesti che trascinano nel baratro tutta l’intera economia.

Niente di tutto questo; in realtà si tratta di un livello superiore di Finanza, cioè sempre di un coordinamento di somme oggi e somme future con eventuale alea costruito non direttamente sulle somme risparmiate e da impiegare “realmente” ma su altri strumenti finanziari più “basilari” che si fondano a loro volta direttamente sui “mattoni” primi della Finanza. Non capendo questa concatenazione di strumenti, tale ”Finanza di secondo livello” è definita dal vulgo “astratta” in senso negativo, riconoscendo dignità morale solo alla “Finanza di base”, quella più vicina alla vita di tutti i giorni. Io non la chiamo “astratta”, io la chiamo Finanza2.

Esistono così strumenti che garantiscono contro certe oscillazioni di un prezzo, strumenti che “compattano” o “riassumono” più strumenti non scambiabili, strumenti che impegnano a scelte nel futuro… e strumenti che implicano azioni nel futuro riguardo protezioni contro oscillazioni di prezzo relative a strumenti riassuntivi di altri strumenti magari non direttamente scambiabili, cioè mercati su mercati, mercati di secondo livello, finanza su finanza, appunto Finanza2. Questa Finanza2 crea possibilità di liquidità e scambio di rischio su strumenti, che quindi ne guadagnano in scambiabilità e sicurezza, il che a cascata induce maggior velocità e ampiezza alla “Finanza di base”.

Continuare a dubitare che all’economia serva trattare una opzione su uno scambio futuro di un indice significa non vedere oltre il proprio naso, non capire che i cosiddetti speculatori sono imprenditori che vendono (chiaramente non gratis) un servizio di liquidità che scende dalla Finanza2 alla Finanza di base ed attraverso l’attività economica reale fino agli atti giornalieri dei comuni mortali. Se non si conosce un mondo, pretendere di “limitarlo”è un atto di presunzione e un insulto all’intelligenza, e come tutti i casi in cui si pasticcia in cose non conosciute si possono solo far danni.

Tutto questo non significa che tutta la finanza “va bene”. A parte l’errore imprenditoriale (che ci sta sempre dal gelataio a Soros), esistono fenomeni di ipertrofia propri di un fiat-boom: il credito facile crea bolle dalla manifattura all’immobiliare, perché non dovrebbe pure sull’azionario? Perché non sull’imprenditoria finanziaria? E perché allora non ammettere che questa stessa ipertrofia finanziaria è stata un supporto per una più ampia, e alla prova dei fatti insostenibile, imprenditorialità reale? L’evidenza dell’ipertrofia finanziaria su quella reale è legata ad un ciclo produttivo quasi istantaneo per la finanza (basta scrivere un contratto) e prolungato per l’economia reale (si pensi ai tempi di costruzione di case e macchinari, considerando magari anche il tempo necessario per la costruzione delle attrezzature necessarie per arrivare a quelle stesse case e macchinari…), per cui la piramidazione del capitale in Finanza precede di molto quella dell’industria, e così “assorbe” da subito e in misura maggiore le politiche monetarie espansive.

Poi il ciclo si rovescia, i settori cadono a catena, e il crollo della Finanza2, porta al crollo della Finanza di base e da qui il rallentamento dell’economia reale (o anche la catena inversa). Questo è solo il percorso del boom ma fatto di segni “meno”, la distruzione del precedente eccesso (e mai che qualcuno ammetta di aver goduto troppo prima! Solo lamentarsi delle perdite di oggi, e inveire contro oscuri nemici colpevoli del fatto che “noi non li conosciamo”!).

C’è una Finanza2, ed è ipertrofica, così come è ipertrofica la Finanza di base e ipertrofica è l’attività reale. L’ignoranza impedisce di vedere il quadro d’insieme e fa immaginare pericolosi alieni incravattati da eliminare. Basterebbe ricordare che nessuno dà soldi per nulla, per capire che niente è mai veramente “astratto”

17 Responses

  1. ” Basterebbe ricordare che nessuno dà soldi per nulla, per capire che niente è mai veramente “astratto” ” .
    Sono daccordo.
    E adesso mi spieghi perchè come contribuente devo partecipare al salvataggio del sistema bancario e quindi finanziario ?

  2. Caber

    Purtroppo la gente teme ciò che non conosce.
    E purtroppo almeno che uno non abbia seguito un percorso di studi economici questi strumenti sono così complessi da non essere comprensibili. (anche perchè al di fuori delle facoltà universitarie specifiche non si insegna a nessuno economia, neanche quella base di tutti i giorni!)

    Tutto ciò lascia ampio spazio a ministri che additano di “stregoneria”…

  3. Io ho un diploma di geometra, mi sono specializzato nel campo estimativo immobiliare, seguo regolari corsi di aggiornamento, mi confronto con commercialisti, fiscalisti, avvocati civilisti, primarie società di consulenza di Milano etc. etc. .
    E’ vero, non sono laureato e ………… non mi sento un ministro.
    Persone più qualificate di me chiedono da molto tempo regole più severe per governare quel mondo che come lei ben scrive utilizza strumenti complessi.

  4. @Franco Ioan
    Persone più qualificate di entrambi perdono tempo a definire la lunghezza di una banana, lanciare veti sulla pizza cotta a legna, ragionare se vietare o meno l’apertura di un privato negozio di domenica… E non è detto che abbiano capito che i primi ad avvantaggiarsi dei CDO sono stati i Presidenti degli USA che hanno gonfiato una bolla immobiliare, quindi…

  5. Caber

    @ Leonardo

    qualificate in che senso?
    ora non è che tra roma e bruxelles ci siano tutti questi “tecnici”.
    Le persone migliori non sono nel pubblico, e anche se ci fossero il privato le avrebbe già portate via (cit).

    Detto questo: un conto è regolamentare (bene si spera) una cosa, un altro è definirla “magia nera”…

  6. @Caber
    sì, peccato che di solito si voglia regolamentare qualcosa perché considerata “magia nera” foriera dei peggiori cataclismi, come nel caso della finanza.

    Per quel che possano valere, ho sentito molti dibattiti pubblici sulla finanza, e regolarmente quel che viene fuori è che è mera speculazione fine a se stessa, non si sa cosa combinino in certe banche, e per questo va “limitata” o, termine più generale, “regolamentata”; come il fatto che ci sia un contratto tra le parti, e che il contratto valga in forza di legge dell’ordinamento magari italiano e rientri nell’autonomia contrattuale delle parti di disporre dei propri soldi per fini non in contrasto con l’ordine pubblico non basti perché la fattispecie si possa considerare “regolato”.
    Un contratto OTC come uno swap non è “fuori dalla legge”, è perfettamente interno alla legge, è un contratto. Qualsiasi intervento legislativo ulteriore può solo definire chi può fare il contratto e su quale oggetto e fino a che ammontare, cioè limitare la libertà contrattuale di due soggetti senzienti a fare dei loro soldi quel che cavolo vogliono.

  7. eonia

    Confesso che l’autore mi ha lasciato a bocca aperta a leggere il presente articolo.
    Ora mi è più chiaro il perché la politica americana da un trentennio si adopera a pratiche che l’uomo di strada stigmatizzerebbe come irresponsabili a tutto tondo. Ma l’uomo di strada si sa che gode di poco spessore per cui le sue opinioni contano nulla. Aver de localizzato l’intero apparato industriale esternalizzando il processo produttivo ai paesi a più bassi costi salariali ed importando, è un atto di lungimiranza. Aver aperto i confini meridionali per far affluire decine di milioni di sud americani, è un atto di immensa umanità. Aver voluto che il sogno americano fosse realtà per tutti “la casa” entro il proprio territorio senza credenziali monetarie per far proprio lo strumento casa, è un atto di fede nella provvidenza finanziaria.
    Certo adoperarsi per costruire una piramide rovesciata la cui base è la punta mentre la base spazia sulle nuvole non è opera di tutti i giorni e neppure materia per tutti gli ingegneri. Si chiama Finanza2.
    Finanza2 che non fa affidamento al risparmio, non fa affidamento ai depositi bancari ma ipotizza flussi di cassa da servizi che crea sfruttando le politiche monetarie e la costruzione di strumenti dedicati ben più rapidamente di quanto faccia l’economia reale.
    Ottimo! Infatti il castello non solo frana ma franerà per molto tempo ancora. Anche con la creazione di diverse piattaforme atte a riassumere non solo strumenti finanziari ma tutte le attività reali conosciute dall’uomo.
    Peccato che una società umana non vive di soli servizi (eh già, si importa tutto mentre dal proprio suolo si potrebbe estrarre tutto….volendo) ma di una complessità di attività dalle più arcaiche alle più sofisticate.
    Sicuramente additare i soli incravattati come responsabili del disastro è non solo miope ma è cecità estrema.
    Speriamo che la piramide rovesciata ampli la sua base se no il dolore è destinato a far ripiegare sotto il suo peso un numero sempre più ampio di individui di quanto non faccia oggi e di quanto farà domani.

    P.S. Ricordo che circa 43 milioni di americani oggi dipendono dai buoni pasto mentre oltre 20 milioni di bimbi vivono sulla soglia della povertà.
    Questi sono numeri che farebbero rabbrividire anche i pacchidermi se si razionalizza il concetto di Finanza2 perseguito dalla politica e dalla finanza sta affondando un’intera nazione ed appresso tutti i seguaci che speravano al nuovo Eldorado senza fatiche e sudori.

  8. Andrea 73

    <>.
    Come saniamo l’ipertrofia dell’attività reale? Con fallimenti a catena, confidando nella capacità di autopulizia del mercato? Con una nuova cultura di abitudine alla decrescita (tutta da definire)? Oppure con una guerra “sola igiene del mondo” [F.T. Marinetti]?
    Credo siano queste le domande alle quali, al di là di demonizzazioni e mitizzazioni di segno uguale e contrario, occorre cominciare a pensare e a rispondere.

  9. @Franco Ioan
    se non hai sentito parlare della “ownership society” non è colpa mia.

    @Andrea 73
    con una serie di fallimenti, grossi e veloci come è sempre stato prima che gli Stati si mettessero in testa di salvare i popoli dalle crisi. Leggiti i pezzi di Monsurrò sul tema del ’29.

  10. michele penzani

    @Leonardo: d’accordo con quanto da lei affermato sulle regolamentazioni…(Tra l’altro sono abbastanza dissennato per concordare con l’opinione che tali normative, in eurozona, abbiano penalizzato soprattutto l’export italiano, ammortizzato inerzialmente dalla sua intrenseca eterogeneità produttiva, nonchè dal disinvolto “fai da te elusivo fiscale”)…
    Per quanto concerne l’articolo di cui sopra, il finale non ha fatto altro che aumentare la personale, quanto modestissima opinione, che -oltre all’ignoranza- per congenito istinto di sopravvivenza, si è predisposti alla critica pessimistica per ogni nuovo contesto di pratica economica che, inevitabilmente, crea forti discrepanze che innescano, col tempo, riequilibri…Considerando il decorso valutario del dollaro e dell’euro, non credo siamo ancora entrati in fase di riequilibrio…Nonostante ciò ed indebitamenti a parte, la vita media del genere umano aumenta costantemente….

  11. @Leonardo, IHC
    E non è neanche colpa mia se uno non capisce che Bush ha proposto un modello sociale e non ha certamente autorizzato dei delinquenti incravattati a truffare il prossimo.
    I governi non sono responsabili, se non in minima parte, delle evoluzioni sociali ed economiche; le possono controllare, cavalcare e anche indirizzare ma non fermare e infatti il sistema finanziario di cui la storia recente ha rimesso in evidenza tutte le pecche, i peccati e i tanti peccatori sta continuando ad operare.
    Tra le tante i ” bilanci creativi ” lei sa bene cosa sono e che se ben congegnati fanno danni enormi magari a catena ………. che i governi intervengano per meglio normare, controllare e sanzionare penalmente è il minimo che si debba chiedere.
    Poi faccia il mercato e uno rischi i suoi soldi senza nulla recriminare.

  12. Pastore Sardo

    “….L’ignoranza impedisce di vedere il quadro d’insieme e fa immaginare pericolosi alieni incravattati da eliminare. Basterebbe ricordare che nessuno dà soldi per nulla, per capire che niente è mai veramente “astratto” ”

    Scusate, io sono un pò asino in materia economica, ma se i manager iniziassero a prendere i premi (non solo quelli in ambito finanziario) non in base a quello che fanno nell’anno e subito alla fine dello stesso, ma su un periodo ben più lungo e dopo un pò di anni FORSE otterremo qualche risultato senza studiare economia ….. ma io ragiono come un pastore che deve gestire delle pecore in un prato (possibilemnte con l’aiuto del cane).

  13. Andrea 73

    @ Leonardo, IHC.
    Mi sono riletto i post di Monsurrò (al quale sinceramente pensavo quando ho scritto di demonizzazioni [dello stato, della politica e dei politici] e di mitizzazioni [della scuola austriaca e del mercato] di segno uguale e contrario.
    Che piaccia o meno, è di una politica seria che c’è bisogno quando deve spiegare a qualcuno (magari ignorante [per colpa o per dolo]) che il fallimento grosso sarà anche veloce, perché … poi tutto tornerà a girare per il meglio.
    Diversamente, restiamo nel mito del dio mercato o di qualsiasi altro dio. Poi qualcuno si arrabbia e ci scappa il tumulto luddista o il tumulto tout court e … marinettianamente siamo lì.

  14. dario

    Vorrei sottolineare che le demonizzazioni non consentono una reale analisi degli eventi.
    Se vogliamo considerare la finanza come un nuovo ed emergente settore produttivo..del prodotto ricchezza. dobbiamo allora concludere, che alla luce dei fatti, necessita di organizzazione e regolamentazione ai fini della creazione di un area di chiarezza che sia condivisibile e comprensibile agli attori che quel settore formano.
    Il problema, infatti è che se è vero che nessuno da soldi per niente, qui ci sono stati molti che si sono fatti dare soldi facendo credere che qualcosa ci fosse e……invece.
    Dal nulla non si crea nulla se non amare illusioni, perchè ora arriverà il conto che tutti saremo costretti a pagare, tranne che andare su marte.

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