11
Set
2015

Il Giubileo fa già miracoli: l’acqua sarà gratis!

Sarà stato il successo che hanno avuto a Expo, o forse il bisogno della giunta romana di qualche colpo a effetto che placasse le roventi polemiche degli ultimi mesi. Fatto sta che anche Roma sta per essere invasa dalle “case dell’acqua”, come ha dichiarato con orgoglio qualche giorno fa l’ad di Acea (la municipalizzata del Comune di Roma che si occupa di energia e acqua), Alberto Irace: “oggi sono 10, tutte in periferia, ma entro il 2016 saranno almeno 100”. La notizia, di per sé, va salutata con favore: indubbiamente queste “fontanelle 2.0” ampliano l’offerta di acqua nelle nostre città, rendendo i cittadini più liberi di scegliere. Ma è il dietro le quinte a sollevare qualche dubbio, per almeno tre motivi.

Primo. Nonostante la campagna mediatica che ormai da anni proclama la gratuità dell’acqua che sgorga dalle casette (lo stesso Irace ha dichiarato che “si tratta di distributori gratuiti”), queste ultime costano e non poco. Innanzitutto perché l’acqua “alla spina” proviene dagli acquedotti comunali: il fatto di pagarli con le imposte e non direttamente non ne abbatte il costo, anzi, semmai lo nasconde. Quindi, no, non è gratis: la pagano i contribuenti, esattamente come quella che sgorga dai loro rubinetti (essendo la stessa, identica acqua). Ma non solo: i costi d’installazione delle casette, nel progetto di Acea, ammontano a 3 milioni di Euro, senza contare la futura manutenzione. Tutto, nuovamente, pagato dai contribuenti. Altro che gratis!

Secondo. Ammesso e non concesso che taluni contribuenti siano felici che le proprie tasse finanzino le casette dell’acqua, siamo certi che queste rientrino nel perimetro del servizio idrico essenziale, atteso che la medesima acqua che da esse viene somministrata finisce già sulle case di tutti i residenti romani, attraverso i rubinetti? Oppure il vantaggio fornito alle casette dell’acqua – rispetto, che so, all’acqua in bottiglia – è un sostegno ingiustificato a un particolare settore di mercato? C’è davvero bisogno di un intervento pubblico che finanzi le casette dell’acqua, o è un’attività che potrebbe essere lasciata in mano ai privati eventualmente interessati? E siamo certi che quei soldi non potessero essere usati per fini più nobili di fontanelle 2.0 che distribuiscano l’acqua potabile che già sgorga dai rubinetti di tutte le case romane?

Terzo. La stessa campagna mediatica che fa leva sulla gratuità delle case dell’acqua invoca spesso i benefici ambientali e i risparmi di plastica generati dal loro utilizzo. Ma questo messaggio è ingannevole, quando non addirittura discriminatorio. Sostenere che le famiglie possano diminuire il costo dell’acqua imparando a bere quella dell’acquedotto invece di quella in bottiglia, infatti, mette in concorrenza fra loro due prodotti che non sono equivalenti. E che dire di chi è costretto a bere acqua minerale per ragioni di salute?

Probabilmente, durante il Giubileo, i pellegrini saranno ben contenti di godere del miracolo dell’acqua gratis; i contribuenti romani dovrebbero esserlo un po’ di meno.

Twitter: @glmannheimer

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9 Responses

  1. FR Roberto

    Spero che almeno per i cittadini che preleveranno assiduamente e con costanza acqua dalle fontanelle i risparmi siano superiori agli aumenti che saranno celati tra incrementi di tariffe e di imposte.
    Mi auguro anche di non vedere perenni code di cittadini che riempiono bottiglie e taniche di acqua… sarebbe una scena degna di un paese del terzo mondo, da sbattere su tutte le copertine dei giornali internazionali.

  2. Gianfranco

    Vede perche’ poi le cose non funzionano?
    Dovrebbero circondare il municipio e dire: “nun t’azzarda’ a spenne 6 miliardi d’e vecchie lire o te se menamo”.
    Niente. Zero.
    Democrazia non e’ sparare cazzate dalla mattina alla sera perche’ si puo’.
    Democrazia e’ controllo delle spese.

  3. Roberto

    I fontanelli d’acqua sono un segno di civiltà e di accoglienza. L’acqua è un bene primario e non è giusto che i turisti (chiamati pellegrini durante i Giubilei) debbano andare al bar per dissetarsi ed essere “derubati” per una bottiglietta da mezzo litro. Non mi riferisco solo a Roma, ma a tutte le città . Senza contare la sporcizia dovuta alle bottigliette vuote. Soldi spesi x pulire e poi x il riciclaggio. Ovvio che l’acqua è gratis per chi la beve e qualcuno deve pagare (mi sembra una battuta alla Catalano,tanto è scontata), ma per i contribuenti sono soldi spesi bene. Danno lustro alla loro Città, che si chiami Roma o “Roccacannuccia”!

  4. Ornella

    L’acqua, come tutti sanno, ha effetti diuretici per cui pellegrini e/o turisti, non essendo angeli, avranno bisogno anche dei bagni. I quali bagni a Roma scarseggiano e sono comunque a pagamento (quando e se si trovano in tempo). Il risultato è che ci si deve recare in un bar o caffè ove si consuma inevitabilmente qualcosa benché siano teoricamente a disposizione del pubblico. A questo punto mi domando: le case dell’acqua sono un servizio per chi?

  5. Guido

    Mi sembra molto sensato il commento di Roberto. Circa 4 anni fa sono venuto a Roma il 1* maggio…montagne di bottigliette d’acqua per terra e sopra i cestini stracolmi. Se veramente l’acqua gratuita per le vie della città abbatte lo spreco di risorse ambientali per smaltire e produrre le bottigliette, ben venga il progetto! Al bar ci si può andare anche per un buon caffè!

  6. ALESSIO DI MICHELE

    Affascinati dalle corbellerie sui beni pubblici e dintorni, anche i cittadini romani votarono nel giugno del 2011 per “l’ acqua pubblica”: quindi ben gli sta ! Certo, sentirsi anche sproloqui tipo:

    L’acqua è un bene primario e non è giusto che i turisti (chiamati pellegrini durante i Giubilei) debbano andare al bar per dissetarsi ed essere “derubati” per una bottiglietta da mezzo litro

    è un po’ troppo,ma si sa “agli zoppi pedate negli stinchi”.

  7. Gianfranco

    Boh, ogni tanto mi chiedo se la gente ci e’ o ci fa.
    Secondo voi, l’acqua, la gente come la berra’? Con le manazza sudate? O la mettera’ in una bottiglietta? O in un bicchiere di plastica? E come sara’ smaltito?
    Stavate scherzando, vero? O pensavate di dire una cosa intelligente?

  8. Gianfranco

    Poi ci si lamenta dei politici.

    E quando dico: “sono l’espressione di cio’ che siamo noi”, tutti a dire: “NO NO LORO SONO SCEMI E CORROTTI E NOI INTELLIGENTIIIIIIIIII”….

    🙂

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