23
Mar
2012

Hayek letto da un bambino

Ormai il primo compleanno si avvicina. E Nicolò ha intensificato le sue letture: sente dire che prima o poi gli toccherà andare all’asilo nido, e  non vorrebbe fare la figura dell’ignorante con i suoi prossimi compagni di scuola. Le sue letture sono ovviamente disordinate, da autodidatta. Confida di metter ordine nelle sue conoscenze quando avrà una maestra – o un improbabile maestro – che saprà sicuramente dargli i consigli giusti. Per intanto, legge quel che gli capita, ricavandone un piacere alterno. Ma in questi giorni ha trovato per casa un po’ di libri di un signore morto giusto venti anni fa: Friederich August von Hayek. Li ha trovati molto interessanti, e per vari aspetti anche di attualità. Lo hanno fra l’altro aiutato a capire perché una domanda che sente continuamente in questi giorni gli sembra stupida.

Bisogna sapere che Nicolò è un bambino fortunato: i suoi attuali bisogni vengono soddisfatti con una attenzione persino eccessiva. Dunque, allo stato delle cose, non è particolarmente interessato ad un aumento né del suo reddito né del suo patrimonio, e tanto meno a un aumento di quella grandezza un po’ esoterica che è il PIL. Egli tuttavia, forse a causa di un istintivo anelito alla libertà, vede con favore ogni liberalizzazione; addirittura ha giudicato con severità le liberalizzazioni appena introdotte perché, a suo giudizio, non sono abbastanza liberali. Ma, ogni volta che ai giardinetti si prova a prendere il discorso con i suoi amichetti, si sente chiedere: ma di quanto aumenterà il PIL? E lui lì a spiegare come la storia prima ancora della teoria ci dica che i sistemi ad economia libera fanno meglio dei sistemi ad economia pianificata, e così cantando. Ma si accorge di annoiare il suo uditorio, che vorrebbe una bella risposta quantitativa, del tipo (come pure si è sentito!): ne verrà un bell’aumento del PIL del 10%, o di un qualunque altro numero, che importa in che modo calcolato, purché abbastanza grande.

Finalmente Nicolò ha trovato aiuto in Hayek:

 Il liberalismo …. considera quello della concorrenza un sistema superiore, non soltanto perché in buona parte delle circostanze esso rappresenta il metodo più efficace di cui si ha conoscenza (questo deve avere a che fare con la crescita del famigerato PIL!), ma perché è l’unico modo che non richiede l’intervento coercitivo o arbitrario dell’autorità.

Ed ancora:

decentralizzare il potere equivale a ridurre l’ammontare assoluto del potere, e il sistema basato sulla concorrenza è l’unico sistema destinato a ridurre al minimo il potere esercitato dall’uomo sull’uomo.

Oh, che bello. Per sostenere le liberalizzazioni Nicolò non ha più bisogno di inventare numeri sulla crescita del PIL; ma può legittimamente invocare, innalzandosi sulle spalle del gigante Hayek, il proprio anelito alla libertà.

C’è un’altra parte delle letture hayekkiane che è molto piaciuto a Nicolò. Quella relativa alla presunzione di sapere che guida coloro che vogliono pianificare la nostra vita. Nicolò vede il concetto bene applicabile alle vocazioni dirigistiche manifestate nella vita familiari dai suoi genitori, di cui lui si  sente un po’ vittima. Ma di questo argomento il suo dattilografo si è rifiutato di scrivere.

 

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4 Responses

  1. Stefano

    ….qualcuno diceva che nel lungo periodo saremo tutti morti: posso fingermi più altruista di quanto sono, ma di questo passo non basteranno i pronipoti per vedere i frutti degli equilibri del mercato “puro” 🙁

  2. riccardo

    forse il segreto sarà proprio questo: nutrire i nostri figli di Hayek fin dalla più tenera età in modo che arrivati all’età della “ragione” si renderanno conto dell’irrealtà del dibattito politico economico italiano ed emigreranno il prima possibile:-)

  3. rccs

    E “non esistono più le mezze stagioni” l’ha detto pure Hayek (era uno dei “ragazzi della via Pal”?), perchè il tono delle due citazioni è quello!
    Adesso immagino bordate di fischi e linciaggi per lesa maestà, che sto Hayek che non conosco sarà stato un guru del circolo (molto autoreferenziale) dei liberisti e liberalisti, ma se vuoi farne apprezzare la grandezza al grande pubblico (e ignorante, come me) dovresti citare qualche passo meno banalotto.

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