22
Nov
2011

Eurobang, ragioni tedesche e letture “austriache”

Sul prossimo Panorama Economy

Considerazioni al volo in giorni difficili, dopo il Libro Bianco della Commissione Europea che – ne ignoriamo il testo, lo abbiamo solo appreso da “spifferate” a giornali britannici e tedeschi, naturalmente – tenta un’impervia ripresa di autorevolezza e credibilità sul punto più delicato dacché esiste l’euro, cioè le misure straordinarie da assumere prima che il rapidissimo deterioramento di fiducia verso l’euroarea in quanto tale sfoci in una crisi epocale. Tentativo impervio per il semplice fatto che la Commissione Barroso conta pochissimo in questi anni di leadership germanica travestita da finzione di co-leadership franco-tedesca. Dipendesse da me formulare una scelta sulla base delle minori improbabilità, direi che delle tre ipotesi avanzate dalla Commissione quella forse meno impossibile coniuga insieme la persistente responsabilità solo nazionale di ciascun euromembro verso il proprio debito pubblico, con l’intervento congiunto di Efsf – una mascherata, viste le sue residue scarne munizioni –  e FMI – preponderante – a garanzia e sostegno di un conferimento di quote di debito pubblico di ciascun euromembro eccedente una certa – elevata, ben superiore al 60% indicato come obiettivo – quota di sicurezza. Anche tale soluzione appare tuttavia ben lungi dalla portata attuale delle intenzioni reali della politica europea. Il tempo incalza, però.  Occore augurarsi che il ritorno di Roma all’eurotavolo dal quale Berlino e Parigi l’avevano esclusa   spinga verso una soluzione comunque condivisa. Altrimenti, a questi ritmo di drenaggio dei capitali  dall’euroarea e di totale inaridimento dell’interbancario, il big bang è certo. ed è a breve. Al di là di tale funebri considerazioni, un’osservazione e un consiglio.

L’osservazione nasce dalla contestazione di un caro amico, da molti anni corrispondente del più prestigioso quotidiano germanico. Quanto siete insopportabili voi italiani ed eurolatini, mi scrive.  Sapevate benissimo sin dall’inizio che l’euroedificio nasceva dalla rigorosa separazione tra torchio monetario e debiti pubblici, perché alla Bundesbank  avevamo imparato a nostre spese a diffidare dei politici e della loro tendenza disinvolta a far spesa pubblica elettorale: dei nostri politici tedeschi come dei vostri, in generale, perché i politici mentono senza limiti se i limiti non vengono loro posti. Eppure per dieci anni i vostri politici – continua il mio amico tedesco – hanno disinvoltamente ignorato che l’euro avrebbe funzionato nell’interesse di ciascuno solo autoimponendosi virtù nei conti pubblici e produttività nell’economia reale. Ve ne siete fregati, e ora tutti a frignare come il vostro Giuliano Ferrara contro i tedeschi contrari a monetizzare il vostro debito pubblico attraverso la Bce. Troppo comodo, non vi pare? Dov’era Ferarra, quando i 7 punti di Pil di minori interessi sul debito pubblico grazie ai bassi tassi dell’euro, anche in tutti gli anni sotto Berlusconi e Tremonti, sono diventati più spesa corrente invece di meno tasse e più crescita?

Diciamola tutta, per quanto impopolare sia: i tedeschi che s’inalberano così hanno ra-gio-ne. E non possiamo convincerli dicendo che è tutta colpa dei magistrati, di De Benedetti e della Cgil, come tentano alcuni nel centrodestra italiano. Il bipolarismo italiano è stato selvaggio e tribale, ma spesa tasse e debito non li hanno decisi i pm. Almeno secondo il mio modestissimo parere.

Che poi abbiano ragione, ma al contempo si debba ora decidere come affrontare il guaio che incombe e sia meglio farlo di comune accordo per evitare un big bang epocale, sono due dati di fatto che devono cercare di andare insieme. Altrimenti, sarà peggio per tutti.

Vengo al consiglio. Da testardo non keynesiano quale sono e resto. Se volete capire perché non è tanto la mancanza di un lender of last resort a condannare oggi l’euro agli occhi dei mercati, date una letta a due papers illuminanti, a tal proposito. Il primo è Global imbalances and the financial crisis: Link or no link?, il working paper n.346 che potete scaricare dal sito della Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, di Claudio Borio and Piti Disyatat. Il secondo è Global Banking Glut and Loan Risk Premium, di Hyun Song Shin della Princeton University, presentato alla Fmi Annual Conference dello scorso 10 e 11 novembre. Sono l’uno complementare all’altro, e presentano una disarmante analisi di come il sistema bancario europeo si sia straordinariamente prestato al finanziamento ad alta leva dell’eccesso di consumi a debito americano. Lo dimostrano con un’analisi del flusso lordo dei captali euro-atlantico, non netto come siamo abituati a fare nel computo dele bilance dei pagamenti pareggiando claims e liabilities. Le banche europee hanno affiancato le shadow banks americane venute meno nel 2008 e pareggiate dal QE della Fed. Oggi che la Fed ha le armi scariche, il rientro dei capitali in patria è massiccio, ma perché le banche europee hanno colpe maggiori di quelle che ammettono. Una spiegazione da scuola austriaca, quella che non piace ai politici spendisti e mentitori che abbondano nella nostra Europa. Anche se, bisogna ammetterlo, non solo qui da noi.

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50 Responses

  1. Marco Tizzi

    Non c’è dubbio che l’Italia abbia fatto errori nel passato, sono stati di certo più gli errori che le misure azzeccate! Ma resta il vizio di fondo: si è costruito un apparato macroeconomico da scuola austriaca, ma si è lasciata libera scelta ai singoli governi (che, in teoria, potevano essere anche anti-europeisti convinti! E forse la lega non lo era solo in teoria…) di fare la politica fiscale che volevano. Questo è il “baco” di fondo. Ci voleva un organismo ELETTO che fungesse da collante fiscale del continente. Non c’è mai stato, non mi risulta che la Germania l’abbia proposto, anche perché i tedeschi hanno ra-gio-ne, ma quando poi chiedi loro di rinunciare ad un microgrammo di sovranità sono pronti a ritirare fuori i panzer dai garage. Mi ricordo vagamente di un anno in cui Germania e Francia sfondarono il tetto sul deficit e imposero di non essere multati… mi sbaglio?

  2. Salve Dott. Giannino,
    questo non è un vero e proprio commento allo specifico articolo in questione ma un tentativo di proporle un’eventuale argomento di discussione sia per il blog che per la sua bella trasmissione in onda su radio 24.
    Sa nulla del “The great EU debt write off”? Ne avrà senz’altro sentito parlare. Mi sembra che esita qualcosa anche in termini di ‘rete dei debiti’ mondiale.
    Una volta di più pare che la crisi sia più virtuale che reale e soprattutto molto politica, di una politica non impotente come molti sostengono, ma semplicemente alla mercè di enormi poteri economici globali.
    Sarebbe molto interessante un dibattito sul tema.
    Il sito del debt write off http://www.eudebtwriteoff.com/

  3. Folletto

    Un monetaristi che parla di s(Q)uola Austriaca!

    Ma se quasi nessuno riesce ad avere una copia dell’Azione Umana.

    Bah…

  4. Francesco P

    La questione ha molti aspetti.
    1) Ci sono 17 euro il valore di ciascuno dei quali è agganciato a quello dello Stato economicamente più forte e virtuoso. Ogni nazione consuma risorse per denominare il proprio debito pubblico in quello della moneta più forte, il super-marco tedesco altrimenti chiamato euro. Visti i precedenti dell’Argentina, svenatasi per mantenere il rapporto di cambio 1:1 con il dollaro, è una situazione insostenibile.
    2) Manca un’emittente di ultima istanza per l’euro.
    3) Il livello del debito pubblico non può essere calare rapidamente essendo causato da strutture pubbliche in generale ridondanti, welfare eccessivo, scelte di aiuto industriale che sfiorano l’assistenzialismo, ecc. L’Italia è un primus inter pares, ma tutta l’Europa è sprecona, burocratica e appesantita da partiti ipertrofici a caccia di poltrone.
    4) La pressione fiscale è elevata, in molti Paesi oltre il limite che rappresenta un freno alla crescita.

    Lascio a ciascuno di voi completare l’elenco perché occuperei kilometri di spazio.
    L’Europa non ha una situazione folle solo da punto di vita monetario. Anche la politica estera è policefala, ma solo Germania, Francia e Gran Bretagna possono averne una propria; gli altri Paesi non possono interferire o fare scelte autonome.
    Questa Europa non può funzionare così com’è. Mi sembra, però, che, più che cercare immediate soluzioni nel porre rimedio ai reali problemi (riduzione strutturale del debito pubblico + eurobond), lo scontro sia viziato dalle ideologie e dagli interessi nazionali immediati, dato che quelli a medio e lungo termine si possono risolvere solo ritornando a prima del 1999 (costosissimo e rischiosissimo) oppure procedendo verso una rapida integrazione del sistema fiscale e della struttura della spesa pubblica. L’attuale scontro “da capponi di Renzo per di più saccenti” non permette di uscire dalla impasse. E’ come se di fronte ad un principio d’incendio in casa, moglie e marito si mettessero a litigare su chi deve chiamare i pompieri!

  5. Roberto

    Articolo molto interessante! e condivisibile- i tedeschi hanno l’incubo di Weimer e su questo hanno costruito la Bundesbank prima e la BCE dopo. Tutti noi sapevamo a cosa si andava incontro, e dovremo cercare di capire come mai la Germania, nonostante l’euro forte e le varie crisi europee e mondiali risulti sempre ai primi posti per le esportazioni! prima guerra mondiale, seconda guerra, divisione in due Stati, etc etc, eppure son sempre lì! forse sarebbe il caso di analizzare meglio la cosa e capire se sia possibile applicare in casa nostra questa ricetta. Troppo comodo spendere e spandere senza criterio perché tanto poi ci pensa mamma BCE o se preferite mamma Germania, essendone di questa la maggiore azionista.
    E’ vero che la Francia e la Germania sforarono il rapporto deficit/pil e chiesero, ottenendola, la non applicazione delle sanzioni! proprio loro che ci ricordano sempre quanto sia importante il rispetto delle regole, ma questa richiesta di esenzione fu possibile, in particolar modo per la Germania perché la fiducia di cui godono/gode, l’Italia l’ha persa ormai da troppi decenni e non è facile riaverla in poco tempo.
    Io ho l’impressione che la Germania alla fine possa aprirsi agli eurobond, e ancor prima ad una BCE stile FED, ma solo dopo aver ottenuto la garanzia dai singoli Paesi di una maggiore attenzione alla spesa pubblica ed alla armonizzazione fiscale non solo in un ottica a corto raggio ma anche a lungo raggio; perché è indubbio che accettare gli eurobonds così come vengono proposti, significa accollarsi i debiti dei vicini di casa rendendo vano ogni sforzo fatto fino ad ora!

  6. ferdinando

    I bravi tedeschi ci devono ancora spiegare come mai, attraverso le loro banche, abbiano continuato a foraggiare la spesa dei PIIGS acquistando il loro debito pubblico….Detto questo ormai siamo ad un punto di non ritorno e tuttu, per salvare la baracca, dovranno cedere qualcosa: i PIIGS la loro sovranità, i tedeschi un ruolo diverso per la BCE che non sia solo piu il cane da guardia dell inflazione.
    Infine basta con la favoletta che solo i tedeschi nel mondo sono ferrei nel mantenimento dei conti pubblici. Comincino ad includere i debiti della KFW nel loro debito pubblico e vedrete come questo lieviterà attorno se non oltre 100…

  7. alessandro

    mi sembra che da un po di anni a questa parte ci siamo comportati meglio di altri, vedi rapporto deficit/pil tra i migliori e un debito pubblico che si è spaventoso ma sta li da un pezzo e in proporzione è aumentato assai meno rispetto a quello degli “amici” europei che ci hanno dato la croce addosso.
    Non vorrei che fossimo stati “nominati” giusto per trovare un capro espiatorio a giustificazione dell imminente euro-fallimento.
    Fino a quando siamo serviti per per fare i loro comodi tutto bene, poi quando la nave comincia ad imbarcare acqua c è il si salvi chi può.Il capitano è naturalmente l asse franco-tedesco.

  8. Ottimo articolo, e soprattutto, viva gli austriaci, anche se oggi perdono tempo a fare prediche invece che economia.

    La cosa che va spiegata secondo me è perché gli spread dal 1999 al 2009 (più tardi per la Grecia che è entrata dopo) erano circa pari a 0.

    Considerare i Bund e i sirtaki-bond come merci equivalenti fu un palese errore di valutazione del rischio relativo. La banca centrale fissa i tassi di interesse risk-free a breve, può influenzare i premi di rischio e i tassi a lungo termine entro certi (secondo me ampli) limiti, ma non c’era motivo di credere che un titolo tedesco e uno greco avevano la stessa probabilità di fallimento.

    Questo non si spiega con i costi di transazione ridotti dall’euro, non si spiega con l’eliminazione del rischio di svalutazione (che pure ha contribuito a ridurre i tassi di interesse, eliminando una variabile di policy che creava incertezza), dunque delle due l’una:

    1. un impazzimento del mercato nel sottovalutare i rischi
    2. un mercato che aveva prezzato il fatto che in caso di fallimento di un paese membro ci sarebbero stati aiuti e bailout del paese sovrano e/o un mercato che aveva prezzato che le perdite delle banche sarebbero state coperte da aiuti e bailout e quindi tanto vale correre rischi (insomma, o si garantisce il debitore, o il creditore, sempre un casino si combina!)

    Che dopo dieci anni di spread nulli gli spread di equilibrio tendano ad infinito perché gli squilibri sono diventati ingestibili è una naturale conseguenza della teoria austriaca del ciclo economico*, anche se all’epoca non si parlava di “risk premia”.

    Ciò che va spiegato è il decennio passato, quello che succede oggi purtroppo era facilmente prevedibile.

    * Hayek, “Investment that raises the demand for capital”,1937

  9. @Riccardo Pavia
    Scusa, ma gli stati non posseggono debito di altri stati. Sono banche “private” a detenere titoli di debito dei vari stati, quindi “The great EU debt write off” non equivale ad un immenso default con distruzione del sistema bancario europeo (e non solo)?

  10. BRAIN WASH = LAVAGGIO DEL CERVELLO
    E’ QUELLO CHE HANNO SUBITO MOLTI ITALIANI NEGLI ULTIMI MESI.
    Questa erano le parole che, dopo il crollo del muro di Berlino, molti cittadini dei paesi dell’Est Europa citavano per giustificare lo stato di apatia/depressione di molta parte della popolazione, sopra tutto maschile, come conseguenza di oltre quaranta anni di comunismo.
    Questo e’ quanto avvenuto recentemente in Italia dove quasi improvvisamente molti concittadini invocano, o cosi’ ci fanno credere i media, la “patrimoniale” ed acclamano il nuovo governo, che NON hanno eletto ma e’ piovuto dal cielo europeo, senza neppure conoscerne il programma.
    Poveri italiani, sottoposti al lavaggio del cervello a partire dalla famosa lettera della BCE, dalle balbettanti risposte del nostro governo alle quali e’ seguito il tam-tam di guerra inscenato dai media nazionali ed esteri sul ‘disastro Italia”( si vedano, tra le altre, le pessime prime pagine ed i relativi articoli delle ultime edizioni di Time e Newsweek magazine, dove si afferma che siamo “ l’economia piu’ pericolosa del mondo” e l’Italia viene paragonata alla Grecia), dai partiti di opposizione che ora innalzano il vessillo della vittoria e che si troveranno, forse, di qui a poco ad approvare leggi e provvedimenti che fino a ieri avrebbero tacciato come macelleria sociale e contro i quali avrebbero indetto, con l’attiva pubblicita’ fornita da RAI 3, RAI-Med, LA7, Santoro ecc., scioperi e manifestazioni nazionali con la collaborazione di sindacati, precari, centri sociali, studenti (?), pensionati o pensionandi, donne e bambini.
    Poveri italiani, alla maggioranza dei quali la parola “PATRIMONIALE’ evoca una o piu’ tasse da imporre alle classi “privilegiate” ed “ai grandi patrimoni” ed offre l’idea e la speranza di una rivincita sociale, poverini, cosi’ non e’ e non sara’ se, come sembra, si ritroveranno l’ICI anche sulla prima casa e piu’ salata di prima, l’aumento degli estimi catastali con le relative conseguenze sulla dichiarazione dei redditi, l’ulteriore aumento dell’IVA, l’obbligo di avere un conto corrente bancario con relativo libretto di assegni o carta di credito o di debito altrimenti non potranno fare la spesa settimanale, l’impossibilita’ di iscrivere i propri figli ad una scuola privata a pena di verifiche fiscali ed altre amenita’ del genere.
    Tutto questo con il beneplacito di Confindustria (la presidente da tempo schiamazza in favore di incentivi all’occupazione mentre in primavere inaugurava un suo nuovo grande stabilimento di produzione in Cina, cosa peraltro legittima) e delle altre confederazioni, degli Ordini professionali (arroccati nella difesa dei propri privilegi medioevali), dei sindacati, ecc., ecc.
    Nei prossimi giorni il Primo Ministro Prof. Monti (senza Tre) si rechera’ in Europa ad offrire o prendere nuovi consigli (ordini?), prima di aver completato la squadra di governo (vice-ministri e sottosegretari) ed aver dichiarato e reso pubblico il proprio programma di governo.
    ATTENTI italiani, vi trasformeranno in “ robot”, abili solo a produrre e consumare in silenzio;
    “guai a voi che vorreste dominare il pensiero e l’azione dei vostri fratelli a vostro esclusivo beneficio, che giungereste perfino, novelli Erode, ad inserire nel cranio dei neonati apparati per imporre ordini e poi controllarne l’esecuzione” lo scrissi oltre un anno fa in “ Se Gesu’ fosse Tremonti…” (www.segesufossetremonti.blogspot.com) con ben misero risultato.
    Non voglio qui difendere Berlusconi, che ci illuse di cambiare le cose ma non lo ha fatto, non voglio prendermela con l’Europa, la Germania e la Francia e, perche’ no, gli Stati Uniti, che non sono certo immuni da colpe, voglio invece incitare gli italiani a ritrovare se stessi, a recuperare l’animo/l’anima (come dice Marcello Veneziani nel suo blog), a guardarsi in casa ed iniziare le pulizie, a dare “un segno forte ed inequivocabile, un gesto estemporaneo che rinfranchi le coscienze, dia fiducia a tutti nella possibilita’ del rinnovamento e la forza necessario per attuarla. Questo segno dovete darlo voi, (ricchi e potenti). A partire da questo segno la Nazione potra’ rimettersi in cammino ed acquisire credito e dignita’ presso le altre Nazioni che guarderanno a questo fatto con stupore e rispetto. GUARDO A VOI RICCHI E POTENTI (tre milioni e mezzo di persone) CHE POSSEDETE LA META’ DELLA RICCHEZZA DI QUESTA NAZIONE, DICO CHE PRIVANDOVI DI UNA MINIMA PARTE DEL SUPERFLUO ( 30.000 Euro in media per ciascuno) POTETE CONFERIRE, SENZA BATTERE CIGLIO, ALLE CASSE DELLO STATO 100 MILIARDI DI EURO ( quattro volte la misura degli interventi che il nuovo governo si appresta a fare ma che essendo lineari danneggeranno il ceto medio e medio basso con ulteriore decadimento dei consumi, ecc.). QUESTA NON E’ UNA RICHIESTA DI ORO ALLA PATRIA , BENSI’ IL SUGGERIMENTO DI UNA IDEA IMPRENDITORIALE, DI UN INVESTIMENTO PER IL VOSTRO FUTURO PRECHE’ SE LA NAZIONE CROLLA, CROLLERETE ANCHE VOI CON ESSA, SE EMIGRERETE SARETE COMUNQUE DISPREZZATI DALLE ALTRE NAZIONI PER NON AVER SAPUTO SALVARE LA VOSTRA CASA……… ( sempre da “ Se Gesu’ fosse Tremonti…” reperibile sul web.
    Tutto cio’ dovrebbe avvenire in contropartita a riforme e leggi che garantiscano una significativa riduzione dei costi dello Stato, della PA e della politica (per l’elenco degli interventi, che per altro ormai conosciamo tutti, si veda il testo citato (“Se Gesu’fosse Tremonti…” in particolare al capitolo “Assemblea’ http://www.segesufossetremonti.blogspot.com ) al quale aggiungerei la vendita del patrimonio improduttivo dello stato, abolizione degli ordini professionali, liberalizzazioni nel settore del commercio, privatizzazioni, ritocchi al sistema pensionistico, riduzione IRPEF ed IRPEG ).
    Dott. Oscar Giannino, ella che talvolta invoca azioni botton-up e fa intuire/sperare nel possibile avvio di inziative ‘liberiste’ concrete, Prof. Ugo Arrigo, Dott. Manuel Seri e membri dell’ Istituto Bruno Leoni, voi che avete visibilita’ oltre a competenza, perche’ non date corso ad un nuovo movimento visto che, come titolavano i Doors, siamo “at the end” ? Mi dispiace che Giannino abbia scartato e depotenziato la proposta/provocazione del Sig. Melani circa i BTP apparsa sul Corriere della Sera che seppur forse utopistica e certamente da essere messa a punto per gli aspetti tecnici e’ comunque un segno botton-up della voglia di fare qualcosa di concreto e di amore per il Paese.

  11. ITALIA, UN CASO DI SUCCESSO FINANZIARIO VENDUTO COME INSUCCESSO.

    Buonasera Giannino. Lo so che questo titolo può sembrare bizzarro ma siccome come lei guardo spesso i numeri mi sono soffermato su alcuni dati che sono di dominio pubblico. Li ho presi dal servizo “Public data explorer” di Google e quindi verificabili.

    Da tutto quello che leggo e sento pare di capire che questi 17 anni di governo Berlusconi siano stati un danno finanziario enorme e soprattutto questi ultimi due anni. Io invece vorrei dirle che finanziariamente abbiamo migliorato molto e recuperato posizioni su posizioni rispetto Germania, Francia e Regno Unito.

    I numeri:

    Debito pubblico in miliardi di € al 1995

    Regno Unito € 443
    Francia € 675
    Germania 1.067
    Italia € 1.071

    Debito pubblico in miliardi di € al 2010

    Regno Unito € 1.352 incremento del 205%
    Francia € 1.591 incremento del 135%
    Germania € 2.062 incremento del 93%
    Italia € 1.843 incremento del 72%

    Come ben può vedere l’Italia in questi 16 anni l’Italia ha avuto, e di molto, la migliore performance.

    Vogliamo vedere come è andata in questi ultimi 2 anni? Ma si dai…

    Debito pubblico in miliardi di € al 2008

    Regno Unito € 825
    Francia € 1.319
    Germania 1.649
    Italia € 1.667

    Debito pubblico in miliardi di € al 2010

    Regno Unito € 1.352 incremento del 64%
    Francia € 1.591 incremento del 20%
    Germania € 2.062 incremento del 25%
    Italia € 1.843 incremento del 10%

    Sono valori assoluti ok, ok. Vogliamo guardare le percentuali? Va bene:

    Debito pubblico in percentuale sul prodotto interno lordo 1995

    Regno Unito 51,2%
    Francia 55,5%
    Germania 55,6%
    Italia € 121,5%

    Debito pubblico in percentuale sul prodotto interno lordo 2010

    Regno Unito 79,9% incremento del 56%
    Francia 82,3% incremento del 48%
    Germania 83,2% incremento del 49%
    Italia 118,4% DECREMENTO del 2,55%

    Che disastro eh che siamo stati? Decrementare dove gli altri hanno incrementato.

    Ma dai vediamo se anche in questi ultimi due anni siamo stati così disastrosi.

    Debito pubblico in percentuale sul prodotto interno lordo 2008

    Regno Unito 54,8%
    Francia 68,2%
    Germania 66,7%
    Italia € 105,8%

    Debito pubblico in percentuale sul prodotto interno lordo 2010

    Regno Unito 79,9% incremento del 45%
    Francia 82,3% incremento del 20%
    Germania 83,2% incremento del 24%
    Italia 118,4% incremento del 11%

    Non aggiungo altro. Guardi che sono molto d’accordo con lei su quasi tutto quello che dice ma non accetto che si prenda in giro la gente fornendo dati che non sono corretti, analizzando mostrando i numeri a proprio piacimento e tornaconto.

    Credo che i dati da me forniti siano inattaccabili e dimostrino come le finanze dell’Italia in questi ultimi 16 anni, in questi ultimi 2 anni siano state MOLTO MEGLIO GESTITE delle finanze dei nostri principali competitor europei che tanto pontificano ad ogni occasione.

    La prego di non parlami di prodotto interno lordo e di non dirmi che se aumentiamo del 2% stiamo tutti bene mentre se aumentiamo dello 0,1 siamo alla canna del gas. Nella mia microscopica azienda non guardo neppure il fatturato. A volte non lo conosco e non sono per nulla preoccupato se incremento o diminuisco. Sono invece preoccupato e controllo quanto guadagno ogni mese e verifico i soldi in entrata siano superiori a quelli in uscita. Sarà mica per questo che posso mandare a quel paese la banca quando voglio? Come vede il fatturato non c’entra ma è la qualità di quello che produciamo che ha significato. Non mi preoccuperei dell PIL ma di come migliorare la qualità della vita di chi sta peggio e tutto questo anche con PIL negativo.

    Viva l’Italia, viva gli Italiani.
    Claudio Agazzi

  12. A Oscar Giannino. La seguo quasi tutte le mattine su radio 24; mi permetto di chiederle di dedicare una puntata alla liberalizzazione – riforma delle professioni, in particolare quella forense; a tale proposito permetta le seguenti riflessioni; in Italia risultano iscritti 260.000 avvocati, un numero esponenziale rispetto a quelli abilitati al patrocinio nel Regno Unito, in Germania e in Francia; la magistratura italiana lamenta che il numero (impressionante) delle cause civili pendenti è direttamente proporzionale al numero “eccessivo” di avvocati; con la Mediazione civile (costituzionalmente illegittima x eccesso di delga e xchè obbligatoria) si è creata una nuova inutile figura professionale;a differenza della concliliazione obbligatoria gratuita nel contenzioso del lavoro (abrogata x la bassisima % degli esiti) il costo della Mediazione è assai rilevante, è interamente a carico dei cittadini ma non diminuirà i contenziosi dovuti all’eccessivo numero di leggi ed ai patologici contrasti giurisprudenziali della stessa Cassazione; a mio avviso l’accesso alla professione forense dovrebbe essere rigorosamente selettivo sin dall’università, come x gli avvocati inglesi, tedeschi e francesi; ne guadagnerebbe la professionalità e diminuirebbe il numero delle cause; un avvocato x potersi ritenere “formato” necessita di almeno 10 anni di duro studio e lavoro; Lei si farebbe curare o operare da un medico neo laurato senza esperienza o da un veterinario? Una causa male impostata o male condotta può produrre danni incalcolabili che compromettono l’esistenza e/o il futuro di una persona, di una famiglia, di un’impresa; i costi di uno studio legale mediamente attrezzato ed organizzato sono assai rilevanti; la deroga ai minimi tariffari è di fatto invalsa con i privati mentre favorisce solo le grandi imprese, le banche e le compagnie assicuratrici che impongono compensi non remunerativi senza nemmeno garantire il numero e la continuità degli incarichi; non vi è alcun beneficio sociale ed economico x questa assurda ed ulteriore “liberalizzazione” che favorisce solo le lobbies (v, ad esempio le legislazione sulla liquidazione dei danni alla persona a seguito dei sinistri stradali e sul lavoro. Grazie x l’attenzione, auspico un Suo cortese riscontro e la continuerò a seguire on line: NIcola Orsolato, avvocato in Verona.

  13. Daniele

    Bg a tutti..aggiungo solo questo all ‘intervento precedente: “1984” di G.Orwell . La lettura che personalmente do a tutta questa ingestibile situazione mi fa sempre pensare a quel film..

  14. Pipie

    Egregio dottore,
    vorrei che entrasse di più nel merito di cosa potrebbe accadere:
    -agli Euro che sono depositati su conto corrente o libretto di risparmio;
    -agli Euro che sono sotto il materasso;
    -ai conti VAR in dollaro USA/CH
    -ai $/CH sotto il materasso;
    -alle azioni: Fiat, Banco Popolare, Saras, A2A, per dirne alcune;
    -alle obbligazioni in $: es: Italy ge15 o private
    Certamente la situazione è critica e il comune cittadino ha bisogno di pareri autorevoli, per poi sbagliare in proprio. Con queste risposte certamente riposeremo meglio la notte.

  15. lauro

    Buongiorno Sign.Giannino

    Volevo dirle che sono pienamente daccordo con lei su tutto quello che dice sui politici e governo; volevo solo chiederle se nella sua rubrica sul sole 24 ore potesse condannare anche gli sprechi della politica vecchia e nuova sulle costruzioni abbandonate sul territorio e di cui non si parla quasi mai nei vostri commenti radiofonici ne televisivi a parte Striscia…Milioni di Euro(prima Lire) Pperciò Milliardi abbandonati e sprecati ,mai conclusi (e Io Pago) come diceva totò .Prposta perchè non si fanno pagare a lor questi sprechi anche se dopo aver abbandonato i vari posti al governo se ne lavano le mani(tanto non sono + al governo) e i cittadini chi li aiuta contro gli sprechi dei Politici? troppo facile cercare solo e puntare il dito solo su chi evade?? cè chi è ladro di natura e chi cerca di far quadrare il bilancio senza essere derubato dopo aver lavorato una vita.
    La ringrazio e saluto cordialmente

  16. lauro

    Cerchiamao chi ha sprecato i soldi publici anche se non sta + al governo e facciamoci rimborsare o finisca lui con i suoi soldi oppure del suo partito i lavori(sprechi) abbandonati e che poi dobbiamo finire con Millioni di Euro Dei lavoratoori che pagano le tasse.

  17. GS Government

    forse.. useranno mercati x forzare sacrifici+integrazione..
    avrà costi altissimi sia x noi sia x Germania..
    speriamo riescano a staccare acceleratore prima del limite..

    il Padrone di Ferrara è SOCIO di in Endemol con GOLDMAN SACHS..
    inoltre Endemol è superindebitata ed i Creditori Incazzati si
    chiamano Barclays, Royal Bank of Scotland, oltre ai cattivissimi
    hedge fund come Canterbridge, Apollo, Providence ecc..
    ma questo alla gente si guardano bene dal dirlo..
    ricordano che Monti era consulente GS e Draghi capo Europa..
    dimenticano che Gianni (oltre ad Enrico) Letta erano advisor..
    siamo proprio sicuri che Egli si è dimesso x senso di responsabilità ?

    cmq agli italiani agli dovrebbero interessare non tanto questi giri invisibili sopra la loro testa.. quanto il loro possibile semi-default che ancora fan finta di non vedere..

  18. pinco

    Un elogio e due considerazioni.
    Partiamo dall’elogio: Oscar Giannino sei chiaro, lucido ed efficace in ogni tuo intervento. Hai tutta la mia stima.
    E poi le due considerazioni:
    1) la gente comune in italia non ha ancora capito la gravità della situazione. La situazione è talmente disperata che giornali e TG dovrebbero parlare solo di questo, tanto che persino le notizie sui recenti avvenimenti alluvionali dovrebbero passare come trafiletto da ultima pagina.
    2) la Germania ha pienamente ragione. Ed è la serietà delle nazioni nordiche ad annichilire le popolazioni mediterranee ed in genere del Sud-Europa, il ventre molle dell’europa: Italia, Spagna, grecia, Portogallo e parzialmente la francia (parzialmente perchè la costa sull’atlantico bilancia parzialmente la sventura di avere una costa sul mediterraneo). La loro serietà ed il loro rigore si contrappongono al nostro pressapochismo. Siamo degli sconclusionati bamboccioni, ed abbiamo i politici che ci meritiamo, che sono votati dalla società civile e di questa società sono lo specchio.
    Siamo condannati alla decadenza, ce la siamo meritata tutta.
    Ed ora si salvi chi può…

  19. il dentista di provincia

    Mi piace molto la parte centrale dell’articolo, che condivido appieno. Capisco quasi niente della parte finale e questo è un fatto importante. Perché gli economisti non fanno un po’ di divulgazione, cosicché l’uomo qualunque possa capirci qualcosa? Personalmente so più di astrofisica e di fisica delle particelle di quello che so di teorie economiche.

  20. Roberto

    Tutti hanno ragione e tutti hanno torto. La verita’ e’ che l’europa non esiste. Dicono che ci vogliono i colpi di mano. Bene, stampiamo duemilamiliardi di euro, svalutiamo l’euro (noi ci abbiamo fondato la nostra economia con la moneta debole), diventiamo un paese / unione low-cost, riportiamoci in casa gli stabilimenti e torniamo a lavorare e a creare valore aggiunto.

  21. Scott

    @Claudio Agazzi
    Come si fa ad estrapolare certi dati nel contesto europeo (e non solo) ? Al contrario dell’Italia, tutti quei Paesi citati hanno dei riscontri, qualcosa di tangibile da poter giustificare un “debito pubblico” o un “deficit sul PIL”: ma vogliamo veramente comparare la qualità di vita quotidiana..la qualità infrastrutturale,scolastica,sanitaria,del lavoro,interpersonale,etc..? Basta guardare i dati UN oppure OSCE, altro che quarto mondo! Se poi dice ..”ma vogliono tutti venire in Italia..http://archiviostorico.corriere.it/2005/gennaio/06/Stendhal_che_delusione_Capodanno_del_co_10_050106006.shtml..si riconsoli con l’aglietto http://www.universita.it/classifica-times-higher-education-2011/ !

  22. ferdinando

    Se gli economisti sapessero prevedere il futuro (anche il piu prossimo) sarebbero tutti miliardari e avrebbero in portafoglio da mesi questi due
    semplici ETF:
    1.FR0010446666
    2.FR0011023621
    ……

  23. powderfinger

    All’amico tedesco in parte risponde l’ottimo Martino oggi su Il Tempo:

    “La cancelliera non ha titolo per impartire lezioni di ortodossia fiscale a nessuno: anche la Germania ha pesantemente barato sui conti. Lo denuncia un articolo del Monde:”Non è che la Germania sia proprio questo modello di virtù.” Il debito, infatti, supera il tetto del 60% di Maastricht, e il dato ufficiale è truccato, per via del modo in cui Berlino ha contabilizzato i miliardi immessi dopo la crisi del 2008. Queste somme, secondo Il Foglio (22 novembre), sono state collocate fuori dal bilancio in un fondo speciale. “Senza questa astuzia, secondo il Monde, il deficit tedesco non sarebbe stato del 3,2% ma del 5,1%, cioè superiore a quello francese.”

  24. @Scott
    Egr. Scott. Si prendono i dati e si leggono. Poi si fanno valutazioni non emotive. Se legge io ho cercato soprattutto di mettere in risalto l’evoluzione e il trand di questi 4 paesi. Non parlavo di prosciutto o di altro ma di debito pubblilco e progressione della crescita. Gli “altri” sono saliti più di noi e di tanto. Sul resto non faccio considerazioni e parlo di sanità, istruzione e altro perchè sono temi che non possono essere affrontati con due parole.
    Quello che volevo mettere in evidenza è che l’informazione non viene data correttamente e in maniera totale.
    Cordialmente
    Claudio

  25. carlo grezio

    @Claudio Agazzi
    agazzi ,sia gentile, si concentri un attimo solo su queste (sue) righe che riporto di seguito

    Debito pubblico in percentuale sul prodotto interno lordo 2010

    Regno Unito 79,9% incremento del 45%
    Francia 82,3% incremento del 20%
    Germania 83,2% incremento del 24%
    Italia 118,4% incremento del 11%

    Riesce a vedere che ci sono circa 35 punti tra l’italia e gli altri ?
    Se si, ci siamo capiti.
    Se no, pazienza.
    Se uno era l’ultimo della classe 15 anni fa, e dopo 15 anni, in cui ha goduto, immeritatamente, dello stesso merito di credito degli altri, grazie all’euro, è ancora l’ultimo della classe, anche se gli altri sono un pò meno bravi, resta sempre l’ultimo.
    e i mercati non lo promuovono.

  26. Claudio Di Croce

    OG come sempre è scatenato contro SB che lo ha deluso : benissimo ,adesso vedremo cosa farà Monti . Con un piccolo particolare , se farà le riforme che si dovevano fare – essenzialmente ridurre drasticamente la spesa pubblica – i sinistri lo lascieranno fare anche se in modo obliquo . Basta pensare cosa hanno detto di Fassina , prima idolatrato . Se le avesse fatte SB si sarebbe scatenata la piazza . Lui dice che il padrone del gruppo La Repubblica , i giudici, la CGIL non hanno contato nulla ? Ma pensa che siamo tutti stupidi ?

  27. Gianluca

    Musica per le mie orecchie, caro Giannino.

    Mi fa piacere che dopo il confronto con il suo amico ed esperto tedesco ammette che i tedeschi hanno ra-gio-ne da vendere.

    Non voglio fare l’anti italiano, ma quel che è giusto è giusto, inutile nascondersi dietro un dito. Italia ha gravissime responsabilità, inutile girarci intorno.

    E’ vero l’Euro paga le molte anomalie che tutti conosciamo, ma proprio perchè nata in modo innaturale, era compito dei governi attenersi ai vincoli stabiliti, noi naturalmente da furbi Italiani siamo risuciti a non sfruttare i bassi tassi per un decennio restando border line, ed oggi la parola d’ordine e quei cattivono dei tedeschi vogliono distruggere l’Euro.

    Tecnicamente capisco che è difficile fare quanto sta gridando a gran voce la Merkel, visto quel che spesso lei scrive Giannino, riguardo la crisi di fiducia sull’Europa e la crisi di liquidità delle banche con i grandi potentati economici che stanno disimpegnandosi in Europa, con un movimento di $$ inammignabile, per mettere i loro averi in lidi più tranquilli.

    Credo che la soluzione per un uscita sana e duratura sia solo quella, gli stati in difetto debbono raddrizzarsi da soli ed in brevissimo tempo, in primis sopratutto Italia, poi naturalmente anche Spagna e Francia che sono le nazioni che insieme alla ns preoccupano maggiormente i mercati.

    Sarò un pazzo ma sono fiducioso, confido molto nel ns paese che se riuscirà in breve tempo a fare uno scatto di reni potrà ridare tranquillità a tutta l’area Euro, e per una volta vincerà la politica del non stampare o produrre nuovo debito. Non credo che a lungo termine gli Eurobond siano la soluzione, anche se capisco perfettamente che nell’immediato e nel medio termine sono un rimedio fantastico.

    Basta con queste politiche che rimandano i problemi, e trasferiscono il problema ad altri, è bene che la politica risolva i problemi nell’immediato.

    Gianluca

  28. Angelo Scaccabarozzi

    Oscar,
    anche la Germania non ha i conti così a posto come vuole far sembrare http://www.spiegel.de/international/europe/0,1518,799059,00.html. Dalla chart 4 di questo documento sembra che a livello di debito pubblico anche i tedeschi non scherzano http://www.arpllp.com/core_files/The_Absolute_Return_Letter_1111%281%29.pdf. Questo studio del CER http://www.cer.org.uk/sites/default/files/publications/attachments/pdf/2011/essay_eurozone_9nov11-4084.pdf dice anche i tedeschi hanno una grossa colpa relativamente alla situazione di squilibrio nell’area dell’eurozona.
    L’indipendenza della BCE è un falso mito. Non monetizza i titoli di stato per non creare inflazione ma profonde liquidità alle banche che hanno espanso la massa monetaria dell’11% all’anno.
    Inoltre, l’attuale sistema che prevede l’emissione di BOT/BTP tutte le volte che uno stato deve espandere la massa monetaria è una grossa truffa. Se il PIL cresce del 5% all’anno, uno stato dovrebbe poter espandere la massa monetaria del 5% senza indebitarsi. QUesto non creerebbe inflazione (MxV = PxT) http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2011/nov/15/money-privatised-stealth?INTCMP=SRCH.
    Cordiali saluti
    Angelo Scaccabarozzi

  29. Scott

    @Claudio Agazzi
    Prima dice che..”Credo che i dati da me forniti siano inattaccabili e dimostrino come le finanze dell’Italia in questi ultimi 16 anni, in questi ultimi 2 anni siano state MOLTO MEGLIO GESTITE delle finanze dei nostri principali competitor europei che tanto pontificano ad ogni occasione..”, per poi passare al “..Come vede il fatturato non c’entra ma è la qualità di quello che produciamo che ha significato. Non mi preoccuperei dell PIL ma di come migliorare la qualità della vita di chi sta peggio e tutto questo anche con PIL negativo..”, per concludere col..”Quello che volevo mettere in evidenza è che l’informazione non viene data correttamente e in maniera totale..”!..Lei se la canta,se la suona e se la fischia. Bye

  30. filo

    Buongiorno Giannino,
    come al solito concordo con la sua analisi e su come i tedeschi non abbiano molta voglia di fare i salvatori dell’europa, l’ ho seguita questa mattina su radio 24 e ho ascoltato il giornalista tedesco suo ospite, mi chiedo però: che interesse avrebbero i tedeschi con la loro immobilità e testardaggine a causare un terremetoto nell’area euro, non ne sarebbero alla lunga anche loro travolti? la loro economia non dipende anche dal buon andamento delle loro esportazioni in europa? se si lascia impoverire di molto quest’area sarà difficile rimpiazzarla con altri mercati, perchè comunque la crisi colpirebbe duro non solo in europa ma è facilmente intuibile che crei una recessione a livello mondiale. Ripeto, dal loro punto di vista hanno ragione e probabilmente anche noi ragioneremmo come loro, adesso però non è più il tempo di dire chi è stato buono e chi è stato cattivo, i buoni solo loro lo sappiamo, ma proprio perchè sono così buoni dovrebbero capire che se si isolano fra poco non troveranno che macerie. Certo, da parte nostra è difficile andarglielo a dire, dopo aver scialacquato per anni, essercene fregati del controllo della spesa pubblica, dell’aumento della produttività e di tutte quelle cose che sapevamo dover essere fatte e non abbiamo fatto, e leggere certe cose anche su questo blog su come saremmo stati bravi durante tutti questi anni rispetto agli altri fa venire da ridere, se non piangere.

  31. Gianluca

    @ Angelo

    Caro Angelo i mercati ritengono che l’Europa possa andare a rotoli. Questo perchè molti paesi hanno fatto i furbi, tra cui il nostro. Lei può sentire chi vuole e linkare chi preferisce, assolutamente corretto ed è un contributo che aiuta il confronto. Il problema reale è che c’è una crisi di credibilità forte e non certo per colpa della Germania.

    Le faccio una semplice domanda chiarificatrice. Lei crede che l’Europa vivrebbe questo momento negativo, se la Grecia non aveva truccato i conti e l’Italia stava con un debito al 90% e tassi di crescita in media con gli altri stati Europei, e non all’ultimo posto come siamo noi ora da circa 20 anni?

    L’Euro, moneta è nata male e con tanti problemi che ora non sto qui a spiegare, ma che sicuramente lei conosce molto bene, bisognerebbe anche capire che quanto sta succedendo oggi è amplificato da politiche assolutamente irresponsabili.

    Il resto è fuffa. Sono riuscito a spiegarmi?

    Un Europa con tutti i difetti che ha, senza paesi come il ns, non starebbe dove siamo oggi, l’Europa non sta crollando per regole particolari che anche io non approvo, sta crollando perchè molti paesi che conoscevano bene le regole hanno fatto i furbi.

    E’ facile parlare oggi, 10 anni fa come mai non c’erano tutte queste campagna di stampa? I media dormivano? Le regole erano sempre le stesse. Oggi ci accorgiamo che la BCE non può fare come la FED o la Banca D’Inghilterra? Prima dormivano tutti?

    Successivamente possiamo dire tutto, anche dell’incapacità dell’Europa, di dare messaggi corretti ai mercati per invertire la tendenza, e di non essere riuscita a correggere rapidamente i paesi inadempienti. Per esempio ritengo che all’Italia ed alla Grecia quello che è stato fatto oggi, andava fatto 1 anno fa. Le pressioni vanno fatte non quando si sta con l’acqua alla gola, vanno fatte prima.

    Ha poi ragione da vendere Oscar Giannino quando dice che, preso atto che i paesi Europei del sud hanno fatto politiche irresponsabili, sapendo di farle, con l’Euro che sta realmente rischiando di chiudere bottega, bisogna prendere provvedimenti.

    Di mio ho solo aggiunto che secondo me, come sostiene la Merkel, bisogna agire strutturalmente (contro il parere di quasi tutti gli economisti mondiali), con la politica, con i paesi tipo l’Italia che capiscono la gravità del momento ed agiscono con i fatti, e se oramai è troppo tardi che crolli tutto ma basta politiche economiche di nuovi debiti o nuove stampe.

    Odio questo sistema monetario, come è concepito, ritenendo che noi popolo non dovremmo essere debitori nei confronti del denaro stampato, ma visto che vige questo schifo, non bisogna stampare, è solo un modo per indebitarci di più e di rimandare i problemi alle generazioni future.

    Visto che i trattati Europei prevedono che la BCE non può stampare, reputo sia meglio così ed è giusto che stati, gruppi bancari, finanzieri, se toppano saltano. Ora gli USA impauriti stanno levando le loro finanze dall’europa, con possibile crollo e corto circuito dei mercati, come scriveva Giannino pochi giorni fa in un allarmato editoriale sul Messaggero, ma se l’Europa con agirà con riforme strutturali (in primis con l’Italia), tutto tornerà a posto, questo è il mio personale e modestissimo parere.

    Nata come crisi di credibilità per l’inaffidabilità di alcuni paesi Europei importanti come l’Italia (la Grecia muove i bruscolini rispetto a noi), paese che ha quasi 1/3 del debito pubblico Europeo, terminerà questa crisi quando i fatti dimostreranno che l’Europa, quindi l’Italia, è tornata ad essere credibile.

    Gianluca

  32. Angelo Scaccabarozzi

    Caro Gianluca,
    concordo con buona parte della sua analisi. Ritengo necessario vedere anche gli aspetti trascurati dall’informazione mainstream. Non è escluso che tutto il sistema monetario a livello globale salti (non solo l’euro). Dal 1971 abbiamo valute a corso forzoso legale (fiat currency) completamente manipolabili dai governi e banche centrali. La sua frase “Visto che i trattati Europei prevedono che la BCE non può stampare, reputo sia meglio così ed è giusto che stati, gruppi bancari, finanzieri, se toppano saltano.” la trovo sacrosanta. Il problema è che le banche, gestite malissimo, in primis quelle tedesche, piene di spazzatura subprime non saltano ma vengono salvate dai governi lasciando al loro posto chi le ha gestite finora.
    Lo sa che per salvare le banche sono stati imessi 1400 Mil €; la cifra arriva a 5000 Mil se si aggiungono le garanzie (fonte sole24ore). La storia ci insegna che di fronte ad una crisi come questa c’erano due soluzioni: 1) Svezia: nazionalizzare le banche per un breve periodo, salvaguardare i depositanti, buttare a mare tutta la spazzatura, ed attivare le attività tradizionali di prestito.
    2)Giappone: tenere in vita le zombie banks a spese dei cittadini creando le basi per decenni di crescita zero.
    Purtroppo, si è scelto la seconda opzione. Se ha tempo, legga questo articolo, purtroppo molto lungo, per capire come ragionano i tedeschi.
    http://www.vanityfair.com/business/features/2011/09/europe-201109
    ce ne sono altri dello stesso autore su Grecia ed Irlanda altrettanto belli. Il giorno prima del fallimento della Lehman, quando tutti avevano capito cos’erano i CDO, etc, le banche americane continuavano a confezionare la spazzatura a uso e consumo dei soli tedeschi..E’ uno scandalo che l’EBA abbia costretto le nostre banche a valorizzare i titoli di stato a prezzo di mercato; perchè non chiedono alle banche tedesche e francesi di valorizzare a prezzo di mercato i titoli tossici che hanno in pancia (Dexia docet).
    Cordiali saluti
    Angelo

  33. adriano

    La Germania ribadisce che non ci sta.Le chiacchiere sono belle e sono tante,ma vanno a fondo,come noi fra poco se si continua così.Va bene che deteniamo il primato nell’arte del compromesso ma mi sembra irreale cercare mediazioni con chi dice di non volerle.Avranno anche ragione ma non vedo quale vantaggio ne derivi dall’ammetterlo.Per quanto tempo può durare la rincorsa del maggiore onere per interessi?Ad ogni asta facciamo una manovra?Questi tecnici tanto celebrati hanno solo la dimensione delle tasse?Per questo basta la cultura del pallottoliere.Sarebbe piu’ serio cominciare a pensare ed annunciare il progetto di uscita dalla moneta unica.Fino a quando si è in tempo.

  34. Piero

    @Gianluca :
    E’ facile parlare oggi, 10 anni fa come mai non c’erano tutte queste campagna di stampa? I media dormivano? Le regole erano sempre le stesse. Oggi ci accorgiamo che la BCE non può fare come la FED o la Banca D’Inghilterra? Prima dormivano tutti?

    ……………

    sorry hai ragione… ma… cio vuol dire che.. in un mondo di drogati chi non si droga vien fatto fuori.. cmq.. anche x Fed Boe Boj la droga può solo rimandare il conto..
    le banche Usa hanno 1,6 trilioni ancora inutilizzerati.. forse ci compreranno i treasury 2012.. non si sà.. prima noi.. poi loro.. è non è mezzo gaudio..

  35. Piero

    @Angelo Scaccabarozzi :
    E’ uno scandalo che l’EBA abbia costretto le nostre banche a valorizzare i titoli di stato a prezzo di mercato; perchè non chiedono alle banche tedesche e francesi di valorizzare a prezzo di mercato i titoli tossici che hanno in pancia (Dexia docet).

    …………..

    è uno scandalo che quella GIUSTA regola non valga x tutto il mondo..

  36. Buonasera Sig.ri Scott e Carlo Grezio.

    Io non voglio né cantare nè suonare o che altro. Ho solo messo in risalto che questa azienda Italia negli ultimi 15 anni, negli ultimi 2 anni, nell’ultimo anno è andata progressivamente meglio degli altri tre competitor europei.
    Sig. Carlo, non ho detto che siamo messi bene. Lo so bene che il nostro debito ci tiene legati ma è anche evidente che abbiamo amministrato meglio degli altri. Provi a pensare ai nostri competitor se avessero in 15 anni avuto le nostre performance. Cosa pensa che succederebbe? Potrebbero davvero dire d’essere in una botte di ferro e invece sono costretti a indebitarsi sempre di più perché il loro macro sistema fa più acqua del nostro.
    Ho scritto chiaramente dei numeri perché se è pur vero che vanno sempre interpretati è anche evidente il nostro migliore progress.

    Lo sa che se continuano con questa progressione prima o poi ci prendono e ci superano? Sarà mica che se ne sono accorti e gli comincia a fumare la testa?

    Comunque cordialità a tutti e un po’ più di amore e senso di appartenenza a questo stato, l’Italia.

  37. Simona

    @Anton
    Tutto condivisibile, se non fosse che comunque lo Stato italiano già stra-tassa i “poveri” cittadini ricchi e non (e da sempre lo fa). “Le pulizie in casa” sono convinta che gli italiani dovrebbero cominciare a farle dalle classi dirigenti e politiche ormai talmente assuefatte al sistema amorale dell’agire da essere troppo staccate dalla realtà, tutte concentrate ad anteporre meschinamente i propri nteressi a quelli del Paese. Mi domando: ma è mai possibile che l’eliminazione di tutti i privilegi della classe politica debba essere messa in programma per la prossima legislatura, invece di applicarla da oggi (e magari con effetto retroattivo)? Lo so che non è molto, ma non sarebbe un bel segno di redenzione morale della “Casta” nei confronti di tutti i cittadini?
    Inoltre, più che chiedere ai cittadini di comprare BTP, non sarebbe meglio ristrutturare seriamente la burocrazia, la legislatura in materia di elezioni e durata dei mandati, armonizzare le pensioni (tutte) non solo sulla base dell’età pensionabile ma anche dell’ammontare ed eliminare privilegi, migliorare lo standard morale e culturale delle classi dirigenti, proivatizzare le aziende pubbliche ed i patrimoni pubblici in modo che siano condottii più onestamente ed in modo più remunerativo….la lista è lunga, e questa mia osservazione prende sempre più l’impronta di uno sfogo, più che di una proposta liberista, ma a questo purtroppo i poveri cittadini sono ridotti!

  38. @Scott
    Buongiorno Sig. Scott.
    Mi occupo per lavoro di comunicazione, guadagno e vivo grazie al web. Questo modo di comunicare però non mi piace. Non servono due link ad un sito o ad un video per spiegare od affermare.

    Io attendo ancora qualcuno, qualche bravo economista che mi smonti i numeri che ho fornito. Ma non arriverà perché nella sostanza i numeri parlano. Siamo stati più bravi degli altri anche se non abbastanza.

    Per lei siamo ultimi in tutto per me no. Questione di punti di vista.

    Io vivo ottimista e lavorando. Lei da quel che capisco solo lavorando e mi spiace perchè se fossimo tutti un po’ più predisposti, coesi, patrioti, forse forse potremmo presentarci al resto del mondo come quella nazione che nel corso della storia ha sempre dimostrato d’essere grande. Perchè ora non dovremmo più esserlo? Forse anche perché c’è gente che invece di argomentare manda in giro link di altri?

    Me lo permetta.

    Cordialmente
    Claudio Agazzi

    Come vede ci metto anche nome e faccia nelle mie risposte. Sarebbe bene che anche su questo aspetto si migliorasse. Meno cattiveria e più trasparenza e meno nickname.

  39. Scott

    @claudio agazzi
    ..”Vivo di comunicazione, guadagno e vivo grazie al web..” Non vede le discrepanze tra il suo curriculum e il modo in cui espone i suoi commenti? Delle due l’una: o è certo che non esiste al mondo un “bravo-economista-che-può-smontare-la-sua-demenziale-tesi-economica” perchè, essendo un guru del web, ha fatto una capillare ricerca internazionale (mai pensato al Nobel..?), oppure, dal momento che mette in risalto tanta presunzione, più che di un “bravo economista” ha bisogno di un specialista più appropriato al caso suo, per il quale aggiungo il link http://www.psicologiaeterapia.it/ . A proposito dei link:è per farle notare che, da una vita, personaggi di gran lunga più autorevoli della media nazionale hanno dato il loro prezioso contributo nello spiegare che è grazie alle italiche beceraggini e demenzialità che l’Italia si è sempre trovata nel ridicolo e crisi economiche. Qual’è il ridicolo in queso caso? L’insistere sull’aria fritta, perchè una cosa è certa: scimmiottare il patrriottismo a seguito di numeri che nella quotidianità dimostrano l’esatto contrario, è anche motivo di mancanza di contenuti Quindi, su cosa dobbiamo argomentare? Se poi, con tutto ciò , vuol continuare ad essere ottimista facendo lo struzzo, buon per lei se le piace riconsolarsi con l’aglietto…non è nulla di nuovo sotto il sole! Bye, Scott (..e no, non è un nickname)

  40. LUCA

    GENTILE DOTT. GIANNINO, AVREI BISOGNO DI CONTATTARLA PER OGANIZZARE UNA SERATA CON LA SUA PARTECIPAZIONE. GRAZIE

  41. Marco

    Qualcuno potrebbe spiegarmi cosa accadrebbe se dovesse “saltare” l’Euro per noi piccoli risparmiatori?
    Grazie.

  42. Scott

    @claudio agazzi
    ..”Vivo di comunicazione, guadagno e vivo grazie al web..” Non vede le discrepanze tra il suo curriculum e il modo in cui espone i suoi commenti? Delle due l’una: o è certo che non esiste al mondo un “bravo-economista-che-può-smontare-la-sua-demenziale-tesi-economica” perchè, essendo un guru del web, ha fatto una capillare ricerca internazionale (mai pensato al Nobel..?), oppure, dal momento che mette in risalto tanta presunzione, più che di un “bravo economista” ha bisogno di un specialista più appropriato al caso suo, per il quale aggiungo il link http://www.psicologiaeterapia.it/ . A proposito dei link:è per farle notare che, da una vita, personaggi di gran lunga più autorevoli della media nazionale hanno dato il loro prezioso contributo nello spiegare che è grazie alle italiche beceraggini e demenzialità che l’Italia si è sempre trovata nel ridicolo e crisi economiche. Qual’è il ridicolo in queso caso? L’insistere sull’aria fritta, perchè una cosa è certa: scimmiottare il patrriottismo a seguito di numeri che nella quotidianità dimostrano l’esatto contrario, è anche motivo di mancanza di contenuti Quindi, su cosa dobbiamo argomentare? Se poi, con tutto ciò , vuol continuare ad essere ottimista facendo lo struzzo, buon per lei se le piace riconsolarsi con l’aglietto…non è nulla di nuovo sotto il sole! Bye, Scott (..e no, non è un nickname)

  43. Gianluca

    @ Claudio Agazzi

    Caro Claudio ho letto le sue tabelle che dimostrano incofutabilmente che l’Italia sta andando meglio di altri paesi, spiegando a noi comuni mortali che i numeri non tradiscono mai.

    Spero comprenda che se si ha un debito, il più alto in Europa nel 2000 pari al 120% del PIL, anche avanzare di un punto è nefasto a differenza di chi si trovava nel 2000 a debiti molto più bassi dei nostri e se cresce pu restando notevolmente al di sotto di noi sta sempre messo meglio. Nefasto sopratutto perchè il paese con quell’alto debito, è quello che cresce meno da 20 anni in Europa, e questo con tassi favorevoli. Cosa succederà quando i tassi diventaranno più alti? Riesce a capirlo?

    Se lei caro Signor Agazzi nel 2000 ha un debito di 10.000 euro ed un suo amico ha un debito di 300 euro, non è che se lei ha sempre lo stesso debito e messo meglio di chi è arrivato a debiti per 5000 euro.

    L’unico paramentro importante da valutare, ed è quello che fanno i mercati, è quanto lei ed il suo amico guadagnate e crescete. Se lei dimostra ai creditori che in 10 anni non è riuscito a rientrare del suo debito neanche di un euro con una situazione favorevole (tassi bassi), i suoi creditori sono molto preoccupati.

    Gianluca

  44. Roberto Castella

    La pretesa di unificare monetariamente gli Stati europei si sta dimostrando una idea fallimentare.
    Perché la Grecia, l’Italia e la Spagna stanno patendo più di altri paesi ?
    Parliamo di casa nostra. L’Italia fino alla metà degli anni 90 era la quinta potenza economica del mondo. Dal 1995 è iniziato il declino. Proprio quando la politica del nostro Paese ha iniziato le grandi manovre per rientrare nei parametri necessari ad aderire alla moneta unica. L’EURO. Ricordiamo tutti l’istituzione della tassa una tantum definita Eurotassa, proprio per le finalità che essa portava con sé. Far quadrare i conti per entrare nell’Euro. Ecco il primo passo falso. Una iniezione di denaro extra per essere in regola. Un artifizio finanziario dagli effetti temporanei. Svaniti gli effetti dopanti dell’eurotassa è iniziato inesorabilmente il nostro declino.
    Nel rapporto import export del nostro paese, ha sempre prevalso l’export. Meno per il settore della produzione industriale, ma tantissimo per il settore agroalimentare, moda-design, e soprattutto turismo. Certo, non si esporta il turismo, ma si importano i turisti.
    Siamo un Paese strutturato per essere economicamente e politicamente autonomo. Fino a quando è stato così abbiamo sempre brillato a livello mondiale. Dobbiamo tornare ad essere liberi di mungere le nostre mucche.
    La spiagge ed i campeggi pieni di operai tedeschi, francesi, olandesi, sono un ricordo. Loro ci portavano la loro valuta pregiata e ne spendevano a badilate. Eppure le nostre montagne, i nostri mari e la nostra arte continuano ad essere gli stessi. E’ cambiata la moneta. Venire in Italia in villeggiatura non conviene più. La bellezza dell’Italia non vale più il suo prezzo.
    Pensiamo a quanto esportiamo nel settore agroalimentare. Molto, se pensiamo al fatto che abbiamo una moneta costosa come L’euro. Pensiamo ora a quanto esporteremmo se avessimo la Lira e questa valesse per quella che è la struttura economica reale del nostro Paese. Data anche la elevatissima qualità raggiunta dal nostro settore agroalimentare e zootecnico saremmo certamente sul tetto del mondo.
    Queste due voci, turismo e agroalimentare, sono quelle che maggiormente hanno trascinato verso il basso la nostra economia.
    L’Italia è storicamente, culturalmente, politicamente, economicamente, paesaggisticamente differente dalla maggior parte degli Stati d’Europa. Specialmente da Francia e Germania.
    Date tutte queste difformità è impossibile concepire di avere la stessa moneta. Dobbiamo averne una libera di essere svalutata o rivalutata a seconda delle congiunture interne ed internazionali.
    A chi sostiene che l’entrata in Eurolandia ci ha consentito di abbassare l’inflazione e di ottenere tassi di interesse ridicoli rispetto a quando c’era la Lira, io rispondo che l’ 87% degli italiani si è comprato casa negli anni 80 quando c’era la Lira e i tassi di interesse oscillavano intorno al 10% con una inflazione costantemente intorno al 5%.
    Questo perché non so che farmene dei tassi di interesse prossimi allo zero se non riesco a mettermi da parte i soldi per l’anticipo di una casa. Non so che farmene di una inflazione al 2% se non posso comprare il pane.
    E’ il fatto stesso che siano calati i consumi a causa dell’Euro, ad aver fatto calare l’inflazione.
    Sleghiamoci finché siamo in tempo da questa Europa che ci ha avvinghiati nei suoi tentacoli paralizzanti. Siamo Italiani e dobbiamo poter essere liberi di agire secondo le nostre esigenze interne. Basta sottostare a regole fatte apposta per salvaguardare le economie che non hanno risentito del cambio di valuta. Mungiamo le nostre mucche, spremiamo le nostre olive, facciamo riempire le nostre spiagge ed i nostri alberghi di stranieri, torniamo ad aprire i nostri esercizi commerciali.
    Non dimentichiamo il fondamentale aspetto psicologico di un nostro ritorno alla lira. Torneremmo a far girare l’economia fondata sui nostri prodotti e a dare un freno all’economia fondata sui prodotti d’importazione. Spenderemmo più volentieri 6.500 lire per un litro di olio extravergine che non 1.750.000 lire per un iphone.
    Torneremmo a renderci conto di quanto guadagniamo e di quanto spendiamo così da regolare nuovamente il paniere dei prezzi alla reale economia famigliare. Siamo stati inebriati da una moneta che non abbiamo mai sentito nostra e che non abbiamo mai imparato a valutare. Spendiamo 2 euro per un giro in giostra da far fare ai nostri figli e ci pare poco. Però non avremmo mai speso 4.000 lire per la stessa cosa.
    Ci siamo rovinati con le nostre mani. Possiamo rimediare. Torniamo un Paese libero, fondato su se stesso.
    Il “sistema Paese” da 10 anni sta viaggiando “fuori giri” ed è prossimo a fondere. Il debito pubblico negli ultimi 10 anni è tornato a salire vorticosamente, per le stesse ragioni per cui una famiglia non ce la fa ad arrivare a fine mese e si indebita. Il nostro è uno Stato da Lira che usa l’Euro. E’ una idea sbilenca.

    Come uscire dall’Euro?
    1) Reintroduzione della Lira a partire dal 01-06-2012. In modo da sfruttare turisticamente l’estate.
    2) Periodo di doppia valuta fino al 31-12-2012 per dare modo alla Zecca di tirare abbastanza banconote.
    3) Monete da 50-100-200-500 lire, banconote da 1.000-2.000-5.000-10.000-20.000-50.000-100.000-200.000 Lire
    4) Cambio 1€ 3.000 Lire per ridurre automaticamente il debito del 30%
    5) Pagare il debito pubblico in Lire
    6) Il cambio a 3.000 lire farebbe schizzare le esportazioni e porterebbe vantaggio alla bilancia commerciale.
    7) Saremmo boicottati politicamente, ma non economicamente dal resto della UE. Non cambierebbe molto rispetto ad oggi.
    8) Ci sarebbe nuovo interesse del mercato internazionale per le nostre aziende quotate in borsa.
    9) Dato il vantaggio nel cambio, si incrementerebbero gli investimenti esteri nel nostro Paese
    10) Un operaio, da 1.250 Euro al mese, passerebbe a 3.750.000 lire con un effetto psicologico evidente.
    11) I prezzi in un libero mercato non si possono controllare, ma pochi spenderanno 7.000 lire per un Kg di arance ed i prezzi scenderanno da soli.
    12) Tutto, in meno di un giro delle quattro stagioni, tornerà alla normalità.
    13) Almeno dal punto di vista economico l’Italia ritroverà una sua stabilità.
    Ecco perché è necessario ritornare ad una moneta Nazionale autonoma e gestibile indipendentemente da quanto accade al di fuori dei nostri confini.
    Non siamo strutturati per avere un legame monetario con altri Paesi.

  45. giovanni

    comunque per come andata nell’euroarea, deve ringraziarsi il passo indietro fatto a maastricht, dove non si è voluto sottoporre alla vigilanza della commissione il rispetto dei criteri dell’UEM, lasciati all’autodisciplina degli stati…con i fantastici traguardi che abbiamo oggi. La crisi farà di certo bene a scuotere i vecchi assetti!

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