1
Mar
2012

Cronache marziane – di Matteo Repetti

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Matteo Repetti.

ASTER S.p.A. è una società controllata dal Comune di Genova nata per effetto della esternalizzazione – tra le altre – della vecchia divisione “Giardini e Foreste” presente all’interno dell’amministrazione genovese.

Il Comune di Genova ha affidato direttamente a tale società – fino al 2034(!) e senza il previo esperimento di alcuna procedura di gara e/o selezione – una serie consistentissima di servizi e attività.

Addirittura, nella nuova bozza di contratto di servizio tra Comune ed ASTER S.p.A., che è (ancora) allo studio e di cui si era parlato (anche sui giornali) l’anno scorso, viene ulteriormente ampliato il raggio d’azione di ASTER, ricomprendendovi:

  • cura delle strade e dei corsi d’acqua;
  • costruzione di opere cimiteriali;
  • manutenzione dell’illuminazione pubblica;
  • cura e manutenzione delle alberature e delle aree verdi;
  • pronto intervento stradale;
  • progettazione di lavori che il Comune commissiona a terzi;
  • realizzazione di strade;
  • rilascio di pareri nell’ambito delle procedure comunali di autorizzazione alla gestione del catasto stradale;
  • cd. “global service” sugli immobili comunali;
  • organizzazione di corsi di formazione;
  • creazione di sistemi informativi;
  • attività di guardianìa di immobili pubblici.

Ciò, mentre la generale tendenza e le novità legislative intervenute di recente (oltre che i consolidati principi della giurisprudenza comunitaria e nazionale) restringono ulteriormente la possibilità di affidare attività relative a servizi pubblici senza il ricorso al mercato ed alla libera concorrenza.

Attualmente, a seguito della manovra estiva (D. L. n. 138 del 2011, che ha contenuto gli effetti perversi del referendum – presunto – sull’acqua), della Legge n. 183 del 2011, nonché del D. L. n. 1 del 2012, la possibilità di gestire tramite una società controllata servizi pubblici locali permane unicamente in situazioni eccezionali e residuali: invece, il Comune di Genova ritiene che questa sia la modalità normale ed ordinaria (e fino al 2034!).

Per ciò che più direttamente riguarda la manutenzione del verde pubblico (di cui si occupava la vecchia direzione “Giardini e Foreste” del Comune), e che dovrebbe rappresentare – insieme alla manutenzione delle strade – il core business dell’ente, è evidente come l’aver inserito la cura e la manutenzione di tutte le aree verdi cittadine nell’eterogeneo calderone di cui si è detto, di fatto significa (eufemisticamente) non ritenere il verde una priorità. E’ evidente come all’interno di ASTER non possano sussistere tutte le competenze e le professionalità necessarie a svolgere efficacemente le diversissime attività sopra citate.

Ciò anche in considerazione dell’esiguità del numero degli operai rispetto al personale amministrativo all’interno di ASTER. A quanto consta, inoltre, più del 60% delle ingenti risorse finanziarie (a cui contribuisce ogni cittadino) di cui dispone ASTER è impiegato per il pagamento degli stipendi dei propri dipendenti e, comunque, per il funzionamento della macchina amministrativa, e solo un residuo – addirittura inferiore al 30% – è effettivamente rivolto alla fornitura di servizi ed attività all’esterno. Questo quando i parametri che vengono generalmente utilizzati al fine di verificare la reale efficienza di un’Amministrazione Pubblica o di una sua società controllata indicano nel limite del 30-35% la quota di spesa da destinare al pagamento della propria forza lavoro e/o comunque per oneri di cui beneficia autoreferenzialmente la struttura organizzativa anziché la collettività.

Inoltre, aver previsto come orizzonte temporale addirittura il 2034 significa rendere – di fatto – inesistente ogni forma di controllo efficace sull’attività svolta (quella riconosciuta ad ASTER è una vera e propria privativa!).

Come conseguenza, la qualità del servizio reso relativo al verde diffuso, ai giardini, ai parchi, è sotto gli occhi di tutti e dimostra, senza tema di smentita, come la indebita sottrazione di tali settori alla concorrenza non abbia certo garantito alla comunità un servizio migliore.

E questo quando potevano essere invece facilmente individuati altri soggetti, in possesso delle competenze necessarie, cui affidare la gestione del verde: Genova aveva una tradizione di vivaisti che progressivamente – per effetto della privativa riconosciuta a favore di ASTER – è stata sostanzialmente distrutta. Alla qualità del servizio reso ed alla conservazione ed al potenziamento delle aree verdi della nostra città (e quindi alla sua bellezza, a beneficio dei genovesi e da offrire a chi viene da fuori), oltre che all’effettiva creazione di opportunità di lavoro e di sviluppo, si è evidentemente preferito la conservazione di rendite di posizione.

Ora, pur a fronte della macroscopica illegittimità realizzata e del degrado che ognuno può quotidianamente verificare, in questa (strana) città non c’è nessuno – né le imprese (vivaisti, impiantisti, ecc.) danneggiate dallo stato di cose descritto, né i raggruppamenti confindustriali, né le associazioni ambientaliste (Italia Nostra, Legambiente, ecc.), né i comitati di cittadini indignati che invece si lagnano dell’abbattimento di due alberi al Parco dell’Acquasola (anziché preoccuparsi dell’assoluto abbandono in cui è lasciato il giardino), né la minoranza in Comune – nessuno che abbia interesse a provare (quantomeno) a cambiare le cose. Tutti hanno paura di perdere la propria rendita di posizione (chi il subappaltino, chi una poltrona da occupare, chi un inutile dibattito da organizzare, ecc.).

A voi questo sembra un Paese normale? A me no.

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3 Responses

  1. Di che ti meravigli, nel mio comune, Padova, spendono 200.000€ l’anno in gadget e adesso vogliono realizzare due statue (importo € 150.000) per “combattere” il degrado in stazione…

    Sono dell’idea che i politici appartenenti ad una legislatura che produce debito pubblico debbano tutti essere dichiarati ineleggibili per la legislatura successiva, il loro stipendio inoltre deve essere legato al rendimento del paese/comune ecc. L’italia cresce? allora più stipendio, l’italia è in recessione? drastico taglio agli stipendi.

  2. Bruno

    La sua Regione ha circa 1100 dipendenti di cui 73 dirigenti e circa 360 responsabili di funzione (dati 2009) . Uno su due è un “capo”! Se ha voglia vada sul sito a vedere come sono valutati, stanno tutti in cima alla graduatoria con punteggi altissimi. Una classe dirigente di altissimo livello, se la mettete sul mercato le aziende private se li litigano e ci fate un sacco di soldi!

  3. Domanda: i movimenti di protesta sparsi in giro per l’Italia, che origine avranno?
    Voglio dire: mi viene spontaneo simpatizzare con chiunque protesti ed in qualsiasi forma protesti quando penso a come è gestito e organizzato questo paese.
    È vero, la violenza è sempre sbagliata, ma come protestare diversamente?
    Se nemmeno con essa si viene ascoltati cosa altro rimane?

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