31
Ago
2012

Accise carburanti: per limite il cielo?

Sterilizzare le accise sui carburanti è uno dei mantra più ripetuti dalla politica italiana, quando è in animo di fare promesse populiste che verranno disattese prima ancora di essere dimenticate. Non si sottrae il governo tecnico guidato da Mario Monti che ancora una volta, complici i prezzi record del pieno, garantisce che “si stanno valutando” misure del genere. Peccato che la sterilizzazione sia – nell’ordine – complicata, inutile e dannosa.

Il principio della sterilizzazione è semplice: quando la benzina raggiunge un certo livello giudicato eccessivo, scatta una riduzione più o meno automatica tale da controbilanciare l’Iva che, consistendo in una maggiorazione del 21% della somma tra accisa e prezzo industriale, amplifica le variazioni verso l’alto. In altre parole, sterilizzare dovrebbe servire – a seconda della radicalità dell’intervento – o a stabilizzare il gettito fiscale, oppure a stabilizzare il prezzo.

In Italia la sterilizzazione venne introdotta nella finanziaria 2008 e fu applicata per un periodo brevissimo – due mesi – a cavallo delle elezioni politiche. Il meccanismo è di difficile attuazione, oltre che molto ingenuo nella sua formulazione (per esempio fa riferimento al prezzo in dollari del greggio senza preoccuparsi del cambio euro-dollaro né dell’andamento dei mercati dei prodotti raffinati!). Come spiega Carmine Fotina sul Sole 24 Ore di oggi,

Il problema sta proprio nelle condizioni che devono verificarsi per poter procedere. La Finanziaria 2008 stabilisce che, con decreto del ministero dell’Economia di concerto con lo Sviluppo economico, si può intervenire riducendo le accise se i prezzi petroliferi internazionali aumentano di almeno il 2%, sulla media trimestrale, rispetto al valore indicato nel Dpef. Ma ci sono dei vincoli da considerare. Ad esempio, il decreto in questione non può essere adottato se, nella media del semestre precedente, si verifichi una dimuzione del prezzo, sempre rispetto al valore indicato nel Dpef.

Attualmente il Dpef non esiste più ed è stato sostituito dal Def. Il Documento più recente, relativo al periodo 2012-2015, per l’anno in corso fissa un prezzo di riferimento del Brent pari a 119,5 dollari / barile. Nel periodo 1 giugno – 28 agosto il prezzo medio del greggio è stato di 103,8 dollari. Inoltre, nel semestre precedente esso è stato inferiore alla soglia per 82 giorni, grazie ai quali la media è rimasta comunque inferiore ai 116 dollari / barile. Quindi, a meno che io non stia leggendo male la norma, non ci sono gli estremi per la sua applicazione (qui i dati).

Ma questa, lo ammetto, è un’obiezione puramente giuridica, che può essere facilmente risolta correggendo la norma. Valgono due obiezioni ben più sostanziali. La prima è che la principale ragione dei rincari non è la tensione sui mercati petroliferi – che pure, ovviamente, gioca un ruolo – ma il continuo inasprimento fiscale. Dal 1 gennaio 2011 si contano almeno sei interventi (se non ne ho dimenticato nessuno) che hanno portato l’accisa sulla benzina a crescere da 0,564 euro / l a 0,708 euro / l (+25%), sul gasolio da 0,423 euro / l a 0,597 euro / l (+41%). Nel frattempo l’Iva, che insiste sull’accisa, è cresciuta dal 20 al 21%. Ne segue che, in valore assoluto, la componente puramente fiscale (a cui si aggiunge l’Iva del 21% sul prezzo industriale pari a circa il 40% del prezzo alla pompa) è aumentata di 18 centesimi sulla benzina e 22 centesimi sul diesel. A questo si aggiungono, in molti casi, le addizionali regionali.

Pensare di poter neutralizzare, anche solo in parte, questo salasso con un intervento di modesta entità e limitato nel tempo è, con rispetto parlando, una presa in giro.

Ma c’è un argomento ancora più rilevante. La sterilizzazione, anche se appare come un intervento sul livello dei prezzi, è in realtà una misura contro la loro variazione. Può apparire, ma non è, lana caprina. Teoricamente, le accise sui prodotti petroliferi dovrebbero essere fissate a un livello tale da compensare i costi esterni derivanti dal loro utilizzo, allineando i costi “privati” dei consumatori di petrolio a quelli “sociali”. Ai livelli attuali, esse sono probabilmente persino eccessive, ma supponiamo che siano corrette.

La variazione del prezzo dei carburanti non è il capriccio di un clown. Essa rispecchia l’andamento dei mercati internazionali (del greggio e dei prodotti, che non sono la stessa cosa) all’interno dei quali un aumento del prezzo riflette la (percezione di) maggiore scarsità. Salendo, il prezzo dice ai consumatori che devono consumare meno, e ciò regolarmente accade (in Italia i consumi sono in crollo continuo, e il driver è l’aumento dei prezzi, anche se dipende principalmente dalle maggiori imposte). Se al prezzo alla pompa viene impedito di variare (“sterilizzando” l’Iva) o se tale variazione è smorzata, i consumatori riceveranno meno informazione e quindi non adegueranno i propri consumi. Ciò avrà l’effetto di mettere ulteriormente sotto tensione i mercati e di far salire, ancora, i prezzi nel medio termine. La sterilizzazione non è un aiuto ai consumatori – differentemente da quanto sembrano pensare le associazioni che dicono di rappresentarne gli interessi, le quali come sempre accorrono sotto la bandiera di ogni causa sbagliata – ma un modo, neppure troppo utile ai fini di dare un momentaneo sollievo alle tasche stremate degli automobilisti, di truccare il funzionamento dei mercati. E i mercati non apprezzano i trucchi e li puniscono sempre.

Piuttosto che lambiccarsi su iniziative del genere, il governo farebbe bene a porsi il problema di quel che accadrà ora che finisce la campagna di maxi sconti lanciata da Eni all’inizio dell’estate, quando ha annunciato un’operazione sottocosto per tutti i weekend fino al prossimo (che io sappia, non era mai accaduto che qualcuno andasse a margine negativo, tanto meno per così tanto tempo). E’ vero che l’operazione non è rimasta senza strascichi (la nuova campagna Q8-Esselunga ne è un esempio) ma è ugualmente vero che proprio gli sconti, che hanno spostato verso Eni e le altre compagnie che hanno accettato la sfida gran parte del mercato, hanno protetto i consumatori da quello che stava accadendo “là fuori”. Adesso è arrivato il momento di tornare alla realtà, che in questo caso è molto dura.

La sintesi di Goffredo Galeazzi è perfetta:

quello che forse all’inizio dell’estate non poteva essere previsto è che le quotazioni internazionali dei prodotti petroliferi stazionassero – a fine stagione – su livelli record. Né può consolare che i prezzi industriali di benzina e diesel abbiamo praticamente azzerato lo “stacco Italia”. Grazie a un prelievo fiscale che non ha eguali in Europa, sulla rete si registrano prezzi record per benzina e diesel, mascherati finora dagli scontoni… L’uragano Eni è piombato sul “petrolio Italia” travolgendolo. Un settore già allo stremo troverà la forza, la volontà e la capacità per ripartire?

Certamente, non può essere una misura estemporanea come la sterilizzazione dell’Iva, limitata nel tempo e nell’entità, ad alleviare il peso di un’imposta regressiva e pervasiva come poche altre. Se si ritiene che il livello medio del prezzo dei carburanti sia esagerato – e io penso che sia così – si riducano le accise, o almeno si smetta di aumentarle. Ma per cortesia nessuno si metta a giocare con le variazioni dei prezzi.

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31 Responses

  1. Giorgio Azzalin

    Il ragionamento perfetto fatto da Carlo Stagnaro,avrerebbe piu effetto se lo leggessi al mio bellissimo Labrador Cioccolata ,che ai dirigenti .in carico oggi o domani .Almeno lui mi guarderebbe con i suoi occhi innamorati senza capire ,mentre i politici sempre senza capire farebbe i soliti comizi ,ribaltando la colpa come al solito sugli alri ( che sono come da classifica: gli evasori ,gli inquinatori ,i poteri forti ,la P2, la lobby Ebraica,gli Amercani o i Cinesi …)

  2. giorgio andretta

    Egr. Carlo Stagnaro,
    non si possono scrivere certe cose:”….l’Iva che, consistendo in una maggiorazione del 21% della somma tra accisa e prezzo industriale, amplifica le variazioni verso l’alto…”. Ma d’altronde le chiaviche non si pagano, nella rete ognuno può scrivere e dichiarare di tutto ed il suo contrario.
    Tanto le dovevo.

  3. Lorenzo

    Perchè complicare così tanto un discorso semplice? Sono proprio queste argomentazioni da azzeccagarbugli inutilmente complicate a fare da cortina fumogena per coprire chi ci salassa continuamente. Le leggi ed i DPEF così complicati li fanno gli stessi che poi dovrebbero ridurre le accise… in modo da non poterlo fare.
    E’ dalla notte dei tempi che questa è la risorsa più immediata per lo stato per reperire liquidità immediata. Cosa ha fatto Monti appena arrivato? Cosa ha fatto qualche settimana fa per pagare qualche altro conto napoletano?
    Pagare tasse come accisa o come IVA ben poco cambia: per il Cittadino nulla, per le aziende l’IVA non è un costo mentre le accise lo sono.
    Le accise sono circa 73 centesimi al litro sulla benzina, che generano 15,33 centesimi di IVA e 62 centesimi sul gasolio (= 13 centesimi di IVA).
    Cosa ci vorrebbe a ridurre di 15 centesimi le accise? La volontà di ridurre le tasse. Non ne vedo molta in giro. E non sono fiumi di dotto inchiostro che cambieranno le cose.

    Per fermare il declino occorre anche parlare chiaro senza inutili “tecnicismi” (?) che nella migliore delle ipotesi sono una perdita di tempo e nella peggiore (ma più probabile) ricordano tanto il “latinorum” di buona memoria.

  4. Lorenzo

    Raffaele :

    ErixSr :Io sterilizzerei i politici….

    Ipotesi innovativa e probabilmente, nel medio lungo termine, risolutiva!

    Verissimo.
    Nel frattempo limite a due mandati elettivi allo stesso livello (comunale/regionale/nazionale) e massimo tre complessivi nella vita.
    Altrimenti si incrostano e diventa cosa loro.

  5. mario

    LE SOLITE CAZZATE DI PROPAGANDA!!! QUESTI SI ARRAMPICANO SUGLI SPECCHI E OGNITANTO LE SPARANO SPERANDO NELLO SPIRITO SANTO…

  6. giorgio andretta

    Lorenzo :Perchè complicare così tanto un discorso semplice? Sono proprio queste argomentazioni da azzeccagarbugli inutilmente complicate a fare da cortina fumogena per coprire chi ci salassa continuamente. Le leggi ed i DPEF così complicati li fanno gli stessi che poi dovrebbero ridurre le accise… in modo da non poterlo fare.E’ dalla notte dei tempi che questa è la risorsa più immediata per lo stato per reperire liquidità immediata. Cosa ha fatto Monti appena arrivato? Cosa ha fatto qualche settimana fa per pagare qualche altro conto napoletano?Pagare tasse come accisa o come IVA ben poco cambia: per il Cittadino nulla, per le aziende l’IVA non è un costo mentre le accise lo sono.Le accise sono circa 73 centesimi al litro sulla benzina, che generano 15,33 centesimi di IVA e 62 centesimi sul gasolio (= 13 centesimi di IVA).Cosa ci vorrebbe a ridurre di 15 centesimi le accise? La volontà di ridurre le tasse. Non ne vedo molta in giro. E non sono fiumi di dotto inchiostro che cambieranno le cose.
    Per fermare il declino occorre anche parlare chiaro senza inutili “tecnicismi” (?) che nella migliore delle ipotesi sono una perdita di tempo e nella peggiore (ma più probabile) ricordano tanto il “latinorum” di buona memoria.

    ,

    nella stessa direzione va anche la mia domanda, ho messo in evidenza che l’autore NON è in grado di svolgere il suo stesso arzigogolato ragionamento.
    Più lampante di così!

  7. francine

    Piccolo esempio fresco fresco avvenuto oggi nel mio paese di come ti spingano a scappare e di come non si possano avere speranze:un trasportatore gia’ anziano deve scaricare la merce ma dato che e’ arrivato leggermente in ritardo la strada a traffico limitato e’ gia’ chiusa.Il vigile inflessibile gli dice che non puo’ entrare a meno che non paghi 5 euro al comune.Dato che il poveretto in quel momento era sprovvisto di moneta si e’ fatto mezz’ora sotto il sole scaricando e portandosi grossi colli.Non ho piu’ parole..Ci tengo ad aggiungere che nel mio comune i vigili sono sempre di piu’..ormai non riusciamo neanche piu’ a contarli e il paese conta 5000 anime..Scusate ma sono veramente arrabbiata..

  8. Gianni

    BLOCKQUOTE>
    Verissimo.Nel frattempo limite a due mandati elettivi allo stesso livello (comunale/regionale/nazionale) e massimo tre complessivi nella vita.Altrimenti si incrostano e diventa cosa loro.

    @Lorenzo
    Concordo pienamente

  9. La correlazione +prezzo=-consumi (e viceversa)che Stagnaro postula da noi purtroppo non funziona tant’è che negli ultimi sei mesi nonostante un vero e proprio crollo della domanda interna il prezzo del petrolio alla fonte è salito a livelli record e promette di salire ancora sulla scia della motorizzazione di massa dei Paesi Asiatici, che non si ferma. E non è neanche il prelievo fiscale sui carburanti (altissimo)il problema, chè anzi paradossalmente le accise mascherano. Il problema vero è che siamo minoranza in recessione in una maggioranza globalizzata di economie in espansione. E così come nell’eurozona lo “spread” dà la misura della solidità economica relativa, altrettanto il Petrolio -ai prezzi di oggi- fa emergere il discrimine tra i mercati di consumo. Il sistema di distribuzione italiano inefficiente-burocratizzato-ipervincolato-pletorico ne è scosso, le campagne estive di sconti “selvaggi” sono lo specchio di questi malesseri, il tentativo di espellere dal circuito le sacche di inefficienza. Scelte coraggiose di ridimensionamento e di efficientemento devono essere compiute prima che siano le leggi di mercato a imporle.

  10. Marco Maria

    @Lorenzo
    Bravo,chiaro e sintetico, spero che in “alto” recepiscano il Suo messaggio anche se dubito!. Innanzitutto qualcuno dovrebbe avere il coraggio di affermare che i carburanti, o meglio le fonti energetiche in generale, sono beni primari e non voluttuari, percio’ partendo da questo concetto si dovrebbe applicare un’IVA al 10% e BASTA oltre all’imponibile.E’ troppo facile tassare su beni indispensabili, si procurino la differenza del “mancato gettito” colpendo in altro modo,c’e’ l’imbarazzo della scelta,basta volere o accettiamo natanti da 20 mt.intestati a colf? Gli sprechi e gli omessi controlli sono facilmente individuabili ma non si vuole agire volutamente, provino il contrario!!!Saluti.

  11. Terenzio Longobardi

    Non credo che i consumi di carburanti degli italiani possano influire sul prezzo che è determinato dalle quotazioni internazionali dei raffinati (Platts), a loro volta dipendenti dai prezzi del barile. Essi discendono dai fondamentali a livello globale, in cui abbiamo un offerta stagnante da diversi anni e una domanda ancora in crescita grazie ai paesi in via di sviluppo. Se il mondo dovesse ancora cadere in recessione come nel 2009, avremmo di nuovo un crollo globale dei consumi e un calo dei prezzi dei carburanti per la gioia degli automobilisti italiani. Ma al di là delle variazioni cicliche, ormai i prezzi alti del petrolio sono un fenomeno strutturale e siccome nessuno Stato si può permettere di abbattere se non marginalmente la pressione fiscale sui carburanti, l’unica cosa seria da fare sarebbe investire, prima che sia troppo tardi, nel trasporto collettivo su ferro in area urbana ed extraurbana. Da questo punto di vista l’Italia è indietro anni luce dagli altri paesi europei, ma purtroppo nessuna forza politica ha chiara questa esigenza strategica.

  12. Lorenzo

    @andretta
    Certo che va nella stessa direzione. Solo che certe idee vanno spinte con forza.

    @marco Maria
    E’ chiaro che il tassista (perchè mette solo tasse e perchè da un passaggio agli incrostati senza più faccia, scegliete voi) Monti non li recepirà ne lo recepiranno i politici incrostati.
    Spero invece soprattutto che li recepiscano molto chiaramente chi dovrebbe o vorrebbe rappresentare il nostro punto di vista.

  13. Lorenzo

    @francine
    40 anni fa nel nostro Comune un vigile neo assunto iniziò col mettere multe a raffica alle signore anziane con la borsetta della spesa appesa al manubrio della bicicletta. Si è ritrovato con un sacco in testa ed una raffica di botte.
    A volte si fa di tutto per farci rimpiangere quei tempi.
    In Inghilterra tempo fa (purtroppo anche loro si sono “civilizzati”) era vietato imporre pedaggi per il passaggio sul suolo pubblico: in quanto pubblico è di tutti e non cosa loro.

  14. Alberto

    Analizzando i dati ISTAT sull’ occupazione, confrontati tra i secondi trimestri 2011-2012, Carlo Dell’ Aringa, a FOCUS ECONOMIA RADIO24, commenta:

    – La disoccupazione aumenta di circa 700.000 unità, cioè queste sono unità nuove e/o non, che sono in cerca di occupazione (definizione del prof. un esercito e cosa molto grave);
    – gli occupati sono sostanzialmente stabili, ma tra questi tengono di più gli ultracinquantenni;
    – la motivazione di questo accadimento, è sostanzialmente dipendente da quelle manovre sull’ aumento dell’ età pensionabile, prodotta dalle politiche pensionistiche del precedente governo, dato che gli effetti dell’ ultima riforma Fornero ancora non si sono esplicitati;
    – quando gli effetti della riforma Fornero, si saranno esplicitati, in mancanza di economia in crescita, quei dati sulla disoccupazione potrebbero ulteriormente e anche di molto, peggiorare;
    – i dati tutto sommato discreti degli occupati, statisticamente, sono in tenuta, anche se qualitativamente peggiori, per il fatto che ci sono quantità di lavoratori che scelgono, forzosamente, tra non lavoro e lavoro/i part-time, questi ultimi; cioè, in generale, per una stessa quantità di lavoro, aumenta la forza lavoro.
    – all’ interno degli occupati sono considerati quelli in C.I. permanendo la mancata crescita e quindi la stasi dell’ economia, anche questa componente andrà a peggiorare il dato, insieme a quello della riforma Fornero;
    – i decreti attuativi della riforma del lavoro, non sono ancora stati esplicitati e quindi nessuno è in grado di stabilire se quella riforma sia in grado di cambiare le tendenze negative dell’ occupazione, ma cosa certa è che le aziende, nell’ incertezza non sono portate ad assumere.

    Può questa gravissima situazione, foriera più di altre, di condizioni sempre più difficili, nell’ economia e nella tenuta sociale del Paese, essere migliorata dalle politiche di questo Governo e permanendo nell’ euro?

    Il problema che deve sollevarsi e che io sollevo, è quello di questo Governo inetto che fa politiche, che sono fallimentari, di questa moneta, fasulla anch’ essa e di come così operando arriveremo all’ inferno rapidamente. Cosa è cambiato rispetto a Berlusconi? Tutto in peggio, non c’ è uno solo dei parametri finanziari ed economici che sia migliore di quelli precedenti, di un anno fa, anzi sono tragicamente e spaventosamente peggiorati, solo essendo ciechi o in malafede, si possono mistificare! Visto che lì c’ è Monti, Monti è il responsabile della situazione attuale, né Bersani né Berlusconi nè, oggi, la politica in generale, che ce l’ ha portato. Monti doveva operare in modo completamente differente, e se non l’ ha fatto, la colpa è solo sua, a meno che, lui non abbia la responsabilità effettiva di questo Governo, ma ce l’ abbiano altri, Berlusconi e Bersani ad esempio; ma allora se lui non ha questa responsabilità, deve dirlo, denunciarlo e farsi da parte, subito, perchè altrimenti è un folle, oltre che essere incapace di gestire una situazione più che esplosiva, per quanto sopra esposto e sulle sue spalle graverebbe un peso intollerabile e spaventoso!

  15. Marco Maria

    @Terenzio Longobardi
    Salve, non e’ vero che non puo’ scendere il prezzo della benzina, e’ che non vogliono perche’ fa’ cassa subito e alle spalle c’e’ una delle lobbies piu’ potenti in assoluto.Dei tanti articoli giornalistici uno in particolare ha posto l’accento sul fatto che quando c’era Berlusca (e’ un esempio, la considero una persona che ha perso il tram) con il barile ai massimi storici, la benzina costava 50/80 cent.euro in meno,faccia Lei le proporzioni! Controlli in un anno il prezzo del barile e relativo costo alla pompa, vedra’ discrepanze ingiustificabili.Per quanto riguarda i trasporti collettivi ,tipo treno, sappia che in germania con una tessera di circa 30 euro un giovane puo’ circolare tutto l’anno ! E secondo lei Montezuma e Company accettano simil proposte? Buona Domenica.MM.

  16. Jack Monnezza

    Saro’ stato sfortunato ma io di stazioni ENI che nel week end praticavano gli sconti ne ho trovate ben pochine, e con lunghe code o già con cisterne vuote. Molti gestori ENI mi hanno risposta che non aderivano all’iniziativa. La sensazione e’ che i media abbiano voluto fare un po’ di propaganda per il campione nazionale e al 30% di proprieta’ statale.

  17. Giorgio Andretta

    Marco Maria :@Terenzio LongobardiSalve, non e’ vero che non puo’ scendere il prezzo della benzina, e’ che non vogliono perche’ fa’ cassa subito e alle spalle c’e’ una delle lobbies piu’ potenti in assoluto.Dei tanti articoli giornalistici uno in particolare ha posto l’accento sul fatto che quando c’era Berlusca (e’ un esempio, la considero una persona che ha perso il tram) con il barile ai massimi storici, la benzina costava 50/80 cent.euro in meno,faccia Lei le proporzioni! Controlli in un anno il prezzo del barile e relativo costo alla pompa, vedra’ discrepanze ingiustificabili.>,

    mai affermazione è stata più condivisibile, complimenti!

  18. Paolo 54

    @Jack Monnezza
    da me ce ne è almeno uno che ha messo su tutta la coreografia con personale anche in chiusura ma….. a perzzo pieno normale.
    Una volta ho abboccato anche io. Iperself, personale di aiuto e sveltezza alle colonnine, coda. Quando ho messo la pistola nella macchina e mi sono girato ho letto bene il prezzo … pieno. Troppo tardi per tornare indietro avendo già pagato.

    Ma che ladro !

  19. Lorenzo

    @Terenzio Longobardi
    Molto ben fatto l’articolo.

    E’ semplicemente demente che lo stato indicihi al popolo come colpevoli del caro carburanti i gestori degli impianti che hanno un margine di qualche centesimo e gli stessi pretrolieri il cui margine non è molto più alto quando lui stesso si prende ben 1 euro al litro sulla benzina.
    Ricorda molto ad vicino lo spot sull’evasione fiscale.

    Solo un dettaglio: non mi convince affatto l’emergenza sanitaria da polveri sottili per il gasolio.

  20. Terenzio Longobardi

    @Lorenzo
    Recentemente l’OMS ha inserito tra i sicuramente cancerogeni il diesel, tanto che il Codacons ha chiesto provocatoriamente di vietare l’uso delle auto diesel. Più in generale, è da anni che sono noti i gravi effetti sanitari delle “polveri sottili”, emesse prevalentemente dai motori diesel. Se ha voglia ancora di leggere un mio articolo sull’argomento lo trova a questo indirizzo: http://www.imille.org/2012/04/lautomobile-e-unemergenza-sanitaria/

  21. Lorenzo

    Terenzio Longobardi :
    @Lorenzo
    Recentemente l’OMS ha inserito tra i sicuramente cancerogeni il diesel, tanto che il Codacons ha chiesto provocatoriamente di vietare l’uso delle auto diesel. Più in generale, è da anni che sono noti i gravi effetti sanitari delle “polveri sottili”, emesse prevalentemente dai motori diesel. Se ha voglia ancora di leggere un mio articolo sull’argomento lo trova a questo indirizzo: http://www.imille.org/2012/04/lautomobile-e-unemergenza-sanitaria/

    Il Codacons non è esattamente un’autorità in materia.
    Scusi ma non ha mai sentito parlare di MTBE e benzene e di tutti quei composti aggiunti nella benzina verde per sostituire il piombo tetraetile?
    Questo se la mettiamo sul piano del gioco di parole.
    Li conosco questi articoli terroristici che ci vogliono convincere che ci sono problemi mostruosi ignorati. Purtroppo sono figli dell’uso disinvolto delle statistiche e della continua confusione fra i concetti di contemporaneità e di causalità.
    Rispetto a qualche decennio fa, quando ogni ciclomotore era una nuvoletta azzurra, le auto fumavano azzurro in rilascio, accanto ad un auto appena parcheggiata si respiravano i vapori di benzina uscente dal carburatore e dietro un diesel dovevi accendere i fendinebia mi pare che siano stati fatti progressi notevoli e l’inquinamento è notevolmente diminuito.
    Se così non fosse (cioè se l’inquinamento fosse aumentato), senza essere una grande organizzazione che deve giustificare la sua esistenza, basterebbe fare il seguente ragionamento:
    1) l’inquinamento è aumentato
    2) la vita media si è allungata
    Conclusioni inoppugnabili:
    1) l’inquinamento allunga la vita
    2) … oppure sono gli anziani che inquinano
    … e l’uno non esclude l’altro.

    Oppure un’altra statistica certa è questa: chi nasce poi muore. Quindi nascere è maledettamente rischioso. Lo vietiamo?

    Torniamo con i piedi per terra.
    Molto è stato fatto per ridurre l’inquinamneto malgrado l’aumento esponenziale di attività umane. I rischi che affrontiamo oggi sono onestamente molto bassi e ritengo vaga la pena affrontarli senza isterismi demagogici.
    Nel contesto di una discussione sulle accise, stabilite fra l’altro da chi ha il sedere ben piantato su una sedia o sul sedile del passeggero di un auto blu, queste questioni non hanno molta rilevanza.

    Le accise o l’IVA potranno scendere solo quando saranno state tagliate le spese di questo stato dissennato.

  22. alberto

    Per completezza di informazione si potrebbe sapere come vengono impiegati i proventi delle singole accise? Cioè, per esempio: l’accisa per il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936 come viene utilizzata? Sarebbe interessante scoprirlo…..Perchè non viene posta l’enfasi su questo argomento? E, soprattutto, qualcuno ha mai posto questa domanda al ministro delle infrastrutture e dei trasporti?

  23. Lorenzo

    alberto :
    Per completezza di informazione si potrebbe sapere come vengono impiegati i proventi delle singole accise? Cioè, per esempio: l’accisa per il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936 come viene utilizzata? Sarebbe interessante scoprirlo…..Perchè non viene posta l’enfasi su questo argomento? E, soprattutto, qualcuno ha mai posto questa domanda al ministro delle infrastrutture e dei trasporti?

    Vanno a finire tutte indistintamente nel grande calderone.
    Occorrerebbe invece tirar fuori una proposta di qualche anno fa: ogni distributore espliciti nel prezzo le accise e l’IVA.

  24. carlo petris

    Non sarebbe il caso che i nostri rappresentanti regionali e nazionali , invece di continuare a prenderci in giro, facessero un’azione comune per una drastica riduzione delle accese (e dell’iva sulle accise) sul gasolio da riscaldamento. Nessuno dice niente ma il prezzo del gasolio da riscaldamento lo paghiamo il 40% in più che in tutta Europa. Non sarà giusta questa tassa sul freddo che devono pagarla solo i montanari? E poi non si può intravvedere un aiuto di Stato per gli alberghi e le attività produttive di Germania, Austria, Spagna ecc. che pagano il riscaldamento degli opifici il 40% in meno che in Italia potendo fare una concorrenza sleale ? Nessuno ne parla e intanto il riscaldarsi, per la povera gente di montagna, diventa un grosso problema ? Questo è una vergogna?
    Quanti milioni di euro paghiamo noi montanari per una tassa tanto ingiusta? Questo è un problema che tocca migliaia di famiglie per le quali il riscaldamento è come il pane. I parlamentari mettano una mano sulla coscienza e provvedano a sanare questa ingiustizia. A tutti un saluto.

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