2
Mar
2011

Terzo pacchetto energia: procedura di infrazione in arrivo?

La bozza di decreto per il recepimento del Terzo pacchetto energia – che deve essere introdotto nell’ordinamento nazionale, teoricamente, entro domani – è incompatibile con lo spirito e la lettera delle direttive. Per questo, a meno che non subisca cambiamenti sostanziali, l’Italia sta acquistando un biglietto di sola andata verso una procedura di infrazione. Ora vi spiego perché.

Il problema, in questo caso, non è tanto l’ “indietro tutta” sulla separazione proprietaria di Snam Rete Gas, di cui mi sono occupato recentemente e su cui nei prossimi giorni pubblicheremo uno studio più ampio, ma le prerogative e i poteri dell’Autorità per l’energia. Stiamo parlando, cioè, di uno svuotamento indebito delle competenze del regolatore, del tutto incoerente sia col primato italiano in questo senso, sia col dettato delle norme europee che qui vengono recepite.

Cominciamo con la questione dell’Autorità, che è quella più clamorosa (per le conseguenze che può avere). L’articolo 22 comma 1 della direttiva gas (ma quello della direttiva elettrica è sostanzialmente identico: quindi mi concentro sulla prima) stabilisce che

Every year, transmission system operators shall submit to the regulatory authority a ten-year network development plan based on existing and forecast supply and demand after having consulted all the relevant stakeholders. That network development plan shall contain efficient measures in order to guarantee the adequacy of the system and the security of supply.

Alla “regulatory authority” vengono quindi assegnati, nei successive commi, una serie di compiti relative al monitoraggio e valutazione del piano decennale di sviluppo, e poteri di intervento anche molto forti in caso di inadempienza. La cosa è presa talmente sul serio che il regolatore non solo può, ma addirittura deve intervenire “almeno uno” dei seguenti provvedimenti (“Member States shall ensure that the regulatory authority is required to take at least one of the following measures”, comma 7):

(a)  to require the transmission system operator to execute the investments in question;

(b)  to organise a tender procedure open to any investors for the investment in question; or

(c)  to oblige the transmission system operator to accept a capital increase to finance the necessary investments and allow independent investors to participate in the capital.

Stiamo parlando, insomma, di un potere molto forte e di una responsabilità di primaria importanza. Il decreto che sarà approvato oggi (il cui testo è stato anticipato ieri da Quotidiano energia dopo che, nelle scorse settimane, sono circolate bozze contrastanti) trasla questi obblighi all’articolo 16 comma 2:

Il Gestore trasmette annualmente al Ministero dello sviluppo economico e all’Autorità per l’energia elettrica, previa consultazione dei pertinenti soggetti interessati, il piano decennale di sviluppo della rete, che contiene misure efficaci atte a garantire l’adeguatezza del sistema e la sicurezza di approvvigionamento, tenendo conto anche dell’economicità degli investimenti e della tutela dell’ambiente.

E poi, al comma 7:

Il Ministero dello sviluppo economico, sentita l’Autorità per l’energia elettrica e il gas, controlla e valuta l’attuazione del piano decennale di sviluppo della rete.

Il comma 8 attribuisce al ministero, sentita l’Autorità, i poteri di intervento di cui ho parlato. Notate niente di strano? La “stranezza” (a pensar male si fa peccato) è che le competenze che il decreto assegna al ministero, sentita l’autorità, una serie di poteri che la direttiva riserva al regolatore. Si può obiettare: “regolatore” è un termine ambiguo, che può riferirsi tanto all’uno quanto all’altro soggetto. In verità no, perché la definizione – oltre che essere in qualche modo implicita e ovvia per chiunque si occupi di queste faccende – è anche esplicitata all’articolo 39 comma 4 lettera della direttiva, secondo cui gli Stati membri garantiscono l’indipendenza del regolatore e in particolare il fatto che esso

is legally distinct and functionally independent from any other public or private entity.

A questo punto, c’è poco da aggiungere e poco da commentare. A prescindere dalle opinioni di ciascuno di noi – e qui all’IBL, pur non nutrendo alcuna illusione sull’immacolata concezione dei regolatori, non abbiamo dubbi sui vantaggi della regolazione indipendente rispetto a quella ministeriale – è evidente che la lettera del decreto di recepimento contraddice la lettera delle direttive che vengono recepite. Se il testo del decreto non sarà corretto entro domani – data ultima, teoricamente, per incorporare il terzo pacchetto nelle normative nazionali – l’Italia si metterà al di fuori del perimetro delle direttive.

Al danno, si aggiunge la beffa: pochi giorni fa si è insediato il nuovo collegio dell’Autorità per l’energia, dopo un percorso a ostacoli che, in alcuni momenti, ha dato la sensazione di condurre nel vuoto. Le cose, fortunatamente, si sono più o meno aggiustate. Sarebbe davvero ironico se il primo atto del governo verso la nuova Autorità fosse il suo esautoramento, e se tutto ciò portasse in dono al paese l’ennesima procedura di infrazione.

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4 Responses

  1. Piero

    * l’affare Snam,
    * il South Stream,
    * la Russia di Putin,
    * la Libia di ex-Gheddafi,
    * i Rigassificatori,
    * la Riserva di Gas a basso prezzo x alcuni Amici che non disturbino
    * ED ORA lo svuotamento dell’Authority,

    troppe coincidenze caro Carlo 🙁

    il potere politico tenta di svuotare gli organi di controllo.. è così dappertutto..
    in Italia questo è “di molto amplificato” dalla presenza di un Magnate che si
    auto-dà frequenze (tra cui alcune all’Amico nonchè Mediatore con Gheddafi nonchè Socio.. il Mondo è Piccolo).. un Magnate che si auto-concede il diritto di aggiungere il Corriere al suo portafoglio semimonopolista di Media fregandosene del Parere non vincolante dell’Antitrust…

    suvvia LIBERISTI Miopi di IBL.. forza e coraggio.. battete un colpo anche se molti di voi lavorano e/o provengono da ambienti di quell’area.. alle volte si può anche decidere di pagare un prezzo personale sull’altare della onestà intellettuale.. sarebbe come se la Stampa spiegasse che la Fiat è ormai di proprietà dello Stato Americano.. oppure la Repubblica spiegasse la storia Olivetti-Omnitel…. suvvia Carlo.. provaci tu.. CORAGGIO…

  2. Caro Carlo, il vero problema e´la regolazione stessa piuttosto che questa o quell´agenzia regolatrice, la distorsione del mercato energetico creata dall´intervento dello Stato e´oramia eccessiva e , a mio avviso, e´questione di poco tempo perche´l´intero sistema collassi : la rivoluzione nel medio oriente, il peak oil, l´inflazione del dollaro e i QEs ecc ecc vanno tutti in questa direzione
    Ecco perche´discutere di questi dettagli mi sembra assurdo come suonare il walzer mentre il Titanic affonda, si dovrebbe invece iniziare a discutere di libero mercato e della forza equilibratice del giusto prezzo…come su questo video

    http://www.youtube.com/watch?v=AcWkN4ngR2Y&feature=player_embedded

  3. Rinaldo Sorgenti

    @Piero
    Sembra come sempre che, quando non si sa come rispondere a quesiti fondamentali di sistema, si ricorre al solito unico “imputato” di tutto!

    Ma parliamo dell’assetto energetico e lasciamo per un momento perdere quello editoriale, a meno che non si voglia giusto fare confusione, perchè così non si affronteranno mai gli argomenti nel merito, ma solo con il parametro del pregiudizio.

  4. diana

    @ Antonio:

    qualcuno mi deve ancora spiegare come fa un consumatore da 1200 kWh/anno a ‘misurarsi nel mercato’ ad armi pari con un fornitore-distributore incumbent.
    Ma il ruolo dell’Autorità non è anche quello di ri-equilibrare la bilancia a favore dei consumatori, stanti gli squilibri derivanti dalla differenza tra il mercato ‘perfetto’ dei libri e quello della realtà?
    Ciò detto, rimane a mio parere compito dello Stato individuare una strategia energetica nazionale (‘cosa vogliamo fare da grandi’) senza mettere mano alla legislazione solo per rincorrere la contingenza.

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