17
Set
2009

Se Greenspan annuncia un’inflazione a due cifre…

Forse pochi hanno fermato l’attenzione su quanto dichiarato da Alan Greenspan la settimana scorsa a Mumbai: eppure quelle parole meritano attenzione. Mentre sulle due sponde dell’Atlantico ormai v’è un coro maggioritario di governanti, banchieri centrali ed economisti (forse perché ci sono, o forse perché ci fanno) che vanno ripetendo che la crisi è sostanzialmente finita e paiono talora farci credere che basti dire questo per superarla di slancio, l’ex governatore della Fed ha prefigurato un’inflazione a due cifre se non si cambiano radicalmente, e in breve tempo, la politica fiscale e quella monetaria.

Se così fosse, la tempesta sarebbe tutt’altro che alle spalle. Tutto considerato, è ragionevole prestare attenzione alle parole del “Maestro”, che di disastri certamente se ne intende.

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5 Responses

  1. Marino

    Perché, c’è qualcuno che ha ancora dei dubbi sul fatto che sta per arrivare una inflazione a due cifre. C’era bisogno che lo dicesse Greenspan. Del resto con tutta quella moneta che hanno stampato e creato negli ultime mesi, qualche effetto ci sarà o no ?

  2. Mi piacerebbe, in effetti, capirci qualcosa di più.
    Le mie poche nozioni di economia dicono che l’inflazione dovrebbe crescere e anche parecchio. Però leggendo qua e la, (giuro che sono talmente tante le fonti che ricordo solo un intervento di Alesina sul Sole24 ore e Noisfromamerika), se non capisco male, pare che l’inflazione potrà essere fermata utilizzando determinate politiche economiche ecc. ecc. ecc.
    La domanda è: esistono politiche che potranno arrestare a livelli decenti la futura inflazione oppure si stà parlando di aria fritta? In qualità di mutuatario…

  3. stefano

    Non ho dubbi che ci sarà un’inflazione altissima, volevo solo esprimere la mia stima per Greenspan: è ora di rivedere il sistema bancario, specie le banche centrali e le TBTF.
    Se ci sarà una crisi nera, e temo che ci sarà visto che chi ha provocato il casino sta continuando imperterrito con gli usuali suoi comportamenti, non è detto che sarà il peggiore dei mali se riusciremo a liberarci da questi parassiti. Ad un certo punto ben venga il redde rationem, visto che con le buone non si schiodano.

  4. Marino

    Hai perfettamente ragione Stefano, il problema è che dovevamo liberarci di certe banche un anno fa. Pagando un alto prezzo ma ben minore di quello che dovremo pagare in futuro. Non era possibile salvare tutti a spese del contribuente. E si è partiti dal presupposto sbagliato che il sistema fosse recuperabile. Ora si è solo peggiorato la situazione come sostiene Stiglitz. Con tutte queste banche ancora più “too big to fail” come faranno i governi ad intervenire la prossima volta. Senza contare il moral hazard che si è creato salvando i peggiori speculatori. Io sono del parere che se uno è TBTF non può che essere pubblico e con gli opportuni controlli, altrimenti deve essere piccolo e se assume eccessivi rischi deve poter fallire in tranquillità per il bene della società.
    http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/crisiannodopo/200909articoli/47330girata.asp

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