6
Dic
2021

Domanda e offerta per banchieri centrali

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Geoffrey Wood

Molti anni fa ho avuto una discussione con Alan Meltzer su come scegliere tra i candidati per l’ammissione ai corsi post-universitari di specializzazione in economia. Alan suggerì di fare una domanda molto adatta a valutare la loro comprensione del pensiero economico, più che la padronanza degli strumenti tecnici.

La domanda, semplicemente, era: “Cosa accadrà alla quantità di un bene venduto quando il suo prezzo sale?”

I banchieri centrali di tutto il mondo hanno dovuto venire alle prese con una versione di questa domanda e molti di loro non hanno saputo rispondere correttamente.

Molti hanno osservato che l’inflazione è aumentata più di quanto si aspettassero e sembra probabile che continuerà a persistere più a lungo e che raggiungerà livelli ancora più elevati di quanto si aspettassero. Questo fenomeno è stato ascritto ai problemi nelle forniture e al COVID nelle sue numerose varianti. Di conseguenza, affermano, la politica monetaria dovrebbe rimanere lasca e i tassi di interesse dovrebbero continuare ad essere molto bassi. Finora, nessuno che io sappia ha propugnato un’ulteriore allentamento della politica monetaria.

Come agiscono concretamente sull’economia questi due fattori, i problemi nelle catene di approvvigionamento e il COVID? Entrambi riducono inequivocabilmente l’offerta e possono, attraverso fattori come la prudenza dei consumatori, ridurre la domanda. Una banca centrale ha un solo strumento a disposizione: la politica monetaria, che può aumentare la domanda, ma non ha alcun effetto sull’offerta.

Non possiamo osservare direttamente se la riduzione maggiore sia avvenuta sul versante dell’offerta o su quello della domanda. Ma l’analisi della domanda e dell’offerta ci consente di dedurre la risposta. Se ci fosse stato solo un effetto sulla domanda, il livello dei prezzi e la produzione sarebbero entrambi diminuiti. Se ci fosse stato solo un effetto sull’offerta, la produzione sarebbe diminuita, ma i prezzi sarebbero aumentati.

Si deve quindi concludere che, sebbene sia l’offerta che la domanda possano essere diminuite, l’influenza predominante è stata una riduzione dell’offerta.

Cosa può fare la politica monetaria al riguardo nel breve termine? Niente. L’attenzione dovrebbe rimanere focalizzata su ciò che la politica monetaria può influenzare sistematicamente: l’inflazione.

I banchieri centrali non hanno superato l’esame di ammissione alla scuola di specializzazione.

È interessante notare che hanno dato la stessa risposta quando, all’inizio di questo secolo, si è verificata un’ondata di fallimenti bancari. Hanno allentato la politica monetaria. L’evidenza dei fatti, alla fine, ha dimostrato che questa era la cosa giusta da fare. I banchieri centrali possono quindi imparare dall’esperienza. Fu un’esperienza le cui lezioni furono chiaramente enunciate da Henry Thornton nel 1802, e ribadite molte volte da allora. Le riformulazioni più note si trovano in libri come “Lombard Street” di Walter Bagehot (1873) e “The Art of Central Banking” di Ralph Hawtrey (1932).

È chiaro che i banchieri centrali possono imparare. È un peccato che lo facciano con ritardi lunghi e variabili.

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