19
Giu
2012

Produttori di ricchezza di tutto il paese unitevi!

Sabato scorso a Venezia Tea Party Italia ha organizzato il suo NoImuDay (nulla a che vedere con le imitazioni su cui stanno lavorando alcuni esponenti della maggioranza politica che ai suoi tempi introdusse l’Imu). È stata una bella giornata e un coraggioso tentativo di portare letteralmente in piazza le idee della libera concorrenza e del rispetto dei diritti di proprietà. Un po’ sul modello Hyde Park, al “Campo S.Geremia speakers’ corner” si sono avvicendati interventi di ragazzi, donne, studenti, imprenditori, disoccupati, salariati e politici. Incazzati, spiritosi, appassionati, qualcuno pessimista, ma nessuno rassegnato. Gli interventi più ragionati, lucidi e esteticamente belli sono stati quelli dei politici e non poteva essere altrimenti, dal momento che parlare è il loro mestiere. Sono stati accolti però da una forte dose di scetticismo e disillusione dopo 18 anni persi ad ingrassare ulteriormente la vacca sacra statale.

La piazza di Venezia ha ascoltato discorsi sulle “tasse più alte d’Europa con servizi peggiori d’Europa”, “affamare la bestia”, “il debito pubblico si paga col patrimonio pubblico e non con quello dei cittadini”, “stiamo salvando lo stato, ma stiamo facendo fallire gli italiani”, resistenza fiscale, disobbedienza civile, sprechi, municipalizzate, finanziamento pubblico, forestali ecc. Tutte cose vere e condivisibili, ma sentite e risentite inutilmente da quindici anni (parlo per chi ha la mia età).

Pensavo di aver passato un bellissimo pomeriggio con gli amici, ma anche di aver partecipato ad uno stanco rituale che nulla può contro l’irreversibile avanzata del moloch. Ciò che ha cambiato l’inerzia della mia giornata è stato l’intervento di Carlo Lottieri. Senza usare la retorica dei politici, né l’istintiva indignazione dei giovani, Lottieri ha espresso in un paio di minuti due concetti illuminanti: “non siamo qui solo per difendere la nostra libertà e la nostra proprietà, siamo qui per difendere la civiltà” e “in Italia e in Europa esiste un conflitto di classe, quello tra produttori di ricchezza e parassiti”.
Il primo assunto di Lottieri mi ha dato le tensione morale e mi ha fatto guardare verso l’orizzonte ideale che deve avere chi pensa di poter combattere lo statalismo. Voler difendere la propria ricchezza è legittimo ma non basta, d’altronde è lo stesso impulso che spinge chi vive di spesa pubblica a difendere i propri privilegi. Chi lotta per tutelare il proprio lavoro e la propria proprietà deve avere la consapevolezza di essere parte di una battaglia collettiva contro il collettivismo. Proprietà privata vuol dire civiltà, libertà, limitazione del potere, diffusione e contendibilità della ricchezza, collaborazione paritaria e volontaria tra gli uomini. La proprietà deve essere “privata” al potere statale, la ricchezza deve essere gestita quanto più possibile da chi l’ha prodotta e non dai politici che la requisiscono attraverso l’imposizione fiscale. Il secondo assunto è uno squarcio del velo di ipocrisia che copre il dibattito pubblico: “esiste una lotta di classe tra produttori di ricchezza e parassiti”. Continuare a parlare dello Stato che sperpera i soldi dei cittadini rischia di essere un abbaiare contro la luna. Per lo stato non esistono sprechi, ogni spreco è il reddito di qualcuno. È per questo motivo che la spending review riduce la spesa pubblica solo dello 0,5% , mentre la crisi economica costringe famiglie e imprese a tagli di oltre il 15-20% del proprio budget. C’è una classe che impone sacrifici e di fatto sfrutta altre persone attraverso il potere politico e il privilegio. Per molti anni sono state usate parole edulcorate come “assistenzialismo” o “clientelismo”, in questo periodo di tragica crisi è giusto chiamare le cose con il loro nome e quindi usare la parola “parassitismo”. Termine che tra l’altro appartiene pienamente alla tradizione della sinistra.

All’inizio del Novecento la lotta contro il corporativismo e il “parassitismo statalista” che toglie ad alcuni e da ad altri era patrimonio anche di parte del pensiero socialista. Il filosofo marxista Antonio Labriola nel 1895 scriveva che “la crescente statificazione dei servizi pubblici e tutte le altre fantasmagorie del sempre rinascente socialismo di stato aumentano in mano degli oppressori i mezzi economici della oppressione”. All’epoca la pressione fiscale era intorno al 10% e il ciociaro Labriola non aveva ancora visto la Cassa del Mezzogiorno, i parastatali, le pensioni baby, la Salerno-Reggio Calabria, i “camminatori” della regione Sicilia, l’espandersi della burocrazia statale, i soldi in Tanzania e le lauree in Albania…

I liberali ripartano da Lottieri, i socialisti rileggano Labriola.

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48 Responses

  1. sergio

    Timeo Danaos etiam dona ferentur.
    Nessun politico, o tecnico-politico o politico-tecnico che sia, avrà mai il coraggio di attuare una seria spending review,volta all’interesse della Nazione.Ultimo allarmante e lampante esempio nè è la prevista “privatizzazione” di Finmeccanica con la cessione alla Cassa Depositi e Prestiti(!!!) ,altro baraccone pubblico, pura alchimia contabile , evitando accuratamente un vera e completa privatizzazione con alleggerimento dei i conti pubblici.

  2. paperino

    Spending review?
    In questi ultimi decenni non e’ stato fatto NIENTE nemmeno per tentare non dico di semplificare, ma di evitare di aggiungere incasinamento ad incasinamento alla normativa complicatissima e demenziale che da’ ragione di vita, potere e quindi piu’ o meno lauto stipendio all’immensa pletora di burocrati e liberi professionisti che poi ci sfottono girando in mercedes (loro vogliono il meglio, solo roba tedesca), fuori e dentro lo stato.
    Non siamo riusciti a minimamente contenere nemmeno il bordellame legislativo-burocratico-normativo che si sarebbe potuto contenere a costo zero, anzi che e’ costato incrementare. Costo supplementare che un sacco di gente, formalmente privati cittadini ma in realta’ collaterali alla vessazione di stato, si e’ intascata. Provate a fare una cazzata di modifica alla vostra casa senza interpellare e pagare profumatamente la pletora di INUTILI professionisti che ci mangiano sopra. Per ultima, per fotterci, hanno speculato pure sulla sicurezza, di cui loro si promuovono i soli difensori, mentre noi siamo gli assassini. E ci siamo cascati tutti come idioti.

  3. @mbonva

    Il problema delle dismissioni e che non c ‘ e ‘ nessuno che compra. Che futuro avrebbe Enel, ad esempio, senza lo Stato che le fa le leggi su misura? Per cui si inventano la CDP.

  4. andrea

    Per queste idee è in pratica molto difficile, e l’abbiamo constatato negli ultimi 17 anni, avere “sincera” rappresentanza.
    Il motivo principale è che nessuna lobby (o potente interesse organizzato) ha “sincera” convenienza a sostenere idee davvero liberali. Alla fine, il libero mercato non conviene alle lobbies.
    Leggete anche questo approfondimento, demoralizzante, ma vero:

    http://ideashaveconsequences.org/nessuna-lobby-liberale/leo

  5. Bravo Luciano, come sempre un articolo bello e pieno di ritmo e spunti di riflessione. Sempre citando Carlo Marx: “da sempre ci sono persone che tentano di interpretare il mondo. E’ arrivato il momento di cambiarlo!” Ma in Italia nulla può cambiare perchè tutti abbiamo famiglia, il poliziotto il carabiniere sono poveri cristi da difendere alla Pasolini-Maniera, gli statali se li licenziamo che li mettiamo a fare? E poi i mutui per comprare la macchina le banche a chi li danno? Ai liberi professionisti con partita IVA? Ma su dai Luciano!!! Abbiamo bisogno di ancora più stato per far si che la lotta sociale finisca finalmente in questo paese. Finisca con la morte dei contendenti. Parassiti e produttori! Tutti insieme appassionatamente. Nessuno ama l’Italia, specialmente gli italiani. Mi auguro che prima o poi, come si dice su un Tricolle che tanto conosci, adda abbià a scorre lu sango!!! Solo allora forse qualcosa cambierà. Who knows!!!

  6. Francesco P

    @@mbonva

    Purtroppo non è solo la mancanza di liquidità che contraddistingue questa delicata fase economica. Il maggiore freno è rappresentato dal caos normativo, dal potere dei centri di pressione locali, dal TAR, dai vari enti, ecc.

    Una parte importante del patrimonio vendibile è rappresentato da utilities, municipalizzate e partecipazione in aziende nel cui consigli di amministrazione siedono eminenti trombati della politica. Nessuno vuole veramente privatizzare. Un’altra fetta consistente è rappresentata dal patrimonio immobiliare. Ogni Comune o ente locale, ogni comitato, ogni altro ente (es. belle Arti) è in grado di impedire l’uso del bene all’eventuale acquirente. Anzi, l’acquirente potrebbe in molti casi doversi far carico del restauro e della manutenzione del bene senza poterlo usare.

    La soluzione CCDP è solo un artificio per abbassare il debito pubblico nominale e limitare le emissioni di nuovi titoli che trovano collocazione sui mercati solo a tassi molto elevati.

    ENI è un caso differente; se si volesse vendere agli americani od ai cinesi l’acquisterebbero subito per il solo valore dei giacimenti e dei permessi di ricerca in tutto il mondo. Però se ENI fosse venduta ai cinesi od agli americani questo non andrebbe bene per i francesi. Analoghe considerazioni valgono per Finmeccanica che potrebbe interessare Russi e Americani; Finmeccanica è un concorrente delle industrie francesi e tedesche nei settori della difesa e dell’aerospazio. Ci sarebbe molto malumore nelle cancellerie europee che contano. Insomma, nuove manovre di Palazzo. Ricordatevi che Sarkozy fece i risolini a Berlusconi non per lo spread e neppure per le serate allegre (lui può insegnare a Berlusconi in quanto a intrattenitrici professioniste), bensì dopo che l’Italia assunse una posizione attiva in sede NATO sull’intervento in Libia.

    La RAI? Provate a sottrarla all’orda famelica!

    Il governo Monti ha le mani legate dai partiti che devono garantirgli i voti in Parlamento e dagli interessi europei, non sempre coincidenti con i nostri.

    P.S.
    Chiedetevi chi fa pressioni perché l’Italia esca completamente dal progetto F35. Uscire dal programma dopo avervi già investito è contro l’interesse nazionale perché perderemmo know-how e business come il centro di manutenzione per il sud europa e un sacco di commesse derivanti da un ricco carniere di compensazioni industriali (comprese le subforniture del B787 cfr. http://www.finmeccanica.it/Corporate/IT/Corporate/Settori/Aeronautica/Prodotti/Boeing_787_Dreamliner_Alenia_Aeronautica/index.sdo).
    Se dovessimo fare dispetto agli USA per farci del male economicamente e se fra 8 anni rimanessimo con la sola linea degli Eurofighter se ne avvantaggerebbero i due soliti noti partner europei.

  7. Claudio Di Croce

    Concordo con i pessimisti/realisti . Il vero problema italiano siamo noi italiani , i politici sono coloro che li rappresentano , e sono come noi e come noi li abbiamo voluti. Quale politico che voglia rimanere in quel mondo farà mai le cose che tutti ci ripetiamo fino alla nausea da trentanni ? Se le proponesse e la sua proposta fosse ritenuta credibile difficilmente sarebbe eletto e se poi cercasse veramente di farle sarebbe scalzato via da rivolte di palazzo o di piazza.. Un piccolo esempio : un mio parente che vive a Roma e tuona tutti i giorni contro la politica , la corruzione, gli sprechi ecc..ecc.. mi raccontava pochi giorni fa che era andata a una manifestazione ” artistica ” che si svolgeva in una zona centrale di Roma dove è difficilissimo trovare parcheggio , ma , mi disse, per lui è stato facile perchè la sua amica validissima che l’accompagnava aveva una vettura con il contrassegno di ” invalida ” e quindi hanno trovato il posto . Alle mie timide obbiezioni ha risposto bruscamente che quella del contrassegno usato abusivamente era una sciocchezza , che i problemi erano altri e così via.
    Solo dopo che avremo perso la guerra economica in corso , forse,riprenderemo un sentiero virtuoso , come abbiamo fatto dopo aver perso la guerra vera nel ’45 .(e anche lì abbiamo cercato di truffare col mito della ” resistenza “)

  8. sergio

    Concordo e condivido pienamente quanto postato da Claudio di Croce;le gattopardiane dismissioni del principe di Salina Mario Monti,sono lo specchio del nostro sistema di governo e di vita e spero che l’allargarsi della platea di pessimisti/realisti non costituisca un pericoloso prodromo di scenari politici e di improvvise apparizioni di nuovi profeti e taumaturghi.Di tutto abbiamo bisogno tranne che di venditori di miracolosi rimedi e benefiche pozioni,spesso d’annata o scaduti.

  9. andrea

    “Il trucco per avere successo negli investimenti è individuare il trend la cui premessa è fasulla, e quindi scommetterci contro”
    George Soros

    Se si potesse guadagnare su tutte le promesse fasulle dei nostri politici, burocrati e tecnocrati statalisti…
    almeno noi liberali saremmo ricchissimi!

  10. freedom

    Un piccolo consiglio (non richiesto) da parte di uno che in passato ha fatto politica coi liberali, liberisti, libertari che è riuscito a trovare nel contesto di luogo e tempo che gli è capitato in sorte: l’Italia.

    La parola LIBERTA’ in senso liberale (dell’individualismo metodologico), cioè la libertà negativa di Isahiah Berlin, la “libertà da”, (invece, per i “democratici” e tutti gli altri la libertà è la “libertà di” all’interno di un contesto più ampio di cui si è parte organica: la comunità, la nazione, lo stato (“lo stato siamo noi”)),
    ebbene, come spesso acutamente ricorda Oscar Giannino, la parola libertà è ormai “sputtanata” da 17 anni di berlusconismo libbbbberale a chiacchiere e distintivo. Non ci vuol molto a notare i riflessi pavloviani antiliberali che dilagano dappertutto.

    Pertanto, visto il contesto non proprio friendly nei confronti di questa terminologia, sarebbe assai più utile schermare la nostra amata (LIBERTA’) con una parola ed un concetto altrettanto forte e significativo, ma assai meno abusato (se non addirittura rinnegato a livello antropologico da decenni e decenni di statalismo, di statolatria e di socializzazione… delle perdite dello stato):
    la RESPONSABILITA’.

    L’individualismo metodologico sostiene, a ragione, che Responsabilità e Libertà sono sinonimi.
    Solo se sei responsabile di ciò che fai sei davvero libero. E viceversa.

    Ma, fondamentalmente, lo sappiamo solo noi liberali.
    Ed, anzi, per riconoscere un liberale vero da uno fasullo dobbiamo sempre aver presente se nel suo operare è davvero in grado di assumersi la responsabilità di ciò che fa e dice oppure no.
    E’ un sistema infallibile.

    Purtroppo questo Paese è dominato dalla negazione a qualsiasi livello della responsabilità.
    E lo stato è non solo irresponsabile dei suoi fallimenti, ma anche deresponsabilizzante dei fallimenti altrui.
    Ed in questo tipo di mentalità è chiaro che il fallimento proprio viene sempre negato.

    Non mi dilungo oltre.
    Conclusione: proviamo a parlare di responsabilità individuale e molto meno di libertà.
    E forse faremo breccia.

  11. Luciano Capone

    @Freedom sono d’accordissimo con te, ma bisogna ammettere che, vedi l’attuale governo, anche la parola “responsabilità” è abbastanza sputtanata. In realtà il potere politico tende ad abusare di tutte le parole stravolgendone il significato. Cmq è vero bisogna lavorare sul vocabolario e cambiare un po’ di parole, magari partendo dalle parole usate dal potere politico: bene comune, solidarietà, sacrificio, contributo, in luogo di monopolio, parassitismo, tasse e pizzo.

  12. freedom

    @Luciano Capone

    Grazie Luciano.
    Il mio è solo un suggerimento… di partenza.
    Personalmente non ce la faccio più a sentirmi dire che devo essere COESO.
    Coeso coi parassiti? Ma scherziamo?

  13. Claudio Di Croce

    @freedom
    Infatti mi pare di ricordare che quando in Italia non c’era ancora SB ma c’erano IRI, EFIM , CASSA DEL MEZZOGIORNO , TELEFONI DI STATO , BANCHE TUTTE PUBBLICHE e tanti altri carrozzoni clientelari e corrotti ( chiedete a PRODI ) il liberismo trionfava .
    E se i professori – espressione della casta burocratica che è ancora peggio di quella politica – adesso non riducono la mostruosa spesa pubblica e non vendono neanche un bottone di patrimonio pubblico è colpa di SB . Bravo !

  14. Francesco P

    @Claudio Di Croce

    Ben detto, ma anche il centro destra ha le sue responsabilità ed ha cercato di occupare poltrone a più non posso anziché eliminarle. Se guardiamo con occhi disincantati, le tensioni nella strana maggioranza che sostiene (e condiziona) il governo Monti sono in gran parte legate alla redistribuzione delle poltrone. Intanto le riforme vere (quelle che riguardano la riduzione del numero dei parlamentari e gli altri assetti istituzionali ottocenteschi, la responsabilità civile dei magistrati, la RIDUZIONE DELLA SPESA PUBBLICA, ecc., sono ferme al palo.

    Le responsabilità di più soggetti distinti si sommano e non si elidono come si tende a fare in Italia.

    L’Italia non potrà cambiare fintantoché si continuerà a dire “mal comune mezzo gaudio”.

  15. claudio p

    @freedom
    Come ci ricorda anche Capone, la parola “responsabilità” è stata già ripetutamente violentata dal Regime; al punto di essere diventata la password ufficiale del consociativismo parlamentare per l’approvazione di nuove voci di spesa.
    Mi permetto però di ricordare a Capone che la cupola mafiosa che tiene sotto sequestro le Istituzioni, nella sua furia trasformista e nella smania di non lasciare spazio al vocabolario dei liberali, ha invaso le case degli italiani etichettando chi cerca di non farsi rapinare di tutto il frutto del proprio lavoro dallo Stato ladro come “parassita della società”.
    Sanno giocare d’anticipo..

  16. Marco Tizzi

    @freedom
    Casini sono 30 anni che “si prende le sue responsabilità”.
    Tutti non fanno altro che “prendersi le proprie responsabilità”.
    Ogni volta che sento un politico dire “mi prenderò le mie responsabilità” oppure “ognuno si prenda le sue responsabilità” ho un attacco di orticaria e gli urti di vomito.

    No, direi che “libertà” va molto meglio.
    Tanta, estrema, libertà.

  17. freedom

    @Claudio Di Croce

    Non è la prima volta che Lei ed io, che Le assicuro stiamo dalla stessa parte della strada, non ci capiamo al volo.

    La mia innocua considerazione parte, come ho pure detto (forse in maniera incompleta, colpa mia, mi spiace) da una opinione più volte espressa da Giannino sull’attuale semi-impossibilità di fregiarsi e di fregiare le proprie idee come LIBERALI pena l’essere immediatamente, ho scritto pavlovianamente, tacciati di essere berlusconiani o postberlusconiani nella peggiore accezione possibile.

    Indipendentemente dal senso negativo o positivo che si può dare a tutta quella ultradecennale esperienza (dico la mia: in positivo, l’averci salvato all’ultimo istante da una deriva occhettiana montante; in negativo, l’aver rinunciato velocemente a tutto il programma di rivoluzione liberale più volte annunciato, e non solo per colpa dell’establishment, ma anche per propria insipienza),
    quindi, indipendentemente dalle nostre opinabili opinioni,
    E’ INNEGABILE che l’immagine attuale e più diffusa (ad arte od a ragione) del berlusconismo sia assolutamente NEGATIVA e che si rifletta sulle idee liberali e sui liberali.

    Tutto qua.

    Figuriamoci se posso essere un nostalgico delle partecipazioni statali, della prima repubblica, del centrosinistra della fine degli anni sessanta…
    Ma per favore!

    Si figuri che leggo Von Mises e Rothbard! Che preferisco la scuola di Vienna a quella di Chicago, ecc ecc

  18. freedom

    @Marco Tizzi

    Dr. Tizzi, quanto dice è vero, innegabile, ma il problema linguistico che ho posto rimane immutato. E le parole sono pietre.

    Scegliere quelle giuste nel contesto, nel libero mercato delle parole, è molto importante.
    Per convincere prima e vincere poi.

    Aiuti anche Lei a trovarne.

  19. freedom

    Il grande Piero Ostellino direbbe a tutti noi che quella per la libertà è LA battaglia culturale, prima di tutto.

  20. Claudio Di Croce

    @Marco Tizzi
    Casini è un ragazzo , come Follini , suo compare come portaborse di Forlani .
    Leggermente più adulto è il Presidentissimo King George , che è solo sessantanni che si fa mantenere da noi contribuenti e predica sempre ” largo ai giovani ” .Magari pensa ai suoi nipoti .

  21. Marco Tizzi

    @freedom
    “dr.” per favore no! La prego, niente titoli, la prego! 🙂

    Le parole giuste sono “libertà”, “onestà”, “soldi miei in tasca mia”, “meno tasse”, ma soprattutto “meno leggi”.
    Io non sono credente, ma apprezzo che Dio abbia dato a Mosé delle tavole con DIECI comandamenti. Non dieci MILA. Noi ne abbiamo più di dieci mila! E la legge nemmeno ne ammette l’ignoranza!!
    Cioé io dovrei ricordarmi a memoria più di 10 000 leggi e stare attento ogni volta che faccio qualcosa a non violarle?

    Comunque forse in questo momento funzionano bene anche parole come “calci nel culo”.
    Esistono momenti storici in cui capita ce ne sia proprio un gran bisogno.

  22. Marco Tizzi

    @Claudio Di Croce
    “Baggina” Napolitano starebbe benissimo con “Baggina” Scalfari, che ha dato splendida prova di se nell’intervista a Monti: metteremo una webcam nel grande giardino per sentire i loro fondamentali insegnamenti.

    Nel frattempo, però, se mi fa il favore almeno di rispettare la memoria di Falcone e Borsellino è meglio: già quando erano vivi il suo partito gli ha rovesciato addosso tutto il letame che avevano in magazzino, almeno da morti li lasci stare.
    Se c’è qualcuno che vuole indagare lasci fare con un minimo di decenza, dignità e, soprattutto, silenzio.

  23. Luciano Capone

    @Marco Tizzi
    😀
    non solo devi stare attento a non infrangere 10.000 leggi, non solo non ne è ammessa l’ignoranza, ma può essere reato anche la conoscenza. Qualora tu tra le 10.000 leggi scegliessi quella che a te sembra meno punitiva potresti violarne una che è quella che punisce l’ “abuso di diritto”. Quindi devi conoscere tutte le leggi dello stato e scegliere quella che lo stato ritiene più giusta, per non sbagliare ti conviene optare per quella più punitiva per te e vantaggiosa per lo stato.

    cmq urge scrivere un nuovo dizionario contro la neolingua statalista che attribuisca alle parole il loro significato autentico.

  24. claudio p

    @Marco Tizzi
    ho sentito dire che tra Leggi, regolamenti attuativi, direttive, linee guida, ecc.. si parla di centinaia di migliaia di regole da rispettare. Con questi numeri la discrezionalità dei burocrati ha infestato ogni ganglio della sfera individuale del cittadino mettendo di fatto tutti fuori-legge: è l’inevitabile deriva del collettivismo..

  25. Marco Tizzi

    @claudio p
    Ma sì, il gioco è molto semplice: creo un impianto di regole che non può essere rispettato così decido io chi deve eventualmente rispettare, quando è perché.
    E’ un modo per mascherare un’oligarchia sotto una falsa maschera di democrazia.
    E in questo l’impianto che si sta profilando in Europa è decisamente peggiorativo: pensate a cosa succederà quando avremo un ulteriore livello di potere o magari anche due, un governo Euro e un governo UE.
    Ci sarà un coglione a Bruxelles che stabilirà quante volte al mese dovrò mangiare il gorgonzola e se posso o meno mangiarlo con la salsiccia.
    Così torneremo a vivere come carbonari, a trovarci di nascosto per fare qualsiasi cosa. Vivremo un nuovo proibizionismo orizzontale, dove tutto sarà ufficialmente proibito così che tutto sia ufficialmente consentito solo ad alcuni.

    Temo proprio Orwell fosse un viaggiatore del tempo.

  26. giuseppe

    Grazie a Capone per aver ricordato il mio conterraneo Labriola.
    Labriola nasce hegeliano. Come si sa da Hegel le strade si dividono.
    Una approda a Marx, l’altra a Benedetto Croce. Un sentiero assai stretto che forse sappiamo a mala pena interpretare noi dopo oltre un secolo. In mezzo c’è tutto il Novecento con il suo carico di conquiste tecnologiche, sociali e anche le sue contraddizioni. Ma non è possibile decontestualizzare.
    Tornando a noi, sentendo parlare di Liberismo e di Chicago-boys, mi è spesso tornato alla memoria il film “La casa degli Spiriti”
    Esteban. proprietario terriero e deputato Liberale, era in fin dei conti interessato a “più Libertà economiche per pochi” mentre Banderas – almeno nel film – voleva “tutte le Libertà per tutti”. Chi era più Liberale? Bohh!!! Forse, una volta messisi d’accordo su alcuni punti chiave, occorrerebbe convergere su una sintesi, per la quale si può benissimo assumere come base di partenza la distinzione di Benedetto Croce fra Libertà e Licenza. Il film termina poi con i militari al potere, che dismettono la loro maschera liberale per mostrare quel che effettivamente sono: mercenari che stanno sempre dalla parte di chi li paga meglio.
    Basta guadare all’U.R.S.S. ( i Ministri portavano tutti il cappello in testa) Attenti a non cascarci di nuovo. Quelli col cappelo non sono liberali.

  27. Stefano

    Esiste una legge, la 212/2000 detta non a caso Statuto del Contribuente, che prescrive che modifiche ad imposte periodiche, come l’IMU, siano applicate a partire dall’anno successivo a quello nel quale sono state deliberate.
    La Corte di Cassazione, già nel 2004, ha affermato che in caso di dubbia interpretazione di norme tributarie, l’interpretazione da preferire è quella che esclude una retroattività della norma tributaria.
    Sono e resto contrario all’IMU, e farò quanto in mio potere, per ottenere la sua abrogazione, sono però convinto che, essendo una norma dello Stato, sia attualmente da applicare, ma sono convinto anche che le aliquote addizionali introdotte dai Comuni o che lo Stato pensa di poter introdurre, decidendole entro il prossimo dicembre, non siano per legge applicabili prima dell’anno 2013.
    ….ed operiamo per fare sì che per tale data la legge che ha istituito l’IMU sia completamente modificata.

  28. Stefano

    ….sto quindi pensando, dopo aver versato la prima rata, di effettuate a dicembre il versamento del saldo UNICAMENTE sulla base delle aliquote definite dal Parlamento nel dicembre 2011.

  29. giuseppe

    @Stefano

    Lo “Statuto del Contribuente “ è una lunga serie di codici e codicilli redatti in perfetto stile “Azzeccagarbugli” Il “Latinorum” di Renzo Tramaglino aggiornato al 2000.
    Non a caso Fini ha dichiarato qualche giorno fa (obtorto collo, mi viene da pensare) che i Diritti Fiscali debbano essere inseriti nella Carta Costituzionale. Qualcuno comincia ad accorgersi di quanto primitivo sia il nostro Ordinamento.

    Ho già richiamato l’attenzione sulla enorme superiorità civile della Legge Fiscale Francese.
    Chiedo scusa se mi permetto di insistere ed inserisco un brevissimo ed incompletissimo estratto.

    Comunque questo è il link:
    http://www2.impots.gouv.fr/documentation/charte_contrib/index.htm

    Questo è invece il link del Gabon, che naturalmente ricalca quasi integralmente il testo francese.
    Una grande Civiltà esporta anche il suo Diritto. Lo specchio dell’Italia è la Libia.
    http://www.dgi.ga/spip.php?article470

    Voi potete sbagliarvi. La vostra buona fede è presunta.
    Le vostre dichiarazioni sono presunte complete ed esatte. Se l’Amministrazione stima che una dichiarazione è incompleta o inesatta è alla stessa che tocca dimostrarlo.
    Questo perché abbiamo l’obbligo di motivare le proposte di rettifica che inviamo.
    Non dovete alcun interesse se avete fatto conoscere, con una espressa indicazione, i motivi per i quali non avete dichiarato certi elementi. In caso di discordanza tra i montanti della vostra dichiarazione e gli elementi trasmessi all’Amministarzione da (omissis) può esservi indirizzato un semplice avviso di relance amichevole, per la dichiarazione depositata nel corso dell’anno. Potete procedere alla regolarizzazione senza penali. Se la vostra impresa è oggetto di una verifica di compatibilità potete domandare, prima della chiusura del controllo, di regolarixxare la vostra posizione fiscale con una dichiarazione ed un pagamento complementare. Beneficierete di un tasso d’interesse ridotto del 30%.queste disposizioni si applicano se avete depositato la dichiarazione dans le delais e se la vostra buona fede non è in dubbio.

    Vi assumete le vostre responsabilità
    Se l’Amministrazione scopre nel corso di un controllo che vi siete sbagliati,non pagherete che un interesse di ritardo: è il prezzo del tempo. Se avete frodato, sarete sanzionato ed esposto a conseguenze penali….

    Altri paragrafi, il cui titolo è già eloquente:

    Le nostre prese di posizione ci impegnano
    Avete diritto alla sicurezza giuridica
    Sarete informati delle nostre decisioni
    Potete interrogarci per applicare bene la Legge
    Noi ci impegniamo in occasione dei controlli…
    I vostri Diritti sono definiti e garantiti per Legge
    Potete contestare le nostre decisioni
    Potete non essere d’accordo con noi
    Disporrete di numerosi mezzi di ricorso
    Noi agiamo sotto il controllo di un Giudice
    Avete diritto all’ascolto e alla considerazione
    La protezione della vostra vita privata è prioritaria
    Il segreto fiscale è un valore forte dell’Amministrazione
    Le nostre applicazioni informatiche rispettano i Vostri Diritti

    Che dire? Non ci resta che piangere!

  30. Luciano Pontiroli

    Se non sbaglio, l’IMU – come prima l’ICI – si paga nell’anno in cui matura il presupposto d’imposta: vale a dire, la proprietà dell’immobile. Quest’anno si paga l’IMU sulla rendita catastale commisurata alla durata della proprietà: se vendo a giugno, pago metà.
    Il Parlamento ha definito le aliquote base, lasciando ai comuni (federalismo fiscale) definire le maggiorazioni d’imposta, ento certi limiti. Il fatto che tale delega sia esercitata entro dicembre non la rende illegittima.
    Lo “Statuto del Contribuente”, essendo legge ordinaria, può essere disatteso da altre leggi.

  31. Luciano Pontiroli

    @giuseppe
    Io porto il cappello, in inverno, per proteggermi dal freddo e, d’estate, se sto a lungo all’aperto onde evitare un’eccessiva esposizione alla luce solare.
    Perché mai non potrei essere liberale, ciò nonostante?

  32. Marco Tizzi

    @giuseppe
    Non so se i liberali portano il cappello, ma che chi si definisce tale, almeno in senso anglosassone, finisca poi spesso per appoggiare dittature non è certo roba da film…

  33. stefano

    Se si legge l’art.8 del D.Lgs.23/2011 istitutivo dell’IMU non si riscontra alcuna deroga allo Statuto del Contribuente (art.3: “efficacia temporale delle norme tributarie” comma 1, seconda parte) che è quindi in vigore e da applicare.
    L’unica interpretazione possibile della norma istitutiva dell’IMU per non ricadere in una retroattività impositiva o, peggio, in una arbitraria non applicazione delle norme in vigore, è che modifiche alle aliquote introdotte in base a quanto disposto dall’art.8 della norma istitutiva si applichino solo a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al momento della entrata in vigore della modifica stessa (art.3 della legge 212/2000).

    Nessuna addizionale comunale è conforme allo Statuto del Contribuente se applicata per il 2012.

    Nessuna eventuale addizionale statale deliberabile dal governo entro dicembre è legalmente applicabile già dal 2012.

    È sconcertante il silenzio, a tutti i livelli, che nasconde queste semplici considerazioni che invece tutelano noi cittadini rispetto ad uno Stato che troppo spesso deborda dai limiti che distinguono uno stato di diritto da qualcosa d’altro !!

  34. Claudio Di Croce

    @Marco Tizzi
    Giusto , anche perchè entrambi hanno iniziato la loro carriera nel PNF , GUF , poi, da furboni come sono sempre stati, sono diventati socialisti/ comunisti .

  35. andrea

    Leggete assolutamente questa magnifica lezione magistrale del Prof Huerta de Soto sull’Euro come quasi-goldstandard.
    Spiega benissimo la demagogia interessata di tutti gli avversari dell’Euro.
    Spiega i benefici liberali e liberisti dell’Euro, tutti imprevisti dagli ingegneri sociali che l’hanno ideato.
    Spiega perchè l’Euro è il castigamatti degli statalisti spendaccioni, dei keynesiani e dei monetaristi di Chicago.
    Assolutamente da leggere e diffondere.

    Questo blog dovrebbe essere Vienna-blog.it!

  36. Stefano

    @Giuseppe
    @Luciano Pontiroli

    Lo Statuto del Contribuente (legge 212/2000) è una agile norma di poche pagine con definizioni chiare e semplici, solo da applicate …..e, da parte di noi Cittadini, da pretendere che siano applicate e rispettate.
    Di leggi ne abbiamo tante, troppe, ma invece che applicarle ne immaginiamo sempre delle nuove.

    Perchè se è sufficiente applicarla per ottenere il rispetto dello stato di diritto vogliamo giocarci questa opportunità facendo finta che questo Statuto del contribuente NON esista o NON sia più in vigore ??
    Grazie al Cielo, invece, c’è !
    Pretendiamo che sia applicato 🙂

  37. mario m

    Libera concorrenza? Imprese normali con carico fiscale terribile e cooperative a contribuzione “volontaristica” che possono fare le stesse cose? Contributi cee creati dal gettito fiscale pilotati alle coop e non a chi ha pagato le tasse? Gare d’appalto pagate col denaro pubblico stornate a chi non paga le tasse? Sindacati che fanno i commercialisti per milioni di persone che non stilano nemmeno il bilancio? Partiti “impresa” coi contributi elettorali tra i maggiori imprenditori immobiliari d’italia che non pagano un centesimo di tasse? E sparisce tutto nel nulla chissà con quante usucapioni? Chissà se tutto questo venisse messo in posizione regolare, quanta parte della famosa “evasione” andrebbe finalmente a posto.

  38. freedom

    La libertà è possibile. Non penso che sia probabile nel futuro più prossimo.

    Ci vorranno tre leggi:
    1. abolizione del sistema bancario centrale;
    2. connessione temporale tra il pagamento erariale ed il giorno elettorale;
    3. abolizione delle ritenute d’acconto.

    Se e quando arriveremo a questo punto, il governo finirà sotto la definizione di tirannia fornita nella Bibbia per i governi che tassano al 10% o di più (Samuele I 8:14, 17).

    da: Gary North in http://johnnycloaca.blogspot.it/2011/09/ripristinare-la-liberta-con-tre-brevi.html

  39. elena

    dico solo che i politici sono avulsi dai contenuti di cui devono parlare e argomentare, facendo puro esercizio stile retorico di 5° ordine, perciò valutando che essi stessi dovrebbero porre in essere le soluzioni, i progetti e renderli effettivi come leggi, interventi dello stato nei confronti dei propri cittadini la conclusione è drammatica.
    pare veramente impossibile pensare di razionalizzare questa situazione. il parassitismo è la conditio necessaria in italia e non solo del politico, oggi come ieri (post 1945) e a cascata di tutta la sua emanazione di potere. a mio parere la quaestio verte su come liberare dall’assedio la nazione e quindi i cittadini, le persone, da una condizione che si è innervata e domina anche la società civile più che mai. l’uso distorto del modo di vivere parassita e l’abuso hanno colonizzato intere schiere di cittadini con la regola vincente del più furbo e con la mancanza di educazione di base e civile a spettro sempre più diffuso.

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