Bum!
I ministri europei dell’Ambiente hanno “deciso” (scusate, a scriverlo senza virgolette non ci riesco) una riduzione dell’80-95 per cento delle emissioni, al di sotto dei livelli del 1990, entro il 2050. Tutto questo all’indomani del vertice in cui i ministri delle Finanze non sono riusciti a trovare un accordo sui fondi da destinare alla lotta ai cambiamenti climatici. E nello stesso giorno in cui Cina e India stringono un patto che suona molto simile a un “opting out” dai negoziati: prenderanno impegni solo nella misura in cui il mondo sviluppato si farà carico di pagarli. La dichiarazione dei responsabili europei dell’Ambiente, in tale contesto, suona come un patetico tentativo di battere i pugni sul tavolo, ben sapendo di non avere né i pugni né il tavolo. Se l’attore “leader” (lo dicono loro) dei papocchi climatici non riesce a presentare un piano che abbia uno straccio di credibilità, siamo davvero alla politica subprime.











