22
Lug
2010

Mercato aereo: la liberalizzazione necessaria

Il cielo tra Europa e Stati Uniti d’America è in pieno fermento. Dopo l’entrata di Alitalia nella joint venture creata da Delta e AirFrance-KLM per i voli transatlantici, è l’ora dell’alleanza tra American Airlines, British Airways e Iberia. In realtà, la pèolitica europea dovrebbe capire cdhe aria tira e megttersi in testa ai processi: che significa solo finalmente aprire la porta a fusioni tra compagnie europee ed americane.

Le compagnie facenti parte di One World hanno deciso di approfondire l’alleanza e di seguire quanto era stato fatto in SkyTeam. Quest’ultima alleanza, con la leadership di AirFrance – KLM era stata la prima a decidere di creare una joint venture con la compagnia partner Delta per effettuare i voli tra USA ed Unione Europea.

L’obiettivo è quello di migliorare il coordinamento delle rotte e di effettuare risparmi di costo. I ricavi della nuova joint-venture sono ripartiti tra le compagnie e questo passo è molto importante per una nuova strategia delle compagnie full-service.

Questi vettori sono sempre più stretti tra la concorrenza delle compagnie low cost nel medio e breve raggio e la competizione di gruppi aerei sempre piú grandi. Gli shock esterni, che non hanno smesso di susseguirsi nel settore aereo, hanno dato impulso affinché i vettori tradizionali completassero un processo di fusione iniziato con il merger tra AirFrance e KLM.

Sono presenti altri fattori che stanno spingendo le alleanze sempre piú strette tra le grandi compagnie europee ed americane.

In primo luogo, la prima liberalizzazione, denominata “Open Sky”, completata nel marzo del 2008, ha aperto ad una piena competizione tra i vettori americani e quelli europei nelle rotte Atlantiche. Tale apertura dei cieli permette a qualunque compagnia, americana od europea, di compiere un tragitto tra un qualunque punto degli Stati Uniti d’America e Europa.

Tale accordo tuttavia vede la mancanza di un passo successivo. Attualmente le compagnie europee non possono assumere il controllo azionario di una compagnia americana e viceversa. Questo è il secondo pacchetto di liberalizzazione in discussione tra il Governo Americano e la Commissione Europea. Poche settimane fa, le due parti sono arrivate ad un accordo e hanno deciso che  l’obiettivo comune è quello che in futuro le compagnie americane ed europee possano comprarsi vicendevolmente.

Questo è certamente un passo in avanti, dopo che l’amministrazione Obama aveva bloccato l’ulteriore liberalizzazione per paura che le compagnie europee potessero prendere il controllo delle compagnie americane, riflettendo di fatto la posizione dei sindacati dei vettori statunitensi.

Rimane il dubbio che tale apertura del mercato possa rimanere solo sulla carta, poiché non è stata fissata alcuna data precisa della liberalizzazione.

La concorrenza tra le compagnie statunitensi ed americane si è rivelata efficace con una diminuzione dei prezzi dei biglietti aerei. Questa liberalizzazione ha dato impulso alle fusioni tra i vettori ed ad un approfondimento delle alleanze, con la creazione delle joint-venture nel mercato transatlantico.

È indubbio che in futuro, nel momento in cui saranno permesse le fusioni tra i vettori statunitensi ed europei, si creeranno grandi gruppi, non difformi da quelli che stanno nascendo nelle joint-venture.

Tali grandi compagnie si confronteranno in un mercato sempre piú globale, con la crescita delle compagnie asiatiche e di quelle medio-orientali, in grande sviluppo anche grazie ai sussidi dei Governi.

La joint-venture è la risposta piú intelligente che le compagnie possono dare in questo momento.

Se la politica non si rivelerà ottusa ed incline a seguire interessi particolari, dovrá permettere la fusione tra i vettori statunitensi ed europei.

Solo in questo modo questi grandi vettori potranno sopravvivere ad un mercato aereo sempre piú globalizzato.

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