7
Gen
2012

Liberalizzazioni: qualche idea per il Governo Monti

La manovra “salva Italia” da poco varata serve solo per tentare di far quadrare i conti nell’immediato, ma già nel breve termine sarà una spinta alla recessione in atto. La imminente fase duecresci Italia” dovrebbe stimolare il rilancio economico e sembra ormai certo che interverrà su liberalizzazioni, infrastrutture e lavoro.
Per quanto riguarda il primo ambito, le uniche “liberalizzazioni” che servono davvero al nostro Paese in questo grave momento sono quelle che riguardano 

l’utilizzo del danaro, la spesa privata e l’intraprendenza di imprenditori e professionisti: molte delle misure restrittive adottate con la manovra di Natale e, prima ancora, con le altre Manovre scellerate d’estate e d’autunno del precedente Governo Berlusconi (abbassamento del limite all’uso del contante, spesometro, monitoraggio generalizzato delle operazioni bancarie) sono concettualmente sbagliate, spaventano e disorientano i Cittadini anche onesti, ne deprimono la propensione alla spesa, introducono complicazioni inutili ed evitabilissime alle fasce sociali più deboli ed alimentano una ingente e preoccupante fuga di danaro verso l’estero.
Far credere di poter svolgere qualunque nuova attività senza limiti e condizioni è una illusione che non potrà stimolare la crescita, perché, al massimo, potrà generare soltanto una gara fra impoveriti che dovranno barcamenarsi, da un lato, nel gestire a qualunque costo una concorrenza spietata fra di essi e, dall’altro, nell’assecondare la condanna al ricavo minimo puntuale (o al ricavo minimo ammissibile) imposto dagli studi di settore per evitare che il “sudore” del lavoro si trasformi nel “sudario” della rovina fiscale; forse tutto ciò potrà anche ridurre un poco i prezzi di alcuni beni e/o servizi, ma sarà un risultato effimero, di breve durata, che non gioverà alla qualità degli scambi e che cesserà con la fuoriuscita dal mercato di quelli che non riusciranno a tenere il passo (avranno speso per gli allestimenti, avranno impiegato le risorse proprie e dei propri familiari, si saranno pure indebitati confidando di non essere più finalmente inoccupati, non avranno retto alla concorrenza spietata degli altri, non saranno riusciti a guadagnare a sufficienza, non potranno dimostrare al fisco famelico che li rivolterà come un calzino di non aver evaso e se ne andranno con le ossa rotte più poveri, scoraggiati e disoccupati di prima.
Serve allora qualche proposta operativa concreta adatta a stimolare realmente la crescita interna sia nell’immediato che nel medio termine, senza barricarsi dietro falsi moralismi, proclami o gioghi sovranazionali.

A) Interventi per liberare i Contribuenti dalla ”ossessione” fiscale:

  1. eliminazione dei budget annuali di recuperi impositivi imposti agli Uffici finanziari e ripristino dell’onere della prova a carico dell’Amministrazione finanziaria in sede di accertamento con abolizione immediata di tutte le presunzioni legali che impongono ai Contribuenti dimostrazioni documentali troppo spesso impossibili, li espongono a recuperi ingiusti su volumi d’affari o redditi irreali anche in spregio alla loro “capacità contributiva” effettiva (art. 53 Cost.) ed alimentano sfiducia e ribellione verso i corrispondenti poteri pubblici;
  2. introduzione del principio della responsabilità personale del Responsabile del Procedimento negli accertamenti censurati dagli organi del contenzioso tributario per i quali viene disposta la condanna alle spese a carico dell’Amministrazione finanziaria per evitare comportamenti abusivi da parte degli Uffici periferici e per favorire l’applicazione dei principi di “imparzialità e buon andamento” (art. 97 Cost.) troppo spesso dimenticati per perseguire altre finalità;
  3. limitazione del diritto di appello dell’Amministrazione finanziaria nei Giudizi tributari alle sole questioni di puro diritto perché l’esercizio dei poteri accertativi costituisce una potestà pubblica che, per la sua autorevolezza ed imperatività deve essere compiutamente motivata e sensatamente fondata sin dal momento in cui si manifesta e perché non si possono rovesciare sui Contribuenti gli oneri economici di una difesa processuale che, quando è soccombente l’Ufficio finanziario, di norma si protrae per ben tre gradi di Giudizio con costosi anticipi di spese rapportati al valore della causa;
  4. eliminazione della mediazione obbligatoria pre-giudiziale davanti allo stesso Ufficio finanziario che ha emanato la pretesa tributaria che espone i Contribuenti ad una indignitosa trattativa perdente in partenza (l’istituto della definizione mediante adesione ex D.Lgs. 218/1997 assolveva già a questa funzione consentendo ai Contribuenti la libera scelta di avvalersene o meno) ed introduzione strutturale del beneficio della chiusura delle liti fiscali pendenti in qualunque stato e grado di Giudizio con modulazione dei relativi costi a seconda della situazione processuale per favorire il decongestionamento della Giustizia tributaria.

B) Per liberare i Contribuenti dalla ”oppressione” fiscale:

  1. ripristino immediato della soglia di € 12.500,00 all’uso del danaro contante per liberare le risorse finanziarie ancora giacenti sul territorio, favorirne la circolazione sul mercato interna ed evitarne l’espatrio;
  2. facilitazioni reali e convenienti per gli utilizzatori di strumenti di pagamento tracciati (assegni bancari e circolari, carte di credito, pago-banconmat, carte prepagate, bonifici bancari, …) abbattendone i costi e consentendo la deducibilità (anche solo parziale) di tutte le corrispondenti spese documentabili con i relativi estratti conto per promuovere ed incentivare una nuova coscienza civica di valenza anche fiscale;
  3. abrogazione immediata delle norme che impongono la comunicazione all’Anagrafe Tributaria di tutte le operazioni finanziarie in conto ed extra-conto e di tutte le spese rilevanti ai fini dello spesometro (riguardanti sia l’anno 2010, sia  gli anni successivi) per tranquillizzare la Gente che può spendere e che in questi momenti recessivi deve poter utilizzare liberamente il proprio danaro a beneficio dell’economia interna, della crescita e dell’occupazione;
  4. introduzione di un sistema di tassazione dei redditi di lavoro dipendente, nonché dei redditi di lavoro autonomo ed indipendente per Contribuenti che realizzano volumi d’affari fino ad € 500.000,00 annui con conseguente sottrazione dal campo di applicazione degli studi di settore, che limiti la pressione fiscale complessiva massima al 20% fisso per restituire al “lavoro” ed alle Persone operose la centralità ed il rispetto che la Costituzione gli riconosce (cfr. art. 1 – “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro …“);
  5. riduzione delle aliquote dell’IVA entro il limite massimo del 10% (promuovendo anche in Europa le modifiche più opportune alle relative Direttive) ed ampliamento delle categorie di beni e servizi esentati o agevolati (salvi quelli ritenuti strettamente essenziali per il minimo vitale) per scoraggiare l’altrimenti inevitabile complicità di convenienza fra le parti del rapporto determinata dalla esagerata incidenza dell’aliquota attuale (21%) e di quella futura (23%).

La spinta alla ripresa deve partire dal basso, dove c’è Gente operosa ed intraprendente che ha bisogno e voglia di lavorare e che aspetta soltanto di potersi esprimere al meglio, come sementi preziose che non riescono a germinare in un terreno sempre più arido ed inospitale. Compito dello Stato è quello di creare le condizioni migliori per poter rendere fertile quel terreno, dopodiché i veri semi faranno la loro parte; se però la terra viene concimata col catrame, non si può poi pretendere che nasca qualcosa e sperare in un miracolo impossibile!

Avv. Manuel Seri

28 Responses

  1. Marco Tizzi

    Una copia dell’articolo è stata spedita anche alla sig.ra Merkel?

    Perché se non si fosse capito l’aumento della tassazione è stato esplicitamente chiesto da lei.

  2. Marco O.

    Lascia perplessi leggere in un blog liberista una condanna della “concorrenza spietata”… Mah…

  3. Claudio V.

    Va benissimo responsabilizzare i funzionari dell’Agenzia delle Entrate e limitare i meccanismi presuntivi. Si è dimenticato però di proporre anche una revisione profonda della struttura delle Commissioni tributarie e dei meccanismi di reclutamento dei giudici tributari, spesso composti da commercialisti o da soggetti vicini ai professionisti. Sempre in tema di fisco, va bene il principio della capacità contributiva ma nn credo che potremo realizzarlo in questo Paese se non modificando anche il sistema dell’autodichiarazione (vedi modello tedesco).
    Per quanto riguarda le misure di liberazione dall’oppressione fiscale non ne condivido nemmeno una (e questo di per sè non è importante) anche alla luce del fatto (questo sì significativo) che nessun studio o rapporto di organismo nazionale o sovranazionale li cita come fattori decisivi per la crescita economica. Mi sembra più che altro un mdo per far crescere il “nero”

  4. Francesco

    francamente mi sembra utopia poter proporre questo genere di azioni meritevoli, ma che ancora una volta rimarranno inascoltate visto le azioni appena intraprese dal governo.
    Sulla “concorrenza spietata” mia accodo al “Mah” di Marco O.

  5. Alessandro

    Completamente d’accordo, tranne il punto B1 che andrebbe modificato in “soglia di € 100 all’uso del danaro contante per qualsiasi spesa, qualsiasi prestazione, a qualsiasi titolo. Il Governo si impegna ad intraprendere di concerto con i partner europei una roadmap di switch off dal contante, dismettendo progressivamente la stampa di banconote e monete, iniziando dalle banconote da 500€ a scendere seguendo la roadmap sopracitata”.

  6. Alessandro

    Aggiungo che il punto B3 dato che l’obbligo è già in vigore ormai è totalmente privo di senso. I software sono stati adeguati, le procedure e via dicendo idem, ora non ha senso tornare indietro, sarebbe inefficace ed inefficiente.

  7. John Galt

    Bellissimo documento che condivido al 101%.
    Il vero problema di questo testo è che, per quanto giusto, va esattamente nella direzione contraria a quel comune sentimento pseudo-socialista che spinge la politica di questo paese da anni e dell’Europa.

  8. Francesco Zanardi

    @Marco O.
    Lascerà perplesso, ed in effetti è strano. Ma in un paese come il nostro togliere del tutto le regole sulla concorrenza intensificando gli adempimenti bizantini del fisco significa avvantaggiare i peggiori furbi e fare lo sgambetto alla gente onesta.

  9. Valeria Lotto

    @Marco O.
    Mi sembrava che il concetto espresso fosse abbastanza chiaro. Ci sarà concorrenza spietata tra i piccli imprenditori e i piccoli commmercianti…. Ci sarà concorrenza spietata tra i taxisti che con l’idea fasulla ed errata di licenze a jsa si troveranno ad essere più numerosi dei clienti…..deprivati del loro strumento di lavoro andranno in fallimento e andranno ad ingrossare le fila di una massa di disoccupat nullatenenti….. E’ strano che in un paese che ha sempre fatto vanto della vitalità delle piccole imprese ora si muova proprio contro queste! Ma credo che il gioco sia abbastanza chiaro: LIBERALIZZARE PER POI PRIVATIZZARE. Creare tanti oligopoli che terranno i mano un numero illimitato di licenze e assumeranno come dice il prof. Ponti EXTRACOMUNITARI. Ecco il futuro. La PROLETARIZZAZIONE del paese e il consolidamento di una classe dominante oligarchica CHIUSA e inaccessibile. Andrea Baitani (http://docenti.unicatt.it/eng/andrea_boitani/ ), professore di economia presso la Università cattolica di Milano, chiaramente digiuno della materia TAXI , ha comunque dichiarato che “IL REDDITO DEL TAXISTA , CONSIDERATO IL LIVELLO DI FORMAZIONE PROFESSIONALE E DI ISTRUZIONE, E’ UN REDDITO ALTO. ” http://www.youtube.com/watch?v=FpIIzIH-xbg Programma Radio24News del 27.12.2011. Una perversa rivisitazione del concetto “Lotta di Classe” in cui vengono totalmente capovolti i soggetti: Non più lotta contro i padroni , ma lotta dei padroni stessi contro lavoratori, di ogni categoria, solo da schiavizzare… una società oligarchica che non tollera lavoratori non inquadrabili sotto il loro potere. . Grazie, sig. Seri , per aver usato il termine “sudario”.
    Valeria Lotto

  10. MarcodaOsimo

    Scusi una domanda, ma i soldi per fare tutte le cose proposte dove li prende? Lo sa che dobbiamo anche pagare 2.000 miliardi di debito pubblico?

  11. buffet warren

    questo articolo è la dimostrazione plateale
    che i liberisti sono a favore delle grandi multinazionali
    e contro la piccola e media impresa
    a cui non deve essere concessa la possibilità neanche di nascere
    perché tanto non hanno alcuna possibilità di sopravvivere ai colossi
    e perché non danno alcun utile e per di più frammentano le quote di mercato
    sono considerati degli scarafaggi che rovinano le manovre dei grandi
    impedendo le economie di scala dei grandi
    e perché i piccoli che si fanno la guerra sono considerati “perdenti” dalle banche
    che non vogliono più frammnetare i finanziamenti ma cocnentrarli
    basilea 2 lo dice chiaramente: chi non ha i soldi non deve essere aiutato
    meglio accorpare tutto e mantenere i lavoratori senza alcuna difesa
    ma con un 3-400 euro di indennità di disoccupazione giusto per consumare la minestra

    questa verità salterà fuori prima o poi
    in america esiste da sempre e in cina la stanno attuando

    ovvero solo accorpando i grandi si riesce a dare da mangiare alla massa dei poveri

    la prossima rivoluzione non sarà degli operai o dei poveri

    ma della classe media

    della borghesia

    come durante la rivoluziuone francese

    è la classe media che dà fastidio ai grandi
    costa troppo e fa concorrenza….

  12. Tolomeo

    Qualche autorevole autore dell IBL ha proposto di rilasciare gratuitamente una seconda licenza ad ogni taxista.

    Modestamente penso che sarebbe meglio dare 99 licenze gratuite ad ogni taxista che, rivendendole a prezzo ragionevole, potra’ rientrare dal suo investimento iniziale.

    In questo modo anche a Roma, a Milano e in tutte le citta’ italiane si potra’ circolare in taxi COME A PECHINO !

    1,2 Euro per ogni corsa entro la cintura urbana e possibilita’ di trovare un taxi libero ogni 50 metri.

    Non servirebbero piu’ gli autobus e i comuni non dovrebbero piu’ ripianare il deficit delle municipalizzate.

    Si creerebbero diverse centinaia di migliaia di posti di lavoro, con guadagni dignitosi.

    Infine, bastera’ obbligare i tassisti ad usare automobiline elettriche e anche l’inquinamento urbano verrebbe eliminato.

    Ricapitolando, ecco i vantaggi :

    1 – gli attuali tassisti verrebbero risarciti

    2 – i cittadini potranno trovare subito un taxi a 1,2 euro e andare
    dove vogliono

    3 – si creerebbero molti posti di lavoro

    4 – si risparmierebbe il costo degli autobus e relativi autisti

    5 – usando piccoli taxi elettrici si abbatterebbe l’inquinamento atmosferico urbano.

    Cosa aspettano i “professori” al governo per fare piccole-grandi riforme come questa ?

  13. Alberto Magnago

    Scusate, ma di cosa stiamo parlando? Ma vi pare serio, per un paese che dovrebbe competere su scala globale, pensare di campare attraverso il perdurare della asfittica PMI di facciata, nella realtà bottega artigiana con la quale occultare qualche nero? Perchè non venitemi a raccontare che taxisti e altri “professionisti” non fanno nero. E’ necessario che le aziende facciano le aziende, i bottegai i bottegai e i professionisti i professionisti. Ovvero : se vuoi essere azienda devi sapere che hai la concorrenza, devi combattere, devi crescere e svilupparti.
    E non è il metodo di pagamento che impedisce lo sviluppo! Che le tasse siano altissime è evidente a tutti. Altro è pensare di tornare al passato in cui a fronte di tasse alte ci si arrangiava (chi poteva e voleva) con il nero. Bisogna battersi per una reale politica di sviluppo, che non può prescindere dalla lotta all’evasione, ma che deve trovare il coraggio di tagliare (drammaticamente) i costi della struttura statale in tempi brevi-brevissimi e tagliare le tasse. Si venda il patrimonio pubblico inutile e si riducano a zero i contributi a partiti, sindacati ecc.. che non producono e divorano una enormità di soldi. E si premino le iniziative che portano crescita reale, maggiore occupazione, maggiore esportazione, maggiore capacità di competere. Il resto è pura difesa del piccolo orticello, sacro santo per carità, ma cui non basta più esserci. O ci rendiamo conto che i tempi sono cambiati o torneremo al peggior medioevo

  14. Michele

    @Alessandro
    E’ in errore,ma è in ottima compagnia,sono proprio queste restrizioni a essere dannose favoriscono criminalità che avrà sempre più contanti da gestire (visto che io non posso più effettuare fattura a chi vuole pagare solamente in contanti ho due possibilità 1 non fatturare 2 predere il cliente Lei cosa farebbe?) chi afferma che con l’abolizione del contante si riduce il nero (ammesso che questo sia positivo) dice una sciocchezza
    la cosa grave è che molti di loro sono Laureati in economia ma questo spiega anche il dissesto finanziario in cui versiamo.
    In bocca al Lupo per iprossimi anni ne avrà, (avremo) bisogno.

  15. Pietro Enrico Corsi

    Francamente dal sig. Seri mi aspettavo, almeno per rispetto alla drammatica situazione in cui siamo, discorsi più seri. In particolare sul Chicago Blog. Pietro

  16. perche’ non fondiamo un movimento con queste idee grandiose e divulgarle in piazza,tv,stampa ? sarebbe bello poterne parlare con il bocconiano in loden. Possibile non ci sia un politico capace di parlare questa lingua ? se c’e’ vorrei essere informato. Grazie

  17. marcantonio

    Poter vedere realizzato quanto esposto dal Sig. Seri sarebbe certamente bello ma è un’utopia. Viviamo purtroppo in un altro pianeta. Lo stato ci deve controllare in ogni momento della vita ed in qualsiasi azione che andiamo ad intraprendere. Si parla di liberalizzazioni. Ma quali liberalizzazioni. Liberi di tenere aperto il negozietto 24 ore su 24. Questa è schiavitu. Se vuoi sopravvivere devi farlo altrimenti la grande distribuzione ti ammazza. Se tieni aperto 24 ore morirai ugualmente perchè avrai maggiori spese che non potrai sopportare. Liberi di aprire negozi, bar, farmacie, taxi a josa ecc. e con gli studi di settore come la mettiamo? I soldi da spendere della popolazione sono sempre meno, se aumentano gli esercizi la torta va divisa in più parti, ma andate a raccontarlo al funzionario del fisco, che seduto nel suo scranno ti guarda sottecchi e ti impone di pagare un supplemento a quanto dichiarato. Tu sai di essere stato onesto, e di non poter pagare ulteriori tasse, ma lui non ci crede. Ti puoi opporre ma intanto devi versare il 30% di quanto ti viene contestato, poi dovrai andare da un fiscalista che seguirà la tua pratica, se riuscirai ad aver ragione ti ci vorranno minimo 10 anni per recuperare il 30% versato, ma intanto avrai speso altri soldi per il fiscalista, fai un po’ di conti e decidi che ti conviene accordarti con quel signore che hai di fronte.
    Allora tu ti incazzi, tu che sei stato onesto, hai comprato le merci tutto con fattura, hai sempre fatto gli scontrini, sei a malapena sopravvissuto, vedi altri che, avendo posizioni più vantaggiose, merci più importanti, se ne infischiano degli studi di settore perchè ci sguazzano dentro, e si possono permettere di non fare gli scontrini.
    Ma come è possibile stabilire dei parametri giusti per le infinite attività, posizioni, merceologie, località ecc. variabili infinite e continuamente modificate da situazioni personali e locali.
    Certamente è più facile prevedere che tempo farà a mezzogiorno fra 564 giorni.
    Quello che meraviglia di più è che in tanti siano convinti che con le liberalizzazioni fatte da Monti si creeranno posti di lavoro. Io sono convinto che si daranno vantaggi solo ai grandi gruppi che riusciranno finalmente a far scomparire centinaia di migliaia di piccole attività.

  18. marcantonio

    1,2 Euro per ogni corsa entro la cintura urbana e possibilita’ di trovare un taxi libero ogni 50 metri.
    Ma lo sai che con 1,20 Euro la macchina non la metti nemmeno in moto!!

  19. L’apparato del quirinale, dal costo esorbitante, è uno dei responsabili del debito pubblico non avendo assolto al proprio compito infatti, dovrebbe sorvegliare e far rispettare la copertura (non fittizia) delle spese deliberate dal parlame. Avendo distatteso al proprio ruolo, potrmo intanto risparmiare questa spesa.
    Deputati, consiglieri regionali, provinciali, comunali ecc. deliberano sui propri compensi, rimborsi indennizzi! Quale azienda andrebbe avanti con questa impostazione? E’ indispensabile un conflitto di interessi per la salvezza dell’Italia.
    grazie.
    Alberto Paccagnini

  20. nicchio

    @Claudio V.
    Mi scusi, ma Lei pensa invece che con un aliquota iva al 23% e la totale impossibilità per il privato di dedurre alcune spese dal reddito non favorisca il “nero”?!!
    Le faccio un esempio: una coppia giovane compra casa e va da un falegname per farsi fare l’arredamento con preventivo, diciamo, di 20.000 euro. Il falegname, incautamente, propone ai giovani un pagamento in “contanti” con sconto ovvio dell’IVA e poi, mettiamo, un ulteriore 15%. In questo modo i giovani risparmiano l’iva per 4.600 euro e lo sconto per altri 3.000 euro… in totale 7.600 !!! dico 7.600 euro!!!
    Con la fattura cosa risparmierebbero?! NIENTE!!!!!!!!!!!!!!
    Naturalmente tutti noi onesti cittadini andremo a scegliere il comportamento corretto facendoci fare la fattura, ma due poveri giovani squattrinati ?….. secondo Lei dovrebbero resistere alla tentazione??!!! Con simpatia e senza malizia, Lei sicuramente sa come diceva spesso il principe Toto… ” ma mi faccia il piacere….Lei e i suoi studi sovranazionali !”
    un caro saluto

  21. Drhide

    Un’articolo così si commenta da solo.
    Sarei anche d’accordo con molte delle liberalizzazioni e semplificazioni proposte, ma dove trovare le risorse per riduzioni di tassazione così ingenti?
    Nei paesi dove il fisco è meno vessatorio si va in galeria se lo si evade, quindi introdurre in italia questa possibilità aiuterebbe a ridurre le imposizioni a carico dei contribuenti.

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