27
Ott
2009

Le zone franche mignon

Catania, Gela, Erice (Sicilia), Crotone, Rossano e Lamezia Terme (Calabria), Matera (Basilicata), Taranto, Lecce, Andria (Puglia), Napoli, Torre Annunziata e Mondragone (Campania), Campobasso (Molise), Cagliari, Iglesias e Quartu Sant’Elena (Sardegna), Velletri e Sora (Lazio), Pescara (Abruzzo), Massa Carrara (Toscana), Ventimiglia (Liguria).
Tutti in doppiopetto, una firma, un lungo applauso ed un brindisi. Mercoledì prossimo i sindaci di questi 22 comuni firmeranno, alla presenza di Scajola e di Berlusconi, un protocollo con il Ministero dello Sviluppo Economico per l’istituzione di altrettante zone franche urbane.

Si legge in una nota del Ministero: “L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito del piano straordinario del Governo per il Sud, è volta a rilanciare quartieri caratterizzati da degrado socio-economico stimolando la nascita di piccole e microimprese attraverso esenzioni fiscali e previdenziali per vari anni, favorendo così la formazione di migliaia di posti di lavoro”.

Tralasciamo anzitutto ogni considerazione sul degrado socio-economico di due città meridionali come Massa Carrara e Ventimiglia – peraltro situate nelle province di provenienza di due dei coordinatori nazionali del Pdl e dello stesso ministro dello Sviluppo Economico –  e veniamo al merito.
Per i 22 comuni, è prevista una dotazione complessiva di 50 milioni di euro all’anno, cioè poco più di due milioni di euro a testa. Non saranno soldi da spendere, ma risorse con le quali verrà coperta una parziale detassazione e decontribuzione delle imprese che opereranno sul territorio.
Detto in altri termini: in 22 comuni italiani, di cui 20 al Sud, le imprese pagheranno ognuna qualche centinaio di euro di tasse in meno. Come si produrranno, con questi bruscolini, i migliaia di posti di lavoro di cui parla la nota del Ministero non è dato sapersi.

Il benaltrismo non c’è mai piaciuto e non avremmo avuto nulla da obiettare – anzi, avremmo applaudito – se fossero state istituite vere zone franche a tassazione zero. Avremmo applaudito anche se fosse stata istituita una sola zona autenticamente franca. Ma di fronte ad una mancia di qualche centinaia di euro per impresa, non c’è molto da esultare.

Sostituire i sussidi alle imprese meridionali con politiche di detassazione è auspicabile, affinché si metta la parola fine alla logica dell’assistenzialismo e s’inizi a premiare chi sa fare meglio impresa, ma le misure simboliche servono a poco. Come un disco rotto, noi rilanciamo l’istituzione della No Tax Region per il Mezzogiorno.

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4 Responses

  1. andrea lucangeli

    Questa notizia – che non conoscevo – è sconcertante.- Da elettore di centro-destra (leghista per la precisione) mi indigno per queste “porcherie” acchiappavoti , per queste “mancette” di Stato, indegne di un paese serio….- Trem (con la Lega) combatte duramente la sua battaglia contro il “partito della spesa allegra” e Scajola (personaggio assai discutibile) sperpera impunemente…- Ma che si mettano d’accordo una buona volta su chi tiene i cordoni della borsa e che sia finita.- Gli elettori del nord non hanno l’anello al naso e queste cose se le ricorderanno al momento del voto…

  2. Alex

    Caro Andrea ,gli elettori del Nord hanno dimenticato ( o ignorato) il crac della Credieuronord, la cosiddetta «banca della Lega».
    Free Zone solo sulla carta per scopi pubblicitari…un governo in stile tipicamente italico.
    I bruscolini anche a Ventimiglia e Massa Carrara??? allora anche nella alta valle del Trebbia ( PC )..perchè se il campanilismo e il non-senso regna in questo paese allora mi accodo!!!

  3. andrea lucangeli

    @ alex: sono perfettamente d’accordo con te, niente “mancette” di Stato per nessuno, niente provvedimenti “furbi” acchiappavoti.- Ho duramente contestato (in sede leghista) la “porcheria” di Credieuronord così come le speculazioni immobilari in Istria….- Per essere credibili bisogna – prima – fare pulizia in casa propria.- Detto ciò ribadisco la domanda: chi tiene fermi i cordoni della borsa? Certo, si rischia di diventare impopolari, di perdere voti alle regionali ma con le “furbizie tattiche” non si và da nessuna parte.- E’ la visione strategica che conta, alla lunga prevarrà il “partito del rigore” contro il “partito della spesa allegra”….anche perchè non possiamo più permettercela…

  4. Alfredo

    Vivo a pochi km da Ventimiglia,regno incontrastato del Ministro Scajola, e concordo con l’autore del post. Si pensa di poter attrarre nell’area del Roja le imprese che dismettono nell’area del Principato di Monaco: vecchia tecnologia ad alto impiego di personale.
    La Francia investe sulla tecnologia, crea centri d’innovazione ( Antibes ) e chiude le fabbriche obsolete: noi con una finzione fiscale, con forti connotati clientelari, pensiamo di rilanciare un’area in crisi ereditando quello che altri scartano, perchè ormai non profittevole. E c’è pure chi pensa di costruire un circuito automobilistico in quell’area….

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