19
Ago
2009

La politica premia troppe aziende in Italia, non solo Silvio

I giornali preferiscono dare spazio a occasional papers di economisti Bankitalia dedicati al tema Nord e Sud, o agli immigrati. Ma se qualche scudisciata cade invece sui vizi dello statalismo italiano, allora la disattenzione è generale. Come esempio, l’estrapolazione di uno studio di due giovani dell’Ufficio Studi di via Nazionale, Federico Cingano e Paolo Pinotti. Riguarda l’indebito premio che a molte aziende italiane viene dall’essere indebitamente “al traino” della politica. È un sistema unfair in termini di concorrenza sempre: ma in tempi di crisi, quando le risorse diventano scarse in termini di credito e i fatturati flettono, diventa ancor più odioso perché “discrimina” le imprese secondo criteri molto diversi da quelli del vantaggio competitivo. È una iniqua rendita di posizione che vale il 5% in più di margine sui concorrenti, e che riguarda non poche aziende a cominciare da quelle del Cavaliere, come tanto sprovveduti o in malafede potrebbero immaginare, bensì diverse migliaia di aziende italiane.

I due economisti hanno passato al setaccio tutti i data base pubblici disponibili, e per i 12 anni scelti come campione hanno considerato insieme gli oltre 300 mila – 300 mila! – nominati dalla politica – Roma più autonomie più municipalizzate – in incarichi aziendali, più tutti i politici a qualunque livello che in costanza di carriera continuano a ricoprire incarichi nelle imprese. Hanno ristretto il proprio focus a 11mila di questi manager “politici”, in imprese di diverso settore di business e con oltre un  milione e mezzo di occupati alle loro dipendenze.  Hanno poi proceduto a una riclassificazione analitica delle imprese in questione per tipo di attività, classe dimensionale, tipologia di procurement e ordinativi, tipo di Regione di insediamento (se a minore, medio o  maggiore tasso di intermediazione pubblico del reddito). Le conclusioni  sono abbastanza devastanti. Per le imprese degli 11mila manager politicizzati, in media ricavi e profitti superano del 5% quelle concorrenti a parità di condizioni nei primi anni successivi al mandato ottenuto e naturalmente la media sale ulteriormente nei settori in cui il procurement pubblico è diretto, vantaggio che tende a scemare quanto più ci si riavvicina a nuove nomine o a elezioni che preludano a cambi di maggioranza. Nelle Regioni del Centro-Sud a più alta spesa pubblica, il vantaggio improprio giunge addirittura al 16,8%, e al 24% se l’impresa è attiva in segmenti di business in cui l’attore pubblico ha forza rilevante in termini di regolazione e procurement. Insomma: il conflitto d’interesse per le imprese è endemico e da CAI all’ultimo smaltitore di rifiuti è aperta a tutti i livelli la gara per beneficiare di una politica impropriamente “amica”, altro che Silvio da solo.

3 Responses

  1. Questo paper spiega meglio di mille editoriali o convegni perché non riusciremo in nessun modo a liberarci del socialismo municipale. E come perfettamente illustrato nell’altro post di Oscar di oggi, dobbiamo pure sorbirci quotidianamente gli autonominati opinion maker mentre ci spiegano che il liberismo è morto (mai nato, a dire il vero) e le gioie della decrescita. Ad uso e consumo degli spaventati poteri deboli che si tengono stretti i loro giornali. Siamo dei naif e degli illusi, è quello il nostro maggiore problema.

  2. luigi zoppoli

    Sottoscrivo il post ed ho apprezzato il paper le cui tesi ai miei occhi hanno anche un’evidenza empirica più volte verificata nel mio piccolissimo.
    Mi permetto di dissentire, in materia di conflitti di interessi dalla tesi che ce ne sono taiti e che sono tutti uguali e quindi non c’è solo Silvio. Alcuni conflitti, credo, sono più uguali di altri. Soprattutto quando c’è coincidenza di ruoli politici ed economici. Senza dimenticare che il settore economico predominante delle attività del PdC è relativo a media ed informazione e si concretizza per giunta in un monopolio.
    luigi zoppoli

  3. Piero

    breve lista di coincidenze :
    alitalia+airone+banca leonardo+autostrade+impregilo+bancaintesa+libia..
    eni+snam+gas release+marcegaglia+russia+libia+turchia+sbimportgas..
    telecom+telefonica+tronchetti+mediaset premium+tunisia+tvsat+rai-sky+mediobanca+unicredit+major americane fornitrici e non solo..
    LIBERE LOBBY IN LIBERO POLLAIO ABITATO DA CLIENTI CONTRIBUENTI 🙂

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