3
Mag
2014

Il sindaco di Napoli ha preso troppo sul serio la parola Comune

Hai una proprietà inutilizzata? Vedi di farne qualcosa, e in fretta, altrimenti se la prenderà il Comune.

Come? Per delibera, comunale di Napoli: il sindaco Luigi de Magistris ha presentato le decisioni della giunta che prevedono l’acquisizione di beni di proprietà privata inutilizzati o abbandonati e la regolamentazione delle «Case del popolo». I testi sono stati approvati dalla giunta e andranno in Consiglio comunale con «corsia preferenziale», perché, come ha spiegato il sindaco, «è un momento storico per la città» in quanto potrà decidere su come utilizzare le aree e le proprietà «collettive democratiche».

Per gli immobili comunali occupati dai centri sociali è prevista la sanatoria purché gli abusivi si impegnino a farne luoghi di aggregazione collettiva a fini sociali, ecco come riconquistare l’affetto del circolo intellettuale dei giovani di Occupy Napoli.

de magistris rivoluzione arancione

Per quanto riguarda gli immobili privati, invece, il Comune provvederà ad individuare e gestire i beni di patrimoni immobiliari privati «inutilizzati o parzialmente utilizzati» ma «percepiti dalla comunità come “beni comuni”, e suscettibili di fruizione collettiva» dei quali è in atto una dettagliata mappatura (da Milano mi intrometto per suggerire di inserire nella mappatura questo favoloso immobile abbandonato dal 1962 per il quale il Comune continua a pagare l’affitto, o forse già che c’è se ne approprierà direttamente, inaugurando la formula dell’esproprio come soluzione allo spreco pubblico).

I proprietari di immobili privati inutilizzati verranno comunque avvisati dal Comune e invitati in 150 giorni «ad adottare provvedimenti necessari al perseguimento della funzione sociale»; in caso di mancato riscontro, il Comune procederà quindi per l’annessione dei beni privati al patrimonio comunale.
Qualora si trattasse di complessi edilizi rimasti invenduti, il sindaco convocherà i proprietari costruttori per “concordare” un prezzo di vendita «parametrato alla capacità media dei napoletani».
In caso di mancato accordo, gli immobili verranno annessi al patrimonio comunale:

Facciamo 100mila euro, ti prendo tutto il complesso e non se parla più, va bene? No? E vabboh iah me lo piglio lo stesso! E’ per il bene “collettivo democratico”, del resto.

Misura sovietica? «Sono le delibere più rivoluzionarie e innovative che abbiamo scritto» ha esclamato il sindaco durante la presentazione delle misure.
Accompagnato dall’ex giudice costituzionale Paolo Maddalena: «nella Costituzione ci sono norme secondo cui “la proprietà privata non è garantita come diritto soggettivo assoluto, ma esclusivamente in quanto finalizzata ad assicurare una funzione sociale del bene”.

Avete una porta blindata? Ad ogni modo questa sera doppia mandata e Dio vi benedica

twitter @giacreali

10 Responses

  1. Msimone

    E’ talmente incostituzionale che non vale neanche perdere tempo a commentarla. Aria fritta a uso elettorale.

  2. Mike_M

    Così funziona questo Paese. Ne prendo atto e mi regolo di conseguenza. Preparo subito le valige e me ne vado altrove…

  3. Francesco Marangi

    Non mi adagerei sulla incostituzionalità.
    La forma positiva del limite costituzionale alla proprietà privata (che attirbuisce facoltà al potere pubblico di indirizzarne la funzione sociale) si presta ad una simile applicazione.
    Inoltre non bisogna dimenticare di cosa sono capaci i giudici costituzionali che hanno annoverato persone della razza del dott. Maddalena ricordato nell’articolo.
    Emerge sempre più che la più bella del mondo ha tutti i numeri per produrre ordinamenti giuridici di socialismo ” spinto”, di stampo sovietizzante, e condurre alla collettivizazione delle società.
    Il punto, allora, è che la prima questione la si risolve con una modifica costituzionale, magari che formuli in senso negativo il limite ( del tipo, al netto della correttezza scientifico- giuridica, ” il diritto di proprietà non può esercitarsi con finalità intenzionalmente antisociali”), la seconda questione la si risolve impedendo la solita occupazione della Corte Costituzionale ad opera dei soliti magistrati solitamente “impegnati”.
    Un pò O.T.: che tristezza e rabbia aver visto per ventanni che la sedicente area moderata-liberale ha saputo dedicare energie alle sole riforme costituzionali di potere, quelle di architettura parlamentare, del senato delle regioni, del premierato forte o presidenziale, quando la ” rivoluzione” di libertà avrebbe dovuto aggredire il cancro socialisteggiante annidato nei Principi fondamentali e nella Parte Prima della Costituzione.

  4. Francesco_P

    Fra i sindaci di estrema sinistra (Pisapia docet) è di moda attentare alla proprietà privata adducendo ragioni di uso sociale di spazi degradati. Peraltro, i Comuni che cercano di praticare l’esproprio degli stabili inagibili o degradati sono proprio quelli che pongono maggiori ostacoli alla demolizione ed alla ricostruzione, rendendo antieconomica la riconversione dell’area.
    Si comincia così, giustificando le requisizioni con il degrado, il non utilizzo, ecc., e si finisce per tornare direttamente ai tempi di Stalin.
    La dacia, pardon la villa sulla costiera amalfitana, andranno agli alti burocrati e funzionari di partito; gli altri dovranno convivere in spazi sempre più angusti fino alla coabitazione, perché la coabitazione permette di controllare meglio la popolazione attraverso le spie e le tensioni fra poveri costretti ad una convivenza forzata. Attenzione, si inizia dal poco…

  5. luciano pontiroli

    Se non funzionasse il riconoscimento di protezione costituzionale implicito nell’art. 42 Cost., dovrebbe operare quello sancito dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che ha già permesso di raddrizzare molte interpretazioni “progressiste” della funzione sociale della proprietà. Purtroppo il rischio è che il rimedio arrivi quando di De Magistris si sia persa la memoria.

  6. jan sawicki

    Francesco Marangi, il tuo post è utile e condivisibile. In particolare mi identifico totalmente con le riflessioni dell’ultima parte, sulle modifiche della pessima ‘costituzione economica’.
    Segnalo però che su proprietà, libertà di iniziativa, concorrenza, qualche intellettuale giurista liberale tentò negli anni 80 e 90 di fare qualcosa, di infrangere questo sacro tabù. Credo che ci fu anche un tentativo di pour parler con la mal-destra italiana populista statalista spendacciona come la sinistra. Ma credo anche che questo intellettuale giurista fu lasciato solo ed emarginato.

  7. ALESSIO DI MICHELE

    Sforziamoci di vedere il lato positivo: l’ italiano medio ancora ragiona in termini di “non c’ è nulla di più solido/sicuro del mattone”, “per la vecchiaia mi compro una casa e mi faccio la pensione con l’ affitto”, “caro figlio, ti ho comprato casa, che vuoi di più”, “gl’ immobili si rivalutano sempre”: bene questi atteggiamenti SONO DA ESTIRPARE con qualunque mezzo, perché hanno fatto e continueranno a fare più danni della grandine. Nel 2011 andai in vacanza a Berlino (tanto per ricordare: la capitale del paese di gran lunga più ricco d’ Europa, a parte Vaticano e Montecarlo): casa di 45 mq coperti + 45 mq di terrazzo sulla Kurfurstendamm, cioè la via più elegante, € 93.000: la casa ti costa 2.080 €/mq, ed il terrazzo te lo regalo proprio. Da noi costruire casa può costare al massimissimo 1.200 €/mq: anche aggiungendo terreno e licenza, e nonostante il perdurante crollo dei prezzi, le case costano ancora cifre folli: se gl’ italici demagistris serviranno almeno un po’ ad eliminare questo, non saranno vissuti del tutto invano.

  8. AlxGmb

    IL SINDACO DI NAPOLI OPERA CONTRO I DIRITTI DELL’UOMO.

    Ecco i riferimenti, in itagliano:
    http://www.dirittiuomo.it/sites/default/files/ScordinoItalianoTradUltima.pdf

    In pratica dobbiamo TUTTI dire grazie alla famiglia Scordino di Reggio Calabria che hanno tenuto duro fino alla CEDU, e ne hanno sostentuto le spese. Il Sig. A. Scordino ed i suoi eredi hanno reso un servizio FONDAMENTALE a tutti i sudditi itagliani. Al Sig. Scordino andrebbero intitolate piazze e vie dello stivale, ma la maggior parte degli itagliani lo ignora, sigh.

    Il lato triste è che per vedersi riconosciuta la giusta ragione di un torto subito nel 1975, hanno dovuto aspettare fino al 2006, un po’ troppo.
    I tempi lunghi sono dovuti alla macchina vessatoria italica (anche per questo l’itaglia è stata condannata)

    Due i fatti agghiaccianti:
    – l’amministrazione di Reggio Calabria era comunista
    – il governo itagliano ha fatto ricorso dopo la prima condanna CEDU.

    “Solo l’Individuo conta, tutti gli Individui contano” (M. N. Rothbard)

    AlxGmb

  9. mattia

    Ma ragazzi su .. è una putt…ta galattica! È impossibile interpretare la costituzione in quedto modo. Il bene è mio e lo uso come voglio. Arriva il comune e mi dice che ho 150 giorni x che cosa?! intanto sposti due tegole, registri un comodato. … ma a che livello di baggianate elettorali siamo arrivati?! Raglia Raglia povera itaglia..

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