13
Set
2009

Il popolo della liberta’

Sulla scarsa attenzione della stampa italiana per il rally anti-Obamacare a Washington ha gia’ scritto Oscar. Credo si tratti di un momento davvero straordinario. Un po’ perche’ le manifestazioni di piazza in America sono cosa rara: venire a Washington da San Francisco non e’ come da Bologna andare a Roma. Farlo a spese proprie puo’ essere molto oneroso, e in questo caso non c’era una Cgil a offrire bibite, panini, e biglietti del treno. E un po’ perche’ organizzare una manifestazione del genere, senza una leadership politica, e’ inusuale a dir poco. Tant’e’ che ora il problema sara’ capitalizzare questo consenso. Le persone che hanno partecipato ai tanti town hall meeting e che ieri hanno invaso Washington sono di orientamento conservatore-libertario, ma con scarsa fiducia nel partito repubblicano (si vedano le osservazioni-lampo di Matt Welch su Reason). Pero’ la loro voce rischia di perdersi, se l’opposizione parlamentare non comincia a fare il suo lavoro. Nota bene: i giornali italiani scrivono 100.000 persone, 75 mila erano i partecipanti pre-registrati da Freedom Works. Ma se guardate le foto sembrano molti di piu’, tant’e’ che il britannico Daily Mail, non proprio il Wall Street Journal, spara la cifra di 2 milioni di persone. In piazza, ricordiamocelo, contro l’aumento della spesa pubblica. Con tutti i suoi difetti, che grande Paese.

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13 Responses

  1. Piero

    + hanno salvato l’europa dal nazismo
    + e dal comunismo
    + hanno trainato l’economia mondiale
    + hanno più democrazia e libertà di noi (ma meno di una volta)
    – fan guerre spesso solo x potere/petrolio/altro (mascherate come umanitarie)
    – con i loro debiti privati han fatto mezzo crollare il mondo
    – sono poco solidali tra loro (se non hai successo puoi pure morire)
    – ancora lunga la strada prima che si liberino dal razzismo interno (nonostante Obama)
    ———————————————————————————-
    quindi 1+1+1+1-1-1-1=0

    ovvero sono un paese con pregi e difetti.. NORMALE.. NON GRANDE QUALITATIVAMENTE ma solo quantitativamente…
    niente Ideologie con fette di prosciutto sugli occhi senò mi sembri solo un Comunista al contrario…

    PS: se ti va leggi pure x completezza il commento lasciato ad Oscar sulla medesima manifestazione americana..

  2. Pienamente daccordo con i due articoli di Mingardi e Giannino, concordo la loro disamina, e anzi pubblicherò anch’io qualcosa sul mio blog (scusate la pubblicità, ma sapete è l’anima anche del web).
    Non capisco invece cosa voglia dire Piero con l’idea del comunismo al contrario, essere libertari non vuol dire mica essere nè anti-americani, nè ideologicamente in favore di dogmi.
    E’ la libertà dell’azione umana individuale ciò che conta, e questa deve essere libera, ergo anti-statalista e anticoercitiva.
    Il mercato offre tali garanzie e opportunità.
    Forse Piero, invece di sproloquiare disamine veltronian-rifondarole faresti meglio a domandarti cosa la sinistra abbia fatto per te di concreto (a meno che tu non sia nello stretto giro politico) oltre a proporti tali sofismi.
    Sul comunismo al contrario al massimo puoi riferirti “all’Obama di Arcore”; il quale di liberista e libertario per l’appunto non ha proprio nulla (ergo cosa c’entra il comunismo con il libertarismo americano?).
    Certamente il GOP con Bush jr non è stato meno parco (oppure sostituite la “o” al posto della “a”) di Obama nelle spese (grazie agli ex trozkisti neocon), il problema è che Obama a meno di un anno dalla sua vittoria sta spendendo e tassando come mai si era visto fare (neppure forse all’epoca di FDR e Johnson) e neppure da Bush in un solo anno presidenziale.
    Obama fa incredibili gaffe, errori di comunicazione, tattiche politiche da novellino, insomma tutto quello che con Bush avrebbe portato in brodo di giuggiole i tanti (pure troppi se ci mettiamo certi nuovi “acquisti”) giornali sinistri.
    Invece niente, si mette il silenziatore, si tende alla stereotipizzazione dell’avversario che osa criticare il potere.
    Ovvio allora che tale giochino mediatico liberal funzioni più all’estero (dove magari si devono chiedere crediti e prestiti alla Cina e in giro per il mondo mantenendo un profilo hollywoodiano) mentre all’interno la cosa comincia a stufare e a non esser più credibile.
    Che la partita in vista del 2010, si riapra a livello politico è assodato.
    Oramai dati anche i dati economici sulla disoccupazione e sul crollo di consenso presidenziale (in attesa di ulteriori stangate sui due fronti statistici) Obama farà la fine di Carter (tanto più che ormai i Kennedy sono spariti definitivamente dalla grande scena nazionale).
    Certamente il passato recente è bene che il GOP se lo dimentichi velocemente, basta con i social-conservatives e i neocon ovvero alla coppia welfare to warfare keynesiana!.
    Meglio tornare a puntare sulla Old Right conservatrice fiscale e libertaria riprendendo una politica più attenta al deficit e al rischio inflazionario.
    Certamente Ron Paul e la sua Campaign for liberty, sta divenendo l’offerta politica sostanziale di cui la gente sente il bisogno.
    Il GOP se lo seguirà e gli darà spazio potrebbe ricostruire quella coalizione reaganiana (si spera anche meno costosa dell’originale in materia di spese militari) che ha permesso di uscire dalla crisi dello statalismo johnsoniano fin dal 2012.
    Si spera allora che entro la legge della domanda e dell’offerta i candidati come lui, possano sin dal mid term dell’anno prossimo salire a Capitol Hill e produrre quella salutare e necessaria dieta al Leviatano obamiano; tale da impedire nuovi disastri e soddisfare i palati dei veri Patrioti di Boston.
    Certamente i Tea party sono una risorsa insostituibile data anche la loro autonomia e indipendenza di giudizio a fronte dei loro stessi rappresentanti politici.
    Inoltre mantengono viva la partecipazione diretta, una cultura realmente fruttuosa e una politica effettivamente attiva e responsabile.
    Tutte cose che mancano (Ron Paul, Tea Party, coscienza antistatalista e antitasse, auto-organizzazione spontanea) qua da noi in Italia dove il popolo si beve la propaganda televisiva e dove la politica o crea nuovi statalismi burocratici da sè o li aumenta su richiesta di corporazioni e sindacati (es: ammortizzatori sociali e aiuti pubblici).
    E’ proprio vero che solo nelle nazioni nate da vere rivolte fiscali, può esserci una consapevolezza tale da poter dettare l’agenda politica allla politica stessa cercando di frenare le folli spese keynesiane.
    Qua in Italia parliamo invece di cetacei preistorici e di vecchi bonobi….; insomma la riproposizione del Circo Barnum.
    Saluti a tutti.
    LucaF.

  3. manT

    @LucaF: Condivido quasi tutto ciò che lei abbia scritto qui .
    Anch’io spero nel rinnovato partito repubblicano e anch’io vedo nella “Old Right conservatrice fiscale e libertaria ” la vera speranza. Il voto per Obama nel 2008 fu anche il voto contro i “neocon” e la loro politica suicida (perfetta la sua frase “basta con i social-conservatives e i neocon ovvero alla coppia welfare to warfare keynesiana”).

  4. Piero

    Non capisco invece cosa voglia dire Piero con l’idea del comunismo al contrario, essere libertari non vuol dire mica essere nè anti-americani, nè ideologicamente in favore di dogmi…..

    caro Luca ti confermo che non hai capito 🙂
    non sono di nessuna area ne politica ne culturale.. leggo un pò di tutto e mi faccio una mia idea dei pro e dei contro… l’approccio americano ha dei pregi ma anche dei difetti.. e pure l’approccio Europeo ha dei pregi e pure dei difetti…
    quando Vi ho paragonato a dei Comunisti al contrario intendevo semplicemente dire che l’ Ideologia Comunista (quasi 100% Stato) e quella Liberista (quasi 100% Mercato) sono 2 opposti Estremismi in lotta tra loro.. Entrambi Ciechi sulla quota di Propri Difetti.. Entrambi Ciechi sulla sulla quota di Pregi Altrui.. l’Idolatria verso 1 sola Visione del Mondo da dovunque venga cono consente quella Dialettica che conduce alla Sintesi.. Io credo che sia la mancanza di Ideologia che differenzia il Liberismo dalla Libertà… ma Tu così come i Comunisti Doc non lo capirete mai.. ed è in questo che siete PARADOSSALMENTE molto simili 🙂
    con simpatia x questo sito cmq molto interessante
    Piero

  5. @Piero
    Non capisco bene in cosa consista la differenza tra liberismo e libertà: il liberismo e il liberalismo si fondano da una parte sulla libera autodeterminazione dei singoli e dall’altra sulla responsabilità degli stessi per le decisioni assunte autonomamente.

  6. @ man T:
    Ti ringrazio per il commento.
    Un saluto.

    @ Piero:
    Guarda io continuo francamente a non capire non in quanto dogmatico, ma in quanto spirito libero, tali sue allusioni assiomatiche tra comunismo e libertarismo americano.
    Il libertarismo nasce in un ambito culturale estraneo al comunismo (quello americano); e ovviamente è un filone del liberalismo classico (avente una storia un pò più lunga del comunismo); ergo non è nè un sottoprodotto, nè una reazione correntizia al marxismo come lei pensa.
    Inoltre continuo a non vedere i vantaggi che il comunismo, il welfare state, e la coercizione politica producano per il benessere e la libertà di scelta individuale.
    Mi pare che la sua disamina tenda ad essere conglobante l’ottica culturale con quella politica della realtà americana.
    Il che è un errore; esattamente come quello di Obama, nel pensare che la cultura cambi attraverso una elezione politica.
    La cultura americana rappresentata anche dai Tea Party, non è sovrapponibile o derivante da quella politica, è semmai quella politica una delle cause della degenerazione statalista e della omologazione in chiave socialista delle due sponde dell’Atlantico.
    Non vedo quali vantaggi abbia l’Europa, rispetto agli Usa (pre-obamiani ovviamente).
    L’utilitarismo dell’ideologia non significa nulla, alla pari della ricerca di una sintesi, tra Statalismo comunista e Libertà libertario-liberista.
    I due termini sono in antitesi, non in quanto dialettici, ma in quanto oggettivamente difformi nella valutazione del modello di responsabilità data alle scelte umane (minime nel primo, massime nel secondo).
    Non esiste quindi (per fortuna) possibilità di loro incrocio, in quanto la variabile che ci differenzia è giudizio sul ruolo dello Stato.
    I comunisti a me paiono francamente più simili ai democristiani, che ai libertari.
    Un saluto.

  7. Piero

    @Pietro Magnaghi

    la libertà ha un cuore xrchè ri-conosce anche i diritti degli altri come limite alla propria assoluta libertà.. è responsabilità come dici anche tu.. se uno non ha i soldi x curarsi lo DEVO (IMPERATIVO MORALE CATEGORICO) curare o tramite Sanità Statale o tramite Sanità Privata finanziata direttamente (Convenzioni) o indirettamente (Buono Salute) o con qualunque altra tecnica efficiente PURCHE’ si raggiunga il fine.. il Diritto alla Salute vale più del Pil e della Fiscalità e di ogni altra quantità tu mi voglia citare..

    il liberismo (ed il comunismo) invece non hanno cuore..

    io la vedo così…

  8. Piero

    @LucaF.

    il Ruolo dello Stato ?
    secondo te lo Stato deve assicurare a TUTTI la Salute o no ? (vedi mia rispo a Magnaghi)
    x me e per ogni uomo che voglia esser uomo di qualunque cultura c’è solo una risposta : SI SENZA SE E SENZA MA..

  9. @Piero
    Quella che tu chiami libertà in realtà non è che solidarietà: se tu, in quanto soggetto privato, vuoi dare la possibilità di curarsi a chi non se lo può permettere, assolutamente libero di farlo; se tu, in quanto stato vuoi curare chiunque indiscriminatamente, allora devi trovare risorse da qualche parte, ma direttamente o indirettamente saranno i contribuenti a pagare, cioè lo stato limita la libertà di ciascuno dei contribuenti con un atto unilaterale per perseguire i fini che ritiene corretto perseguire.

    Questo rimane in ogni caso un discorso molto astratto, che fa poco riferimento alla complessità della realtà: se tu intendi garantire un diritto ad ogni costo, senza temperamenti, decidi di trattare allo stesso modo soggetti, che pur partendo da posizioni di partenza simile, hanno adottato condotte diverse. Ipotizza che tizio nel corso della sua vita risparmi del denaro al fine di ovviare a situazioni imprevedibili; all’opposto, caio decide di fare la cicala, e quindi si trova allo scoperto in caso di imprevisti. Stabilendo un diritto alla salute senza limiti, tratteresti allo stesso modo soggetti che hanno adottato condotte differenti, sostanzialmente premiando caio a sfavore di tizio. Di fronte a questa situazione il principio di eguaglianza che fine fa?

  10. @ Piero:
    No, lo Stato non deve assicurare l’assistenza sanitaria, esiste un mercato meno costoso e più competitivo, che certamente evita clientele e corporativismi anche politici.
    D’altronde il monopolio medico statale non ha mai migliorato nè la ricerca, nè le cure mediche a costi ragionevoli per i pazienti presenti nel suo ampio territorio di controllo.
    Lo Stato deve essere gradualmente smantellato, ponendolo in via di miniarchizzazione irrimediabilmente nei vuoti a perdere verso un sistema anarcocapitalista rothbardiano.
    Leggere meno Rawls e più Nozick sul perchè il diritto alla salute, in realtà non è un diritto (alla pari di molti altri a livello concettuali).
    Mi sembra fossi stato chiaro su questo punto, già nei contenuti del mio intervento precedente.
    There’s no free lunch!.
    Saluti LucaF.

  11. Piero

    @Pietro Magnaghi

    la Solidarietà (a livelli minimi di accettabilità) deve secondo la mia cultura ed il mio sentire (umanamente cristiano anche se agnostico) essere un LIMITE alla Lobertà estrema che mi sembra di leggere nel tuo pensiero : anche se la cicala è stato un incosciente non posso x questo lasciarlo morire… e poi ti pongo un altro esempio della vita reale non astratta : molte delle diversità economiche non dipendono dal merito dei singoli (neppure in america dove vale il motto it doese’t matter what you know but who you know) dalla loro situazione “ereditaria” di partenza.. anzi spesso vedrai pure tu che chi nasce nel posto giusto ha meno meriti di chi nasce sfigato e deve combattere x tirare avanti.. ed in questo caso che mi dici : il senza merito riccho deve aver la libertà di lasciar morire lo sfigato sfortunato che pur dandosi da fare non ha i soldi ? secondo me caro Pietro esiste solo una risposta : NO…
    ed aggiungo infine : leggiti la conclusione del commento qui sopra di LucaF x vedere con mano come dietro le teorie economiche (liberismo o comunismo che sia) si nascondono concezioni dell’uomo animale che lotta senza riguardo x la sopravvivenza..
    FATTI NON FOSTE X ESSER COME BRUTI, MA X VIVER SENCONDO VIRTUTE E CONOSCENZA… disse Dante all’ uomo dal multiforme ingegno (che non sempre è saggezza!!!)

  12. @Piero

    anche se la cicala è stato un incosciente non posso x questo lasciarlo morire

    Nel Vangelo di Matteo 5,29: “Se il tuo occhio destro ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te: conviene che perisca uno dei tuoi membri, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geenna. ”

    Se la Cicala è stupida, meglio che perisca lei piuttosto che si porti dietro anche la Formica che viene costretta ad aiutarla.
    Se la Formica crede che sia giusto aiutare la Cicala, lo faccia pure, nei modi e nei termini che preferisce. La roba è sua, ne fa quello che desidera. Ma, non capisco chi pensa che sia obbligatorio aiutare chi si è messo nei guai. Vi siete mai posti il problema che la Formica potrebbe avere dei figli, delle persone care, etc. e che il suo lavoro serve anche a mantenere quelle? Oppure che se la forzate a lavorare per il benessere della Cicala, semplicemente smetterà di lavorare?

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