14
Gen
2010

Obama tassa le banche

L’Amministrazione Obama sembra che voglia tassare le banche per punirle per le responsabilità che hanno avuto nella crisi (“financial crisis responsability fee”). E’ tassato l’attivo al netto dei depositi assicurati e del patrimonio. Ergo le banche che ricorrono ai depositi per finanziare i crediti e che hanno un patrimonio cospicuo pagheranno poco, quelle che ricorrono al debito ed hanno poco patrimonio pagheranno di più. L’idea retrostante è quella di far vedere all’”uomo della strada” che “anche i ricchi piangono”. Fatti in fretta due conti sul bilancio del 2008 di Goldman Sachs – il cattivo, la piovra, il grande fratello, ecc – ne viene fuori una somma pari ad un decimo dei bonus. La politica spettacolo verrebbe da dire.

2 Responses

  1. “Fatti in fretta due conti sul bilancio del 2008 di Goldman Sachs – il cattivo, la piovra, il grande fratello, ecc ”
    Il post è corretto ma eviterei toni ironici su Goldman Sachs.
    Goldman Sachs and soci sono effettivamente i cattivi. E’ bene sottolinearlo con serietà, non con ironia.

  2. Giorgio Arfaras

    Il mondo è un complesso gioco di specchi, perciò si finisce per capire (e non sempre) solo dopo molto tempo. L’ironia è un modo per evitare di dividere subito i “buoni” dai “cattivi”. La somma che raccoglierà in dieci anni la summenzionata tassa è pari a circa 90 miliardi di dollari. Un numero non troppo dissimile dal salvataggio AIG, di cui Goldman Sachs è stata beneficiaria (non la sola). La mossa di Obama, che afferma – in sostanza – “ridateci i soldi”, sarebbe coerente se poi l’Amministrazione mettesse la tassa “ridateci i soldi” anche sulle case automobilistiche salvate, sulle società semistatali che emettono obbligazioni per finanziare i mutui, ecc. Insomma, Goldman Sachs è “il cattivo”, ma gli altri non sono “buoni”.

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