6
Feb
2013

Università di Siena

L’Università di Siena è un’Università Statale con sede a Siena e distaccamenti ad Arezzo e Grosseto.

Il Consiglio di Amministrazione è composto, oltre che dal Rettore e dai rappresentanti degli organi interni all’Università , anche da:
_un rappresentante rispettivamente della Regione Toscana, della Provincia di Siena, del Comune di Siena;
_un rappresentante del Governo nominato dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica ed un rappresentante delle categorie economiche designato dalla Camera di Commercio;
_un rappresentante per ciascun soggetto pubblico o privato che si impegni a contribuire, per la durata e nella misura indicata dal Consiglio di Amministrazione, al bilancio dell’Università con l’erogazione di fondi non finalizzati.

L’Università di Siena riceve, come tutte le Università statali, contributi attraverso il Fondo per il Finanziamento Ordinario delle Università, che ne costituisce la principale fonte di entrata.
Istituito con l’art. 5 della Legge 537/93, si compone di due parti: una “quota base” ed una “quota di riequilibrio”. La quota base viene attribuita automaticamente alle Università , la quota di riequilibrio è invece assegnata sulla base di parametri quantitativi.
Questo il nuovo criterio del riparto definito dall’attuale Programma Nazionale della Ricerca: 30% delle risorse allocate per numero iscritti 30% delle risorse allocate seguendo l’indicatore di produttività didattica 30% delle risorse allocate in rapporto a capacità e qualità scientifica 10% incentivi al cambiamento.

L’Università di Siena è rappresentata nella Fondazione Mps.
Fondazione Mps è azionista di maggioranza dell’istituto bancario Monte Paschi di Siena, ed il suo consiglio direttivo è nominato dal Comune di Siena, dalla Provincia, dalla Regione, dall’Università di Siena e dall’Arcidiocesi. Le poltrone della Fondazione di nomina politica sono spartite secondo il peso di ognuno: chi ha ottenuto la maggioranza degli elettori negli enti amministrativi (solitamente Pds, Ds e poi Pd) tiene per sé la presidenza e alcuni degli incarichi più importanti, lasciando sempre una quota alle forze di minoranza. La Fondazione Mps, maggiore azionista della banca senese, è stata dunque a lungo presieduta da esponenti di centrosinistra.
Fondazione Mps è un “soggetto che si impegna a contribuire al bilancio dell’Università”, attraverso finanziamenti, che generano interessi.
Tra il 2005 e il 2010 i finanziamenti di Mps all’Università di Siena sono stati pari a 52.113.000,00 euro.
Tale somma non è bastata a risanare i bilanci dell’Università di Siena. Il disavanzo nel 2011 è infatti stato pari a 43,65 milioni di euro.
Nel 2009 era addirittura di 126,58 milioni: per ridurre tali perdite l’Università ha venduto il complesso di San Niccolò. Lo ha acquistato Franco Caltagirone (padre di Azzurra, moglie di Pierferdinando Casini), fino a qualche mese fa vicepresidente del Monte Paschi di Siena, per 74 milioni. E lo ha subito riaffittato a 120 milioni per ventiquattro anni. La disastrosa gestione dell’Università di Siena, che ha portato nel tempo ad un buco di oltre 200 milioni di euro, ha fatto si che una ventina di persone, tra le quali gli ex rettori Piero Tosi e Silvano Focardi, fossero rinviate a giudizio per peculato.
Negli atti d’accusa figura l’acquisto con soldi dell’ateneo di 360 chili di aragoste destinate alla contrada della Chiocciola. I magistrati lo classificano come “materiale non pertinente”.
Come se non bastasse, l’attuale rettore Angelo Riccaboni è al centro di un’inchiesta riguardante presunte irregolarità avvenute nelle votazioni per la sua elezione. Secondo l’accusa gli scrutatori non chiesero le generalità ai votanti. e attestarono di conoscerli tutti personalmente. Perciò la Procura indagò i componenti della commissione per falso ideologico, e in dieci ora rischiano una pena da uno a sei anni di reclusione. Venerdì 14 dicembre 2012 è stato disposto il rinvio della decisione al 22 Febbraio e al 22 Marzo 2013, con le due date riservate rispettivamente agli indagati che sceglieranno il rito ordinario, e a coloro che opteranno per il rito abbreviato. Riccaboni continua ad occupare il suo posto, dopo la contestata vittoria del 21 luglio 2010, quando fu eletto rettore dell’Università di Siena con 373 voti, contro i 357 del rettore uscente Silvano Focardi (28 schede bianche e 19 nulle).

A Siena è successo anche che i professori denunciassero l’Università , e il tribunale desse ragione a loro.
Nel maggio 2010 infatti l’Università tagliò il trattamento accessorio dello stipendio di 44 collaboratori esperti linguistici (Cel) per “mancanza di copertura”. Sfruttando la legge-Brunetta del 2009, l’Università decurtò lo stipendio dei docenti del 60 per cento. Il Tribunale di Siena, però, ha stabilito che le nuove norme introdotte nel decreto legislativo 150 del 2009 (legge-Brunetta) non possono essere applicate fino a quando resteranno in vigore i vecchi contratti collettivi, bloccati dal precedente governo fino al 2014. Perciò il taglio dello stipendio dei professori è stato ritenuto nullo, poiché inapplicabile sul contratto collettivo.

Fatte salve le differenti posizioni dei singoli, dopo il taglio del trattamento accessorio dello stipendio approntato dall’ateneo, ciascun docente dovette rinunciare a 1.200 euro circa del proprio salario, che di colpo si attestò sugli 800 euro mensili. Da un giorno all’altro i professori furono costretti a ripensare il loro futuro accademico, e in alcuni casi si licenziarono per tornare nei rispettivi paesi d’origine, dai quali erano arrivati a Siena per insegnare in qualità di docenti madrelingua.
Tutti i 44 professori hanno presentato ricorso, e il Tribunale di Siena ha sempre condannato l’ateneo a pagare loro l’intera parte accessoria dello stipendio. Di recente, infatti, è giunta in ateneo l’ennesima notifica di un decreto ingiuntivo, con cui un collaboratore linguistico ha ottenuto il pagamento dell’intero stipendio fino ad agosto 2012, comprensivo dei tagli decisi a partire dal giugno 2010.
Un’altra questione si potrebbe aprire per affrontare il tema delle inchieste a carico di consiglieri d’amministrazione e semplici professori, come quella per rimborsi gonfiati per l’organizzazione di master e corsi di aggiornamento.
A fare le spese più dirette di questa cattiva gestione sono gli stessi studenti: le rette dell’Ateneo sono infatti diventate le più alte tra le Università statali in Italia.

E come sempre i contribuenti italiani si trovano di fronte all’ennesimo sperpero infruttuoso di soldi pubblici. Sono sprechi che, sempre più faticosamente, i cittadini sono obbligati a pagare.

17 Responses

  1. Jack Monnezza

    Molto interessante. Aggiungerei che parecchi dei personaggi citati nelle cronache sono stati in qualche modo professori dell’esimia Università’.

    Però, anche stavolta, mi sembra, siano riusciti tutti a farla franca.

    Per tutti intendo: PD, Fondazione,MPS, Università, Magistratura locale, Provincia e Comuni, costruttori e impresari locali, Chiesa. Che per anni sono andati avanti “controllandosi a vicenda” e comprando consenso a livello locale coi soldi del Monte. Mai negati ad un comune i soldi per una tangenziale o a un costruttore i prestiti per una lottizzazione o una scuola i fondi per un ampliamento o ad un amico uno sgabello universitario.

    Ma sono stati bravi, come sempre, ad addossare colpa a qualche mela marcia: spericolate acquisizioni, improbabili tangenti , i sempre presenti cattivissimi derivati (che Mussari non sa neanche cosa siano), acquisto di BOT/BTP.
    Mai una parola sui dati del credito MPS che sono paurosi.

    Non è un problema di sistema, tuonano i media, ma di irregolarità individuali ed è la Magistratura che deve fare luce…..E buona parte degli Italiani ci crede…

  2. Jack Monnezza

    App SWG e AgCom

    Se ho capito bene la App SWG e’ ancora scaricabile e ci può’ abbonare e SWG sembra promettere di mantenere il servizio anche dopo venerdì…
    Cosa ne pensate ? Come va a finire ? Domanda specialmente per i legali che bazzicano il blog.
    SWG dice, che al peggio, manderanno tante email private agli abbonati….

  3. claudio di croce

    Siena è la rappresentazione dello stato in cui versano tutte le università pubbliche italiane , uguali a tutti gli enti pubblici italiani : corruzione, favoritismi, familismo amorale , partitismo corrotto , sprechi pazzeschi tanto paga pantalone ecc.. ecc..
    Le università sono concepite come un servizio a chi prende lo stipendio , mai per gli studenti o per la collettività che paga loro lo stipendio .L’unica buona notizia che ho letto è che finalmente il numero degli studenti è diminuito . Solo che i professori troveranno il modo attraverso la politica corrotta , di farli di nuovo aumentare , magari inventando altre lauree inutili e si faranno dare altri soldi dei contribuenti per la “ricerca ” Chissà se una volta si riuscirà a sapere se oltre ” ricercatori ” in Italia ci sono anche ” trovatori ” , ma credo proprio di no.

  4. giuseppe 1

    @claudio di croce
    Quello che Lei rappresenta è un aspetto del problema, ma per fortuna non è l’unico.
    Le Università Statali non sono così male. (è forse meglio la Bocconi?)

    Quanto al numero degli studenti, ci sono delle singolari contraddizioni.
    Un giorno sentiamo dire (da gonti governative) che i laureati in Italia sono pochi, il giorno dopo che non servono e sarebbe meglio che i giovani imparassero un mestiere. Oppure che è sfigato (e mal sopportato) chi ci mette qualche anno in più per laurearsi. Gente in conflitto col proprio cervello.

  5. B&B

    Questo blog è come sappaimo un piccolo sito poco frequentato e quindi con scarse possibilità di incidere ma nulla vieta di sperare in un domani diverso anche per chi qui scrive. Parlare contro serve a poco però, serve chiedersi e trovare il modo di modificare un sistema che sembra fregarsene anche dei fatti più evidenti, che protegge il blocco sociale potente dei dipendenti pubblici, dei politici, dei funzionari e di una serie di collegati a questo blocco. Un sistema che è ormai costituito da questo blocco. E lì trovi schierati la maggioranza dei professori e ricercatori universitari, giornalisti del servizio pubblico, magistrati che si travasano disinvoltamente da un ruolo ad un altro, e politici ed amici di politici occupanti posti ovviamente. Il fatto è che gli “altri” , quelli fuori dal blocco, tanti o pochi che siano ma sarebbero abbastanza, ci cascano. Vedono ciò che gli proiettano davanti ogni giorno e finisce lì. Per poi scoprire che per Sanremo viaggiano cachet fantasmagorici, dati a “progressisti” in questa occasione, che MPS era rappresentata da due o tre furbi, unici e soli responsabili, e tante altre storie di questo genere. Sentono che tutti ci ridurranno le tasse ma nessuno dice dove e di quanto ridurrà le spese per compensare la riduzione delle tasse. Si sussurra a bassissima voce che potrebbe essere nella P.A. ma così sommessamente che domani ti diranno che non avevi sentito o capito. Una farsa insomma. Giannino ci prova e fa anche un pò di tenerezza. Ma per quanto mi riguarda va sostenuto non vedendo di altro in giro e sperando che anche FID come questo blog possa continuare ad esserci.

  6. giuseppe 1

    @armando
    Non posso darle torto, ma allora che vogliamo dire della mafia bianca?
    La verità è che il progetto di egemonia culturale inizia con Gramsci (che però lo intendeva in modo completamente diverso) E nel dopoguerra i partigiani sono andati a finire in galera, mentre i loro aguzzini sono andati al Governo o sono rimasti nelle Istituzioni.(fasciste tutt’oggi fino al midollo) Anche per la cultura, se pensiamo alla Casa Editrice Einaudi e ad gruppo di Solaria, che fiorì intorno ad essa, il contributo è stato positivo ed importante. L’egemonia culturale è stata reale e legittima. Se pensiamo poi che la Destra, in evidente difficoltà, tentava di contrastarla con figure di secondo o terzo piano (come Evola ed Ezra Pound) il quadro è completo.
    E’ dopo il Sessantotto ed in special modo dopo il ’78 (omicidio di Moro) che inizia la presa del potere e l’involuzione antidemocratica, personalistica, aristocratica, oligarchica, di questa generazione di Sinistra, che non si è contentata più della cultura ed ha cominciato a pretendere anche i soldi.

  7. claudio di croce

    @giuseppe 1
    Da ragazzo la Bocconi era abbinata a battute volgari che non posso ripetere . ma mi pare sia privata , cioè non pagata con i soldi che lo Stato ladro mi ruba in misura crescente .
    Non mi interessa cosa dicono i politici che lo fanno per motivi elettorali . Io dico che le laurea inutili , pagate col denaro dei contribuenti , sono troppe e producono solo individui arroganti , convinti che il loro pezzo di carta dia il diritto di avere un posto di paga – non di lavoro- ben pagato, a vita, che richiede scarso o nullo impegno . Questa è la cosa vergognosa .
    Lei per caso conosce dei ” trovatori ” ?

  8. giuseppe 1

    @claudio di croce
    Io frequento le Facoltà di Igegneria, e lì di Lauree inutili non ce ne sono.
    Anzi, se ci fossero ancora più indirizzi e corsi specializzati, sarebbero tutti tecnicamente (non economicamente) giustificati. Ma per ovviare a questo problema basterebbe non ripetere gli stessi corsi a distanza di trenta chilometri. Per tutte le Facoltà Scientifiche vale quanto detto per Ingegneria.
    Per il resto ha ragione Lei.

  9. Jack Monnezza

    @MarcoTizzi

    GRAZIE per l’ottimo articolo di Durden su ZeroHedge.

    E’ sempre piu’ incredible quelle che sta accedendo su MPS e su tante altre megabanche nel mondo.

    Problemi dovuti alla dimensione, unaccountability, TBTF, controllo politico, overregulation, che sono combattuti aumentando esattamente le stesse cose hanno causato la cancrena. Come guarire la sbornia offrendo altra tequila.
    Ieri addirittura Visco voleva avere il potere anche lui, geloso dei partiti, di nominare/rimuovere i vertici bancari e creare qualche altra direzione generale di vigilanza….Consob pretendeva qualche altro foglio/leggina per controllare e proteggerci…

    Consoliamoci con i CSI della procura di Siena che troveranno i perfidi cattivi che con i cattivi derivati hanno ingannato l’ottimo Sistema e recupereranno il bottino scudato (40M). Meno dell’1% dei 4mld + 2mld + altri…….che, senza battere ciglio, lo Stato ….

  10. Marco Tizzi

    @Jack Monnezza
    A naso credo che quel pezzo sia stato scritto da un italiano, è troppo informato.
    Un italiano, temo, che non può scrivere quel che pensa, soprattutto in campagna elettorale. La roba del prestito della banca d’italia io non l’ho letta da nessuna altra parte.
    Allucinante.
    Si conferma che non esiste, nella pratica, alcuna separazione tra il sistema bancario e lo Stato. E’ un unico sistema dove il secondo fa finta di “controllare” il primo, mentre in realtà non fa altro che rendere legale la truffa continuamente perpetrata.

  11. Jack Monnezza

    @MarcoTizzi

    Il prestito da BankItalia a MPS era stato “rivelato” da WSJ e riportato sotto voce da qualche nostro giornale e poi sostanzialmente e pateticamente confermato da tutti gli attori.

    Il nostro unicum (Banche-Stato-AgenzieVigilanza) così’ facendo hanno platealmente violato un tot di leggi della Repubblica ed anche Europee, a cominciare dalla mancanza di comunicazione agli azionisti e falso in bilancio, ma i politici e media tutti si sono tutti guardati dal dire/scrivere una cosa/riga a riguardo. Tutti occupatissimi a fare il tifo per la procura nel cercare il bottino dei cattivissimi del 5%.

  12. Jack Monnezza

    @MarcoTizzi
    No…
    Trovati e impiccati ad un albero le cattivissime mele marce, come diceva Macchiavelli, gli altri potranno dire che il Sistema ha tenuto, le Banche sono solide, nessun correntista ha perso una lira.
    Potranno rafforzare i controlli e le vigilanze, con quel altro posto pubblico ben retribuito e qualche altro potere speciale, e il Sistema sarà ancora più solido…

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