17
Ago
2014

Riduzione dell’IVA sugli eBook: galeotto sarà il semestre europeo?

Nei mesi passati, prima con un paper pubblicato dall’Istituto Bruno Leoni e poi su questo stesso blog, ci siamo occupati a più riprese dell’iniquo trattamento fiscale riservato agli eBook, cui non viene applicata l’IVA agevolata al 4% – riservata ai libri cartacei -, bensì quella ordinaria al 22%. Ebbene: ancora nel campo delle intenzioni, ma dal MiBACT qualcosa sembra finalmente muoversi. Già durante l’iter di emanazione del decreto Cultura, qualche mese fa, era trapelato un possibile abbassamento dal 22 al 10%, poi negato dal ministro Franceschini, che – pur confermando la propria volontà in tal senso – aveva sottolineato la necessità di un intervento in sede europea.

Poche settimane più tardi, per l’editoria digitale oltre al danno era arrivata la beffa: secondo una circolare dell’Agenzia delle Entrate del 24 luglio, si applica l’IVA agevolata anche sugli allegati a giornali e riviste di carattere “editoriale”, anche se non cartacei. Ma – si badi bene – non se quei prodotti sono venduti separatamente dal giornale o rivista. Cioè: un qualsiasi supporto fisico contenente un prodotto editoriale, allegato a un giornale, ha l’IVA al 4%. Ma se lo stesso identico prodotto è venduto singolarmente, si applica l’IVA ordinaria. È evidente che la ratio alla base di tale interpretazione sia evitare la vendita contemporanea di due beni aventi regime fiscale differente; ovvero, a una scelta sbagliata si tenta di rimediare con misure che definire irrazionali sarebbe eufemistico.

Sono anche posizioni anacronistiche come questa a frenare la crescita. La domanda di eBook nel resto del mondo continua ad aumentare esponenzialmente (negli USA si vende un eBook ogni quattro libri cartacei), e non è difficile comprendere che l’ingiusta discriminazione dell’editoria digitale contribuisca non poco a determinare questo gap. Ma la crescita del mercato degli eBook non potrà mai varcare i confini europei, fino a quando la differenza percentuale media tra il prezzo dei libri cartacei e di quelli digitali sarà del 13.2% (in Italia è del 17%).

In ogni caso, la posizione di Franceschini, che da sempre si è detto favorevole all’abbassamento dell’IVA sugli eBook, fa ben sperare, anche data l’imminenza del semestre italiano di presidenza UE. Bisogna considerare che dal 2015 il regime fiscale applicato sui beni acquistati nell’Unione Europea diventerà quello del Paese nel quale ha sede legale l’acquirente, e non più il venditore. Il che allontanerà certamente il diffuso pregiudizio secondo cui la ragione alla base delle istanze di allineamento risieda in realtà nel tentativo dei singoli paesi di effettuare manovre di c.d. dumping fiscale: vale a dire il ribasso di aliquote e pressione fiscale da parte di uno Stato per attrarre contribuenti e imprese da altre parti del mondo.

Qualche settimana fa, durante un incontro con diversi rappresentanti degli editori italiani ed europei, il ministro ha confermato che il riallineamento dell’IVA su libri ed eBook costituisce una priorità della sua azione in Europa, annunciando di aver invitato i 27 ministri della cultura per un vertice sull’editoria digitale il 24 settembre. C’è da sperare che, finalmente, alle parole seguano i fatti.

Twitter: @glmannheimer

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