5
Apr
2019

Rick Sanchez, eroe libertario

Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da Federico Bindi.

Rick (combattendo gli insettoni del Governo Galattico): “sono solo robot, Morty! Attacca!”
Morty (attacca un insettone che lancia un grido di dolore): “non sono robot, Rick!”
Rick: “è una figura retorica, Morty! Sono burocrati! Non li rispetto!”

Rick e Morty è probabilmente uno dei cartoni animati di maggior successo prodotto negli ultimi anni. La serie, creata da Justin Roiland e Dan Harmon nel 2013, segue le (dis)avventure di Rick Sanchez, scienziato pazzo e geniale, che trascina suo nipote Morty Smith nelle sue folli avventure nel multiverso, tra alieni improbabili, mafie criminali intergalattiche, pop contest interplanetari (la cui pena per l’eliminazione è, ovviamente, la distruzione del pianeta) e TV via cavo interdimensionali.

Il vero punto di forza e di successo di questa serie non sono, però, l’idiozia e l’umorismo (per quanto ci siano momenti così nonsense da essere quasi sublimi), ma il fatto che proprio attraverso questi improbabili mezzi, e per bocca degli ancor più improbabili protagonisti, la serie riesca ad affrontare tematiche complesse e per nulla scontate, come i rapporti familiari, l’amore, il senso dell’esistenza, la crescita e, soprattutto, il rapporto tra individuo e collettività.

Per capire meglio questo punto, è utile soffermarci sulla figura del protagonista/scienziato pazzo/allegro bevitore nonno Rick. Egli infatti è un ribelle, ricercato dalla Federazione Galattica, governo orwelliano insettoide, per le sue attività sovversive. Grazie però a una sua particolarissima invenzione, la portal gun (“pistora spara-portali”) è in grado di aprire portali tra le infinite dimensioni del multiverso; così facendo i Rick di ogni dimensione si sono messi in contatto tra loro e si sono organizzati in una Cittadella, in grado di proteggerli dalle angherie dei rispettivi governi galattici.

Tuttavia la Cittadella, col passare del tempo, è diventata essa stessa un governo invadente e oppressivo, dove il Consiglio dei Rick, composto da sei membri, governa in modo patriarcale. L’unico Rick, tra le varie dimensioni, a non essersi uniformato alle direttive della Cittadella e ad averla abbandonata è il Rick della dimensione C-137, sul quale si concentra l’intera serie. Egli si autodefinisce the Ricksiest of all Ricks, e considera i suoi “colleghi” un branco di pecoroni. Il Consiglio tiene d’occhio costantemente Rick C-137, e i rapporti tra loro sono molto conflittuali.

Per quanto all’inizio della serie Rick C-137 possa sembrare un ubriacone egoista che sfrutta il nipote per scopi moralmente dubbi, man mano che la storia prosegue, attraverso sviluppi talvolta convulsi, ma assolutamente avvincenti (che non vi racconterò, perché vi invito a guardare la serie per intero), possiamo conoscerlo meglio e capire le sue motivazioni più profonde.

Egli è profondamente innamorato della propria libertà di poter fare scienza ed esplorare, e non rinuncia mai a nuove opportunità. Non è per questo egoista: vuole molto bene alla sua famiglia, persino all’ottusissimo genero Jerry, tanto da fare grandi sacrifici per loro (per quanto il suo carattere molto spigoloso gli impedisca di esprimere affetto normalmente). Vuole tenerli al sicuro dalla Federazione, che li torturerebbe per ottenere informazioni su di lui, e dalla Cittadella, che probabilmente farebbe lo stesso. Pensa che ogni essere vivente debba essere libero di perseguire ciò che lo appassiona, e che ogni forma di ordine costituito non sia altro che un soffocamento inaccettabile dell’individualità. In questo Rick C-137 è piuttosto anarchico, vista anche la critica al big business, che viene presentato come un centro di potere occulto della Cittadella.

Rick C-137, poi, si fa portavoce di moltissime tematiche care alla filosofia libertaria: è assolutamente antiproibizionista per quanto riguarda l’uso di droghe e alcol; rigetta ogni forma di politically correctness (usando improperi e ingiurie in modo molto disinvolto); rifiuta ogni morale convenzionale, sia in senso filosofico che affettivo-sessuale; e infine difende la libertà di commercio, preferendo fare affari con individui di sua fiducia piuttosto che con l’autorità galattica, estremamente invadente nella vita economica dei suoi cittadini-sudditi (ciascuno di loro è obbligato a svolgere il lavoro assegnatogli a tavolino dal governo).

SPOILER ALERT!

Una piccola chicca per economisti, poi, è la critica al monopolio governativo sull’emissione di moneta: nella terza stagione, Rick C-137 riesce a far collassare completamente il governo galattico hackerando il sistema informatico della “banca centrale” insettoide e semplicemente cambiando il valore della moneta unica centralizzata da 1 a 0. Il rigidissimo ordine burocratico, incapace di adattarsi a questo piccolo shock, collassa completamente, liberando la Terra dal giogo dei tiranni a sei zampe.

FINE SPOILER ALERT

Rick e Morty, quindi, non è semplicemente un validissimo prodotto d’intrattenimento, ma è anche un modo giocoso di riflettere su tematiche di fondamentale importanza per le nostre vite e, soprattutto, di propugnare valori di libertà, creatività e non intromissione. Missione purtroppo ardua, in un periodo in cui questi valori stanno venendo messi in discussione dall’ondata di statalismo che sta prendendo piede un po’ dappertutto.

Wubba lubba dub dub!

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