29
Ott
2009

Uomo cinese morde cane americano

Il Financial Times riporta che la Cina si prepara a lanciare un’investigazione volta ad accertare se i costruttori automobilistici statunitensi abbiano ricevuto sussidi ilegittimi dal governo di Washington. La Cina attualmente ha un livello molto basso di importazioni di auto dagli Stati Uniti, ma l’indagine potrebbe essere utilizzata come strumento di pressione rispetto alle ricorrenti e crescenti accuse americane verso i sussidi all’esportazione di cui beneficiano le imprese cinesi.

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29
Ott
2009

Il governo migliore è quello che vende di più

Buone notizie per chi crede che la linea del rigore nella difesa dei conti pubblici possa, anzi debba, passare per una nuova stagione di privatizzazioni. Secondo la rubrica Lex del Financial Times, il barometro borsistico è favorevole alle Ipo, come suggerisce il successo dell’offerta pubblica di azioni Pge, la principale compagnia elettrica polacca. L’attenzione degli investitori alla quotazione di nuove imprese, o la cessione di asset pubblici, è un segnale positivo che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, non dovrebbe ignorare. Ma cosa può mettere sul mercato?

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29
Ott
2009

Spostare la tassazione dalle imprese alle cose?

E’ quasi passata sotto silenzio, perchè sottovoce l’ha lanciata, la proposta di Guido Tabellini di riequilibrare la tassazione italiana abbattendo l’Irap ed alzando alcune aliquote Iva.
“Se potessimo farlo e se non ci fossero ripercussioni internazionali – ha scritto il rettore della Bocconi sulle pagine domenicali de Il Sole 24 ore- sarebbe il momento di sussidiare la produzione nazionale e tassare le importazioni”. Siccome non lo possiamo fare, Tabellini non vedrebbe male una riduzione della tassazione d’impresa finanziata da un leggero aggravio dell’imposta sui consumi, che è un modo indiretto di tassare un po’ di più le importazioni.
Il sottoscritto (che a Tabellini non potrebbe portare manco la borsa ma un po’ di senso politico ce l’ha) non scommetterebbe una lira sulla fattibilità di una proposta del genere: dire agli italiani che si finanza la riduzione dell’Irap alle imprese con la loro spesa quotidiana provocherebbe la prima rivoluzione armata dell’Occidente democratico.
Non andrebbe invece scartata a priori l’ipotesi di uno scambio Irpef-Iva, con la riduzione della tassazione sul reddito delle persone fisiche (abbattimento delle aliquote e irrobustimento di un’area di esenzione per i redditi medio-bassi) finanziata da un ritocco verso l’alto delle aliquote Iva.
Piazzo una piccola bomba carta sotto la sede di Chicago-Blog e scappo via dalla vergogna: la Polonia ha una tassazione del reddito personale a tre aliquote (zero, 18 e 32 per cento), con l’aliquota più alta che scatta sopra gli 85.528 sloty (pari a circa 20mila euro), ed un’aliquota Iva del 22 per cento.

28
Ott
2009

Un consiglio non richiesto sull’Agenzia nucleare

Il primo passo concreto per il ritorno all’atomo – dopo l’approvazione della legge sviluppo, che delega il governo a emanare decreti su una quantità di questioni – è la creazione dell’Agenzia per la sicurezza nucleare. Bozze apocrife dello statuto e quintetti di candidati al momento privi di paternità circolano da un po’, ma i giochi non sono ancora chiusi. E’ significativa e positiva, allora, la mano tesa verso l’opposizione del sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, che, in occasione del Forum su “Meeting the Challenges of Returning to Nuclear Energy: Italian and US Perspectives” (per gli abbonati a Quotidiano Energia, qui il resoconto di Luca Tabasso), ha avanzato alcune interessanti ipotesi di lavoro.

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28
Ott
2009

La paura tedesca e la retromarcia dell’FDP

Paura della libertà. Ludwig von Mises parlò addirittura di odio. Il capitalismo alle pendici del Reno è, da che mondo e mondo, la cartina di tornasole del modo di pensare tedesco. Il mercato non è cosa per ruvidi sassoni. Più sicurezza, meno libertà. Questo è il fil rouge che corre- pur con qualche lodevole eccezione- da Otto von Bismarck ad Angela Merkel. Read More

27
Ott
2009

La globalizzazione non comprime i diritti sociali, li estende

Il mercato dove è possibile, lo Stato quando necessario. Era questa, nella campagna elettorale 2008, la formula standard con la quale Giulio Tremonti ribadiva la proposta ampiamente illustrata nel suo libro, La paura e la speranza: non tirarsi indietro nell’uso dei dazi, sia pur coordinati a livello europeo, per rispondere alla concorrenza sleale in tanti settori esercitata dalla Cina, precipitosamente ammessa al WTO nel 2001 per sostenere, in realtà, lo squilibrio delle partite estere degli Usa in cambio dell’ingresso in forze nel mercato a più alti consumi del mondo. Ma già dal 2003 Tremonti aveva preso a indicare la via dei dazi anticinesi. In quell’anno si recò insieme a Bossi per la prima a volta apposta a Prato, nel distretto tessile occupati dai cinesi in forze, per dire che il leader leghista aveva ragione, e che bisognava piantarla con il mercatismo arrendevole. Senonché oggi Tremonti parla di posto fisso, dell’IRAP intoccabile, della finanziaria da tutelare dall’assalto dei suoi colleghi di governo. Di dazi, non parla più. Né lui né la Lega. Un caso? Non proprio. Sono almeno tre, le ragioni per cui il tema ha perso punti. Read More

27
Ott
2009

Il comitato economico del PdL

Siamo seri. La soluzione varata questa sera ad Arcore è una pezza a colori. La presidenza a Tremonti del comitato economico del PdL, formato dai tre coordinatori del partito e dai capigruppo a Camera e Senato formalizza che il ministro deve coordinarsi con chi lo critica, e che Berlusconi – come prescrive la Costituzione – è sovraordinato. La mia personalissima opinione è che Tremonti abbia comunque formalizzato da parte sua una distinzione politica molto forte, da Berlusconi e dall’attuale PdL. In vista del futuro, che si preannuncia travagliato. E chi vivrà vedrà, in che cosa possa consistere. Non lo sa di preciso nessuno dei protagonisti. Neanche Tremonti. Né Silvio. Ma la distinzione politica è stata segnata. Il comitato serve solo a tirare avanti in qualche modo. Voglio vedere come, appena si comincia a votare sugli emendamenti alla finanziaria.

27
Ott
2009

Le zone franche mignon

Catania, Gela, Erice (Sicilia), Crotone, Rossano e Lamezia Terme (Calabria), Matera (Basilicata), Taranto, Lecce, Andria (Puglia), Napoli, Torre Annunziata e Mondragone (Campania), Campobasso (Molise), Cagliari, Iglesias e Quartu Sant’Elena (Sardegna), Velletri e Sora (Lazio), Pescara (Abruzzo), Massa Carrara (Toscana), Ventimiglia (Liguria).
Tutti in doppiopetto, una firma, un lungo applauso ed un brindisi. Mercoledì prossimo i sindaci di questi 22 comuni firmeranno, alla presenza di Scajola e di Berlusconi, un protocollo con il Ministero dello Sviluppo Economico per l’istituzione di altrettante zone franche urbane.

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27
Ott
2009

Potenza della burocrazia!

E’ noto agli addetti ai lavori che l’aeroporto italiano con più traffico cargo è quello di … Francoforte. Non è invece noto perchè non lo sia uno più vicino al cuore delle attività economiche del nostro paese come Malpensa. Ieri a un convegno sul trasporto aereo che si è tenuto presso l’Università Statale di Milano il rappresentante di Anama, l’associazione degli spedizionieri di merci aeree, ha svelato l’arcano: signori, è la burocrazia!
Riporto integralmente il suo esempio. Immaginiamo che una merce destinata a Pavia arrivi per via area a Malpensa in un certo orario: considerando che la burocrazia doganale rilascia quella merce 24 ore dopo, essa arriverà a Pavia 26-27 ore dopo lo sbarco. Immaginiamo che una merce sempre destinata a Pavia arrivi invece a Francoforte nello stesso identico orario: qui i tempi della burocrazia sono di sole quattro ore; aggiungendo quindici ore di viaggio (tempo standard) per la meta finale, essa arriverà a Pavia dopo circa 20 ore, battendo nettamente la sua consimile atterrata a Malpensa.
Potenza della burocrazia italiana! Riesce persino a rendere competitivo l’aeroporto di Francoforte, 650 km più a nord di Malpensa. Il ministro Brunetta è consapevole di questa performance, degna del guinness dei primati?